UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE ED AZIENDALI “M.FANNO” CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA E MANAGEMENT PROVA FINALE “LA RELAZIONE CON IL CLIENTE NELLE IMPRESE CHE PRODUCONO SU COMMESSA: IL CASO BEDESCHI” RELATORE: CH.MO PROF. ROMANO CAPPELLARI LAUREANDA: CHIARA PACCAGNELLA MATRICOLA N. 1039826 ANNO ACCADEMICO 2013 – 2014 INDICE Introduzione …………………………………………………………………………………... 3 1. Il mercato dei beni industriali ………………………………………………………...…... 5 2. I prodotti su commessa ………………………………………………………….………... 7 2.1. Caratteristiche dei prodotti su commessa …………………………………………… 7 2.2. Il cliente come vera fonte del valore ………………………………………………..... 9 2.3. Le fasi operative di una commessa …………………………………………..………. 9 2.4. La figura del project manager ……………………………..……………………….. 13 2.4.1 La comunicazione con gli stakeholder nella gestione del progetto...…………………………………………………………….……… 17 3. La prestazione offerta dai produttori di beni industriali ………………………………… 19 3.1. Comprendere il bisogno del cliente ………………………………………………… 20 3.2. Adattare il prodotto fisico .……………...………………………………...………… 22 3.3. Mettere a disposizione il prodotto ………………………………………………….. 23 3.4. Semplificare l’utilizzo del prodotto ………………………………………………… 24 3.5. Assicurare la continuità operativa …………………………………………………. 24 4. Orientamento aziendale al marketing one to one ………………………………………... 25 5. Il caso degli shiploaders in Bedeschi SpA ………………………………………………. 27 5.1. Descrizione della società Bedeschi SpA e dei quattro segmenti di mercato in cui opera ……………………………………………………………………………...… 27 5.1.1 Il settore marino dei terminali portuali ……………………………………..... 28 5.2. Descrizione del mercato dei terminali portuali …………………………………….. 30 5.3. Lo shiploader ……….………………………………………………………………. 31 5.3.1 Un prodotto su commessa …………………………………………………... 31 5.3.2 La prestazione offerta dall’azienda ………………………………………… 32 5.3.3 La relazione con il cliente e con il fornitore ……………………………….. 33 5.3.4 L’alleanza strategica operativa con i fornitori ……………………………... 33 Conclusioni …………………………………………………………………………..……….35 Riferimenti bibliografici ……………………………………………………………………... 37 1 2 INTRODUZIONE Il mercato business-to-business è formato da imprese, istituzioni ed organizzazioni che vendono prodotti e servizi ad altre organizzazioni. Il prodotto/servizio offerto al cliente deve perciò possedere caratteristiche tecniche che rispondono alle specifiche esigenze di un cliente che, a sua volta, vende il proprio prodotto/servizio ad altri clienti. Per questo motivo i beni industriali presentano di solito un grado di complessità superiore rispetto ai beni di consumo, inoltre la relazione con il cliente è spesso caratterizzata da rapporti di fiducia e da comportamenti collaborativi durante l’intero processo di produzione. (P. Kotler, et al. 2012) Il seguente elaborato ha lo scopo di analizzare i prodotti su commessa e la relazione con il cliente nella gestione dell’intera commessa, con riferimento particolare al caso dell’azienda Bedeschi SpA. I prodotti su commessa si distinguono dagli altri beni industriali in quanto caratterizzati da alta complessità, unicità ed irripetibilità. Il prodotto su commessa è infatti costituito da un progetto che viene costruito ad hoc e secondo le esigenze del cliente: la personalizzazione coinvolge non solo il prodotto ma anche il rapporto con il cliente, con cui l’azienda intrattiene un dialogo diretto durante tutte le fasi operative di cui si compone una commessa. (R. Varaldo, et al. 2009) Nel primo capitolo viene descritto complessivamente il mercato dei beni industriali con le particolarità che lo distinguono dal mercato dei beni di consumo. Nel secondo capitolo l’analisi si focalizza sulle aziende che producono su commessa: esse offrono prodotti complessi, unici ed irripetibili che rispondono alle esigenze di uno specifico cliente. I prodotti su commessa vengono incorporati in un’offerta che comprende una varietà di prestazioni, ciascuna delle quali viene disegnata su misura delle specifiche necessità di ogni singolo cliente (G. Nardin 2002). Ciò è esposto nel terzo capitolo, dove vengono presentate le prestazioni chiave che compongono il sistema di offerta dei fornitori. Per soddisfare pienamente il cliente l’azienda che produce su commessa deve adottare un orientamento aziendale al marketing one to one (P. Kotler, et al. 2012), approccio presentato nel quarto capitolo. 3 Avendo come riferimento le analisi svolte nei primi quattro capitoli, l’ultimo capitolo offre un esempio empirico di un’azienda che produce su commessa: Bedeschi SpA. L’azienda, presso cui ho svolto lo stage di due mesi, è specializzata nella progettazione e costruzione di macchine ed impianti per il settore dei laterizi, dei cementifici, nel campo minerario e nella logistica dei terminali portuali. In questo ultimo segmento di mercato Bedeschi SpA ha saputo offrire un prodotto su commessa, lo shiploader, dotato di caratteristiche tecniche specifiche che si adattano ad ogni tipologia di cliente e al luogo in cui viene installato. L’ultima parte dell’elaborato presenta le analisi conclusive. 4 CAPITOLO 1: IL MERCATO DEI BENI INDUSTRIALI Il mercato dei beni industriali, detto anche mercato delle organizzazioni e mercato businessto-business, è formato da imprese, istituzioni e organizzazioni che, allo scopo di realizzare profitti, acquistano beni e servizi per rivenderli, usarli direttamente nella creazione di altri prodotti/servizi oppure usarli nelle operazioni di manutenzione impiegandoli nella propria gestione. (P. Kotler, et al. 2012) Quasi tutte le aziende sono impegnate in mercati che coinvolgono altre aziende, pertanto le vendite business-to-business superano di gran lunga quelle del mercato business-to-consumer, dove l’acquirente è il consumatore finale e dove il beneficio percepito dal cliente deriva direttamente dal consumo del prodotto. Il mercato industriale si differenzia rispetto al mercato “consumer”, oltre che per la natura del cliente (organizzazione nel B-to-B e consumatore nel B-to-C), anche per alcune specificità che implicano una diversa impostazione delle politiche di marketing e di alcuni modelli interpretativi. Le principali differenze riguardano la natura e la varietà della domanda industriale, la natura e la complessità dei prodotti industriali e dei servizi, il numero molto più limitato dei clienti, i maggiori volumi di vendite per cliente e i rapporti più stretti e duraturi tra fornitore e cliente. (P. Kotler, W. Pfoertsch 2008, p.21) La domanda industriale aggregata è una domanda derivata, in quanto essa dipende dalla domanda dei prodotti dell’impresa acquirente che si manifesta a valle e che, a sua volta, deriva appunto dalla domanda dei consumatori e cittadini (domanda dei beni di consumo); perciò gli acquirenti industriali basano le proprie decisioni d’acquisto su aspettative o previsioni relative alla domanda di beni in cui sono incorporati i prodotti. Ciò significa che un’impresa orientata ai mercati industriali che non intenda limitarsi a un approccio miope terrà presenti sia i possibili cambiamenti del comportamento d’acquisto relativo ai propri prodotti sia i cambiamenti dei mercati di consumo nei quali rientrano i suddetti prodotti, quindi anche i responsabili di marketing industriale devono interessarsi al comportamento del consumatore. (R. S. Winer 2000, p.157) I beni industriali presentano di solito un grado di complessità superiore rispetto ai beni di consumo; questo comporta ripercussioni di vario genere sul rapporto con i clienti, che sono molto meno numerosi e molto più grandi rispetto a quanto accade nel mercato dei 5 consumatori. Inoltre coloro che nelle imprese si occupano degli acquisti sono spesso manager con forte specializzazione, che cercano di ottenere il massimo insieme di vantaggi (economici, tecnici, di servizio e sociali), in relazione ai costi, da ogni offerta commerciale. I marketing manager, quindi, devono assicurarsi che i clienti apprezzino gli elementi distintivi e i vantaggi dell’offerta proposta. (P. Kotler, et al. 2012, p.262) I clienti giocano un ruolo centrale nella gestione delle scelte aziendali, perciò le imprese devono saper sperimentare varie modalità di gestione del rapporto tra fornitori e clienti in modo da migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’organizzazione commerciale. Un rapporto più stretto può essere, almeno in parte, il risultato di tendenze legate alla gestione della catena di fornitura, ovvero di un coinvolgimento del fornitore fin dai primi stadi dell’approvvigionamento, ovvero di vere e proprie alleanze d’acquisto. Dal punto di vista delle organizzazioni clienti, una buona relazione con i fornitori e i partner aziendali è fondamentale per il successo. I marketing manager B-to-B preferiscono l’avvicinamento graduale a forme e obiettivi di marketing one to one basati su solide forme di relazioni collaborative con i clienti. In tal senso sta diffondendosi sempre di più la logica del network, e quindi dell’intreccio di interessi e comportamenti basati su continue interazioni che consentano la gestione di scambi anche molto complessi, che coinvolgono diversi ruoli e attori sia dal lato del fornitore che del cliente. (P. Kotler, et al. 2012, pp.272-273) 6 CAPITOLO 2: I PRODOTTI SU COMMESSA Nel mercato B-to-B delle aziende che producono su commessa la relazione con il cliente è ancora più decisiva, in quanto l’adattamento alle esigenze del cliente è una conditio sine qua non, un prerequisito di competitività, per operare sul mercato; in questi casi l’innovazione continua e l’adattamento del prodotto alle esigenze specifiche del cliente sono al principale strategia su cui far leva. Per le imprese operanti su commessa la personalizzazione dell’offerta assurge a strategia competitiva fondamentale; essa deve riguardare il singolo prodotto e permeare tutti i processi aziendali sottostanti la gestione del rapporto con il cliente: dalla progettazione del prodotto, alla definizione delle condizioni contrattuali (prezzo, anticipi, stati di avanzamento ecc.), fino ai servizi post-vendita. In alcuni casi il cliente viene coinvolto in tutte le fasi del processo, dall’ideazione del prodotto fino alla sua realizzazione e alla consegna, in un’esperienza di “co-creazione del valore”. Naturalmente le caratteristiche proprie del settore e il tipo di programmazione della produzione (su commessa) favoriscono lo sviluppo di rapporti diretti con il cliente, tali da consentirgli il continuo controllo sullo stato di avanzamento del processo produttivo. (R. Varaldo, et al. 2009, pp.78-80) 2.1 Caratteristiche dei prodotti su commessa La produzione su commessa comprende tutte le produzioni a bassi volumi e bassa ripetitività, realizzate per lo più su commessa ed é caratterizzata dal fatto di produrre specificatamente su richiesta e secondo i desideri del cliente. Essa si differenzia dalla produzione per il magazzino, che si basa sulla costruzione e la vendita di prodotti in base alle previsioni di vendita. In particolar modo la commessa è definita dal Project Management Institute1 (2000): “una combinazione di uomini, risorse e fattori organizzativi, riuniti temporaneamente allo scopo di raggiungere obiettivi unici definiti con vincoli di tempo, costi, qualità e risorse limitate”. 1 Nota: Il Project Management Institute è un’organizzazione mondiale non-for-profit nata nel 1969, a cui appartengono numerosi membri professionali, tra cui project managers e gli interessati a vario titolo al project management. 7 Le produzioni su commessa, indipendentemente dall’oggetto, sono caratterizzate da: non ripetitività delle attività svolte (unicità della commessa); lunga durata della realizzazione (di solito pluriennale); elevata complessità della struttura organizzativa e gestionale; lo scopo delle attività è focalizzato al raggiungimento di un obiettivo programmato e da realizzare in un determinato periodo di tempo; prodotti altamente differenziati; alta incertezza ed elevati rischi. La produzione su commessa avviene dopo la ricezione di un ordine da parte del cliente, e può essere su commessa ripetitiva o su commessa singola. Nel primo caso l’azienda realizza, prima del manifestarsi degli ordini, volumi abbastanza elevati di prodotti sapendo che in futuro essi saranno ancora richiesti da parte dello stesso cliente o da altri. Generalmente questo è il caso tipico delle aziende che si dotano di un catalogo di prodotti da cui il cliente può scegliere. Anche le aziende subfornitrici producono su commessa ripetitiva per soddisfare un certo numero di clienti stabili che richiedono forniture scaglionate nel tempo. Nel caso di produzione su commessa singola le aziende realizzano una gamma di prodotti dalle caratteristiche definite per un gruppo di clienti abbastanza stabile, e producono su catalogo ma solo dopo il manifestarsi dell’ordine. L’ordine del cliente è unico ed è improbabile che lo stesso ordine venga riprodotto in futuro: tale ordine può riguardare un solo prodotto e un numero limitato di esemplari. Questi prodotti sono a elevatissima personalizzazione e specificità (navi, impianti industriali, ecc.); perciò è necessario che l’azienda sviluppi il progetto del prodotto e l’ingegnerizzazione della linea produttiva in modo integrato e non in maniera sequenziale. (F. De Carlo 2014, p.25) L’azienda successivamente all’ordine del cliente elabora il processo produttivo in modo che possa meglio adattarsi alle caratteristiche tecniche specifiche della commessa: ciò può riguardare una progettazione parziale o totale del processo produttivo, lo sviluppo di alcuni cicli di lavorazione fino alla produzione finale ovvero anche la definizione delle macchine, delle relative attrezzature, degli utensili e delle operazioni necessarie per ottenere tale prodotto. 8 2.2 Il cliente come vera fonte del valore Le aziende che operano su commessa realizzano bassi volumi ma alti margini di profitto per singolo prodotto, dove per prodotto s’intende un progetto complesso (la commessa appunto). Produrre su commessa significa gestire un’azienda che lavora “di progetto in progetto” sempre alle prese con una riorganizzazione. Quindi l’azienda deve saper soddisfare pienamente le esigenze del cliente e creare il prodotto ad hoc che egli desidera e che è costruito sulle sue esigenze specifiche. Proprio per l’elevata varietà e personalizzazione del prodotto/servizio, la commessa è un progetto di grandi dimensioni, unica ed irripetibile, complessa sul piano gestionale e organizzativo e può avere una durata inferiore all’anno oppure anche pluriennale. Quando la commessa raggiunge grandi dimensioni e ha durata pluriennale accade che essa tende ad assumere obiettivi che coincidono con quelli dell’azienda. Diventa quindi necessario per l’azienda creare una relazione di forte fiducia e continua collaborazione con il cliente lungo tutto il periodo di realizzazione della commessa. Per l’azienda che produce su commessa ogni cliente è diverso dagli altri, è unico, con proprie caratteristiche, con specifiche esigenze di prodotto e servizio, ha una propria storia e cultura. Il cliente diventa la vera fonte del valore; comprenderlo e soddisfare i suoi bisogni sono gli unici strumenti per creare profitto. Il rapporto con il cliente deve essere continuo lungo tutte le fasi operative di realizzazione della commessa, in modo da creare il prodotto che egli desidera e poter far fronte agli eventuali cambiamenti in corso d’opera. 2.3 Le fasi operative di una commessa Le fasi operative di una commessa possono venir schematizzate come rappresentato nella figura 2.3 alla pagina successiva: esse iniziano dalla stesura dell’offerta e portano alla consegna del prodotto/servizio finito, concludendo il ciclo di vita della commessa stessa. Il ciclo di vita di una commessa è composto dalle attività che attraversano tutte le principali Funzioni Aziendali e i relativi processi operativi. 9 Predisposizione offerta, previa progettazione e quantificazione Programmazione esecutiva e programmazione delle attività L’offerta è accettata sì no stop Esecuzione della commessa Interventi aggiuntivi Consegna e assistenza no L’opera è accettata sì Chiusura commessa Figura 2.3: Rappresentazione delle fasi operative di una commessa. Fonte: I. Facchinetti, 2001. Come già affermato precedentemente, la commessa rappresenta un progetto e talvolta è composta da un insieme di più progetti data la complessità rilevante da gestire; proprio come un progetto, anche la commessa parte da obiettivi che devono essere chiari, completi, approvati e condivisi e prevede alla fine il rilascio (“delivery”) di un risultato che, in questo caso, consiste nella consegna del prodotto finito. (S. Tonchia, F. Nonino, 2013) La prima fase operativa di una commessa consiste nella predisposizione dell’offerta, che dà seguito a una richiesta di fornitura su specifica del cliente. A monte di questa fase vi è un’attività dell’ufficio commerciale che, in collaborazione con l’ufficio tecnico esperto per il settore di riferimento, provvede a redigere una proposta, contenente una stima dei costi e dei tempi variabili e specifici di progetto, che sappia rispondere alle richieste del cliente risultando redditizia sul piano economico. Questa fase iniziale è molto delicata perché prevede la determinazione del prezzo di vendita della commessa, considerando tutti i costi che si manifesteranno in corso d’opera, i ricavi futuri e i margini ottenibili dall’eventuale accettazione dell’offerta da parte del cliente. L’azienda in questa fase deve svolgere accurate 10 analisi preventive che sono di natura economica ed anche valutazioni sulla fattibilità della commessa. Quest’ultima è valutata relativamente a diversi aspetti (non tutti necessariamente): 1. periodo di esecuzione dell’opera; 2. requisiti tecnico-qualitativi richiesti dal cliente; 3. analisi costi/benefici, considerando i flussi finanziari generati o assorbiti durante la vita della commessa (cash flow) ed anche i benefici non monetizzabili ma comunque quantificabili (ad esempio i fattori qualitativi e la soddisfazione del cliente); 4. eventuali rischi operativi legati a criticità nella realizzazione del progetto e al contesto esterno di riferimento (per esempio la normativa vigente nel Paese in cui si opera), considerando anche l’impatto ambientale; 5. realizzabilità nell’ambito dell’organizzazione esistente (impatto sugli stakeholder); 6. analisi della gestione del cambiamento, individuando le azioni di comunicazioni, coinvolgimento e motivazione delle parti interessate (stakeholder). (E. Mastrofini, E. Rambaldi 2013, p.46) Il prezzo di vendita deve essere contemporaneamente invitante per i potenziali clienti e coerente con gli obiettivi strategico-gestionali dell’azienda. Inoltre, non deve essere solo in grado di dare adeguata copertura ai costi previsti dall’impresa per la sua realizzazione, ma deve essere in grado di concorrere (insieme alle altre commesse) alla remunerazione congrua dei portatori di capitale di rischio. Nella fase in cui il cliente accetta l’offerta, si inserisce la commessa nel portafoglio ordini e si procede con la progettazione esecutiva e con la programmazione delle attività necessarie per poter realizzare la commessa, attraverso la stesura di un piano operativo che prevede: l’individuazione di un capocommessa o project manager, che indirizzi tutte le attività al raggiungimento di un obiettivo finale coerente con i dati economici, le tempistiche e le caratteristiche tecniche definite in sede di progettazione; l’assegnazione delle responsabilità ai singoli soggetti/unità organizzative (con la creazione di eventuali unità temporanee create per il raggiungimento di uno scopo specifico come i team di progetto); la definizione della sequenza delle fasi e delle attività di lavoro che ciascun soggetto/unità organizzativa è tenuto a eseguire, nei tempi prefissati e con l'attribuzione delle risorse tecniche, finanziarie e di altro tipo necessarie. 11 Successivamente all’ultimazione della fase di pianificazione e programmazione di commessa, inizia la fase più importante di gestione della commessa che prevede la sua realizzazione esecutiva; se la fase di progettazione esecutiva è accurata e dettagliata, la realizzazione esecutiva della commessa affronterà meno criticità. Durante questa fase si possono prevedere delle revisioni ai lavori, anche sulla base di richieste specifiche del cliente. (R. Stutely 2005, p.109) Durante l’intero periodo di vita della commessa, il contatto con il cliente è fondamentale e non solo per quanto riguarda la fase iniziale di contrattualizzazione con il cliente ma soprattutto nella fase di esecuzione della commessa, dove il prodotto viene sviluppato secondo un progetto iniziale che può modificarsi a seguito di cambiamenti delle esigenze del cliente e/o del contesto ambientale in cui si inserisce. Infatti proprio per l’elevata complessità del progetto, e spesso anche per la rilevante dimensione del prodotto (ad esempio nei casi in cui si tratta di un impianto), il contratto stipulato tra il cliente e il fornitore dell’opera consente modifiche entro certi range, rimanendo fissate le parti fondamentali del contratto concordate inizialmente. L’azienda deve saper soddisfare le nuove e diverse richieste del cliente in modo flessibile e tempestivo, adattandosi ai vari contesti in cui opera e nel corso di esecuzione del progetto. Il processo di creazione del valore prende origine dall’incontro con il cliente, che sottopone le sue esigenze all’attenzione dei responsabili di business, chiamati in prima persona a gestire questa relazione, mettendo a disposizione del cliente il know how acquisito per l’individuazione della proposta per lui ottimale. L’esigenza di personalizzare il prodotto rende necessario, a fronte di ogni nuovo ordine di acquisto, rielaborare totalmente o parzialmente il progetto e predisporre i dati tecnici relativi a materiali, attrezzature e al ciclo di lavorazione, data la pressione temporale che diventa una criticità rilevante se non adeguatamente gestita. Durante il corso d’opera della commessa talvolta possono venir accordati con il cliente stesso maggiori tempi di consegna rispetto alla data di consegna concordata inizialmente, per poter meglio adattare le prestazioni del prodotto alle specifiche espresse dal cliente. Inoltre, la sequenza delle operazioni richieste dal ciclo di lavorazione sono di difficile determinazione in quanto il prodotto offerto è caratterizzato da un’alta varietà. Ciò spinge l’impresa a dotarsi di macchinari e attrezzature con capacità generiche, idonei ad effettuare un ampio spettro di lavorazioni. (M. Bonti, E. Cori 2006, pp.51-52) 12 2.4 La figura del project manager La complessità, l’unicità e la dinamicità di una commessa rendono necessaria la gestione e supervisione di un responsabile di progetto, anche detto project manager, che segua l’intera commessa in tutte le varie fasi operative in cui si sviluppa. Il project manager è un organo “di integrazione trasversale a orientamento tecnico” dotato di autorità gerarchica nei confronti delle persone che fanno parte del team di progetto, che si adotta nelle forme gerarchico-funzionali per gestire il fabbisogno di coordinamento che emerge a fronte della necessità di presidiare una relazione che riguarda lo sviluppo e la realizzazione di un bene o di un servizio. (G. Costa, P. Gubitta 2008, p.282). Nelle aziende che operano su commessa l’organizzazione per progetti ha natura definitiva, mentre la temporaneità si riferisce al singolo progetto, che si chiude una volta realizzato. DIREZIONE GENERALE ORGANI DI STAFF ORGANI DI STAFF DIREZIONE APPROVVIGIONAMENTI Responsabile acquisti Responsabile disegni tecnici DIREZIONE TECNICA Responsabile processi chimici DIREZIONE COMMERCIALE Responsabile processi meccanici Responsabile processi elettrici Responsabile vendite Responsabile commessa A Responsabile commessa B Figura 2.4 a: Rappresentazione schematica dell’organizzazione di commessa ad interazione funzionale. Elaborazione da D. M. Salvioni, 1985. 13 Le aree funzionali dell’organizzazione hanno, per l’intera durata del progetto, una doppia dipendenza (figura 2.4 a, alla pagina precedente): dipendono gerarchicamente dal responsabile di funzione e trasversalmente dal project manager, a cui viene affidata la gestione dell’intero progetto/commessa. Infatti le commesse sono unità operative complementari rispetto alla struttura funzionale, con propri responsabili, proprie risorse e proprie attività convenientemente definite nello spazio e nel tempo in rapporto anche all’assetto funzionale ed ai carichi di lavoro afferenti pro tempore a ciascuna funzione. (D. M. Salvioni 1985, p.160) Il project manager deve, quindi, essere in grado di comunicare con i vari stakeholder coinvolti nella realizzazione del progetto, in modo da evitare conflitti nei rapporti intra-organizzativi tra commesse e aree funzionali; egli è responsabile principale della commessa nei rapporti con gli stakeholder esterni (in particolare con il cliente), nella realizzazione coordinata dei progetti e nell’integrazione delle risorse appartenenti alla diverse unità funzionali coinvolte. Nei casi di costituzione definitiva di un apposito gruppo interfunzionale di lavoro, i responsabili funzionali dipendono gerarchicamente dai responsabili di progetto, e i primi, a loro volta, governano sotto-gruppi di operatori dell’unità funzionale afferente (figura 2.4 b). DIREZIONE GENERALE Organo di staff Organo di staff CLIENTE Responsabile di commessa Responsabile acquisti Responsabile processi chimici Responsabile disegni tecnici Responsabile processi meccanici Responsabile produzione Responsabile processi elettrici Figura 2.4 b: Rappresentazione schematica dell’organizzazione di un gruppo di lavoro di commessa Elaborazione da D. M. Salvioni, 1985 14 La scelta della soluzione organizzativa più appropriata ed efficace deve essere guidata in particolare dalla natura e dalle dimensioni delle commesse nel mercato in cui opera l’azienda, oltre che dalla strategia organizzativa che essa intende adottare. Per le commesse di grandi dimensioni, caratterizzate da complessi rapporti con il cliente e richiedenti elevate risorse organizzative per periodi estesi, è preferibile l’adozione di gruppi interfunzionali di commessa; mentre, se le commesse sono numerose, di breve durata e richiedono l’impiego di limitate risorse, la soluzione migliore è un’organizzazione ad interazione funzionale. (D. M. Salvioni 1985, p. 21) La gestione di interi progetti richiede un ruolo di project management basato su competenze sviluppate nell’esperienza lavorativa e su qualità tecniche e di leadership nella gestione dei rapporti: la performance e il successo di un progetto dipendono necessariamente dalle competenze del project manager. La capacità dei project manager può essere vista come parte delle “core competences” dell’organizzazione. Uno studio (M. Chipulu, et al. 2013) ha individuato, in ordine di importanza, sei dimensioni di competenze: 1. abilità specifiche di settore e generiche prioritarie rispetto alla conoscenza/competenza nella gestione dei progetti; 2. conoscenza/competenza nella gestione dei progetti prioritaria rispetto alle abilità specifiche di settore e generiche; 3. (esperte) competenze manageriali; 4. (positive) caratteristiche personali; 5. esperienza della metodologia di project management e qualifiche professionali; 6. gestione del rischio nel corso della vita del progetto. La prima dimensione è di gran lunga la più richiesta ai lavoratori, soprattutto in quanto all’interno di un’azienda le posizioni “senior”, di cui il project manager ricopre una carica, sono poche; il requisito di abilità specifiche di settore e generiche è, ovviamente, considerato tipico nella scelta del project manager e comprende abilità di comunicazione, team management e leadership, cioè capacità generiche e trasferibili. Inoltre le abilità connesse alle tre misure standard del successo/fallimento di un progetto, cioè gestione del budget, del tempo e delle aspettative degli stakeholder, sono connesse a questa prima dimensione e vengono considerati positivamente se strettamente legati ai già sopra citati alti livelli di comunicazione, abilità di team management e leadership. 15 La prima dimensione è in contrasto con la seconda; ma, nonostante ci sia una tensione tra le abilità generiche e specifiche di settore e la conoscenza/competenza nella gestione dei progetti, le aziende danno più peso alla prima perché tali abilità sono considerate, secondo questo studio, più importanti, e successivamente si focalizzano sulla conoscenza/competenza di project management. La terza dimensione (esperte competenze manageriali) è indispensabile: per la gestione della complessità causata dal cambiamento, dall’incertezza e dall’obiettivo del progetto; per sviluppare altri progetti in un ambiente multiculturale; per essere strategici e consapevoli commercialmente (cioè avere una mentalità per gli affari). Tra questo tipo di competenze sono comprese: pensiero strategico, pensiero valutativo, essere operativi in un ambiente multiculturale, pensiero critico, abilità personali, sviluppare l’obiettivo del progetto. Conoscere il mercato, esplorando le sue opportunità e avendo consapevolezza delle sue minacce, è certamente una competenza manageriale, ma è lontana dal ruolo tradizionale del project manager; infatti, con riguardo alla dimensione delle abilità manageriali, sembra che le aziende stiano cercando project managers non solo capaci di gestire la complessità in moderni ambienti di progetto, ma anche che abbiano una concezione per gli affari in grado di esplorare opportunità e gestire le minacce al di là dell’immediato ambiente del progetto: l’imprenditorialità diventa una core competence nell’esecuzione efficace di un progetto ed è collegata all’anzianità di servizio (“seniority”). La quarta dimensione (positive caratteristiche personali) è richiesta in tutte le professioni, ma assume un carattere predominante tra le competenze che deve possedere un project manager. Per caratteristiche personali positive s’intendono, ad esempio, impulso/energia, atteggiamento positivo, motivazione alla carriera, adattabilità, indipendenza, attenzione al dettaglio, atteggiamento professionale, etica professionale e capacità di trattare con i clienti mostrando una forte presenza. Per quanto riguarda la quinta dimensione, l’esperienza della metodologia di project management, che si distingue dalle competenze di project management della dimensione 2, è fortemente associata al ciclo di vita del progetto fino alla consegna; l’uso di metodologie potrebbe anche essere un prodotto della cultura aziendale, con un utilizzo maggiore probabilmente nelle organizzazioni meno adattabili e burocratiche. L’ultima dimensione è la gestione del rischio ed è racchiusa nelle altre dimensioni precedenti; infatti, un project manager con alti livelli di conoscenza/competenza di progetto e/o capacità manageriali sa anche gestire il rischio. 16 2.4.1 La comunicazione con gli stakeholder nella gestione del progetto Il project manager ha il ruolo di integratore, team leader, decisore, comunicatore e influenzatore; infatti è essenziale che il PM sappia comunicare e integrare tra loro tutti gli attori sociali coinvolti al fine di promuovere una proficua collaborazione. Il project manager, oltre ad avere un ruolo di natura strettamente tecnica che lo vede come un “technical manager” (in quanto si occupa di dirigere il progetto dal punto di vista tecnico), ha il compito di comunicare con tutti gli stakeholder nel processo di gestione e conduzione del progetto. (A. Bassi, M. Tagliafico 2007) Gli stakeholder di progetto sono definiti dal Project Management Institute: persone od organizzazioni attivamente coinvolte nel progetto o i cui interessi possono risentire del risultato dell’esecuzione o del completamento del progetto. Gli stakeholder possono anche influire sugli obiettivi e sui risultati del progetto. (L. Bourne 2009) Generalmente l’influenza esercitata dagli stakeholder ha una diretta ripercussione sui costi del progetto: sarà massima nelle fasi iniziali e diminuirà progressivamente con l’avvicinarsi della conclusione. Come illustrato nel grafico seguente (figura 2.5), l’impatto dei costi ha un comportamento inverso: è minimo all’inizio del progetto in quanto le modifiche possono venir meglio gestite nella fase di pianificazione e aumenta progressivamente all’avvicinarsi della conclusione del progetto perché le rilavorazioni e ripianificazioni impattano maggiormente sui costi. (A. Bassi, M. Tagliafico 2007) influenza degli stakeholder costo tempo Figura 2.5: Curva dell’influenza degli stakeholder. Fonte: A. Bassi, M. Tagliafico 2007. 17 Tra gli stakeholder primari, cioè quelle persone/organizzazioni che hanno una relazione formale o contrattuale con l’impresa, è compreso il cliente/utente (persona/organizzazione) che utilizzerà il prodotto del progetto. In quanto stakeholder primario, il cliente viene classificato secondo una alta profondità dei contenuti della relazione e una alta frequenza delle comunicazioni con la quale devono essere informati: esiste una stretta relazione tra il potere esercitato sul progetto e la frequenza delle comunicazioni, e tra il livello di interesse e la profondità dei contenuti. (A. Bassi, M. Tagliafico 2007) Il PM deve saper comunicare con gli stakeholder in tutte e cinque le fasi del ciclo di vita del progetto (inizio, pianificazione, esecuzione, controllo, chiusura), in particolare: nella fase di inizio vengono definiti gli stakeholder coinvolti e i requisiti in termini di comunicazione degli stakeholder; nella fase di chiusura sono comprese le attività di raccolta della documentazione, gestione del lesson learned (cioè un workshop al fine di condividere con il resto dell’organizzazione ciò che è andato bene e ciò che è stato fatto per superare le criticità emerse), e formalizzazione della chiusura del progetto nel documento Final Report (report di chiusura) dove è richiesta la collaborazione del team di progetto, del cliente e di altri stakeholder per poter raccogliere la loro visione degli esiti del progetto (ci si può avvalere anche di un’analisi di customer satisfaction). (A. Bassi, M. Tagliafico 2007) 18 CAPITOLO 3: LA PRESTAZIONE OFFERTA DAI PRODUTTORI DI BENI INDUSTRIALI Le analisi fin qui svolte delineano tre caratteristiche principali del prodotto su commessa: complessità, unicità ed irripetibilità. Esse derivano soprattutto dalla natura stabile della relazione che si instaura tra il fornitore e il cliente in ogni fase operativa della commessa; infatti nel mercato dei beni industriali il fornitore cerca di soddisfare le esigenze di ciascun acquirente individuale, che è conosciuto nelle sue caratteristiche e desideri che lo distinguono da tutti gli altri acquirenti dell’azienda. Perciò la complessità, unicità ed irripetibilità non contraddistinguono soltanto il prodotto ma anche la relazione stessa tra il cliente e il fornitore: si parla in questo caso di interdipendenza, intendendo la stretta interazione con ogni singolo cliente per poter assicurare la soddisfazione di ogni richiesta. Il produttore di beni industriali, soprattutto l’azienda che opera su commessa, deve essere in grado di completare le prestazioni intrinseche del prodotto con una serie di ulteriori servizi, come la fornitura di componenti e l’assistenza post-vendita di parti di ricambio, l’assicurazione di servizi tecnici quali adattamenti più o meno radicali del prodotto, l’installazione e la messa in opera del prodotto stesso, l’offerta di informazioni relativamente alle modalità di utilizzo più opportune, la formazione/addestramento degli addetti del cliente. Data la varietà delle prestazioni che compongono l’offerta dei produttori di beni industriali, è necessario che ciascuna prestazione venga disegnata su misura delle particolari necessità di ogni singolo cliente. Partendo da ciò e secondo il punto di vista di G. Nardin (2002), il sistema di offerta dei fornitori di beni industriali può essere scomposto nelle seguenti prestazioni chiave: 1. Comprendere il bisogno del cliente; 2. Adattare il prodotto fisico; 3. Mettere a disposizione il prodotto; 4. Semplificare l’utilizzo del prodotto; 5. Assicurare la continuità operativa. 19 3.1 Comprendere il bisogno del cliente Comprendere il bisogno del cliente è ciò da cui partire per offrire il prodotto che egli desidera. In questo primo step deve venir adottata una strategia di marketing efficace, come mostrato nella figura 3.1, che colloca il cliente al vertice della cosidetta “piramide rovesciata” (di Tom Carlzon); al successivo livello di importanza si trova il personale di prima linea che è a diretto contatto con il cliente; al di sotto i manager intermedi, che supportano i manager di prima linea per poter servire meglio i clienti; infine, alla base della piramide è collocata l’alta direzione, che assume buoni manager intermedi e supporta il loro lavoro. I clienti sono indicati anche ai lati della piramide perché il rapporto con la clientela si sviluppa con i manager di ogni livello, che sono personalmente coinvolti per poterla meglio conoscere e dedicarsi al suo servizio con logiche e gradi coerenti con il ruolo. (P. Kotler, et al. 2012, p.288) CLIENTI C L I E N T I personale di prima linea manager intermedi C L I E N T I alta direzione Figura 3.1: struttura orientata al cliente Fonte: P. Kotler, et al. 2012 Capire e fare proprio il punto di vista del cliente è necessario per poter offrire ad ogni utilizzatore un’offerta configurata su misura delle sue esigenze; perciò la fase di progettazione del prodotto vede coinvolti i fornitori nella conoscenza approfondita delle specifiche modalità con cui un dato bene industriale sarà effettivamente utilizzato da ciascun acquirente, di quali compiti dovrà assolvere, quali prestazioni l’acquirente si aspetta di ottenere, in quale contesto tecnologico e organizzativo e con quali finalità competitive avverrà il suo impiego. (G. Nardin 2002, p.20) 20 La comprensione dei desideri del cliente è alla base di tutti i design, soprattutto nella fase iniziale di sviluppo del prodotto il design ha lo scopo di incontrare le esigenze attuali del cliente e anticipare le aspettative future. Il design del prodotto e del servizio inizia e si conclude con il cliente, perciò i “product developers” devono partire dalle esigenze del cliente, comunicate nella fase di progettazione e predisposizione dell’offerta, e mantenere un continuo contatto con il cliente per tutta la durata del progetto per far fronte al cambiamento dei bisogni: la soluzione per minimizzare l’incertezza nel progetto di sviluppo di prodotto è “aumentare la sensibilità al dinamismo dei bisogni del cliente”. (Y. T. Chong, C. H. Chen 2009) La voce del cliente deve essere incorporata continuamente nelle decisioni di produzione, affinchè la flessibilità di una struttura di produzione sappia garantire una risposta veloce ed adeguata alle esigenze del cliente in un ambiente in continuo cambiamento. Comprendere il bisogno del cliente è quindi più difficile in condizioni dove l’incertezza colpisce il bisogno stesso, il mercato e le operazioni che devono venir effettuate. L’incertezza relativa al bisogno si verifica nel caso in cui l’impresa acquirente ha difficoltà nel determinare chiaramente l’esatta natura del bisogno in quanto essa non possiede le relative competenze tecniche: in questo caso il fornitore ha il ruolo di consulente, in modo da comprendere le esigenze e le finalità che il cliente si propone di soddisfare con la decisione di acquisto, per poter quindi arrivare a un’adeguata proposta in termini di offerta. (G. Nardin 2002, p.22) L’incertezza del mercato è dovuta in parte dalla sua turbolenza, cioè il cambiamento dei bisogni del cliente, ed influenzato da forze o fattori macro-ambientali, quali demografici, economici, socio-culturali, ambientali (naturali), tecnologici e politico-istituzionali. Sono fattori che caratterizzano l’ambiente nel suo complesso, e di conseguenza incidono sul comportamento del cliente e sui suoi bisogni. Inoltre la turbolenza ambientale si manifesta con intensità tanto maggiore quanto più protratta nel tempo è l’ultimazione del progetto. (P. Kotler, et al. 2012) Per soddisfare appieno il cliente le aziende che operano su commessa devono offrire un’offerta di prodotto completa anche di servizi accessori, questi ultimi consentono il trasferimento di informazioni al cliente sulle modalità di impiego del prodotto; infatti, a causa delle caratteristiche tecnologiche specifiche dei prodotti su commessa, il cliente deve essere in grado di disporre di quelle informazioni tecniche dettagliate necessarie per un corretto impiego del bene acquistato. 21 Il servizio offerto al cliente deve venir pensato nell’intero periodo di utilizzo del prodotto; sulla base di una sequenza cronologica, possiamo avere: servizi pre-vendita (supporto al cliente nella definizione del bisogno, dimensionamento quantitativo e qualitativo, test preliminari e dimostrazioni al cliente); servizi di vendita (imballaggio, trasporto, installazione, messa a regime); condizioni di vendita (garanzie, prezzo, condizioni di pagamento); servizi post-vendita (riparazioni sotto garanzia, riparazioni fuori garanzia, assistenza telematica, forniture di accessori e parti di staccate). (G. Nardin 2002, p.17) Come affermato precedentemente riguardo all’incertezza del bisogno derivante da un mercato in continuo cambiamento, lo stesso ragionamento può essere esteso alla programmazione dei servizi. Le caratteristiche dei servizi che soddisfano il cliente cambiano nel lungo periodo della commessa, soprattutto in quanto essa ha durata pluriennale, perciò il peso attribuito a un servizio è diverso a seconda della fase operativa della commessa e anche del periodo di utilizzo del prodotto: l’azienda deve controllare continuamente i cambiamenti anche provvisori delle esigenze del cliente, per poter offrire un servizio le cui caratteristiche lo soddisfino pienamente. (Y. T. Chong, C. H. Chen 2009) 3.2 Adattare il prodotto fisico Dopo aver compreso quali sono i bisogni del cliente, si passa all’attività di adattamento del prodotto fisico, con interventi caratteristici per renderlo corrispondente alle esigenze di utilizzo del cliente. Questi interventi possono riguardare sia singoli componenti della macchina sia la struttura complessiva del prodotto, che deve essere formulata ad hoc. Queste prestazioni su misura sono specificatamente rivolte a soddisfare la domanda attuale di un ben preciso utilizzatore, sono prestazioni che si adattano ad una precisa commessa con le specificità che essa incorpora e che la rendono unica. Ciò non significa che la commessa non possa essere simile in alcune parti ad altre commesse di clienti diversi. (G. Nardin 2002) Se la soluzione messa a punto corrisponde con le esigenze del cliente, è molto probabile che ciò rafforzi le basi per la continuazione della relazione; infatti la soddisfazione del cliente induce comportamenti di riacquisto, e ulteriori e successive percezioni di soddisfazione determinano il consolidarsi di atteggiamenti di fiducia nei confronti dell’impresa. 22 3.3 Mettere a disposizione il prodotto Per mettere a disposizione il prodotto, i progettisti devono conoscere le caratteristiche dello specifico contesto operativo del cliente (organizzazione produttiva entro cui viene collocato, le prestazioni critiche a cui è destinato etc.) e, nel caso delle imprese impiantistiche2 anche del luogo dove l’impianto verrà installato. Il prodotto, una volta ultimato, è messo a disposizione con diverse modalità contrattuali che prevedono un differente coinvolgimento dall’impresa costruttrice: chiavi in mano, prodotti in mano, mercato in mano. La soluzione chiavi in mano prevede che le opere commissionate siano consegnate complete in tutte le loro parti accessorie e in condizioni di funzionamento, spesso i progetti hanno caratteristiche tecniche irripetibili e vengono coinvolte più imprese che offrono prestazioni diverse. Per prodotti in mano s’intende un ulteriore periodo di assistenza tecnica di propri esperti per addestrare il personale locale necessario al funzionamento dell’impianto, prima che l’opera sia completata e nella fase successiva di installazione. È compresa anche una nuova verifica del funzionamento dell’impianto dopo un breve periodo di tempo. In questo caso l’impresa diventa garante del prodotto, quale output dell’impianto, attraverso un esteso programma di addestramento operativo e di manutenzione. La formula mercato in mano contempla, oltre all’avviamento dell’impianto, anche la commercializzazione del prodotto. L’impresa quindi si impegna a collocare sul mercato nazionale estero tutta o parte della produzione ottenuta con l’utilizzo dell’impianto installato. (A. M. Nati 2009) L’impresa deve essere in grado di mettere a disposizione il prodotto nei modi e nei tempi stabiliti. Il tempo infatti è una variabile ad alta criticità: allungamenti nei tempi di consegna e ritardi rispetto alla tempistica concordata possono comportare conseguenze anche gravi per il cliente e hanno ripercussioni dannose nel rapporto con il cliente. 2 Nota: Le imprese impiantistiche sono produttrici di grandi commesse e realizzano impianti industriali semplici o completi, destinati alla produzione di beni o servizi, e anche interi stabilimenti (acciaierie, centrali termoelettriche o nucleari, impianti petrolchimici, etc.). 23 3.4 Semplificare l’utilizzo del prodotto Per aumentare la soddisfazione del cliente, l’impresa fornitrice deve rendere semplice al cliente l’impiego del prodotto, perché egli possa ottenere dal prodotto prestazioni migliori e sappia gestire le eventuali difficoltà che si potrebbero verificare nel corso suo utilizzo. Per questo motivo e soprattutto a causa dell’alta specificità dei prodotti su commessa, l’impresa spesso offre corsi di addestramento per mezzo dei quali vengono trasferite al personale che utilizzerà il prodotto le conoscenze necessarie. In sostituzione del servizio di addestramento oppure anche in aggiunta ad esso, l’impresa predispone varie tipologie di materiale informativo: documentazione tecnica personalizzata, audiovisivi che illustrano le tecniche più efficaci di impiego della macchina, adattati su misura delle tipologie di prestazione del prodotto ricercate dallo specifico compratore. (G. Nardin 2002, p.34) 3.5 Assicurare la continuità operativa Un efficace servizio di assicurazione della continuità operativa aumenta la soddisfazione del cliente e comporta uno stretto legame tra il fornitore e il cliente anche successivamente alla conclusione della commessa. Se ben gestita questa relazione può diventare la base di un rapporto di fiducia con il cliente e nel migliore dei casi porta alla costituzione di vere e proprie partnership. La completa e piena funzionalità operativa del bene è resa dai servizi di manutenzione, sostituzione e riparazione di parti del prodotto inutilizzabili, regolare monitoraggio degli impianti installati, intervento di assistenza di tecnici specializzati e l’aggiornamento delle componenti. Questo ultimo punto dipende dal fatto che la maggior parte delle macchine sono costituite da parti che conoscono un’evoluzione tecnologica differenziata, quindi l’acquirente ha interesse ad essere prontamente aggiornato sulle innovazioni tecniche introdotte dal fornitore e che possono venir incorporate nel macchinario acquistato, migliorandone le prestazioni. (A. M. Nati 2009, pp.35-37) 24 CAPITOLO 4: ORIENTAMENTO AZIENDALE AL MARKETING ONE-TO-ONE Soddisfare il cliente e consolidare una clientela fedele è la base di ogni business. L’esigenza di personalizzare il prodotto e incontrare i bisogni del cliente è fondamentale nel mercato dei beni industriali, soprattutto se l’azienda produce su commessa. In questo caso l’azienda deve adottare necessariamente un orientamento aziendale al marketing one-to-one per poter sviluppare e mantenere nel tempo un dialogo diretto e personalizzato con il cliente, offrendo un prodotto che meglio si adatta alle sue aspettative. L’obiettivo del marketing one-to-one è soddisfare il maggior numero di bisogni di ogni singolo cliente, personalizzando i prodotti, i servizi e la relazione stessa con il cliente in modalità “uno a uno”. Il grado di soddisfazione del cliente è dato dalle sensazioni di piacere o di delusione prodotte dal confronto tra la performance percepita di un prodotto (outcome) e le aspettative o le aspirazioni relative alla medesima performance. Se la performance non è all’altezza delle aspettative si percepisce insoddisfazione; al contrario si è soddisfatti. Se, invece, la performance supera le aspettative si è molto soddisfatti o, nel migliore dei casi, entusiasti. (P. Kotler, et al. 2012, p.295) La soddisfazione viene definita come una funzione della differenza tra le aspettative precedenti del cliente e la sua percezione riguardo all’esperienza d’acquisto; essa riflette la performance del fornitore che è guidata dalle sue abilità e competenze. (F. Jacob, U. Kleipass, A. Pohl 2013) La soddisfazione del cliente è un fattore chiave per sviluppare la fedeltà dei propri clienti: un cliente soddisfatto in genere acquista successivamente il prodotto, ne acquista quantità maggiori ed influenza il comportamento di altri potenziali acquirenti; inoltre, se l’azienda è in grado di gestire efficacemente ulteriori percezioni di soddisfazione da parte del cliente, si crea una relazione di fiducia tra l’azienda/fornitore e l’azienda/cliente. Con lo scopo di soddisfare pienamente un cliente, quindi, l’orientamento al marketing one-toone suggerisce di trattare i clienti in maniera differenziata secondo le proprie caratteristiche e creare prodotti customizzati che meglio si adattano alle loro richieste, che si sono sviluppate sia nella fase iniziale di progettazione della commessa ed anche nelle successive fasi operative in corso d’opera. 25 La progettazione di ogni singola commessa avviene in un clima di collaborazione tra l’azienda e il cliente: quest’ultimo comunica le proprie esigenze che vengono recepite dall’azienda predisponendo un progetto e programmandone le fasi operative. La commessa, complessivamente, è unica in quanto è composta da un prodotto che risponde ad esigenze di un singolo cliente (che ha caratteristiche che lo distinguono nettamente da tutti gli altri clienti) e offre servizi (anche accessori) che sono stati personalizzati per quel preciso cliente. Nelle aziende che producono su commessa, la strategia che può guidare a miglioramenti di performance deve comprendere un effetto diretto e positivo sulla soddisfazione con la capacità di consulenza del fornitore: il fornitore deve essere in grado di aiutare il cliente a riconoscere e verbalizzare le sue esigenze, e valutare i percorsi alternativi per la soluzione di problemi; infatti le competenze immateriali costituiscono, insieme alle caratteristiche tangibili del prodotto, la “solution” ai bisogni del cliente. Per “solution” s’intende un prodotto, combinazione di prodotti, servizi, o mix di prodotti e servizi che compongono un’offerta per il cliente, con lo scopo di affrontare e risolvere specifici problemi aziendali del cliente oppure di rispondere ad altre sue richieste. L’azienda per poter competere deve perciò offrire non solo un prodotto considerato singolarmente ma una total solution, di cui l’azienda si serve per mettere a disposizione del cliente le proprie competenze specifiche e tecnologiche: la solution incorpora le competenze e le risorse a disposizione dell’azienda senza le quali non riuscirebbe a mantenere una posizione di competitor nel mercato. Una di queste competenze è l’abilità di un’azienda di capire le esigenze e i desideri del cliente e di offrire soluzioni personalizzate come se fossero cucite su misura di quel preciso cliente; in questo modo essa svolge il ruolo di consulente nella progettazione, sviluppo e attuazione di una soluzione personalizzata per il cliente. (F. Jacob, U. Kleipass, A. Pohl 2013) La personalizzazione, che mira a progettare ed evolvere offerte che soddisfino le esigenze uniche e mutevoli dei clienti, è una prevalente manifestazione del cliente di coproduzione che costituisce una caratteristica distintiva del servizio che offre l’azienda/fornitore. Quindi, per massimizzare il valore per il cliente, le caratteristiche e le funzionalità del prodotto/servizio devono venir progettate con l’obiettivo di realizzare un abbinamento perfetto alle esigenze peculiari del cliente. 26 CAPITOLO 5: IL CASO DEGLI SHIPLOADERS IN BEDESCHI SPA 5.1 Descrizione della società Bedeschi SpA e dei quattro segmenti di mercato in cui opera Bedeschi SpA è un’azienda con sede a Limena (PD) specializzata nella progettazione e costruzione di macchine ed impianti per il settore dei laterizi, dei cementifici, nel campo minerario e nella logistica dei terminali portuali. Lo stabilimento di Limena occupa un’area di oltre 50.000 metri quadri di cui 30.000 adibiti al settore produttivo; al suo interno operano 160 persone, suddivise in modo omogeneo tra uffici ed officina. L’azienda è stata fondata nel 1908 da Gugliemo Bedeschi, nonno dell’attuale omonimo Presidente, con l’obiettivo di meccanizzare le attività delle fornaci. Intento che si concretizzò subito con la costruzione delle prime macchine per la formatura dei laterizi; in particolare fu realizzata una mattoniera premiata con medaglia d’oro alla Mostra Internazionale di Torino del 1909. Da più di cento anni l’azienda è proprietà della famiglia Bedeschi, dei componenti che direttamente si sono dedicati alla sua conduzione; ciò ha potuto garantire la continuità nelle relazioni con i clienti ed ha consentito la trasmissione ininterrotta di conoscenze che permettono, grazie alla disponibilità di un ponderoso archivio, di fornire documentazione tecnica e ricambi relativi a prodotti di oltre sessant’anni fa. Fin dall’inizio Bedeschi si è focalizzata sull’espansione geografica del proprio mercato, avendo come obiettivo offrire una gamma sempre più ampia dei propri prodotti. Negli anni ’30 era attiva nei Paesi del centro Africa, negli anni ’50 seguì lo sviluppo dei Paesi del Sud America costituendo, per un periodo, delle filiali in Venezuela ed Argentina. Oggi il Gruppo lavora in tutto il mondo con oltre il 90% del fatturato realizzato all’estero, rivolto ai diversi mercati attraverso un network in grado di fornire servizi tecnici e commerciali immediati. L’azienda dispone di una rete tecnico-commerciale per una pronta assistenza grazie anche alla filiale Bedeschi America di Miami (U.S.A.), che segue il mercato del Nord e Sud America. L’espansione dell’Azienda ha coinvolto: un’azienda italiana di Milano acquisita nel 2004, operante nel settore degli impianti di depurazione di aria e di gas, che fornisce tecnologie per la depolverizzazione dell’aria; e Bulk Logistic Landmark (BLL) fornitore a livello mondiale di servizi e attrezzature per la logistica marittima. I segmenti di mercato in cui opera l’azienda sono quello dei laterizi, del cemento, del settore minerario e dei terminali portuali. L’offerta dell’azienda comprende servizi di progettazione, produzione, avviamento e test. 27 In particolare nell’industria dei laterizi l’azienda produce una gamma completa di macchinari per la lavorazione dell’argilla, dalla cava alla preparazione, stoccaggio, estrusione e pressatura, macchine per la movimentazione (linee automatiche), essicatoi e forni, fornendo impianti completi “chiavi in mano”. Nel settore del cemento l’azienda costruisce gruppi di frantumazione, parchi di preomogeneizzazione, con messa a parco e ripresa per calcare, marne, materie prime, carbone, clinker e gesso. Gli impianti possono anche avere parti predisposte per la depurazione di polveri e fumi. Nel settore del minerario l’azienda realizza gruppi di frantumazione mobili e semimobili anche in galleria, con messa a parco e ripresa. Nel settore marino l’azienda ha di recente potuto sfruttare le competenze tecniche sviluppate negli altri mercati e le tecnologie in possesso per poter competere nel mercato dei terminali portuali e offrire un prodotto di nicchia: lo shiploader. L’offerta dell’azienda per questo segmento di mercato è composta da impianti di carico-scarico, statici, mobili e a bordo, per materiali sfusi, e terminali per la movimentazione e lo stoccaggio dei materiali sfusi. 5.1.1. Il settore marino dei terminali portuali Nel settore dei terminali portuali l’azienda Bedeschi SpA riesce a realizzare alti margini di guadagno in quanto il mercato è ancora poco sviluppato, in espansione e con pochi concorrenti. A causa della specializzazione del trasporto marittimo i porti tendono a specializzare a loro volta le strutture ricettive. Vi è stata perciò l’esigenza del terminalista3 di dotarsi di infrastrutture idonee e attrezzate per l’attracco di una o più navi, assicurando la massima efficienza delle operazioni portuali. Il terminale portuale consente al soggetto gestore di organizzare tutte le fasi di un’operazione di sbarco, deposito temporaneo e di ricarica della merce verso la destinazione finale. (T. Vespasiani 2009, p.134) 3 Nota: il Terminalista è quell’impresa che si incarica della gestione di un terminale portuale e che professionalmente cura lo svolgimento di servizi di movimentazione fisica delle merci. 28 Lo shiploader fa parte di una grande infrastruttura installata nei porti o a bordo nave, costituita da gru e nastri trasportatori che consentono la movimentazione fisica di materiali solidi sfusi, come ad esempio il carbone, tramite operazioni di carico, scarico, trasbordo (trasferimento della merce da un mezzo di trasporto ad un altro) e deposito dei materiali. Lo shiploader può venir installato, oltre che nel porto e a bordo nave, anche su terminali galleggianti. Attraverso il terminale galleggiante, gli operatori servendosi degli shiploaders possono alleggerire in rada4 le grandi navi Panamax adibite al trasporto oceanico, abbassandone il pescaggio e permettendo l’ingresso nel porto per il completamento delle operazioni di scarico. In altri casi le operazioni di movimentazione delle merci da una nave ad un’altra, operazione detta di transhipment, avvengono completamente in mare aperto perché l’attraccaggio in porto richiede maggiori spese. In sostanza, lo shiploader è un braccio meccanico che consente lo scarico/carico delle merci dalle navi, li immagazzina in contenitori di grandi dimensioni presso il Terminale e, all’arrivo della nave a cui è designata quella particolare merce accumulata, trasferisce il carico servendosi di nastri trasportatori e grandi tubi di cui lo shiploader può disporre. Figura 5.1.1: operazione di transhipment. Fonte: www.bedeschi.it 4 Nota: larga insenatura riparata, naturale o artificiale, adatta all'ancoraggio delle navi. 29 5.2 Descrizione del mercato dei terminali portuali Un terminale portuale operante nel settore bulk logistic5 è costituito da un insieme di risorse (impianti e forza lavoro) che svolgono le operazioni di: sbarco/imbarco; stoccaggio; inoltro/ricezione; di rinfuse liquide e solide il cui trasporto avviene via mare in grandi lotti. Nell’operazione di sbarco/imbarco la nave ormeggiata viene caricata/scaricata delle rinfuse che vengono sistemate nella banchina o viceversa; tali operazioni richiedo l’utilizzo di gru e di impianti di banchina caratterizzati da gradi crescenti di automazione. La fase successiva consiste nello stoccaggio delle materie prime sui piazzali o nei depositi coperti. L’ultima fase prevede il prelevamento della merce dai cumuli o dai depositi e il relativo trasferimento in camion o vagoni ferroviari. (A. Gozzi, R. Scarsi 2013, pp.303-304) Queste fasi possono venir effettuate anche in mare aperto: per mezzo di una nave addetta allo stoccaggio del materiale, oppure il trasferimento di materiale può avvenire tra navi transoceaniche addette al trasporto. La fase di scarico e di messa a parco (deposito) avviene tramite un estrattore e una rete di nastri trasportatori; invece le rinfuse liquide (come ad esempio il petrolio) vengono trasferire tramite pipeline (condutture) o stoccate attraverso l’utilizzo di apposite cisterne o silos. Quindi il terminal operator, per poter svolgere più efficacemente le operazioni di movimentazione nave-terra e di manipolazione delle rinfuse secche e liquide nei terminali portuali, ha dovuto sostituire la forza lavoro con elevati gradi di automazione ed effettuare ingenti investimenti infrastrutturali e sovrastrutturali, soprattutto causati dalle enormi dimensioni delle Capesize, grandi navi (superiori alle 80.000 tpl6) che trasportano carbone o altre materie in forma solida. 5 Nota:Bulk logistics significa logistica dei grandi volumi e riguarda la gestione e movimentazione di grandi quantità di materiali sfusi, generalmente materie prime (ad esempio petrolio, carbone, cereali). 6 Nota:tonnellate di portata lorda. 30 Figura 5.2: operazione di scarico del carbone in mare aperto. Fonte: www.bedeschi.it 5.3 Lo shiploader 5.3.1 Un prodotto su commessa Lo shiploader deriva perciò dall’esigenza di strutture tecnologiche specifiche ed efficienti per svolgere operazioni di movimentazione di ingenti quantità di materie prime. Bedeschi SpA riesce a soddisfare i bisogni dei suoi clienti offrendo un prodotto (lo shiploader appunto) tecnologicamente avanzato, complesso e che si adatta a ogni esigenza e al luogo in cui viene installato. Lo shiploader è un prodotto su commessa, la cui progettazione, esecuzione e completamento avvengono in continuo rapporto con il cliente e con la collaborazione dei fornitori, con cui Bedeschi instaura vere e proprie alleanze strategiche per la buona riuscita del progetto. 31 Le fasi operative della commessa vengono seguite e controllate interamente da un project manager, che valuta le variabili del progetto, l’impostazione organizzativa, le specifiche esigenze del cliente e le opportunità dell’azienda cercando di conciliarle verso il raggiungimento di un obiettivo comune. Infatti ogni commessa è diversa da tutte le altre; e ogni progetto va concepito e gestito secondo il suo particolare contesto operativo, considerando tutti gli stakeholder i cui interessi sono coinvolti nel progetto. 5.3.2 La prestazione offerta dall’azienda Le prestazioni che compongono l’offerta dell’azienda Bedeschi SpA vengono disegnate su misura delle particolari esigenze di ogni singolo cliente. Per questo motivo e in linea con quanto già detto al capitolo 3 riguardo al sistema di offerta dei fornitori di beni industriali, anche l’offerta dell’azienda Bedeschi SpA può essere scomposta nelle seguenti prestazioni chiave: 1 Comprendere il bisogno del cliente; 2 Adattare il prodotto fisico; 3 Mettere a disposizione il prodotto; 4 Semplificare l’utilizzo del prodotto; 5 Assicurare la continuità operativa. Con riferimento al terzo punto, Bedeschi SpA, essendo un’impresa impiantistica con elevate competenze in termini di progettazione ed esecuzione di grandi opere, realizza il progetto di uno shiploader valutando la natura pluriennale della commessa e l’alto valore unitario del prodotto finale; queste valutazioni comprendono in primo luogo problemi in ordine al finanziamento dell’impresa. La complessità del progetto di costruzione di uno shiploder richiede lunghi periodi di tempo e comporta un aumento di intensità della turbolenza ambientale. Nei riguardi del committente, la disponibilità di impianti del genere può avere diversi obiettivi: ad esempio, aumentare l’efficienza nella movimentazione delle merci/materie prime; sviluppare un’area geografica; incrementare l’occupazione; sfruttare una risorsa naturale. Per Bedeschi SpA è di vitale importanza affidarsi a quel patrimonio immateriale che si identifica nella creatività, nel knowhow tecnico e tecnologico, nelle capacità organizzative e di programmazione. (A. M. Nati 2009, pp.19-20) 32 5.3.3 La relazione con il cliente e con il fornitore La complessità causata dalla diversità dei processi e dei bisogni dei clienti è attenuata quando tra fornitore e cliente si instaura un relazione di lunga durata durante la quale si forma un sistema di comunicazione aperto e ricco tra le due organizzazioni e una approfondita conoscenza reciproca. (G. Nardin 2002, p.27) La soddisfazione del cliente è influenzata dalla natura dei rapporti che l’azienda intrattiene con i fornitori che sono coinvolti in alleanza strategiche operative. Sono di fondamentale importanza la lealtà e la fiducia reciproca tra i partner in quanto esse, anche se indirettamente, impattano in modo positivo sulla relazione con il cliente. Quest’ultima è talvolta moderata dall’incertezza ambientale e dalla rivalità competitiva, che quando sono elevate hanno un effetto positivo meno intenso sulla soddisfazione e la fiducia. (M. J. Sanzo, R. Vàzquez 2011) La propensione di un’azienda a stringere alleanze strategiche dipende dalle sue caratteristiche (ad esempio la diversificazione del mercato del prodotto, le dimensioni, le attitudini manageriali, la cultura aziendale), le caratteristiche del settore (ad esempio la dimensione minimo efficiente, la struttura dei costi, delle minacce di nuovi operatori o di concorrenza di sostituiti), e le caratteristiche ambientali (ad esempio l’incertezza del mercato, il cambiamento tecnologico, l’ambiente politico e giuridico). (M. J. Sanzo, R. Vàzquez 2011) 5.3.4 Le alleanze strategiche operative con i fornitori Per poter soddisfare pienamente il cliente, Bedeschi SpA, Liebherr e Logmarine hanno fondato un’alleanza strategica operativa, denominata Bulk Logistic Landmark (BLL). Liebherr è una storica azienda di famiglia, fornitrice affidabile a livello mondiale di servizi e attrezzature tecnologicamente avanzate per la logistica marittima; l’azienda offre soluzioni su misura per le operazioni su qualsiasi imbarcazione, banchina, chiatta, transhipper per la movimentazioni di rinfuse e carichi pesanti. Logmarine è una società specializzata nella logistica di spedizione e design della catena di approvvigionamento di materie prime rinfuse secche come carbone, minerale di ferro e altri; per la movimentazione di rinfuse l’azienda sa ideare e progettare soluzioni, ideali per i terminali portuali e per gru galleggianti. 33 Il primo progetto messo in atto dalla BLL fu una struttura di shiploader sul nuovo impianto di scarico al terminale Toros, in Turchia: due gru Liebherr sono state installate e collegate al sistema di trasporto Bedeschi. Il risultato è stato un efficiente impianto di movimentazione e stoccaggio del carbone. Figura 5.3.4: Terminale Toros, Turchia. Fonte: www.bedeschi.it 34 CONCLUSIONI Come conclusione delle analisi e degli studi fin qui svolti, le imprese che producono su commessa gestiscono prodotti complessi che nascono da un continuo rapporto con il cliente e da collaborazioni esclusive con i fornitori. La commessa viene progettata su misura di ogni singolo cliente, partendo dai suoi bisogni fondamentali per arrivare a quelle prestazioni accessorie che arricchiscono ancora di più un’offerta personalizzata ad hoc. Il prodotto su commessa è complesso, unico ed irripetibile in quanto tra il cliente e il fornitore si instaura un rapporto di stretta fiducia e di continua interazione in tutte le fasi operative di cui si compone una commessa; essa nella sua unicità incorpora le caratteristiche e la cultura aziendale del fornitore e del cliente. La complessità del prodotto su commessa rende necessaria la gestione da parte del project manager, che si occupa dell’integrazione dei vari interessi coinvolti sia per quanto riguarda gli obiettivi aziendali sia considerando tutti gli stakeholder. In particolare il cliente è un fondamentale stakeholder per il successo della commessa: egli è la vera fonte del valore, per cui l’azienda deve adottare una strategia di marketing efficace che colloca il cliente al centro di ogni decisione aziendale. Inoltre per soddisfare il cliente con un’offerta configurata su misura delle sue esigenze, è fondamentale che l’azienda capisca e faccia proprio il punto di vista del cliente. Una commessa nasce, si sviluppa e si conclude con il cliente: è questo il pensiero che orienta le decisioni aziendali di molte aziende di successo, tra cui Bedeschi SpA, azienda impiantistica che produce su commessa prodotti complessi e di enormi dimensioni. Le commesse che gestisce hanno spesso durata pluriennale e il rapporto con il cliente è caratterizzato da fiducia e continuità nella relazione. L’azienda può perciò vantare clienti leali che collaborano nella gestione del progetto e di cui sa riconoscere le esigenze offrendo soluzione ad hoc. 35 36 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Bassi A., Tagliafico M., 2007. Il valore strategico della comunicazione nel project management. Dal piano di gestione, ai report, alla chiusura del progetto. Milano: Franco Angeli Bedeschi SpA. Disponibile su <http://www.bedeschi.it> Bonti M., Cori E., 2006. Competenze organizzative nella media impresa: il caso Loccioni. Milano: Franco Angeli Bourne L., 2009. Disponibile su <http://blogs.pmi.org/blog/voices_on_project_management/2009/09/who-is-astakeholder.html> [data di accesso: 31/07/2014] Chipulu M., et al., 2013. A multidimensional analysis of project manager competences. IEEE Transactions on Engineering Management, 60 (3) Chong Y. T., Chen C. H., 2010. 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