• Polarizzazione elettrica dei mezzi (eventuale introduzione su P e E , vedi in fondo) • Polarizzabilità molecolare Quando una molecola si trova in un campo elettrico statico, E , oltre ad allineare il suo momento di dipolo elettrico permanente con il campo1, modifica la sua distribuzione di carica allo scopo di minimizzare il più possibile l’energia di interazione con il campo stesso. Come conseguenza il momento di dipolo elettrico molecolare risulta funzione del campo elettrico applicato: E E . Dove è il momento di dipolo elettrico permanente: d , ed E ind . rappresenta il momento di dipolo elettrico indotto dal campo elettrico applicato, la “costante di proporzionalità” α è la polarizzabilità molecolare.2 Più grande è la polarizzabilità maggiore è il momento di dipolo elettrico indotto da un dato campo applicato. L’espressione quanto – meccanica della polarizzabilità molecolare, per una molecola nello stato fondamentale, è: 2 2 ' n , 3 n n dove la sommatoria corre su tutti gli stati con n , n è l’autoenergia del generico stato quantico eccitato n e è l’energia dello stato quantico fondamentale . n è il momento di dipolo elettrico di transizione fra lo stato fondamentale e lo stato eccitato n : 1 2 Chiaramente ciò è possibile solo in mezzi fluidi dove le molecole possono riorientarsi liberamente. Più propriamente α è un tensore di rango due. 1 n n d . Un’espressione approssimata per la polarizzabilità è la seguente: 2 eR , 3 2 dove la sommatoria sugli stati è stata sostituita con il rapporto fra un momento di dipolo fittizio dato da eR , con e carica elementare ed R una “dimensione molecolare” tipica, e , la minima energia di eccitazione molecolare. Per molecole coniugate, coincide con la separazione in energia fra gli orbitali molecolari ultimo occupato e primo non occupato, HOMO e LUMO. L’espressione semplificata per la polarizzabilità dice che α cresce con il crescere delle “dimensioni” tipiche della molecola e con la “facilità” con cui essa può essere eccitata, quanto più piccolo è tanto più grande è α. La distribuzione elettronica può essere distorta più efficacemente dal campo elettrico applicato se è piccolo. Le molecole con piccole (HOMO – LUMO vicini) generalmente sono grandi e con molti elettroni dotati di elevata mobilità. • Polarizzazione macroscopica e polarizzabilità molecolare In presenza di un campo elettrico un campione, formato da un numero elevato di molecole, si polarizza nella direzione del campo applicato. La polarizzazione P è definita come il momento di dipolo elettrico macroscopico medio per unità di volume. In un fluido isotropo in assenza di campo elettrico le molecole possono assumere qualsiasi orientazione con eguale probabilità e P 0 . In presenza di un campo elettrico, E , il momento di dipolo macroscopico medio risulta diverso da zero perché le molecole tendono ad orientarsi in modo tale da allineare il loro dipolo permanente con il campo elettrico (polarizzazione di orientamento), e perché il campo elettrico induce dei momenti di dipolo nelle molecole (polarizzazione di distorsione). Risulta essere: Eloc. P N Eloc. , Eloc. 2 dove N è il numero di molecole per unità di volume, Eloc. è il campo elettrico locale che agisce sulle molecole (in generale Eloc. E applicato), e è il valor medio della componente del momento di dipolo permanente nella direzione del campo elettrico applicato. Il primo termine, N Eloc. Eloc. , è il contributo di orientamento, mentre il secondo, N Eloc. , è il contributo di distorsione. In un mezzo fluido, in presenza di un campo elettrico applicato i dipoli molecolari si allineano parzialmente con esso poiché vi sono direzioni con energia minore di altre. E L’energia di interazione di un momento di dipolo elettrico, , con un campo elettrico, E , infatti vale: θ E E cos , è chiaro che è minima per 0 , cioè quando è perfettamente allineato con il campo L’effetto di allineamento del campo elettrico sui dipoli molecolari è però contrastato dai moti termici (agitazione termica delle molecole dovuta ai continui urti), che hanno l’effetto di distruggere parzialmente l’ordine prodotto dal campo elettrico. A temperature prossime alla T ambiente o maggiori, se i dipoli permanenti sono sufficientemente distanti da poter essere considerati non – interagenti, vale: 2 Eloc. 3k BT , all’aumentare di T gli urti diventano via via sempre più forti e frequenti e come conseguenza diminuisce. Sostituendo nell’equazione precedente si ottiene: 3 2 Eloc. . P N 3k BT Il campo elettrico locale, Eloc. , all’interno di un dielettrico in genere risulta diverso dal campo elettrico esterno (applicato), per il contributo di tutti i campi elettrici dovuti ai vari dipoli presenti nel mezzo. Adottando l’approssimazione di Lorentz, che considera il mezzo come un continuo, si può scrivere: P Eloc. E Ecorr . E , 3 dove Ecorr . P 3 è il termine correttivo che rende conto degli effetti del mezzo. Sostituendo si ottiene per la polarizzazione la seguente espressione microscopica: 2 P E P N . 3k BT 3 Ora, per come abbiamo già visto, la polarizzazione macroscopica, P , è legata al campo elettrico applicato, E , dalla relazione macroscopica: P e E , dove è la permittività, o costante dielettrica, del vuoto e e è la suscettività elettrica del mezzo. Per confronto fra l’espressione microscopica di P con quella macroscopica si ottiene: 2 N 3k BT . e 2 1 N 3 3k BT 4 L’espressione sopra riportata ci dice come un mezzo fatto da molecole caratterizzate microscopicamente da ed α risponde macroscopicamente ad un campo elettrico applicato, E , polarizzandosi. Questa espressione è valida anche per molecole apolari, basta porre semplicemente 0 : e N . 1 N 3 5 6 7 8 9 10 11
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