Brunico r e p a P S I T Bressanone Merano 4 02/201 innova ’ l l e d ne zione a zi Il Mag Bozano Laives Stimolare la circolazione TIS Paper settembre 2014 A TIS Paper Il Magazine dell’innovazione Edizione 02 Settembre 2014 p.4 I partner Sinergie per l’Alto Adige p.5 La foto Innovazioni in vello di pecora p.6L’intervista Melanie Franke, direttrice delle terme Bad Blumau in Austria, spiega quali sono le possibilità per fare business in modo regionale e sostenibile. p.10 Il ritratto d’imprenditore Othmar Castlunger costruisce case molto speciali, le “loghouse”, fatte completamente in tronchi. Ma perché lo appassionano tanto? p.13 Le news Brevi notizie dal TIS p.14 I trend La nuova cura è su misura Colophon Redazione: Astrid Brunetti, Cristina Pellegrini, Eva Pichler, Heiko Schoberwalter, Anna Preißler Layout: DOC.bz Fotografie: Rogner Bad Blumau, Ivo Corrà, Martina Jaider Stampa: Karo Druck Questo magazine è stampato su carta riciclata. Abteilung 34 - Innovation, Forschung, Entwicklung und Genossenschaft Ripartizione 34 - Innovazione, Ricerca, Sviluppo e Cooperative TIS Paper settembre 2014 2 Nessun dubbio: chi è in forma di solito non ha problemi di circolazione. E questo vale sia per l’organismo umano che per l’economia. Chi si sente fiacco, invece, dovrebbe forse attivarsi per migliorare il suo stato di salute (economico). Quello che ci vuole è un programma di allenamento! Di solito gli allenatori – in questo caso i motori dell’economia e gli esperti – non si trovano d’accordo su quale tipo di allenamento sia meglio per far girare l’economia. Una cosa su cui però tutti concordano è che bisogna essere allenati: senza allenamenti la circolazione si indebolisce. Questa edizione del TIS Paper, con il suo titolo molto promettente - “Stimolare la circolazione” - non contiene un programma di allenamenti universale, ma mostra la strada per il miglioramento basato su esperienze concrete, come quella di Melanie Frank, direttrice delle terme austriache di Hundertwasser “Rogner Bad Blumau” (intervista a pag. 6) e di Othmar Castlunger (ritratto d’imprenditore a pag. 10). Questi due esempi dimostrano che, anche in tempi difficili dal punto di vista economico, si può trovare un modo per dare slancio ai circuiti economici con energia e ottimismo. Inoltre questo TIS Paper mostra che in Alto Adige ci sono anche molti circoli virtuosi, che non aspettano altro se non di essere incentivati o riportati in vita. Vi auguro una lettura stimolante. Arno Kompatscher, Presidente della Provincia e Assessore all‘Innovazione IS del T e e n o i h ediz sco anc e es t a .it u q e ted te tis.bz Trova in italiano IS w w w. lT r Pape sul sito de e onlin facebook.com/TISbz twitter.com/TISbz Per rendere la lettura più interattiva, abbiamo corredato alcuni articoli dei cosiddetti codici QR che portano a siti web o video. I codici QR possono essere letti da tutti gli smartphone. Ecco come funziona: scaricate il software dal vostro fornitore di app (per esempio per il BlackBerry il BlackBerry App World) sul Vostro telefono cellulare e fotografate il codice QR. Il codice viene decodificato e ricevete così immediatamente le informazioni salvate sul codice QR. TIS Paper settembre 2014 3 I partner News dai partner Presentati i laboratori del parco tecnologico I settori in cui cercheranno insieme soluzioni a problemi e possibilità di business ricercatori, aziende, studenti e docenti nel nuovo parco tecnologico sono stati presentati in un workshop al TIS l’11 febbraio. CasaClima e produzione di energia, tecnologie alimentari e alpine, automatizzazione: questi sono i settori chiave nei quali si vedono le maggiori possibilità di successo per il futuro dell’Alto Adige. Nel parco tecnologico si troveranno quindi 4 laboratori per settore nei quali le aziende di tutto l’Alto Adige potranno fare ricerca e sviluppo. La sfida per il TIS in quanto gestore del parco tecnologico consiste nell’organizzare i laboratori in modo che siano all’altezza delle esigenze di tutti i partner coinvolti nella ricerca. Per esempio al parco tecnologico ci sarà un cosiddetto FabLab, un’officina high-tech che, tra le altre cose, è attrezzata con stampanti 3D e tagliatrici laser. Nel settore tecnologie alpine, tra le altre cose, verrà insediata una camera climatica che potrà simulare condizioni atmosferiche e ambientali estreme. Per esempio la camera climatica può raffreddare l’ambiente arrivando fino a -20°C o riscaldarlo fino a 40°C, oppure ancora simulare rapporti di pressione estremi. Questo laboratorio potrà essere usato per la ricerca in campo medicale e per i test su materiali o su diversi dispositivi. Nel settore alimentare, tra le altre cose, verrà allestito accanto ad un Fruit & WineLab un Foodsensing Lab per le analisi sensoriali. Nel settore CasaClima/produzione energetica si tratteranno temi come la riqualificazione energetica o la tecnologia delle facciate. Bolzano, capitale europea del networking Il futuro della politica dei cluster è stato l’argomento principale di un incontro internazionale di cluster il 14 febbraio 2014 al TIS innovation park. Nell’ambito dell’evento hanno preso parola i rappresentanti di otto Paesi europei, dalla Svezia all’Italia passando per la Francia fino all’Ungheria. Tra le altre cose si è discusso su criteri di qualità omogenei a livello europeo per il lavoro di cluster: il modello scandinavo, per esempio, potrebbe essere applicato in tutto il vecchio continente visto che sfrutta con successo i cluster per la commercializzazione e l’internazionalizzazione. I rappresentanti di tutti i Paesi, oltre ad aver constatato di avere numerosi punti di partenza in comune, si sono trovati d’accordo sull’importanza di questo primo passo di networking dei cluster europei per una strategia comune. In questo contesto Maurizio Bergamini Riccobon, direttore della Ripartizione Innovazione della Provincia Autonoma di Bolzano, ha presentato la cosiddetta “Smart Specialization Strategy” della Provincia Autonoma di Bolzano, i cui punti chiave sono lo sviluppo dei settori chiave tecnologie alpine, energia/CasaClima e tecnologie alimentari. Regiograno: ricette al farro in testa al concorso Dolci tentazioni e dettagli piccanti: agli studenti della scuola alberghiera Kaiserhof di Merano è stato chiesto di creare nuove ricette a base di grano dell’Alto Adige, il cosiddetto “Regiograno” Alla finale del concorso Regiograno sono arrivate nove ricette. Per la categoria “dettagli piccanti” si sono aggiudicati il premio Andreas Mahlknecht e Jasmin Hochkofler con gli “Spätzle” di farro Regiograno con ragout di selvaggina. Per la categoria “dolci tentazioni” il primo posto va allo “Schmarrn” di farro Regiograno e ricotta con mousse di mela e succo di mirtillo rosso ideato da Anna Stolz e Verena Weissteiner. Da due anni più di 50 contadini stanno coltivando per il progetto Regiograno circa 80 ettari di segale e farro. Dopo il controllo di qualità da parte del mulino, 35 panifici dell’Alto Adige lavorano la farina ottenendo particolari tipi di pane. A questo punto il progetto mira a portare ricette originali a base di segale e farro locali nell’alta gastronomia e nelle cucine casalinghe. Proprio per questo si è pensato di dedicare il concorso Regiogra- TIS Paper settembre 2014 4 no agli studenti del Kaiserhof. «Siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti all’utilizzo del grano regionale» riassume Bettina Schmid, manager dell’Area Alimenti & Benessere del TIS, che sottolinea: «e le ottime ricette del Kaiserhof sono consultabili sul sito www.regiograno.com». Il TIS alla fiera Alpitec in Cina È già la sesta volta che si svolge la fiera Alpitec Cina, organizzata quest’anno a metà febbraio insieme alla ISPO Beijing. Alla fiera, che presenta i trend, le innovazioni e gli sviluppi tecnici del settore degli sport invernali, quest’anno erano presenti in tutto 50 espositori che rappresentavano 11 Paesi, tra cui anche il gruppo altoatesino Leitner e l’azienda Technoalpin. Nel corso della fiera per la seconda volta si è organizzata un’azione di salvataggio dimostrativa. Già nel 2012 un team del soccorso alpino altoatesino aveva inscenato l’evacuazione di una telecabina. All’edizione di quest’anno il soccorso montano pechinese stesso, il Bejing Mountain Rescue Team, ha inscenato il salvataggio in partenariato con l’azienda Salewa e Fiera Bolzano. Per effettuare questa simulazione il manager del Bejing Mountain Rescue Team a novembre 2013 ha fatto un corso in Alto Adige sotto la direzione del soccorso alpino altoatesino. La simulazione è stata coordinata e supervisionata dal Cluster Protezione Civile & Sicurezza Alpina del TIS. «Insieme alla Salewa, a Fiera Bolzano e al soccorso montano pechinese lavoriamo allo sviluppo di standard di sicurezza» spiega Andreas Winkler, manager dell’Area Tecnologie Alpine del TIS. La Salewa in Cina supporta già da alcuni anni lo sviluppo di un alpinismo che si ispiri al modello altoatesino. Il TIS, invece, supporta la Salewa nel fare rete con i volontari. TIS, Salewa e Fiera Bolzano si occupano insieme di far instaurare in Cina il marchio “Alto Adige - Südtirol“ e di ridurre le barriere d’ingresso nel mercato cinese per le aziende altoatesine. «Questo è un mercato che ha futuro: qui, solo negli ultimi dieci anni, il reddito pro-capite nelle regioni metropolitane è raddoppiato. Anche gli sport invernali e altre attività del tempo libero stanno vivendo attualmente un rilancio e per questo è estremamente importante un sistema di sicurezza che funzioni» conclude Winkler. Innovazioni in vello di pecora Non solo maglioni di lana e pantofole di feltro: la lana di pecora è una materia prima che ha molteplici possibilità d’impiego e in Alto Adige ce n’è in abbondanza. Purtroppo questo potenziale – le pecore altoatesine producono ogni anno circa 150 tonnellate di lana – non viene sfruttato completamente e ogni anno 60 tonnellate di lana di pecora vengono buttate via. Per preservare questa preziosa risorsa altoatesina dall’immondizia, la cooperativa sociale della Val d’Ultimo “bergauf” insieme al Cluster Alpine Wellbeing del TIS è alla ricerca di altre possibilità d’utilizzo. Un esempio concreto in tal senso è il “bagno alla lana di pecora” sviluppato dall’imprenditrice della Val di Vizze Conny Schwitzer. TIS Paper settembre 2014 5 Das L’intervista Interview «Tutti possono contribuire al cambiamento!» Intervista con Melanie Franke, Rogner Bad Blumau, Stiria (A) TIS Paper settembre 2014 6 Come si possono far radicare sul territorio hotel e SPA nella propria regione ed essere sostenibili? Lo racconta Melanie Frank, direttrice delle terme di Hundertwasser “Rogner Bad Blumau” in Stiria, Austria. TIS Paper: Signora Franke, Rogner Bad Blumau è sinonimo di sostenibilità, regionalità e rappresenta un modo di costruire e di fare business in armonia con la natura, cosa di cui ben poche altre attività possono vantarsi. Come è iniziato tutto? Alla fine degli anni ‘70 il comune di Blumau, che al tempo era piuttosto povero, cercava un settore economico in cui inserire la propria località. Quando l’azienda produttrice e raffinatrice di petrolio OMV ha effettuato delle trivellazioni nella regione non ha trovato il petrolio che cercava, bensì acqua calda. Quest’acqua, si è scoperto, contiene moltissimi minerali, ha centinaia di anni e ha una temperatura altissima. Con l’idea di aprire l’area al turismo, ci si è rivolti al costruttore Robert Rogner che voleva creare una serie di piscine con un villaggio turistico per usare l’acqua curativa, che lui riuscì a rendere accessibile. Quando Rogner ha incontrato per caso l’artista Friedensreich Hundertwasser a Vienna, non solo è stata posta la prima pietra per una collaborazione di successo, ma anche per un sistema di edifici e di business che si avvicina alla natura, e che tutt’oggi è rappresentato dalle terme. Nel 1997 è stato finalmente aperto il Rogner Bad Blumau. L’in- tera opera d’arte attualmente si estende sui prati delle colline della Stiria per 40 ettari. TIS Paper: è cambiato molto dalla filosofia originale in questi anni? Certo, molto è cambiato. Siamo in costante sviluppo per essere all’altezza delle nostre elevate esigenze. Della filosofia di Hundertwasser “vivere la vita in armonia con la natura” fino ad oggi non è cambiato nulla. Consideriamo come un nostro compito quello di rinnovare ogni giorno la sua filosofia e dell’andare al passo coi tempi. Riscaldiamo l’intera struttura con la nostra acqua calda, soddisfiamo autonomamente un terzo del nostro fabbisogno energetico, puntiamo su prodotti regionali e biologici della regione e ci siamo addirittura procurati un veicolo elettrico. La fonte più potente che abbiamo in Stiria, la “Vulkania Heilquelle”, ha 110 gradi e viene usata per diversi scopi: per fare il bagno in un lago naturale di acqua naturalmente salmastra, per riscaldare il complesso e per la produzione di energia. Inoltre abbiamo anche sviluppato una lozione per il corpo con l’acqua di Vulkania con il nostro produttore di cosmetici naturali e biologici “Farfalla”. An- TIS Paper settembre 2014 7 che un cioccolatiere locale ha creato per noi una ricetta di caramelle con acqua di Vulkania. Queste caramelle regionali sono deliziose e i nostri ospiti le amano. TIS Paper: E per quanto riguarda l’alimentazione? Oltre ai 40 ettari di campagna già appartenenti a Rogner Bad Blumau, abbiamo affittato altri due ettari di campi coltivabili con certificazione biologica. Su questi campi i nostri giardinieri e i nostri collaboratori delle cucine coltivano verdure regionali, piante aromatiche e cereali. Questo ci aiuta anche nella comuni- Consideriamo come un nostro compito quello di rinnovare ogni giorno la sua filosofia e dell’andare al passo coi tempi cazione con gli ospiti: solo quando si trovano in mezzo al campo capiscono cosa significhi “alimenti biologici-regionali”. Inoltre alleviamo maiali, pecore e pollame in simbiosi: in questo settore vogliamo osservare criteri biologici e consoni alle singole specie animali. Tutte queste attività permettono ai nostri ospiti di vivere il valore aggiunto garantito dei prodotti regionali e biologici. Ed è così che viene generato un valore aggiunto per prodotti regionali di alta qualità. Inoltre il 90% dei nostri alimenti provengono dalla regione e preferiamo quelli biologici; la trota quindi nuotava nel laghetto dietro l’angolo e la verdura cresceva nei campi dell’orto. La nostra regione e i nostri contadini producono i prodotti migliori. TIS Paper: Ci sono cooperazioni anche in altri settori? Certo, e le portiamo avanti per costruire un futuro che valga la pena di essere vissuto. Con alcuni produttori regionali è nata da anni una stretta collaborazione caratterizzata dalla fiducia: usiamo le nostre risorse vicendevolmente e puntiamo a vivere insieme in modo sostenibile creando nuove possibilità per la commercializzazione e l’innovazione. Insieme ad un frantoio qui vicino abbiamo piantato un oliveto da noi. E poi ci sono degustazioni, corsi per i collaboratori, e perfino un concetto per una formazione per diventare sommelier di olio. Ma portiamo avanti anche cooperazioni con aziende di settori diversi; per esempio al momento lavoriamo, con un nostro partner, alla produzione di lenzuola biologiche per il settore alberghiero. C’è molto da fare. Adesso acquistiamo dal panificio biologico qui vicino solo le basi grezze per il pane biologico e gli ospiti si cuociono da soli il pane al forno. TIS Paper: Parola chiave: gestione dei rifiuti: a cosa fate attenzione in particolare? In prima linea cerchiamo di produrre meno rifiuti possibili. Tutti i nostri partner devono rispettare speciali condizioni; per esempio non permettiamo il cosiddetto “over-packaging”. Nel caso dei rifiuti alimentari, la maggior parte viene data direttamente agli animali come foraggio, il resto finisce nel nostro compost. Ma siamo anche riusciti a inventare delle ricette nuove a partire dai resti della verdura: dalle foglie di cavolo verdi che non si possono usare cotte, adesso per esempio facciamo dei frullati biologici con ortiche dei nostri prati. Inoltre ogni sera ci avanzava del pane: abbiamo quindi comprato un forno per fare il pane e l’abbiamo messo nel ristorante. Adesso acquistiamo dal panificio biologico qui vicino solo le basi grezze per il pane biologico e gli ospiti si cuociono da soli il pane al forno. Così il pane può essere cotto secondo le reali esigenze e diamo allo stesso tempo un valore aggiunto agli ospiti perché possono fare l’esperienza di cuocersi il pane. TIS Paper: Che ruolo hanno i collaboratori? Come riuscite a trasmettergli la vostra filosofia? Le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori sono quanto di più importante abbiamo, qui a Rogner Bad Blumau. Con il loro impegno, le loro conoscenze specialistiche e la loro passione contribuiscono al successo economico di Rogner Bad Blumau. Noi offriamo servizi e quindi siamo una piattaforma dove si creano delle relazioni. È importante che – da entrambe le parti – ci sia un elevato grado di rispetto e fiducia. Tutti i collaboratori vengono valutati attentamente e vengono coinvolti nelle decisioni. Chi cammina tutto il giorno sopra tetti verdi e dipinge facciate colorate ha inevitabilmente la sostenibilità nel sangue. Sono molto orgogliosa del mio team, che riempie questo luogo con uno spirito del tempo sempre nuovo e impegno. Naturalmente offriamo loro anche iniziative, perché per noi i collaboratori sono veramente importanti: corsi, gite, feste insieme, assistenza medica, un asilo gratuito, diversi tipologie di orari lavorativi, un ristorante a parte per i collaboratori, un programma sportivo e molto altro. TIS Paper: Che consigli darebbe alle aziende altoatesine che vogliono puntare maggiormente sul fattore regionale? Tutto quello che offrono dev’essere vivibile e trasparente. Se seguono il principio “Meno è di più – con una maggiore qualità” sono sulla strada giusta. Le aziende dovrebbero passare al vaglio i propri processi e capire dove po- Meno è di più – con una maggiore qualità fine TIS Paper settembre 2014 8 Oltre ai 40 ettari di campagna già appartenenti a Rogner Bad Blumau, sono stati affittati altri due ettari di campi coltivabili con certificazione biologica. 312 320 Numero di camere: collaboratori collaboratori nelle cucine: 40 collaboratori dell’area terme & spa (wellness): 60 pernottamenti all’anno: ca. 130.000 ospiti delle terme all’anno: ca. 65.000 trebbero migliorare qualcosa. Devono chiedersi concretamente cosa possono cambiare e poi cercare il partner giusto e rivolgersi a questo in modo attivo. In regione ci sono molte risorse che possono generare un valore aggiunto per tutte le persone coinvolte. Ogni contributo nella catena di creazione di valore regionale è importante, anche se all’inizio il primo passo potrebbe essere anche molto piccolo. Intervista di Eva Pichler. Colei che mette in moto la circolazione Melanie Franke dal 2010 dirige l’hotel wellness Rogner Bad Blumau nella regione austriaca della Stiria. Nativa della Stiria stessa, dopo aver concluso gli studi professionali nella scuola alberghiera di Bad Gleichenberg, nel 1997 ha iniziato a lavorare come apprendista assistente del settore Food&Beverage a Rogner Bad Blumau. Nel giro di poco tempo è diventata “Banquet & Conference“ Manager; dal 2006 al 2012 ha assolto con successo il ruolo di Resident Manager. TIS Paper settembre 2014 9 Il ritratto d’imprenditore TIS Paper settembre 2014 10 Il ritratto d’imprenditore: Una casa da sogno Costruire una casa che splende naturalmente, in grado di calmare chi ci abita e ricca di storia: questo è il sogno di Othmar Castlunger, carpentiere della Val Badia. Per realizzarlo è arrivato fino a Bieberach, in Germania, dove ha imparato a costruire le cosiddette “loghouse”. I boschi, le casette in legno e le stradine dissestate di Longiarù in Val Badia sembrano voler parlare di Othmar Castlunger: la sua anima, quello che sa fare bene e il futuro dei suoi prodotti. Il legno accompagna da sempre la sua vita – è cresciuto a cinque metri da un bosco – e il suo vero successo è quello di essere riuscito a farne il materiale del suo lavoro costruendo case in legno. «Ho iniziato perché mi piaceva il legno, perché – come dire – è fantastico!» e ha deciso di dedicarsi all’edilizia perché «il falegname fa quasi tutto il lavoro in laboratorio, mentre il carpentiere lavora all’esterno. Alla sera vedi tutto – tanto! – quello che hai fatto e c’è molta più soddisfazione». Proprio perché sono fatte in legno, queste case sono in grado di calmare le persone che vi entrano alla sola vista: «Le persone si calmano perché c’è vita dentro il legno, lo vedi dalle facce di chi entra negli edifici in legno. Ogni tronco racconta la sua storia, la sua vita, la senti quando lo tocchi». I suoi occhi si illuminano quando spiega, così come sono illuminate di luce propria le case che crea: pareti esterne ed interne di legno lucido senza che vengano impiegati prodotti chimici. Le case che costruisce l’azienda di Othmar, la Holzmar di Longiarù, sono infatti le spettacolari loghouse, come sono conosciute in Canada, una tipologia delle “Blockhaus” tedesche, edifici costruiti interamente da tronchi di al- beri senza alcun tipo di ulteriore isolante. Particolare di questo tipo di case è l’aspetto esteriore dei tronchi, che restano lucidi perché la corteccia viene tolta con un’idropulitrice per non danneggiare il tronco. La passione di Othmar per questo tipo di costruzioni nasce perché, dalle sue ricerche in internet, si è innamorato della precisione che le caratterizza: «Questo modo di costruire è perfetto perché è preciso, l’intagliatura è più precisa di altri modi». Rispetto alle tradizionali Blockhouse, dove i due tronchi si incrociano, l’intaglio è a cuneo invece che tondo; nelle Blockhouse quando il legno si restringe diminuisce il diametro del tronco e si forma quindi una fessura dove l’acqua potrebbe ristagnare mentre nel taglio a cuneo delle loghouse l’acqua scivola «Ho iniziato perché mi piaceva il legno, perché – come dire – è fantastico!» via. Inoltre il taglio a cuneo minimizza gli spifferi. Per specializzarsi Othmar è andato fino in Germania, a Bieberach, perché l’offerta formativa corrispondeva esattamente a quanto cercava, e poi lì si poteva vedere, oltre che studiare, il sistema di costruzioni loghouse. Un sistema originale, come originale è il desi- TIS Paper settembre 2014 11 derio di chi vuole una loghouse: «I clienti che vogliono una casa del genere sono innamorati di questo stile, del legno che ti avvolge con le sue forme naturali e che letteralmente splende senza bisogno di impregnanti o cere». Per garantire l’isolamento, infatti, questo tipo di edifici usa solo due guarnizioni a espansione e della lana di pecora per isolare. Ma perché proprio la lana di pecora? «Serve per assorbire tanta umidità e restituirla, un processo ideale per le costruzioni in legno che sono asciutte». Othmar è diventato carpentiere per scelta e non per tradizione famigliare, e le case che costruisce non sono solo confortevoli, ma anche ecologiche: oltre a non aggiungere alcuna composizione chimica, trova la materia prima nei boschi nelle vicinanze. Per costruire il Maso delle Erbe a Perca in Val Pusteria, per esempio, ha trovato il materiale necessario nel raggio di 100 km. Oltretutto, visto che la casa è tutta in legno, «il suo livello delle emissioni di CO2 è bassissimo e, inoltre, ogni tronco ha già immagazzinato nella sua crescita tante tonnellate di CO2. E poi se dovesse essere tirata giù il materiale da smaltire è solo legno». Tutte queste caratteristiche però non garantiscono alla loghouse una vita facile nella terra di CasaClima, che crea delle difficoltà proprio perché non viene utilizzato alcun tipo di ulteriore isolante. «In Alto Adige per La passione di Othmar Castlunger per le loghouse nasce perchè si è innamorato della precisione che le caratterizza. costruire case nuove si devono osservare i criteri di CasaClima, ma con le loghouse difficilmente riusciamo a tenere i parametri richiesti» spiega il carpentiere «dovremmo mettere un isolante, ma se lo mettiamo, la casa stessa perde senso». E infatti Othmar e la sua azienda al momento stanno concentrandosi sul mercato del nord Italia ed estero e sulla costruzione di edifici non abitativi, come per esempio il Maso delle Erbe. Othmar e il suo team stanno progettando un prototipo di una casa «con dei miglioramenti fin dove è possibile senza rovinarne l’estetica» per verificare così il consumo effettivo di una casa abitata, consumo che finora non è mai stato studiato. I rigidi parametri di CasaClima non sono però l’unico ostacolo per la costruzione di loghouse. C'è infatti anche il problema della concorrenza del legname dall’estero: i legni importati da Russia, Repubblica Ceca e Slovacchia o addirittura dal Canada sono già intagliati e non costano tanto «ma la manodopera che intaglia questi tronchi non fa un lavoro di qualità» afferma Othmar. Alla Holzmar si sa che il costo di una buona manodopera arriva a incidere fino all’80% sul prezzo finale della casa: Othmar e i suoi collaboratori, infatti, vanno personalmente nel bosco a cercare i tronchi con meno rami possibili e che abbiano la superficie il più possibile uniforme. Poi tolgono la corteccia usando l’idropulitrice per non danneggiare il tronco, che resta così come è cresciuto; l’ultimo strato del tronco subito sotto alla corteccia è quello lucido ed è anche quello più resistente alle intemperie; proprio per questo motivo deve restare integro. Inoltre i dodici angoli che – per esempio – ci sono dentro il Maso delle Erbe «garantiscono un mal di testa al costruttore! È molto importante scegliere attentamente il tronco giusto da mettere, perché quando finisce un giro di tronchi non si può sballare in altezza, abbiamo al massimo cinque centimetri di margine!». Oltre a coltivare questa passione, Othmar e la sua azienda costruiscono anche case standard, anche perché per mettere in piedi una loghouse c’è bisogno di molto tempo e non ne costruiscono tante da garantire la sopravvivenza dell’azienda. Non sono infatti tanto i costi che disincentivano la costruzione di case come queste, quanto più i tempi. «Se riuscissimo a costruirne una all’anno sarebbe già tanto. Ci impieghiamo una media di circa tre-quattro mesi per costruirne una e anche tre anni per progettarla». I costi invece non superano di molto quelli per una casa “normale”, soprattutto nel caso di edifici grandi che si aggirano sui 100 mq. Ma gli estimatori dello stile loghouse si accontentano anche di rivestire gli interni delle camere d’albergo per dare la sensazione agli ospiti di essere in una baita, ma anche solo di rivestire gli esterni; fine TIS Paper settembre 2014 12 non altrettanto però si accontenta Othmar, che sognava più in grande quando studiava a Bieberbach. E così continua a cercare altre occasioni per concretizzare i suoi sogni con la sua squadra di carpentieri a cui ha insegnato personalmente il lavoro. «Li ho assunti per fare i lavori tradizionali di carpenteria e per loro costruire una loghouse è il massimo» spiega con orgoglio «nella carpenteria attuale tutto il materiale esce da un centro di taglio ed è solo come fare un puzzle. Con queste costruzioni, invece, si può fare un lavoro con le proprie mani dall’inizio alla fine, scegliere il tronco più adatto, tagliarlo al momento giusto». Inoltre nel tronco prima o poi si creerà una fessura: è la sapienza di chi lo taglia che garantisce che questa fessura si crei in un punto che non compromette l’intero lavoro. Quando si crea una casa come questa bisogna anche saper guardare avanti: la casa infatti nei primi quattro anni cala e quindi, per esempio, bisogna pensare bene a dove mettere le finestre: se vengono messe a filo dell’infisso, dopo 4 anni si spaccherà perché, visto che il legno si restringe, tutta la struttura scende. Un lavoro fatto di pazienza, competenza e soprattutto amore per il legno. Il lavoro dei sogni di Othmar. Testo di Astrid Brunetti TIS News TIS News Gli open data sono l’oro digitale I dati sono come oro digitale o il petrolio. L’Unione Europea vede nell’accessibilità dei dati della pubblica amministrazione un contributo importante per una società democratica e basata sulla conoscenza. Per questo l’Unione Europea promuove ogni anno la giornata internazionale dei dati aperti, il cosiddetto Open Data Day, che quest’anno si è svolto il 22 febbraio. Motivo sufficiente per il Centro Free Software & Open Technologies del TIS per presentare tutti i vantaggi dei dati aperti insieme alla Ripartizione Informatica della Provincia di Bolzano. Attraverso la pubblicazione di dati, come quelli geografici, l’amministrazione pubblica può sviluppare soluzioni innovative per l’Alto Adige insieme alle aziende. La Ripartizione Informatica della Provincia Autonoma di Bolzano e il Consorzio dei Comuni altoatesini nel 2013 hanno già reso pubblici 120.000 dati geografici – in forma di numeri civici – e diversi servizi web. La pubblicazione di questi dati ha permesso tra l’altro di affinare il progetto Open Street Map, migliorando sensibilmente il funzionamento dei sistemi di navigazione in Alto Adige. Tuttavia spesso i programmatori non sanno quali dati siano effettivamente a disposizione per poter sviluppare qualcosa di nuovo. Il Centro Free Software & Open Technologies del TIS per questo sta pianificando di organizzare nei prossimi mesi una cosiddetta hackathon, nella quale designer, giornalisti, programmatori e altri creativi si incontreranno per sviluppare applicazioni innovative per l’Alto Adige – usando i dati e i servizi aperti disponibili. Un’officina aperta a tutti Un’officina dove si possono usare gratuitamente diversi macchinari per la fabbricazione digitale dove si incontra la Community locale e internazionale e che è aperta a tutti: questo è un FabLab. Il primo FabLab altoatesino è insediato al TIS innovation park e verrà trasferito al futuro parco tecnologico a Bolzano Sud. Il FabLab al TIS è attrezzato con una stampante 3D con la quale si possono stampare prototipi e una tagliatrice laser che può stampare e intagliare diversi materiali. Inoltre a disposizione c’è anche una mini fresa computerizzata per fresare plastiche, legno e circuiti stampati elettrici. Il TIS FabLab è aperto a tutti: dagli studenti ai designer fino ai ricercatori o agli hobbisti. «Tutti possono realizzare qui i propri progetti, che si tratti della stampa 3D di un portabatterie o dell’incisione con il laser di un piatto di marmo o del taglio di una confezione in legno. L’unica condizione è che l’utilizzatore, dopo un’introduzione iniziale, lavori in autonomia» spiega Walter Weissensteiner, collaboratore del Centro Sviluppo di Prodotto & Nuove Tecnologie al TIS e responsabile del progetto FabLab. Ma non solo: c’è anche la possibilità di imparare a usare i macchinari e i relativi programmi e, cosa ancora più importante, ci si incontra e aiuta vicendevolmente. «Tutti i FabLab nel mondo sono messi in rete. Nel momento in cui si incontra un problema che nessuno è un grado di risolvere in loco, la Community internazionale può aiutare a trovare la soluzione. Si ha quindi la possibilità di attingere al sapere di tutta la FabLab Community» afferma Weissensteiner. Nasce al TIS il Gruppo sull’efficienza energetica in produzione Le dieci aziende altoatesine partecipanti vogliono affrontare insieme il mercato nazionale ed estero, creare un collegamento con la politica e le amministrazioni, scambiarsi informazioni e sensibilizzare le piccole e grandi aziende sulla tematica. Non è solo il mercato locale quello a cui ambiscono, bensì anche quello nazionale ed estero e principalmente quello germanofono, molto più sensibile a queste tematiche. Per capire se il mondo produttivo altoatesino sia interessato a migliorare l’efficienza energetica nei propri stabilimenti, l’Area Energia & Ambiente ha condotto un sondaggio a cui hanno risposto 40 aziende sia grandi che medie e piccole dei settori edilizia, agroalimentare, meccanico e del mondo agricolo. Le dieci TIS Paper settembre 2014 13 aziende del Gruppo di Lavoro sono: Ingenieurteam Bergmeister, Kälte Klima Röhler, Enavig, Eneralp, Energy Saving Technology EST, Syneco, Leitner Electro, Elektra, Veil Energy ed Energytech Ingenieure. Del Gruppo di Lavoro “Efficienza energetica nella produzione”, formatosi nell’ambito del progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo “Creazione di una rete fra i soggetti della ricerca, dell'innovazione e del mondo produttivo in tema di efficienza energetica nei processi produttivi in provincia di Bolzano”, fanno parte anche i partner del progetto TIS innovation park, EURAC, Associazione Provinciale Artigiani (APA), Assoimprenditori, Agenzia per l’energia - CasaClima, Unione Agricoltori Altoatesini (Südtiroler Bauernbund) e Libera Università di Bolzano. Finanziamenti privati per lanciare un prodotto nuovo Trovare soldi da investitori privati per le aziende innovative altoatesine: questo è uno dei compiti che l’Incubatore d’imprese del TIS porta avanti da 16 anni. L’ultimo successo: la start-up ARS Meccanica Dolomiti ha appena concluso un accordo con un finanziatore privato, un cosiddetto “Business Angel”, per ultimare le proprie attività di ricerca & sviluppo e mettere quindi in produzione il proprio prodotto. «Siamo una startup giovane e per mettere sul mercato il nostro prodotto abbiamo bisogno di capitali esterni» afferma Heinrich von Lutterotti, cofondatore dell’azienda. «Grazie al supporto del TIS abbiamo trovato un Business Angel per la nostra azienda» afferma soddisfatto von Lutterotti. Nella rete di contatti del TIS non ci sono solo 19 Business Angel altoatesini tra imprenditori ed ex-imprenditori, ma anche finanziatori privati del nord Italia e di tutto l’arco alpino. Queste figure, sempre più importanti per aiutare le piccole aziende a fare un salto di qualità, sono investitori privati che mettono a disposizione del capitale di rischio per imprese o progetti imprenditoriali ad alto potenziale di crescita. Il pacchetto di servizi dell’Incubatore d’imprese del TIS va dalla valutazione del progetto, alla preparazione ai colloqui con il finanziatore al coinvolgimento di eventuali esperti, dalle prime trattative alla conclusione dell’accordo. Nell’ambito della strategia finanziaria, inoltre, il TIS supporta l’azienda anche per combinare eventuali finanziamenti privati con agevolazioni pubbliche. I trend La nuova cura è su misura Adattare la medicina fino a renderla su misura per il singolo paziente: questo lo scenario che si prospetta per il futuro in campo medico. La medicina personalizzata e le nuove tecnologie mettono in circolo nuove idee attraverso la collaborazione tra paziente, scienza, industria ed economia. TIS Paper settembre 2014 14 Il paziente ha sempre ragione. Non è un errore di battitura, ma la nuova filosofia su cui si basa il più attuale trend della medicina: con l’evoluzione delle nuove tecnologie e dello sviluppo di nuovi prodotti e servizi nell’industria sanitaria, il malato non è più un paziente passivo, ma un cliente consapevole ed informato sulla propria salute e sulle varie possibilità tra le cure offerte. Questo cambiamento sociale è dovuto soprattutto ad una strategia adottata in molti Paesi, chiamata “patient empowerment”, ovvero una massiccia educazione sanitaria e la promozione dei comportamenti favorevoli alla salute attraverso più canali e situazioni, che forniscono alle persone gli strumenti critici per prendere le decisioni migliori per il loro benessere. In questo modo si mira ad aumentare il grado di consapevolezza e responsabilità della singola persona sul proprio stato di salute, innescando automaticamente un atteggiamento di “autoprevenzione”. Un cittadino più consapevole e informato sulla propria salute gioca un ruolo attivo e prezioso non solo nella conservazione della propria salute, ma anche durante le cure e terapie, che coinvolgeranno, oltre a lui, anche medici, tecnici, produttori di tecnologie o servizi utilizzati e tutti gli “addetti al lavoro”. «La medicina personalizzata è proprio questo» spiega Michaela Egebrecht del TIS innovation park, esperta in trend: «il paziente partecipa attivamente alle decisioni sulla cura e sceglie assieme al team medico e ai produttori di nuove tecnologie la terapia più giusta da adottare per la sua salute». La medicina personalizzata, infatti, parte dal presupposto che ogni paziente deve essere trattato come un caso diverso da tutti gli altri, evitando la somministrazione passiva di medicine o terapie standard: anche un semplice raffreddore, per esempio, si manifesta con sintomi diversi a seconda della persona, dell’età, del sesso e così via; come anche gli effetti collaterali dati da un farmaco possono manifestarsi o meno a seconda dei casi. L’impegno iniziale per conoscere lo stato di salute del paziente dev’essere totale: solo così, infatti, è possibile impiegare in modo ottimale una terapia calibrata sulle esigenze del paziente. Questo sforzo iniziale viene però ricompensato dalla possibilità di creare una terapia mirata, che garantisce un migliore processo di assi- stenza al malato, evitando costi inutili derivanti da diagnosi sbagliate. Da una parte i produttori di servizi e prodotti innovativi o di strumenti per il miglioramento della qualità della vita quotidiana hanno la possibilità di lavorare direttamente con il paziente e di avere così un riscontro in tempo reale sulla loro efficienza o su eventuali problemi rincontrati. Dall’altra parte il paziente affronta la cura per decisioni in modo attivo, conscio e informandosi sulle cure e su ciò che sta accadendo. Questa combinazione di nuove tecnologie e prodotti, e la collaborazione tra il cliente-paziente, la ricerca medica e la produzione di servizi e terapie crea una situazione vantaggiosa da tutti i punti di vista, prima di tutti il paziente che può affrontare una cura ottimizzata. «L’invecchiamento della popolazione mondiale e la conseguente crescita del livello di longevità umana ha portato ad una netta diminuzione delle risorse umane per l’assistenza» stria, economia e ricerca & sviluppo del Paese. L’obiettivo è quello di liberare il più possibile i posti letto negli ospedali, e quindi di portare – se possibile – la terapia medica e la stessa assistenza direttamente a casa del paziente, attraverso la telemedicina: una nuova terapia di frontiera in Italia, ma già avviata con ottimi risultati come detto in Danimarca su pazienti anziani e con malattie croniche, pazienti appunto con maggiori difficoltà a raggiungere le strutture sanitarie. La telemedicina unisce la scienza informatica e medica con la medicina personalizzata e il “patient empowerment”: il paziente istruito è in grado di utilizzare gli strumenti diagnostici e attraverso la tecnologia interagisce con il suo medico che, a distanza, lo monitora, analizza i dati inviati dal paziente e ne diagnostica le cure che poi impartisce al “malato online”. Nello scenario globale attuale il trend medico della telemedicina, della medicina personalizzata e del patient empower- Il malato non è più un paziente passivo, ma un cliente consapevole ed informato sulla propria salute e sulle varie possibilità tra le cure offerte. spiega Michaela Egebrecht, che continua: «Di questa scarsità di risorse ne risentono soprattutto i pazienti con totale o parziale non autosufficienza». Serve quindi partire dalla sanità, quale strumento che si adatta e si modella al paziente in base ai suoi bisogni: la sfida è quella di snellire e velocizzare l’accesso alle cure, eliminando le barriere della distanza, del tempo e dei costi. La Danimarca, per esempio, si attesta come lo Stato precursore in Europa di questo trend “cura della salute”: il sistema sanitario danese è per la maggior parte pubblico e negli ultimi anni sta subendo un rinnovamento delle sue strutture ed ospedali. Per assicurare ai pazienti un sistema efficace e di qualità, è stata avviata un’intensa collaborazione tra medicina, indu- fine TIS Paper TIS Paper settembre 2014 15 ment è una nuova e importantissima frontiera dell’innovazione, che non coinvolge soltanto il settore sanitario e medico, ma anche quello dell’economia, del mercato del lavoro e dei prodotti, dell’istruzione, della produzione e di scienza e tecnologia. Ultimo settore coinvolto da questo trend, ma non per questo meno importante, è quello sociale: il malato - e non la malattia - è al centro dell’attenzione della sanità, ed è in grado, collaborando con il medico, di valutare in modo attento e scrupoloso il “prodotto-terapia” migliore per lui. Il paziente si trasforma quindi in vero e proprio cliente. E il cliente, si sa, ha sempre ragione. Testo di Cristina Pellegrini
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