FarmaDay - n.359 - Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli

Anno III – Numero 359
Venerdì 28 Febbraio 2014, S. Romano, Antonietta
AVVISO
Ordine
1. In riscossione la quota
sociale 2014.
2. Corsi ECM: 2014
Proverbio di oggi……..
oggi……..
Non far male che è peccato,
Non far bene che è sprecato
Notizie in Rilievo
ORDINE: SABATO CORSO ECM GRATUITO
Scienza e Salute
Malattie Dermatologiche Pruriginose
3. Scontrini pericolosi,
possono danneggiare
l'apparato riproduttivo
4. Il test del sangue che ci
dice se fra cinque anni
saremo ancora vivi
5. USA, trenta esami del
sangue con una goccia e
a metà prezzo
6. Tubercolosi: aceto per
combatterla
COME PARTECIPARE:
prenotarsi attraverso il sito dell’Ordine
www.ordinefarmacistinapoli.it o iscriversi direttamente Sabato
mattina alle ore 9.00 presso la sede dell’Ordine dove si terrà il corso.
SCONTRINI PERICOLOSI, POSSONO
DANNEGGIARE l'APPARATO RIPRODUTTIVO
La carta termica può contenere bisfenolo A, tossico per
l'organismo
Alimenti e Salute
7. Per ridurre la
pressione:
meno carne e più
verdura
Prevenzione
Salute
8. in Italia l'epidemia di
grasso non si è ancora
arrestata
Li maneggiamo ogni giorno, eppure potrebbero
contenere una sostanza tossica per il nostro
organismo. Sono gli scontrini che, al loro interno,
avrebbero il bisfenolo (Bpa) composto chimico ad
azione ormono-simile e pericoloso per l'apparato
riproduttivo e il sistema nervoso. A sostenerlo sono i ricercatori del Cincinnati
Chidren's hospital che hanno pubb. lo studio su Jama
Il test - Gli scienziati hanno chiesto a 24 studenti universitari di maneggiare
per due ore consecutive, scontrini e fatture a mani nude. Dopo una settimana,
i volontari hanno fatto la stessa cosa ma indossando dei guanti.
I ricercatori hanno monitorato il tasso di bisfenolo raccogliendo campioni di
urina prima dell'esperimento, dopo che i giovani avevano manipolato la carta
e quando invece l'avevano toccata con i guanti. Le quantità di sostanza tossica
era bassa nella fase iniziale, aumentava in modo evidente durante la seconda
ed è rimasta stazionaria nella terza.
"Meglio usare i guanti" - "Meglio maneggiare le ricevute con attenzione.
Sono una fonte di Bpa e se si devono toccare con frequenza questo tipo di
fogli, sarebbe meglio indossare dei guanti protettivi". (Salute, Tgcom24)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
E-MAIL:
[email protected];
[email protected]
SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli
PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 359
SCIENZA E SALUTE
IL TEST DEL SANGUE CHE CI DICE SE FRA
CINQUE ANNI SAREMO ANCORA VIVI
In futuro l'esame servirà a mettere a punto azioni di prevenzione e terapie mirate su ogni
paziente. Analizzando le concentrazioni di quattro molecole, si è in grado di predire il
rischio di morte anche in persone apparentemente in buona salute.
Un prelievo del sangue ci dirà se rischiamo di morire nei prossimi
cinque anni. Indipendentemente dal sesso, dall'età, dalle cattive
abitudini, dallo stato di salute attuale e dal resto. È la promessa di uno
studio finlandese condotto su diciassettemila persone seguite per dieci
anni, pubblicato oggi sulla rivista Plos medicine.
È il primo al mondo che risolve una specie di Sacro Graal della salute, che
potrebbe da domani guidare la mano dei medici nel trattamento di ogni
paziente. La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricerca che ha
messo insieme esperti in medicina computazionale, capaci di analizzare
enormi quantità di dati, ed esperti di medicina di laboratorio, che hanno usato una tecnica avanzata di
studio delle proteine: la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare.
Inizialmente, sono stati considerati 106 biomarker, sostanze presenti normalmente nel sangue,
studiate come indicatori della nostra salute. Indispensabili sono stati i registri Finlandesi ed Estoni che
raccolgono informazioni precise su migliaia di cittadini. Dopo un'analisi dei dati effettuata su un primo
gruppo di persone, l'attenzione si è concentrata solo su quattro indicatori:
due proteine, (albumina, Vldl)
la concentrazione di acido citrico
gli indici di metabolismo dei grassi.
La conferma è arrivata dallo studio di un secondo gruppo di individui, su cui si sono presi in
considerazione solo questi quattro parametri, la cui quantità è apparsa cruciale rispetto al rischio
cardiovascolare e di tumore, cioè le nostre principali cause di morte.
IL PUNTEGGIO - E allora cosa hanno fatto di nuovo quei ricercatori? Hanno dato un punteggio a
ciascuna delle quattro molecole, dalla somma è venuto fuori un indice («score» dicono i medici):
quanto più l’indice è alto tanto più si rischia di morire nel giro di pochi anni (chi quell’indice ce l’ha
altissimo rischia 20 volte di più di chi ce l’ha basso o molto basso).
Uno dei parametri che partecipano a quello che già è stato chiamato «death test», il test della morte,
insomma, è l’albumina. I suoi livelli nel sangue si alterano nelle malattie del fegato o del rene ma
anche se c’è un cattivo stato di nutrizione o un’infiammazione cronica.
Un altro parametro incriminato è il Vldl: sono lipoproteine a bassa densità che hanno a che fare con le
malattie del cuore.
Poi ci sono l’Alfa1 glicoproteina acida, che aumenta soprattutto nel cancro, e il citrato, importante per
il metabolismo energetico. È chiaro che questi parametri si alterano in conseguenza di certe malattie
che poi porteranno a morte, non sono loro causa.
Conclusioni: la novità, sottolineano i ricercatori Finlandesi, starebbe proprio qua: sono solo quattro i
parametri determinanti della nostra salute e bastano, anche se siamo sani, a indicare dove e come
indirizzare le prossime analisi e le prossime azioni di prevenzione.
Ovviamente, specificano, prima di passare alle applicazioni cliniche, cioè prima di poter mettere un
semplice test in mano ai medici di famiglia, passerà del tempo e ci vorranno ulteriori conferme
cliniche. Il Sacro Graal della medicina sembra sempre più a portata di mano. (Salute, Repubblica)
PAGINA 3
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 359
SCIENZA E SALUTE
USA, TRENTA ESAMI DEL SANGUE CON UNA SOLA
GOCCIA E A METÀ PREZZO
Piccolo, veloce ed economico. È il nuovo esame del sangue - con provette da meno di un
centimetro e mezzo, che bastano per 30 esami differenti.
Messo a punto da una mancata studentessa al college di Stanford, Già, perché a 19 anni, anzichè
frequentare il corso accademico come molti suoi
coetanei, Elizabeth Holmes ha deciso di mettersi alla
prova facendo altro. Nel campo della Sanità. Spinta dal
suo terrore dei prelievi.
La bella e bionda Elizabeth, lasciate ai tempi del mancato
college le chiome corvine e l'aria infelice, ha messo in
piedi una serie di laboratori chiamati "Theranos", che
lavorano in modo agile ed economico. Per dire: un "banale" esame del sangue costa poco più di due
dollari. E la risposta arriva in modo estremamente rapido. Per analisi più complesse, giura lei, l'attesa è
di massimo quattro ore.
Sempre molto basso, invece, il costo.
Chi ad es. dovesse-volesse sottoporsi a uno screening per sapere quali siano i giorni fertili non dovrà
più sborsare oltre duemila euro. Per non parlare dell'angosciosa attesa prima di sapere quando
potrebbe finalmente mettere in cantiere un erede.
La bella Elizabeth assicura che quello stesso esame si può fare da "Theranos" con appena 34 dollari.
E con tempi da fast food. Non a caso, i suoi laboratori hanno appena stretto un accordo con il gruppo
"Walgreens". Tradotto, una catena di farmacie presente in ben 50 Stati americani e con qualcosa
come oltre 8.700 punti vendita.
Ebbene, questa geniale giovane donna - di appena 29 anni - grazie alla joint venture con "Walgreens"
piazzerà i suoi laboratori economici e soprattutto rapidi, a fianco delle farmacie.
Un bel business, decisamente. Anche se lei si schermisce. E preferisce buttarla sul salutistico: grazie ai
suoi "Theranos" lab una quantità spropositata di americani potrà sottoporsi a check up clinici
altrimenti inimmaginabili. Per costi e tempi. Che per molti ipocondriaci corrispondono a stressanti
attese, talmente angoscianti da far deporre l'idea di un controllino.
Quanto al portafoglio, chiaro che un esame da poco più di 2 dollari abbia un altro impatto sullo
sfondato budget di famiglia, in America e nel resto del pianeta.
Infine, c'è il rivoluzionario sistema di analisi. Anziché ettolitri di sangue con infermiere che prelevano il
sangue al pari di Dracula, per quanto ne serve ad ogni esame, Mrs Elizabeth Holmes ha studiato questo
suo metodo grazie al quale con una minima quantità di sangue, si può conoscere di tutto di più.
Meno di un centimetro e mezzo di provetta, per avere ogni risposta. Senza manco replicare. Nel senso
che proprio per i tempi rapidissimi, il medico può chiedere ulteriori approfondimenti sempre su quello
stesso campione.
Margini di errore? «Praticamente nulli» assicura lei. Spiegando: «L'errore di laboratorio, al 70%
causato dall'intervento umano.
La provetta va immediatamente in una sorta di scatoletta refrigerata, pronta per il laboratorio». E
chissà se anche lei prometterà di dire al paziente di turno, se morirà entro cinque anni, come nel test
citato da Plos Medicine.
Pare che con l'analisi di quattro bio-indicatori, si possa "leggere" il futuro. In laboratorio, anziché dalla
cartomante. Per chi ci tiene proprio a saperlo. (Il Secolo XIX)
PAGINA 4
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 359
PREVENZIONE E SALUTE
IN ITALIA L'EPIDEMIA DI GRASSO NON SI È
ANCORA ARRESTATA
Dieta sempre meno mediterranea, poco moto e case troppo calde In futuro
potremmo toccare il record europeo dei bimbi «oversize»
Sorpresa, in barba alla dieta mediterranea i bambini italiani hanno più problemi con la bilancia dei
coetanei americani, nonostante cheeseburger e patatine.
E le cose non vanno tanto meglio nemmeno se si
confrontano i chili in sovrappiù dei nostri adulti.
Mentre negli Usa le campagne di prevenzione hanno fatto
stringere la cinghia a quasi la metà dei piccoli, in sovrappeso
solo nell'8% dei casi, in Italia i dati del progetto «Okkio alla
salute» dell'Istituto Superiore di Sanità del 2012 dicono che
oltre il 22% dei nostri bambini di 8 e 9 anni è in
SOVRAPPESO, mentre uno su 10 ha problemi di OBESITÀ.
Un'ipoteca sulla salute del futuro: chi è obeso da
piccolo lo sarà 8 volte su 10 da grande, con alta
probabilità di dover fare i conti con ipertensione,
malattie coronariche, tendenza all'infarto,
diabete, valori elevati di colesterolo e i problemi
ossei che il sovrappeso comporta.
Tutte cose che fanno male anche alle casse dello
Stato.
Uno studio della Scuola Superiore Sant'Anna di
Pisa ha calcolato che gli oltre 5 milioni di obesi hanno un costo sociale di 8,3 miliardi, fatto di spese
sanitarie ma anche di assenze dal lavoro. La ciccia pesa insomma anche sull'economia e rischia di
diventare un fardello.
Secondo uno studio della Commissione europea di due anni fa, nel Belpaese l'obesità infantile cresce
del più 2,5% ogni 5 anni; nel 2025 gli adulti obesi rischiano di essere il 43%.
Un primato del quale faremmo volentieri a meno, dovuto in parte anche ad abitudini alimentari che
vanno sempre più avvicinandosi a quelle del Nord Europa.
Hamburger, patatine, soft drink e merendine dilagano, apportando «calorie vuote», che fanno
ingrassare senza nutrire.
Ma come mai nonostante la dieta mediterranea iniziamo ad essere più ciccioni degli americani?
«Prima di tutto lì hanno fatto serie campagne di prevenzione, con etichette che indicano le calorie dei
cibi», dice il professor Ezio De Flaviano, della Società italiana obesità.
«E poi la dieta mediterranea non è più quella di una volta, perché pane a pasta oggi hanno un indice
glicemico molto più alto.
Per non parlare della mania di surriscaldare casa e ufficio.
Ormai viviamo in ambienti che hanno 10 gradi in più della corte di Versailles e questo non aiuta a
bruciare calorie».
Dunque, mangiare meglio, muoversi di più e abbassare il riscaldamento.
«Ma per i casi più seri - conclude De Flaviano - serve un approccio multidisciplinare, che punti anche
sul supporto psicologico e, quando necessario, su quello farmacologico». (Salute, La Stampa)
PAGINA 5
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 359
ALIMENTI E SALUTE
PER RIDURRE LA PRESSIONE:
MENO CARNE E PIÙ VERDURA
Le diete vegetariane possono aiutare ad allontanare il rischio di ipertensione
Tanta frutta e verdura, pesce, latticini e uova, ma poca carne. Sembra essere proprio questa la
formula dell'alimentazione adatta a tenere sotto controllo la pressione
sanguigna. Infatti secondo uno studio giapponese pubblicato su JAMA
Internal Medicine chi segue un regime alimentare vegetariano (o meglio,
in cui il consumo di carne è ridotto al minimo o addirittura annullato, ma
che non esclude necessariamente il pesce) è caratterizzato da una
pressione sanguigna più bassa.
In realtà l'argomento è stato già al centro di diverse ricerche. E' proprio
utilizzando i dati di una quarantina fra studi osservazionali e
sperimentazioni cliniche che gli autori di questa nuova analisi hanno
confermato l'esistenza di un legame tra un consumo di carne inferiore e
valori di pressione sanguigna più bassi.
In particolare, gli studi clinici hanno rilevato una differenza di 4,8 mmHg
fra la pressione massima dei vegetariani e quella degli onnivori. Nel caso degli studi osservazionali
questa differenza era addirittura di 6,9 mmHg.
I dati riguardanti la pressione minima sono analoghi e parlano di una differenza di 2,2 mmHg nel caso
degli studi clinici e di 4,7 mmHg in quelli osservazionali.
I meccanismi alla base di questo effetto sono però ancora un mistero. Le varie ipotesi formulate – dal
fatto che i vegetariani tendono ad avere un indice di massa corporea e una viscosità del sangue
inferiori, alla riduzione del consumo di grassi saturi o di sodio – non hanno ancora trovato una prova
definitiva negli studi condotti fino ad oggi. “Saranno necessari ulteriori studi per indagare la relazione
tra specifici cibi o nutrienti e la pressione del sangue”. (Salute, Sole 24ore)
TUBERCOLOSI: ACETO PER COMBATTERLA
Grazie alle sostanze attive contenute nell’aceto una leggenda narra che proteggesse
addirittura dalla peste, e oggi la scienza conferma che questo condimento è capace di
combattere batteri pericolosi come quello della TBC e i micobatteri in genere. L'aceto
potrebbe diventare l'arma in più contro contro il micobatterio che causa la
tubercolosi.
È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista mBio
condotta dal Venezuelan Institute of Scientific Investigation di
Caracas in Venezuela.
L'acido acetico, ingrediente attivo dell'aceto, infatti, è in
grado di fare pulizia dell'agente patogeno della Tbc, anche
quello farmaco-resistente. Si tratta di una cura low-cost e
soprattutto non tossica. Secondo i ricercatori, infatti,
basterebbero concentrazioni di poco superiori a quelle presenti nel comune aceto da cucina. Non
solo. L'acido acetico potrebbe essere usato anche come disinfettante economico, ma molto efficace,
negli ambienti ospedalieri. (Salute, Sole 24ore)