NUMERO 176 - 18 N NOVEMBRE 2014 2 3 4 6 8 9 Mercato ETF Il Darvinismo degli ETF: teoria dell’evoluzione dei fondi a gestione passiva Pillole ETF A Francoforte il primo ETF su bond emergenti a breve scadenza Tema caldo Verso un finale di novembre ad alta tensione per petrolio e oro Focus Banca IMI Banche centrali: è tempo di bilanci per Fed, Bce e BoJ ETF in cifre ETF Plus: migliori, peggiori e più scambiati a uno e sei mesi Commento agli ETF Corrono gli ETF a leva 2 su Wall Street, al tappeto quelli sul Brasile Petrolio e oro alla resa dei conti È disponibile la nuova app di ETF news per il tuo Ipad, è gratis! Il Darvinismo degli ETF: teoria dell’evoluzione dei fondi a gestione passiva Da piccoli inizi ad un presente prospero. Gli ETF sono stati uno dei settori a più rapida crescita nell’industria del risparmio gestito nel corso degli ultimi 15 anni. Dagli esordi come prodotti passivi per l’accesso al mercato ai recenti sviluppi nello spazio attivo con l’accesso a strategie più sofisticate, la crescita degli ETF ha portato a strappare quote di mercato ai tradizionali fondi a gestione attiva. Gli ETF nontrasparenti sono l’ultimo tentativo della tradizionale gestione patrimoniale attiva per cavalcare il successo degli ETF 2 Gli ETF non trasparenti non sono veri ETF Gli ETF non-trasparenti sono l’ultimo tentativo della tradizionale gestione patrimoniale attiva per accedere alla crescita del settore degli ETF. Un ETF non trasparente cerca di superare i limiti degli ETF attivi che richiedono ai manager di rivelare le loro partecipazioni di portafoglio su base giornaliera, pur mantenendo alcuni dei vantaggi fiscali della struttura dell’ETF e delle capacità di negoziazione. Già alcune proposte di ETF non trasparenti sono state presentate da alcuni asset manager. Più di recente, la SEC ha approvato la proposta di Eaton Vance di introdurre un nuovo tipo di società di investimento chiamata Exchange Traded Managed Fund (ETMF). L’approvazione della SEC del recente Eaton Vance per offrire gli ETMF è sicuramente uno sviluppo significativo per gli ETF non trasparenti, tuttavia non equivale a una formula di sicuro successo. Gli ETMF non sono ETF, e non crediamo entreranno in competizione con gli ETF. In realtà crediamo che gli ETMF saranno piuttosto in competizione diretta con i fondi comuni attivi tradizionali, rispetto ai quali offrono significativi vantaggi fiscali. Anche se riteniamo che eventualmente i fondi tradizionali attivi dovranno migrare ed evolversi verso strutture più efficienti, come gli ETMF, non crediamo che una nuova struttura risolverà tutte le principali questioni strutturali che interessano il settore dei fondi comuni attivi, quali i costi elevati e la performance negativa relativa a benchmark passivi. di asset allocation strategiche in modo trasparente, liquido, ed efficiente. Mentre il mondo è diventato più globalizzato e l’industria si è sviluppata, gli ETF hanno cominciato ad alimentare l’introduzione di un nuovo paradigma di investimento spostandosi da un mondo “stock-picking alpha” verso un mondo “asset allocation-picking alpha”. Al giorno d’oggi, la crescita degli ETF è sostanzialmente trainata da una rivoluzione della gestione attiva che chiamano Tactical Asset Allocation (TAA), che non è altro che una gestione attiva a livello di asset allocation. Inoltre, tra i loro principali utilizzi nell’asset allocation, alcuni ETF hanno sviluppato alcune caratteristiche simili ai future, che noi chiamiamo “pseudo future” ETF. Gli ETF pseudo Future offrono proposte di valore aggiuntive per gli investitori al di là dell’asset allocation, più frequentemente sotto forma di veicoli efficienti e liquidi per implementare le funzioni di gestione del rischio e della liquidità. La vera rivoluzione degli ETF Gli ETF non sono solo un fenomeno di gestione passiva e pensare che la loro crescita sia stata dovuta ad una rivoluzione passiva sarebbe molto ingenuo. Dopotutto, fondi comuni indicizzati erano presenti già molto tempo prima del lancio del primo ETF. In alternativa, altri potrebbero pensare che forse la crescita degli ETF è dovuta alla possibilità di negoziarli durante il giorno, ma ancora una volta, c’erano già fondi chiusi. A nostro avviso, la crescita ETF è stata guidata dalla globalizzazione. Negli ultimi 25 anni, la tecnologia è stata in grado di ridefinire il mondo in cui viviamo. Al giorno *Strategist di Deutsche Bank Markets Research d’oggi, la tecnologia ci ha permesso di essere più interconnessi che mai e di avere le Crescita degli asset nei vari strumenti d’investimento negli USA 40% informazioni a portata di mano in qualsiasi 5 Year 10 Year 15 Year momento. Pertanto, perché è così difficile 35% capire che anche il modo in cui le persone B e ta A lp h a 30% investono è cambiato? La correlazione tra 25% crescita del patrimonio degli ETF e la crescita degli utenti Internet a livello mondiale 20% è sorprendentemente alta, pari allo 0,97. C AGR a cura di Sebastian Mercado* MERCATO ETF 15% Le ragioni del successo degli ETF Il successo degli ETF non è stato causato solo dai vantaggi tecnologici, ma anche dalle strategie di investimento che hanno permesso di implementare. Gli ETF hanno permesso agli investitori di attuare strategie 10% 5% 0% Index MFs ETFs Total Passive Active MFs Hedge Funds Fonte: Bloomberg Finance LP, Barclay Hedge e Deutsche Bank NEWS DAL MONDO ETF News State Street lancia il primo ETF europeo su bond emergenti a breve scadenza State Street Global Advisors (SSGA), società di asset management di State Street Corporation, ha lanciato a Francoforte lo SPDR BofA Merrill Lynch 0–5 Year EM USD Government Bond UCITS ETF, il primo ETF in Europa a fornire un’esposizione ai bond a breve scadenza dei mercati emergenti in valuta forte. “Questo strumento permette agli investitori di ridurre la duration della loro esposizione attuale al debito dei mercati emergenti o di aumentare il rendimento della componente in dollari del portafoglio”, ha rimarcato Francesco Lomartire, SPDR ETFs Sales Specialist per l’Italia e il Ticino. Il db x-trackers Msci Pacific ex-Japan passa alla replica diretta Dallo scorso 11 novembre è effettivo il cambio di politica d’investimento e quindi di denominazione del db x-trackers MSCI Pacific ex Japan Index UCITS ETF (DR). Da tale data il Comparto è caratterizzato da una politica di investimento diretto nel rispetto di un metodo di replica totale dell’indice sottostante. L’ETF in questione, che presenta un TER dello 0,45%, replica l’andamento dell’indice MSCI Pacific ex Japan TRN, un indice di capitalizzazione di mercato con rettifica del flottante, denominato in Dollari Statunitensi ed ideato per misurare il rendimento del mercato azionario dei paesi sviluppati della regione del Pacifico, escludendo il Giappone. Barometro ETF Europa: a ottobre afflussi sostenuti su azionari mercati sviluppati In ripresa i flussi sul mercato europeo degli ETF. Dal barometro mensile curato da Lyxor emerge una raccolta netta di nuovi capitali pari a 6,1 miliardi di euro a ottobre. Da inizio anno le masse in gestione totali sono aumentate del 22% raggiungono quota 351 mld. Gli ETF azionari hanno evidenziato afflussi significativi, attestandosi a 3,9 mld. In particolare gli ETF azionari dei mercati sviluppati hanno riscosso il favore degli investitori, con afflussi record su base annua (+5,2 mld, superiore del 50% al record di luglio 2014). Gli afflussi hanno registrato massimi storici su 12 mesi sia per gli ETF azionari statunitensi che per quelli europei, collocandosi rispettivamente a 3,5 mld ed 1,8 mld. L’azionario dei mercati emergenti è invece stato interessato da deflussi record su base annua per 1,1 mld. I flussi verso gli ETF Smart beta hanno raggiunto livelli record su base annua, attestandosi a quota 426 mln, con una NNA complessiva di 1,8 mld in un anno. 3 Deutsche Asset & Wealth Management Il primo ETF fisico in Europa sull’indice di azioni A cinesi CSI300 db x-trackers Harvest CSI300 Index UCITS ETF (DR) ISIN LU0875160326 TER Dividendi Replica 1,10% Distribuzione Diretta Internet: www.dbxtrackers.it Numero verde: 800 90 22 55 Prima dell’adesione leggere il documento di quotazione, il prospetto ed il KIID del comparto rilevante. Avvertenze – Potete ottenere gratuitamente tali documenti presso Deutsche Bank AG, Via Turati 27, 20121 Milano e sul sito www.dbxtrackers.com. db x-trackers è un marchio commerciale di proprietà di Deutsche Bank AG. Gli ETF descritti nel presente opuscolo informativo sono azioni di db x-trackers, una società d’investimento costituita ai sensi del diritto lussemburghese nella forma di Société d’Investissement à Capital Variable (SICAV). Deutsche Bank AG e lo sponsor degli indici non rilasciano alcuna dichiarazione o garanzia circa i rendimenti che possono essere ottenuti dall’utilizzo del relativo indice. Le informazioni contenute nel presente documento sono destinate esclusivamente all’utilizzo in Italia. La pubblicazione del presente documento non costituisce una modalità di offerta al pubblico da parte di Deutsche Bank AG e non costituisce o intende fornire alcun giudizio, da parte della stessa, sull’opportunità dell’eventuale investimento ivi descritto. Deutsche Asset & Wealth Management racchiude in sé tutte le attività di asset management and wealth management condotte da Deutsche Bank AG e dalle sue filiali e succursali. Deutsche Asset & Wealth Management fornisce prodotti e servizi alla propria clientela tramite una o più soggetti giuridici che possono essere indentificati dai clienti all’interno dei contratti, accordi, materiali di offerta o altra documentazione pertinente a tali prodotti o servizi. a cura di Titta Ferraro TEMA CALDO Petrolio e oro alla resa dei conti Il superdollaro, ma non solo, ha intralciato il cammino degli ultimi mesi di oro & co. Le principali materie prime, quotate tutte in dollaro statunitensi, hanno pagato la decisa ascesa del biglietto verde in scia al rafforzamento della congiuntura a stelle e strisce L’ultimo scorcio di accompagnata dall’intonazionovembre vedrà ne sempre meno accomodue appuntamenti dante della Federal Reserve. chiave, il meeting Le materie prime pagano poi Opec di Vienna e il il progressivo deterioramento referendum Svizzero sulle delle prospettive per l’econoriserve d’oro, in grado mia globale con conseguente di cambiare i destini di rischio di una domanda minoqueste due commodity re di commodity. Per alcune commodity negli ultimi sei mesi è andato in scena un vero e proprio tonfo dei prezzi. In particolare il petrolio è scivolato ai minimi a oltre 4 anni con sia Brent che Wti scesi di slancio sotto la soglia degli 80 dollari al barile, in calo di oltre il 30% rispetto ai massimi annui di giugno. 4 I fondamentali mettono al tappeto il petrolio Oltre all’effetto valuta per il petrolio sono entrati in gioco una serie di fattori fondamentali che hanno comportato un cambio di scenario per l’oro nero. Al rallentamento economico di Europa, Giappone e Cina si accompagna un sempre più marcato eccesso di offerta dovuto al costante aumento della produzione da parte degli Stati Uniti. Alcuni Paesi membri dell’OPEC - tra cui soprattutto l’Arabia Saudita - si mostrano ancora restii a tagliare la loro produzione, mentre altri (Venezuela, Iran, Ecuador e Libia) premono per un’azione immediata per tamponare la discesa dei prezzi. Meeting Opec di Vienna potrebbe cambiare le carte in tavola Il prossimo meeting dei paesi Opec, in agenda a Vienna il 27 novembre, si preannuncia quindi chiarificatore circa la volontà o meno del cartello dei maggiori paesi esportatori di petrolio di tagliare la produzione. “Gli ultimi commenti suggeriscono che l’OPEC è disposta a lasciare che i prezzi scendano fino a 70 dollari al barile prima che il cartello prenda una decisione di limitare la produzione”, rimarca Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock. Dal 1984 a oggi l’Opec è intervenuta solo in 11 occasioni per limitare la discesa dei prezzi attraverso il taglio della produzione che in media è stato di 1,24 milioni di barili al giorno. Gli analisti di Deutsche Bank hanno rilevato come in tutte queste occasioni il prezzo del Brent è salito nei 2-3 mesi successivi al taglio da parte dell’Opec. Oro guarda a esito referendum Svizzera Discesa meno marcata quella dell’oro che ha comunque aggiornato in queste settimane i minimi dal 2010. Il metallo giallo è alle prese ormai da due anni con una fase di costante debolezza complice la prospettiva di una politica monetaria via via più accomodante da parte della Federal Reserve con Wti: andamento ultimi 5 anni 105 100 95 90 85 80 75 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: Bloomberg, a cura di Titta Ferraro TEMA CALDO 5 il consensus che pone verso metà 2015 il fatidico momento del primo rialzo dei tassi oltreoceano. L’oro paga anche il calo della domanda cinese per il terzo trimestre consecutivo. “Sono diversi i fattori che ancora cospirano contro l’oro - sottolinea Russ Koesterich di BlackRock - dal dollaro forte alla prospettiva di aumento dei tassi di interesse reali, passando per il calo delle aspettative di inflazione”. Minore appeal dell’oro confermato dalla discesa a quota 1.617,4 tonnellate dell’oro fisico detenuto da ETF. L’SPDR Gold Trust, il più grande ETF sul metallo prezioso che rappresenta da solo circa il 46% dell’intero mercato ETF sull’oro, ha visto negli ultimi tre anni i propri asset passare da 76 a 27 mld di dollari. Nel breve-medio termine l’oro potrebbe però giovarsi del ritorno di una sostenuta domanda da mercati chiave quali Cina e India. In quest’ultima si avvicina la stagione dei matrimoni e intanto a settembre le importazioni di oro hanno segnato un sensazionale +449% a/a. Richieste di oro fisico in crescita anche da Mosca con la banca centrale russa che ha portato a nuovi livelli record le proprie riserve. Proprio le riserve di metallo giallo saranno oggetto il 30 novembre del referendum in Svizzera che potrebbe condizionare non poco le prospettive dei prezzi dell’oro. I cittadini rossocrociati saranno chiamati a decidere se innalzare o meno le riserve di metallo giallo detenute dalla Swiss National Bank, la Banca centrale svizzera. Il referendum prevede che l’oro dovrebbe rappresentare almeno il 20% degli asset della banca centrale e questa quantità non potrà più essere venduta sul mercato. Un’eventuale vittoria del sì, non così remota, potrebbe avere ripercussioni sul prezzo dell’oro con la banca centrale svizzera che sarebbe costretta ad acquistare circa 1.500 tonnellate di oro nel giro di 5 anni (pari al 10% della produzione globale). Petrolio verso una nuova era Il mercato del petrolio è entrato in una nuova era e difficilmente si rivedranno i picchi del recente passato. E’ quanto previsto dall’International Energy Agency (IEA), solitamente restia a fornire previsioni a livello di prezzo. L’agenzia internazionale energetica vede il petrolio a un vero punto di svolta epocale in virtù della prospettiva di una crescita economica cinese sempre meno poderosa abbinata alla forte espansione della produzione shale negli Stati Uniti che renderà la prima economia mondiale indipendente a livello energetico. Un mutamento di scenario che dovrebbe confermare anche nel medio termine il movimento discendente delle quotazioni del petrolio. L’IEA prevede quindi che il prezzo dell’oro nero scenda ulteriormente. “I saldi tra domanda e offerta suggeriscono che la discesa dei prezzi deve ancora fare il suo corso”, rimarca l’IEA che vede nuove discese di prezzo nella prima metà del 2015 in assenza di nuove interruzioni di produzione. l’Italia di Boost ETP, nel corso di una presentazione tenuta a Milano – e possono essere usati tatticamente all’interno del portafoglio per aumentare o ridurre esposizioni di mercato nel breve periodo”. Si tratta titoli atipici (collateralised securities) che garantiscono l’esposizione con leva (3x) e con leva inversa (-3x). Così come per gli ETC a leva 2, la performance degli ETC a leva viene calcolata sulla base dei rendimenti giornalieri composti, pertanto i rendimenti misurati su periodi maggiori di un giorno possono discostarsi da quelli offerti dall’indice di riferimento (effetto compounding). Rispetto ai certificati a leva fissa, gli ETC risultano UCITS Eligible, ossia possono essere inseriti in portafogli di fondi e Sicav. Trading fino a leva 3 con gli ETC La possibilità di nuovi picchi di volatilità su queste due materie prime nelle prossime settimane si addice a operazioni di trading di breve periodo attraverso ETC/ETN legati a oro e petrolio. Oltre ai classici ETC che permettono di prendere posizione al rialzo o al ribasso su queste due materie prime, con o senza copertura valutaria, Boost ETP (a fine 2013) e Société Générale (il mese scorso) hanno portato in Italia i primi ETC a leva 3 su diverse commodity, tra cui oro e petrolio. “Utilizzando ETP short a leva tripla si può investire 1/3 del capitale, con la possibilità di prendere in considerazione più opportunità - ha rimarcato Antonio Sidoti, responsabile per Oro: andamento ultimi 5 anni 1800 1600 1400 1200 1000 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: Bloomberg FOCUS BANCA IMI Collegati al sito www.bancaimi.it per leggere tutte le ricerche o ascoltare i risultati con il servizio Podcast L’APPROFONDIMENTO DI BANCA IMI Banche centrali, è tempo di bilanci 6 In un contesto storico che per le principali Banche Centrali dei paesi avanzati vede i livelli dei tassi di policy azzerati, l’impulso della politica monetaria e la sua trasmissione all’economia reale e mercati finanziari sono affidati ad altri strumenti d’intervento. In particolare, ad assumere un ruolo sempre più rilevante, è la politica di gestione (più o meno attiva) dei bilanci degli Istituti centrali. È questo il caso di Federal Reserve, BCE e Banca del Giappone che hanno fatto della gestione delle proprie attività il fulcro della politica monetaria, sia in termini di effettivi interventi sui mercati che con riferimento alla strategia di comunicazione e ai target di espansione. Le tre Banche Centrali si trovano però, nella fase attuale, ad affrontare diverse fasi nei rispettivi cicli d’intervento: se per il FOMC la riunione di ottobre ha segnato la fine dell’era dello stimolo quantitativo, la BoJ si trova invece ancora nel pieno del programma annunciato, pronta a potenziarlo fin quanto necessario. Infine la BCE è alle porte di quella che dovrebbe rivelarsi una fase di nuova espansione (massiccia) delle proprie attività. Per la Federal Reserve la fase attuale è quella di una progressiva stabilizzazione dello stimolo: anche se l’impulso della politica monetaria rimane ampiamente accomodante la riunione del FOMC di fine ottobre ha sancito definitivamente la fine del terzo programma di stimolo quantitativo. Questo significa che il bilancio di attività della Banca centrale, invece che aumentare di una quota variabile ogni mense, a partire da novembre rimarrà stabile sugli attuali livelli, ai massimi storici. Guardando agli interventi passati, la risposta della Fed alla crisi economica ha visto il lancio di tre diversi programmi di stimolo: il primo (QE1) nel novembre 2008, il secondo (QE2) nel novembre 2010 ed infine il terzo (QE3) nel settembre 2012. Rispetto ai primi due interventi, l’ultimo ha visto l’indicazione di un target di acquisti mensili invece che un ammontare totale. L’uscita dal QE3 è quindi stata gestita dal FOMC con una riduzione progressiva dei target di acquisti mensili, fino alla conclusione definitiva in ottobre, in funzione dei miglioramenti osservati sul mercato del lavoro. In origine, infatti, il terzo programma di stimolo quantitativo è stato intrapreso per favorire un più rapido miglioramento sul mercato del lavoro; pertanto i sostanziali progressi compiuti negli ultimi due anni hanno portato La Federal Reserve lo il FOMC a decidere la scorso mese ha posto chiusura del programfine all’era dello stimolo intrinsecamente incerto, in quanto dipende ma, mentre, in linea quantitativo; di contro dall’evoluzione congiunturale, mentre passa con le attese, è stata confermata la politica di la Bank of Japan ha in secondo piano il ruolo del bilancio. reinvestimento di cedole aumentato l’entità del Ben diversa invece appare la fase in cui si e scadenze. Pertanto, lo proprio piano di acquisti trova a operare la Banca del Giappone che, stimolo complessivo non a fronte di una revisione al ribasso di stiviene rimosso ma più semplicemente stabilizzato: il valore me di crescita e scenario d’inflazione, ha annunciato a complessivo del bilancio non aumenta ma si ferma sugli sua volta a fine ottobre un nuovo aumento dello stimolo attuali livelli. La normalizzazione della politica monetaria in monetario, segnalando peraltro di essere pronta ad agire questa fase dunque non passerà per una gestione attiva ancora, se necessario. La gestione della politica monedelle consistenze di bilancio, ma dovrà fare affidamento taria da parte dell’Istituto centrale aveva visto una svolta alla guidance e all’implementazione di strumenti più tecradicale nell’aprile 2013 con l’insediamento del nuovo gonici. Con riferimento agli ultimi sviluppi su questo fronte, vernatore Kuroda che ha basato la propria rivoluzione su il comunicato del FOMC di fine ottobre non ha eliminatre diversi pilastri: l’introduzione di un target per l’inflazioto il riferimento al “tempo considerevole” come intervallo ne del 2% da perseguire “nel più breve tempo possibile”, temporale prima del prossimo rialzo dei tassi d’interesse, un aumento annunciato della base monetaria pari al 100% ma la guidance ha ricevuto una qualifica ulteriore che la entro la fine del 2014 e, da ultima, una ricomposizione del lega in modo più esplicito all’evoluzione congiunturale. Il mix di acquisto di titoli in favore di strumenti più rischiosi. collegamento esplicito fra progressi effettivi e attesi per i Questo ha portato ad un’espansione immediata e senza dati macro introduce formalmente un elemento di volatilità precedenti del bilancio della Banca Centrale che sembra nel messaggio della Fed: il sentiero futuro dei tassi è però non essersi rivelata sufficiente a sostenere la com- 7 La Bce dal canto e qualitativo (QQE) fino a quando pleta ripresa dell’economia, tanto da suo a inizio mese l’inflazione non si sarà stabilizzata al spingere la BoJ ad annunciare in otha palesato 2%. Il nuovo intervento segna duntobre un ulteriore spostamento verso l’unanimità del que una fase di ulteriore allentamenl’alto dell’obiettivo di variazione della board a considerare to della politica monetaria collegato base monetaria (a 80 mila miliardi di yen dai 70 mila miliardi precedenti). I nuove misure se la all’espansione del bilancio. La Banca nuovi acquisti dovrebbero riguardare situazione lo renderà Centrale si trova però a vivere una tutte le tipologie di titoli, inclusi quelnecessario profonda spaccatura all’interno del Consiglio direttivo dal momento che li più rischiosi, con un aumento sia sono stati solo 5 su nove i voti favorevoli al lancio delle degli stock di titoli governativi giapponesi che con un alnuove misure. lungamento della durata media dei titoli acquistati a 7-10 In una fase intermedia tra quella di stabilizzazione dello anni. Il comunicato afferma che le nuove misure sono stimolo della Fed e di espansione della base monetaria mirate a mantenere in atto l’impulso positivo sulle aspetdella BoJ, si colloca la BCE che, pur avendo annunciato tative di inflazione e segnala che l’intenzione della BoJ è una nuova serie di misure tra l’estate e novembre, ancora quella di proseguire sul sentiero dello stimolo quantitativo non registra in termini di bilancio un significativo aumento delle attività detenute. L’evoluzione del bilancio BCE ha infatti visto una prima fase fortemente espansiva due anni e mezzo fa con il lancio delle due aste di rifinanziamento a lungo termine (LTRO) che avevano portato le passività dell’Istituto al di sopra dei 3 mila miliardi di euro. Il profilo delle scadenze di questi stessi strumenti ha però determinato una progressiva riduzione del bilancio che si attesta ora poco sopra ai 2 mila miliardi di euro. L’ultima riunione di politica monetaria ha visto il presidente Draghi assumere una posizione piuttosto netta riguardo al fatto che “la BCE si aspetta che, con le misure di giugno e settembre, il bilancio possa tornare sul picco del 2012”. Questo implica una nuova espansione di circa 1.000 miliardi di euro. Il riferimento esplicito al target di bilancio, oltre a costituire una novità nella strategia di comunicazione di Francoforte, pone l’accento sull’effettiva efficacia dei programmi in atto e apre la strada, a nostro avviso, a possibili nuovi interventi. L’obbiettivo di stimolo annunciato appare infatti difficilmente raggiungibile con il solo utilizzo delle aste di rifinanziamento (TLTRO), che dovrebbero garantire un’immissione di liquidità negativa al netto delle scadenze, e con i programmi di acquisto titoli già avviati. Riguardo infatti al piano di acquisto di ABS e Covered Bond, assumendo, ottimisticamente, che la BCE riesca a procedere ad un ritmo medio di acquisti settimanali di 1,2 miliardi complessivi, si arriverebbe ad un’espansione di bilancio di circa 200 miliardi di euro in due anni. Nel complesso, quindi, è probabile che le misure già adottate non generino affatto l’espansione desiderata del bilancio. Ci aspettiamo pertanto che la BCE possa annunciare in dicembre una revisione più incentivante delle condizioni di prestito previste dalle TLTRO ma soprattutto che si tenga pronta a intervenire con nuovi strumenti, qualora necessario. A tal proposito Draghi ha chiarito che ulteriori misure saranno prese qualora si dovesse osservare un ulteriore calo delle attese di inflazione e/o si evidenziasse che le misure recenti non abbiano prodotto l’effetto sperato sulla dinamica del credito e sull’economia. Rimangono quindi valide le ipotesi di una possibile estensione degli acquisti di asset privati ad altre categorie rispetto a quelle indicate: la “lista della spesa” della Banca Centrale potrebbe incorporare i corporate bond già da inizio 2015 o addirittura i titoli di Stato dei paesi europei. OSSERVATORIO ETF La pagina dei numeri di ETF News Europa - Indice EuroStoxx 50 Usa - Indice S&P 500 2100 3400 2050 2000 3200 1950 1900 3000 1850 2800 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 CHIUSURA Eurostoxx50 Ftse Mib Dax30 Ftse100 3 MESI 3060 18965 9253 6654 0,37 -2,15 0,66 -1,03 set-14 ott-14 nov-14 VARIAZIONE% 6 MESI 12 MESI -2,77 -6,93 -3,35 -2,68 0,11 0,58 0,88 -0,77 1800 mag-14 giu-14 lug-14 CHIUSURA Dow Jones S&P 500 Nasdaq Russell 2000 17635 2040 4225 1174 ago-14 3 MESI 4,80 3,53 4,81 0,50 set-14 ott-14 nov-14 VARIAZIONE% 6 MESI 12 MESI 7,01 8,70 17,47 5,56 10,46 13,94 24,34 5,14 Commodity - Indice CRB Far East - Indice Nikkei 320 18000 17000 300 16000 15000 280 14000 13000 mag-14 giu-14 lug-14 CHIUSURA Giappone Cina Russia Brasile 16974 968 1004 51772 ago-14 3 MESI 13,19 1,68 -18,84 -10,95 set-14 ott-14 nov-14 VARIAZIONE% 6 MESI 12 MESI 23,04 18,36 -20,03 -5,04 14,37 13,05 -31,01 -5,62 260 mag-14 giu-14 lug-14 CHIUSURA Crb Petrolio Wti Oro Cacao 267 76 1184 378 ago-14 3 MESI -7,21 -21,60 -8,01 4,71 set-14 ott-14 nov-14 VARIAZIONE% 6 MESI 12 MESI -12,58 -25,91 -7,70 -21,87 -2,01 -18,75 -6,17 -8,31 Nelle tabelle sono riportati solamente gli Etf quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana Spa. I dati sono elaborati su base quindicinale. Il trend indicato nelle ultime due colonne è dato dall’incrocio di due medie mobili. Per quella di breve periodo, l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 5 giorni perfora verso l’alto quella a 20 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 5 giorni perfora verso il basso quella a 20 giorni. Per quello di medio termine l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 20 giorni perfora verso l’alto quella a 50 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 20 giorni perfora verso il basso quella a 50 giorni. 8 I MIGLIORI A 1 MESE Amundi Etf Leveraged Msci Us Dbx S&P 500 2X Leveraged Ishares Msci Jpn Eur Hedged Amundi Etf Msci Europe Telec Spdr Msci Europe Telecommunication I MIGLIORI A 6 MESI Amundi Etf Leveraged Msci Us Dbx S&P 500 2X Leveraged Amundi Etf Nasdaq-100 Ucits Ishares Nasdaq 100 Powershares Eqqq Nasdaq-100 I PEGGIORI A 1 MESE Db X-Trackers Msci Brazil In Amundi Etf Msci Brazil Ucits Dbx S&P 500 2X Inverse Ishares Msci Brazil Acc Ishares Msci Brazil Ucits Etf I PEGGIORI A 6 MESI Amundi Etf Short Msci Usa Lyxor Etf Ftse Athex 20 Rbs Market Access Nyse Arca Gold Bugs Dbx Dblci - Oy Balanced Lyxor Etf Ftsemib Daily Lev I PIÙ SCAMBIATI / QUANTITÀ Lyxor Etf Ftsemib Daily Lev Lyxor Etf Ftsemib Daily 2Xshort Lyxor Etf Ftse Mib Ishares S&P 500 Ucits Etf Lyxor Etf Msci Emer Mkts-A I PIÙ SCAMBIATI / VALORE Lyxor Etf Ftsemib Daily 2Xsh Lyxor Etf Ftsemib Daily Lev Lyxor Etf Ftse Mib Ishares S&P 500 Ucits Etf Ishares Msci Europe Ucits ETF PREZZO € VOLUMI PER % 1 MESE PER % 6 MESI TREND BT TREND MT 759,17 30,34 40,65 111,1 61,38 173 22175 102132 62 0 21,15 18,70 14,85 14,30 14,15 43,54 31,00 18,93 6,17 6,21 759,17 30,34 36,02 182,96 82,76 173 22175 6163 766 15395 21,15 18,70 12,18 12,17 12,17 43,54 31,00 30,29 30,22 29,78 32,51 33,49 3,85 53,71 25,11 11600 6318 296778 979 37261 -12,41 -12,31 -12,21 -12,18 -12,10 -11,77 -11,93 -11,25 -11,81 -14,64 27,785 1,385 56,3 23,715 8,3 1773 359028 3006 3090 2909799 -9,58 -5,27 -9,65 -2,39 4,80 -18,17 -17,61 -15,87 -15,83 -15,82 8,30 12,30 19,25 16,32 8,19 2909799 2283752 963063 517510 386835 4,80 -7,38 2,85 10,01 2,63 -15,82 1,19 -6,85 19,67 5,75 = = 12,30 8,30 19,25 16,32 21,23 31567860 20706490 18206070 6195021 5575406 -7,38 4,80 2,85 10,01 5,57 1,19 -15,82 -6,85 19,67 -1,44 Fonte: Bloomberg - dati aggiornati al 18/11/2014 OSSERVATORIO ETF Il Commento agli ETF brasiliana che ha pagato il crescente pessimismo Stati Uniti sempre protagonisti con l’ottimo stato circa la congiuntura carioca dopo l’esito delle di salute dell’economia a stelle e strisce che elezioni presidenziali e lo scandalo Petrobas. In ha aiutato Wall Street ad aggiornare i propri particolare il Db x-trackers Msci Brazil Ucits ETF massimi storici. Sul mercato ETFPlus di Borsa ha ceduto nell’ultimo mese oltre il 12%, così come Italiana nell’ultimo mese si sono quindi distinti l’Amundi ETF Msci Brazil e il Db x-trackers S&P gli strumenti long a leva sugli indici statunitensi: 500 2x Inverse. A sei mesi i peggiori risultano migliore in assoluto è stato l’Amundi Etf invece l’Amundi ETF short msci Usa (-18,17%) e Leveraged Msci Us con un +21,15%, seguito il Lyxor ETF Ftse Athex 20 a ruota dal Db x-trackers S&P 500 2X leveraged I nuovi record (-17,61%). (+18,7%). Molto bene anche toccati da Wall Tra i prodotti più scambiati per di pezzi spiccano i l’iShares Msci Japan Euro Street hanno fatto numero prodotti legati a Piazza Affari. Hedged (+14,85%) che grazie correre gli ETF che Il Lyxor UCITS Etf Ftse Mib alla copertura valutaria si è replicano a leva 2 Daily Leverage primeggia con avvantaggiato pienamente gli indici azionari una media giornaliera di 2,91 del rally della Borsa di Tokyo. Guardando alle statunitensi. Male milioni di pezzi. Seguono il performance degli ultimi 6 invece gli ETF che si Lyxor UCITS Etf Ftse Mib mesi, sono ancora i replicanti rifanno al Brasile Daily 2X Short con transazioni medie per 2,28 milioni di a leva su Wall Street a fare pezzi e poi il Lyxor UCITS la voce grossa: l’Amundi Etf Ftse Mib con scambi per 963 mila pezzi. Etf Leveraged Msci Us segna un balzo del Tra i più scambiati per controvalore emerge il 43,5%, seguito dal Db x-trackers S&P 500 Lyxor UCITS Etf Ftse Mib Daily 2X Short con 2X leveraged con un +31% de dall’Amundi ETF transazioni per 31,56 milioni di euro. Seconda e Nasdaq 100 (+30,29%). nella top ten a sei mesi terza piazza rispettivamente per il Lyxor UCITS figurano altri 3 replicanti legati all’indice Nasdaq Etf Daily leveraged con 20,7 milioni di euro e 100. per il Lyxor UCITS Etf Ftse Mib con transazioni Volgendo lo sguardo ai peggiori dell’ultimo mese per 18,2 milioni di euro. spiccano invece i cali degli ETF sulla Borsa La presente newsletter ETF News ha carattere puramente informativo e non rappresenta né un’offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione di acquisto o vendita di strumenti finanziari. Il Documento è stato preparato da Brown Editore S.p.A (l’editore) in completa autonomia e riflette quindi esclusivamente le opinioni e le valutazioni dell’Editore stesso. 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