N. 644 | Plus24 - Il Sole 24 Ore SABATO 3 GENNAIO 2015 l’identikit del benchmark dei listini azionari, a raffronto con la percentuale dei gestori di fondi comuni italiani che dei parametri dei mercati di riferimento dove il gestore dichiara di investire 1 Data di nascita percentuale dei fondi che hanno battuto il benchmark nei singoli anni quando torna la stabilità Nelle annate segnate dal calo del Vix aumentano i fondi che superano i propri parametri. Ufficialmente l’obbligo di indicare un benchmark sui prospetti informativi dei fondi comuni (sancito dal regolamento Consob 11522 del 1998) è scattato il primo luglio 2000. Un obbligo che in realtà per i fondi di nuova costituzione era già entrato in vigore nel 1999 e che molte Sgr avevano già introdotto spontaneamente anche sui fondi preesistenti sulla scia della moral suasion di Assogestioni che all’epoca era favorevole all’introduzione del parametro di riferimento. 2 14,66 43,0 25,0 15,0 45,7 45,0 19,0 2009 2010 2011 2012 2013 2014 di riferimento indicato dal gestore. peggiori var. % 1 anno delta benchmark (*) 8,23 3,05 6,22 1,94 10,29 3,91 16,97 3,71 12,63 2,43 12,44 2,35 20,08 1,39 12,8 0,5 10,6 0,7 6,83 6,75 4,89 1,92 7,89 1,92 9,71 3,24 5,43 0,46 13,5 1,9 2,3 1,0 15,21 1,08 2,3 2,2 2,28 1,02 1,6 0,1 1,0 0,7 peggior fondo di categoria rispetto al benchmark var. % delta 1 anno benchmark (*) Symp. Selez. Italia Alto Azionario Bnl Azioni Europa Div UBI Pram. Azioni Usa Allianz Az. Pacifico AcomeA Paesi Em. A1 Alto Internaz. Az. Anima Cap. Più 70 N Alto Bilanciato Allianz Multi20 Pion. Eur Gov BT A AcomeA Eurobb. A1 Ubi Pram. Euro Corp. Anima Ob Hi Yield A Alto Internaz. Obbl. Pioneer Ob. Glo HY Dis A Anima Obb. Emerg A Anima Fix Emerg. A Alleanza Obbligaz. Anima Tricolore A Fideuram Moneta 1,47 9,11 1,02 7,16 2,81 7,17 20,8 8,38 7,55 5,24 0,77 13,73 2,39 17,27 12,2 4,98 2,41 14,38 10,32 4,14 0,12 1,37 vità gestionale. La Sgr guidata da Pietro Giuliani negli anni ha classificato tutti i suoi fondi che investono sui listini azionari come flessibili (categoria che non deve esporre un benchmark) e anche per i bilanciati e obbligazionari presenti nella sua offerta ha preferito disattendere la circolare Assogestioni. Per valutare l’operato dei gestori che non diffondono a mezzo stampa ogni settimana il confronto con il ben chmark, i sottoscrittori devono attendere fine febbraio quando le Sgr sono obbligate ad aggiornare i prospetti anche con le performance 2014 del fondo e del benchmark. I sottoscrittori delle al- Ruoli e funzioni 9,7 2,82 2,27 3,18 5,5 6,7 11,38 1,61 1,61 5,04 0,71 5,94 5,83 8,07 4 12,95 2,24 La retromarcia dei gestori 0,1 0,7 © RIPRODUZIONE RISERVATA classificati come flessibili (70%). Un’eterogeneità che emerge anche dall’ampia dispersione dei rendimenti conseguiti da questa tipologia di prodotti nel corso del 2014. Rispetto a un indice di categoria che evidenzia un +3,3%, tra la performan ce conseguita dal migliore fondo flessibile(+55,3%) e quella del peggiore (-37,7%) ci sono quasi 100 punti percentuali (vedi tabella in basso). In attesa di una classificazione più rigorosa da parte di Assogestioni, gli investitori che vorranno o dovranno comunque puntare sui fondi flessibili faranno bene a sfogliare con cura i prospetti informativi per capire quali sono le strategie e i reali obiettivi di investimento del gestore per evitare spiacevoli sorprese. Negli ultimi anni, con i tassi ridotti ai minimi termini, è proliferata anche l’offerta di prodotti spiccatamente obbligazionari che mirano a cogliere le migliori opportunità che si presentano sul mercato del credito a livello globale. Si tratta di una categoria di prodotti, etichettati anche su questo versante con il termine di obbligazionari flessibili, introdotta nella classificazione Assogestioni nel 2003, dopo che è scattato l’obbligo per i fondi di indicare un bench mark di riferimento. Nel corso degli anni le stesse autorità di vigilanza hanno lasciato libertà ai gestori di interpretare in maniera diversa quale indicatore utilizzare per esprimere al sottoscrittore il rischio sottostante all’investimento: molti obbligazionari flessibili usano il Var, altri comunicano anche il benchmark. Ma per l’investitore non è il massimo della chiarezza. Sorprese e delusioni tra i fondi flessibili 3 5,16 tre Sgr, invece, possono continuare a valutare, settimana dopo settimana, i risultati dei gestori nelle pagine tabellari di Plus24 oppure online sulla pagina www.ilsole24ore.com/finanzae mercati/indicienumeri.shtml. Il monitoraggio costante dei risparmiatori stimola l’efficienza delle Sgr, imponendo loro competizione e trasparenza, e finisce col tutelarli più di quanto non facciano i prospetti. Attenzione però che l’analisi settimanale delle per formance non diventi un dannoso esercizio fine a se stesso: il gestore va valutato sulla lunga distanza. Prodotti eterogenei e senza benchmark che attendono una più rigorosa classificazione Il benchmark è un indice o un insieme di indici di mercato, che serve in primo luogo a comunicare ex ante al risparmiatore la rischiosità del mercato in cui il fondo investe. Attraverso tale indice infatti il risparmiatore è in grado di comprendere il rischio insito nel fondo, al fine di valutare se questo sia o meno in linea con la propria propensione al rischio. Inoltre il benchmark consente di valutare ex post i risultati del fondo e la qualità della gestione. Una spinta che prendeva le mosse da un orientamento partito dalla Consob e dalla consapevolezza manifestata pubblicamente dall’associazione dei gestori di prevedere nuovi standard di misurazione delle performance mutuate dall’esperienza dell’Association for investment management research (Aimr) statunitense. I fondi italiani sono stati i primi in Europa a offrire questo strumento di valutazione ai sottoscrittori e ancora oggi l’obbligo vale solo per i prodotti di diritto italiano e non per quelli domicili ati in Europa. 3,07 *: differenza tra la performance del fondo a un anno e quella del suo benchmark fonte: Ufficio Studi del Sole 24 Ore su dati forniti dalle società Un divario del 93% nella classifica dei fondi flessibili + I fondi flessibili fin dagli albori non devono esporre un benchmark perché non è possibile individuare un parametro di riferimento significativo per il loro stile di gestione. Prodotti che danno ampio margine di manovra al gestore, che si impegna a creare valore aggiunto per i sottoscrittori indipendentemente dalle oscillazioni dei mercati, cercando di massimizzare gli apprezzamenti nelle fasi ascendenti e di minimizzare le perdite in quelle discendenti. Pertanto questi prodotti sono obbligati a indicare al posto del ben chmark una misura alternativa di rischio, il cosiddetto Var (Value at risk) che esprime la massima perdita potenziale del fondo su un determinato orizzonte temporale e all’interno di un dato livello di probabilità. Tuttavia all’interno della grande famiglia dei fondi flessibili c’è una variegata tipologia di strumenti con strategie di gestione molto diverse una dall’altra, anche perché ormai quasi tutti i nuovi prodotti che vengono lanciati sul mercato vengono auto-classificati dalle società di gestione con l’etichetta di “flessibili”: dai fondi total return agli absolute re turn, dai fondi a cedola all’ultima frontiera dei prodotti unconstrained, solo per citare alcune denominazioni coniate dagli uffici marketing delle Sgr. Solo nel 2014 su un totale di 143 nuovi fondi di diritto italiano lanciati sul mercato, 100 sono stati Impulso primordiale L’atteggiamento di Assogestioni nei confronti del benchmark è mutato nei confronti del benchmark. Dopo averlo accolto a braccia aperte, i gestori hanno via via manifestato tutte le loro perplessità partendo dalla considerazione che il benchmark rimane sempre un portafoglio virtuale e, quindi, il confronto non avviene tra due gestioni di portafoglio effettivamente alternative: il fondo sostiene costi che il benchmark non ha e per questo non può essere utilizzato nella valutazione della qualità della gestione. Nel lanciare nuovi prodotti negli ultimi anni i gestori hanno domiciliato i fondi all’estero oppure hanno autoclassificato quasi tutti i fondi italiani tra i flessibili, anche perchè in entrambi i casi non è previsto l’obbligo di confrontarsi con un benchmark. 5 | [email protected] @g_ursino . © RIPRODUZIONE RISERVATA Migliori e peggiori rendimenti 2014 dei fondi Flessibili e Obbligazionari Flessibili autorizzati alla vendita in Italia (dati al 23122014 in percentuale) migliori peggiori var.% var.% Flessibili BNParibas PlanEasyFuture 2043* BNParibas PlanTargetClick 2040** M&G Episode Macro Usd T Net Amundi Eureka Double Call JPM Global Cap. Preserv. Usd UBS Kss Gl Alloc Focus Europe Schroder Isf Asian TotalReturn AZ Fund 1 American Trend JPM Diversified Risk Usd CSF Lux Target Volatility 55,3 27,4 24,8 24,0 22,8 21,2 20,7 20,4 20,0 19,4 Plurima P. Consistent Return DB Platinum IV Paulson Gbl Amundi Eureka Sv.Russia 2018 Pioneer SF Eur Commodities AZ Fund1 Form.Comm.Trading Amundi Eureka Brasile 2016 CSF Commodity Index Plus S CreditSuisse Commod. All. Chf Symphonia Tematico Amundi Eureka Sv.MaterieP.'16 37,7 28,8 17,8 17,4 16,8 16,2 14,8 14,5 14,4 12,9 22,5 18,2 17,2 16,6 15,8 Deutsche Invest Gbl Gdp Bond Schroder Isf WealthPreserv. UBI Pramerica Active Duration Fondo Alto Euro Fless. Obblig. Arca Cedola Bond Paesi Emerg. 3,5 3,3 1,4 0,9 0,9 Obbligazionari flessibili Pioneer SF Tactical All. Bond JPM Global Bond Oppor. $ BGF FixedIncome Gbl Opp.$ Janus Flexible Income $ BNY Mellon Gbl Opp. Bond $ nota: * Altri versioni di questo fondo hanno conseguito rendimenti tra il 23 e il 46%; ** Altri versioni di questo fondo hanno conseguito rendimenti tra il 22 e il 27%. fonte: Lipper
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