TORINO Aut aut ai sindaci che ricorrono al Tar

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la Repubblica MARTEDÌ 30 DICEMBRE 2014
III
PER SAPERNE DI PIÙ
News e aggiornamenti sul
sito torino.repubblica.it
L’INTERVISTA/ PICHETTO (PDL)
“Ancora 2 anni duri?
Colpa della Bresso”
GABRIELE GUCCIONE
APEVAMO che sarebbero stati due anni di estrema difficolta». Lo ammette anche il capogruppo di Forza Italia ed ex assessore al Bilancio, Gilberto Pichetto. Quando però Chiamparino
dice di aver ricevuto in eredità una situazione disastrata, l’ex sfidante di centrodestra si smarca.
Pichetto, si sente chiamato
in causa?
«No, perché la situazione l’avevamo chiara noi, così come
adesso l’ha chiara Chiamparino. Sapevamo che il 2015 e il
2016 sarebbero stati anni di
estrema difficoltà: scadono le rate delle anticipazioni di tesoreria con Unicredit che risalgono
all’amministrazione Bresso».
Scarica la colpa su Bresso?
«La difficoltà finanziaria non
è dovuta al bilancio per la spesa
corrente, ma ad una somma di
disavanzi storici che risalgono
alle amministrazioni precedenti e che vanno recuperati. È un
dato di fatto. La necessità di stabilizzare i conti, dunque, c’è ed è
reale. È la stessa difficoltà di
fronte alla quale mi trovai quando entrai in Regione nel marzo
GILBERTO PICHETTO
2013. In parte si risolverà con le
CAPOGRUPPO PDL
azioni che abbiamo già adottato
noi l’anno scorso, in parte con l’attuale commissariamento straordinario».
Cosa pensa dell’avvertimento di Chiamparino
ai sindaci che hanno minacciato i ricorsi al Tar
contro la riorganizzazione degli ospedali?
«È una risposta inammissibile. Dopo che per anni ci
siamo sentiti dire che vanno ascoltati, adesso vogliono ignorarli. Probabilmente alcuni rappresentano
istanze di localismo, ma altri potrebbero magari contribuire a migliorare il piano, che in fondo non fa che
ricalcare quello di Monferino e Cota».
«S
“
Stabilizzare
i conti è una
necessità che è
toccata pure a me
“
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L’INTERVISTA/ BERTOLA (M5S)
“Sindaci minacciati
non è ammissibile”
Aut aut ai sindaci che ricorrono al Tar
LFRANCESE di solito si usa per edulcorare i concetti più amari. E l'ha fatto ieri anche il presidente Sergio Chiamparino, a proposito
dei ricorsi al Tar contro la riorganizzazione della rete ospedaliera decisa dalla giunta e contestata in molte zone del Piemonte da comitati,
politici e amministratori. «À la guerre comme
à la guerre» ha minacciato il presidente. Che
poi ha spiegato: «C'è un rapporto inversamente proporzionale tra le possibilità di aggiustamento di quelle decisioni - ha spiegato riferendosi alla scelta della giunta di chiudere e ridimensionare alcuni ospedali - e la modalità di ricorso alla giustizia amministrativa». «Davanti al Tar - ha sottolineato - non si fanno accordi,
non si discute, davanti al Tar ci si difende».
Il messaggio agli amministratori riottosi,
insomma, è chiaro. Chi sceglie metodi di confronto, forse, ha qualche possibilità di essere
ascoltato «a parità di tempi, saldi economici e
qualità della salute» precisa il presidente, ma
chi va a muso duro in causa non parte certo con
il piede giusto. Anche perché «una pubblica
amministrazione in lite non fa accordi: chi
vorrà ricorrere è legittimato a farlo, ma poi bisognerà aspettare di vedere cosa dicono i giudici. Perché a quel punto decidono loro e non il
confronto politico».
L'annuncio di alcuni sindaci di adire le vie legali ha stupito Piazza Castello «soprattutto
quando si tratta di amministratori che chiedono collaborazione e confronto su altre vicende e poi ti fanno quella sorpresa lì» si è sfogato Chiamparino.
Il primo indiziato dell'invettiva è il sindaco
di Asti Fabrizio Brignolo (iscritto al Pd come il
I
Rassegna del 30 dicembre.pdf
presidente) che nei giorni scorsi ha annunciato una delibera comunale di ricorso al tribunale amministrativo del Piemonte contro la riorganizzazione della rete ospedaliera. «La via
maestra resta quella del confronto - ha risposto a distanza Brignolo - ma abbiamo avviato il
INDISCRETO
L’ultimo “regalo” di Cota
le paghe della sua giunta
I SONO anche tre anni di mancato
C
pagamento degli stipendi dietro
quei 28 milioni di spese per la
politica che hanno messo il Piemonte
nella classifica delle Regioni più
spendaccione nel 2014, in base ai dati
pubblicati sul sito soldipubblici.gov.it.
Dopo la denuncia di Repubblica, il
vicepresidente Aldo Reschigna è andato a
vedersi le cifre. Per scoprire che, nelle
spese della politica 2014, è finito il saldo di
3,7 milioni di stipendi agli assessori (nel
2011, 2012 e 2013) che il Consiglio aveva
anticipato e la Regione ora ha restituito. E
nel conto delle consulenze, per il quale il
Piemonte si piazza al primo posto, «c'è 1
milione speso per gli elicotteri usati nel
2012 contro gli incendi e le valanghe».
(mc. g.)
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ricorso per cautelarci. Speriamo di trovare un
accordo e il 16 gennaio aspettiamo ad Asti l’assessore Saitta per parlarne. Ma non è una questione personale e non intendiamo difendere
localismi, piuttosto siamo convinti che si possa ottenere un risultato migliore con un maggior equilibrio tra i territori. Il nostro obiettivo
è trovare la soluzione più vantaggiosa per i cittadini».
Pronto ad andare in tribunale non c'è solo il
primo cittadino di Asti, anche quello di Tortona ha annunciato ricorsi e molti amministratori del biellese sono sul piede di guerra.
E' molto acceso anche lo scontro nel Verbano Cusio Ossola, con la questione degli ospedali di Domodossola e Verbania in corsa per restare Dea di primo livello. «Mi impegno a spiegare la logica che sta alla base delle scelte che
abbiamo fatto - ha detto il vicepresidente Aldo
Reschigna che è di quelle parti - ma non riesco
a capire perché ogni volta che si tocca un pezzettino della sanità si alzano le barricate, ma
non si leva un fiato di fronte alla reale condizioni dei conti della Regione che ci impongono
scelte davvero difficili sul fronte, ad esempio,
delle politiche sociali o dell'assistenza. La sanità è importante - ha precisato - ma non ci sono solo gli ospedali e la tutela della salute delle
persone è fatta di molte cose che stiamo cercando di difendere nonostante le risorse siano
pochissime».
Insomma la coperta è molto corta e di tutto
si sente la necessità tranne che di cause, ricorsi e battaglie legali.
(mc. g.)
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EL Movimento Cinque Stelle, Chiamparino ha
detto «che si è rivelato un interlocutore non soltanto capace di protestare».
Capogruppo Giorgio Bertola, si sente offeso o
gratificato?
«Né l’una né l’altra cosa, siamo abituati alle polemiche sterili del Pd. Ma noi lavoriamo sempre nel merito
delle questioni, sempre che la
giunta non tiri troppo la cinghia,
come ha fatto al momento del voto sulle aliquote Irpef».
Chiamparino ha annunciato tagli per 150 milioni. Come giudicate la situazione
dei conti?
«È il frutto degli sprechi avvenuti in passato dalle amministrazioni di centrodestra e centrosinistra e dei tagli dei trasferimenti da Roma. È assurdo che in
questo contesto il governo tagli
ulteriormente i fondi alle Regioni: Chiamparino è stato troppo
morbido con Renzi e con il Pd, che
è il vero responsabile dei tagli di
4 miliardi».
Le questioni giudiziarie inficiano la legittimità della
giunta regionale?
«È questione di coerenza.
CAPOGRUPPO M5S
Chiamparino aveva detto no agli
GIORGIO BERTOLA
indagati in giunta e ora ne ha due
più il capogruppo del Pd. Umanamente ci spiace, ma politicamente occorre essere chiari: si devono dimettere».
Fa bene Chiamparino a sbarrare la strada a chi
farà ricorsi al Tar sul riordino degli ospedali?
«È una posizione inaccettabile. La revisione della rete ospedaliera è calata dall’alto. Se avessero voluto discutere, l’avrebbero fatto prima. Ora non c’è più spazio.
Quindi se le amministrazioni, perlopiù targate Pd, vogliono ricorrere, Chiamparino non deve permettersi di
minacciarle. Altrimenti non siamo più in democrazia».
(g. g.)
D
“
IL CASO/ PRESIDENTE PRONTO ALLA GUERRA LEGALE SUL PIANO PER LA SANITÀ
La revisione della
rete ospedaliera
è calata dall’alto:
giusto opporsi
“
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Sanità Socio-Assistenziale
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LA STAMPA
MARTEDÌ 30 DICEMBRE 2014
Asti e provincia .47
.
SANITA’
“Sospendete quella delibera”
In quasi 18 mila hanno firmato la petizione promossa da un Comitato spontaneo
contro il Piano regionale che “dimezza” il Massaja e chiude l’ospedale di Nizza
e della Fondazione CrAsti, accalorarsi, ma ad un certo punto del
suo intervento quasi sobbalza sulla sedia: «... Io non ci sto». Lui, che
con il collega Aldo Pia ha contribuito alla raccolta firme nelle farmacie, racconta che «era la gente
che entrava e chiedeva dove poteva firmare, segno che è un tema
che tocca da vicino tutti noi». Ricorda come la Fondazione abbia
contribuito significativamente
prima alla realizzazione del Massaja, poi a dotarlo di attrezzature
e personale «che evitasse ai nostri
malati disagevoli trasferte».
FULVIO LAVINA
ASTI
1 Continua
oggi il viaggio
nei reparti a
rischio chiusura
con il Piano
regionale. Nelle
due precedenti
tappe sono stati
visitati Diabetologia, Dermatologia, Chirurgia
vascolare,Gastroenterologia,
Medicine e Geriatria
17.946. Per ora. Sono le firme
raccolte in pochi giorni dal Comitato spontaneo che si batte
contro il ridimensionamento
dell’ospedale Massaja e la chiusura di quello di Nizza (con trasformazione in una struttura
ancora da definire). Risultato ottenuto grazie ad una mobilitazione straordinaria, che ha coinvolto oltre a tanti semplici cittadini, parrocchie, farmacie, i medici di famiglie, l’Anfass e associazioni di volontariato come la
Croce verde.
Da sin. Mario Alfani, Aldo Pia, Michele Maggiora, Angela Quaglia, mons. Ravinale, Brunella Cartasegna
«Questo è la risposta»
Ieri nella Casa Diocesana di via
Giobert la presentazione dell’iniziativa: con i moduli in mano
Angela Quaglia, la prima che ha
lanciato l’idea della raccolta firme, Brunella Cartasegna (portavoce del comitato) il vescovo
Francesco Ravinale, Aldo Pia e
Michele Maggiora (nelle vesti di
presidente dell’Ordine dei Farmacisti e dei titolari di farmacia), Mario Alfani presidente
dell’ordine dei medici, Sandro
Longu (dipendente Asl). Erano
presenti anche Maria Ferlisi
(presidente del Consiglio comunale) e i consiglieri comunali
Massimo Scognamiglio e Giorgio Caracciolo.
«Altre firme stanno arrivando - ha spiegato Angela Quaglia ma l’importante non è il numero,
ma la risposta che giunge da tutto il territorio: un no al piano della Regione».
La richiesta
Lo scatolone con le firme sarà
consegnato all’assessore regionale Antonio Saitta il 16 gennaio
quando sarà ad Asti su invito del
sindaco Brignolo, per partecipare all’assemblea dell’Asl. «Chiediamo la sospensione della delibera regionale, perchè si possa ridiscutere il pano di riorganizzazione tenendo conto delle effettive esigenze di tutti i territori, ben
sapendo che è necessario salvaguardare gli equilibri di bilancio»
è la tesi del Comitato. Appoggio
anche al ricorso al Tar già deliberato dal Comune di Asti e annunciato da altri sindaci.
L’intervento del vescovo
Monsignor Ravinale aveva dedicato la sua tradizionale lettera di
Natale proprio ai «tagli» previsti
dal piano all’ospedale Massaja. Ie-
Dietetica e Nutrizione clinica
Asti è il reparto capofila
su un progetto per Expo 2015
ENRICA CERRATO
ASTI
«Sono da poco stata a Roma
ad un convegno dove si parlava di come utilizzare correttamente la dietetica nella “filiera” delle cure ospedaliere e
domiciliari. E pensavo: è quello che noi già adesso abbiamo,
grazie ad un lavoro durato 25
anni. Lavoro che rischia di
scomparire». Parla con amarezza Maria Luisa Amerio, a
capo della Soc Dietetica e Nutrizione Clinica: quattro medici, sei dietiste, un’infermiera professionale. Un reparto
ampio ed accogliente «senza
posti letto», ma con ambulatori e un lavoro «itinerante» per
altri reparti e nelle case.
L’importante non è il
numero di firme ma
la risposta che si è
alzata dal territorio
Angela Quaglia
Comitato
Ho espresso grossi
dubbi che la
situazione si possa
risolvere con i tagli
Francesco
Ravinale
Vescovo di Asti
Staff di Dietetica col primario M. Luisa Amerio (seconda da destra)
medicina in questo campo, in
cui Asti è all’avanguardia.
Dati a confronto
Non senza orgoglio Amerio
confronta i dati con quelli di
Alessandria: la nutrizione enterale a domicilio è del 57% in più
e addirittura del 228% in più
quella parenterale. Un abisso di
differenza che la Regione rischia di polverizzare. Il reparto
di Maria Luisa Amerio è a due
passi da Diabetologia con cui
c’è una stretta collaborazione
per celiaci, obesità e diabete
(oltre 9500 prestazioni nel
2013) ma c’è anche la presa in
carico a tutto tondo dei giovani
pazienti anoressici o bulimici.
Filiera corta
Grazie a questa impostazione il
rapporto tra il valore della
Rassegna del 30 dicembre.pdf
«produzione» e di risorse utilizzate è superiore al 100%. Partì
da questo gruppo di lavoro alcuni anni fa, quella rivoluzione
delle mense ospedaliere che
servì in tavola ai malati i prodotti dell’Astigiano: era la filiera a km zero che portò un miglioramento netto nella dieta
dei pazienti, in particolare degli
anziani inappetenti e favorì
economicamente i produttori
agricoli della zona. Progetto abbandonato per una burocrazia
che creò un centro unico di approvvigionamento, ma senza risparmi. Amerio fatica perfino a
parlare di quei risultati che portarono l’Asl di Asti sotto i riflettori dimezzo mondo, ma sta lavorando come capofila ad un
progetto sugli scarti della ristorazione ospedaliera per Expo
2015. Forse la Regione non lo sa.
ri (e la sua presenza è stata significativa) lo ha ribadito: «Ho solo
espresso il dolore per un servizio
che viene meno e dubbi, grossi
dubbi, che la situazione si possa risolvere con dei tagli. Lo ripeto: a
forza di tagliare alberi, si finisce
che non si ha più la legna per scaldarsi. Sono preoccupato perché la
nostra è una popolazione di anziani che ha bisogno di prevenzione e
tra i reparti a rischio chiusura ve
ne sono che curano proprio questo aspetto. Durante la Messa di
Natale, al Massaja, mi sono permesso di chiedere un grande applauso per chi lì lavora e offre tutti
i giorni un valore aggiunto del tutto gratuitamente: è fatto di gentilezza,professionalità,attenzione».
«Io non ci sto»
È raro vedere Michele Maggiora
presidente dei titolari di farmacia
«Queste firme sono solo il primo
passo, servono anche altre iniziative - aggiunge Mario Alfani - Volevano far credere che fosse solo
tutta una questione di ridurre dei
posti da primario, la realtà è un’altra. Abbiamo predisposto una documentazione tecnica che spiega
quel che c’è ora e che cosa si rischia di perdere dopo l’applicazione del piano». Per Longu «Non
si può pensare che un ospedale
dimezzato possa sopravvivere:
tutti i reparti sono strettamente
legati tra loro se serve una consulenza non possiamo dire al paziente: adesso vai ad Alessandria». Scognamiglio non ha escluso come possibilità estrema il ricorso al referendum e Caracciolo
ha ricordato che «il successo della petizione è in realtà figlio dell’allarme sociale». Infine una operatrice del reparto di Radioterapia ha raccontato il prezioso lavoro che ogni giorno viene svolto.
Maxillofacciale
“Se i nostri pazienti
arrivano dalla Sicilia
un motivo ci sarà”
Pneumologia
Danno fiato
a quei malati a cui
“manca il respiro”
«Non difendo il mio essere primario, ma il diritto di poter operare»: così Mauro Daneo, a capo
del dipartimento Maxillofacciale che conta cinque medici e 6 infermieri, 630 interventi l’anno
e una mobilità attiva del 51%. Vale a dire che
oltre metà dei pazienti arrivano da fuori provincia e non solo. La buona scuola dell’ex primario
Fausto Polastri, ora in pensione, un «mago» di
quegli interventi che interessano denti e apparato mandibolare, ha lasciato una traccia profonda nell’attività di questo reparto. Sarebbe riduttivo che qui ci siano dei dentisti.
Pneumologia è un reparto senza letti, fatto di
ambulatori con sofisticate apparecchiature, in
cui i medici e gli infermieri accolgono pazienti,
ma da cui si muovono in continuazione per andare a visitare i ricoverati negli altri reparti. C’è
una specializzazione precisa nel loro operato,
fatta di esami (broncoscopie, oltre 600 l’anno,
valutazione funzionali respiratorie, consulenze) e un grande lavoro per alleviare la qualità di
vita a persone, come gli ammalati di Sla, che respirano attaccati ad una macchina. In molti casi
vivono a casa, ma con un’assistenza specifica.
Nei corridoi di Pneumologia, accolti da due impiegati, passano pazienti in
carrozzella, con le bombole
portatili di ossigeno. Sui loro volti, la fatica che fa capire cosa significa non respirare bene. A governare
questo piccolo mondo, dopo Lucia Occhionero, ora in
pensione, c’è Piercarlo Giamesio, primario «facente
Piercarlo
funzioni».
Le patologie del viso
Non solo diete
Per molti, Dietologia richiama
alla mente le diete dimagranti, la lotta all’obesità, (ci sta
anche quella), ma in realtà il
lavoro del reparto è più complesso. Oltre mille pazienti
(dato 2013) sono stati curati
da questo staff, sia in ospedale
sia, e soprattutto, a casa: l’alimentazione è fondamentale
per pazienti di Sla, con morbo
di Parkinson, ictus, che hanno
patologie tumorali o vascolari, problemi neurologici. O ancora si nutrono attraverso i
sondini naso-gastrici o con
l’impianto di Peg, che fa arrivare direttamente il cibo nello
stomaco. E’ difficile usare parole comuni per spiegare
quanti passi avanti ha fatto la
Hanno detto
«Punto di partenza»
Sono anche questo (per le
estrazioni urgenti), ma soprattutto lavorano su problemi ben più gravi: dalla
diagnostica e cura dei tumori del cavo orale, alle cisti, a
tutte quelle patologie che interessano il viso e la mascella. «E’ un settore delicato –
racconta Daneo - interveni- Mauro Daneo
re per i dismorfismi facciali, primario
per i tumori del volto, con la
ricostruzione facciale, vuol dire poter anche dare
un aiuto psicologico ai pazienti». Lo sanno bene i
tanti malati che arrivano qui da tutta Italia: per il
dismorfismo facciale infatti, Asti è centro di riferimento nazionale. Amarezza e un po’ di sconforto si legge sui volti dei medici: «Questa incertezza
è molto brutta da vivere – aggiunge Daneo – Bisogna capire come funziona il nostro lavoro: i pazienti prima di poter essere operati devono sottoporsi ad una lunga serie di interventi di ortodonzia per arrivare poi all’intervento finale. A inizio
anno, abbiamo in calendario interventi programmati da mesi. Come possiamo riprogrammare altre cure, se c’è il rischio di chiusura?». Proprio per
queste specificità Asti è punto di riferimento: «I
pazienti possono scegliere di andare dove vogliono, ma se si sobbarcano un viaggio fin qui dalla
Sicilia una ragione ci sarà».
[E. CE.]
pagina 37
Giamesio
Oltre 25 mila prestazioni
Sono 25 mila le prestazioni annue, purtroppo in
crescita e lo sviluppo di questa attività si è diramato in molte direzioni. Non stupisca ad esempio, di trovare pazienti addormentati in alcune
stanzette, che stanno provando le apparecchiature che li accompagneranno poi a casa, per curare le patologie respiratorie durante il sonno,
come le pericolose apnee notturne. Un settore
che, viste le lunghe liste di attesa di altri ospedali, andrebbe potenziata. Cosa peraltro impossibile ad oggi per la carenza di personale e apparecchiature. «Un capitolo importante – spiega Giamesio – è costituito dalla terapia ventilatoria non invasiva che comporta impegno sia
nei confronti dei degenti sia per i pazienti domiciliari. Più di mille accesso l’anno solo in questo
settore». Tutta gente, che se non curata a dovere, inevitabilmente finirebbe in ospedale. [E. CE.]
Sanità Socio-Assistenziale