Le costruzioni in Libia: breve quadro del settore (736K)

LE COSTRUZIONI IN LIBIA
BREVE QUADRO DEL SETTORE
a cura di ICE Tripoli (maggio 2014)
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AGENZIA ICE – UFFICIO DI TRIPOLI, LIBIA
La Libia ha necessità di costruire, ricostruire o sviluppare gran parte del proprio patrimonio
edilizio e infrastrutturale, di fatto in ogni settore. Ai prezzi attuali, lo stato libico può ricavare
dallo sfruttamento degli idrocarburi qualcosa come 50 miliardi di dollari all’anno e avrebbe
quindi la possibilità – in condizioni normali - di finanziare ingenti investimenti. Se tutto ciò è
vero in teoria, occorre però dire che la nuova Libia, sorta dalle ceneri del vecchio regime dopo
la guerra del 2011, è afflitta da una grave instabilità politica, caratterizzata da governi deboli e
provvisori che non si sono rivelati in grado di perseguire con decisione l’obiettivo della
ricostruzione del paese, che stenta a partire. La debolezza del governo centrale, oltreché
causare il peggioramento delle condizioni di sicurezza, ha incentivato gravi fenomeni di
protesta e dissidenza che hanno permesso ad alcuni gruppi largamente minoritari di tenere in
ostaggio per mesi l’economia del paese, come è accaduto con l’occupazione dei terminali per
l’esportazione del greggio in Cirenaica, costata alle finanze libiche ben 8,5 miliardi di dollari
nel 2013, a tutto svantaggio del finanziamento dei progetti di ricostruzione. Il bilancio
pubblico del 2014, peraltro fondato su stime ottimistiche in merito agli introiti petroliferi (si
ipotizza una produzione media di 800.000 barili al giorno, benché quest’anno essa non abbia
quasi mai superato i 200.000-250.000 b/g), prevede una riduzione degli investimenti per la
ricostruzione da 19 a 14 miliardi di dinari (circa 8 miliardi di euro).
Molti dei contratti firmati prima della caduta di Gheddafi non sono stati riattivati, per vari
motivi, non ultima la richiesta delle aziende straniere di rivedere i costi pattuiti anni prima, o
di risarcimento danni per le attrezzature perdute a causa del conflitto, senza contare la
generale riluttanza a tornare in Libia nelle attuali condizioni di insicurezza; inoltre,
l’istituzione di una commissione speciale incaricata di valutare eventuali episodi di corruzione
nel processo di aggiudicazione dei vecchi contratti (in totale circa 6.300) non ha fatto che
rallentarne ulteriormente la riattivazione. Potrebbe tuttavia essere imminente un cambio di
passo: agli inizi di maggio 2014 il ministro della pianificazione ha dichiarato che è in via di
completamento la revisione dei contratti prebellici, che si stima abbiano un valore
complessivo di circa 150 miliardi di dollari.
Se il grosso dei progetti edilizi e infrastrutturali non può che essere alimentato dal settore
pubblico, si moltiplicano comunque le iniziative di soggetti privati volte a realizzare progetti
di piccola o media portata in campo residenziale e commerciale, approfittando anche della
debolezza delle autorità che lascia ampio spazio a un diffuso abusivismo. Queste iniziative
sono anche incoraggiate dall’eclatante impennata dei prezzi immobiliari verificatasi dopo la
rivoluzione del 2011, che ha incentivato a destinare al mattone una buona fetta degli
investimenti privati. Fermi i grandi cantieri, la capitale e altre città libiche danno segni di
un’effervescente attività edilizia a piccolo raggio, che si manifesta con la costruzione o
ristrutturazione di edifici ad uso abitativo e, in notevole misura, anche commerciale, in
particolare con l’apertura di caffè e altri locali destinati alla ristorazione. Tali sviluppi positivi
stanno sostenendo anche le esportazioni italiane, che nel 2013 hanno fatto registrare un netto
aumento in molti comparti legati all’attività edilizia (materiali da costruzione, serramenti, cavi
elettrici, etc).
Il governo libico non fornisce un quadro chiaro dei principali progetti in essere o da lanciare,
né esistono valide ricerche di mercato, rendendo di fatto impossibile tracciare un profilo
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complessivo del settore. In ogni caso, secondo dichiarazioni diffuse alla stampa locale, il
valore dei progetti da attuare entro il prossimo decennio si aggira attorno ai 140 miliardi di
dollari. Gli interventi previsti riguardano quasi ogni comparto delle costruzioni, incluse le
centrali elettriche: la GECOL, compagnia elettrica nazionale, prevede un incremento della
capacità installata dagli attuali 13.000 MW a 20.000 MW nel 2020.
Fonti ufficiali del ministero libico dell’edilizia e lavori pubblici (Ministry of Housing) hanno
inoltre stimato in 500.000 il numero di nuove unità abitative necessarie alla Libia per far
fronte alla crescente domanda di alloggi. Negli anni che precedettero la rivoluzione il paese
conobbe un boom edilizio, caratterizzato da una miriade di progetti abitativi, di qualità medio
o bassa, affidati a società di costruzioni straniere, soprattutto cinesi. A tutt’oggi gran parte di
questi progetti, interrotti a causa del conflitto nel 2011, non è stata completata.
Le infrastrutture versano in uno stato critico e devono essere urgentemente ammodernate.
Dei circa 85.000 km di strade, soltanto 48.000 km sono asfaltati, in un paese che sta
conoscendo un boom della motorizzazione privata e che soffre di uno dei più alti tassi di
incidentalità al mondo. In questo ambito, va segnalata la firma del contratto per la costruzione
del primo tratto (400 km da Marj a Emssad, sul confine egiziano, valore 944 milioni di euro)
della nuova autostrada costiera Ras Ejdyer–Emssad – in totale 1.700 km - prevista dagli
accordi italo-libici del 2008. L’appalto è stato aggiudicato a un consorzio di società italiane
capitanato da Salini-Impregilo (60%), che include Condotte, Pizzarotti e CMC di Ravenna.
Entro la fine del 2014 potrebbe inoltre essere pubblicizzato l’appalto per il secondo lotto
dell’autostrada (tratto in Tripolitania, dal confine tunisino a Misurata).
In Libia il sistema stradale deve anche sopportare gran parte del trasporto merci, poiché non
esistono ancora le ferrovie, malgrado un mega progetto, risalente al 1998, finalizzato a
costruire una sistema ferroviario esteso per 3.170 km lungo tutta la costa libica (2.178 km) e
con diramazioni a sud verso Sebha e i paesi subsahariani (992 km). Nel 2008 si arrivò
all’assegnazione di contratti ai colossi di stato russo (RZD – Russian Railways) e cinese (CRCC China Railway Construction Corporation) per un valore complessivo di oltre 7 miliardi di
dollari, ma i lavori dovettero essere presto interrotti a causa dello scoppio della guerra civile e
non sono stati ripresi. Secondo le ultime informazioni, tuttavia, sarebbe stato raggiunto un
accordo tecnico e finanziario tra l’ente delle ferrovie libico (Railways Project and Execution
Board) e la CRCC per una riattivazione a breve del contratto, mentre resta ancora incerto il
destino del lotto – circa un terzo del totale, nell’est della Libia - assegnato alla società russa.
Peraltro, Ansaldo STS (gruppo Finmeccanica) si era aggiudicata nel 2009 un grosso contratto
(541 milioni di euro) per la realizzazione dei sistemi di segnalazione, attivando con ciò un
cospicuo numero di subfornitori italiani, purtroppo fermati dallo scoppio della rivoluzione.
Esiste anche un progetto di vecchia data (il primo studio di fattibilità fu realizzato nel 1981),
recentemente riemerso all’attenzione delle cronache, per la costruzione di linee di trasporto
metropolitano a Tripoli e Bengasi: un non meglio specificato consorzio di società cinesi e
britanniche sarebbe ora in procinto di ottenere un contratto finalizzato allo sviluppo del
progetto.
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Versano in una situazione critica anche le infrastrutture portuali e aeroportuali. I principali
porti libici – in particolare Tripoli e Bengasi - sono situati in centri cittadini congestionati e
pagano la scarsità di spazio, che si aggiunge a una generale carenza di attrezzature adeguate.
Nel complesso il porto di Misurata, favorito anche da una relativa vicinanza alla capitale (190
km), si va affermando come quello più efficiente in Libia, tanto da aver incrementato la
propria attività da 159.000 a 208.000 TEU (+30,8%) nel solo 2013. Recentemente questo
porto è stato ampliato con l’apertura di un nuovo molo, costruito dalla società turca TML (che
si è anche aggiudicata i lavori per la costruzione di un frangiflutti nel porto di Derna, in
Cirenaica). Durante la cerimonia di apertura è stato anche annunciato un progetto per un
nuovo porto e terminale per container da realizzare 8 km ad est dell’attuale struttura, il quale
sarà dotato di banchine con profondità di 20 metri, in grado di ospitare le navi portacontainer
di più grandi dimensioni, che allo stato attuale delle infrastrutture non possono attraccare in
nessun porto libico. L’obiettivo è fare di Misurata un hub per il transito di cargo nel
Mediterraneo, con l’ambizione di competere con i porti italiani e maltesi. Inoltre, Il consiglio
locale di Zawiya, città di circa 200.000 abitanti situata 45 km ad ovest di Tripoli, ha ottenuto
un finanziamento per la progettazione di un porto commerciale che si affianchi al già esistente
terminal per l’esportazione del petrolio. L’infrastruttura, grazie alla vicinanza con Tripoli,
servirà ad alleggerire il traffico sul porto della capitale. Va inoltre ricordato che un consorzio
di società italiane, capitanato da Piacentini Costruzioni, sta attualmente lavorando
all’ammodernamento del porto di Zuwarah, città di 180.000 abitanti a 60 km dal confine
tunisino (valore del contratto 37 milioni di euro).
I principali aeroporti necessitano di urgenti interventi di ampliamento e ammodernamento.
Nel 2007 aveva avuto inizio l’ampliamento degli aeroporti di Tripoli e Bengasi, ma la guerra
del 2011 ha costretto a interrompere i lavori, che non sono più ripartiti. Per il solo aeroporto
di Tripoli (costruzione di un nuovo terminal per 5 milioni di passeggeri all’anno) il valore
totale dei contratti si aggira sui 4 miliardi di dollari, interessando società come ADPI (Francia),
Oderbrecht (Brasile), CCC – Consolidated Contractors Company (Libano) e TAV (Turchia). In
questo settore è attiva la Salini-Impregilo: a breve è previsto l’inizio dei lavori per il
rifacimento delle piste a Tripoli (valore 100 milioni di euro), mentre la società italiana sta già
operando nell’aeroporto di Kufra, nel sud-est della Libia, ad un progetto (valore 57 milioni di
euro) che prevede la ricostruzione delle piste di rullaggio e decollo, nonché l’installazione del
sistema di illuminazione e segnalazione AVL per il volo notturno, attualmente inesistente.
Un’altra società italiana, la Con.I.Cos di Mondovì (CN), è attualmente attiva nella
manutenzione e ristrutturazione dell’aeroporto di Ghat, nel sud-ovest, al confine con l’Algeria
(valore del contratto 48,5 milioni di dinari, pari a circa 28 milioni di euro).
Tutte le città libiche necessitano di vaste opere di urbanizzazione. Anche in questo settore si
prevede saranno presto riattivati importanti contratti prebellici che impegnano alcune
primarie società italiane, in particolare Salini-Impregilo, che si è aggiudicata appalti per
Tripoli, Misurata e Kufra (valore complessivo circa 700 milioni di euro). I lavori prevedono la
progettazione, l'esecuzione e il completamento dei lavori per il risanamento e la
ristrutturazione dei sottoservizi esistenti e delle reti di servizi pubblici. Le principali opere
riguardano la rete fognaria, la rete di alimentazione idrica, di distribuzione di energia
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elettrica, di telecomunicazioni, di illuminazione pubblica e di segnalazione. Va notato che uno
degli appalti più cospicui assegnati dopo la guerra, del valore di 524 milioni di dollari, è stato
recentemente aggiudicato (aprile 2014) all’indiana Punj Lloyd proprio in questo comparto,
avendo ad oggetto un pacchetto di opere di urbanizzazione a Zliten, città situata circa 150 km
ad est di Tripoli. Un altro progetto di rilievo, in procinto di essere avviato, è la costruzione di
un centro congressi nella stessa Tripoli (285 milioni di euro), assegnato alla joint venture
Impregilo-LIDCO (Libyan Investment and Development Company), agenzia governativa che
incentiva lo sviluppo del settore edilizio.
Va infine menzionata la costruzione di infrastrutture sportive per ospitare la Coppa d’Africa
2017, assegnata alla Libia. Recentemente (marzo 2014) il governo libico ha dato nuovo
impulso alla costruzione dello stadio di Tajura, alla periferia est di Tripoli, che con 70.000
posti è previsto sia la struttura più grande tra quelle destinate ad ospitare la manifestazione
calcistica. L’opera, progettata dalla tedesca Gerkan, Marg and Partners, sarà realizzata in joint
venture tra la LIDCO, la società austriaca Porr a la turca Renaissance Group. Si tratta di uno
degli undici stadi la cui costruzione o ristrutturazione è prevista in diverse città libiche di qui
al 2017: i principali sono il già menzionato National Stadium di Tajura, l’attuale stadio di
Tripoli nella Sports City, che dovrà essere ampliato fino a contenere 40.000 posti, un nuovo
stadio per circa 25.000 spettatori a Misurata e infine lo stadio di Bengasi, che sarà
ammodernato. Oltre ai finanziamenti già allocati per questi progetti, è prevista a breve
l’approvazione di un ulteriore budget di 1,2 miliardi di dinari (circa 700 milioni di euro) per il
completamento di tutte le opere sportive. Tuttavia, da più parti si avanzano dubbi sulle
possibilità della Libia di ospitare realmente il torneo, vista l’attuale instabilità politica e le
precarie condizioni di sicurezza in cui versa il paese. L’ente organizzatore, in ogni caso, ha di
recente confermato che al momento non ci sono variazioni sul programma, nonostante la
disponibilità mostrata da alcuni paesi, in particolare l’Algeria, a sostituirsi al vicino
nordafricano.
Principali enti libici con competenze nel settore delle costruzioni
Housing and Infrastructure Board – HIB www.hib.ly
Ente responsabile della realizzazione di progetti abitativi e infrastrutturali (inclusi servizi di
pubblica utilità). Istituito nel 2006 come braccio esecutivo del ministero libico dell’edilizia e
lavori pubblici.
Organization for Developing Administrative Centres – ODAC www.odac.ly
Ente responsabile della realizzazione di progetti relativi a edifici per uso pubblico (scuole,
ospedali, università, edifici amministrativi).
Ras Ejdyer – Emssad Expressway Monitoring Project Management Committee (REEMP) –
Organismo responsabile dell’esecuzione del progetto di autostrada costiera fra Ras Ejdyer ed
Emssad, istituito ad hoc in seguito agli accordi italo-libici del 2008.
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Authority of Housing and Utilities
Ente responsabile di progetti di urbanizzazione, istituto nel 2006 sotto l’egida del ministero
libico dell’edilizia e lavori pubblici.
Libyan Investment and Development Company - LIDCO www.lidco.com.ly
Agenzia governativa attiva nello sviluppo del settore edilizio. Ha in essere oltre 30 joint
ventures con società locali e straniere (tra cui Impregilo, Vinci, Strabag, Renaissance
Construction) finalizzate alla realizzazione di specifici progetti.
Social Security Fund Investments – SSFI www.ssfi.ly
Holding interamente controllata dal fondo pensioni libico (Social Security Fund), finalizzata ad
investire in vari settori, in particolare l’ospitalità alberghiera. E’ proprietaria di diversi hotel a
Tripoli (Al Kabir, Al Wahat, Bab al Bahr, etc.), Bengasi (Tibesti, Ouzu, etc.) e in varie altre città
della Libia.
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