Anno diciannovesimo giugno 2014 OtticaFisiopatologica ® Guest Editorial CHIRURGIA DELLO PTERIGIO: TECNICHE A CONFRONTO Luca CESTARI, Pasquale LOIUDICE, Giamberto CASINI, Flavio DALLE LUCCHE, Giovanna GABBRIELLINI, Gabriele DI ROSA U.O. Oculistica Universitaria, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Direttore: Prof. M.Nardi Presidio Ospedaliero di Cisanello, Pisa - www.ocupisa.it INTRODUZIONE E OBIETTIVO Lo pterigio è una patologia degenerativa ed iperplastica primitiva della congiuntiva, caratterizzata dalla crescita di una neoformazione fibrovascolare che, a partenza dalla congiuntiva bulbare, si estende verso la cornea, provocando un'infiltrazione superficiale della stessa. Fattori genetici, razziali, ambientali, esposizione prolungata a raggi U.V., alterazioni croniche quali-quantitative del film lacrimale, congiuntiviti croniche irritative, stati carenziali (ipovitaminosi A) sono considerati tra i principali fattori di rischio1-2 (Tab. 1-2). Le ipotesi patogenetiche ad oggi più accreditate sono: - danno fototossico da esposizione prolungata ai raggi U.V., che determina alterazioni istologiche a carico delle cellule epiteliali e del tessuto sottomucoso congiuntivale, degenerazione della membrana di Bowman e delle lamelle stromali superficiali, sino alla possibile comparsa di una fine neovascolarizzazione periferica dello stroma corneale3; - danneggiamento o alterazione del limbus corneale con conseguente perdita di barriera contro l’invasione congiuntivale degli strati superficiali corneali4; - attivazione di cellule staminali limbari che darebbero origine a cellule figlie in grado di migrare al di sotto della membrana basale dell’epitelio congiuntivale e corneale, danneggiando e distruggendo la lamelle stromali superficiali5. Sebbene le recenti acquisizioni abbiano aiutato a capirne meglio i possibili meccanismi patogenetici, lo pterigio rappresenta una patologia oculare ben nota sin dall’antichità. Sasruta, Ippocrate, Celso, Galeno sono solo alcuni tra i celebri padri della medicina che hanno proposto trattamenti topici utilizzando i rimedi più disparati: sale, piombo, zinco, rame, bile, urina, latte umano, descrivendolo come una lesione capace di recidivare con grande facilità6. La terapia medica, usata nei secoli passati, si è dimostrata inefficace nell’influenzare il decorso clinico della patologia7-10. Il trattamento dello pterigio è attualmente essenzialmente chirurgico. Metodiche alternative sono state sperimentate, come la fotocoagulazione con Argon o Yag laser, la radioterapia con raggi beta11, ma gli scarsi risultati e le possibili complicanze rappresentano una forte limitazione al loro utilizzo nella pratica clinica6. 59 AUTORE CORRISPONDENTE: Luca Cestari [email protected] Cell: 3334288449 Lungarno Mediceo 25 Pisa Fax: 050997636 Anno diciannovesimo giugno 2014 Guest Editorial Chirurgia dello pterigio: tecniche a confronto Tabella 1 Fattori di rischio primari o maggiori Fattori intrinseci Fattori estrinseci Ereditarietà Esposizione cronica agli U.V Alterazioni lacrimali Microtraumatismi oculari Ipovitaminosi A Infezioni microbiche e virali Razza 60 Cheratosi solare Tabella 2 Fattori di rischio secondari o minori Fattori intrinseci Fattori estrinseci Colore degli occhi Aree geografiche Pigmentazione cutanea Ambiente di vita Filtri solari Negli anni sono state ideate numerose procedure chirurgiche per l’escissione dello pterigio. Ci siamo proposti di mettere a confronto le tre metodiche che sono, a nostro avviso, più promettenti dal punto di vista della riuscita dell’intervento e di più largo impiego e facilità di utilizzo. La tecnica del denudamento sclerale prevede l’asportazione completa dello pterigio, lasciando una piccola porzione di sclera (circa 3-4 mm dal limbus corneale) non ricoperta dalla congiuntiva bulbare. Il principio ispiratore di questa metodica si basa sulla teoria che la recidiva si verifichi quando la riepitelizzazione della superficie sclerale da parte della congiuntiva circostante avvenga prima che sia terminata la riepitelizzazione corneale. Lasciando una porzione di sclera “nuda” si favorisce la riepitelizzazione corneale ritardando quella congiuntivale12-16 (Fig. 1-2). La tecnica del denudamento sclerale con applicazione di Mitomicina C (0,2 mg/ml) per 2 minuti, condivide il medesimo principio ispiratore della metodica precedente. Si avvale di una sostanza antimitotica, la Mitomicina C, antibiotico estratto dal brodo di coltura dello Streptomyces caespitosus. Il suo meccanismo d’azione consiste nella formazione di legami irreversibili tra le due catene del DNA, impedendo la replicazione e la mitosi cellulare. Viene utilizzata allo scopo di inibire la proliferazione delle cellule con attività fibroblastica, che sono alla base della diffusione del tessuto sottocongiuntivale e della fibrosi nello pterigio13. In letteratura sono descritte numerose complicanze correlate all’utilizzo di Mitomicina C nel trattamento dello pterigio, molte delle quali di OtticaFisiopatologica ® Chirurgia dello pterigio: tecniche a confronto fig. 1 fig. 2 61 fig. 3 fig. 4 lieve entità come rallentamenti della riepitelizzazione corneale, cheratiti puntate, assottigliamento e dellen nella cornea circostante al trattamento, granulomi episclerali (poco frequenti). Complicanze più gravi (rare) comprendono ulcere corneali e sclerali, placche calcifiche sulla sclera, granulomi piogenici, glaucoma secondario, cataratta, uveite anteriore, necrosi della sclera14. La tecnica dell’autotrapianto di congiuntiva fa parte dei cosiddetti interventi di “sbarramento”. Si propone di ridurre gli stimoli alla proliferazione congiuntivale apponendo, nella zona di asportazione del corpo dello pterigio, un lembo di congiuntiva autologo, prelevato da una porzione sana della congiuntiva15. Per risparmiare la congiuntiva bulbare superiore ai fini di un eventuale futuro intervento di chirurgia filtrante per glaucoma, abbiamo deciso di prelevare il lembo donatore dalla congiuntiva infero-temporale, anziché da quella supero-temporale, come invece previsto dalla tecnica originale (Fig. 3-4). METODOLOGIA Sono stati sottoposti ad intervento chirurgico 30 occhi con pterigio primario che oltrepassava il limbus sclerocorneale di almeno 1 mm. Di questi, 10 occhi sono stati trattati con tecnica della sclera nuda (gruppo 1), 10 occhi sono stati sottoposti ad intervento con la tecnica del denudamento sclerale con applicazione di mitomicina C allo 0,02% fig. 1 Prima dell'intervento di denudamento sclerale. fig. 2 Dopo l'intervento di denudamento sclerale. fig. 3 Prima dell'intervento di autotrapianto congiuntivale. fig. 4 Dopo l'intervento di autotrapianto congiuntivale. Anno diciannovesimo giugno 2014 Guest Editorial Chirurgia dello pterigio: tecniche a confronto Tabella 3 Range di età (anni) Caratteristiche del campione 46-72 Sesso (No) Maschi 18 Femmine 12 Razza (No) 62 Caucasici 10 Asiatici 5 Neri d’Africa 15 Attività lavorativa (No) Outdoor 19 Indoor 11 per 2 minuti (gruppo 2), e 10 occhi con tecnica dell'autotrapianto di congiuntiva (gruppo 3). L’assegnazione ai tre gruppi è stata casuale, indipendentemente da età, sesso o razza; sono stati esclusi dallo studio i pazienti che erano già stati sottoposti ad asportazione chirurgica dello pterigio e che presentavano una recidiva (Tab. 3). Tutti gli interventi sono stati eseguiti dallo stesso chirurgo e nessuno di essi ha comportato la comparsa di complicanze intra o peri operatorie. Previa anestesia topica con infiltrazione di mepivacaina 20mg'ml, in tutti i pazienti è stata rimossa prima la testa tramite slamellamento con tagliente, poi in toto il corpo dello pterigio con il tessuto fibrovascolare sottostante. Nel gruppo 1 si è provveduto alla sutura della congiuntiva con Vycril 7-0 fino a circa 3 mm dal limbus. Nel gruppo 2, dopo accurata emostasi, è stata applicata una soluzione di mitomicina C allo 0,02% per 2 minuti nell’area di sclera precedentemente occupata dal corpo dello pterigio e dal tessuto fibroso sottostante, quindi, dopo lavaggio accurato con BSS, è stata applicata una sutura congiuntivale con Vycril 7.0, come nel gruppo 1. Nel gruppo 3 è stato prelevato un lembo superficiale di congiuntiva dal settore infero temporale, di dimensioni tali da eccedere di circa 1 mm oltre i margini dell’area da ricoprire. Scollato delicatamente con idrodissezione dalla capsula di Tenone, è stato applicato sulla sclera esposta dalla rimozione del corpo dello pterigio, e suturato alla congiuntiva circostante con Vycril 7.0. Prelevando il lembo da trapiantare OtticaFisiopatologica ® Chirurgia dello pterigio: tecniche a confronto Tabella 4 Classificazione dello Pterigio da Tan et al Grado 1 (Pterigio atrofico) capillari episclerali facilmente visibili sotto il corpo dello pterigio Grado 2 capillari episclerali parzialmente visibili sotto il corpo dello pterigio Grado 3 capillari episclerali completamente oscurati dal corpo dello pterigio. 63 Tabella 5 Caratteristiche del campione Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3 (sclera nuda) (denudamento sclerale (autotrapianto di + Mitomicina C) congiuntiva) Grado 1 4 3 3 Grado 2 5 7 5 Grado 3 1 0 2 dal settore infero temporale, possiamo preservare l’integrità della congiuntiva dei settori superiori, in modo da non inficiare il buon esito di un eventuale intervento di chirurgia filtrante per glaucoma. Prima dell'intervento e ad ogni controllo nel post-chirurgico, ciascun paziente è stato sottoposto ad esame oculare completo, comprensivo di fotografia alla lampada a fessura, misurazione dell'acuità visiva con la migliore correzione e della pressione intraoculare, esame del fundus oculi. Le caratteristiche morfologiche dello pterigio sono state graduate secondo la classificazione proposta da Tan et al16 che riconosce un grado T1 (pterigio atrofico) se i capillari episclerali sono facilmente visibili al di sotto del corpo dello pterigio; un grado T2 se sono parzialmente visibili; un grado T3 se i capillari episclerali risultano completamente oscurati dal corpo dello pterigio (Tab. 4-5). I controlli nel post operatorio sono stati effettuati a 1 settimana e poi a 1, 3, 6 e 12 mesi, considerando come recidiva il ritorno della testa dello pterigio oltre il limbus corneale valutato con esame alla lampada a fessura. RISULTATI Nel gruppo 1 di dieci pazienti, trattati con la tecnica della sclera nuda, si sono osservati 3 casi di recidiva (30%), di cui due entro tre mesi e uno dopo sei mesi dall’asportazione. Nei 12 mesi di follow up successivi all’intervento nessun caso di recidiva Anno diciannovesimo giugno 2014 Guest Editorial Chirurgia dello pterigio: tecniche a confronto fig. 5 64 fig. 5 Risultati. (0%) si è osservato nel pazienti del gruppo 2, trattati con tecnica della sclera nuda con applicazione di Mitomicina C allo 0,02% e in quelli del gruppo 3 (0%) sottoposti a tecnica dell’autotrapianto di congiuntiva autologa (Fig. 5). Nessuna delle complicanze descritte in letteratura correlate all’utilizzo di mitomicina C si è verificata. DISCUSSIONE Numerose sono le tecniche chirurgiche che sono state utilizzate per trattare lo pterigio. La diversità delle procedure riflette le difficoltà nell’individuare il metodo migliore per il trattamento. Il principale problema dopo l’asportazione è rappresentato dalla comparsa di una recidiva16-17. Generalmente essa si manifesta entro i primi 6 mesi dall’intervento. Si considera tuttavia adeguato, un periodo di follow up di almeno 12 mesi. Scarpa fu il primo medico a descrivere metodi per il trattamento chirurgico dello pterigio nel 180211. Da allora molti autori si sono prodigati a tal proposito e hanno descritto un considerevole numero di tecniche. Il trattamento con sclera nuda rappresenta il più semplice approccio dopo l’asportazione dello pterigio. Essa non prevede una riparazione congiuntivale completa e la sclera viene lasciata scoperta; la riparazione spontanea avviene mediante riepitelizzazione a partenza dalla congiuntiva bulbare circostante. I principali svantaggi sono rappresentati da un risultato estetico non sempre soddisfacente e da un discreto tasso di recidive. Demiller et al ha riportato un tasso di ricorrenza del 42%6; Youngson del 37%6. È stato dimostrato che risultati migliori si possono ottenere con OtticaFisiopatologica ® Chirurgia dello pterigio: tecniche a confronto l’associazione di antimetaboliti come la mitomicina C18. Non tutti gli studi sembrano concordare sull’efficacia intraoperatoria della MMC in associazione con la tecnica del denudamento sclerale. I dati in letteratura documentano, infatti, una recidiva dello pterigio compresa tra il 2,7% e il 44% dopo applicazione intraoperatoria di MMC per un tempo compreso tra i 30 secondi e i 5 minuti19-20. Alcuni autori sostengono che l’iniezione del farmaco un mese prima del trattamento chirurgico, riduca il rischio di recidiva21, sebbene il suo impiego non sia privo di complicanze quali glaucoma, perforazione corneale, cataratta, ulcerazione sclerale14-22. Le modalità di utilizzo e il dosaggio della mitomicina C sono, pertanto, criteri necessari al fine di minimizzare il rischio di complicanze legate ad un uso improprio del farmaco, oltre che a ridurre il rischio di recidiva. Il lavoro di Donnenfeld et al documenta, infatti, una percentuale di recidiva del 6% dopo iniezione di MMC un mese prima dell’intervento di pterigio durante un periodo di controllo di 2 anni21. Tra le varie procedure a disposizione del chirurgo oculare, l’autotrapianto di congiuntiva supero temporale riveste grande interesse. Il primo autore a prendere in considerazione questa tecnica fu Kenyon che nel 1985 documentò una bassa incidenza di recidive (5,3%) in un gruppo di casi affetti da pterigio primario15. Questo dato trova conferma in successivi studi: Syam et al osservarono un’incidenza di recidiva del 3,3%23; Kim et al un tasso di recidiva pari al 5,6%24; Shrestha et al del 4%25. Considerando l’importante ruolo patogenetico svolto dalle cellule staminali limbari, l’autotrapianto di congiuntiva è stato confrontato con autotrapianto di tessuto limbo-congiuntivale, con o senza applicazione di MMC. Non sono state riscontrate differenze significative tra i due gruppi e la seconda metodica presentava lo svantaggio di una tecnica chirurgica più complessa26. Sono stati descritti inoltre, casi di invasione corneale, nel sito di prelievo, da parte di tessuto congiuntivale, per il venir meno della funzione di barriera svolta dalle cellule limbari. Al fine di preservare l’integrità della congiuntiva superiore, sito di elezione per la chirurgia filtrante per glaucoma, Arjun at al hanno utilizzato un lembo donatore prelevato dalla congiuntiva inferiore25. Tale variante si è dimostrata ugualmente efficace con un basso tasso di recidiva26-27. In considerazione dei dati presenti in letteratura, il nostro studio ha messo a confronto tre tecniche chirurgiche per il trattamento dello pterigio, la denudazione sclerale, la variante con l’applicazione della MMC 65 Anno diciannovesimo giugno 2014 Guest Editorial Chirurgia dello pterigio: tecniche a confronto 66 e l’autotrapianto congiuntivale, al fine di valutare la procedura migliore in termini di riduzione del tasso di recidiva. Le metodiche messe a confronto hanno mostrato una diversa efficacia in favore delle ultime due tecniche, in linea con i dati presenti in letteratura. I pazienti del gruppo 1 e del gruppo 2 hanno presentato infatti un tasso di recidiva pari allo 0% nel periodo di controllo. La principale limitazione di questo studio è rappresentata dalla ridotta dimensione del campione. A causa del basso tasso di recidiva documentato dopo l'asportazione chirurgica, potrebbe essere necessario un campione più grande per individuare piccole differenze tra i pazienti trattati con l’autotrapianto di congiuntiva e quelli con la denudazione sclerale associata a MMC. Nessuna delle complicanze descritte in letteratura correlate all’utilizzo di farmaco antimitotico si è verificata. Sarebbe necessario, tuttavia, un follow up più lungo per identificare eventuali complicanze tardive della MMC, come la sclerite necrotizzante, il melting e la calcificazione sclerale, che si possono sviluppare anche dopo anni dall'applicazione28. CONCLUSIONI Nonostante i potenziali rischi nell’utilizzo della MMC e le maggiori difficoltà tecniche nell’autotrapianto di congiuntiva, tali metodiche risultano più efficaci del semplice denudamento sclerale nel ridurre il rischio di recidiva dello pterigio. Inoltre se il lembo congiuntivale da innestare viene prelevato dalla congiuntiva bulbare inferiore, si escludono le modificazioni morfologiche della congiuntiva, che potrebbero compromettere il buon esito di una eventuale chirurgia filtrante per glaucoma. BIBLIOGRAFIA 1. Zhong H, Cha X, Wei T, Lin X, Li X, Li J, Cai N, Li J, Su X, Yang Y, Yu M, Yuan Y. Prevalence of and risk factors for pterygium in rural adult chinese populations of the bai nationality in dali: the yunnan minority eye study. Invest Ophthalmol Vis Sci 25;53(10): 6617-6621, 2012 Sep. Print 2012 Oct 2. Saw SM, Tan D. Pterygium: Prevalence, demography and risk factors. Ophthalmic Epidemiol 6: 219-228, 1999 3. Klintworth GK. Degeneretions. Depositions and miscellaneous reactions of the ocular anterior segment. In pathobiology of ocular diseases – a dynamic approach. 2°ed Garner A, Klintworth GK, 1996: 743-752 4. Chui J, Di Girolamo N, Wakefield D, Coroneo MT. 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