difesa - Comunità Montana Valtellina di Sondrio

Principali
avversità
delle piante
orticole e
difesa nel
biologico
Salvetti Martino
Scopi dell’orticoltura biologica
 Lo
scopo principale dell’orticoltura
biologica è la produzione di alimenti
vegetali sani ed equilibrati, senza impiego
di sostanze chimiche di sintesi per la
fertilizzazione e la difesa dai parassiti e dalle
erbe spontanee competitrici (le “infestanti”
dall’agronomia classica). Si tratta di un
obiettivo ricco di stimoli sia per l’orticoltura
professionale che per quella familiare,
raggiungibile attraverso l’adozione di un
nuovo ed articolato sistema colturale.
Scopi dell’orticoltura biologica
 Per
l'Agricoltura biologica è di fondamentale
importanza il mantenimento e l'incremento della
sostanza organica nel suolo, perché essa sostiene
la biomassa vivente (batteri, funghi, alghe,
protozoi, micro e mesofauna) e garantisce con la
sua lenta mineralizzazione, operata senza sosta dai
microrganismi, l’equilibrata nutrizione delle piante.
 Sono ancora poco conosciuti i complessi rapporti
tra gli organismi viventi del suolo e le piante, ma è
esperienza comune tra i produttori biologici,
rilevare uno stato di generale benessere e
resistenza alle patologie nelle piante coltivate in
suoli equilibrati e ricchi di sostanza organica
(almeno 2,5 - 3%).
Scopi dell’orticoltura biologica
 Per
mantenere e migliorare il livello di sostanza
organica di un suolo e, in altre parole, la sua fertilità
è ampiamente consigliato l’impiego di colture da
sovescio, di letame compostato arricchito ed
attivato con preparati di origine naturale (macerati,
farine di alghe o di roccia), delle rotazioni con
piante di diversa famiglia botanica e di apparato
radicale con differenti caratteristiche, fittonante,
profondo o fascicolato.
Scopi dell’orticoltura biologica

L’impiego di fertilizzanti organici di qualunque natura, in
agricoltura biologica trova oggi un limite di legge
(Reg.Ce 834/07 e 889/08) nella quantità massima di 170
kg/ettaro/anno di azoto somministrabile al terreno,
comprendente anche la dose eventualmente derivata
da una letamazione effettuata all’inizio dell’annata
agraria. La normativa comunitaria inoltre ne prevede
l’impiego soltanto in caso di comprovata necessità ed è
per questo che, nella gran parte dei casi, l’uso è
vincolato al rilascio di un’apposita autorizzazione da
parte dell’organismo di controllo. Comunque sia, il
letame, per quanto di difficile reperimento ed
utilizzazione, rimane la sostanza organica di riferimento in
tema di fertilizzazione.
Difesa
Avversità
non
parassitarie
Avversità
parassitarie
perdita di oltre un terzo della
produzione agricola potenziale
mondiale
NUTRIZIONE
Disponibilità di calcio
MALERBE
INSETTI
pioggia
FUNGHI
Nottue
Umidità elevata
Difesa
Il nuovo Regolamento CE, che sostituirà, a breve, la
Direttiva 91/414/CEE per l'immissione in
commercio dei prodotti fitosanitari e la Direttiva
sull'uso sostenibile agrofarmaci, che disciplinerà le
modalità d'impiego dei fitofarmaci, si prefiggono
l'obiettivo d'incentivare una difesa fitoiatrica a
basso impiego di mezzi di lotta chimici, in sintonia
con la crescente sensibilità dell'opinione pubblica
per la sicurezza alimentare ed il rispetto
dell'ambiente
Difesa
A partire dal 1° gennaio 2014 infatti devono
essere applicati solamente sistemi di
protezione integrata delle colture oltre,
ovviamente, al metodo di produzione
biologico. Risulta quindi evidente, che occorre
promuovere l'uso "sostenibile" dei fitofarmaci
privilegiando i mezzi biologici di difesa
Difesa
I
l regolamento 2092/91 e successive modifiche
consentono per la difesa dagli insetti, in caso di
necessità riconosciuta, l’utilizzo di insetticidi di
origine naturale come Piretro, Azadiractina,
Spinosad, di oli bianchi e paraffinici, e saponi di
potassio. E’ possibile inoltre impiegare mezzi tecnici
come le trappole a feromoni per la cattura di
massa o il monitoraggio degli insetti dannosi,
oppure organismi antagonisti come insetti, acari,
nematodi, batteri, funghi e virus, oggi disponibili in
formulati che ne consentono un agevole impiego.
Difesa

Contro i funghi parassiti è necessaria un’attenta
prevenzione volta ad evitare il verificarsi delle condizioni
che ne favoriscono lo sviluppo, tuttavia è consentito
l’impiego del rame (max 6 kg/ettaro/anno di rame
metallo) nei suoi diversi formulati – poltiglia bordolese,
ossicloruri e idrossidi - e dello zolfo, bagnabile o in
polvere, unitamente ad attivatori delle difese naturali
della pianta come Propoli di api ed estratti di alghe,
bicarbonato di sodio e argille. Di difficile impiego, quali
coadiuvanti nella difesa dai parassiti su ampie superfici,
sono i macerati ed i decotti di diverse piante, anche se
oggigiorno diversi preparati erboristici a base di aglio,
equiseto, assenzio, ortica ne facilitano l’impiego pratico.
Avversità non parassitarie
CARENZE DI ELEMENTI NUTRITIVI
Carenza di ferro su fragola
Carenza di molibdeno su foglie di bietola
CARENZE DI ELEMENTI NUTRITIVI
Marciume apicale del pomodoro
Scatolatura dei frutti
Avversità parassitarie
VIRUS
Virus CMV
Nanismo del pomodoro
Marciume necrotico della
lattuga
COME CONTROLLARE LE MALATTIE DI ORIGINE
VIRALE ?
-UTILIZZARE SEMENTE E IN GENERALE MATERIALE DI
PROPAGAZIONE SANO
-MANTENERE IN SANITA’ QUESTO MATERIALE:
-CONTROLLO DEGLI INSETTI VETTORI DEI VIRUS
(AFIDI, COCCINIGLIE, COLEOTTERI, ALEURODIDI)
-EVITARE LA TRASMISSIONE DA PARTE DEI NEMATODI
(ARTROPODI DEL TERRENO)
Avversità parassitarie
BATTERI
Cancro batterico del
pomodoro
Maculatura batterica
del pomodoro
BATTERI
Necrosi del midollo del pomodoro
BATTERI
Gamba nera della patata
Marciume anulare della patata
COME CONTROLLARE LE MALATTIE DI ORIGINE
BATTERICA?
-UTILIZZARE SEMENTE SANA E CERTIFICATA
-ADOTTARE AMPIE ROTAZIONI COLTURALI (3-4 ANNI)
-ELIMINARE LE PIANTE INFETTE (E NON INTERRARLE!!)
-UTILIZZARE PRODOTTI RAMEICI
-NON ECCEDERE CON LE CONCIMAZIONI AZOTATE
-NON ECCEDERE CON LE IRRIGAZIONI
-EVITARE I RISTAGNI IDRICI
-DISINFEZIONE (PER ALCUNE) DELLE ATTREZZATURE
Avversità parassitarie
FUNGHI
Cercospora della bietola
Botrite della cipolla
FUNGHI DELL’APPARATO AEREO
Oidio delle cucurbitacee
Peronospora del pomodoro
FUNGHI DEL TERRENO
Peronospore: diverse specie del patogeno
colpiscono pomodoro, patata, cucurbitacee,
basilico, lattuga, cipolla
 La
peronospora è favorita da pioggia e
umidità ambientale
 Importante la rotazione colturale
 Eliminazione dei residui colturali a fine ciclo
 Trattamenti con prodotti rameici in tutti i loro
formulati; trattamenti in numero variabile a
seconda della pressione della malattia e
dilavamenti
 Evitare di bagnare la parte aerea durante le
irrigazioni
Prevenzione e difesa dal mal bianco
 Questa
malattia è favorita da periodi e
microclimi umidi e ventilati
 Eliminazione e interramento dei residui colturali
a fine ciclo, dove rimangono le forme di
svernamento
 Trattamenti con prodotti a base di zolfo (da
ripetere a seguito del dilavamento)o AQ 10
(preparato a base del fungo antagonista
Ampelomyces quisqualis)
 Attenzione: lo zolfo è fitotossico per le
cocurbitacee (Zucca, zucchino, melone,
anguria ecc.)
Prevenzione e lotta dalle malattie fungine del
terreno





Queste malattie radicali sono favorite dagli eccessi
idrici nel terreno
Eliminazione dei residui colturali a fine ciclo
(compostaggio lungo, per far si che la sostanza
organica si trasformi in humus)
Adottare rotazione colturale, per far si che le stesse
piante ritornino sullo stesso appezzamento dopo 56 anni
La rotazione deve prevedere il susseguirsi di piante
appartenenti a famiglie diverse botaniche per
evitare che i patogeni si specializzino
Somministrare prodotti a base di funghi antagonisti
Come evitare o limitare le infezioni
fungine
• impiegare tuberi-seme sani e certificati secondo la
normativa vigente;
• scegliere varietà resistenti o, comunque, meno
suscettibili;
• eliminare tutti i residui della coltura precedente;
• adottare distanze di semina adeguate alle condizioni
pedo-climatiche ed alle caratteristiche varietali;
• adottare idonee sistemazioni del terreno o il drenaggio, in
modo da evitare i ristagni idrici;
• eseguire concimazioni ed irrigazioni equilibrate;
• evitare l'irrigazione per aspersione;
Patata
Peronospora Phythophthora infestans
Sulle foglie: macchie sulla pagina
superiore dapprima pallide che
imbruniscono e poi disseccano, in
corrispondenza delle quali, sulla
pagina inferiore, compare
un'efflorescenza bianca.
Condizioni predisponenti
Piogge, elevata umidità relativa con formazione di nebbie o
rugiade e conseguente bagnatura fogliare di almeno 2-3 h,
in concomitanza di temperature comprese tra i 10 ed i 25°
C.
Sugli steli: macchie analoghe con
perdita di turgescenza fino a che il
fusto non si spezza.
Sui tuberi: maculatura grigio- bluastra
o bruna in corrispondenza della quale
la superficie s'infossa (Marciume
secco). Se i tuberi sono conservati in
ambienti umidi e subiscono lesioni
s'instaurano marciumi molli per cui il
tubero si trasforma in una massa
fetida da cui geme un liquido dove si
sviluppano altri batteri e funghi. Il
marciume si diffonde ai tuberi sani.
Peronospora: difesa con metodo BIOLOGICO
Epoca e modalità
Agronomico
• utilizzare tuberi-seme sani e certificati ai sensi della
normativa fitosanitaria vigente;
• scegliere varietà poco suscettibili;
• adottare opportune distanze di semina;
• effettuare concimazioni equilibrate;
• evitare le irrigazioni eccessive e soprachioma;
• essiccare la parte aerea prima della raccolta.
Prodotti ammessi
Note
•rame (solfato, idrossido,
ossicloruro)
Max 6 Kg/ha/anno
effettuare trattamenti
preventivi quando sussistono
le condizioni ambientali
favorevoli all’infezione
(piogge, nebbie persistenti,
elevata umidità relativa e
temperature comprese tra 10
e 25° C).
Scabbia polverulenta Spongospora subterranea
La malattia, provocata da un fungo,
si manifesta con piccoli rilievi della
buccia, quasi circolari, che si
rompono formando piccole pustole
rotondeggianti od anche irregolari,
ma raramente angolose, a bordo
rialzato arrotondato. Il fondo di tali
pustole è pieno di una fine polvere
bruna-rugginosa, o bruna- scura,
costituita dalle spore del fungo e
dai resti del tessuto distrutto.
Nei terreni sciolti la problematica è
maggiore
Usare varietà meno sensibili (la Kennebeck
è la più sensibile)
Lavorare in profondità il terreno rivoltando
bene la zolla
Rotazione colturale
Evitare residui colturali
Pomodoro
MALATTIE FUNGINE
Peronospora del pomodoro
Septoriosi del pomodoro
MALATTIE FUNGINE
Alternariosi del pomodoro
Rimedi: rame (nelle diverse forme: ossicloruro, idrossido o
solfato)
Oidio
Rimedi: zolfo.
Attenzione: lo zolfo può essere fitotossico per le cucurbitacee a
elevate temperature
Avversità parassitarie
Parassiti vegetali
PIANTE
SUPERIORI
PARASSITE
PIANTE
SUPERIORI
INFESTANTI
Avversità parassitarie
Parassiti animali
NEMATODI
Nematodi




Sono chiamati anche «vermi
cilindrici» perché presentano un
corpo cilindrico a sezione
trasversale circolare, differendo dai
platelminti che presentano uno
schiacciamento dorso-ventrale
Producono danni alle radici sulle
quali producono tubercoli e
malformazioni
Possono trasmettere virosi
Per scongiurare gli attacchi di
nematodi si consigliano rotazioni
colturali ampie
Avversità parassitarie
Parassiti animali
INSETTI
INSETTI
COME POSSONO DANNEGGIARE LE NOSTRE COLTURE?
Insetti che masticano
INSETTI e altri artropodi
COME POSSONO DANNEGGIARE LE NOSTRE COLTURE?
Insetti che pungono
e succhiano
Danno diretto
Trasmissione di virus
Elateridi o “ferretti” Agriotes spp.
I ferretti sono le larve, di forma
cilindrica allungata (circa 25 mm) e
colore arancione, di diverse specie di
Elateridi, una famiglia appartenente
all’ordine dei Coleotteri.
Il ciclo dell’insetto
Danni: tutte le colture a semina primaverile o
a sviluppo primaverile (grano, avena, mais,
barbabietole, insalate ecc.) sono soggette
all’attacco dei ferretti.
La prima manifestazione di questo tipo di
attacco è data dall’ingiallimento della
fogliolina centrale. Le piantine vengono poi
troncate e nei casi gravi occorre riseminare
o ripiantare.

Questi insetti per completare il loro ciclo biologico
sono favoriti sia dai terreni umidi che dalle poche
lavorazioni.
Pertanto, si può affermare che periodi siccitosi sono
sfavorevoli al pullulare massivo delle popolazioni e, al
contrario, coltivazioni poco lavorate (prati ed alcune
foraggere) ne favoriscono il ripopolamento.
Favoriscono inoltre gli Elateridi, i terreni torbosi o
comunque ricchi di sostanza organica, i ristagni idrici
ed un prolungato inerbimento dei suoli anche da una
flora infestante. Queste considerazioni sono alla base
delle scelte di rotazione che devono gestire il
susseguirsi delle coltivazioni, specialmente con specie
recettive.
 Si
consiglia, dunque, di effettuare
rotazioni ampie, evitare la
monosuccessione e non coltivare la
patata dopo prati, medicai, altre
foraggere, incolti, frutteti e vigneti inerbiti,
nei terreni che hanno ricevuto
abbondanti concimazioni con letame e
nei terreni in cui nell'anno precedente si
sono verificati danni da Elateridi
 Possibile
l’utilizzo del fungo antagonista Beauveria
bassiana
dosaggio
Modalità
applicazione
note
patata
2-3 l/ha
Alla semina
Localizzare sul
solco di semina.
E’ possibile
effettuare un
trattamento
supplementare
alla rincalzatura
carota
3 l/ha
Pre-semina
A pieno campo
Pomodoro,
peperone,
melanzana
2-3 l/ha
Post trapianto
Localizzato in
fertirrigazione
Grillotalpa
Gryllotalpa gryllotalpa
Adulto: lunghezza da 35 a 60 mm
Capo affusolato munito di due corte
antenne
Torace sclerificato
Addome terminante in due cerci
Zampe anteriori corte e massicce atte
a scavare
La forma giovanile è simile
all’adulto ma priva di ali e di
dimensioni inferiori.
Comunissima nei terreni smossi, ben lavorati e ricchi di humus.
Compie una generazione ogni due anni
Attacca, per cibarsene, semi, radici, bulbi, tuberi, larve di altri
insetti terricoli. E’ dannoso per tutte le orticole e anche per le
ornamentali.

Un rimedio naturale contro il grillotalpa può essere quello
di posizionare, lungo i bordi del terreno, una bottiglia di
plastica tagliata a metà e riempita di pezzi di ortaggi o di
birra. La trappola va coperta con una tegola per impedire
che vi entri la pioggia e per creare oscurità. Dopo alcuni
giorni, attirati dai residui organici della bottiglia, i grillotalpa
vi finiranno dentro.

A questo punto li si potrà bruciare, distribuendo sul terreno
la cenere ottenuta. I resti degli insetti bruciati
rappresentano delle tossine per i grillotalpa, che si
terranno alla larga dalla zona “contaminata”. (Rimedio
biodinamico)

Inoltre si può effettuare una lotta preventiva cercando di
distruggere tramite lavorazione del terreno tra maggio e
giugno i nidi dove vengono deposte le uova.
Maggiolino Melolontha melolontha
Adulto: forma robusta e
massiccia
Antenne composte da 10
articoli
Torace nero, elitre
marroni con coste
longitudinali e addome
appuntito
La forma giovanile è una
larva che vive nel terreno
Il ciclo dell’insetto
Melolontha melolontha: larva
Melolontha melolontha: adulto
 DIFESA
 Reti
che impediscono lo sfarfallamento dell’insetto
adulto
 Fungo antagonista: fungo entomopatogeno
Beauveria brongnartii, da interrare nel terreno
(consigliata solo su superfici significative).
 Lavorazioni del terreno, che danneggiano le larve
e/o le portano in superficie rendendole facile preda
di uccelli e altri animali.
Larve di maggiolino, oziorinco,
elateridi, nottue, sciaridi.
I
terreni periodicamente lavorati sono in genere
molto infestati da larve terricole; per questo
motivo è bene non mettere a dimora piante
orticole dove l’anno precedente c’era prato.
 Insetticidi
naturali a base di fughi o nematodi
entomopatogeni possono contenere le
popolazioni di questi insetti
Ditteri
(Mosche)
Larva mosca sedano
Danni su sedano
Pupe mosca sedano
 Si
può utilizzare un insetticida a base di
Azadiractina, estratto dalla pianta del neem o
Azadirachta indica.
 Nota da oltre duemila anni per i suoi impieghi
medicamentosi e come insetticida. Fu il tedesco
Schmutterer, nel 1959, durante una spedizione in
Sudan organizzata allo scopo di studiare le
locuste, a notare come queste risparmiavano solo
l'albero del Neem.

L'azadiractina e gli altri limonoidi possiedono
un’interessante attività insetticida, svolta con
differenti meccanismi di azione, il principale dei
quali consiste in un effetto chitino inibitore che si
manifesta con un'azione juvenizzante simile a
quella degli insetticidi IGR di sintesi, oltre alla
repellenza e alla fagodeterrenza. In alcune specie
fitofaghe, come la Dorifora della patata, è stata
anche accertata una riduzione della fecondità
delle femmine adulte. Questi prodotti non
possiedono quindi alcun effetto abbattente,
agiscono principalmente per ingestione e per
contatto e possiedono una comprovata attività
sistemica, particolarmente interessante nelle
applicazioni per fertirrigazione.
Lepidotteri (nottue, cavolaie ecc.)
Uova, larva, crisalidi e adulto di cavolaia: Pieris brassicae


Insetticidi microbiologici a base di
Bacillus thuringiensis
Il Bacillus thuringiensis (B.t.) è un batterio, presente in
natura nel suolo, in grado di produrre tossine che portano
a danni irreparabili negli insetti. Il B.t è considerato ideale
per la gestione delle infestazioni a motivo del la sua
specificità d’azione nei confronti degli infestanti e perché
privo di tossicità nei confronti dell’uomo e dei nemici
naturali dei parassiti di numerose coltivazioni. Vi sono
differenti ceppi di B.t. ciascuno dotato di una specifica
tossicità nei confronti di un particolare gruppo di insetti:
B.t. aizawai(B.t.a.) è utilizzato negli alveari, contro le larve
della falena della cera; B.t. Israelensis (B.t.i), presente
nel formulato TURBAC C è efficace contro le zanzare,
simulidi e chironomidi; B.t. kurstaki B.t.k.), presente nel
formulato BOLAS controlla numerose specie di
lepidotteri.
I mangiatori di insetti nel mondo si dividono
in tre categorie: chi li mangia come forma di
alimentazione di sussistenza (tribù di
raccoglitori dell'Africa o dell'Amazzonia),
chi ne ha fatto una delicatezza (primi fra tutti
i thailandesi) oppure chi, come la maggior
parte di noi occidentali, li mangia senza
neanche rendersene conto: nella conserva di
pomodoro o nelle verdure bio.
Cimici dei cavoli e delle solanacee
Eurydema ornata, oleracea ecc.
Il ciclo dell’insetto





I danni sono causati dalle punture di suzione sia degli adulti sia
delle forme giovanili.
Possono essere controllate con insetticidi a base di piretro
naturale
Il piretro e le piretrine naturali sono estratte dai fiori di alcune
piante appartenenti al genere Chrysantemum. Hanno
un'azione abbattente immediata nei confronti di tutti gli insetti
ed una scarsissima persistenza nell'ambiente (a 48 ore dal
trattamento non si trovano residui); non sono tossiche per
l'uomo. I prodotti a base di piretro vanno usati preferibilmente
verso sera perché le piretrine sono fotolabili, cioè si dissolvono
con la luce. Sono più efficaci se la soluzione è leggermente
acidificata con acido citrico, aceto o succo di limone. La
vegetazione trattata va bagnata abbondantemente. Piretro
e piretrine sono insetticidi ad ampio spettro, pertanto dannosi
all’entomofauna utile.
Usare un preparato a base di pezzetti di sapone di marsiglia
sciolti in acqua bollente, circa 20 g/litro , spruzzando a freddo.
Raccolta manuale ed eliminazione
Dorifora della patata
Leptinotarsa decemlineata
Il ciclo dell’insetto
RIMEDI
Occorre intervenire quando si vedono le ovature sulla
pagina superiore delle foglie, indicativamente 25 ovature,
o alla schiusura delle prime uova.
Difesa: E’ possibile la lotta biologica con il Bacillus
thuringiensis var. Kurstaki.
RACCOLTA MANUALE DELLE LARVE E
DEGLI ADULTI ED ELIMINAZIONE
Afidi della patata, dei fagiolini ecc.
Gli afidi sono diverse specie; si
tratta di insetti ad apparato
boccale pungente succhiante,
che possono provocare danni
diretti (suzione dei succhi
cellulari e conseguente
appassimento di parti della
pianta), e danni indiretti legati
alla trasmissione di virus
Soglia di intervento: - per gli afidi neri (genere Aphis):
intervenire se si supera il 30% di piante infestate; - per gli
altri afidi: intervenire se si raggiunge la soglia del 5-6% di
piante con presenza di colonie; - in caso di riscontro nel
campo o nelle vicinanze di piante con sintomi virali, la
soglia di intervento per le specie afidiche vettrici di virus si
abbassa alla sola presenza.
Principi attivi consigliati: piretro o azadiractina
 Il
controllo degli afidi può basarsi sull’utilizzo di
insetticidi di origine naturale come piretro,
azadiractina, ammessi in agricoltura biologica.
 E’ opportuno limitare le concimazioni azotate
 Intervenire con una strategia preventiva per
evitare di eliminare troppi insetti utili.
Afidi (pidocchi)
Tripidi

Contro i tripidi si può utilizzare anche lo Spinosad

Spinosad è una sostanza attiva ad azione insetticida. E’
una miscela di due metaboliti ottenuti durante il
processo di fermentazione innescato da un batterio
naturalmente presente in alcuni terreni, la
Saccharopolyspora spinosa. Si tratta quindi di una
sostanza di origine naturale che, pur presentando un
profilo ambientale estremamente favorevole, ha uno
spettro di azione paragonabile a quello di un
tradizionale prodotto fosforganico ed include
Lepidotteri, Ditteri, Imenotteri, Sifonatteri, Tisanotteri ed
alcuni Coleotteri. Spinosad, nei suoi vari formulati, viene
attualmente utilizzato nel controllo degli insetti parassiti
delle colture agricole sia in pieno campo che in serra,
dei campi sportivi, dei giardini e delle aree circostanti
le , insetticida biologico
Altre avversità parassitarie
ACARI
Avversità parassitarie
MOLLUSCHI
Elicidi
(chioccole)
Limacidi
(lumache)
Molto nocivo è Agriolimax agrestis (3-7 cm), con corpo sottile e
allungato, colore grigio-rossastro o nerastro con punteggiature
nere sul dorso. Presenta numerose deposizioni, fino a 500 uova
all'anno, e divora qualsiasi tipo di pianta.
Avversità parassitarie
ANIMALI
SUPERIORI
Talpe: sono Roditori insettivori: si
nutrono di lombrichi, larve di
insetti, piccoli animali, scavando
gallerie con le robuste zampe
anteriori vicino alla superficie del
terreno, e danneggiando in
occasionalmente le radici delle
piante che si trovano lungo il
percorso.
La loro presenza è rilevabile dall'esterno per i cumuli di terreno
scavato nei fori di apertura.
Vivono nel terreno da cui emergono solo per brevi periodi, e sono
attive in tutte le stagioni, tranne d'inverno. Le più comuni sono la
Talpa europaea, lunga circa 15 cm, e la Talpa coeca, più piccola
e completamente cieca.
Cosa fare?
Zolfo esente da selenio
Carburo di calcio
Inserire nelle buche e
bagnare
Le arvicole (topi campagnoli) sono
mammiferi Roditori di piccole
dimensioni che scavano gallerie con
piccoli fori di apertura evidenziati sul
terreno.Le piantine dopo il trapianto
presentano danni nelle radici durante
lo scavo delle gallerie, erosioni delle
foglie o recisioni all'altezza del
colletto (le piante troncate vengono
trascinate nelle tane)
I danni sono causati soprattutto dalla diffusa arvicola Pitymys
savii, di piccole dimensioni (6-7 cm) e di colore bruno-rossastro
Fisiopatie
SUBEROSI POLIGONALE
CUORE NERO
Provocata da sbalzi idrici
Provocata dalla permanenza dei
tuberi in ambiente asfittico (in
campo o se le patate sono
raccolte in mucchi)
Carenze di elementi nutritivi
Carenza di fosforo
Carenza di potassio
Carenza di magnesio
Carenza di potassio
Carenza di calcio
Calcio carenza
- Innaffiare in modo regolare
evitando di alternare periodi in cui
il terreno è asciutto con altri in cui
è eccessivamente umido.
- Concimare moderatamente e
non esagerare con il potassio che
potrebbe ridurre l’assorbimento
del calcio.
- Garantire sostanza organica
che aiuti ad equilibrare e
mantenere l’umidità del terreno
- Pacciamare soprattutto quando
le temperature sono molto alte in
modo da evitare un’eccessiva
evapotraspirazione.
I principi base per l’utilizzo degli
antiparassitari
COMPOSIZIONE DEI PRODOTTI
FITOSANITARI
PRINCIPIO ATTIVO
è la sostanza che svolge l’attività
biologica specifica
COADIUVANTI o
COFORMULANTI
facilitano la distribuzione e
l’assorbimento del principio attivo
SOSTANZE INERTI
effettuano una prima diluizione
del prodotto
PRODOTTI FITOSANITARI
Classificazione in base:
• all’organismo bersaglio
• alla localizzazione sulla vegetazione
• alla modalità di azione
CLASSIFICAZIONE DEI
PRODOTTI FITOSANITARI
INSETTICIDI
Rispetto
all’organismo
bersaglio
ACARICIDI
FUNGICIDI o
ANTICRITTOGAMICI
ERBICIDI o
DISERBANTI
CLASSIFICAZIONE DEI
PRODOTTI FITOSANITARI
DI COPERTURA
Rispetto alla
localizzazione
sulla
vegetazione
CITOTROPICI
SISTEMICI
CLASSIFICAZIONE DEI
PRODOTTI FITOSANITARI
Rispetto alla modalità
di azione
FUNGICIDI
PREVENTIVI
CURATIVI
CLASSIFICAZIONE DEI
PRODOTTI FITOSANITARI
Rispetto alla
modalità di azione
INSETTICIDI
e
ACARICIDI
CONTATTO
ASFISSIA
INGESTIONE
L’etichetta dei PRODOTTI FITOSANITARI
Le FRASI DI RISCHIO PER L’AMBIENTE - N
R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici.
R51 Tossico per gli organismi acquatici.
R52 Nocivo per gli organismi acquatici.
R53 Può provocare a lungo termine effettivi negativi per l'ambiente acquatico.
R54 Tossico per la flora.
R55 Tossico per la fauna.
R56 Tossico per gli organismi del terreno.
R57 Tossico per le api.
R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.
R59 Pericoloso per lo strato di ozono.
Pericoloso per l’ambiente
Classificazione
attuale secondo CEE
Simbolo
Vecchia
classificazione
Molto tossico ( T+ )
Tossico ( T )
I classe
Nocivo ( Xn )
II classe
Irritante ( Xi )
III e IV classe
Non classificato
Pericoloso per
l’ambiente ( N )
Nessun simbolo
III e IV classe
TEMPO DI CARENZA
Il tempo minimo, in
giorni, che deve
trascorrere dall’ultimo
trattamento alla
raccolta (non il
consumo).
Nei trattamenti post-raccolta è il tempo minimo,
in giorni, che deve trascorrere dall’ultimo
trattamento alla commercializzazione.
TEMPO DI CARENZA
Dipende dalle caratteristiche chimiche del
principio attivo e dalla coltura su cui è impiegato,
NON DALLA CLASSE TOSSICOLOGICA.
Classe
tossicologica
Principio attivo
Tempo di carenza
MANCOZEB
28 gg
Xi
DELTAMETRINA
3 gg per melo, vite, …
15 gg per soia
Xn
CARBARYL
7 gg
Xn
METHOMYL
14 gg per lattuga
10 gg per vite, melo, …
T+
TEMPO DI CARENZA
In caso di miscelazione di più prodotti, il tempo
di carenza della miscela
E’ QUELLO DEL FITOFARMACO CON TEMPO DI
CARENZA PIU’ LUNGO.
Tempo di
carenza:
Tempo di
carenza:
15 gg
21 gg
Tempo di carenza
della miscela:
21 gg
NON TUTTI GLI INSETTI
E ACARI SONO NOCIVI
Impollinatori
INSETTI
UTILI
Predatori di
specie nocive
Parassitoidi di
specie nocive
ACARI
UTILI
I predatori

I fitoseidi: acari utili
Ragnetto rosso dei
fruttiferi
Phytoseiulus persimilis:
suo predatore naturale
E’ possibile incrementare la presenza di fitoseidi nel frutteto
mediante l’impiego di fascine di sambuco e bagolaro (Celtis
australis) che ne ospitano numerose colonie.

Crisopa (Chrysoperla carnea)
E’ un neurottero crisopide, predatore allo stato di larva.
Pur essendo polifago, viene allevato e utilizzato con lanci
specifici soprattutto per la lotta biologica contro gli afidi
che infestano le colture protette (serre).
Uova di Crisopa
Larva di Crisopa
Adulto di
Crisopa

Ditteri sirfidi
Larva di Sirfide mentre solleva
e preda un afide
Adulto di Sirfide

Coccinelle predatrici di afidi

Questi insetti predatori svolgono un ruolo di primaria
importanza nel contenimento delle popolazioni degli
afidi: valorizzare la loro azione rappresenta uno dei
fondamenti della lotta integrata.
Adulto di Adonia variegata
Ovatura di coccinella su
medica
Larva di coccinella
Crisalide di coccinella

I parassitoidi degli afidi

La maggior parte dei parassitoidi di afidi sono
Imenotteri inclusi nelle famiglie Aphelinidae
(Chalcidoidea) e Braconidae (Ichneumonoidea)
Le femmine degli afidiini introducono un uovo nella
vittima mediante l’ovopositore, piegando l’addome
sotto il torace e tra le zampe. Le larve che
fuoriescono dalle uova si nutrono del corpo
dell’ospite e lo svuotano; lo mummificano e
successivamente lo rivestono di seta per
assicurare una protezione alla pupa.


Al termine del ciclo l’adulto sfarfalla dalla
mummia, praticando un foro perfettamente
circolare.
Imenottero afidiino nell’atto di parassitizzare un afide.
Afidiino nell’atto di sfarfallare da una
mummia di afide parassitizzato.
Calosoma sycophanta
Coleotteri carabidi
Adulto di
coccinella
Larva di coccinella
Adulto di Crisopa
Uova di Crisopa
Larva di Crisopa