■ INCHIESTA ■ PACKAGING Il riscatto del packaging tricolore 621 aziende addetti 4.989 Cerchiamo di capire in che modo sta evolvendo il settore delle macchine per packaging, indagando sulle nuove tendenze di mercato e tecnologiche. 26.800 ml. di € Fatturato mercato estero ml. di € Fatturato mercato nazionale 1.041 ■ di Vittorio Pesce Subfornitura News - settembre 2014 12 I *fonte: Centro studi Ucima e dati ISTAT l settore del packaging è uno di quelli maggiormente in salute all’interno del comparto italiano industriale. Ne sono dimostrazione gli incrementi di ricavi, pur contenuti, registrati negli ultimi mesi per i pro- duttori di macchinari dedicati al packaging, incrementi complessivi dovuti principalmente alle performance ottenute sul mercato interno. Si tratta di un risveglio, quello interno, quanto mai gradito, dopo un lungo periodo di difficoltà. Gli ambiti più in fermento sono quelli legati al mondo del “food”, delle bevande e del farmaceutico, ma il clima di risveglio per il packaging può essere definito generale. Anche l’export mantiene un trend positivo, rappresentando ormai l’83% del fatturato complessivo, e i volumi tra l’Italia e un Paese leader come la Germania sono ormai quasi equivalenti: inoltre, più di un quarto del mercato mondiale delle macchine automatiche per il packaging appartiene alle imprese italiane. E l’obiettivo per il futuro è quello di au- mentare tale presenza. Merito di questi risultati incoraggianti va soprattutto alla capacità delle nostre aziende di introdurre sul mercato prodotti nuovi, secondo le nuove tendenze e richieste degli utilizzatori, a prezzi competitivi. Per cercare di fare il punto della situazione, e toccare con mano opinioni e testimonianze, abbiamo coinvolto cinque importanti aziende del settore: BBM Packaging, Sacmi Imola S.C., Gruppo Serafin, Tosa S.p.A., Zennato Macchine Alimentari. Macchine “su misura” La Zennato Macchine Alimentari (Este, PD) opera da oltre trent’anni nel settore alimentare con l’ideazione, l’analisi, la progettazione e la realizzazione di macchine automatiche di trasporto, confezionamento, imballaggio e sigillatura degli alimenti. Manuel Zennato, uno dei soci dell’impresa, osserva: «La nostra gamma di prodotti comprende svariati tipi di macchine, destinati a clienti che operano, oltre che nel settore alimentare – caseario in particolare – che copre il 70% della nostra produzione, anche a farmaceutico, “quarta gamma” e ove vi siano prodotti confezionati in genere. I nostri prodotti sono realizzati principalmente in acciaio inox affinché resistano al meglio alla corrosione e all’usura». Quanto all’attuale fase economica, Zennato precisa: «L’andamento varia tra alti e bassi pur in generale l’export mantiene il suo trend positivo, il che ci permette di guardare al futuro con fiducia anche perché in generale non risentiamo della concorrenza estera a basso costo, almeno sul mercato interno o nei Paesi maggiormente evoluti. Quanto all’Italia, tuttavia, occorre precisare che la situazione sembra ancora bloccata, anche se speriamo che con i prossimi mesi la ripresa tocchi anche il nostro Paese». Manuel Zennato Quali sono le principali tendenze tecnologiche del momento? «Oggi il cliente pretende macchine “personalizzate” e non prodotti standard. Poiché la concorrenza anche tra noi costruttori è agguerrita, alla fine è più competitivo chi in effetti riesce a realizzare macchine “su misura” in base alle specifiche richieste degli utilizzatori in termini di velocità, misure, e layout. Quanto al futuro, noi spingeremo in particolare sull’automatizzazione, cioè sulla possibilità di installare e collegare macchine di trattamento e imballaggio per ottenere linee di trasporto e confezionamento degli alimenti. Da questo punto vista, occorre precisare che la maggior parte delle nostre risorse è in questo momento spesa per il miglioramento dei sistemi di trasporto: per esempio, abbiamo di recente introdotto un innovativo trasportatore a spirale. Più in generale, le innovazioni nel settore potrebbero riguardare la scelta dei materiali e la forma dei nastri, per il trasporto di prodotti sempre diversi quali la carne, la verdura e il formaggio con le relative confezioni. In ambito alimentare la diversificazione delle soluzioni fa e farà sempre più la differenza». uno dei soci della Zennato Macchine Alimentari. Trasportatore a spirale della Zennato Macchine Alimentari. Confezioni al servizio del risparmio La BBM Packaging di San Pellegrino Terme (BG) è realtà specializzata nel confezionamento ed imballaggio automatizzato, offrendo soluzioni personalizzate e chiavi in mano, oltre che la relativa assistenza tecnica. Il titolare, Giuseppe Boffelli, precisa: «È vero, il mercato italiano sta vivendo una fase di fermento, anche se non paragonabile Giuseppe Boffelli agli anni precrisi. È cambiato sia il modo titolare della BBM di lavorare, sia le richieste degli utilizzatori. Packaging di San Fino a qualche anno fa le principali Pellegrino Terme (BG) innovazioni erano per lo più legate al mondo del marketing, destinate cioè a rendere più appetibili le confezioni e ad attirare i clienti. Oggi, invece, le richieste sono volte quasi esclusivamente alla diminuzione dei costi e al risparmio di materiali e di gestione dei macchinari». Può farci qualche esempio? «Tipico è il caso dell’overpackaging, cioè del materiale in eccesso o non strettamente necessario all’imballaggio, materiale che oggi si tende a eliminare per ridurre sia il peso sia i costi di confezionamento e di trasporto. Il marketing, conseguentemente, spinge su questi concetti nuovi, reclamizzando - per esempio nelle grandi catene di supermercati - l’eleganza di queste nuove confezioni più leggere e meno ingombranti, oltre che più ecologiche. Un altro esempio sono le nuove “palette film free”, cioè vassoi senza pellicole di rivestimento, per il contenimento delle bibite in bottiglia o lattina. Anche in questo caso, l’obiettivo è quello di contenere costi e sprechi, consentendo di ottenere il duplice beneficio di ridurre i costi produttivi e l’impatto sull’ambiente. Sono importanti anche le ricerche sui materiali: per esempio, le bottiglie di plastica sono sempre più alleggerite, i tappi hanno dimensioni più contenute e le etichette sono più economiche. Alle volte si parla di eliminare pellicole di pochi micron di spessore, ma tutto serve, specialmente per prodotti, come le bottiglie d’acqua, dove il contenitore può rappresentare anche il 60-70% del costo complessivo». Quali sono, secondo lei, i settori più trainanti, dal punto di vista economico? «Per quel che ci riguarda, sono sicuramente molto attivi il settore alimentare, e quello del “beverage”, acqua e bibite. Le aziende più in salute sono quelle che hanno saputo anticipare le tendenze, per esempio proponendo confezioni “ridotte” al fine di limitare lo spreco di prodotti alimentari o, appunto, a contenere i costi di produzione». Modernizzazioni soffiatrici Serie 1 (cortesia BBM Packaging). Quali innovazioni verranno introdotte nel prossimo futuro? «Io ritengo che nei prossimi anni risulteranno vincenti le macchine e soluzioni di confezionamento che permetteranno un rapido ritorno dell’investimento, a bassi costi di gestione, ma senza intaccare la qualità estetica e la tenuta meccanica dell’imballaggio, anzi migliorandola, ove possibile. I nostri sforzi sono decisamente orientati a questo tipo di soluzioni e stiamo investendo pesantemente per proporci sul mercato con una nuova generazione di macchine. Abbiamo già raggiunto ottimi risultati nell’ambito delle soffiatrici per le bottiglie in PET, con una serie di “upgrade” realizzabili su modelli di generazioni precedenti che consentono di ottenere prestazioni e risultati paragonabili a quelli delle macchine di ultima generazione, con un investimento decisamente inferiore, o in quello del confezionamento a “film estensibile”». Giuseppe Boffelli conclude: «Oltre alla tecnologia, è il servizio a fare la differenza, tanto più in una fase di mercato come quella attuale. Oggi contano moltissimo l’assistenza tecnica in fase di pre e post vendita, oltre alla capacità di realizzare macchine speciali, costruite su misura a seconda delle reali esigenze del cliente. Tale vocazione è nel nostro DNA, e ne è dimostrazione il fatto che la BBM fornisce anche macchine di confezionamento usate completamente rigenerate, rimesse a nuovo e completamente garantite nella loro affidabilità, essendo il mercato dell’usato molto importante». ■ INCHIESTA ■ Export e solidità finanziaria SACMI è un gruppo di riferimento internazionale nei settori delle macchine per Ceramics, Packaging e Food, grazie a tecnologie innovative, alla ricerca continua di alti standard qualitativi e a un efficace e puntuale servizio al cliente. Il marchio è presente in 26 Paesi con oltre 80 società (stabilimenti produttivi, aziende di distribuzione e di servizio) che fanno capo alla sede di Imola attraverso la holding di partecipazioni HPS S.p.A. Il direttore generale, Giuliano Puglia, osserva: «La situazione non è ancora del tutto convincente nei Paesi cosiddetti “evoluti”, mentre è assai più interessante in quelli in via di sviluppo. Ciò deriva dal fatto che in tali Paesi sta crescendo il costo della manodopera, il che invoglia le imprese a investire in sistemi automatizzati per il confezionamento. In Italia, mercato per noi minoritario rispetto al resto del mondo, l’ambito più interessante è quello delle “bag-in-box” per il settore del vino». Quali sono le principali tendenze del momento? «Il cliente, oggi più di ieri, è attento all’aspetto Giuliano Puglia finanziario oltre che a quello tecnologico. Il “made in Italy” è sempre molto apprezzato sui mercati direttore generale del Sacmi internazionali, tuttavia i clienti, in particolare esteri, reclamano anche una certa solidità e affidabilità Packaging S.p.A. dei propri fornitori, solidità che non sempre le imprese italiane esportatrici hanno saputo garantire in questi tempi di crisi. Quanto al discorso squisitamente tecnologico, il mercato chiede macchine che mirino da una parte a ridurre i costi dell’imballo, dall’altra ad ampliare le possibilità applicative. Per esempio, nell’ambito delle grandi comunità, delle mense ospedaliere, delle “hard discount”, ecc., sono allo studio nuovi tipi di imballi che permetteranno di ridurre lo spreco di materiale e l’ingombro». Giulian Puglia si lascia poi andare a un commento “severo”: «Certo, la crisi generalizzata frustra in parte la voglia delle imprese di investire in ricerca tecnologica: attualmente, a farla da padrone, più che lo sviluppo di prodotti innovativi, è la richiesta di soluzioni che permettano di risparmiare. Mi auguro che in futuro il trend cambi». 13 La forza del “green style” Il Gruppo Serafin (Oderzo, TV) è formato da quattro aziende altamente specializzate nel settore del packaging, degli imballaggi industriali e della logistica di magazzino. È attivo sul mercato da oltre 30 anni e annovera quali clienti sia le PMI, sia le grandi aziende operanti Luca Piovesana in diversi settori produttivi quali responsabile marketing l’arredamento, la lavorazione di materie del Gruppo Serafin. plastiche e l’automotive. Luca Piovesana, responsabile marketing del Gruppo, analizza l’attuale momento economico: «Se consideriamo, per esempio, il distretto del mobile, da sempre nostro principale interlocutore, notiamo una situazione abbastanza contrastante. Da un lato la crisi ha ridimensionato il numero delle aziende presenti sul territorio, dall’altro assistiamo a una fase di ripresa per le aziende che hanno saputo innovarsi dal punto di vista tecnologico e hanno puntato sulla fornitura di prodotti per le grandi catene di distribuzione italiane ed estere. In generale, notiamo che sono premiate le aziende più coraggiose e intraprendenti, che si sono focalizzate su una clientela finanziariamente solida e che hanno investito verso i mercati esteri». Quali gli attuali più importanti trend tecnologici? «Per quanto riguarda i prodotti per l’imballaggio, il trend del momento è rappresentato dalle soluzioni “green style”. Riceviamo, infatti, continue richieste di sostituzione dei materiali d’imballo derivati dalla plastica, come il polistirolo, economico e resistente ma non riciclabile, con materiali 100% ecocompatibili come il cartone. Emblema di questo trend è il “paper-pallet”, una paletta completamente in cartone che viene assemblata automaticamente durante la fase di pallettizzazione. Dopo l’utilizzo può essere smaltita o riciclata al 100%, con evidenti benefici in termini di funzionalità, di ottimizzazione economica e, non ultima, di eco-sostenibilità». E dal punto di vista del prezzo? «Purtroppo in questo periodo in cui la domanda è in calo e l’offerta molto ampia e concorrenziale, il prezzo diventa sempre più un fattore di criticità. Cerchiamo di essere competitivi senza sacrificare la qualità dei prodotti, il servizio al cliente, l’assistenza tecnica qualificata e puntuale. Le risposte ottenute finora sembrano confermare e premiare i nostri sforzi e la politica aziendale di tutto il Gruppo. Ad esempio, nel rispetto della filosofia “green style” e per ridurre i costi d’imballo che si ripercuotono sul prezzo di vendita, forniamo i nostri prodotti in confezioni realizzate solamente in materiali ecocompatibili, ma soprattutto studiati per essere recuperati e riutilizzati per consegne future». Luca Piovesana conclude con una sguardo al futuro: «Per aziende come la nostra, molto radicate sul territorio, sarà importante intensificare gli sforzi commerciali per aumentare la propria presenza nei mercati esteri e concentrare risorse nei settori industriali più sensibili al “Green”, orientando ricerca e sviluppo tecnologico verso nuove soluzioni di packaging ecologico e personalizzato». Subfornitura News - settembre 2014 Monoblocco “Bag in Box” (cortesia Sacmi). A proposito di futuro, quali sono i settori su cui punterete con maggiore forza? «Come anticipato, noi stiamo lavorando molto nell’ambito delle bag-in-box che inaspettatamente si sta diffondendo in diversi settori oltre a quello delle bottiglie di vino, e cioè delle bottiglie d’acqua, dell’olio, dei flaconi per detergenti, ecc. Riteniamo possa darci parecchie soddisfazioni nel campo delle confezioni sia in ambito domestico, sia in uso presso le comunità». Giulian Puglia termina con una considerazione a tutto tondo: «Nel settore del packaging i margini di guadagno sono abbastanza ridotti, quindi i nostri sforzi sono orientati ad ottimizzare la produzione nella costruzione di nuove macchine. Cerchiamo cioè di contenere costi e sprechi al fine di essere maggiormente competitivi sui mercati internazionali. Non c’è altra soluzione». Imballaggi e protezioni in cartone ad alta resistenza, 100% riciclabili, utilizzabili in alternativa al polistirolo (cortesia Gruppo Serafin). L’importanza della subfornitura Tosa S.p.A. (S. Stefano Belbo, CN) è impresa fondata nel 1976 che produce macchine e impianti di confezionamento di elevate prestazioni e grande affidabilità, destinati a diversi settori di sbocco e, in particolare, a quello dell’imbottigliamento per acqua minerale, birra, soft drink. Il responsabile marketing, Luca Sardi, spiega: «Noi produciamo principalmente macchine, avvolgitrici, reggiatrici e confezionatrici con film termoretraibile e sistemi completi di movimentazione di pallet. Forniamo un servizio completo al cliente a partire dalla progettazione fino all’installazione in loco mediante il supporto tecnico di personale altamente qualificato». Luca Sardi responsabile marketing di Tosa S.p.A. (S. Stefano Belbo, CN). Può darci un suo giudizio sull’attuale fase di mercato? «Contrariamente all’andamento generale, noi stiamo riuscendo a superare il periodo di crisi con una certa tranquillità, anzi con un incremento, seppur lieve, di fatturato. Credo che ciò derivi dall’ampia differenziazione dei mercati di sbocco che ci permette di trovare spazio anche nei periodi difficili». Com’è cambiato il modo di lavorare in questi anni? «Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione. Prima della crisi le aziende tendevano a realizzare tutto internamente; in seguito, per ridurre i costi di gestione, l’importanza della subfornitura è cresciuta esponenzialmente. I lati positivi di questo processo sono sotto gli occhi di tutti, a patto però che il rapporto tra cliente e subfornitore sia chiaro e di reciproca fiducia. La Tosa, in particolare, sta consolidando i rapporti con i propri fornitori e creando sinergie e partnership con aziende esterne di livello in modo da fornire macchine di qualità sempre maggiore a prezzi ragionevoli». Quali sono i principali trend tecnologici? «Noi lavoriamo con gruppi di rilevanza mondiale come Ferrero, Nestlè, Coca Cola, ecc., i quali richiedono macchine e impianti sempre più evoluti e sofisticati, capaci di lavorare materiali sempre nuovi e diversi. In alcuni casi affrontiamo specifiche richieste in termini di carpenterie, verniciature e finiture delle macchine: si tratta di aspetti che un tempo nemmeno venivano considerati. Ecco perché occorre contare su aziende subfornitrici affidabili e capaci di rispondere con velocità e flessibilità alle diverse esigenze produttive». Quanto conta il prezzo? «Il prezzo al giorno d’oggi è un fattore determinante in quanto sono pochi i clienti finali che riconoscono davvero la qualità. La nostra filosofia è quella comunque di realizzare macchine sempre più affidabili, di qualità, con strutture e materiali di prim’ordine e componentistica evoluta, pur cercando ovviamente di andare incontro alle esigenze di risparmio dell’utilizzatore». Come crede che evolverà il settore del packaging nei prossimi mesi/anni? «Il mondo dell’imballaggio è vastissimo e perennemente in evoluzione, ed è per questo che noi siamo ottimisti per il futuro. Esistono aziende che lavorano 365 giorni all’anno e 24 ore al giorno, dunque dovremo concentrare i nostri sforzi per realizzare macchine sempre più performanti e capaci di resistere allo stress dell’uso continuato, sperimentando nuove strutture e nuovi materiali». © RIPRODUZIONE RISERVATA Macchina avvolgitrice per pallets ad anello rotante mod. 150 della Tosa.
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