Iperbarismo e sindrome di Swyer-James-Macleod Roberto Rainis*, Alessandro Marroni° *Responsabile Centro Iperbarico - USL9 - Grosseto °President & C.E.O. DAN Europe Foundation Abstract La sindrome di Swyer-James-Macleod è una condizione in cui un polmone, o parte di esso, non si sviluppa normalmente, risultando più piccolo del controlaterale; è causata usualmente da bronchioliti infantili ed è spesso asintomatica o, talora, accompagnata da infezioni polmonari ricorrenti. A seguito dell'enfisema correlato, un giovane subacqueo, ignaro della patologia di cui era affetto, ha sfiorato la morte per pneumotorace iperteso in fase di depressurizzazione. Gli Autori, riesaminando il caso e la letteratura, evidenziano il pericolo di effettuare immersioni senza una preventiva, adeguata visita medica. Caso clinico DC è un maschio caucasico che in età infantile era affetto da frequenti infezioni respiratorie. Nei primi due anni di vita è stato sottoposto a numerosi trattamenti antibiotici per bronchiti ricorrenti, fino alla scoperta di una infezione intestinale da giardia. Debellata questa, il bambino ha avuto una infanzia sana in cui si annoverano solo pochi episodi influenzali ed i comuni esantemi infantili. Sportivo, pratica il nuoto, il calcio e la pallacanestro, e ha frequentato la scuola superiore senza difficoltà. Non riferisce allergie. Non fuma. All'età di 23 anni ha conseguito i brevetti di “Open Water Diver “e “Advanced Scuba Diver” completando il training con numerose immersioni in mare. Fisicamente allenato, ha un BMI di 24,45. All'anamnesi non riporta episodi di grave dispnea ma solo di “affaticamento” durante le escursioni subacquee, senza differenze correlabili alla profondità o ai tempi di immersione. Narra che, usualmente, una vota riemerso, tossiva liberandosi di un catarro fluido con miglioramento della respirazione rispetto al tempo precedente l'immersione. Il 20 dicembre, reduce da una lieve forma parainfluenzale, raggiungeva i 32 m di profondità in zona priva di correnti, con autorespiratore ad aria, muta semistagna, senza accusare freddo. All'emersione, dopo 35 minuti, rammenta un grave dolore toracico e lipotimia, seguita da grave dispnea, senza tosse, che lo costringeva ad essere trasferito con urgenza al pronto soccorso. In tale sede viene trattato con ossigeno in maschera e sottoposto a radiografia del torace (Fig.1). A seguire una tomografia computerizzata (TC) del torace documenta una severa oligoemia del lobo superiore del polmone sinistro che appare iperespanso con spostamento controlaterale delle strutture cardio mediastiniche. In sede parailare sinistra è presente una formazione di morfologia grossolanamente cordoniforme , con piccole cavità aeree nel suo contesto da cui si dipartono alcuni vettori bronchiali a pareti ispessite. A tale livello si rileva impatto mucoide con bronchiectasie cilindriche a valle. Non si osservano alterazioni tomodensitometriche focali a carico del polmone destro e del lobo inferiore di sinistra, non linfonodi di dimensioni patologiche a carico delle catene mediastiniche (Fig. 2). La spirometria, effettuata 24 giorni dopo l'evento, dimostra una FVC di 4.33 (92%) e FEV 1 3.31 (82.5%), cioè FEV1/FVC 76,38 (Fig. 3) 1/6 Discussione Swyer and James, nel 1953, descrissero una sindrome in cui un polmone, o parte di esso, appariva radiologicamente ipertrasparente e ipovascolarizzato con ritenzione d'aria all'espirazione. Macleod, nel 1954, aggiunse dettagli a tale quadro patologico. La malattia inizia, in età infantile, come bronchiolite ostruttiva causata da diverse forme virali (adenovirus, paramyxovirus o bordetella pertussis) ma è anche stata descritta in seguito a tubercolosi e polmonite da micoplasma. Il danno vasculitico concomitante compromette il normale sviluppo di un lobo o di un intero polmone. La zona usualmente più colpita è quella superiore sinistra a causa del decorso più orizzontale, della lunghezza maggiore e del diametro minore del bronco corrispondente. Tale condizione è diversa dalle anomalie vascolari congenite o dalle ostruzioni bronchiali dovute a tappi di muco o corpi estranei. Bronchiectasie sono presenti nel 77,8% dei pazienti. Istologicamente si rivela la presenza di fibrosi sottomucosa e peribronchiolare con deformità e cicatrici stenosanti delle vie aeree minori. La fibrosi dei setti causa obliterazione del letto capillare polmonare e secondariamente diminuisce il flusso sanguigno alle arterie polmonari che rimangono ipoplasiche. In aggiunta la diminuita ventilazione causa vasocostrizione compensatoria. I tests di funzionalità polmonare, nella maggior parte dei casi, dimostrano un difetto combinato moderatamente ostruttivo con volume residuo aumentato. L'avvento della diagnostica con tomografia computerizzata ha dimostrato un possibile coinvolgimento eterogeneo di ambedue i polmoni, confermato dal mancato cambiamento di volume in fase espiratoria o da difetti di perfusione. Pertanto questa sindrome dovrebbe essere definita più opportunamente come malattia con vari gradi e localizzazioni di coinvolgimento, piuttosto che prettamente unilaterale. E' possibile, ma non sempre, reperire bronchiectasie fusiformi o sacciformi. La maggior parte dei casi vengono diagnosticati nell'infanzia a causa delle ricorrenti infezioni respiratorie che portano all'effettuazione di una radiografia del torace. Alcune tuttavia rimangono pauci o del tutto a-sintomatiche fino all'età adulta quando la diagnosi viene fatta incidentalmente o a causa dell'esacerbarsi della malattia. Talora i pazienti vengono curati per asma con steroidi, essendo l'insufficienza respiratoria il sintomo più comune. Tuttavia alcuni possono presentare dispnea, tosse, emottisi, infezioni polmonari ricorrenti di difficile guarigione. L’asma bronchiale rappresenta una delle cause di inabilità sportiva più frequenti, considerato che che ne soffre il 7% della popolazione. I problemi sono legati sia alla gravità della malattia, sia ai fattori scatenanti una crisi asmatica (asma da sforzo). Tuttavia nelle ultime sei Olimpiadi la delegazione australiana e quella americana hanno schierato una percentuale variabile dal 5 al 14% di atleti asmatici. Ciò evidenzia come l’asma consente anche di raggiungere eccellenti risultati agonistici. L’inidoneità sportiva permanente assoluta è contemplata in corso di asma bronchiale continuo severo, nelle condizioni di broncostruzione con FEV1/VC < 55%, irreversibile a terapia broncodisostruente o reversibile con valore FEV1/VC <60%. L’inidoneità permanente relativa è prevista per l’attività subacquea con ARA per le particolari condizioni ambientali di alto rischio in cui, in corso di iperreattività bronchiale non controllata, anche una lieve broncocostruzione può determinare un intrappolamento aereo con conseguenti possibili incidenti di iperpressione durante la risalita. La sindrome di Swyer-James-Macleod è una condizione che rientra in questo paragrafo ed è dovere del medico sportivo precludere a chi ne è affetto, la possibilità di nuocere a se stesso. 2/6 Conclusioni “Tutto è bene ciò che finisce bene” tuttavia il pericolo di effettuare immersioni senza una preventiva, adeguata visita medica, tesa ad evidenziare patologie potenzialmente dannose, è ben evidenziato in questo caso. L'autocertificazione di un uomo apparentemente sano non basta ad evitare tragedie anche in uno sport che dovrebbe essere ricreativo e sicuro. Il recente decreto legislativo (Decreto Balduzzi, del 24.04.2013, G.U. 20.07.2013) prescrive per le attività di particolare ed elevato impegno cardiovascolare, il rilascio da parte del proprio Medico di Medicina Generale o dello Specialista in Medicina dello Sport, di un certificato annuale, solo dopo il controllo medico che comprenda la rilevazione della pressione arteriosa, un elettrocardiogramma basale, uno step test o un test ergometrico con monitoraggio dell’attività cardiaca e altri accertamenti necessari per casi particolari. Tale legge tuttavia non include attività sportive occasionali o attuate individualmente, senza il patrocinio di Associazioni o Enti sportivi. La non chiara prescrizione lascia adito a numerose, pericolose, interpretazioni che diventano prassi comune quando l'attività viene effettuata al di fuori delle acquee italiane. In più, raggiungere i 10 METs è l’obiettivo che ogni sub dovrebbe avere per potersi immergere in sicurezza, indice di uno stile di vita che gli permette una attività adeguata alle esigenze sia di una immersione normale sia in situazioni di emergenza. A volte l'idoneità fisica è completamente trascurata e non viene neppure valutata la preparazione del soggetto, compatibile con l’immersione. Così obesità e poco allenamento sono fattori trascurati che aumentano gravemente il rischio. Contestualmente dovrebbe essere anche valutata l’idoneità psicologica, spesso negletta. Se risulta chiara l’esclusione dall’immersione di soggetti francamente psicopatologici (turbe dell’attenzione, fobie e manie), più difficile è evidenziare forme subdole o atteggiamenti di personalità ansiosi o depressivi che potrebbero scatenare sindromi di panico nei momenti più delicati dell'immersione. Come nel caso riportato, una patologia misconosciuta potrebbe avere tragiche conseguenze, funestando la meravigliosa esperienza di uno degli sport più belli. 3/6 Figura 1 Rx del torace del paziente al ricovero. Evidente la tipica ipertranslucenza unilaterale e l'ipovascolarizzazione. Figura 2 Tc eseguita a distanza di 10 giorni. 4/6 Figura 3: Spirometria eseguita a 24 giorni dall'evento(sopra) ed a distanza di 6 mesi (sotto) 5/6 Bibliografia 1. Abba A & Al-Mobeireek AF. Spectrum of Swyer-James-Macleod syndrome. Saudi Medical Journal 2003; 24(2): 195-198 2. Capela C, Gouveia P, Sousa M., Regadas MJ. Adult diagnosis of Swyer-James-Macleod syndrome: A Case Report. J Med Case Reports. 2011;5(1): 1-6 3. daSilva PS, Lopes R, Neto HM. Swyer-James-Macleod syndrome in a surgically treated child: a case report and brief literature review. J Pediatr. Surg. 2012; 47(4): 17-22 4. Hajsadeghi SH, Chitsazan M, Pouraliakbar HR, Jafarian Kerman SR. 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