Capitolo 1 Introduzione ESMO, European Student Moon Orbiter, `e una missione interamente progettata da studenti di pi` u di venti universit`a Europee, realizzata sfruttando al massimo la rete e coordinata da ESA - SSETI, Student Space Exploration and Technology Initiative. Il suo obiettivo `e la realizzazione del primo satellite universitario che raggiunga un’orbita lunare, sia per scopi divulgativi che scientifici. Sono attualmente previste quattro diverse versioni di ESMO, contemporaneamente sotto studio durante la fase A del progetto, tra cui tra cui verr`a scelta quella definitiva che dovrebbe essere lanciata nel 2011: • Chemical Outreach Option: satellite con propulsione chimica e che monta unico payload una fotocamera ad alta risoluzione; • Electrical Outreach Option: satellite con propulsione elettrica e fotocamera; • Chemical Science Option: propulsione chimica, monta anche il Cubesat Lunette, uno strumento scientifico per la misura delle armoniche del campo gravitazionale lunare. • Electrical Science Option: propulsione elettrica, fotocamera e Lunette. La scelta tra queste configurazioni avverr`a sulla base sia di considerazioni tecniche sia della disponibilit`a di fondi. Poich´e le opzioni con Cubesat non sono ancora ben definite nell’ambito del progetto ESMO e l’opzione con propulsione chimica `e stata studiata da un alto gruppo, obiettivo del presente lavoro `e la progettazione della struttura di ESMO Electrical Outreach Option. La presentazione del progetto `e strutturata come segue: • Capitolo 2: Descrizione dei vincoli imposti dal lanciatore, dei componenti del satellite, con relativo mass budget e posizione richiesta dalla configurazione del satellite, e degli obiettivi del progetto strutturale; • Capitolo 3: Descrizione dei principali carichi agenti sul satellite; • Capitolo 4: Descrizione delle due soluzioni strutturali analizzate e dei materiali utilizzati; 1 CAPITOLO 1. INTRODUZIONE 2 • Capitolo 5: Descrizione, validazione e ottimizzazione dei modelli a elementi finiti; • Capitolo 6: Scelta della soluzione strutturale e verifiche statiche e dinamiche; • Capitolo 7: Conclusioni. Capitolo 2 Configurazione del Satellite Indice 2.1 2.2 2.1 Vincoli strutturali imposti dal lanciatore . . . . . . . . . . . . . . Configurazione delle masse del satellite . . . . . . . . . . . . . . . 3 4 Vincoli strutturali imposti dal lanciatore Essendo ESMO un satellite universitario a basso costo e gestito da ESA, viene sfruttata l’opportunit`a di lancio secondario con Ariane 5, attraverso la struttura predisposta ai lanci ausiliari denominata ASAP 5 (Ariane Structure for Auxiliary Payloads). Per questo motivo non `e necessario utilizzare per il dimensionamento della struttura l’inviluppo delle condizioni di carico di pi` u lanciatori come spesso succede, ma `e sufficiente utilizzare i dati ricavati dal manuale [2]. La struttura ASAP 5 `e costituita da un anello di raggio esterno di 3860 mm in honeycomb di alluminio di 60 mm di spessore e collegato all’upper stage del lanciatore o ad altre strutture per lanci doppi (vedi [1]) tramite un adattatore di 2624 mm di raggio. Essa in grado di ospitare fino a 8 piccoli satelliti disposti a circa 45◦ di separazione angolare uno dall’altro. La configurazione di lancio `e riportata in figura 2.1 I requisiti imposti dal lancio tramite ASAP sono i seguenti: • Massa inferiore a 150 kg; • Sezione di base massima: 600x600 mm; • Altezza massima: 700 mm; • Interfaccia con adattatore ASAP di diametro 348 mm; • Centro di gravit`a: ZCG < 450 mm (altezza dal piano di fissaggio del satellite); XCG < 5 mm; YCG < 5 mm (distanza sul piano di fissaggio dal centro geometrico del satellite); • Momenti principali d’inerzia rispetto a tutti e tre gli assi inferiori a 20 kg/m2 e disallineamento massimo degli assi principali d’inerzia pari a 5◦ ; 3 CAPITOLO 2. CONFIGURAZIONE DEL SATELLITE 4 Figura 2.1: struttura ausiliaria di lancio ASAP 5 • Interfaccia con ASAP: sistema di separazione standard circolare con diametro di 348 mm, collegato con il satellite da 12 bulloni esplosivi da 6 mm di raggio; • Possibilit`a di utilizzo di un foro centrale fino a 140 mm di raggio al centro del sistema di separazione, per alloggiare ugelli o altri componenti che fuoriescano dal satellite. 2.2 Configurazione delle masse del satellite In tabella 2.1 vengono riportati tutti i componenti principali di ESMO, divisi per sottosistemi, con le relative masse, dimensioni e posizione del centro di massa all’interno del satellite; tutti i dati sono ricavati dallo stato attuale del progetto dei singoli team dei sottosistemi e del team di configurazione, che ha avuto come obiettivo il rispetto dei vincoli di posizione di ogni componente e il raggiungimento di una posizione del baricentro del satellite coerente con il vincolo del lanciatore. Per tutto il progetto le convenzioni sugli assi sono quelle riportate in figura 2.2: l’asse x `e allineato con l’asse longitudinale del lanciatore ed `e anche l’asse di spinta del motore elettrico di bordo, l’asse z `e l’asse lungo cui sono disposti i pannelli solari, ovviamente ripiegati durante il lancio, e l’asse y `e disposto di conseguenza. Il centro del sistema di riferimento `e posizionato al centro del piano di fissaggio di collegamento con ASAP 5. In figura 2.2 sono anche rappresentati tutti i componenti di ESMO, con colori diversi per ogni sottosistema, e ad essa si fa riferimento in tabella per spiegare la posizione dei componenti. CAPITOLO 2. CONFIGURAZIONE DEL SATELLITE Componente Numero Massa singolo componente Posizione del centro di massa Sottosistema di controllo d’assetto(giallo) Sensore di stelle 1 1.00 kg Faccia Z-; X=692 mm Y=248 mm; Z=-214 mm Sensori di sole 2 0.34 kg Faccia X+; X=694 mm Y=± 298 mm; Z= 0 mm IMU 2 0.15 kg Faccia X+; X=695 mm Y=±288 mm; Z= 0 mm A tetraedro: X=287 mm; Ruote di Reazione 4 0.86 kg Y1 =228 mm; Z1 =0 mm Y2 =0 mm; Z2 =228 mm; Y3 =-228 mm; Z3 =0 mm; Y4 =0 mm; Z4 =-228 mm; Sottosistema di On-board data handling e comunicazioni (viola) Scatola OBDH 1 1.68 kg Faccia X+; X=650 mm Y=-240 mm; Z=50 mm Angolo facce X+/Z+ Ricetrasmettitore 1 6.48 kg X=564 mm Y=-57 mm; Z=227 mm Sottosistema di propulsione (verde) Serbatoio 1 5.5 kg Al centro; X=283 mm Y=0 mm; Z=0 mm Propellente (xeno) 25.5 kg All’interno del serbatoio Propulsore T5 1 6.0 kg Faccia X-; X=-101 mm Y=0 mm; Z=0 mm Unit`a di controllo Angolo facce X-/Y+/Z-; (IPCU) 1 15.0 kg X=162 mm, Y=213 mm; Z=-263 mm Unit`a di controllo Angolo facce X-/Y+/Z+; xeno (PXFA) 1 11.25 kg X=162 mm, Y=238 mm; Z=288 mm Pannelli solari con meccanismi di dispiegamento e movimentazione (blu e arancione) Facce Z+ e Z-; Solar array 2 16.80 kg X=339 mm, Y=0 mm; Z=±410 mm (config. di lancio, ripiegata) SADM (solar array 2 2.1 kg Facce Z+ e Z-; X=339 mm, drive motor) Y=0 mm, Z=±400 mm 5 CAPITOLO 2. CONFIGURAZIONE DEL SATELLITE Componente Numero Massa singolo componente Posizione del centro di massa Sottosistema di generazione della potenza(blu) Batterie 1 11.82 kg Angolo facce X-/Y-/Z-; X=115 mm, Y=-172 mm; Z=-179 mm Unit`a di controllo Angolo facce X-/Y-/Z+; della potenza 1 15.89 kg X=184 mm, Y=-220 mm; (PCDU) Z=242 mm Payload: fotocamera (grigia) Fotocamera 1 1.30 kg Faccia Y-; X=115 mm, Y=-148 mm; Z=-288 mm Tabella 2.1: Principali componenti del satellite Figura 2.2: Componenti principali dei sottosistemi del satellite ESMO 6 Capitolo 3 Carichi Indice 3.1 3.2 3.3 Frequenze Proprie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Carichi Quasi Statici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Carichi Random . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 7 9 3.4 Carichi acustici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 3.5 Carichi da shock . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Il calcolo dei carichi a cui `e soggetto il satellite parte direttamente dalla specifiche del lanciatore da cui viene lanciato. ESMO `e stato progettato per sopportare i carichi dell’Ariane 5, e in particolare quelli trasmessi al satellite dalla struttura per payload ausiliari descritta nel capitolo 1, ricavati da [2]. Sono stati esaminate le frequenze proprie ammissibili, i carichi quasi-statici, le caratteristiche di densit`a spettrale di potenza per carichi random e acustici, e i carichi da shock del lanciatore, per giungere al dimensionamento finale della struttura. 3.1 Frequenze Proprie Al fine di evitare pericolosi accoppiamenti dinamici tra le frequenze proprie pi` u basse del lanciatore e le frequenze proprie del satellite, esso deve essere progettato con rigidezza strutturale tale da assicurare che: • la prima frequenza lungo l’asse longitudinale sia maggiore di 90 Hz; • la prima frequenza lungo gli assi laterali sia maggiore di 45 Hz. Tali frequenze, determinate dal fissaggio su ASAP 5, risultano pi` u gravose rispetto a quelle ammissibili nel caso di lancio classico su Ariane 5 (vedi [Ari5]). 3.2 Carichi Quasi Statici Durante le fasi di volo, il satellite `e soggetto a carichi statici e dinamici. Questi possono essere di origine aerodinamica (vento, raffiche, buffeting a velocit`a transonica) 7 8 CAPITOLO 3. CARICHI o dovuti al sistema propulsivo (accelerazione longitudinale, accoppiamento strutturapropulsore, distacco degli stadi,. . . ). La figura 3.1 mostra una tipica storia temporale dell’accelerazione longitudinale del lanciatore durante la fase di ascesa. Il valore massimo di accelerazione longitudinale avviene al termine della fase di boosting e non supera i 4.55 g. Durante le fasi del lancio, le dinamiche a bassa frequenza ed i carichi statici Figura 3.1: Profilo di accelerazione longitudinale del lanciatore Ariane 5 da accelerazione si combinano per definire i carichi quasi statici (QSL - Quasi Static Load ). A questi carichi devono essere aggiunti i carichi dinamici, i carichi da shock e i carichi acustici tutti calcolati dalla PSD. I corrispondenti carichi limite sono riportati nella seguente tabella 3.1 [ASAP]: Acceleration (g) Longitudinal Static + Dynamic -7.5g / 5.5g Lateral Static + Dynamic ±6 Tabella 3.1: Carichi limite ASAP ` importante osservare che: E • Il segno meno associato agli assi longitudinali indica compressione; • I carichi laterali possono agire in ognuna delle direzioni contemporaneamente ai carichi longitudinali; • I carichi quasi statici si ritengono applicati sul centro di massa del Payload; • I carichi statici da accelerazione gravitazionale sono inclusi. 9 CAPITOLO 3. CARICHI L’intero progetto ed il dimensionamento della struttura primaria devono garantire la sopravvivenza dello spacecraft in tutte le pi` u severe combinazioni di carico che possono essere incontrate durante tutta la missione. Il dimensionamento della struttura primaria dovr`a tenere conto di un fattore di sicurezza che `e definito dalle autorit`a con una richiesta minima di 1.25 sui carichi ultimi e di 1.1 sui carichi di snervamento, mentre se si vuole evitare la campagna di test statici per risparmiare in termini di costo della fase di AIV (Assmebly, Integration and Verification), si deve usare un fattore di sicurezza minimo pari a 2. 3.3 Carichi Random I carichi random di vibrazione, da applicare sui tre assi indifferentemente e definiti dal manuale, sono i seguenti: • Qualifica: 0.0727 g2 /Hz, PSD piatta tra 20 e 2000 Hz; • Accettazione: 0.05 g2 /Hz, PSD piatta tra 20 e 2000 Hz; Essi sono generati da raffiche di vento durante la fase di volo transonico, da transitori di spinta e di manovra e da shock pirotecnici. Per la verifica del progetto si devono ovviamente considerare i carichi di qualifica, da combinare con i carichi quasi-statici forniti in precedenza. Il livello di accelerazione statica equivalente dovuta alle accelerazioni random `e pari alla radice dell’integrale della PSD sull’intervallo di frequenze considerate: gRM S = P SD · df = 11.4g Questo valore `e per`o riferito a 1σ, quindi a una probabilit`a del 68.3% che le accelerazioni superino questo livello; si effettua invece la verifica sulla base di una probabilit`a del 99.7%, considerando quindi 3σ che corrispondono a una accelerazione equivalente di 34.3 g. Combinando i carichi quasi-statici, con un fattore di sicurezza pari a 2 (ESMO `e un satellite studentesco e per ridurre i costi di test si procede a una verifica della resistenza della struttura solamente per via analitica) con quelli random, attraverso la formula: CarichiT OT = Carichi2QS + Carichi2RN D si ottengono 32 condizioni di carico lungo i tre assi, riportate nella seguente tabella 3.2; solo le ultime tuttavia verranno analizzate poich´e sono le pi` u gravose per la struttura. L’analisi statica basata su questi valori non tiene conto della dinamica strutturale del satellite, fondamentale per determinare la risposta del satellite ai carichi combinati, ma solo della distribuzione di probabilit`a del carico random in ingresso alla struttura. Nonostante esistano metodi approssimati, come la formula di Miles (vedi [3]), per determinare la accelerazione media equivalente una volta noti i primi modi di vibrare della struttura, si `e preferito procedere all’analisi statica (paragrafo 6.2) con i valori in tabella, che sono sicuramente conservativi, e in seguito a una completa analisi di risposta in frequenza della struttura sollecitata dai carichi random da cui ottenere in modo pi` u accurato le accelerazioni equivalenti dei punti pi` u critici della struttura, come presentato nel paragrafo 6.3. 10 CAPITOLO 3. CARICHI Condizione di carico 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 X(g) +12.00 +12.00 -12.00 -12.00 +12.00 +12.00 -12.00 -12.00 +36.36 +36.36 +36.36 +36.36 -36.36 -36.36 -36.36 -36.36 +12 +12 -12 -12 +12 +12 -12 -12 +36.36 +36.36 -36.36 -36.36 +36.36 +36.36 -36.36 -36.36 Y(g) +12.00 -12.00 +12.00 -12.00 +12.00 -12.00 +12.00 -12.00 +12.00 +12.00 -12.00 -12.00 +12.00 +12.00 -12.00 -12.00 +36.36 +36.36 +36.36 +36.36 +36.36 -36.36 -36.36 -36.36 +36.36 -36.36 +36.36 -36.36 +36.36 -36.36 +36.36 -36.36 Z(g) -37.45 -37.45 -37.45 -37.45 +36.04 +36.04 +36.04 +36.04 +15.00 -15.00 +15.00 -15.00 +15.00 -15.00 +15.00 -15.00 +15.00 -15.00 +15.00 -15.00 +15.00 -15.00 +15.00 -15.00 +15.00 -37.45 -37.45 -37.45 +36.04 +36.04 +36.04 +36.04 Tabella 3.2: Condizioni di carico lungo i tre assi CAPITOLO 3. CARICHI 3.4 11 Carichi acustici I carichi acustici causati dal rumore del motore e da quello aerodinamico, pur essendo descritti in [2] non sono stati considerati in quanto non significativi per un satellite di piccole dimensioni come ESMO ai fini della resistenza globale della struttura. A stadi pi` u avanzati del progetto sar`a tuttavia necessario verificare che l’ambiente acustico del lanciatore non danneggi le ottiche degli strumenti (fotocamera e sensore di stelle) e le celle solari impiegate nei pannelli solari. 3.5 Carichi da shock Il satellite `e sottoposto a carichi impulsivi durante le fasi di separazione degli stadi, di apertura del fairing e di separazione dall’adattatore. Per tener conto di questi eventi si considera l’inviluppo dei carichi impulsivi generati durante il volo, mostrati in figura 3.2: Figura 3.2: Carichi da shock per l’adattatore ASAP 5 di Ariane 5 Capitolo 4 Soluzioni strutturali, elementi e materiali Indice 4.1 Materiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 4.2 Tipi di Elementi Utilizzati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 4.3 4.4 Modello a Guscio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Modello con Cilindro di Spinta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 18 Una analisi della configurazione interna e dei volumi del satellite ESMO ha evidenziato la presenza del pesante gruppo centrale del sistema propulsivo (serbatoio di Xeno e propulsore elettrico), dei pannelli solari laterali con aggancio concentrato al centro dei pannelli laterali e di altri 5 elementi preponderanti in termini di massa, 4 dei quali disposti sulla piastra inferiore; sono state dunque sviluppate due soluzioni strutturali concettualmente molto diverse tra loro ed entrambe realizzabili dal punto di vista dei volumi interni e delle soluzioni tecnologiche utilizzate; la prima `e una classica configurazione a cilindro di spinta portante, che incorpora il serbatoio di Xeno, e pannelli sandwich, mentre la seconda `e di derivazione aeronautica, con 4 correnti longitudinali, nervature sui pannelli sandwich e 5 bracci di attacco del blocco propulsore centrale. Al fine di rendere confrontabili i due modelli si `e mantenuta la stessa geometria esterna e, per quanto possibile, la stessa configurazione interna. Volendo effettuare un trade-off in termini di massa, entrambe le soluzioni non risultano adatte ad analisi preliminari con metodi approssimati: un semplice dimensionamento del cilindro di spinta con criteri di resistenza, stabilit`a a buckling e frequenze proprie, pur essendo possibile non consente infatti di avere una stima sufficientemente accurata della massa strutturale richiesta, mentre il metodo a semiguscio tipico delle strutture aeronautiche non pu`o essere applicato a strutture estremamente tozze come il satellite ESMO. Per questi motivi si `e passati direttamente alla modellazione ad elementi finiti dei due casi considerati, descritti pi` u accuratamente nei paragrafi seguenti. 12 13 CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI 4.1 Materiali Il materiale principale utilizzato `e la lega di alluminio 7075, per le pelli dei pannelli sandwich e i correnti, poich´e si tratta del materiale pi` u comunemente utilizzato per le strutture dei satelliti, avendo ottime propriet`a di rigidezza e resistenza specifiche e non presentando problemi tecnologici. Inoltre, per una delle due soluzioni analizzate (quella con struttura a guscio), `e stato utilizzato il titanio per il serbatoio di Xeno, in quanto consente di sostenere l’elevata pressione interna con un risparmio in peso rispetto all’alluminio (i dati sul serbatoio provengono dai risultati ottenuti dal gruppo di propulsione del progetto ESMO). Le caratteristiche dei materiali utilizzate nelle schede Nastran MAT1 (materiali lineari isotropi) sono le seguenti: E’ stato anche utilizzato un nido d’ape di alluminio per lo Materiale Al 7075 Ti σM AX (snervamento) 455 MPa 1172 MPa Modulo di Young 72000 MPa 110000 MPa Densit`a 2810 Kg/m3 4540 Kg/m3 Tabella 4.1: materiali lineari isotropi strato interno dei panelli sandwich, modellato con la scheda Nastran MAT8 (materiale lineare ortotropo), dalle seguenti caratteristiche: Materiale Nido d’Ape d’alluminio Modulo a compressione 455 MPa Modulo a Taglio G1Z 72000 MPa Modulo a Taglio a Taglio G2Z 2810 Kg/m3 Densit` a 72 Kg/m3 Tabella 4.2: materiali lineari isotropi 4.2 Tipi di Elementi Utilizzati Le scelte strutturali, le forme ed il livello di dettaglio che si vuole raggiungere con questi modelli di progetto suggeriscono l’impiego dei seguenti elementi: • Elementi di piastra (CQUAD4); • Elementi di trave (CBEAM), solo per la soluzione a guscio; • Elementi di massa concentrata (CONM2); • Elementi rigidi (RBE2); • Elementi rigidi di interpolazione (RBE3); Gli elementi bidimensionali di piastra sono stati utilizzati per modellare sia i pannelli in alluminio che i pannelli sandwich. Diverse sono le propriet`a associate a ciascun CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI 14 elemento nei due diversi casi. Nel primo, l’elemento `e riferito alla propriet`a di piastra isotropa (PSHELL) in Al 7075. La seconda scheda richiama invece la propriet`a del laminato (PCOMP) con pelli in Al 7075 e core in honeycomb d’alluminio, come definiti nel paragrafo 4.1. Elementi di piastra (dello spessore standard di 5 mm) sono stati anche impiegati per i 5 box in alluminio rappresentativi dei componenti pi` u massivi installati a bordo (Batterie, Ricetrasmettitore, IPCU, PXFA, PCDU). Per questi componenti infatti, a seguito delle analisi preliminari svolte, l’approssimazione di massa puntiforme vincolata alla struttura attraverso elementi di interpolazione, `e stata ritenuta non appropriata, portando alla richiesta di una modellazione pi` u accurata dell’intera scatola. L’aggiunta di massa non strutturale sulle pareti dei box `e servita per simulare la massa non strutturale dei componenti interni. Il collegamento alla struttura `e garantito da elementi rigidi in corrispondenza dei punti di fissaggio. I restanti componenti (vedi capitolo 2) sono stati modellati come elementi di massa puntiforme vincolati alla struttura con elementi di interpolazione RBE3. Soltanto per il modello a guscio `e stato necessario utilizzare degli elementi di trave per i 4 correnti, per i braccetti di sostegno del serbatoio e per le nervature dei pannelli di base e dei pannelli laterali su cui sono fissati i pannelli solari. Nel modello con cilindro di spinta, privo di correnti e nervature, gli elementi di trave non trovano invece impiego. 4.3 Modello a Guscio La struttura del modello a guscio `e costituito da una piastra di base vincolata con 12 bulloni al lanciatore che introduce i carichi nella struttura, 4 correnti longitudinali che collegano la piastra di base a una piastra superiore, 4 pannelli laterali a due dei quali (quelli perpendicolari a x) sono vincolati i pannelli solari e i loro meccanismi di movimentazione SADM e da 5 bracci di supporto del blocco propulsore centrale, di cui 4 fissati ai correnti longitudinali e 1 fissato alla piastra superiore. Sono poi presenti 5 scatole rappresentative dei componenti elettronici pi` u massivi tra quelli descritti nel paragrafo 2.2: batterie, IPCU, PXFA e PCDU sono disposte ai 4 angoli della piastra di base e ognuno di essi `e vincolato oltre che ad essa anche a due dei pannelli laterali; la scatola del ricetrasmettitore `e invece attaccata alla piastra superiore e a un pannello laterale. La scelta di questo tipo di modellazione al posto di un collegamento con RBE3, deriva dal fatto che tali collegamenti, non introducendo rigidezza, causano per masse considerevoli un eccessivo abbassamento delle frequenze flessionali delle piastre. I restanti componenti non strutturali, di masse comunque poco rilevanti, sono invece modellati come masse concentrate tutte collegate alla piastra superiore, tranne le 4 ruote di reazione, collegate ai pannelli laterali in quanto per poter essere efficaci devono essere posizionate vicino al baricentro del satellite. I collegamenti tra i pannelli laterali, le piastre e i correnti sono costituiti dal semplice merge dei nodi coincidenti. Gli elementi di sostegno sono invece collegati sia ai correnti o alla piastra superiore che al serbatoio attraverso elementi rigidi RBE2, sempre composti da pi` u nodi di entrambi i componenti per evitare eccessive concentrazioni di sforzi. Come gi`a detto, tutte le masse concentrate sono collegate con RBE3 alla struttura mentre le scatole sono collegate con RBE2 in CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI 15 pi` u punti. Per le prove modali vincolate sono stati bloccati tutti i 6 gradi di libert`a di 4 nodi per ognuno dei 12 punti di attacco della struttura del satellite con l’adattatore ASAP 5, ottenendo cos`ı uno stato di vincolo iperstatico (48 nodi vincolati)e simmetrico rispetto agli assi geometrici del satellite. Nelle figure 4.1, 4.2, 4.3, 4.4 e 4.5 sono riportati i dettagli esplicativi del modello. Figura 4.1: Modello a guscio: struttura esterna Figura 4.2: Modello a guscio: struttura portante CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI Figura 4.3: Modello a guscio: serbatoio e bracci di supporto Figura 4.5: Modello a guscio: componenti sulla piastra di base Figura 4.4: Modello a guscio: componenti sulla piasta superiore 16 CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI Figura 4.6: Modello a guscio completo 17 CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI 4.4 18 Modello con Cilindro di Spinta Con questa soluzione si `e progettato il satellite attorno all’elemento cilindrico portante, attraverso questo transiteranno i carichi dal lanciatore. Al fine di ridurre le masse ed il numero degli elementi di fissaggio, si `e pensato di integrare al cilindro il serbatoio del ` possibile immaginare come il complesso cilindro-serbatoio sia il risultato propellente. E dell’assemblaggio di 3 segmenti cilindrici e due calotte sferiche. In ordine, le calotte verranno saldate al segmento cilindrico intermedio (figura 4.7) che avr`a il duplice impiego di serbatoio ed elemento portante della struttura, successivamente verranno ad esso saldati gli altri due segmenti cilindrici (figura 4.8) nonch´e la corona circolare per il fissaggio. Figura 4.7: Assemblaggio delle calotte al segmento centrale Figura 4.8: Assemblaggio del serbatoio ai segmenti esterni CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI 19 Dato che il materiale `e alluminio dello spessore di 1.8 mm, per tale soluzione non appaiono grossi problemi tecnologici. All’estremit`a superiore del cilindro `e posta una piastra in sandwich su cui verranno installati parte dei componenti elettronici ed il payload. Un’altra piastra, posta in basso, presenta un foro di diametro pari a quello del cilindro per consentire il fissaggio della piastra al cilindro e per l’alloggiamento del propulsore elettrico. Il cilindro si estende oltre la piastra inferiore per terminare con una robusta corona circolare su cui sono presenti 12 fori per il fissaggio con l’interfaccia del lanciatore. Nell’intorno dei fori sono disposti i vincoli. Quattro pannelli sandwich alluminio-alluminio, che a due a due condividono i nodi del bordo, chiudono il volume del parallelepipedo. Da una prima analisi modale, fatta con tutti i componenti non strutturali modellati come masse concentrate vincolate alla struttura tramite elementi rigidi, si `e evidenziata la necessit`a di modellare le scatole dei componenti hardware pi` u pesanti. I 4 box di batterie, IPCU, PXFA e PCDU sono disposti sulla piastra inferiore e vincolati alla piastra ed ai pannelli laterali con elementi rigidi in prossimit`a di ipotetici punti di fissaggio. In maniera analoga, sulla piastra superiore `e disposta una scatola rappresentativa del ricetrasmettitore. I restanti componenti di piccola massa sono rimasti modellati come masse concentrate. Figura 4.9: modello a cilindro: struttura esterna Figura 4.10: modello a cilindro: struttura portante CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI Figura 4.11: Serbatoio Integrato 20 CAPITOLO 4. SOLUZIONI STRUTTURALI, ELEMENTI E MATERIALI Figura 4.12: Modello completo 21 Capitolo 5 Validazione dei modelli e dimensionamenti Indice 5.1 Analisi modale: validazione . . . . . . . . . . 5.1.1 Modello a Guscio . . . . . . . . . . . . . . . . 5.1.2 Modello con cilindro di spinta . . . . . . . . . 5.2 Analisi modale: dimensionamento . . . . . . . 5.2.1 Modello a Guscio . . . . . . . . . . . . . . . . 5.2.2 Modello con cilindro di spinta . . . . . . . . . 5.1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 23 29 34 34 38 Analisi modale: validazione Come primo passo dopo la creazione dei modelli ad elementi finiti, `e necessaria la loro validazione, cio`e una procedura che garantisca la correttezza della modellazione effettuata. A tal fine sono state svolte le seguenti analisi: • Validazione della mesh: analisi della distorsione degli elementi tramite l’apposita funzione di Femap che consente di verificare 5 parametri di distorsione, ed eventuale modifica della mesh in funzione dei risultati ottenuti; • Analisi modale non vincolata:controllo del numero di modi rigidi del modello e delle forme dei modi a bassa frequenza; • Analisi modale vincolata: a differenza dell’analisi libera, quella vincolata deve risultare in modi tutti deformabili; • Verifica della massa: si pu`o calcolare con Femap la massa totale, strutturale e non, del modello creato, e verificare che tali masse corrispondano al valore calcolato a mano. E’ stato anche verificato che gli assi principali d’inerzia del satellite non si discostino di pi` u di 5◦ dagli assi geometrici e che il baricentro sia all’interno dell’inviluppo fornito dal manuale del lanciatore (vedi capitolo 2). Per entrambe le soluzioni strutturali sono riportate le verifiche effettuate sul modello finale; la fase di dimensionamento `e invece riportata nel paragrafo 5.2. 22 CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 5.1.1 23 Modello a Guscio Nel caso del modello a guscio, la generazione della mesh non ha creato problemi, se non per quanto riguarda la piastra di base a causa del foro e il serbatoio a causa delle calotte sferiche. Su tali elementi la procedura di meshing automatica fornisce pessimi risultati, con distorsioni inaccettabili, come mostrato per esempio per la piastra inferiore in figura 5.1. Suddividendo manualmente tali zone in pi` u superfici regolari `e stato invece possibile ottenere mesh soddisfacenti (figura 5.2). Per le calotte sferiche `e stata adottata una medesima procedura di suddivisione delle superfici, ottenendo risultati analoghi. Su tutto il satellite `e stata mantenuta una dimensione media dei lati degli elementi pari a 25 mm, mentre intorno al foro `e stata utilizzata una mesh pi` u fitta (12 mm) per meglio descriverne la geometria. Figura 5.1: Mesh Automatica Figura 5.2: Mesh manuale I risultati della verifica della distorsione della mesh, riportati in figura 5.3, mostrano che elementi distorti permangono presso il foro e le calotte, tutti a causa della verifica sugli Internal Angles (default max.: 30◦ ; distorsione massima ottenuta: 53◦ ). Tuttavia tali elementi non si trovano in zone critiche come concentrazioni di sforzi e la percentuale di elementi distorti `e solo del 2.3%, dunque la mesh `e stata ritenuta accettabile. A conferma invece della correttezza del modello, in tabella 5.1 sono riportati le prime 20 frequenze proprie della struttura non vincolata, che mostrano come i primi 6 siano effettivamente dei modi rigidi, mentre quelli successivi sono modi deformabili, separati in frequenza dai precedenti di 6 ordini di grandezza. Inoltre tutti i primi modi deformabili sono associati a modi globali della struttura, per esempio i modi 7 e 8 rappresentano i primi modi deformabili, misti assiali e flessionali dei pannelli (figura 5.4), i modi 9 e 10 rappresentano principalmente le flessioni dei bracci di supporto del serbatoio (figura 5.5), i modi 13 e 18 rappresentano invece la prima e seconda flessione dei pannelli laterali a cui sono vincolati i pannelli solari (figure 5.6 e 5.7). I primi modi locali sono invece quelli dovuti alle scatole di elettronica: in assenza di specifiche ad esse relative, tali scatole sono state modellate come gi`a detto con elementi di piastra dallo spessore di 5 mm di Al 7075. Con tali spessori, le dimensioni ed i vincoli imposti, CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 24 Figura 5.3: Modello a guscio: elementi distorti della mesh a 278 Hz si ha un modo dovuto essenzialmente alla flessione locale delle pareti laterali della scatola contenente la PCDU, il componente pi` u massivo del satellite a esclusione del gruppo propulsore e dei pannelli solari; si hanno altri modi locali di questo tipo a frequenze maggiori per gli altri componenti e per le flessioni nelle varie direzioni. E’ da notare che tali modi non sono del tutto realistici poich´e le scatole dell’elettronica oltre ad essere vincolate fisicamente ai pannelli attraverso i bulloni sono anche appoggiate ad essi. Tale vincolo di appoggio introdurrebbe tuttavia delle non linearit`a e non `e stato quindi modellato, considerando anche che i modi locali delle scatole sono comunque a frequenze molto pi` u alte di quelle che potrebbero dare problemi di risonanza con il lanciatore. Figura 5.4: Analisi libera: Primo modo deformabile della struttura non vincolata (modo 7: 118 Hz) Figura 5.5: Analisi libera: modo flessionali dei bracci di supporto del serbatoio (modo 9: 146 Hz) 25 CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Mode No 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Frequency Eigenvalue Radians Cycles 6.248E-05 1.067E-04 1.137E-04 2.171E-04 2.218E-04 2.436E-04 1.181E+02 1.257E+02 1.461E+02 1.489E+02 1.704E+02 1.841E+02 1.920E+02 1.982E+02 2.062E+02 2.211E+02 2.473E+02 2.648E+02 2.661E+02 2.709E+02 1.541E-07 4.499E-07 5.108E-07 1.861E-06 1.942E-06 2.343E-06 5.508E+05 6.243E+05 8.436E+05 8.763E+05 1.146E+06 1.339E+06 1.456E+06 1.551E+06 1.678E+06 1.930E+06 2.414E+06 2.768E+06 2.796E+06 2.897E+06 3.926E-04 6.707E-04 7.147E-04 1.364E-03 1.393E-03 1.530E-03 7.421E+02 7.901E+02 9.185E+02 9.361E+02 1.070E+03 1.157E+03 1.206E+03 1.245E+03 1.295E+03 1.389E+03 1.553E+03 1.664E+03 1.672E+03 1.702E+03 6.248E-05 1.067E-04 1.137E-04 2.171E-04 2.218E-04 2.436E-04 1.181E+02 1.257E+02 1.461E+02 1.489E+02 1.704E+02 1.841E+02 1.920E+02 1.982E+02 2.062E+02 2.211E+02 2.473E+02 2.648E+02 2.661E+02 2.709E+02 Generalized Mass 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 Generalized Stiffness 1.54E-07 4.49E-07 5.10E-07 1.86E-06 1.94E-06 2.34E-06 5.50E+05 6.24E+05 8.43E+05 8.76E+05 1.14E+06 1.33E+06 1.45E+06 1.55E+06 1.67E+06 1.93E+06 2.41E+06 2.76E+06 2.79E+06 2.89E+06 Tabella 5.1: Modello a guscio: risultati dell’analisi modale libera Figura 5.6: Analisi libera: primo modo flessionali dei pannelli laterali (modo 13:, 192 Hz) Figura 5.7: Analisi libera: primo modo flessionali dei pannelli laterali (modo 18: 265 Hz) 26 CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI I risultati dell’analisi vincolata sono invece riportati in tabella 5.2: non sono pi` u presenti i modi di traslazione e rotazione rigida, ma si hanno due modi deformabili a 56 e 60 Hz che non erano presenti nell’analisi libera. Tali modi sono dovuti alla flessione nelle due direzioni della piastra di base intorno ai vincoli fissati dai bulloni (figura 5.8), mentre il terzo modo risulta in pratica puramente assiale (figura 5.9). Si ha anche la nascita di un modo torsionale (modo 5) sempre della piastra di base. A parte queste differenze legate alla tipologia e alla posizione dei vincoli, i modi a frequenze superiori risultano molto simili sia come frequenze che come forme; per esempio i modi flessionali dei pannelli laterali (modo 8 non vincolato e modo 4 vincolato) o flessionali dei bracci (modi 9 e 10 non vincolati e modi 6 e 7 vincolati) sono quasi uguali. Mode No 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Frequency Eigenvalue Radians Cycles 5.569E+01 5.998E+01 9.678E+01 1.265E+02 1.387E+02 1.423E+02 1.434E+02 1.662E+02 1.835E+02 1.877E+02 2.053E+02 2.205E+02 2.223E+02 2.412E+02 2.617E+02 2.638E+02 2.673E+02 2.733E+02 2.791E+02 2.882E+02 1.224E+05 1.420E+05 3.698E+05 6.327E+05 7.604E+05 8.001E+05 8.125E+05 1.091E+06 1.330E+06 1.391E+06 1.665E+06 1.919E+06 1.952E+06 2.297E+06 2.705E+06 2.748E+06 2.821E+06 2.949E+06 3.075E+06 3.281E+06 3.499E+02 3.769E+02 6.081E+02 7.954E+02 8.720E+02 8.945E+02 9.014E+02 1.044E+03 1.153E+03 1.179E+03 1.290E+03 1.385E+03 1.397E+03 1.515E+03 1.644E+03 1.657E+03 1.679E+03 1.717E+03 1.753E+03 1.811E+03 5.569E+01 5.998E+01 9.678E+01 1.265E+02 1.387E+02 1.423E+02 1.434E+02 1.662E+02 1.835E+02 1.877E+02 2.053E+02 2.205E+02 2.223E+02 2.412E+02 2.617E+02 2.638E+02 2.673E+02 2.733E+02 2.791E+02 2.882E+02 Generalized Mass 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 Generalized Stiffness 1.224E+05 1.420E+05 3.698E+05 6.327E+05 7.604E+05 8.001E+05 8.125E+05 1.091E+06 1.330E+06 1.391E+06 1.665E+06 1.919E+06 1.952E+06 2.297E+06 2.705E+06 2.748E+06 2.821E+06 2.949E+06 3.075E+06 3.281E+06 Tabella 5.2: Modello a guscio: risultati dell’analisi modale vincolata Come ultima prova di validazione del modello, `e stata effettuata la verifica che le masse del modello Femap siano quelle effettive del satellite. Nella tabella 5.3 sono riportati il calcolo delle masse effettuato a mano e la massa totale riportata da Femap (le masse totale non strutturale `e costituita dalla somma delle masse di tutti i componenti elencati nel paragrafo 2.2). I due valori di massa totale coincidono, a meno degli arrotondamenti nei calcoli, anche se Femap considera tutte le masse concentrate come masse strutturali, e dunque la massa non strutturale di Femap `e di 43.72 kg invece dei 143.64 kg effettivi, poich´e comprende solamente le masse distribuite dei componenti di cui sono state modellate le scatole. Per quanto riguarda i requisiti in termini di propriet`a inerziali del satellite, essi non sono soddisfatti pienamente, come mostrato in tabella 5.4; per ottenere il disallineamento degli assi principali d’inerzia rispetto agli assi geometrici `e stata diagonalizzata CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Componente Piastra di base Nervature piastra di base Piastra superiore Nervature piastra superiore Pannelli laterali (lato pannelli solari) Nervature pannelli laterali (lato pannelli solari) Pannelli laterali (lato scarico) Correnti longitudinali Bracci laterali di supporto del serbatoio Braccio superiore di supporto del serbatoio Massa totale componenti non strutturali Massa totale strutturale Massa totale del satellite Numero 1 1 1 1 2 2 2 4 4 1 - Massa totale 1.91 kg 1.05 kg 2.13 kg 0.92 kg 4.05 kg 0.99 kg 3.44 kg 1.76 kg 1.47 kg 0.25 kg 143.64 kg 17.97 kg 161.61kg Mass Center of Gravity in CSys 0 Structural = 117.81 X= 0.302006 Y= 0.302247 Z= 0.33269 NonStructural = 43.72 X= 0.314904 Y= 0.304519 Z= 0.190396 Total Mass = 161.53 X= 0.305497 Y= 0.302862 Z= 0.294176 Inertias about CSys 0 Inertias about C.G. in CSys 0 Ixx = 37.62581 Ixy= 15.13367 Ixx = 8.830597 Ixy= 0.188316 Iyy = 43.87207 Iyz= 14.38018 Iyy = 14.81788 Iyz= -0.011337 Izz = 43.43973 Izx= 15.07239 Izz = 13.5479 Izx= 0.555646 Inertias about CSys 0 Total Length (Line Elements only) = 10.84458 Total Area (Area Elements only) = 3.867262 Total Volume (All Elements) = 0.060451 Tabella 5.3: Modello a guscio:check della massa 27 CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Figura 5.8: Analisi vincolata: primo modo flessionale della piastra di base (modo 1: 56 Hz) 28 Figura 5.9: Analisi vincolata: primo modo assiale della struttura (modo 3: 97 Hz) la matrice d’inerzia fornita da Femap, ottenendo la matrice dei coseni direttori. E’ evidente che per soddisfare il requisito sulla massa totale l’intero progetto del satellite deve essere rivisto, poich´e non `e pensabile il progetto di una struttura adeguata ad ESMO di poco pi` u di 6 kg. Sarebbe invece possibile migliorare la disposizione interna dei componenti finalizzata al soddisfacimento dei requisiti sulla posizione del centro di massa, di poco fuori dalle specifiche lungo l’asse x, e sul disallineamento degli assi principali d’inerzia. Tale sviluppo tuttavia non `e l’obiettivo del presente progetto. L’entit`a dei momenti principali d’inerzia risulta invece adeguata per il lancio su ASAP 5. Propriet` a Massa totale Scostamento baricentro in x Scostamento baricentro in y Posizione baricentro in z Momento principale d’inerzia (PI) Requisito da manuale ASAP < 150 kg < 5 mm rispetto al centro dell’adattatore < 5 mm rispetto al centro dell’adattatore z < 450 mm Disallineamento assi PI < 5◦ < 20 Kgm2 Risultato 161.61 kg 5.5 mm 2.9 mm 295.2 mm Ixx = 8.76 Kgm2 ; Iyy = 13.61 Kgm2 Izz = 14.82 Kgm2 αx = 6.9◦ ; αy = 6.6◦ ; αz = 1.8◦ Tabella 5.4: Propriet`a inerziali e requisiti da [ASAP] CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 5.1.2 29 Modello con cilindro di spinta La geometria del modello con cilindro di spinta non risulta essere complessa, inoltre gli elementi strutturali utilizzati sono tutti elementi bidimensionali di piastra. Per tali motivi non si sono riscontrati particolari problemi nelle operazioni di meshing. Qualche attenzione in pi` u `e stata posta per la creazione della mesh attorno alla piastra forata, sulla piastra superiore in corrispondenza della giuntura con il cilindro portante e sulle calotte sferiche del serbatoio. Per non ottenere una mesh eccessivamente distorta, in tali zone `e stato necessario creare diverse superfici pi` u piccole di forma regolare ed imporre sui bordi la dimensione del lato dell’elemento. Tale valore `e stato mantenuto costante a 20mm al fine di ottenere una mesh uniforme su tutto il modello. Dal check degli elementi distorti, figura 5.10, risulta che 120 (1%) elementi distorti sono presenti in prossimit`a della giunzione cilindro piastra e sulle calotte sferiche, tutte lo distorsioni sono dovute ad angoli interni che eccedono il valore massimo imposto di 30◦ (distorsione massima 57◦ ). Gli elementi distorti sulla calotta del serbatoio non destano particolari problemi, in quanto la zona `e per ogni condizione scarsamente caricata. Gli elementi sulla piastra si trovano in una zona pi` u critica ma sono pochi ( 8 per piastra ) ed eccedono il valore massimo di angolo interno di soli 8◦ . Per tali motivi la mesh si `e ritenuta accettabile. Figura 5.10: Elementi distorti Il test successivo per la validazione `e stato fatto sui risultati delle analisi modali eseguite sul modello libero e sul modello vincolato. Nel primo caso, tabella 5.5, si `e evidenziata la corretta presenza dei 6 modi rigidi a frequenza dell’ordine di 10−4 e dei successivi modi elastici con frequenze maggiori di quelle poste come vincolo ( vedi paragrafo 3.1 ). I risultati dell’analisi con modello vincolato, riportati in tabella 5.6, forniscono maggiori indicazioni per la validazione. Innanzitutto non sono pi` u presenti i modi di corpo rigido; i modi deformabili risultano pi` u puliti nella loro forma. I primi due modi a 51 Hz e 58 Hz sono i modi flessionali nei piani verticali xz e yz (figura 5.13. Il fatto che non siano molto separati in frequenza `e ragionevole, in conseguenza CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 30 della quasi simmetria del modello. Il successivo modo a 97 Hz `e il primo puramente assiale (figura 5.14. Il quarto a 120 Hz `e il torsionale. I modi dal quinto al settimo sono i modi dei pannelli laterali in cui sono installati i meccanismi SADM. Dall’ottavo modo in poi, con frequenze superiori ai 184 Hz, compaiono dei modi locali dovuti alle scatole dell’elettronica. L’analisi qualitativa delle forme e del valore di frequenza dei primi modi di modello libero e vincolato evidenziano delle sostanziali differenze che si ritengono imputabili principalmente alla posizione dei vincoli che inducono la struttura a comportarsi come una trave non simmetrica vincolata alla estremit`a. Figura 5.11: analisi libera: primo modo deformabile della struttura non vincolata (modo 7: 131 Hz) Figura 5.12: analisi libera: primo modo deformabile della struttura non vincolata (modo 10: 182 Hz) Come ultimo test per la validazione si sono confrontate le masse modellate con quelle fornite come dato di partenza. Anche questo ha avuto esito positivo ( vedi tabella 5.7 ) 31 CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Mode No 1 2 3 4 5 6 Frequency Eigenvalue Radians Cycles 6.749E-05 3.876E-05 8.445E-05 1.048E-04 1.089E-04 1.261E-04 Generalized Mass 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 Generalized Stiffness 1.798E-07 5.931E-08 2.815E-07 4.341E-07 4.688E-07 6.285E-07 6.749E-05 3.876E-05 8.445E-05 1.048E-04 1.089E-04 1.261E-04 1.798E-07 5.931E-08 2.815E-07 4.341E-07 4.688E-07 6.285E-07 4.241E-04 2.435E-04 5.306E-04 6.588E-04 6.847E-04 7.928E-04 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 1.310E+02 1.360E+02 1.530E+02 1.824E+02 1.859E+02 1.865E+02 1.979E+02 2.141E+02 2.279E+02 2.372E+02 2.394E+02 2.439E+02 2.507E+02 2.582E+02 6.782E+05 7.305E+05 9.251E+05 1.314E+06 1.365E+06 1.373E+06 1.547E+06 1.809E+06 2.051E+06 2.221E+06 2.264E+06 2.349E+06 2.483E+06 2.633E+06 8.235E+02 8.546E+02 9.618E+02 1.146E+03 1.168E+03 1.171E+03 1.243E+03 1.345E+03 1.432E+03 1.490E+03 1.504E+03 1.532E+03 1.575E+03 1.622E+03 1.310E+02 1.360E+02 1.530E+02 1.824E+02 1.859E+02 1.865E+02 1.979E+02 2.141E+02 2.279E+02 2.372E+02 2.394E+02 2.439E+02 2.507E+02 2.582E+02 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 6.782E+05 7.305E+05 9.251E+05 1.314E+06 1.365E+06 1.373E+06 1.542E+06 1.809E+06 2.051E+06 2.221E+06 2.264E+06 2.349E+06 2.483E+06 2.633E+06 Tabella 5.5: Modello a Cilindro:Risultati analisi modale della struttura non vincolata Figura 5.13: analisi vincolata: primo modo deformabile (laterale) della struttura vincolata (modo 1: 51 Hz) 32 CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Figura 5.14: analisi vincolata: primo modo assiale della struttura vincolata (modo 3: 97 Hz) Mode No 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Frequency Eigenvalue Radians Cycles 5.165E+01 5.810E+01 9.734E+01 1.209E+02 1.326E+02 1.380E+02 1.524E+02 1.848E+02 1.860E+02 1.949E+02 2.063E+02 2.151E+02 2.181E+02 2.371E+02 2.457E+02 2.468E+02 2.524E+02 2.641E+02 2.695E+02 2.770E+02 1.053E+05 1.332E+05 3.741E+05 5.775E+05 6.949E+05 7.525E+05 9.171E+05 1.348E+06 1.366E+06 1.500E+06 1.680E+06 1.827E+06 1.878E+06 2.219E+06 2.383E+06 2.405E+06 2.516E+06 2.755E+06 2.867E+06 3.030E+06 3.245E+02 3.650E+02 6.116E+02 7.599E+02 8.336E+02 8.674E+02 9.576E+02 1.161E+03 1.169E+03 1.225E+03 1.296E+03 1.351E+03 1.370E+03 1.490E+03 1.544E+03 1.551E+03 1.586E+03 1.660E+03 1.693E+03 1.740E+03 5.165E+01 5.810E+01 9.734E+01 1.209E+02 1.326E+02 1.380E+02 1.524E+02 1.848E+02 1.860E+02 1.949E+02 2.063E+02 2.151E+02 2.181E+02 2.371E+02 2.457E+02 2.468E+02 2.524E+02 2.641E+02 2.695E+02 2.770E+02 Generalized Mass 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 1.00E+00 Generalized Stiffness 1.053E+05 1.332E+05 3.741E+05 5.775E+05 6.949E+05 7.525E+05 9.171E+05 1.350E+06 1.366E+06 1.500E+06 1.680E+06 1.827E+06 1.878E+06 2.219E+06 2.383E+06 2.405E+06 2.516E+06 2.755E+06 2.867E+06 3.030E+06 Tabella 5.6: Modello a Cilindro: Risultati analisi modale della struttura vincolata CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Componente Piastra di base Piastra superiore Cilindro di spinta con serbatoio Pannelli laterali (lato pannelli solari) Pannelli laterali (lato scarico) Corona di fissaggio ASAP Massa totale componenti non strutturali Massa totale strutturale Massa totale del satellite Numero 1 1 1 2 2 4 - 33 Massa totale 1.93 kg 1.86 kg 4.67 kg 6.23 kg 3.74 kg 3.71 kg 143.64 kg 22.14 kg 165.78kg Mass Center of Gravity in CSys 0 Structural = 94.767 X= 0.00116214 Y= -6.9290E-3 Z= 0.297523 NonStructural = 70.76431 X= 0.00149986 Y= 0.0122271 Z= 0.285701 Total Mass = 165.5317 X= 0.00130534 Y= 0.00119353 Z= 0.29251 Inertias about CSys 0 Inertias about C.G. in CSys 0 Ixx = 23.65771 Ixy= 0.143309 Ixx = 9.579799 Ixy= 0.143052 Iyy = 29.39616 Iyz= 0.217906 Iyy = 15.3182 Iyz= 0.160465 Izz = 13.30028 Izx= 0.614135 Izz = 13.29977 Izx= 0.551312 Inertias about CSys 0 Total Length (Line Elements only) = 0. Total Area (Area Elements only) = 4.682058 Total Volume (All Elements) = 0.064148 Tabella 5.7: Modello a cilindro:check della massa Anche in questo caso i requisiti in termini di propriet`a inerziali del satellite non sono soddisfatti pienamente, come mostrato in tabella 5.8. Si ribadisce l’impossibilit`a di ottenere una struttura di massa inferiore a 6 kg. Per sopperire al disallineamento degli assi principali d’inerzia si ritiene necessaria una non radicale revisione della configurazione interna. Posizione del baricentro delle masse ed entit`a dei momenti principali d’inerzia risultano invece soddisfacenti. CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Propriet` a Massa totale Scostamento baricentro in x Scostamento baricentro in y Posizione baricentro in z Momento principale d’inerzia (PI) Requisito da manuale ASAP < 150 kg < 5 mm rispetto al centro dell’adattatore < 5 mm rispetto al centro dell’adattatore z < 450 mm Disallineamento assi PI < 5◦ < 20 Kgm2 34 Risultato 165.53 kg 1.3 mm 1.1 mm 292.7 mm Ixx = 9.57 Kgm2 ; Iyy = 15.37 Kgm2 Izz = 13.44 Kgm2 αx = 8.48◦ ; αy = 4.41◦ ; αz = 9.38◦ Tabella 5.8: Propriet`a inerziali e requisiti da [ASAP] 5.2 Analisi modale: dimensionamento Sulla base della considerazione generale che satelliti delle dimensioni di ESMO sono normalmente dimensionati dai requisiti in termini di frequenze proprie, per entrambe le soluzioni strutturali il progetto `e stato ottimizzato considerando solo tali requisiti, peraltro particolarmente stringenti per il lancio su Ariane 5 con l’adattatore ASAP 5 per micro-satelliti (45 Hz di frequenza minima laterale e 90 Hz di frequenza assiale); le analisi statiche e dinamiche sono state considerate solo in seguito come verifica del dimensionamento effettuato. Siccome i risultati in termini di frequenze e forme dei modi sono gi`a stati riportati quasi interamente nel paragrafo precedente, quello che segue. 5.2.1 Modello a Guscio Per il modello a guscio, la scelta delle tipologie di elementi strutturali `e stata dettata dai seguenti criteri: • Correnti longitudinali: per l’esigenza tecnologica di dover collegare i correnti ai due pannelli laterali, sono stati utilizzati correnti a L; • Bracci di supporto laterali: per conferire una maggiore rigidezza alla flessione nel piano verticale, `e stata scelta una sezione chiusa rettangolare con lato lunga allineato con l’asse longitudinale del satellite; • Braccio di supporto superiore: per consentire semplicit`a di collegamento con la calotta sferica `e stata scelta una sezione chiusa circolare; • Pannelli sandwich: per consentire di ridurre il peso dei pannelli laterali e delle piastre di base e superiore sono state introdotte delle nervature, compatibilmente con i volumi interni, costituite da travi di Al 7075 collegate in modo continuo con piastre e pannelli. La geometria delle nervature `e riportata in figure 5.15,5.16,5.17: sulla piastra di base la complessa geometria `e dettata dalla presenza del foro CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 35 centrale e dalle esigenze di alloggiare anche le 4 scatole dell’elettronica agli angoli; su 2 pannelli laterali sono state utilizzate invece nervature a croce per conferire maggiore rigidezza alla flessione presso la zona d’attacco dei pesanti pannelli solari, cos`ı come sulla piastra superiore presso il collegamento con il braccio di supporto del gruppo propulsore; sugli altri due pannelli laterali le nervature non sono state ritenute necessarie poich´e essi non devono sostenere masse considerevoli Figura 5.15: nervature piastra di base Figura 5.16: nervature piastra superiore Figura 5.17: nervature pannelli laterali Il lavoro di dimensionamento `e stato svolto principalmente sulla base dei primi 3 modi di vibrare, i due modi flessionali che coinvolgono maggiormente la piastra di base e i pannelli superiori e il primo modo assiale che coinvolge maggiormente correnti e CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 36 bracci di sostegno. Si `e dunque cercato di minimizzare la massa totale della struttura abbassando soprattutto gli spessori delle pelli dei pannelli sandwich ed irrobustendoli con le nervature; per limiti tecnologici si `e scelto di mantenere lo spessore delle pelli di Al sempre superiore a 0.6 mm e lo spessore dei correnti e delle nervature superiore a 2 mm. Dopo numerose iterazioni si `e giunti a un dimensionamento soddisfacente, che consente come mostrato in tabella 5.2 di avere il primo modo flessionale a 55.7 Hz (requisito: 45 Hz ⇒ margine del 24%) e il primo assiale a 96.8 Hz (requisito: 90 Hz ⇒ margine dell’8%) con una massa strutturale totale di 17.97 kg. Una analisi del comportamento della struttura a ulteriori diminuzioni dei valori di spessore dei sandwich o di dimensioni dei correnti, dei bracci o delle nervature, ha mostrato come i valori trovati siano in effetti il limite ottimale della struttura cos`ı configurata: si potrebbero ancora sfruttare i pochi Hz di margine per diminuire la massa strutturale, ma tale diminuzione sarebbe comunque inferiore a 1 kg, e si `e preferito dunque mantenere un certo margine per le incertezze del modello a questa fase di sviluppo del progetto. In figura 5.18,5.19,5.20,5.21 sono riportate le geometrie delle sezioni dei correnti, dei bracci laterali e superiore e delle nervature dei pannelli sandwich, mentre in tabella 5.9 `e riportato il dimensionamento finale della struttura. Figura 5.18: Sezione dei correnti longitudinali Figura 5.19: Sezione dei bracci di supporto laterali 37 CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Figura 5.20: Sezione del braccio di supporto superiore Figura 5.21: Sezione delle nervature dei pannelli sandwich Elemento strutturale Correnti longitudinali a L Bracci di supporto laterali Braccio di supporto superiore Nervature dei pannelli sandwich Piastra di base Piastra superiore Pannelli laterali (lato pannelli solari) Pannelli laterali (lato scarico) Propriet` a Lunghezza delle flange Spessore delle flange Larghezza della sezione Altezza della sezione Spessore Raggio della sezione Spessore Larghezza della sezione Altezza della sezione Spessore Spessore delle pelli Spessore dell’honeycomb Spessore delle pelli Spessore dell’honeycomb Spessore delle pelli Spessore dell’honeycomb Spessore delle pelli Spessore dell’honeycomb Valore 30 mm 4 mm 20 mm 60 mm 3 mm 20 mm 5 mm 30 mm 40 mm 2 mm 0.6 mm 30 mm 0.6 mm 35 mm 0.6 mm 20 mm 0.6 mm 10 mm Tabella 5.9: Modello a guscio: dimensionamento finale della struttura del satellite CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI 5.2.2 38 Modello con cilindro di spinta La soluzione con cilindro di spinta `e pensata per essere realizzato con l’impiego di un laminato cilindrico di alluminio estruso, due calotte cilindriche sempre in alluminio e pannelli sandwich con pelli e core in alluminio. Prendendo come riferimento l’analisi modale della struttura vincolata, in particolare i suoi primi tre modi deformabili, i due modi flessionali che coinvolgono maggiormente il cilindro portante ed il primo modo assiale che interessa soprattutto i pannelli superiore ed inferiore. Si `e dunque cercato di minimizzare la massa totale della struttura lavorando sugli spessori delle pelli dei pannelli sandwich e sullo spessore del core; anche in questo caso, per limiti tecnologici si `e scelto di mantenere lo spessore delle pelli di alluminio sempre superiore a 0.6 mm. A termine delle iterazioni si `e giunti a un dimensionamento soddisfacente che consente, come mostrato in tabella 5.10, di avere il primo modo flessionale a 51.7 Hz (requisito: 45 Hz ⇒ margine del 13%) e il primo assiale a 97.3 Hz (requisito: 90 Hz ⇒ margine dell’8%) con una massa strutturale totale di 22.14kg. Al fine di valutare i margini di miglioramento del dimensionamento `e stato fatta una prova impiegando per gli elementi del cilindro e del serbatoio il titanio al posto dell’alluminio. Riuscendo a mantenere le stesse frequenze modali, si `e evidenziata una leggera riduzione degli spessori con un guadagno in massa di circa 2.5kg. Visto il ridotto margine di guadagno si `e preferito mantenere l’alluminio che risulta essere pi` u economico e dotato di tecnologie di lavorazione pi` u consolidate. Una analisi del comportamento della struttura a ulteriori diminuzioni dei valori di spessore dei sandwich ha mostrato come i valori trovati siano in effetti il limite ottimale della struttura cos`ı configurata: si potrebbero ancora sfruttare i pochi Hz di margine per diminuire la massa strutturale, ma tale diminuzione sarebbe comunque limitata, e si `e preferito dunque mantenere un certo margine per le incertezze del modello a questa fase di sviluppo del progetto. CAPITOLO 5. VALIDAZIONE DEI MODELLI E DIMENSIONAMENTI Elemento strutturale Cilindro di Spinta Serbatoio Piastra di base Piastra superiore Pannelli laterali (lato pannelli solari) Pannelli laterali (lato scarico) Propriet` a Diametro Lunghezza totale Lunghezza attacco ASAP Diametro attacco ASAP Spessore Diametro della calotta Altezza della sezione cilindrica Spessore Lato Spessore delle pelli Spessore dell’honeycomb Lato Spessore delle pelli Spessore dell’honeycomb Larghezza Altezza Spessore delle pelli Spessore dell’honeycomb Larghezza Altezza Spessore delle pelli Spessore dell’honeycomb Valore 260 mm 700 mm 50 mm 348 mm 1.6 mm 260 mm 100 mm 3 mm 600 mm 0.8 mm 25 mm 600 mm 0.6 mm 25 mm 600 mm 700 mm 1 mm 25 mm 600 mm 700 mm 0.6 mm 25 mm Tabella 5.10: Dimensioni dei componenti strutturali 39 Capitolo 6 Scelta della soluzione strutturale e verifiche Indice 6.1 6.2 6.3 6.4 6.1 Trade-off tra le due soluzioni strutturali Analisi Statica . . . . . . . . . . . . . . . Analisi dinamica: carichi random . . . . Analisi dinamica: carichi da shock . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 41 49 55 Trade-off tra le due soluzioni strutturali Il trade-off tra le due soluzioni strutturali `e stato effettuato sulla base del solo criterio della massa strutturale, avendo verificato che non ci sono problemi n´e dal punto di vista tecnologico n´e dell’alloggiamento dei componenti del satellite in termini di volume. E’ stato quindi scelto il modello a guscio, che consente un risparmio di quasi 5 kg rispetto al modello tradizionale a cilindro portante a fronte di frequenze proprie molto simili, come mostrato in tabella 6.1: Il motivo della maggiore efficienza strutturale della Modello Modello a guscio Modello a cilindro portante Massa strutt. 18.0 kg 22.7 kg 1◦ freq. laterale 55.7 Hz 51.7 Hz 1◦ freq. assiale 96.8 Hz 97.3 Hz Tabella 6.1: Tabella riassuntiva di confronto tra le 2 soluzioni strutturali studiate soluzione a guscio `e probabilmente da ricercare nelle grosse dimensioni del serbatoio rispetto al cubo della struttura esterna, che consentono di utilizzare bracci di supporto corti e leggeri, risparmiando cos`ı il peso del cilindro portante a fronte di una piastra di base solo leggermente pi` u pesante. Come ulteriore elemento a favore della soluzione a guscio, essa consente un maggiore volume interno libero, quindi se da sviluppi del progetto generale del satellite risultasse primaria tale necessit`a (e.g. aumento del volume delle scatole interne) non si avrebbero problemi di riconfigurazione interna. Nel seguito sono dunque presentate le verifiche statiche e dinamiche effettuate solo su tale modello. 40 CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 6.2 41 Analisi Statica Dalle 32 combinazioni di carichi quasi statici ottenute nel paragrafo 3.3 si considerano solo le ultime 8 che sono le pi` u gravose per la struttura e si confrontano gli sforzi massimi ottenuti dalle analisi con gli sforzi massimi ammissibili dai materiali scelti per validare la bont`a del dimensionamento fatto rispetto ai carichi quasi statici previsti durante la fase di lancio. Queste accelerazioni danno vita a forze di inerzia che vengono modellate in FEMAP come forze di corpo. L’analisi effettuata riguarda dunque il comportamento dei diversi componenti della struttura e per questo motivo i risultati che andremo ad analizzare sono: Massimo sforzo calcolato per gli elementi di beam che come detto modellano i correnti. Da Femap si estraggono gli output Beam EndA Max Comb Stress e Beam EndB Max Comb Stress che danno il valore massimo di sforzo tra i 4 punti di recupero di ogni corrente per nodo iniziale e finale di ogni elemento. Massimo sforzo di Von Mises per gli elementi di piastra, nel nostro caso utilizzati per modellare il serbatoio. I dati richiesti corrispondono all’output Plate Top VonMises Stress e Plate Bot VonMises Stress. Vengono poi riportati anche gli sforzi massimi nei punti estremi degli elementi e vengono indicati con PltCX VnMises Stress. Massimo sforzo di Von Mises per i layer dei pannelli sandwich utilizzati per modellare la base inferiore, la base superiore e i quattro pannelli laterali. I dati corrispondono agli output Lam1 VonMises Stress per la pelle superiore d’alluminio, Lam2 VonMises Stress per il core sempre in lega d’alluminio e Lam3 VonMises Stress per la pelle inferiore anch’essa in lega dall’alluminio. Da notare che il dato relativo al core `e di scarsa importanza in quanto lo stesso serve solo per aumentare il momento dell’inerzia contenendo l’aumento della massa separando le pelli, e non ha il compito di sopportare sforzi. La figura 6.1 riportata corrisponde alla struttura sottoposta al set di carico n◦ 25 , primo tra quelli presi in considerazione per l’analisi statica, e responsabile fra questi del massimo valore di traslazione della struttura. L’entit`a delle deformazioni sono volutamente accentuate del 10 % rispetto al valore nominale per evidenziare ci`o che accade alla struttura. La piastra inferiore `e quella che maggiormente viene deformata, `e tramite questa che i carichi entrano all’interno della struttura attraverso 12 punti di ancoraggio al lanciatore `e questo il motivo per cui si ha traslazione nulla nell’intorno del buco alla base. La componente del carico in Z (negativa) fa si che la struttura si schiacci mentre le componenti di carico lungo X e Y (positive) combinate con quella in Z fanno flettere i pannelli come mostrato in figura 6.1. Nelle tabelle 6.3,6.5 e 6.7 vengono riportati, per ogni set di carico, gli sforzi massimi e minimi in Pa e viene indicata la posizione dell’elemento che subisce tali sforzi. Per ogni elemento come gi`a specificato bisogna fare riferimento ai limiti di sforzo dell’alluminio 7075 in quanto `e il materiale costitutivo di tutta la struttura escluso il serbatoio per il quale `e stata utilizzato la lega di titanio Ti6Al4V. Da una prima analisi CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE Load Set 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 Output Elem 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Propriet` a elemento braccio serbatoio nerv. pannelli SA serbatoio serbatoio piastra sup piastra sup piastra sup piastra sup piastra sup piastra sup serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio Propriet` a elemento nerv. piastra inf nerv. piastra inf serbatoio serbatoio hc pannelli lat hc pannelli lat hc pannelli lat serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio Elem 4364 1287 4153 4153 872 1026 872 4153 4153 4149 4149 4152 4152 4152 4152 Valore Minimo [Pa] -3.73E+07 -4.07E+07 2.28E-07 2.27E-07 3.25E-07 6.87E-21 3.25E-07 3.26E-07 3.29E-07 3.00E-07 3.01E-07 1.21E-07 1.08E-07 4.53E-07 4.56E-07 1152 1103 4231 4217 4960 4960 4960 4146 4236 4231 4233 4215 4217 4146 4201 Valore Massimo [Pa] 2.80E+08 3.23E+08 5.08E+08 5.40E+08 2.53E+08 7.56E-06 2.57E+08 5.42E+08 5.46E+08 5.30E+08 5.54E+08 5.27E+08 5.51E+08 5.45E+08 5.46E+08 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 braccio serbatoio nerv. pannelli SA serbatoio serbatoio piastra sup piastra sup piastra sup serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 4276 1287 4242 4242 1031 1029 872 4184 4184 4243 4243 4218 4218 4153 4153 -3.23E+07 -4.10E+07 4.98E-07 4.93E-07 3.28E-07 6.87E-21 3.20E-07 1.96E-07 1.97E-07 1.49E-07 1.52E-07 3.01E-07 3.00E-07 3.95E-07 3.92E-07 nerv. piastra inf nerv. piastra inf serbatoio serbatoio hc facce SA hc facce SA hc pannelli lat serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 1178 1111 4196 4189 6559 6559 6559 4197 4189 4196 4188 4212 4176 4212 4190 2.58E+08 3.21E+08 5.06E+08 5.38E+08 2.44E+08 7.54E-06 2.32E+08 5.25E+08 5.49E+08 5.28E+08 5.52E+08 5.50E+08 5.43E+08 5.54E+08 5.44E+08 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 nerv. pannelli SA nerv. pannelli SA serbatoio serbatoio hc piastra sup hc piastra sup hc piastra sup serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 1340 1338 4180 4180 869 869 869 4218 4218 4185 4185 4184 4184 4180 4180 -3.46E+07 -4.76E+07 1.88E-07 2.05E-07 0 0 0 1.17E-07 1.10E-07 2.08E-07 2.02E-07 2.40E-07 2.15E-07 3.02E-07 2.99E-07 nerv. piastra inf nerv. pannelli SA serbatoio serbatoio hc pannelli lat hc pannelli lat hc pannelli lat serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 1076 1264 4246 4228 4957 4957 4957 4190 4244 4246 4244 4230 4212 4178 4228 2.62E+08 3.27E+08 5.09E+08 5.44E+08 2.59E+08 9.18E-06 2.54E+08 5.42E+08 5.57E+08 5.34E+08 5.48E+08 5.31E+08 5.49E+08 5.39E+08 5.54E+08 ... Tabella 6.3: Sforzi massimi e minimi per i diversi set di carico 42 CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE Load Set 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 Output Elem 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Propriet` a elemento nerv. pannelli SA nerv. pannelli SA serbatoio serbatoio hc piastra sup piastra sup piastra sup serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio Propriet` a elemento nerv. piastra inf nerv. piastra inf serbatoio serbatoio hc pannelli lat hc pannelli lat hc pannelli lat serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio Elem 1340 1338 4153 4153 866 866 866 4152 4152 4153 4153 4185 4185 4152 4152 Valore Minimo [Pa] -3.27E+07 -4.85E+07 3.90E-07 3.97E-07 0 0 0 4.64E-07 4.45E-07 2.25E-07 2.29E-07 5.12E-07 5.29E-07 4.49E-09 4.49E-09 1136 1136 4136 4145 5503 5503 5503 4137 4146 4136 4144 4201 4144 4204 4145 Valore Massimo [Pa] 2.82E+08 2.17E+08 5.07E+08 5.41E+08 2.54E+08 7.60E-06 2.50E+08 5.29E+08 5.47E+08 5.32E+08 5.45E+08 5.51E+08 5.54E+08 5.52E+08 5.51E+08 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 29 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 braccio serbatoio braccio serbatoio serbatoio serbatoio hc piastra sup hc piastra sup hc piastra sup serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 4374 4373 4074 4074 872 872 872 4243 4243 4219 4235 4180 4180 4235 4235 -4.07E+07 -4.07E+07 1.15E-07 1.13E-07 1.16E-08 1.96E-29 1.16E-08 1.94E-07 2.00E-07 3.53E-07 3.59E-07 4.05E-09 4.05E-09 6.04E-07 5.98E-07 nerv. piastra inf nerv. piastra inf serbatoio serbatoio hc pannelli lat hc pannelli lat hc pannelli lat serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 1152 1103 4215 4233 5503 5503 5503 4231 4249 4238 4233 4222 4217 4215 4220 2.01E+08 2.04E+08 5.18E+08 5.58E+08 2.49E+08 7.48E-06 2.44E+08 5.38E+08 5.62E+08 5.37E+08 5.61E+08 5.44E+08 5.70E+08 5.45E+08 5.66E+08 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 braccio serbatoio braccio serbatoio serbatoio serbatoio hc piastra sup hc piastra sup hc piastra sup serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 4283 4282 4184 4181 869 869 869 4184 4184 4234 4234 4181 4181 4153 4153 -3.60E+07 -3.60E+07 2.24E-07 2.22E-07 0 0 0 4.71E-07 4.38E-07 4.47E-07 4.33E-07 2.12E-07 1.82E-07 2.05E-09 2.05E-09 nerv. piastra inf nerv. piastra inf serbatoio serbatoio hc pannelli lat hc pannelli lat hc pannelli lat serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 1178 1264 4197 4188 4957 4957 4957 4169 4189 4168 4188 4196 4187 4197 4177 1.83E+08 1.92E+08 5.14E+08 5.54E+08 2.51E+08 8.90E-06 2.46E+08 5.38E+08 5.65E+08 5.32E+08 5.56E+08 5.34E+08 5.59E+08 5.40E+08 5.60E+08 ... Tabella 6.5: Sforzi massimi e minimi per i diversi set di carico 43 CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE Load Set 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 31 Output 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 32 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 = = = = = = = = = = = = = = = Elem 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Propriet` a elemento braccio serbatoio braccio serbatoio serbatoio serbatoio hc piastra sup hc piastra sup hc piastra sup serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio Propriet` a elemento nerv. piastra inf nerv. pannelli SA serbatoio serbatoio hc facce SA hc facce SA hc pannelli lat serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio Elem 4333 4332 4235 4235 867 1026 867 4181 4181 4227 4227 4184 4184 4234 4234 Valore Minimo [Pa] -3.30E+07 -3.30E+07 2.37E-07 2.17E-07 3.22E-07 6.87E-21 3.28E-07 3.15E-07 3.17E-07 2.41E-07 2.54E-07 6.03E-07 5.99E-07 4.45E-07 4.63E-07 1144 1264 4230 4244 6559 6559 5272 4246 4244 4246 4260 4230 4228 4230 4228 Valore Massimo [Pa] 1.87E+08 2.15E+08 5.17E+08 5.59E+08 2.35E+08 7.27E-06 2.26E+08 5.32E+08 5.62E+08 5.37E+08 5.64E+08 5.44E+08 5.60E+08 5.41E+08 5.71E+08 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 braccio serbatoio braccio serbatoio serbatoio serbatoio hc piastra sup hc piastra sup hc piastra sup serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 4313 4312 4148 4148 1026 868 1026 4153 4227 4149 4149 4219 4219 4181 4181 -3.51E+07 -3.50E+07 2.32E-07 2.23E-07 3.31E-07 6.87E-21 3.20E-07 4.45E-07 4.51E-07 3.00E-07 3.01E-07 2.23E-07 2.31E-07 4.43E-07 4.37E-07 nerv. piastra inf nerv. piastra inf serbatoio serbatoio hc pannelli lat hc pannelli lat hc pannelli lat serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio serbatoio 1186 1111 4137 4144 4960 4960 4960 4137 4157 4136 4143 4164 4144 4137 4145 2.03E+08 1.64E+08 5.17E+08 5.57E+08 2.50E+08 7.51E-06 2.55E+08 5.44E+08 5.61E+08 5.37E+08 5.62E+08 5.33E+08 5.61E+08 5.41E+08 5.69E+08 Beam EndA Max Comb Stress Beam EndB Max Comb Stress Plate Top VonMises Stress Plate Bot VonMises Stress Lam1 VonMises Stress Lam2 VonMises Stress Lam3 VonMises Stress PltC1 Top VonMises Stress PltC1 Bot VonMises Stress PltC2 Top VonMises Stress PltC2 Bot VonMises Stress PltC3 Top VonMises Stress PltC3 Bot VonMises Stress PltC4 Top VonMises Stress PltC4 Bot VonMises Stress Tabella 6.7: Sforzi massimi e minimi per i diversi set di carico 44 CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 45 Figura 6.1: Deformata statica della stuttura sottoposta al set di carico 25 statica della struttura dimensionata per rispettare i limiti di frequenze proprie imposte dal lanciatore, `e risultato che per alcune delle combinazioni di carico previste alcuni elementi beam delle nervature della piastra di base superavano il limite si sforzo previsto e questo ha reso necessario un ispessimento delle stesse portandole da 2 a 4 mm, nonch´e un aumento di spessore delle pelli del pannello sandwich della piastra di base portandolo da 0.6 a 0.8 mm; con questa modifica i limiti di sforzo dei materiali vengono rispettati per tutte le combinazioni di carico e per ogni elemento. Tali modifiche portano la massa totale della struttura con modello a guscio a 19.1 kg; tale soluzione resta dunque ampiamente conveniente rispetto a quella con cilindro di spinta. La ripetizione dell’analisi modale vincolata ha evidenziato un aumento delle frequenze proprie di pochi Hz (prima frequenza laterale a 58.3 Hz e prima frequenza assiale a 99.6 Hz) e nessun cambiamento significativo nelle forme dei modi o nelle partecipazioni modali. Lo sforzo massimo per gli elementi beam si registra per il set di carico 26. in questo caso le nervature dei pannelli laterali cui sono fissati le SA e le nervature della base raggiungo i valori massimi. Come `e possibile osservare in figura 6.2, il picco massimo di sforzo nelle trave si ha nelle vicinanze del nodo di ancoraggio delle scatole del PXFA, IPCU, Batterie e PDCU, fissate alla piastra inferiore. Per confronto si riporta poi in figura 6.3 l’andamento degli sforzi massimi di Von Mises per lo stesso set di carico nel pannello sandwich di base; qui si nota maggiormente come la presenza delle scatole crei negli elementi di piastra attigui alle zone di ancoraggio delle concentrazioni di sforzi e deformazioni. I pannelli sandwich cui sono collegati i pannelli solari e i loro meccanismi registrano i maggiori valori di sforzo sulle pelli per il set di carico 31. Come si pu`o notare da figura 6.4 e figura 6.5, gli ancoraggi delle scatole agli stessi pannelli danno vita a zone di concentrazione di sforzi, cos`ı come gli agganci delle nervature degli stessi pannelli con i correnti a L che sostengono la base superiore. In tali figure sono state volutamente riportate solo le due scatole PDCU e Batteria per permettere di vedere ci`o che accade ai pannelli altrimenti coperti dalle altre due scatole; inoltre `e stato ri- CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 46 portato solo uno dei due pannelli laterali su cui vengono collegate le Solar Array per permettere di visualizzare l’andamento degli sforzi lungo le nervature degli stessi; il pannello visualizzato `e comunque quello sottoposto agli sforzi pi` u alti. Il set di carico 25 sviluppa invece gli sforzi maggiori all’interno delle braccia che collegano il serbatoio al resto della struttura. Figura 6.2: Risultati del set di carico 26 per la piastra di base: deformazione degli elementi di piastra e sforzo combinato negli elementi di beam delle nervature Infine per quanto riguarda il comportamento del serbatoio, per ogni set di carico si ha uno sforzo sugli elementi plate che ne modellano la struttura con un notevole margine (circa il 50 % in meno ) rispetto allo sforzo massimo sopportato dalla lega Ti6Al4V. Per simulare la pressione all’interno del serbatoio dovuta allo Xeno che viene stivato a 150 bar a inizio vita, si `e sfruttata la propriet`a di carico sugli elementi offerta da femap e tradotta in Nastran in Pload4. In figura 6.6 e 6.7 sono riportati a titolo di esempio la deformazione del serbatoio e gli sforzi sui bracci di sostegno e sui correnti laterali e la distribuzione degli sforzi sulla superficie del serbatoio, sempre per il set di carico 25. Lo sforzo minimo si registra nell’intorno dei punti di collegamento con i bracci che reggono il serbatoio, poich´e la pressione interna `e bilanciata dagli sforzi assiali trasmessi da tali bracci. Poich´e non abbiamo vincoli di deformazione massima sopportabile da alcun componente in seguito viene data solo un indicazione della traslazione di alcuni punti rappresentativi della struttura, traslazione che `e somma della deformazione dell’elemento strutturale cui il nodo fa riferimento della deformazione del resto della struttura. Sono stato scelti 7 nodi, il nodo centrale di ogni pannello laterale e del pannello superficiale, oltre a questi i due nodi posti ai vertici delle calotte sferiche del serbatoio. I risultati ottenti e riportati in tabella 6.8 sono utili per valutare se la struttura sottoposta CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 47 Figura 6.3: Risultati del set di carico 26 per la piastra di base: sforzi di Von Mises sugli elementi di piastra Figura 6.4: Risultati del set di carico 31 per i pannelli laterali, lato pannelli solari: deformazione degli elementi di piastra e sforzo combinato negli elementi di beam CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 48 Figura 6.5: Risultati del set di carico 31 per i pannelli laterali, lato Solar Array: sforzi di Von Mises sugli elementi di piastra Figura 6.6: Risultati del set di carico 25 per il serbatoio e la struttura di supporto: deformazione degli elementi di piastra e sforzo combinato negli elementi di beam CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 49 Figura 6.7: Risultati del set di carico 25 per il serbatoio e la struttura di supporto: sforzi di Von Mises sugli elementi di piastra alle varie combinazioni i carico subisce una deformazione tale da interferire con la sua disposizione all’interno del fairing del lanciatore. 6.3 Analisi dinamica: carichi random Come preannunciato nel paragrafo 3.3, `e stata effettuata una analisi dinamica sul modello a guscio, per verificare che l’accelerazione media equivalente ai carichi random imposti alla struttura dal lanciatore non siano superiori in nessun punto della struttura ai valori di gRM S su cui sono state effettuate le verifiche statiche presentate nel paragrafo precedente. La procedura di analisi si articola nei seguenti punti: • identificazione dei nodi critici della struttura; • analisi dinamiche (random response) con imposizione di un carico di accelerazione unitario alternativamente in ognuna delle 3 direzioni; tale carico `e imposto come accelerazione nodale dei nodi vincolati ⇒ da queste analisi si determinano le matrici delle funzioni di risposta in frequenza (FrF) dei nodi considerati, dalle accelerazioni nelle 3 direzioni di carico alle accelerazioni nelle 3 direzioni delle risposte nodali; • calcolo delle DSP in uscita a partire dalle DSP in ingresso: DSPOU Ti k = |F rFik (ω)|2 · DSPIN CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE Carico 25 Pannello SA+ Pannello Sup. Calotta inf. Pannello lat+ Pannello latPannello SACalotta Sup. Carico 26 Pannello SA+ Pannello Sup. Calotta inf. Pannello lat+ Pannello latPannello SACalotta Sup. Carico 27 Pannello SA+ Pannello Sup. Calotta inf. Pannello lat+ Pannello latPannello SACalotta Sup. Carico 28 Pannello SA+ Pannello Sup. Calotta inf. Pannello lat+ Pannello latPannello SACalotta Sup. Traslazione [m] 0.0023635 0.0032864 0.0022824 0.0022123 0.0020085 0.0021905 0.0026412 Traslazione [m] 0.0021877 0.0031189 0.0022608 0.0017454 0.0021470 0.0020407 0.0025421 Traslazione [m] 0.0018103 0.0030890 0.0022569 0.0019910 0.0018586 0.0023858 0.0025181 Traslazione [m] 0.0019915 0.0032547 0.0021945 0.0019096 0.0022968 0.0025359 0.0027228 Carico 29 Pannello SA+ Pannello Sup. Calotta inf. Pannello lat+ Pannello latPannello SACalotta Sup. Carico 30 Pannello SA+ Pannello Sup. Calotta inf. Pannello lat+ Pannello latPannello SACalotta Sup. Carico 31 Pannello SA+ Pannello Sup. Calotta inf. Pannello lat+ Pannello latPannello SACalotta Sup. Carico 32 Pannello SA+ Pannello Sup. Calotta inf. Pannello lat+ Pannello latPannello SACalotta Sup. 50 Traslazione [m] 0.0020679 0.0032391 0.0020071 0.0019567 0.0022379 0.0024374 0.0027043 Traslazione [m] 0.0018856 0.0030868 0.0019614 0.0019406 0.0019027 0.0022931 0.0025910 Traslazione [m] 0.0020987 0.0031146 0.0019912 0.0017972 0.0020952 0.0021225 0.0026310 Traslazione [m] 0.002275 0.0032947 0.0020705 0.0021600 0.0020596 0.0022775 0.0026572 Tabella 6.8: Spostamento dei nodi centrali dei pannelli per la verifica di interferenza con il lanciatore 51 CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE • calcolo della gRMS nelle 3 direzioni per ognuno dei nodi considerati: gRM S k = ( DSPOU T 1k · df )2 + ( DSPOU T 2k · df )2 + ( DSPOU T 3k · df )2 • confronto con i valori di carico di tabella 3.2; • eventuale verifica statica supplementare con i nuovi valori di carico ottenuti. In figura 6.8 sono riportati i nodi scelti per la analisi dinamica; essi sono costituiti dagli estremi dei correnti (nodi 6842, 1922, 6359 e 5252 in basso e nodi 6966, 760, 667 e 668 in alto), dai punti centrali dei pannelli laterali (nodi 5284, 28, 5865 e 6440) e della piastra superiore (nodo 746) e dai punti superiore e inferiore del serbatoio (nodi 7515 e 4765). Non sono stati considerati punti all’interno della piastra di base poich´e su di essa sono presenti i vincoli e le accelerazioni nodali in uscita non potranno essere troppo diverse da quelle ingresso. Figura 6.8: disposizione dei nodi scelti per l’analisi dinamica L’analisi della risposta in frequenza `e svolta da Nastran sulla base dei risultati dell’analisi modale; `e dunque fondamentale decidere il numero di modi da considerare al CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 52 fine di riprodurre fedelmente la risposta della struttura; sono stati utilizzati utilizzati tutti i modi fino al raggiungimento del 90% della frazione di massa equivalente riportata da Nastran per tutti i 6 gradi di libert`a nodali. In tabella 6.9 sono riportati i primi 60 modi di vibrare con le relative frazioni di massa ottenuti con l’analisi modale vincolata. Come si giunge al 90% della frazione di massa lungo l’asse x al 56◦ modo (579 Hz), lungo l’asse z al 54◦ modo (570 Hz) e lungo l’asse z gi`a al 19◦ modo (279 Hz). Tale differenza tra i modi laterali e quello longitudinale `e dovuta principalmente al fatto che i componenti con modi locali pi` u significativi e che portano dunque ad alta frequenza partecipazioni modali significative sono i pannelli laterali e le scatole dell’elettronica, per i quali tali modi locali sono quasi esclusivamente nelle direzioni x e y. Sulla base di queste considerazioni `e stato deciso di utilizzare 56 modi per ricostruire la risposta dinamica del sistema. Inoltre in assenza di dati sperimentali `e stato scelto di utilizzare poi uno smorzamento modale pari al 5% per tutti i modi. Tale ipotesi `e sicuramente non realistica, ma `e necessario introdurla per evitare che la risposta in frequenza presenti singolarit`a presso le frequenze proprie del sistema. In fasi pi` u avanzate del progetto sar`a comunque necessaria una valutazione sperimentale accurata dello smorzamento strutturale. Si pu`o notare che con la mesh adottata di 25 mm di dimensione media, il modo 19 `e descritto ancora molto accuratamente, poich´e la lunghezza d’onda spaziale del modo `e ancora pari alla met`a della dimensione longitudinale del satellite. A frequenze pi` u alte tuttavia (dal 45◦ modo in poi) si hanno modi locali, per lo pi` u presso i collegamenti con le masse concentrate a sbalzo, non ben descritti con la risoluzione spaziale scelta. Dalla tabella 6.9 si possono anche fare alcune considerazioni riguardo ai modi e alle frazioni di massa ad essi associati, come ulteriore conferma della validit`a del modello sviluppato: • I modi 1 e 2 sono quelli a cui `e associata la maggior percentuale di massa per le traslazioni in x e y, a conferma del fatto che essi sono modi globali laterali come descritto nel paragrafo 5.1.1; • anche i risultati ottenuti per la frazione in massa relativa ai gradi di libert`a di rotazione, non riportati per evitare di appesantire troppo la tabella, confermano che i modi 1 e 2 sono fondamentali per la rotazione intorno a x e y (contributi significativi per tali gradi di libert`a vengono anche dai modi assiali 3 e 13); per la rotazione intorno a z invece risulta determinante anche il modo 5, che rappresenta una torsione del satellite, oltre che i primi 2 modi; • per quanto riguarda la traslazione in z i modi pi` u significativi sono il 3◦ , puramente ◦ assiale, e il 13 che `e un modo misto assiale e flessionale dei pannelli laterali in x (si ha anche una percentuale non trascurabile di frazione di massa lungo x per modo 13); • i modi 6 e 7 sono significativi lungo gli assi x e y poich´e rappresentano le flessioni dei bracci di supporto, con conseguente moto del serbatoio lungo x e y. I risultati delle analisi dinamiche svolte sono invece mostrati in tabella 6.11, che riporta le gRM S k ottenute con la procedura descritta in precedenza. Si pu`o notare come per CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE T1 Modo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Freq.[Hz] 55.69 59.996 96.781 126.60 138.79 142.37 143.47 166.30 183.56 187.72 205.40 220.52 222.38 241.23 261.77 263.86 267.34 273.35 279.11 288.29 291.37 303.05 315.31 322.24 344.68 347.45 348.30 351.67 359.65 374.02 Fraz. 2.86E-02 6.45E-01 1.85E-03 2.76E-04 7.29E-05 1.60E-02 4.82E-03 1.93E-02 3.45E-03 8.80E-04 2.29E-04 3.66E-05 1.79E-02 9.67E-05 1.66E-02 2.81E-02 5.66E-03 8.74E-04 1.41E-02 4.29E-05 4.47E-03 4.57E-03 9.48E-03 4.70E-03 7.15E-04 1.98E-02 2.85E-04 3.34E-04 4.04E-04 1.43E-02 T2 Somma 2.86E-02 6.74E-01 6.75E-01 6.76E-01 6.76E-01 6.92E-01 6.97E-01 7.16E-01 7.19E-01 7.20E-01 7.20E-01 7.20E-01 7.38E-01 7.39E-01 7.55E-01 7.83E-01 7.89E-01 7.90E-01 8.04E-01 8.04E-01 8.08E-01 8.13E-01 8.22E-01 8.27E-01 8.28E-01 8.48E-01 8.48E-01 8.48E-01 8.49E-01 8.63E-01 Fraz. 6.88E-01 3.07E-02 1.93E-06 3.22E-05 2.06E-06 4.09E-03 1.43E-02 1.08E-05 6.11E-04 1.07E-02 1.67E-03 1.24E-03 3.37E-06 3.39E-07 3.40E-04 1.03E-03 1.71E-03 1.84E-04 5.98E-05 1.66E-03 1.04E-02 1.95E-03 4.37E-03 4.60E-03 1.12E-02 1.13E-05 2.08E-03 3.58E-04 5.88E-04 6.01E-03 53 T3 Somma 6.88E-01 7.19E-01 7.19E-01 7.19E-01 7.19E-01 7.23E-01 7.38E-01 7.38E-01 7.38E-01 7.49E-01 7.51E-01 7.52E-01 7.52E-01 7.52E-01 7.52E-01 7.53E-01 7.55E-01 7.55E-01 7.55E-01 7.57E-01 7.67E-01 7.69E-01 7.74E-01 7.78E-01 7.89E-01 7.89E-01 7.91E-01 7.92E-01 7.92E-01 7.98E-01 Frazione 1.69E-04 3.91E-03 4.04E-01 2.04E-03 3.38E-05 2.03E-04 1.12E-04 2.51E-03 1.65E-03 4.03E-04 3.33E-03 3.35E-04 4.31E-01 1.69E-03 3.01E-03 1.31E-02 1.38E-03 1.33E-02 2.94E-02 4.79E-04 3.12E-03 3.00E-04 4.99E-05 6.65E-05 1.23E-04 2.04E-04 1.01E-04 9.09E-04 1.43E-04 4.92E-05 Somma 1.69E-04 4.08E-03 4.08E-01 4.10E-01 4.10E-01 4.10E-01 4.10E-01 4.13E-01 4.14E-01 4.15E-01 4.18E-01 4.18E-01 8.49E-01 8.51E-01 8.54E-01 8.67E-01 8.68E-01 8.82E-01 9.11E-01 9.12E-01 9.15E-01 9.15E-01 9.15E-01 9.15E-01 9.15E-01 9.15E-01 9.16E-01 9.16E-01 9.17E-01 9.17E-01 ... Tabella 6.9: Primi 30 modi di vibrare della struttura: frazione di massa associata ai modi per le tre traslazioni CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE T1 Modo 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 Freq.[Hz] 401.38 412.81 421.68 429.94 436.96 451.34 459.00 460.49 462.36 469.22 474.88 479.87 495.53 500.18 502.46 508.39 519.41 520.44 525.71 533.96 538.97 550.06 556.23 570.42 573.62 578.98 584.91 602.19 604.33 615.73 Fraz. 6.32E-03 4.95E-03 5.30E-04 2.02E-03 3.69E-04 7.02E-04 1.61E-03 2.63E-04 6.87E-04 1.67E-03 1.59E-03 5.32E-04 3.85E-04 1.38E-03 3.78E-03 3.68E-04 2.70E-03 1.31E-05 1.80E-04 8.06E-04 9.69E-04 4.31E-04 1.15E-03 1.13E-03 1.68E-03 7.77E-03 2.65E-04 1.63E-03 2.62E-04 1.92E-04 Somma 8.69E-01 8.74E-01 8.75E-01 8.77E-01 8.77E-01 8.78E-01 8.80E-01 8.80E-01 8.80E-01 8.82E-01 8.84E-01 8.84E-01 8.85E-01 8.86E-01 8.90E-01 8.90E-01 8.93E-01 8.93E-01 8.93E-01 8.94E-01 8.95E-01 8.95E-01 8.96E-01 8.98E-01 8.99E-01 9.07E-01 9.07E-01 9.09E-01 9.09E-01 9.09E-01 T2 Fraz. 2.17E-04 2.52E-03 1.17E-02 1.42E-04 5.29E-03 4.10E-03 3.99E-03 3.37E-03 4.20E-03 9.77E-03 1.37E-03 1.40E-04 1.49E-02 2.48E-03 4.87E-03 2.08E-03 2.80E-03 7.57E-05 1.61E-02 7.59E-05 7.86E-04 9.10E-03 1.12E-04 1.40E-03 4.75E-04 1.15E-03 1.86E-03 1.33E-03 3.27E-03 1.82E-03 Somma 7.99E-01 8.01E-01 8.13E-01 8.13E-01 8.18E-01 8.22E-01 8.26E-01 8.30E-01 8.34E-01 8.44E-01 8.45E-01 8.45E-01 8.60E-01 8.63E-01 8.67E-01 8.70E-01 8.72E-01 8.72E-01 8.88E-01 8.89E-01 8.89E-01 8.98E-01 8.99E-01 9.00E-01 9.00E-01 9.02E-01 9.03E-01 9.05E-01 9.08E-01 9.10E-01 54 T3 Frazione Somma 4.09E-04 9.17E-01 1.06E-03 9.18E-01 4.10E-04 9.18E-01 2.16E-04 9.19E-01 6.87E-05 9.19E-01 2.38E-03 9.21E-01 1.11E-03 9.22E-01 2.61E-03 9.25E-01 1.13E-03 9.26E-01 5.48E-05 9.26E-01 2.07E-03 9.28E-01 2.50E-04 9.28E-01 4.89E-06 9.28E-01 3.26E-03 9.32E-01 1.64E-04 9.32E-01 1.55E-05 9.32E-01 5.85E-03 9.38E-01 5.39E-05 9.38E-01 1.40E-04 9.38E-01 3.14E-04 9.38E-01 1.41E-03 9.40E-01 3.10E-03 9.43E-01 1.65E-03 9.44E-01 7.38E-06 9.44E-01 2.06E-04 9.45E-01 1.14E-04 9.45E-01 5.11E-04 9.45E-01 1.17E-04 9.45E-01 2.85E-03 9.48E-01 6.38E-06 9.48E-01 Tabella 6.10: Primi 30 to 60 modi di vibrare della struttura: frazione di massa associata ai modi per le tre traslazioni CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 55 nessuno dei punti selezionati si superino i valori di accelerazione utilizzati per le analisi statiche del paragrafo precedente, quindi non vi `e necessit`a di nuove analisi statiche. Per questa fase preliminare di progetto `e dunque pienamente soddisfatto il requisito di sostenimento dei carichi dinamici imposti dal lanciatore. Si pu`o notare come i nodi maggiormente sollecitati in direzione y siano quelli al centro dei pannelli perpendicolari ad y, mentre risulta molto sollecitata la zone superiore del serbatoio lungo l’asse x. Per quanto riguarda le sollecitazioni lungo l’asse z, esse risultano invece abbastanza uniformi su tutta la struttura del satellite. Nodo 28 (pannelli x) Nodo 6440 (pannelli x) Nodo 5284 (pannelli y) Nodo 5865 (pannelli y) Nodo 667 (vertice piastra superiore) Nodo 668 (vertice piastra superiore) Nodo 6966 (vertice piastra superiore) Nodo 760 (vertice piastra superiore) Nodo 746 (centro piastra superiore) Nodo 6359 (vertice piastra inferiore) Nodo 5252 (vertice piastra inferiore) Nodo 6942 (vertice piastra inferiore) Nodo 1922 (vertice piastra inferiore) Nodo 7515 (zona superiore serbatoio) Nodo 4765 (zona inferiore serbatoio) gRM S X [g] 7.1 7.6 6.9 7.0 9.9 10.0 10.0 9.9 9.9 8.7 8.8 8.5 9.4 17.5 7.1 gRM S Y [g] 6.5 7.3 20.6 22.4 10.5 10.3 10.6 10.6 10.7 9.7 10.0 9.4 10.9 10.5 6.0 gRM S Z [g] 14.6 14.0 11.0 11.0 12.8 12.7 13.1 13.9 10.1 12.7 13.4 13.1 13.5 10.5 11.9 Tabella 6.11: risultati della risposta dinamica del satellite ai carichi random: accelerazioni medie equivalenti dei nodi critici nelle 3 direzioni di traslazione. Come esempio nelle seguenti figure sono riportate le funzioni di risposta in frequenza con ingressi e uscite nelle tre direzioni per il nodo 746, al centro della piastra superiore; si pu`o notare come per sollecitazioni lungo gli assi x e y (figura 6.9 e 6.10) si eccitino particolarmente i primi due modi laterali intorno ai 60 Hz, mentre per sollecitazioni lungo l’asse z (figura 6.11) si ha un picco della risposta in z intorno ai 100 Hz del primo modo assiale della struttura. 6.4 Analisi dinamica: carichi da shock Per i carichi da shock la procedura `e analoga, ma in questo caso si pu`o operare subito in NASTRAN, calcolando la FrF tra ingresso e uscita in accelerazione utilizzando come forzante lo spettro di carico riportato in figura 3.1. Si `e analizzata la risposta alla sollecitazione lungo l’asse del lanciatore (il carico da shock agisce in questa direzione, sia esso per separazione stadi o per distacco del satellite). Si ottiene che la zona pi` u sollecitata che fornisce i risultati pi` u gravosi in termini di sforzi `e attorno al nodo 746, riportato in figura 6.8, cio`e la zona centrale della piastra superiore. E’ stato preso in CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE Figura 6.9: FrF per il nodo 746, ingresso lungo x Figura 6.10: FrF per il nodo 746, ingresso lungo y Figura 6.11: FrF per il nodo 746, ingresso lungo z 56 CAPITOLO 6. SCELTA DELLA SOLUZIONE STRUTTURALE E VERIFICHE 57 considerazione l’elemento 650 subito adiacente a tal nodo. Come si pu`o notare dalla figura 6.12 si ha un picco dello sforzo ad una frequenza di circa 220Hz con un valore di 13.3 MPa (nel grafico l’unit`a di misura `e il N/m2 ). Tale risultato `e molto inferiore alla σ di snervamento dell’alluminio (circa 470Mpa). Le azioni assiali nelle due direzioni risultano comparabili come valore della risposta a tutte le frequenze, coerentemente con il fatto che la piastra superiore e l’intero satellite sono abbastanza simmetrici rispetto all’asse verticale, mentre lo sforzo a taglio come si pu`o vedere pu`o essere trascurato rispetto alle precedenti. Ulteriori analisi non sono dunque necessarie poich´e la struttura del satellite appare ampiamente in grado di sopportare i carichi da shock dovuti alle separazioni degli stadi e al distacco dal lanciatore. Figura 6.12: Elemento 650 adiacente al nodo 746 (centro della piastra superiore): visualizzazione degli sforzi σxx (viola), σyy (rosso), σxy (azzurro) dovuti ai carichi da shock in funzione della frequenza Capitolo 7 Conclusioni Il lavoro svolto ha consentito di ottenere i seguenti risultati: • analisi della configurazione e definizione di due diverse soluzioni strutturali per il satellite ESMO; • modellazione a elementi finiti, validazione dei modelli e dimensionamento dei componenti strutturali di entrambe le soluzioni; • scelta della soluzione a guscio, risultata strutturalmente pi` u efficiente per il rispetto dei requisiti sulle frequenze proprie; • verifiche statiche e dinamiche positive per il dimensionamento effettuato (una sola piccola modifica alla piastra di base `e risultata necessaria). La struttura progettata `e dunque pienamente in grado di sostenere i carichi di lancio previsti con una massa totale inferiore ai 20 kg, e pu`o essere ottenuta utilizzando materiali tradizionali e senza problematiche tecnologiche, consentendo cos`ı di ridurre i costi di ESMO, aspetto fondamentale per una missione studentesca. 58 Bibliografia [1] Ariane 5 User’s Manual [2] ASAP 5 User’s Manual [3] Cattaneo M., Dioli M., Progetto, analisi e verifica strutturale del satellite Palamede, Tesi di Laurea, Anno Accademico 2002-2003. [4] James R. Wertz and Wiley J. Larson, Space Mission Analysis and Design, 1999 [5] Thomas P. Sarafin,Spacecraft Structures and Mechanisms: From Concept to Launch, 1995 [6] AA.VV,Report ESMO 59
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