18 ALTRI MONDI MERCOLEDÌ 28 GENNAIO 2015 Pianeta terra il Fatto Quotidiano ARGENTINA KIRCHNER “LICENZIA” GLI 007 La presidente Kirchner contro gli 007: tramano contro il governo e per questo annuncia la riforma che spazza via il Side, il servizio segreto. La vicenda è legata alla morte di Nisman, il pm che accusava Kirchner di voler insabbiare le accuse agli iraniani per l’attentato antiebraico del 1994. Ansa SPAGNA SCHIANTO F-16 GRECO, SALGONO A 11 I MORTI La morte di un militare francese ha portato a 11 le vittime dell’incidente avvenuto nella base aerea spagnola di Los Llanos, durante un’esercitazione della Nato. I feriti italiani sono 12, il più grave è il maresciallo Giuseppe Romata, che ha ustioni sul 60% del corpo. Reuters AUSCHWITZ SUL PIANTO DEI SOPRAVVISSUTI IL GELO DELLA MEMORIA CERIMONIA PER L’OLOCAUSTO, GLI UNICI A EMOZIONARSI ANCORA SONO GLI EBREI SCAMPATI AL MASSACRO NAZISTA. PUTIN IRRITATO PER IL MANCATO INVITO, ASSENTE OBAMA di Pierfrancesco Curzi Auschwitz (Oswiecim, Polonia) N el gelo dei lager nazisti di Auschwitz-Birkenau è andata in scena la passerella delle vanità politiche, dei capricci. A riportare giustizia ci hanno pensato i circa 300 sopravvissuti allo sterminio, giunti da 17 paesi. Alcuni di loro hanno fatto sentire la loro voce rotta dal pianto, dall'emozione del ricordo, gli unici a farlo. Per non dimenticare, mai più. Politici distratti con la testa altrove Capi di Stato e rappresentanti da 38 Paesi hanno abbassato il capo, ammutoliti davanti al Muro della Morte, tra i Blocchi 10 e 11 del campo di concentramento; di fronte alla Porta dell'Inferno e alla Judenrampe, dove è stata allestita l'enorme tensostruttura per accogliere tutti gli ospiti. La platea divisa in due settori, in mezzo il binario che 70 anni fa ha accolto da tutta Europa i convogli carichi di vittime sacrificali. Politica con la testa altrove, ognuno con le proprie beghe domestiche. Il presidente francese Hollande con la ferita fresca degli attacchi terroristici e il leader polacco Bronislaw Komorowski, padrone di casa, l'unico a parlare ieri, stretto tra il martello e l'incu- dine della crisi ucraina. Ad Auschwitz è arrivato il presidente dell'ex repubblica sovietica, Petro Poroshenko, eppure a fare più rumore, oltre al forfait di Barack Obama e di Angela Merkel, è stata l'assenza di Vladimir Putin, ufficialmente irritato per il presunto mancato invito. Proprio la Russia, al tempo Unione Sovietica, che il campo l'ha liberato proprio il 27 gennaio del 1945. Per l'Italia nel pomeriggio, dopo aver lasciato l'aula di Montecitorio, è giunto il presidente del Senato Pietro Grasso. Visite turistiche sospese nel giorno della memoria. Il mega-parcheggio davanti al campo principale è desolatamente vuoto. Accesso interdetto a chiunque, soprattutto a Birkenau, dove nel pomeriggio si è svolta la cerimonia solenne. Fuori, fin dal mattino, centinaia di agenti di polizia hanno sorvegliato ogni raccordo stradale attorno all'area, già dalla stazione di Oswiecim. LACRIME E RICORDI Il dolore per i parenti uccisi; in basso, il presidente francese Hollande Ansa/LaPresse plausi dei presenti. Il campo di Birkenau si trova ad appena cinque chilometri da Oswiecim, dove ieri la vita è trascorsa come un giorno normale. Il paese che non sospettava nulla Il documentario di Steven Spielberg La neve è caduta a lungo, timidamente, cercando di appoggiarsi sopra i lastroni di ghiaccio frutto della grande nevicata di domenica scorsa. A rendere l'atmosfera durissima è stato il vento gelido che ha spazzato la spianata dei lager. Ennesima prova, se ce ne fosse bisogno, delle pene inenarrabili patite dalle vittime dello sterminio e della endlosung, la soluzione finale. Ad Auschwitz è tornato Steven Spielberg, regista di Schindler's list, e ha chiesto di “Fare attenzione ai pericoli della crescente intolleranza nei confronti delle minoranze”. Il documentario prodotto dal regista americano, semplicemente Auschwitz, narrato da Meryl Streep e proiettato ieri durante la cerimonia, ha fatto salire a tutti un nodo alla gola. Kazimierz Albin, sopravvissuto, è stato uno dei 300 che, in quasi quattro anni di attività, dai campi della morte sono riusciti a fuggire. È stato lui ad indicare il minuto di silenzio per tutte le vittime, rotto dagli ap- Il tranquillo centro della Slesia quasi non si è accorto del carosello di vetture blindate e delle decine di delegazioni in arrivo. Negozi aperti, gente seduta nei caffè e nei ristoranti, a fare la spesa, a chiacchierare fuori nonostante il freddo. Una comunità abituata al triste rituale. Del resto, al tempo, la gente di Oswiecim è stata tenuta all'oscuro di cosa capitava lì vicino e solo alla fine dell'incubo gli abitanti si sono spinti fin dentro i reticolati della morte, prima incuriositi e poi inorriditi. Non sono mancati gesti eroici, abitanti che hanno aiutato i derelitti usciti dai campi di sterminio abbandonati alla chetichella dai tedeschi in fuga, ma neppure gli attestati di indifferenza. Ieri sulla stampa polacca l'evento celebrativo riempiva molte prime pagine, ma alcune testate hanno preferito aprire con altre notizie: "I polacchi, gli abitati della Slesia, di Oswiecim, Katowice e così via _ afferma Jozef Krzyk, giornalista della Gazeta Wyborcza, il primo giornale del Paese _ hanno dovuto piangere le vittime del loro Olocausto, quando a decine di migliaia sono stati deportati nei gulag siberiani da Stalin. Non hanno abbastanza lacrime per piangere pure per altri. Ad ognuno la sua tragedia”. “Non lasciate che accada ancora” L'evento si è chiuso con la toccante cerimonia delle Candele e la neve è tornata a cadere copiosa. I sopravvissuti hanno lasciato Auschwitz, forse per l'ultima volta, i leader mondiali sono scappati in fretta per tornare al più presto nei rispettivi stati. Ancora riecheggia il monito lanciato da Ronald Lauder, leader del Congresso Ebraico mondiale: “Non lasciate che accada ancora!”. Alla luce di quanto è successo dopo la Shoah - Bosnia, Rwanda, Guatemala, Cambogia, Kurdistan ecc. - e quanto sta accadendo in Darfur, Nigeria, si tratta di un monito caduto nel vuoto. LE VITTIME Helga e le altre, schiave nei bordelli delle SS di Elisabetta Reguitti n Germania la realtà dei bordelli nei luoghi di I sterminio è stata taciuta per decenni. Fu Heinrich Himmler, il gerarca più potente del terzo Reich, a farne costruire nei dieci maggiori campi di concentramento: erano chiamati Sonderbau, edifici speciali. “Ci avevano interrotto il ciclo con certe iniezioni anche se a volte non funzionava (...). Mi costrinsero ad abortire. Fui portata in infermeria e una specie di macellaia eseguì l'intervento naturalmente senza anestesia (...)”. Frammenti di anime, corpi e vite lacerate nel racconto La baracca dei tristi piaceri di Helga Schneider, scrittrice nata nel 1937 in Polonia, che nel 1941 insieme al fratello viene abbandonata dalla madre che decise di arruolarsi nelle SS, come sentinella ad Auschwitz-Birkenau. A Buchenwald c'era un Sonderbau, dove le donne bollate come “asociali”, in cambio di due marchi, subivano depravazioni e violenze. “Solo l'alcol mi avrebbe salvata - prosegue la protagonista di Schneider - la sostanza consolatrice aveva il suo prezzo. A parte il rapido abbrutimento fisico e Motivo per cui ci seviziavano. D'altronde eravamo considerate carne da macello sulla quale si poteva scaricare tutto il sudiciume del mondo (...). Ci disprezzavano profondamente eppure sapevano bene che tranne alcune non eravamo prostitute (...). I detenuti scaricavano l'odio, l'esasperazione e il senso di impotenza su donne in condizione di pari impoIl bordello tenza, in una specie di rivalsa spenel campo di Gusen culare che trasformava il male rice- mentale, per un certo periodo mosse qualcosa nel mio inconscio che non aveva nulla a che fare con la mia natura (...) sentivo l'impulso di uccidere un qualsiasi bastardo affiliato di Himmler. Uno sarebbe stato sufficiente, come se quell'omicidio avesse potuto vendicare ciò che mi avevano fatto le SS, confinandomi con l'inganno in un bordello” (...). FINITA LA GUERRA alcune donne so- pravvissute a questa doppia barbarie si Wikipedia/Bundesarchiv erano dette disposte a denunciare ma successivamente, secondo l'autrice, cambiarono idea anche per l'atteggiamento degli internati maschi o di taluni benpensanti che non le consideravano vittime dell’abuso nazista, ma prostitute, donne che si erano fatte avanti volontariamente. All'inizio venivano prese solo le “asociali” con problemi magari anche psichici, poi decisero di arruolare anche le detenute che avevano avuto rapporti con un ebreo o con un lavoratore forzato straniero. Donne giovani, mai ebree, racconta l’autrice. “La realtà era che un buon numero di ‘adoni’ delle SS aveva problemi sessuali. vuto in legittima vendetta (...). Aufstehen! Schnell! Schnell! Muoversi sacchi di merda donnacce della malora, luride figlie di puttana, urlava una guardiana (...). Alcune di quelle belve SS erano perfino attraenti. Quel tipo di donna incensata dai nazisti: alta, bella, bionda, occhi azzurri, sempre in ordine con uniformi pulite, ben stirate, gli stivali tirati a lucido e profumate (...). Sento ancora nelle narici il repellente miscuglio del nostro puzzo umano e del loro profumo” (...). I frequentatori dei Sonderbau erano detenuti oppure prigionieri “privilegiati” dotati di un bonus per buona condotta. L'accesso era inibito agli ebrei o ai prigionieri di guerra sovietici. Il detenuto doveva presentare domanda, farsi inserire in una lista d’attesa e, infine, dopo la visita medica, attendere la convocazione. Il rapporto non poteva superare i 15 minuti. Il bordello era frequentato anche dai kapò e gli addetti alla sorveglianza. Una volta distrutte e malate, le donne venivano rispedite al lager di provenienza, usate come cavie negli esperimenti delle SS o inviate ad Auschwitz, capolinea finale dove diventavano cenere. [email protected]
© Copyright 2024 ExpyDoc