"Al festival ma coi piedi ben per terra"

TRENTINO 2 giugno 2014 prima pagina
"Al festival ma coi piedi ben per terra"
di Giuseppe Raspadori
Bene, la peggior classe dirigente che l’Italia ha avuto si sta autocelebrando a Trento riproponendo se
stessa per guidare un paese che lei stessa ha affossato nell’economia reale, ha violentato nel
territorio, ha derubato a tutti i livelli nelle finanze.
Un provvido colpo d’ala della storia permette a questa classe dirigente di presentarsi coi volti di una
leadership politica, Renzi, Padoan, Delrio, a cui qualsiasi scetticismo non può annullare
quantomeno la speranza di poter interpretare un nuovo corso. Vedremo. Senza dimenticare che un
anno fa dicemmo la stessa cosa con il VeDrò di Letta.
La realtà nazionale però è quella che ci è stata presentata già nella prima giornata da Delrio: puoi
cambiare la leadership politica ma l’apparato burocratico della nazione è quello che è:
autoreferenziale, incapace, immobile, dedito, da nord a sud, al “cattivo” governo della cosa
pubblica.
E la realtà locale, pure, è quella che è, quella che abbiamo visto all’opera in questi mesi, dedita a
tagliare qualche milione qua e là in ogni settore ed ha spalmarsi, senza vergogna, decine di milioni
nelle proprie tasche.
A Trento la partita della speranza e della credibilità è pressoché persa, viene da sorridere a leggere
sui depliant arancioni del Festival “il valore inestimabile dell’Autonomia….il perseguimento degli
interessi generali con rigore, trasparenza e sobrietà…” parole del presidente Rossi, alle prese con i
suoi 40 scoiattoli rapaci che hanno fatto il pieno di noci d’oro di privilegi, per sé e per centinaia di
neo-nominati dirigenti, direttori, manager.
In Italia, a parte la speranza, più che la fiducia, che oggi è stata concessa, come ennesima ultima
spiaggia, a Renzi, le cose più concrete continuano ad arrivare dalla magistratura e dagli arresti che
quotidianamente vengono annunciati di politici e di avventurieri di ogni risma: dalle discariche ai
fondi europei, all’expò. In galera hanno cominciato a finire anche i ministri del governo Monti, il
plenipotenziario bocconiano eurostimato salvatore nazionale che Napolitano tirò fuori dal cilindro
premiandone la futura oculatezza con la “carega” di senatore a vita.
Le cose stanno così, caro vispo Tito Boeri, che da dieci hanni organizzi con lungimiranza i temi del
nostro Festival. Teniamo i piedi ben piantati in terra.