MESSAGGERO VENETO – giovedì 10 aprile 2014 Indice

MESSAGGERO VENETO – giovedì 10 aprile 2014
(Gli articoli di questa rassegna, dedicata esclusivamente ad argomenti di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal
sito internet del quotidiano. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti)
Indice articoli
REGIONE (pag. 2)
Amb pronta a rilevare Artigiana prosciutti
PORDENONE (pag. 3)
Arriva il manager svedese, palazzina occupata
Ideal Standard, via al piano coop
Niente Cud, pensionati in rivolta
Fallita la Open, a casa in 11. Aveva rilevato la Sina carri
Zipr, positive le previsioni, 300 nuovi posti in due anni (2 articoli)
REGIONE
Amb pronta a rilevare Artigiana prosciutti
SAN DANIELE Entro l’estate il prosciutto di San Daniele potrà contare su un nuovo player. Stavolta
friulano. Dopo l’arrivo in città dei grandi gruppi, ultimo dei quali la padovana Martelli salumi, che ha
fatto suo uno degli stabilimenti ex Brendolan, a mettere gli occhi sul business della fettina rosa e in
particolare sull’Artigiana prosciutti, azienda del gruppo Uanetto posta mesi addietro in liquidazione,
stavolta è un’impresa che gioca in casa. Si tratta di Amb, leader in Europa nella produzione di
packaging per l’industria alimentare. Fondata a San Daniele nel 1969, oggi conta su circa 200
dipendenti e un giro d’affari che nel 2012 ha toccato quota 70 milioni (+20% rispetto all’esercizio
precedente). L’impresa, punto di riferimento sia per l’economia che per l’occupazione della cittadina
collinare, si prepara dunque ad allargare i propri orizzonti tuffandosi in un’avventura produttiva che
vuol essere complementare a quella “storica”. «Per noi – spiega il presidente di Amb Bruno Marin,
dando notizia dell’accordo - è un’autentica opportunità di diversificazione rispetto al settore in cui
operiamo con estrema competenza e innovazione a livello internazionale». A monte di una trattativa
condotta dai vertici dell’impresa con il liquidatore di Artigiana, nei giorni scorsi è stato raggiunto un
primo accordo per l’acquisizione dello stabilimento in località Aonedis e più precisamente delle
strutture direzionali e dell’intero reparto produttivo. Intesa che dovrebbe portare (salvo sorprese) a
concludere l’operazione di acquisto entro il mese di luglio e a riavviare l’attività per settembre. «Il
piano industriale è già pronto – fa sapere ancora Marin - puntiamo a un prodotto di alta qualità». E
come logica conseguenza dell’integrazione tra le attività di Amb e di Artigiana prosciutti (stabilimento
quest’ultimo in grado di produrre circa 70 mila cosce l’anno), non potrà mancherà il pre-affettato in
vaschetta, protagonista negli ultimi anni di un vero e proprio boom di vendite, basti ricordare che a
ottobre 2013 sfiorava un aumento del 15%. Per Marin «l’esperienza maturata nel tempo e la
conoscenza molto approfondita del settore alimentare ci permettono di ipotizzare un rilancio de
L’Artigiana prosciutti in tempi brevi». Se tutti i tasselli andranno al loro posto, l’attività in seno allo
stabilimento potrebbe riprendere come detto a fine estate e con quella si aprirebbero possibilità di
ricollocazione anche per i 9 lavoratori che oggi sono in cassa integrazione in deroga. Il piano
industriale «prevede una ricognizione complessiva delle professionalità, unitamente a un impiego
ottimizzato degli attuali impianti produttivi del comprensorio», fa sapere ancora Marin che, «per la
collaborazione garantita nel corso delle ultime settimane», ringrazia il consorzio del Prosciutto di San
Daniele, «con il quale confermiamo la volontà di mantenere un solido e proficuo confronto». Fondata
ovviamente sulla valutazione di nuove opportunità di sviluppo, l’acquisizione dell’Artigiana prosciutti
da parte di Amb nasconde anche ragioni di cuore – svela il presidente -, legate a un forte legame tra
aziende dello stesso territorio, che si potranno completare a vicenda, lavorando alla creazione di un
prodotto di eccellente qualità e alla creazione di un vero laboratorio d’idee per sviluppare e
comprendere le dinamiche tipiche del core business di Amb. Maura Delle Case
PORDENONE
Arriva il manager svedese, palazzina occupata
La mobilitazione continua. Accade a Porcia, a Susegana e a Solaro (a Forlì sospesi per il momento
scioperi e presidio). Con modalità diverse, ma va avanti. Per i lavoratori Electrolux il piano confermato
della multinazionale va modificato. E così anche ieri, e accadrà anche oggi, nuovi scioperi a Porcia
dove si sono fermati, sempre con la modalità “a scacchiera” i lavoratori delle linee di montaggio, il
magazzino, ed anche gli impiegati. Si è formato anche un corteo interno di lavoratori che ha
simbolicamente “occupato” la palazzina direzionale cogliendo l’occasione della visita di un manager
proveniente da Stoccolma. Nel pomeriggio nuove azioni di lotta articolate diversamente a seconda dei
reparti, con scioperi della durata di un’ora, ma sufficienti a “scardinare” l’ordinata organizzazione
dell’azienda. E c’è stato anche un blocco delle merci, anche questo sufficiente a scombinare il
programma di uscita delle apparecchiature prodotte. E questo perchè «l’azienda si è dimostrata molto
sensibile all’indicatore “soddisfazione del cliente”, con parametri piuttosto bassi visti gli scioperi e i
blocchi dei mesi scorsi. E dunque, è qui che i lavoratori continueranno a “colpire” sempre con lo scopo
di imporre ad Electrolux una rivisitazione del piano che, a giudizio delle Rsu, delinea il lento declino
della fabbrica di Porcia. Scendere da 1.15 milioni di apparecchiature a 750 mila è, sempre secondo
sindacati e dipendenti, il primo passo verso la chiusura definitiva, perchè si creerebbero le condizioni
perchè Porcia peggiori le proprie perfomance di competitività. (e.d.g.)
Ideal Standard, via al piano coop
di Elena Del Giudice Si chiama “coop” quella che appare oggi come la sola via d’uscita per lo
stabilimento Ideal Standard di Orcenico e i suoi 450 dipendenti. Il progetto, al quale silenziosamente
sta lavorando da mesi Unindustria Pordenone - e che al momento nemmeno svela nei dettagli - è stato
al centro dell’incontro convocato dal vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, presente anche
la presidente Serracchiani, con Ideal Standard, le organizzazioni sindacali, la sindaco di Zoppola
Francesca Papais, le Rsu e la stessa Unindustria. Notizie circa l’esito dell’incontro vengono
ufficialmente affidate ad uno stringato comunicato nel quale si dichiara che «l’impegno comune verrà
ora indirizzato ai fini di ottenere una valutazione tecnica di fattibilità rispetto ad un eventuale
coinvolgimento del sistema cooperativo». L’ipotesi trova favorevole accoglimento da parte della
Regione, che continuerà ad essere il “regista” delle operazioni legate a Ideal Standard, da parte dei
sindacati e anche di Ideal Standard, che si è dichiarata disponibile a valutare «tutte le proposte che
dovessero pervenire, anche quelle avanzate in forma non tradizionale», rendendo accessibili i dati
relativi allo stabilimento pordenonese, già assemblati in occasione del precedente interessamento della
cordata Boccalon. L’azienda ha anche confermato che manterrà a Orcenico la produzione della
divisione wellness, ovviamente molto limitata rispetto a quella della ceramica sanitaria sia nei numeri
che nell’occupazione, e ha assicurato che non avvierà procedure di mobilità fino alla scadenza della
cassa in deroga. Il 30 aprile, dunque, salvo proroghe. E per ottenere quella proroga di altri 3 mesi di
ammortizzatori, è necessario che una nuova manifestazione di interesse venga formalizzata. Cosa che
dovrebbe accadere nei prossimi giorni, in vista di un nuovo appuntamento al Mise da convocarsi tra il
15 e il 20 aprile. Alla luce dell’esito dell’incontro di ieri, assumono un diverso valore gli incontri che il
presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti, ha avuto la settimana scorsa con il ministro del
Lavoro Poletti e il vice dello Sviluppo economico e il direttore, De Vincenti e Castano. Ora la mossa
successiva sarà questa manifestazione di interesse formale a Ideal Standard, e il dettaglio del piano
industriale - che probabilmente già c’è, sia pure nelle sue direttrici generali - sul quale raccogliere la
disponibilità dei lavoratori, chiamati a diventare imprenditori di se stessi.
Niente Cud, pensionati in rivolta
di Martina Milia Chi fa la fila all’Inps, chi la fa poi ai Caf, chi preferisce pagare 4 euro alle poste.
Comunque la si veda «è una vergogna», per usare le parole di un pensionato di 77 anni. «Perché per
guidare la macchina non siamo abbastanza svegli e ci fanno rifare la patente ogni due anni. Però
dobbiamo essere tecnologici e dotarci a forza ci computer se vogliamo fare la dichiarazione dei redditi.
Le pare sensato?». La domanda, di chi ieri ha fatto la fila all’Inps prima e al Caf poi, concludendo con
un nulla di fatto – «devo tornare tra una settimana per avere copia del mio Cud» – è naturalmente
retorica. Ma cosa c’è dietro l’ultimo disagio subito dagli over 65? Il fatto che «l’Inps – spiega Ezio
Vendruscolo della Cgil – dopo la falsa partenza dello scorso anno, che si è conclusa con una
retromarcia, quest’anno non invia più il Cud per posta nè tanto meno le buste paga. Un’operazione che
consente all’ente di risparmiare 50 milioni di euro, ma che effettivamente qualche disagio ai pensionati
lo porta». Le ragioni sono presto dette. Per avere copia delle buste paga e il Cud (certificato unico
dipendente) o il pensionato fa la fila al Caf o al patronato (dove per altro si concentrano le pratiche di
mobilità e quelle di cittadinanza, solo per citare le più complesse) oppure si converte a Internet. Per
gestire la pratica servono per altro dei codici informatici che vengono cambiati ogni tre mesi «e questo
sicuramente non è d’aiuto per i pensionati». Considerato che i pensionati in provincia sono 95 mila e
che per buona parte fanno capo all’istituto nazionale di previdenza, il disagio è presto quantificato. Non
va comunque dimenticato, come fa notare il sindacato, che c’è una quota di persone in quiescenza che
riceve una cifra così bassa da essere esente dalla dichiarazione dei redditi. «Ci sono anche dei ritardi –
conferma Vendruscolo – nella gestione dei modelli Obis M ovvero le buste paga dei pensionati. Anche
se non vengono più spedite da gennaio, solo oggi pomeriggio (ndr ieri per chi legge) siamo riusciti a
stampare le prime». Coi Cud non va meglio perché c’è una questione di “dialogo” tra banche dati
diverse. Gli iscritti al sindacato naturalmente hanno una corsia preferenziale nella gestione dei servizi,
ma non tutti sono tenuti o vogliono servirsi di un organo terzo per gestire i propri dati personali. L’Inps
aveva tentato di introdurre la novità informatica già lo scorso anno, ma poi aveva dovuto interrompere
la “rivoluzione” per problemi tecnici e alla fine chi lo richiedeva poteva ottenere la spedizione del
proprio Cud a casa, come in passato. Quest’anno non sono più ammesse deroghe. E questo, per ora,
sembra aver spiazzato soprattutto le persone anziane che sono costrette a fare file in più non per avere
dei servizi, ma per pagare le tasse allo Stato. Una finalità che certo non rende più digeribile la
“medicina” informatica.
Fallita la Open, a casa in 11. Aveva rilevato la Sina carri
Un’operazione partita non proprio sotto i migliori auspici che si è conclusa ieri con il peggiore degli
epiloghi. Il tribunale di Pordenone ha infatti dichiarato il fallimento della Open srl, società con sede a
Pordenone, in viale Venezia. Open era nata per rilevare alcuni rami di attività da Sina Carri, che aveva
optato per una procedura concorsuale, cedendo con un contratto di affitto finalizzato alla vendita
l’attività di riparazione veicoli e officina meccanica delle sedi di Podenone, Spilimbergo e Susegana.
Nel mese di febbraio la Open aveva restituito a Sina Carri le attività, e l’iter si è concluso con il
pronunciamento del tribunale. Per i lavoratori reimpiegati scatterà (e per alcuni è già avvenuto) la
mobilità. Open srl si era impegnata a assumere 28 persone dal concordato nelle tre officine assorbite.
Ma le assunzioni effettive sono state 11. A settembre 2013 peraltro erano iniziati i i problemi
nell’erogazione degli stipendi; a dicembre, di fronte all’incertezza su ulteriori acconti e tredicesima, era
stata resa pubblica la vicenda. L’azienda aveva risposto mandando a casa i lavoratori il 31 dicembre,
giorno previsto per la corresponsione degli acconti, salvo poi convocarli per il tardo pomeriggio. Il
primo gennaio era stata restituita alla procedura di concordato la sede di Susegana, con la conseguente
mobilità per i cinque dipendenti. Il mese successivo stessa sorte per le altre due seri e, quindi,
dell’intero ramo d’azienda. L’accordo era stato siglato sia a livello giudiziario che sindacale. Ai 9
lavoratori, non ancora tutti in mobilità perché alcuni provengono dal concordato della Sina carri e altri
no. Open srl nell’accordo di restituzione si è impegnata a corrispondere il dovuto, ma non è dato sapere
- al momento - se lo abbia fatto oppure no. A seguire sono state depositate le istanze di fallimento a cui
il tribunale ha risposto ieri nomiando il dottor Giovanbattista Rossetti, con studio a Conegliano,
curatore. L’adunanza dei creditori per la verifica dello stato passivo è stata convocata per il 18 luglio
alle 12.
Zipr, positive le previsioni, 300 nuovi posti in due anni
SAN VITO Numeri che parlano di rilancio della zona industriale Ponterosso e del rispettivo consorzio
di sviluppo, quelli sottoposti ieri all’attenzione dell’assemblea del consorzio Zipr. Nel prossimo biennio
si prevedono 300 nuovi posti di lavoro grazie a nuovi investimenti, mentre per quanto riguarda l’attività
consortile, si beneficerà di cessioni di terreni (il cui valore è stato rideterminato), entrate da servizi, ma
anche alienazione di importanti pacchetti di partecipate. Ieri, al di là della votazione sui bilanci
consuntivo, previsionale e triennale e sul programma delle opere pubbliche del consorzio Zipr, è stata
messa in approvazione l’alienazione della partecipazione in Ambiente Servizi (ne era il socio di
maggioranza, con il 13,7% delle quote, pari a una liquidità immobilizzata tra i 650-700 mila euro).
Rinviata l’alienazione delle quote nella società agricola San Vito Biogas, insediata nella zona
industriale (la quota era del 15%, con valore di cessione stabilito intorno ai 250 mila euro). Il tutto, in
funzione della riduzione del debito dell’ente consortile. In entrambi i casi sarebbero già giunte lettere di
interessamento per le quote: quelle di As potranno andare a enti pubblici (o, in alternativa, potrebbe
riacquisirle la società), mentre quelle dell’azienda agricola andranno a gara, ma con diritto di
prelazione per i soci (uno dei quali avrebbe già manifestato il suo interesse). Per quanto riguarda il
valore dei terreni della Zipr, passa da 42 euro al metro quadro a tre fasce: nella zona “migliore” (lungo
la strada regionale 463, in sostanza) il prezzo andrà dai 45 ai 50 euro al metro quadro, nelle zone
interne dai 40 ai 45 e all’esterno (in pratica verso il Tagliamento) dai 35 ai 40. All’interno delle fasce il
prezzo sarà stabilito esattamente tenendo conto dell’occupazione e di altri aspetti relativi all’azienda
che intende insediarsi. Nel 2013 sono stati ceduti terreni alla Kronospan e, per un piccolo ampliamento,
a un’altra impresa. Nel 2014 è prevista la cessione di 4 terreni per un totale di 4 ettari e un controvalore
di 1,5 milioni di euro (con una plusvalenza per l’ente di 950 mila). Il bilancio consuntivo 2013 presenta
una perdita (di 286 mila euro), ma molto meno significativa rispetto al 2012 (quando il buco
raggiungeva gli 815 mila euro). Il bilancio preventivo ovviamente presenta il pareggio, ma tenendo
conto delle alienazioni di cui sopra, con cui si procederà, si punta a un ampio attivo. La zona industriale
oggi conta circa 130 aziende con 3.200 dipendenti (se si conta l’indotto, si raggiunge circa quota 4
mila). Per il biennio 2014-2015 si prevede che investano 7 ditte già insediate più due nuovi
insediamenti produttivi, per un totale di circa 150 milioni di euro di investimenti, con la creazione di
circa 300 posti di lavoro. Riguardo al confronto tra Consorzio e Regione, il primo reclama contributi
(da 4 anni non ne vede per opere pubbliche) mentre il vicepresidente Renato Mascherin ha già
prospettato che la direzione futura, se resterà lui alla guida dell’ente (a giugno si rinnoverà il Cda), sarà
quella di trasformare la Zipr in un eco-industrial park, una zona dalla ancor più spiccata attenzione agli
aspetti ambientali, oltre che economici, rispetto ad ora. Andrea Sartori
Contratti di solidarietà, una precauzione»
Al consorzio Zipr è già definita e concordata una bozza di contratti di solidarietà, per sei mesi, rispetto
a 7 dipendenti su 11 (gli impiegati). Ma non è detto che si rendano necessari: si attueranno soltanto se
non si creeranno nuovi impegni per il personale. Guardando alle nuove entrate per il consorzio, invece,
una novità sarà quella dell’avvio della tariffazione degli scarichi verso il depuratore, secondo il
principio “chi più scarica, più paga”. Si sta sviluppando anche il servizio metanodotto: a fine 2013
risultava già allacciata una cinquantina di ditte. Per quanto riguarda lo scalo ferroviario, il traffico di
treni merci è già aumentato tra 2012 e 2013 (da 1.900 a 2.100 carri circa) e si prevede un balzo a 3.300
carri nel 2014. (a.s.)