Scuola kolbe Oggiono Abbiamo chiesto a Luigi Ballerini, amico, di fare una chiacchierata per aiutarci a capire come vivere il rapporto con i nostri ragazzi. “Ragazzi da stimare”: dice l’interesse che noi adulti dobbiamo avere nei loro confronti: perché li dobbiamo stimare, cosa hanno di così interessante da poter stimare in loro? “Ragazzi da stimare”: ma a volte fanno di tutto per non farsi stimare e non sempre sono del tutto amabili… Vi mostro il trailer del film “DISCONNECT” uscito il 9 gennaio scorso: quattro storie che si intrecciano, persone cadute nella rete della rete. Le storie centrali sono quelle di due minorenni che restano coinvolti in una chat erotica, dentro il falso account Jessica, e uno dei due, Ben, travolto dalla vergogna, si impicca. Nel film Jason- uno dei due creatori del falso account Jessica - accetta di chattare col padre di Ben perchè in fondo, in fondo lui ha un problema di rapporto con suo di padre (che come lavoro contrasta la pirateria informatica…. e non sospetta che suo figlio possa fare cose così, non lo conosce, non sa niente di lui). Jason scrive al padre di Ben : “Lui- intendendo Ben- le piace?” e il padre risponde “gli voglio bene”. Jason replica”non era questa la domanda”. Questa parte del film dice del bisogno dei nostri ragazzi di piacere. Cercano su facebook il “mi piace”… i vostri figli magari ci sono illegalmente, perché bisogna avere 13 anni e loro costruiscono identità fasulle, virtuali ed accettano per vere qualsiasi identità che incontrano. QUESTO E’ UN PARADOSSO SUI CUI VIGILARE e da dire loro!!!). Il meccanismo di facebook afferma la logica del “mi piace” per cui se ho tanti consensi sono un figo…altrimenti no. In fretta i ragazzi capiscono che alcune foto catturano più consensi, per cui spostano pian piano l’asticella di ciò che sono disposto a mettere in rete: questa è una distorsione dell’idea di piacere, ma dobbiamo tenerne conto e pensare che soprattutto hanno il desiderio di piacere a noi. (è la domanda di Jason, la sua questione irrisolta con suo padre perché lui è ribelle, non è bravo a scuola …. il papà di Ben risponde in modo dolce, ma astratto e così lui lo colpisce dicendo che non era quella la domanda…) . Il bene verso i nostri ragazzi non può essere un assioma (ti voglio bene), per i ragazzi vale “ti voglio bene se…mi tratti bene, se ti preoccupi, interessi di me”. Tra l’altro il padre di Ben usando il suo computer scopre ciò che non ha mai saputo di lui: che scrive musiche bellissime, che ha paure, desideri, aspettative….. mai espressi… I NOSTRI RAGAZZI DESIDERANO PIACERCI ANCHE SE NON CE LO DIRANNO MAI, anche se ci dicono il contrario o sono menefreghisti, neutri o apparentemente ostili. NESSUN RAGAZZO CRESCE BENE SE I SUOI GENITORI LO DISPREZZANO. DISPREZZARE, non sembra atteggiamento dei genitori, sembra troppo forte, ma spesso lo facciamo: mi sento sire “a mio papà non va bene niente di me, LA MIA MUSICA, I MIEI INTERESSI, COME MI VESTO, NEMMENO COME CAMMINO“. Questo è un massacro e sono certo che questo padre mi direbbe che vuole bene al figlio e proprio in virtù di questo bene astratto gli fa queste correzioni. Ma cosa arriva al ragazzo? Possibile che non abbia qualcosa per cui essere valorizzato… dipende che interessi, amici, modi cerco in lui… se sono quelli che ho in mente io genitore, adulto non funziona…. Noi genitori guardiamo i nostri figli secondo le nostre “fisse” e così rischiamo di non conoscerli, di perdere la grandezza, i desideri, le aspettative, le paure che hanno dentro, il futuro che si immaginano e noi cadiamo nei “trappoloni” che ci tendono (esempio borsa del calcio…..) se l’adulto si impunta è finita….. L’adulto è quello che riconosce la trappola e decide di non farsi trasportare dentro i meccanismi della trappola e agisce di conseguenza, non lo permette. Non è solo questione di coerenza anche se i ragazzi ci guardano,ci ascoltano, di ci giudicano; a noi adulti a volte è chiesto di fare un passo indietro per cercare di capire cosa succede. Anche quando si oppongono, sono ostili desiderano essere apprezzati per qualche cosa, ma a volte siamo disposti ad apprezzarli solo per quello che abbiamo in testa noi …. per cui se gli interessi non coincidono è lo scontro…. (ragazzo che ama il cimema, ma il padre il calcio…..) E’ come se noi li disprezzassimo: in fondo in fondo a noi piace il figlio bravo, che va bene scuola, che ha interessi importanti (tipo first certificate)….. ma il nostro ragazzo riesce se è serio con l’interesse che mostra: è avere un punto di applicazione del suo intersse sulla realtà per cui vuole diventare bravo, preparato, competente che lo rende capace di migliorare o correggersi A noi adulti è chiesto di avere un occhio vergine sui ragazzi, considerando che PENSANO, non considerarli stupidi: la questione della STIMA è questa. Li consideriamo brufolosi, in preda agli ormoni, istintivi, nell’età della stupidera : fanno cose stupide perché pensano siano soluzioni a delle questioni; gli errori che fanno è perché pensano che poi saranno contenti (se metto la foto stupida, anche un nudo…. dopo questo mi gratificherà….). Dobbiamo raccogliere il desiderio buono dei nostri ragazzi(anche la questione del mi piace di Facebook). La ragazza di Asti che si è uccisa si è lasciata “ferire” dai commenti incontrati su Ask, sito anonimo, da qualcuno che nemmeno conosci . Questa è la vera fragilità : Ben o la ragazza ci cascano perché sono tremendamente soli e dentro la solitudine si fa di tutto per non essere soli. Dobbiamo offrire qualcosa di interessante ai ragazzi. I NOSTRI RAGAZZI PENSANO: ogni mattina si alzano, come noi, con la loro questione individuale(dal generico “mi porto a casa la pelle “ o qualcosa di più… ho la verifica di storia, non sono preparato- sono innamorato di Martina e non so come guradarla- mi piacerebbe essere invitato in quel posto, ma non me lo dicono…) che infondo è essere contenti Guardare i nostri figli sapendo che hanno la loro questione cui stanno lavorando, anche se appaiono un poco sciocchi, è mettere in gioco quella stima che salva anche l’errore che potrebbero fare. Stima dunque rispetto al fatto che i ragazzi cercano soluzioni. L’aiuto nostro è offrire la nostra stima, apprezzando anche quello che di loro magari non ci corrisponde esattamente o che abbiamo in testa, ma che è interessante per loro. 1997 è stato chiesto al futuro papa Ratzinger : è lo Spirito Santo il responsabile della elezione del Papa? Risposta: non direi così, non è lo Spirito Santo che lo sceglie, lo SS non prende esattamente il controllo della situazione, ma, da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio e molta libertà senza pienamente abbandonarci. Il ruolo dello SS deve essere inteso in modo molto più elastico: non che egli detti il candidato per il quale votare…. Probabilmente l’unica sicurezza che offre è che la cosa non possa essere pienamente rovinata: ci sono troppi esempi nella storia di Papi che evidentemente lo SS non avrebbe mai scelto…. “Lo SS è un buon educatore”. Analogia con noi genitori: è un invito a non prendere esattamente il controllo della situazione, ma lasciare molto spazio e libertà senza pienamente abbandonarli. “Sicurezza che la cosa non possa essere rovinata”: basterebbe che non rovinassimo totalmente quello che i ragazzi possono e sanno fare col nostro giudizio, a volte siamo proprio noi…confidiamo invece nella loro capacità di discernimento e giudizio, a volte è dura, ma loro hanno capacità di discernimento! (rifiuto di un ragazzo del passaggio dal tecnico al professionale perché lì ci sono persone che fanno ciò che lui non farebbe mai, pur essendo lui abbastanza difficile…riconosce un limite che non vuol superare, che sarà la speranza per la sua ripresa). Noi dobbiamo confidare nel fatto che sanno discernere e dobbiamo iniziare a lasciarli liberi, secondo l’età che hanno senza abbandonarli; cosa vuol dire lasciare libertà senza abbandonarli? E’ il lavoro che vi lascio da fare insieme con la scuola. - E’ giusto andare a vedere le chat dei figli?? Quando cerchiamo un’informazione dobbiamo poi sapere cosa farcene… E’ poi una questione di controllo. I nostri ragazzi sono molto controllati… se un ragazzo cogliesse questo ci restituirebbe tutto…. Controllo ossessivo che non ci basta (asilo nido con telecamera collegata all’ufficio: grande presunzione materna). E’ bene che i bambini, ragazzi abbiano altri continuamente con cui confrontarsi, con cui giocarsela! Ci è chiesta vigilanza, non controllo; spesso c’è anche grande curiosità da parte nostra, con la tremenda menzogna che papà e mamma debbano sapere tutto… No. Con papà e mamma devo poter parlare delle cose che contano, di quello che non va: devono essere sicuri che possono parlare di ogni cosa perché davanti alla “Jessica di turno” che posso incontrare e che mi incastra, mamma e papà ci sono! Dobbiamo provare a conoscere i nostri figli senza spiarli, trovando degli indicatori se va bene a scuola (sopra il 6) se ha qualche impegno, interesse, attività, se ha amici che cerca e da cui è cercato(non necessariamente da leader), sinceri, veri e non on line con cui incontrarsi. se si lascia incontrare e non è sempre chiuso nella sua stanza o sempre cupo.. sono certo che se la caverà! Un genitore sa quando può essere ragionevolmente tranquillo, non nel senso che ha l’assoluta certezza di avere in mano il futuro del figlio, tantomeno il presente, però è tranquillo che si sta muovendo bene. - Obbedienza: quando non capivo nella mia adolescenza mi dicevo “obbedisci, fidati di qualcuno più grande di te”. E non erano i genitori. E’ utile che i nostri ragazzi abbiano delle figure che ti dicono “obbedisci, fidati anche se non capisci”? Non mi piace la parola “obbedienza”, perché è un termine militare… si obbedisce a un comando, a una regola…. Diverso è dire “potresti provare a non fare così”, i nostri figli ricevono inviti… altrimenti sono inibiti… occorre far leva sulla loro capacità di discernimento. Il genitore non è l’unica agenzia educativa del figlio. Se favoriamo il fatto che i nostri figli abbiano altri riferimenti, gli facciamo un favore… anche per noi è stato così (una zia, un allenatore, un proff, un ragazzo più grande….) E’ un’esperienza felice che abbiamo fatto tutti e non dobbiamo impedirla ai nostri figli, dentro il discernimento di aiutare i ragazzi ad avere un giudizio di affidabilità, non basta che uno mi dica “fidati”, occorre vedere chi me lo dice: l’obbedienza cieca è della massa col leader, diversa è l’affidabilità di chi mi chiede qualcosa. Insegnare a distinguere di chi fidarsi e permettere di avere altri di cui fidano è per i nostri ragazzi occasione per aprire il loro orizzonte e sollievo per noi genitori che non dobbiamo fare tutto da soli. A volte alcuni genitori dicono ancora “puoi fidarti solo di me”: questo è sbagliato per i nostri ragazzi, li rende cinici, non gli dà prospettive, crea il vuoto intorno a loro; invece la logica di favorire altri rapporti - e in questo la scuola è luogo preziosissimo (per me il mio prof. di lettere del liceo, che mi correggeva molto, ma è stato determinante quando è morta mia mamma della sua lettera inaspettata)- è un vantaggio per tutti. - I nostri ragazzi non ci creano situazioni particolarmente difficili….. vigilare, non dimenticare gli indicatori, pensare che pensano non solo “didatticamente”, ricordare che ci guardano, ci giudicano, è determinante come mi pongo, come li accompagno al giudizio. Vedo una bambina di sette anni, che a casa fa l’inferno, dice di sé “sono una bambina agitata, faccio i pasticci”…. “ma tu sei contenta… potresti anche smetterla” …”ci penserò” e poi nei giorni seguenti chiede alla mamma di riordinare… Perché ha funzionato? Perché ho posto la questione nei termini della “sua convenienza” e lei ha dimostrato di saper pensare, interrompendo così una catena negativa sgridate, botte, disagi…. Pensate allora come pensano a 12 anni…. -La collaborazione scuola-famiglia può essere importante per gli indicatori… Il rapporto proff- genitore è più difficile a volte di quello marito-moglie: di solito ciascuno pensa che l’altro non ha capito niente…il proff pensa che la mamma ha le fette di salame sugli occhi, accecata dall’amore per il figlio…. la mamma pensa che solo lei sa come è suo figlio e quindi quel proff. non lo potrà capire mai e si sbaglia su di lui… Occorre invece incontrarsi perché i ragazzi si comportano in modo diverso in base ai gradi di libertà che hanno, quindi è interessante confrontarsi, capire insieme cosa lo mette a disagio o meno, quale è la forma di rapporto in cui il ragazzo si trova meglio…. - Come si fa a stimare un ragazzo quando si sente inadeguato…. Nel rapporto uno a uno è perfetto, poi di fronte alla classe, agli altri si blocca, diventa cupo e inadeguato io sono preoccupata e divento più chioccia…. e sta diventando un circolo vizioso che ci danneggia Bisogna guardare chiaramente in queste situazioni: molti ragazzi che sono così quando parlano degli altri, li massacrano…sono un poco presuntuosi, pensano che gli altri non vanno proprio tanto bene… Dietro queste posizione occorre capire cosa c’è: a volte sono vittime di loro stessi mettendo in atto comportamenti con gli altri che poi generano esclusione, o si creano un personaggio nel gruppo o con se stessi che li danneggiano. La scuola in questo senso è preziosa….. per far capire che l’altro non mi legge ne pensiero, vede di me quello che gli faccio vedere, capisce, sente di me quello che io gli voglio dire o far vedere; per cui quello che faccio arrivare all’altro un poco mi torna indietro…. Suggerire allora alcuni comportamenti o giudizio su come mi comporto…. Suggerire “cosa puoi fare per rendere più facile lo stare con te…”, senza essere vittima della nostra stessa debolezza. Diventare cioè più solidi, rispetto anche alla questione del “mi piace”…(cosa vuol dire piacere? A chi vuoi piacere? Ai tuoi amici o a degli sconosciuti?) Attrezziamoli dunque di giudizi, di strumenti , di domande personali , porre la questione “cosa puoi fare tu per rendere i rapporti con gli altri più facili”. - Spesso i genitori vedono solo il negativo dei figli…. I nonni sono più oggettivi.. I nonni sono una risorsa quando non sono troppo invadenti: nonna che compra perline al nipote……visto come probalile omosessuale dal padre…..sono a volte più liberi nello sguardo, ma i nonni non si devono sostituire ai genitori.
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