del 28 Giugno

Del 22 Gennaio 2015
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Coop Operaie, il "giallo" delle irregolarità scoperte nel 2012
L'ex governatore Tondo: "Sotto la mia giunta revisione straordinaria sulle Coop e gli uffici informarono la
Procura". Ma in Regione non c'è traccia dei certificati
di Piero Rauber E se i conti (che non tornavano) delle Coop fossero stati “segnalati” alla Procura - prima ancora
che da un vecchio prof. di ragioneria in sintonia col Comitato dei “contras” (Livio Lonzar), come si dava per
scontato fino a oggi - da quella stessa Regione rimasta in silenzio per anni fino al commissariamento giudiziario
del 17 ottobre? La domanda è retorica perché la risposta è certa. Ed è - clamorosamente - sì.
«L’amministrazione regionale che
ho guidato è stata l’unica a disporre una revisione straordinaria delle Coop operaie e i miei uffici trasmisero gli
atti alla Procura». Così disse l’ex governatore Renzo Tondo tra le righe di un’ intervista rilasciata l’altro giorno
al “Messaggero Veneto” di Udine. Una dichiarazione con una prima parte arcinota, quella sulla revisione
straordinaria, compiuta a metà 2012, ma con una seconda assai meno conosciuta, per infilarci un eufemismo: il
“trasloco” delle stesse carte sulle Coop triestine dalla Regione alla Procura. Una dichiarazione, inoltre, che
scoperchia un vaso di domande, e queste retoriche non lo sono. A cominciare da quella che sorge spontanea: se
attorno a Ferragosto del 2012 il presidente
delle Coop Livio Marchetti annunciò a dir poco soddisfatto che la revisione era finita, e che non era venuta a
galla «nessuna irregolarità», perché allora non si levò alcuna voce ufficiale, dalla Regione s’intende, che
smentisse o almeno “correggesse” quelle affermazioni, se adesso Tondo rivela che i suoi «uffici» avevano
spedito la documentazione alla magistratura, posto peraltro che l’iter per il rilascio del relativo certificato di
revisione non si sa se si sia concluso?
Il mistero del “nulla osta”
«Se si prova a chiedere agli uffici regionali il certificato di questa revisione, pare non esista, motivo per cui si
può obiettivamente dissentire da quanto va dicendo oggi Bolzonello, per il quale non sussistono criticità, non ci
pare sia proprio così», sibila Cristian Sergo, consigliere regionale 5 stelle molto attivo di questi tempi tra
Operaie e CoopCa. È passata una settimana dalle due mozioni di sfiducia a Debora Serracchiani e allo stesso
suo vice Sergio Bolzonello per i casi dei due colossi cooperativi collassati sotto bilanci senza più consistenza
patrimoniale. Mozioni sulle quali i grillini immaginavano di poter viaggiare insieme al centrodestra mentre sono
rimasti col cerino in mano.
«Nonostante le prime rassicurazioni sulla condivisione della mozione - insiste Sergo - il centrodestra ha poi
negato l’appoggio alla nostra iniziativa, dimostrando quanto fosse interessato esclusivamente all’aspetto
mediatico della vicenda e non al merito della questione». In fondo la storia recente di Operaie e CoopCa è fonte
di imbarazzi mica solo per il Pd ma lo è pure per il Pdl che fu e che l’ha preceduto. Forse è anche per questo che
Tondo ha deciso di fare la propria “rivelazione” solo ora.
I documenti di Palazzo «È vero, posso confermare che quando frequentavo la Regione come consigliere avevo
avuto notizia che l’ufficio preposto aveva segnalato alla Procura aspetti meritevoli di essere esaminati: lo stesso
Tondo allora mi aveva confermato che sì, certi atti erano stati inoltrati alla magistratura», rammenta a sua volta
l’avvocato Stefano Alunni Barbarossa, seduto tra i banchi di piazza
Oberdan nella passata legislatura come rappresentante dei Cittadini. Proprio Alunni Barbarossa aveva cavalcato
la testa del Comitato dei “contras” del “giro” Marchetti-Seghene, chiedendo a più riprese il commissariamento
delle Coop triestine.
Lo strumento erano state tre interrogazioni a Tondo e all’assessore competente Roberto Molinaro, in quota Udc,
firmate tra il 22 giugno 2012 e il 28 gennaio 2013. Solo pochi giorni prima, il 17 gennaio 2013, come ricordano
per inciso le mozioni pentastellate odierne, «lo stesso direttore di Servizio chiedeva con lettera protocollata alla
Commissione regionale per la cooperazione di aggiungere all’ordine del giorno della prima seduta disponibile
anche la richiesta di revisione della revisione,
atteso che sulla revisione straordinaria non era stato possibile apporre il certificato di revisione considerate le
criticità emerse nel corso della stessa».SEGUE
SEGUE Il cambio nella legge La lettera cui fanno riferimento i 5 stelle è quella firmata da Antonio Feruglio, a
quel tempo direttore del Servizio cooperazione: «Sebbene - così un estratto di quella missiva - il revisore
incaricato dell’ultima revisione straordinaria, dottoressa Lorella Torchio,
abbia proposto al Servizio cooperazione,
al termine dei propri atti di accertamento, il rilascio del certificato di revisione, si ritiene che tale rilascio non sia
possibile e legittimo, allo stato degli atti... Si rende indispensabile procedere... al conferimento ad altro revisore
di un nuovo incarico». Neanche un mese prima,
nella Finanziaria regionale 2013, l’ultima di Tondo, approvata appunto a fine dicembre 2012, passò un subemendamento alla legge 27/2007 sulla vigilanza sul sistema cooperativo, su proposta di Gaetano Valenti del Pdl
e Maurizio Salvador e Giorgio Venier Romano dell’Udc: per disporre eventuali revisioni straordinarie su una
cooperativa, «ogniqualvolta se ne ravvisi l'opportunità»,
non bastava più la determina del dirigente del Servizio cooperazione ma ci voleva l’atto politico della
«deliberazione della Giunta regionale, sentito il parere della Commissione» competente.
Il cambio negli uffici Non è dato sapere se questo “upgrade” sia stato deciso dalla parte politica perché la parte
tecnica si era presa la briga di disporre autonomamente ispezioni secondo norma, se non addirittura quella di
suggerire alla magistratura di indagare.
Sono solo supposizioni e malizie. È un fatto invece che il 16 novembre 2013 la giunta Serracchiani deliberò la
nascita di un nuovo «Servizio sostegno e promozione comparto produttivo artigiano e cooperativo». Per il
dirigente uscente, cioè lo stesso Feruglio, era pronto un nuovo incarico alla direzione del Servizio affari generali
della Segreteria generale del Consiglio regionale.