3 PROVERBI ROMANESCHI M ABBREVIAZIONI » Proverbi Romaneschi RACCOLTI GIGGI ZANAZZO Noi Tarla Romani, imparata a der me l'aremo frego ne Signore..... Nostro Cap. V, Pao. ROMA AGENZIA GIORNALISTICA-LIBRARIA CERHOMi DI 35** — m Piazza Colonna 1886. DITTA SOLARO — 35» PERINO 9. u ti STABILIMENTO Proprietà letteraria dell'Autore TIPOGRAFICO E. PERINO u a "cce((cvi"z"a, Sxxa Don Torlonia Leopoldo Qttca bl ®cZi f.f.bi Silicico e bcCùt,Qittà, bl ctonia, deputato traila wicivto a covi ®. Q\A*\,ka"x\xotcì affetto "f). M762765 ®. dtaùawe, PL PREFAZIONE LETTORE AL Il proverbio scintilla dei del fatti; nella via operare. è formano vero del come la voce del ch'erompe questa scintilla e Io è futuro direi un che per una popolo, è la dal cozzare è lume chiaro giudicare raccolta complesso di e per di proverbi leggi che la scienza della vita pr attica scientificamente desunte da un nito infinumero d'esperienze.Infatti a questo detto che, breve e scultorio nella sica schiettezza di vedere in a fondo elegante,dà modo si assorge che non fatti innumerevoli di singoli avvenimenti dopo un lungo esame tutti segnati di quella nota ch'è e V essenza del detto. i PREFAZIONE Ma parole che teoria, vediamo senza usare pò1 troppo di tica. Un proverbio veneto i veci, i li fava i e li fava sanno un nella prat- diceì'u^Iproverbi gent'anni la comoda su Infatti i che hanno suto lungamente vismemoria di tanti fatti da stava „ vecchi soltanto posseggono assorgere sintesi. E a detto un che ne sia là come questo detto, pronunciato d*"po in racconto o una disputa popolare un certo così, quasi inconsciemente, dacché il popolo non si mette a fare studi per i proverbi, s'imprime forte nella trovare V opportunità sua. di chi sente per mente E quanto più troverà applicazione nei casi della vita, tanto petuto, più spess) sarà rie quindi tanto più presto diverrà dizionali traparte di quél complesso di sentenze che formano i proverbi di una città, di una regione, di una nazione; la il proverbio denota il nazione, disse Gothe. " Spesso s'è parlato male C\,me ? domanda taluno, la sapienza del popolo e Vuno di proverbi due la sarà vostra essi erroneo in proverbi voi invece sapienza allora e ? E „ vero mate chiaspesso Se Vuno contraddizione ; li alValtro. contraddice sono dei dov'è che due dei andata spesso JS PREFAZIONE un proverbiocontraddice è pur vero che ad un dei due nessuno altro,ma sbaglia. che fondamentale moderno nel scientifico e, siccome campo nacque che fu riconosciuto leggegenerale,passò anartistico è che ogni pronel campo duzione Un concetto è in l'ambiente, gran parte, generata dalcioè dalle condizioni di tempo e luogo.Ora una data condizione di tempo cento fatti in un e di luogopuò generare dato senso tra e quindi un proverbio; un'alcontrario cento in senso può generarne e quindi un altro proverbio. Infatti io di che penso si trovi questa contraddizione nei casi proverbi quasi unicamente di proverbinon indigeni ma importati: il proverbio importato,prodotto da biente amdiverso,contraddice alVindigeno.E perchè fu importato? Perchè gli uomini in comunicazione sono gli uni coglialtri; in una data città,per un dato caso, possono gervi immigrare mille di un1 altra,e strinamicizie e congiungervisiin famiglie tra da questa vita fatticomuni, e comincia : e gVindigeni anche degliimmigrati. tra comune a sorgono così correre qualche proverbio te 10 PREFAZIONE IL Vi raccolte molte sono e regionali di proverbi sarebbe e esaminare studio zionali na- ressantissi inte- le principali e intendo io non qui difraffrontarle. Ma fondermi ragion/ire dei proverbi, pera chè ci vorrebbe un volume, e chi voglia di ciò che si può dire inun'idea torno avere all'argomento, legga la dotta ed efficace prefazione del Fitrè alla sua colta racdi proverbi siciliani. La Sicilia, la Sardegna, la Corsica, il la Liguria, il Napoletano, il Piemonte, hanno il loro Veneto, la Toscana, ecc. libro agli di proverbi, Ho reputato studi del dei Quali l'ha non cora. an- perciò far popolo utile opera aggiungendo la raccolta Komaneschi Proverbi dialettali Soma ma alle altre esistenti. già le sono fonti Komaneschi ? Anche occorrerebbe un di cotesti Proverbi per determinare ciò terò lungo studio. Mi contendi dire, alla buona, che vi si dunque trovc.no detti di provenienza biblica,detti di provenienza classica, detti di provenienza diversa parti d'Italia. trovino molti sia E straniera che proverbi tra sia d'altre i romaneschi antichi e molti si im- PREFAZIONE portati non lo sa ?) Eoma è la e pagana d'Italia. cuore meraviglia,perchè (chi non due civiltà : a fu madre la cristiaaa, ed è il ora A Eoma vennero sempre gente d'ogni parte e tutte s'unificaronoin mana RoLei, die tutto assorbe e armonizza. il mondo è quanta gente abita Romano dicevano gliantichi imperatori dicevano i papi, mano Roè ogni cristiano diciamo è ogni italiano* noi. E è ora questa è verità storica, e se " „ u " „ moda ci onora, non rettorica anche chiamar è un'assai brutta la verità che moda, ed io la seguo. che tra i romaneschi dunque debbo molti proverbi importati;ma abbiamo geni, indianche soggiungere che i più sono si può che dacché ammettere non ogni proverbio nostro che abbia somiglianza ci appartiene, sia altro, il quale non con giustamente si può penimportato, ma sare Dicevo che in certe sentenze verità siano state tradotte popolari spontaneamente in dati più luoghi, essendo tali da essere, ambienti frontand simili,facilmente vedute. Rafla diversa testi espressione di cocomuni al nostro proverbi che sono ad altri dialetti sarebbe facileconoscere e le in quali di quelli che corrono per m M 12 PREFAZIONE tamente popolo nostro, la forma è schietin quali invece è semplice romana, tale di altra forma dialettravestimento ; e questo, sussidiato dalla storia,dalle valido fiabe,dalle tradizioni,sarebbe mezzo a distinguere i proverbi indigeni dagli anche ciò richiederebbe un importati. Ma basta indicare la via lungo studio : a me bocche e del passo oltre. studio utile sarebbe raffrontare i co' latini, già raccòlti proverbi romaneschi dal se più Vannucci, per conoscere Roma nelle altre parti d'Italia sia a o rimasta forte e nutrita la tradizione della scienza prattica del popolo antico. Io non ho potuto attendervi, ma quel poco per che ho visto, mi die non sembra sia a Roma la tradizione più che altrove rimasta degli antichi proverbi. E ciò spiego Altro considerando innanzi tutto che noi non i proverbi popolari, (quelli soltanto i prodialettali)dei latini,ma verbi della letteraticra scritta,i quali spesso hanno nulla di comune. con quelli non Qualche proverbio popolare si potrebbe è vero in Plauto ed in qualche altro trovare conosciamo scrittore ma il materiale resterebbe pre sem- Il filonedi oro del pentroppo scarso. siero popolare latino si perde nelle tene- Si PREFAZIONE bre fólte del medio medio evo è ancora perchè ne possa propositomio. evo, e la latinità del troppo poco studiata venire qualche aiuto al Del è resto, lo ripeto,il mio scopo non di fare studii,bensì di presentare la raccolta agli studiosi. m. specialmenteper dati positivi, qualisono vero, con provar queste spontanee manifestazionidel pensiero, il concetto eh1io esporrò intorno alla indole del popolo romano. vera Del popolo romano prima caratteristica sprezzo è una singolareindifferenza,tra il distare sdegnoso e V accidia,che lo fa reimpassibileinnanzi ad avvenimenti i quali infiammerebberofacilmentei popoli di altre regioni. Conseguenza in parte E la raccolta servirà di questa è V altra caratteristica di amare la ValUgria e il darsi bel tempo, senza del domani. faticosacura MV allegria generalmentesono propensi i popoli che una lunga tirannide,dando sfogo agli umori della plebe col sollazzo distolse dalle cure maggiori.Chi rumoroso, sotto il magnifico? ricorda Firenze non n 1* VL PREFAZIONE suoni Erano di ruote e di e rumori allegri danze e figurestrambe cavalli e e nesche buffo- vestite da voli calzonai,cialdonai e dia« Ridete, godete,gridava Lorenzo a reggervi: « Senza E chiamare.... i mi sobbarco. » la lirica dei canti carnascialeschi: venne la vita godereccia,si cantava in chiesa,come in piazza: la stessa musica serviva per prece e per bagordo. Roma dunque che per tanti secoli fu è maraviglia se tende tiranneggiatanon al godere : i pretigodevano àfar correre maschere e Ottobre e era sonare tintinnii carnevaleschi sentiva sereno nelle campagne delle il suono diffondersi umide gaiamente tamburelle dai sonagli di latta percosse a rimbalzo le canzoni e popolane : e sotto i vigneti,nei solenni vesperi romani, il vino fresco,limpido come rubino brillava un nei bicchieri agitati. Ed i proverbi: Chi sse ne frega? ecco dì ventotto "Trenta mija e un cojon chi Cristo vò così,la mase ne donna pija. è contenta, oggi maccaroni e ddomani pulenta. „ E poi bisogna leggere tutti quelli sul vino, per vedere quanta nella di Noè parte abbia il tentatore vita del popolo. " „ n „ m PRKFAZIONE Dai proverbi riferiti traspare anche quella certa apatia di cui parlavo innanzi. Questa la credo generata in gran dal parte clima il cielo grava come afoso vento le e Roma: di stesso sovente di piombo e soffiaun gambe si piegano e gli occhi si chiudono. cati: fiacgli antichi non ne erano il foro palpitava di vita: ogni cittadino menti prendeva parte viva agli avvenie s'infiammava e i moti popolari si Ma — succedevano ciò più? Perchè pubblica è cambiato: vita e alValtro. è non del Vuno medio evo è più non nella vita ha dello stato ora della concetto V individualismo lasciato tracce che vero il Perchè profonde cittadino ogni vive fosse propria; come stolto dimorto aveva perchè il governo da ogni interesse alla vita sociale sue pecorelle ben pasciute e perchè anche (bisogna dirlo) questa città avvezza ancora le a vedere si, può Solo in sé nella città che potevano Pio IX senza ecco altri tanto dominò unificò nel cristiano di due più commuovere e Ed la vita e nessuno proverbi che gano pa- quello suo Vittorio Garibaldi non facilnente. il mondo grembo vivere che civiltà nuele, Ema- neamente contemporaci badasse. mostrano la PREFAZIONE " sdegnosa apatia: so' tutti Ammazza u razza una ammazza Sinistra ddestra e „ è 'na tutta minestra ecc. „ Altri contea, senza sei? proverbi, Conte der i contro palazzo senza ! ca u questo come e Conte che : conte tanti come che sapienti chiappanuvole aria perdono per portano la nota Romani le bolle di come del altri si sapone prattico, che i squisitamente. Ciò senno posseggono dagli antichi che per questa dote furono gli organatoti della giurisprude della e V esempio più luminoso sapiente vita attiva; quella vita attiva la quiete troviamo nella quale noi moderni ereditato hanno alla dolorosa del contrario è perciò che medio dobbiamo evo la Divina del è il poema dell 'animo tempesta evo, eterna contemplazione, poema zione. del tempo nostro si cui al mirare: la quale chiuse colla commedia, medio e il Faust che si chiude è il colVa- eredità questa, sotto molti aspetti,buona nel degli antichi, altre ne hanno sangue i romani Oltre a e non ^ignoranza valsero V alterezza, la Il romano moderni, a le quali la studiosamente uccidere: il rannide tiluta vo- coraggio generosità. non sopporta insulti, è fa- PREFAZIONE bondano specialmente i siciliani e i veneti abdi sarcasmi felicicontro i preti i nostri ne mancano? chi più Eppure di noi ebbe che fare coi preti? si potrebbe che per quella apatia che lo Jia pensare indifferentealla cosa pubblica il roreso mano e del ceto vivamente così prete quindi e dirne colto non male il mal sia non abbia non tito sen- del governo stato spinto a nei proverbi. Ma i preti, si risponde, non ebbero anche grandissima parte nella vita di È più giusto quindi pensare Roma? cfw questiproverbi non perchè non nacquero sarebbero stati permessi chi ii avesse e il gusto pronunciati avrebbe pagato caro . del resto mordace; che il posa polo ognuno nelle famose Pasquinate che si sfogo scrivevano, e chi avesse aveva le raccolta poteva sapere scritte. Chi potessefare una completa la storia nessuno delle di Pasquinate Roma vi gerebbe leg- commentata da quello spirito sarcastico,che sgorga dalla calma pido limsprezzante del romano, bella vena e placido come una tina argenroccia condidad'acqua salsa da una mente , maestosa. TU 19 PREFAZIONE IV. di Prima finire debbo avvertire qualche alia raccolta presente. intorno cosa Questo libretto è il frutto di cinque anni di assidue ricerche e di fatichemolte durate specialmente per accertarmi quali de' numerosi proverbi toscani die corrono le nostre per popolo Nel tenuto bocche davvero sono il tra quali no. raccoglierecotesti proverbi non di quelli in forma conto di e che abbondano dei nei nostri ho nello stor- canti modi popolari, dei proverbiali, né ho proverbi pornografici.Di questi non tenuto conto, perchè sebbene quel benedetto ne peccato di mi addosso pesi S. Pietro come il tutto con invece se avessi peccato io, pure la pornografia, quando resto dell 'apostolo affatto ne può fuggo in non amo se fare a meno, e specialmente la che desidero stare questo volumetto possa piacevolmente tra le ,ìiani più delicate e ho tenuto conto gentili.Di quelli non perchè intendo farne raccolta a parte, Anzi per una popolari la è assai; ma giusto e n biblioteca delle materia da chi mi discreto? me troverà Ad ogni tradizioni già un modo raccolta editore spero 20 PREFAZIONE che volume cotesto a guire presto sepotranno Medicina Popolare, sulle altri sulla Superstizioni... tenni compilare e nel classificaremi atal metodo seguito dai dottissimi Pitrè Pasqualigo. Nel e Nel trascrivere che sia udissi sia di rado) sempre mutai non i in proverbi in ciò li toscano pretto tali quali dialetto (ma li udissi che sillaba fu : ma quato, antiassai trascrivevo , nella erano bocca del popolo. È mio dovere, inoltre,avvertire i miei popolani che se nel capitolo Paesi bravi Nazioni nomi ho ecc. di scherno tra riaccendere la avuto più, che si ho gli voluto odi di in animo anzi ora che siamo vivere Siamo tuttiromani solevano (Dio civilmente biare scam- ma quei tempi barbari di stimolarli in in steverini.. Tra- guardi) scando rinfre- ne antichi, memoria saper gli antichi Monticiani, Borghigiani, non ho rammentati pre sem- tempi civili,a concordia. egualmente, ami, — siamo tutti egualmente italiani. Ed sere se qualche proverbio può esora, sfuggito alle mie ricerche assidue, io spero che non ci sarà me sempre ne rare rimprove- vorrete tempo a pubblicare PREFAZIONE un'aggiunta. Io credo, ad ogni modo, che riuscire le mie fatiche potranno gradite prenderla a quanti comprendono (e dovrebbero comtutti)l'importanza singolareche al popolo per hanno gli studi intorno ben conoscere la storia d!una nazione. 20 §r Novembre 1885. città,d'una M Si PROVERBI ROMANESCHI ABITUDINI. Si nuo er sei re, nun monno come USANZE. — fa' la se legge nova, trova. erranti. Innovasti, Abbito Cosa invecchiato Culo mio, che no La moda 'Gni aldiventa tièttela rara, se ya nun e maravija Lat natura. cara. ha la Tede lassa e yvisto se la mai cambia, quan- sm.... viè\ dura tre Àssidaum Chi llassa la yia vecchia giorni. mirabile non est. Lat pe' la nova, mala via trova. Vedilo Er pane de casa stufa. anche a : Esperienza. »ROMANESCHI PROVERBI ADULAZIONE. Chi tte fa LODI. — ppiù de LUSINGHE. — o mamma, tte fingeo tt'in- ganna. Chi dise più de ingana. Veneziano. te marna, eia la su' festa. 'Gni santo Cià : ci ha. Ogni agnelloar su' macello. Er giornoder santo se fa la festa. Li santi nòvi càccieno li vecchi. Chi s'inchina troppomette in mostra er culo. Chi tte loda in faccia te dice male dedietro le a spalle. AFFETTI. PASSIONI. — VOGLIE. — GUSTI. Acqua passatanun macina Malorum Vede' e tocca' è 'na nun A ssanto vecchio nù' — ne nu' je se dà più. memineris. cosa da Prov. ànt. crepa' je s'accenne lume più incenso,) — (o Chi la to' ccotta,e echi la yò' ccruda Su li gustinun De ce se gustibus sputa. non est disputandum.Làt. £ PROVERBI Ognuno crede La se spesso vede le due Apposta fòco ar innammorati La passione acceca. Er bello debbono nun lasciati mai soli, perchè: tutti. AGRICOLTURA. Chi ccià Terso pija subbito. esser piace a bbene. yò p'er su' cose paja accant' Yvede. che quer Chi s'incontra Ognuno ROMANESCHI —ECONOMIA RURALE. vigna eia ttigna. v eia — : ci ha. Chi ccià itera eia guèra. tera A la vigna L'occhio vacce, der a la Oculos Chi bbene terra guera — in tutti domini er i dialetti saginat L'arbero sementa poco che italiani. eqtuim. ariccoje. Chi mmale er guerra. cavallo. bbene sementa ariccoje; male ariccoje. . Doppo : bbottega stacce. padrone ingrassa Sentenza Chi sementa : l'assai. nun dà frutto se taja. Lai. Él La vanga La tera eia la dice Zàppeme Quanno che tte do ce e nun Ne er grano. e vvatteoe vigna. Chi ccià ddenari Terra : sai che ffa pijala zappa nun la a punta d'oro. villano ar 27 ROMANESCHI PROVERBI da stia. fa bon nera via, metti l'opre bbuttà grano. gleba, sed nutria alba sit et fere nigra Lat (Vedi: Animali, Metereologia) ALLEGRIA. DARSI Omo Chi BEL TEMPO. alegro, Iddio l'ajuta. sse pija more ne di Spiritustristis robba sse nun la è È de chi la ne va. popolare. canzone ossa. sse se Prov. XIII, fa,ma 2. dde chi gode.. dì,went'otto un una exiccat Frustra Trenta echi mmòre e Frammento La NONCURANZA. — cojon chi habet qui non mija sse ne pija. utitur. Lat 28 PROVERBI Cent'anni de ROMANESCHI pianto nun sórdo pàgheno un de dèbbito. Campa un'ora ccàmpela bbona. e di Albano Laziale. mia ; Magna, moje Sciala mo' cche cc'è ; Che quanno E quanno c'è sse c'è nun magna c'è. nun Canto Cristo yò' accusi,la Madonna maccaroni Chi Parole saporitissime avute giovato nojantriromani bocca gnente a danne; perchè sempre frega ne che in sempre mai si contenta,oggi pulenta. è frega? ne sse ddomani e ddura e ; accusi fa Noi Romani l'aria der imparata Su a tal me ne a se e omnia a seculorum. moje. frego l'avemo Ccristo. detto c'è decenza Quann' dì chi , per fece arubbà' la se fatto sempre „ „ de resteremo ce danno cianno forza a ciavemo nun anzi ; arimasti semo cche secula Lassa popolare. è notte è 'na una mi storiella vieta di che la narrare. ggiornata. I® a ROMANESCHI PROVERBI AMBIZIONE. Chi arta la Dua SIGNORIA. — la finisce. pijabbassa so' li potenti : Chi ccià ttanto L'onore è echi ccià e te vie' vai indove l'ombra ccome gnente. appresso. (ossia,gli onori) Si Dio La ìò', li santi nun nobbirtà ponno. nun empie la panza. nun (Vedi: Adulazioni,lodi lusinghe) AMICIZIA. Ama l'amico tuo L'Amichi Et frater se cor su' difetto. conóscheno ne canea Un trino vadi se e vero amico antro un regaietto,di è un XVII, 17. mantiepghi, quando mantien Un disgrazie. inangustiiscomprobatur.Trov. Chi v?Ò' cche l'amicizia Un le fresca vienghi. in quando, l'amicizia. tesoro. Qui invenit illum (amicum) invenit the san rum. Ecclesiastico. Santi vecchi,santi scordati. ft§ » ROMANESCHI PROVERBI AMORE. Amore è ccieco. L'Amore Amore è bbello si nun nun se amor con c'è stato litigatilo. paga. Equam Andove è est ametar amans. Lab, foco ciarimane la puzza er d'abbruciaticcio. Uq primo Amore Amore rogna e nun se ttosse nun scorda mai. s'anniscóaneno. Amor Difficile est Tira caelatur non tossisque abscondere pretoria aest is. più un pelo de femmina Lat Lat. che ccento para de bboyi. Tira piò ù pelde p. ... . caai che trota. Chi per amore Chi ammira se pijape' rabbia se lassa. Chi mira tira. è ccacciatore. Doppo er bacio er bucio ma Bacio Bergamasco. attira. cioè: L'Omo che sento nun però: fa bbucio 15 8^ Si facesse bacio un Nun c'è la nun tutti li bacio un grugni sbuciati. sarebbeno Iadove 31 ROMANESCHI PKOVERBI c'è ddouna c'è l'amore. ggelosianun amore senza Nun c'è mmorte Nun c'è dolore senza pprato fiore. senza : oppure Nun c'è ssabbito Nun c'è ddonna Nun c'è Nun c'è ccamicia Lontano « senza pprato amore, erba senza mmerda. senza dall'occhi,lontano dar 'st'aritornellof ciavemo Me sole, senza lo diceva sempre dall'occhi Lontano er core Fiore — mi* mòre; compare lontano Qui procul est oculis,procnlest de dar core. lumine a cordig. Prov. Procul Chi ama Chi mme ex oculis,procul ex » Med. Lat. mente. teme. yfr' bbene appresso vie'. me e Vói fatte ama' ? fratte Subtrahe ximi sospira'. pedem de domo tuum Prov. il proverbio : prò- oderit U. tui,ne quando satiat us Vedi : XXV, Cosa rara 17. ecc. PROVERBI Abbasta ROMANESCHI 'na favilla p'abbruc.à''na di Detto Ex minima mal parole riferite scintilla nascìtur magnns casa. ignis. Prov- Parrà scintilla magnani Med. incendium. exutavit ecc. Lai. ANIMALI. Chi ffa mmale ccani a e ggatti fa minale li su' fatti. La bbestia Omo La a manza Chi ffa mmale Mejo cavallo È Si mme ce so' vvitelle. le bestie fa mmale a che manzo mejo uperta la notte. ruspa so' vacche ce padrone er cavallo seppurtura gallinaceca Indove ammazza attempatela che un giuvinotto matto. strufini nfarruvini, si m'ammazzi culo li cristiani. ppolledromatto. marito un a p'er ariviengode sicuro,si m' ammazzi pe' la testa è frinita la festa Lo dice ragni c*è la pulce. Ragno porta guadagno Nelle ^ case dove ci son guadagno. » 84 si yvói ch'er Ogne le rote Li Chi ROMANESCHI PROVERBI nu' strilli. carro regalitiengheno cuperta te fa ccarezze la magagna. tte l'ha (fatta o tte l'ha o dda fa'. Chi vya ppe' frega'aresta fregato. tutti li momenti. Succede Quanuo la La donna poi vò' mette nun puro so' ssanti. ce chiave, te sotto la fa. La viperas'arivorta ar ciarlatano. Consijode vorpe distruzione de galline. Li ladri de Pisa (o de breccia)de giorno la notte vann' arubbà' insieme. e litigheno, — Gabbie pe' l'uccelli, e ttrappole pe' li sorci ! Quanno quarcuno micco ce vo je* se fa passa pe' dice accusi. Fra cucchieri 'ste frustate ? Vói caccia' er grancioda la pila co' le mano de H'antri ? Sórdo che nu' É segno risponnea pprima yoce ch'er discorso nu' je piace. L'uccello ammaltziato nun dà retta a la cio- yetta. Hanno ! apertol'occhili gattucci 15 J£ 35 ROMANESCHI PROVERBI AVARIZIA. Li quattriniso' li dolori : chi ccome U'ha cce li tiè\ se Sparagna,sparagna, Arriva L'avaro Li gatto er quatrinivanno e lo magna. se contento. è mmai nun e viengono. fatti son Li quatriniso per spendersi. la 'rena, 'na soffiata e ccome vvóleno. Mejo Est in b ascia,qui dola mezus dde che ddolor dolor de bborsa non core. dola in core, Sardo, Ppiù cce ne Chi è dduro so' ppiù sse de bborsa BELLEZZA. è dduro de core. BRUTTEZZA. — FATTEZZE vorébbeno. ne CORPO. DEL Chi bbella vò' ccomparT, Quarche Chi ccosa bbella vo' Pene e ha dda soffrì. pare guaje ha da paté. Napoletano. ROMANESCHI PROVERr.I Chi è bbella Cristo l'ha ddetto Nun un minchionate er naso ber uà „ s'han- carità ? patocco. perchè ragazza una eia v'arrisponneràaccusi. grosso bbella scarpa gobbi bbella sta bbene palazzoce Si D'una sfuggì. Che da puro ber : so' nati che poveracci no \ sui l'apostoli a fidate de li segnatimiei. ye „ Doppo poverella. è ttutta nun ciaresta sempre una bbella ciavatta. Benché è Cristo,e Un bbella, l'addimostra stata bbone irmonnoso1 cadente, quann* vecchia du' cose ritornello Nu' la Nu' la dice ; su che pelo, Schizza m ch'è pijate rossa ch'è sciapita ffocosa j ssaporita. la bardella sia, una giovina, è mar ch'è pijate bianca co1 la bbellezza der Brutta Rosso pélorosso: fa bbellezza. Chi ccià vent'anni ruga sempre. la vitalla moogana. Pijatela moretta Grassezza sole de una veleno. somaro. donna, sempre quann' è passabbile. Du' ar cose 87 ROMANESCHI PROVERBI se nun monno Essere bbella de e avéne ponno sape' ccantane. *n ari fornello. dice Lo Li nei so' bbellezze. Belìo in fasce bbrutto La fa li bbrutta Madre Bellezza Er sole L'omo va se nun dda in b belli. fiji magna. li bbelli. bbeìlo. è ssempre dicheno Lo che Occhio e nero Né speciarmente cianno ne' ppe' nnaso, Naso grosso Naso pe' l'insù de 'sto monno. ppe' bbocca, brutta. de gran è ssegno pe' ccasa uno perchè le ragazze cervello. In de la bbótte ciuca ce cbe li bai àttell sta cce l'hanno Donna Labbra se nun pelosao senza mmatta colore Core cattivo è misureno e o a scontente. preziosa. rrobba If Albano L'ommini so' vino bono. er picchelie* più ppoi non e ppropio Ne brutto. marito er pò cidi' a 'na donna Se le donne ccapellobionno bbdlezza Prima piazza. Laziale. pparmi. virtuvosa. : ttraditore. 38 ROMANESCHI PROVERBI Lungo e come ssecco, sapiens; sfd si sapiens,sapientissimo».Lat. Homo Orecchia malanno. er longus, raro longa yita longa Pecchia vita curta. curta è bello pregiudizio un e buono. L'acqua fa bbelli l' occhi. Granne e ggrossa Che bianca Li facci Iddio me rossa e fo io. ce me gobbi pórteno furtuna gobbe sfurtuna. Le Se passa gobbo al Fino invece ginocchiopò ar deve Sette bbellezze e' è Roma « che Prima dev'èsse' Arta E La bbianca Bfcocca e Quella Larga Quella de se de è che la spalle donna (Vtdt: e donna Tal liscia* e : fi'occhio bbello: in stretta chiama pò la e 'na pianella, senza dev'esse* : possi chiama* se senza spalle dice d'ave* rossa adosso. donna. piccolina Graziosetta Larga la bbella ; gnisuno pia. ccià bbellezze Sette dietro ogni occhio su canto un strofinano si vvedè' ave' tutti sputano gli ginocchioin E ddar In le gobba una 'na stretta bbella Donna) parla' : ner in centurella donna de bbella cintura, pe' nnatura. : BENEFICENZA. A SOCCORERSI. — ccavallo donato nu' Si qais dat 39 ROMANESCHI PROVERBI mannos, in bbocca. je se guarda ne DONO. — in dentibus quaere annos. med. Prov. Agùrete bbene che bbene te vie' Agùrete male Magna, acciocché cavallo tte yenghi bbene. mio, che ll'erba Specciaon tratt, el me bò, cresce. che l'erba cress. Milanese. ariccoje Chi ssementa Chi ffa bbene Chi ddà e aspettabbene. ppoi richiede Martino San jetaja er piede. Lo • Chi dà e ripetono pò1 domanda, ghe a Chi dà e la i spesso vien ragazzi. la bissa gamba. Veneziano. il diavolo lo raccoglie. ritoglie, Toscano. Fa 'Na scórdete,fa mmale bbene lava l'antra mano er e pénsece ttutte e ddua laveno faciem lavant. viso. Manu? mannm et fricat, ambo Prov. ani. M 40 ROMANESCHI PROVERBI Nu' spojà''n artare pe' vestinne Cerco ajuto e ttrovo Santa Marta alla consijo# a San Pietro. una chiesuola che ffa llume Santa è Marta si ripete per di chi lo indicare avendo è bbono nun pe' se, orgoglio schernisce meno od ha più. Belli. è è bbono nun vicina proverbio sciocco essendo o chi Chi Questo Vaticana. Basilica antro. un manco pe' H'antri. Nequiquam sapit qui quelParberoche Beato se sibi sapit.Lat. non pò ricoprìeco' le su1 foje. Beato quello che in pò Chi ddà a li Un bicchier Er don poveridà Uprì la cassa mmorto e e soccorre a la sé. je diede Ddonato a gnisuno. nepote: 'na sta (Vedi; Religione) n da Ddio. s'arifiuta d'acqua nun che fece Marco Rigala è a disgrazia se una noce. ppe' mmorì'. — 42 ROMANESCHI PROVERBI La fame La caccia e' llupoda la tana. lupo da caccia lo famma am Necessità abbassa la nobbirtà. tana. Napoìet. % San Bisognino! fa ttrottà' la vecchia. La fame raggione. sente nun Panza affama Chi ha ffame magna Sacco vóto In tmpo Genovese. raxon. tntto. s'areggeUritto. nun vacanti Panza sente no pò1 stari un a de carestia pan Se dice de spagna. de pan Taddritta. Siciliano. pe1 scherzo, spagna de di' pane scuro. invece gnisunoè necessario,nemmanco A 'sto monno er A cacatore. bbona pecora'è ss'acqua? Oh — ttu nun tté' site ! Una un si arabbiato "omo pieno era in vorja d'acqua bbona e la campagna, fosso un sete, trovò mezzo de a domannò ; quello j'arrispose un pecoraro accusi : perchè: • Ogni cattiva a acqua leva la sete. Marchegiano. *S BUONA Piscia El nome Fatte MALA leto poi pissar in Fatte Mejo E FAMA. lletttf e ddice ch'ha a va e bono povero dir e e nomme, der Venez. Napolet. sputtanato. panperem melius esse injustedivitem. est, Lat ttutto Toro monno. va l'onuri va un di la franti, di vascello malerba Iddio chiese. riputazioneche BUONI La l'ha sua. che ricco onorato la bbona Quantn cci Nnn che scassanuo va quam ppiù ssudato. rubbà' a Hoaeste Yale 43 ROMANESCHI PROVERBI perni e damanti. Siciliano. CATTIVI. E cresce. li bboni, s'ariccojì e llassa li bbirboni. „ Nomina un tristo, Mentovato Er vvi'sto. e giusto fu impiccato del da Storta, Popolo, Roma. tenuta miglia nove gera mondo più ppulitoeia la Storta con Stazione Antica Ghe Er a un e solo i l'ha la rogna. casale - ìuori (romane) di porta distante vetture. galantomo a' sto picca.Veneziano. 44 PROVERBI ROMANESCHI CASA. Casa sua mena nnn guera. Casa accantonata, Casa mia, VICINATO. — mia mamma chi rumóre a ccasa optima. Lat sua. testa cTalicetta che ccoda de storione. Mejo esse Melius ! propria,domus Domus Beato affurtunata. casa in Romae oppido primus, quam secundns. Lat. P'ogniuccello Sua su' nido è bbello. er Lat. ctriqtie patriajncnndissima est. Dio te sarvi da cattivi vicini. Chi ccià' v vicini eia COMPAGNIA BUONA Chi bbazzica cor prima li fa Mejo soli che minale ccani Chi nun bbirboni n ar se impara - a SOCIETÀ. zzoppicà'. tte dirò echi ssei. su' simile accompagnati. mózzicheno. co' s'impicciaco' pìja de fumo. co* e CATTIVA ddoppo l'accoppia. simile tira Li I zoppo Ogni Fra E eco' echi vai Dimme Dio spie. li bbirboni le frasche le frasche : con vanno d'accordo. la minestra le creature, o je con gli scemi, imbecilli, ecc, te u - PROVERBI Poca brigatavita Poca Più ssemo Meno bbeata. brigbéda vita bejètaBomagnólO' mmejo starno. e semo gallia Tratta chi è Er carbone de te mmejo birbone nun Tanto fracica spese. fa diventa guasta cento bbone. ne sta bbene el corrnmpitovile. echi scortica. a ladro che manutengolo er pagheno *' è mariaolo Tanto chi tene In compagnia pijòmmoje in quando rifiuta « Via moglie Guai a ! Sa un si s'urteno bene frate. le arrobba pena. quanto Napoletano. sacco. società che la frate. uà tutti che cosa chi lo una Lat. paradiso. in manco chi ttié' qaant' tanto llui come quarche bbojeria. fa te facta pecas, totum se a ffajele e tte o o Soli fa se nun ttigneo scotta. o Un Morbida ccantà ggiorno. mmai 'Na mela e — mmejo starno. e ttanti Quaiino so' 45 ROMANESCHI fanno in qualcuno si ; gli si dice: compagnia prese » pileaccanto ar foco ! allora,addio brodo ! ti 46 PROVERBI Un po' per uno ROMANESCHI fa male nun se quanno d'una spilla se in sta compagnia, deve ne fa perchè bisognasse' : uno; » Bruno gnisuno a o O un pezzo tutti de ttutti der puro per Ddio, diavolo. bbruno, tanto per1 uno Quanno fa se fa a in società se spesa la Romana : Tant'a ttesta; una Chi ordina paga. Quanno in compagnia chi Condizioni. Li stracci Sorti — ordina ce rimette. stracci li : poveretti. Tale. eia ppiù raggione. ppiù strilla, Chi Chi ppiù sporca ppiù ttira er Er pesce grosso Pisces Piove A va disuguali. Contro la forza raggione nun Er cordo d'ac- se per aria, Tanno Li Chi nun sur vence. piecèa, la fa ddivìè' ppriore. meno. se magna magni parvulosco er me ciuco. durit. Prov. bagnato. echi ttanto e a Napoletano. echi gnente. Ant. PROVERBI Cui ccià er denti Dio manna Er monno è fatto seenne Chi pane. echi lo sa'e e Napoletano. o — scarpette a le caccia se echi ccià li scale a è fatto monno Da er denti,e à chi n' ha diente. vescuotte Chi lo Er eia nun eia li nun pane 47 ROMANESCHI echi e se le mette. carcerato. carceriere, Se la 'sto dice d'una sorte proverbio proposito de assai,assai a mutata persona, in Li peccatide li Paolo mastro piagne peggio. mastro Pietro. eguale agli' altri : Li stracci vanno Soffre er giusto per peccatore. per aria. — A 'sto 'Chi ccampa dritto campa Chi er affritto. et mosca galantuomo. su' veleno. Inest et i'ormicae fel Habet da onestamente, campa Gni serpa eia Et contenti. gnissuno semo monno — splenem mosca e — splenem habet e et formica bilem. Proo. Nun è ttanta ricca la Che La m nun regginapare abbi riggina bbisogno de aviette Ani. la vicina. besogno de la vicina. Napol. m 48 ROMANESCHI PROVERBI Soffre giustop'er peccatore. er Ganis dependit.Lat. peccatimisue Si tte fai cantone, te ce vienghenotutti Addosso A ar cavallo echi llavora 'na secco ppiscià'ssopra. a tutti li tafani. Tanno ce * camicia; a echi lavora non due. Chi è fijoe echi Chi ffijastro. è chi trattato ccome bbene, fijo e echi echi e ccome mmale; fijastro. Tutti li caui pìsceno a 'sto muro, A Uno cani cci povir'omo ogni un fa la pappa U e lo dice che, costumo in l'antri se la magneno. '1 fa la sopa Commare, indove va l'òter la e chi schiatta che se Yaleno ya er ppiù monno un de fatiga a quelli tutt'er stanno ne de' llavora ccome vas non : ccani. frangitnr.Lat ! par de carzoni che scuffie. (Vedi giorno ccent'anni pe' ccasa. Malnm Accusi mangia. Berg. sta la musica? ozio, pretenneno Pila intronata abbaja.Siciliano. Miserie della Vita) ccento 50 Quanno se KSCHI ROMAN PROVERBI fa ggiorno, se fa ggiorno pe' ttutti. (Vedi: Speranza) CONSIGLIO. L'arbero Est RIPRENSIONE. — s'addrizza da ESEMPIO. — piccolo. in trnncas, curvandus arbuscula, non uncum. Lat. Omo avvisato sarvato. mezzo Omm Va in piazza ffa e Fa salva. Parma. mezz ppija consijo; aritorna e a ccasa te pare. ccome ch'er quer avisà Tè prete dice, e nno quer ch'er prete fa. Il frate E lai Li predicava che Foca avea purciniYann' I Ar cavallo bbene infuriato Si ya coecus rubare, scapolare.Toscano. a la bbiocca. drio la cioca. Veneziano. tìrejeer mòrso. cani brevis tendatnr copula. Lat s'appija Chi bbene Chi appresso pulziniva Malo Ar nello si dovea non appresso coecum se ar consija. cieco ducit,ambo casca ner in foveam fosso. caduut. Bib. u PROVBRBI Chi bbene tte yO fa te ppiagne,chi tte yO te fa ride1. mmale Chi Er 51 ROMAKESCHI pretedice me strapazza me ar Veneziano. ama. popolo: diggiuna, Perchè llui ce U'ha la panza codesto proverbio canzone che ebbe il cantava in 1867, anno piena. origine da una popolo nell'anno il colera infieriva cui in Roma. Quantofa er bon esempio,nnn fanno parole. vedono ppiù dde due. Quattr'occhi Plus vident Sa piùer inatto a ccasa le bbòne duo. Lat- quataor quam ch'er savio sua a ccasa d'antri. On matt ne on Qaer che fa er I Dico a pussee in casa savi in ca de olter. sa granne fa er sova, che Milanese] piccolo. picoli impara dai grandi.Veneziano. tenti. tte,sòcera,acciocché ttu,nuora, m'inCiò che quando significa riprendere offendere sulle una persona si direttamente si volerla senza può vuol fare dosi tenen- generali. (Vedi: Ostinazione) n 52 PROVERhI CONTENTARSI Ciii sse ROMANESCHI DELLA contenta gode. Satis divitia;um est nihil Fa pòi e ccome nno agita si bovem pò anca1 in nun Chi sta bbene Chi Cor poco Gnisuno a se de la su' sorte. Nemo Idoio Chi sua pò vede' gnisuno contento (o Diavolo nun pò ecc.) nun s'accontenta — Er de' l'onesto aresta co' le in mano. pò ave' la bbótte piena e la moje imbriaga. Nun se a 'sto volete esse' contenti monno Tardatele dedietro Chi ttutto tò, ttutto e ddavanti. nno perde. dunque M*gò accudì cche ppeggio. (Vidi: Temperanza^ SI Lat. sorte contesta*. nun mosche Si Piemontese. gnente no. ccor ma è cconteuto ppiedi. a movi. beD, ch'as bogia nen. campa, potes.Lat. ncn radi carozza se nun sta amplia) velie. Lat tóì. rcome Asinum ( hi SORTE. PROPRIA — : m CONTRATTAZIONI. Chi MERCATURA. — ddisprezzacompra. Er bon mercato gabba Lu Carta canta S' fé villano. cr mercato negozi tgnì par un te Leccese. merca. vvillan dorme. e Carta canta, Chi 53 ROM\NhSc:HI PROVERBI ppiù spenne e norma : villan dorma. meno Piaaentino. spenne. Chi paga caro, compra a bon Veneziano. marca. È ppiù la spesa che l'impresa. Che Chi mostra nun nun nu' je dole echi stima A ccalà' cc'è ssempre Chi nun eia (Fra La tempo. disgrazie questa er e pporco stìmelo Pija a ffilà'ppe' dda Ne Io spacciosta è 'na fortuna.) prezzo. Rarità* Mercante uno vvenne perde gnente. gnente, nun scarsità fa la testa. cent'occhi, a echi ttante profitto. venne. A A echi erompa il er a pretium facit. Lai. quann' è mmorto fila'. guadagno. ai 54 PROVERBI ffusse bona Si mmezzo ROMANESCHI la puro perchè Le mezzerie mezzeria la : moje. Mercanzia mai fumo nun pijerebbea se bbòne. perchè negli Amicizia è conto,Interesse è un Cu la Yinniri 'Un A La e ce' è no Che poi darse Che non ti nun te Cor antro. impressar Inacidente, paghi gnente. Veneziano. eia pprezzo. E Cor compra' : tempo. A pagar bbóna un affari cnmprari amici né compari.Siciliano. ppagà' cc'è ssempre robba amici. vuole non s'impara a che sappiate tutti : wenne, guadagna' s'impara a spenne. (Vedi: Debito) COSCIENZA. Male Anima Chi è GASTIGO — fa,ppavura nun nun DE' FALLI. ave'. tua, coscienza tua. ccausa der su' male piagnise stesso. . Chi è in difetto è in Chi nun eia sospetto. la pulita se coscenza che lo sanno crede tutti. PROVERBI Chi ha fatto peccato facci er Peccatum la forca morì Chi inventò 55 ROMANESCHI la subeat penitenza. poenitentìa.Lat. impiccato. Captores,saepe ipsicapiuntur. Prov. Chi la fa la paga. e : — Chi mmale Ant fa, mmale aspetti. Chi Chi ha dorce er mmagna la porpa magnato Foecem Chi piagne nnn paga sabbito er nu' Dii laneos hahent tte una Chi ammazza, ; manifesta. ma j'avanza nn Dii a de domenica. patita,accusatio non domenica Cento Ant s'accusa. scasa Excusatio Iddio bibit. Prov. venerdì, pianzide dimenila. Triestino. rìd de sse rosichi Tosso. bibat, qui vinum Chi ride de vennardì Chi Tamaro. caca quanti' è la corno gnisnno. lenti,sed certi yindices. pedes,sed Lat ferreas manus, Lat. Lat. mme. a mòre ammazzato. Qui gladio ferit,gladio perit.S, Paolo. A la prima a la perdona, la seconna terza minaccia, se se se a bbastona, la quarta se sculaccia. Una dnie tre e pò lecchi. Corso. 56 ROMANESCHI PROVERBI^ QuaDno la pera Qnanno la fava da è ffatta casca è arivata culo Ogni nodo vie' pettine. ar fijode le azione. su' Ognuno è Peccati vecchi, penitenza nova. Tanto la va baccelio. al : moje de lladro. ride la sempre e — culo allora è {fatta. ar ar Nun se. gatta a finché llardo sbatte cce er muso. Lo sorice tanto Nsi Una Chi Come a va che attuorno nce rimane che vie' le paga impiccia la lo Napoletano. naso. tutte. matassa se la sbroji. fai trovi. Come Chi s'ammazza lo Ar lo caso, a co1 le fa. mane se troenva sue Milanese- chi trova non piagne. cancello li se se pagheno le mozzatóre — (o — traversóni.) ar cancello : le Chi ccià la camicia culo. all'uscita dome smerdata - che le mozzatóre mozzano : Tua. je s'appiccicaar M 58 PROVERBI Er fòco fa ROMANESCHI allegria. Legna de fascio, Presto m'accenno Chi dde paja er empie casa prestote lascio. e fòco fa de fumo 'Na favillaabbrucia 'na e antro casa. Vedilo Rossi de foco dureno Er carbone o Er Er . e è Cor fòco Compagnia — è ssempre ce se fresco.) freddo. ruzza. Cn la foca L'acqua sciacqaae er nun si joca.Siciliano. sole asciutta. lava. acqua Nun mette Pesca accant'ar fòco. Ha senso metaforico. Passione,Voglie ecc. Vedi In il Proverbio accant'ar Er fòco E : : Affetti, La foco paja ecc. purifica, Er verde è speranza, e' er rosso bianco la pace der Frammento sr ecc. fonno. ssenza nun a: llatte ggiovine (o . mare Amore. a: ttigneo scotta. de le femmine cu. anche poco. vedilo Cacio vecchio ha. nun d'una amore core. canzone popolare. ROMANESCHI PROVERBI Ogni fòco è fiamma. Indove c'è sole c'è ll'ombra. er c'è Indove llui c'è Ilei. Indove è 'na compa?niat, mezza c'è ffóco c'è ffume, fumo Dal in metaforico. senso E' llume Detto — COSTANZA. fuoco s'argomenta. Dante, Purg. XXXILI, 97. FERMEZZA. — PERSEVERANZA. Chi la dura la vince Chi la tira la Tutto sta a strappa. incomincia'. Omne Intignasempre B0111 incudine incudine: k e initium difficile.Prov. nn' scommette ha ppavura nun resistenza Incus robusta,maUeum Incus maxima non non metuit ggociaa goccias'incava Gatta cayat mai. der martello. martello: — temnit violenza Prov. Ani. Prov. strcpitus. la Ani. Ant. pietra. lapidem,non saepe una cadendo. sed Lat. SS 60 ROMANESCHI PROVERBI l'avaro. vince L'impurtuno Er trotto de U'as^no Br più dduro dura poco. scorticasse è la coda. a In cauda sordato bon Er Sopra morto er pe' Turtimo. chi ride bbene Ride esequie. la canta se Lat. in gaera. conosce se venenum. 'ssequie ; esequie. ajp. Daje daje le cipòllediventeno Dai e dai,la loda Nun Nun ariva barca giórno si er ai pai è nnotte. nun sino loda' Tomo Veneziano, (pali.) la morte. a finem. Lauda CUPIDITÀ. la A echi ppreme A A cui echi nun cci ardi Cui mmdre Pecora Chi muore spina e la come se la cacci. spina si fangaia Fùggelo EGOISMO. — la la muore, pecora chi scippa.Siciliano. t'impresta, nun pesta. mòre, chi ccampa nera, Lat. bianca campa campa. : campa Umbro, PROVERBI Chi to' Ccristo, se lo preghi ; Chi vò' diavolo se lo Cristo, se lo ammazzi. io, accidenti Me l'ammazzi. Tturchi,se Chi yuo1 Morto ROMANESCHI tuo' il Umbro. echi a preghi; chi cciaresta. mortilo, terra misceatur incendio. Lat Chi amministra, amminestra. È pp:ù vvicino er So chiù becino Panza dente, ch'er parente. li diente che piena nuii Lo sazio crede non San Pietro prima ddiggiano. a crede se li pariente, Napoletano lo djnno. a Napoletano. faceva la harha pe' sé, e ppoi pe' lPantri. San Franzéch el faséa la barba ai pò e Ognuno pe' sse, Ddio pe' Tati pensa Indove per Chi ha Chi mmagna Contento Ognuno solo se io contenti tira fra. a Bergamasco, Dio per tati. Veneto. fa l'inverno. goduto, pgoda, Toscani.' strozza. tutti. l'acqua ar lii, ttutti. sé, e hai fatto Pestate so prima su1 mulino. Ognun penssa per chiel. PiemonUse. vt PROVERBI La ROMANESCHI porta è apertapo'echi porta; E echi porta fora de la porta. nun Lat. portayeritis, Bene veneritis si bene miele Chi mmaneggia Chi ppiù ccià più spera, er La sse sarra se prima carità lecca le deta. Prov. Ant. habet,pluscupit. Qui multum Chi se sam. è sse stesso. Lat Charitas incipit a seipsa. Quer ch'è mmio è minio e ch'è ttuo è quer mmio. Nun fa se gnentepe1 gnente. Indole c'è mmèle so1 ce mmosche, taggio. C'è echi to' ppassà'assai p'eryicolo der Van- Vicolo Iddio me der vojibbene Vantaggio Donna nn Ripetta. ; Che dde li santi poco Chi ha buono presso Dio, ha in me ne preme. tasca i santi. Toscano. Olimpias'ariteneva dono e presente. Donna Olimpia Pamphily, cognata Ecco il popolo come X. codesto proverbio : « Dice,che interpreta de conoscente o quarche amico quanno d'Innocenzo - H SI ROMANKSCHI PROVERBI Olimpia je mannava quarche arigaio dar paggio, lei prima se pijava er rigalo,poi si er paggio je garbava ce faceva quello che je passava pe' la testa, Donna e via, faceva lo chetto potevaa?è' min ddonara. che tte danno. deto te pe1 ddaje un Si je ne trabboc- un strane. Pijainsino mano mannava pelle.» Su donna le più terribili le voci correno Papa Sisto quelloche Si yrai lo fa la je faceva e Olimpia e finito,che passa' ssopra aveva quanno se la pijenotutta e — dai un1 ogna te se màgneno tutt'er braccio. Si invadet. Lai. manum digitumporresceris, DEBITO. MALLEVADORIE. — IMPRESTITO. Credenza è mmorta, il mal pagator l'accise. Sta scritto Oppuramente dice ce credenza : c'è Quanno se farà. credenza, domani Nun nun t'impiccia, si Debbiti nun e la vói le su mura de gallo dipinto un 'sto gallo canterà Oppuro : Oggi nun e : ssotto allora se fa si. nun t'intriga1, fa' ssicurtà' paga'. ppeccatichi ll'osterie li fa li paga. SI 64 PROVERBI robba arigalata. imprestata, Robba A la ROMANESCHI parola se conosce bòn er pagatore. È mmejo ave' dd'avè',ch'ave' dda da', Li quatrinichi l'ha dd'avè',li vò\ Pe' fatte d'un amico un nnemmico, impresteje li quatrini. Vói nimicizia ? acquistali Pe' ddebbiti nun Pippa,cane e s'è mmoje Vedilo Li - Mpresta dinari. impiccatomai gnisuno. s'imprestenomai. nun anche piacerili fa lo speziale. nun So' ppiù sbirri che ppreti. eia ddebbiti,nun E' ccerca capitale. — domestica) VIGILANZA. trova,e echi sseguitapija. invenit. S. Qui quaerit, Chi ddorme il ha avuto. Economia DILIGENZA. eia ccrediti. più il debito, che aùt chi ha avuto (Vedi: Chi matriiuonio. Donna, a: Chi Aùt Sicil. nun Matt. Evang. pijapesce. Vedilo anche a: Ozio. 66 ROMANESCHI PROVERBI Chi ddisse disse malanno omo ciavemo Chi Uomo. ritornelli àu1 la disse Chi Donna. disse La Donna ne sa che si pu si Donna un cui a: gran monne malanno, lo la donna a Astuzia « 'na come è, ppoco nnn monne se » ecc. quaja sbaja. lo calo l'abballa, è pn.....diavolo falla. Napoletano. nnn de quarantanni Buttel' La anche er Quaono lo de punto più der Diavolo. un smena disse ddicheno: danno, primo guajo de lo Vedilo Donna rovina la omo disse disse donna ddisse che Donna è a la ccome Bbella de La ffiume co1 ttutti li panni. castapa fora,e ddrento : la magagna. castagna D' fora al 'è bela e drenta e 1' ha la magagna. Piemontese. Donna risarèlla, Pu puttanella. A la fimmina La donna, quann Se U ca capiscear ridi 'un ci aviri fidi. Siciliano. 'è bbella, cammina9: li Si la sgrullala gonnella Senti la pozza donne Le anche de bbaccalà. di mala chiamate: « di Frammento La donna La donna tira La dona La e le Belle una la al pezo le vaca com' è taca. Veneziano. se è ffilata. com* figghia La stappacom' er è addivata, è ffilata.Siciliano. piantoin so' bbandiere fa popolare. avvezzata, La cianno La dona mare » canzone saccoccia. lagTemein Veneziano Er sono je sona. La dona tien le Lo donne Roma peggio. ar stoppa com9 Le donne in vita è bbóna nun si la zàcchera nu7 La donna 67 ROMANKSCHI PROVERBI er Le donne xe scarsel•. Triestino. e de tutti li venti. volubile per natura. Veneziano. sale, fanno Di In mari er male. nasci In e di sali, la fimmina ogni mali. SiciliafW. Tre femmine fanno mercato. Tres mnlieres faciunt nnndinas. Prov. med. 'Na femmena n e 'na papera revntarono Napole. Napolitano. «8 PROVERBI Le femmine ROMANESCHI danno spiriti come sette Le femmine lo hanno li spirito per gatti. traverso. Abruzzese. Né donna né ttela, guàrdeno a llume de se Né a femmena, né tela de Carmela. lnmme Sante in chiesa,diavole linguade La le donne L'ermi Omo che Malizia ce con soprafina ccuce. 9u' la lingua.Siciliano. crede accidente. un anche Astuzia « a: dona che zara, ecc. pianze; le franze. Veneziano. a Uimoncello ; spicchioa questo e er core se ne quello, a ra. Canto El che » de le Jonne È fatto E ccasa. taja e Volpe che dorme, ebreo Un Napolitano. ggiura,cavallo che ssuda, donna piaVedilo core a di la donna gnènte,nu/ Er cannéla. cor Le Bbelle de le done ze fato a pop. melon. Veneziano. pe'ddiletto, Le bbrutte pe9 ddispetto. se màriteno. vi PROVERBI 69 ROMANhSCHI Matrimogni e yyescovati cielo destinati. so' ddar et divitiae dantnr Domus proprieuxor aotem À a prudens.Prov. ppìjà'mmoje pènsece un Chi pija moje e a Domiao parentibup, anno bbene, ccasca 14. XIX, e uà giorno. nnn pò sta' ppeggio. (Fìgurete Chi chi male!) ccasca s'assomijase pija. similes. Lai. Jungit amor Chi nun mr:ioje Chi quatrininnn ha eia,moje Z iella che ddnra Che Chi nu' onestamente dicheno Lo prenne. sione perde l'occa- non maritarsi. yò, nu' mme nnn perde ventura. nun vive di mmoje guverna. mme merita. le regazze, quanno nun tro- marito. veno 'Na bbella è manco nnata, Che la Tedi maritata. Capranondom haedus peperit, autem in tectis ludit. Prof?. Ani. È mmejo a ddì' : ppoyerettome, che ppoyeretti noi. n « PROVERBI Chi ROMANESCHI se marita, ppè'crapiccio stenta tutta la Yita. Cq soi a si marita, capricci Stenta tutta la so' vita. Siciliano. Chi eia bbòna nun Monica faccia Do La bbòna moje fa fa la Er marito nun L'ommini nun L'ommo granne mmarito se se nun prima A la fa H'omo. a pparmi. Napolitano. panne. Broma, è corona. ma mmoje da sta1 ssoli. moli stari sali Siciliano. yonnu scopa è scopa de casa, de casa signora ch'amata. Marchigiano. prudenza, moje pazi nza. Nel marito prudenza,nella moglie pazienza. Toscano. ir e signorachiamata. la seconda marito a mesura hanno seconna, La Ar misunno prima (moje)la La bbòno. la donna e cuscinu. Leccese. porta pe' fiocco de se e nu marito quant' Mariti La càpure a er donna, cuscino. un de Sant'Ustino Moneci Casa marita. se de Sant'Agustno, (o frate) Co' du' teste sopra L'omo nun ROMANESCHI PROVERBI Moje, pippa e ccane, s'imprestamanco duq ar compare. Moje bbuo e Der tuo. paese Uxorem Indove sta dncturas papa sta Dove è il marito moje Chi ccià bbella Chi ccià le robba La corna va Perde Marito Me la dote lo a fa C è e bbono fa nun o la sórdo La de de bbeato Marche. pija: guardi Iddio. sórdo morte nelle ggattivo, de pane la moje e chi lo prova. Laziale. Albano Laziale. bajocco d'ombra. un è Albano che bbrilla. pa' e mmarito Di Mezzo vento: er ffamija. Di Un ssapello. anche echi vecchia a o conta. H'ha tutta pe' ssé. ce ccome moglie. canta sempre nun popolare. mio, la esser bbella fa N'orno contento. donna Cusl succede dev* è lFurtim1 vviè1 e Stornello li cardinali) : jpochi quatrìni sempre Chi ccià la moje bbella La Roma(o er Chi ccià la respicias.Lat. in vicinos un gran dolore, ma 72 ROMANESCHI PROVERBI de gómmito, Battuta dolor marito. de Dolor A dura (T gomo da Assai Tre fin l'uss de Doglia dole guveto e Piagne penitenza a Chi vvò la vedovanza, morto marito er Chi la vvo la vvo Cammilla Tutti la Con ragazze gli e pensa !a maire. fijaaccarezzi Fiore sóra ecc. » menza, lu morto chianci stornello Uno La de pensa. Siciliano. lo vivu. Chi vivo ar e Fiore « (vedova) cattiva la Napolitano. è ffinita. popolare: La mogliere ccornuti. e nun la vedovella Stornello Piemontese. s'arimarita. la vedova Piagne porta. de e tene. poco Buffoni, ruffiani La la a morta, veduti: so1 li bben Quanno "T fomna e fija tali che e - ne va la accarezza La dice: canna, se canna (o vonno de pop. sóra a la vigna, mamma. Maria) gnissuno la pija. parole si vantano si dà la baja a quelle d'innamorare uomini. (Vedi: Famiglia). tutti §1 74 PROVERBI Chi ssemina Ar caca ROMANESCHI miseria. quatriniariccoje n'accorgemo! se A lo conto facimo lo o: - pianto. Che ccià cche ffa1 la gatta si la padrona è Chi ddà la robba In testa mmatta? prima che sua je sii data la mazzola. Chi ddà la robba Pija un majo e sua se in sei magna La robba Li pazzifanno ne se va le nozze piommo pesa sse protesta testa. Albano Laziale. in sette. magna padrone. ccor Chi Er se e ddajeloin Di Indoye mmora e li savi fa la festa dodici oncie se non a le magneno. se libbra la gode. coni la bbambace. A ttempo de peste, so' ppiù le viggijeche Chi sciupa il denaro giorni de ie viggije che le poi dei Ar poni la robba Ch'arme' La rcbba dice: in continuamente peste in cui son er mme terzo dì più feste. la su' staggione. bbuttà' cche bbutto, so' bbona ha cantone un ssempre nun le feste. ddoppo che puzzo. nun te PROVERBI Chi roppe paga e 75 ROMANESCHI li cocci so' li sui. Er gargarozzo è stretto ma co' ttutto er tetto. Chi ffa,echi gguasta e Ricchezza A cce cape la casa echi Fariccommida. disposta mar ppovertà s'accosta. Scopa nova, bbene. scopa 'Gni carcio in culo 'un passo avanti. numi Ogni ERRORE. FALLACIA — GIUDIZI. cosa è DI DISEGNI INSUFFICIENZA — Chi ffa li conti Toscano. cosa. E DEI DE' POSITI. PRO- l'oste li rifa ddu' Torte. senza Chi fa lo canto senza Toste,lo fa doje vote. Napoletano. Chi inferra inchioda. Siamo Chi mmaneggia Chi ccammina Chiude tutti fallibili. roppe. casca. la stalla doppo che je so' scappati li bbovi. Ce yò antro, Monsignore,che É ff~ insufficiente YYestì dde paonazzo! l'apparenza ci vogliono fatti. p® ROMANESCHI PROVERBI Da oggi in là Dio Doppo sa che ssarà. quer la morte chiama se nun Prometheus damno Er libbro der Perchè januam sta ssotto Il libro del squino. culo de Pa- perchè, è. Toscano. non pìja storni cacciatore,quanno Ant. clandit. Lat. er Stampato ancor Er medico. confectas. Prov. post res Àccepto er e quanno starne, a ccaccia. Pamm' indovina Indove nun Er rospo L'omo che tte fo ciarivo indove propone tiro ce Ddio bisognamai Nun serve Ni er er fasse morto anche piscia. ce Religione.» ; « a gabbo de gnissuno. piagne vivo consola'. Frammento di c'è cche Ddio Nun pijàfischi pe' ffiaschi. Nun pijàllucciole pe' llenterne. nun senza pop. moriva, campava. Si la ècia La canzone difetti. Nun Si la vecchia « cappello. iadispone. Indispone, dispone. Vedilo Nun er ciariva nun e riggina. sarav no ancamò morìa, via. Bergamasco. te Sfe PROVERBI Sbaja er Tartare. pretesu le Tutte dormita bonus Quando que Tutti ciayemo 77 ROMANESCHI t Homerus. Lat li difetti-nostri. riescheno pallenu' tonne. (Vedi: Esperienza) ESPERIENZA. Chi ha fatto trenta facci trentuno. Qui tannini vitulum sustulit, tollero Lat. potest. Chi llassa la strala vecchia pe' la nòfa Pentito s'aritrova. Chi nun prova Chi nun sa Cni cn no Co1 lo sa crede. nun ffa' nun fa, noi sa sa ccommannà'. Friulano. sbajà's'impara. Àrtur Gnisuno semo nati Errando discitnr. Lat discantnr Lat peccando. impariti. Nimn L'asino indove casca Vale comanda. nanchie nasce c'è ccascato una imparatn.Corso, vorta nun ce ppiù. ppiù la praticarhe la grammatica. Val più la praticache la gramatica.Veneziano. * 78 PROVERBI Ppiù sta sse 'sto monno a K nnoi dimo sta i sempre cose impara'a se nova, questa più veci. nun Veneziano. spese d'antri eh' Feliciter sapitqui alieno Si le notte li vecchi. B:sogna scoltar a sentimouna ne quanno sènteno. ne sapevo. Pga consijoda È mmejo ppiù se e Si mmorivo : la ce ROMANESCHI a le sue. Lai. periculosapit. du' Torte! potessinofa (Magara !) Ppiù 'Gni s:e ppiù s'impara e campa giorno che ppassa se (Senza - e : n'impara una contacce le nova. bbojerìe). Chi è dell'arte Ce pò entra' Per Chi pparte. a giudicare bisogna le carte cconosce S'imparappiù ccor parlider giòco. fa' cche El far Tutt' è bbóno a Passero vecchio Vedi al cap. "i ccor dì' insegnafar. Veneziano. ssapesse. nun Astuzia Annosa competenti. esser entra in », Ucello gabbia. ammabtfiato} ecc. vulpeshaud capitarlaqueo.Lai. (Vedi: Gioventù, Vecchiezza). 1* PROVERBI ROMANESCHI FALSE APPARENZE. L'Apparenza inganna. Chiesa Er diavolo ddivuzione e granne bbrutto è ttanto nun poca. pe1 quanto se dipigne. L'abbito fa nun Habitus Nun Nun La e Med. Prov. che riluce. quer è sempar Pare' facit monachum non è tutt'oro Un monico. er tótt* òr quéllch'arlas. Romagnolo. 1 esse' nun È ccome c'è rosa fila9 e spina. senza defora cerasa tèsse9. nun è bbella ddrento e è yyer- minosa. fa yyede Tonno che Ccristo è mmorto quann'era dice Si neddoto Se Tede Ma Chi nun quando su è codesta riuscito di la mantella nno vede le bbud^lla. nun de la persone esserci,senza Deve non padrone delle vittime a - er crede. poi de freddo legnara. che si è tutto dubbio, sentenza, conoscere. atteggiano il contrario. qualche che a a me PROVERBI Er ROMANESCHI ggiudica da l'apparenza. monno La Siciliano. giudica di l'apparenza. manna (Vedi: Regoli dbl giudicare). FAMIGLIA. Bbeata che quela verga Biata.dda porta fiji. nun panza chi fici mai nan figghi. Siciliano. Crescete e mmortipricate, (popolo cencioloso). Lo Chi li caca I A li se figli.E la n'ha cce Chi Chi ccià Donna e se anche stesso senso: la cacci. a: « Cupidità » ecc. fijol'alleva matto, nn Chi alleva Chi nello pure spina Vedilo Chi alleva Signore. tienghi. si dice echi ppreme Nostro disse un n'ha fijiccià grasso. l'alloca. ccento mmalanni. de bbdna razza doppo maschio. er ralleva l'affoca una cce porco fa pprima la femmina Fortunata quela sposa Se la prima xe una tosa. Coji la rosa e Nel llassa la matrimonio Veneziano* spina. ci son rose e spine. 82 Le PROVERBI crature stanno tra la pace Darà La socera e quanto la nnòra e Fu marzarola. ssii è fanno nun diavolo er Che scrisse fa nun etra e cane nnora, e 'un 'ora. bben che ssocera accidente. un in carta co1 la bbene Di So mmòllo a la nòra, neve che bbona socera, Socera bbecco a sempre Pucelli. come La ROMANESCHI e nora. Laziale. Albano gatto, lima nova raspa. Ahòne, ahòne, La Panza A matregna è ppiù agra de Uimone. pizzuta:Fijo maschio. 'gni madre Quauno er bbello je pare piccoloparla er er fijosuo. granne ha pparlato. Majali e ffiji Ct me Tre C rallevi li piji. Cuggini,Compari e Ccugnati. pericolosi: 'Na madre nun è bbóna so' bboni Chi ppresto addenta Fiji piccoli,pene pe* ccento fiji, e ccento fiji pe' 'na madre. presto sparenta. piccole; fijigranni granne. L'acqua coire e 'r sangue striglie. pene M UPROVERBI 83 ROMANESCHI femmine co' la madre, fije Li fiji maschi cor padre. Le Li dolori dtr Li parto se scordeno presto. parentiso1 ttormenti. Chi n' ha cce Nnn ce uno n' ha gnisuno. Fapparlà'l'innocenza. Vói sape'la yerità? Fijie Da affanni scórteno Tanni. ggente che Nnn danna' fanno nnn ni fiji ni ppe'cconsij'. ppe'ppiaceri di Proverbio Albano Laziale. (Vedi: Cisi). E FATTI A D'antri la noce, Agli a PAROLE. la mme altri le lodi yocp. a Fama Antro è il guadagno. Lat major rebus. pparlà'dde morte antr' è mmorì'. Cane che Nemo me mozzica. abbajanun canem timeat qui non laedit Disi latret.Lat. Quid canis oblatrat tolero dum nil mihi Prov. patrat. Med. Chi lo dice nu' lo fa. Dar di' ar fa' ce 'è un ber passa'. SS SI : ?*" PROVERBI È bbello Si ROMANESCHI giòco er fatti assai fanno se Le chiacchiere èmpieno la nun Le chiacchiere stanno èmpieno la de raggiona. pijassier PIACERE. Come Dar e' riso vie1 passa b ne amia' So' ppene Ma Chi ha Li dolori se provato nnn Li fatti de la a - muti). BENE. pianto. er passa male. infernale : ce Er bene vali' tutti male ar dar male Presto er ! DOLORE. — bene er monte INFELICITÀ. — Lat. ' saressimo (Allora, addio! Doppo (o-ddemano). core volant,scriptamanent. sse Si le chiacchiere le FELICITÀ. maccaroni la carta aresta. e Yerba de mena1 o: - panza. paroleyòleno Prima panza. gnente, li a Largo de bbocca, stretto Le chiacchiere poco. ar bene riè1. il male ccerca gusta ; er male meglio il bene. stali 'a aspetta1. ammàzzeno. pilali sa er i uperchio - o : solo Dio le sa de la Madonna. cose Nemo scit ubi calcens urat, Disi Mejo esse Invidiati che invidos Praestafc Mejo Nun *na se Qaam siot cara bene er conosce misericordiam. qnam te che mor bona, portai Lat qui enm ccompatiti. habere bbóna 85 ROMANESCHI PROVERBI si mala na vita. s'è pperso. nun homines Lat carendo intelligent. Lat. Ogni che acqua vie1 abbagna. strigne la scarpa, antro che quelloche la porta ar piede. Gnisuno Quanno Si li indove sa fa se guai se ggiorno Tutti Tucelli conóscano Gua\ si tutti grano !) Guai i o volessero Amico Fidasse e nno de tutti è er l'ucelli tutti se FIDUCIA Amicizia ggiorno pe' tntt;. piazza,ognuno cor fagottello suo. ccas» nun i beni fa in vennessero a ne se gli uomini offre loro la il mondo parte. E DIFFIDENZA. bbene, de nun gnisuno è ttutt' uno. fidasse è (o - er conoscessero ppratica. e - conoscessino piaceri che godere grano tornerebbe at- mmejo. e PROVERBI l'amichi Da ffede ar s*nto e bbutta Si I difident i è se no Tutti io. strampelle. vedi, min S. come crede. Tornas,no i crede Veneziano. fida. se nun la robba galantommini ma Nun te fida9 nemmanco le nun i fica '1 nas. te fida9 dde chi Nun guardo me San Tomasso: Come cSCHI guardi Iddio me li nemmichi Da Dà ROMAN m'amanca. de la camicia che pporti addosso. No De bisogna fidarse quelloche de gnanca yyedi Oculis param, Patti Prima de credi, crede nun a gnente. anribas nil crede. Lat. ffonno 'na persona sette rubbia de sale conosce de di' d'un bbene omo FORTUNA furtuna bbisogna a o - o : mmale tre rubbia Bisogna magoacce La Veneziano. pare. chiari,amicizia looga. magoarce Prima ne poco quelloche ssenM, De so de sa'e. E SFORTUNA. è 'na ròta: a echi je ggira male a echi bbene. Fortuna Si mme metto senza n a fa 'r la testa. volabilis. Lai. nascheno cappQllaro tutti La sorte è come Frutnnam faber sé. fortnnae. suae Lai quisque parat. Lai. suam ddorme. e A la fa dda se uno Quisquisest Furtuna 87 ROMANESCHI PROVERBI chi tene ventura Qaanno dorme, perzì chiove lo bene. Napoletauo. Chi ccià ffortuDa Yale ppiù è nnato chiappe. fortunato, che ricco sfonnato. esse proestat favor rentennis Marcia co1 ttre Pulcrius est ornine levis favoris habere. monimenta aere Med. Prov. Chi ccià e neo un meglio Andrebbe se lo Tede è {fortunato lo crede. se nun nun e Prov. Bellezza a: Bruttezza, e ecc. Lo vói sape' echi ccià ffurtuna ? Li Chi cce ppiù de la luna. in .... d'oro, chi l'ha echi fu je danno ce Ce yò la fortuna Chi sfortunato e un nasce, cce d'argento,e l'ha li card drento. diavolo che tte sfortunato Eppure « sfortunato nnato Ecco la ritornello in lo sfortunato La fortuna vie' ttre vorte. La furtuna curre appresso a le de me mammana porti. more. Un So a che lo dice: fasce plissé: ramo li ciechi. nasce. » Si PROVERBI ROMANESCHI La fortuna è dde chi la La fortuna agguanta. sa bisognaciaparlaco Quanno tutto bbene va so1 ttutti bravi ! Col bon vento tati So fortunato la vien. Veneziano. navigar.Triestino. sa li cani in chiesa. come (Che appena c'entreno bbastonate). a Chirico li pija1 er Bisogna avecce largoer dedietro de la vita. Mejo fortunato nasce, che de bbon parentado esse'. di Proverbio Quanno Laziale. la fortuna te vò bbè' Furo Lsino Albano a che se ricerca tte vie1. a ccasa tratta de trovo sempre roppèmme indove annà' FRODE. Quelloche vviè' Se ne va ne fanferanfà. va Senza acqua torbida (o Si - non disgraziato. finfirinfì, Quel che vien de Se il RAPINA. — ccor ccor collo, sbatte. a Dice er tinche tanche, de ninche nanche. er fiume cresce). nun Veneziano: s'ingrossa si 90 ROMANESCHI PROVERBI Er diavolo La dia vaio Don eia le pecore nun havj lana nun la lana. venne vinili pecari.Siciliano. ffa,si nnó bburla. si ffa Znrla e e latra,s'an è vista,arrobba; s'è vista, cà joca. Siciliano. La dici Vir ani frandolenter nocet amico fuerit deprehensusdicit;ludens Prov. Se comincia de Chi è ccapace trovata Robba Quer che cum feci. XXVI, 19. finisce co9 Tassai. è ccapace uno de cento. è arnbbata. nun li bbarberi feceno nun sse e poco cor suo, lo feceno li Bbarberioi. E superfluo dire l'originedi Orsini,Colonna Riscòteno e oggi e ppagheno dimane. cebi ha rubbato, a Il rubi mette un or nun Medioevale. fai peccato. il governo che popolino convinto cotesta sentenza e ripete spesso spessissimo in pratica. E GIORNO k proverbio. Frangipane Proverbio Si arubbi tal la NOTTE. de notte Sonno li vivi a Un'ara Paci a di e requiea li morti. notti, li vivi e requiea limorti. Siciliano. J§ PROVERBI Chi la notte yya Va Chi la morte. a ha pperso la pperdela mmatinata, Aperi oculos De ROMANESCHI tuos et satarare panibus.Prov. note le vache La notte è ffatta La notte tate xe porta consijo. Nun per i alochi xe c'è Quanno (o mai nocte. Sardo. sa zoete).Veneziano. séra. fa chi scarassi. Siciliano. nan l'avemmaria sona Chi sta a tale Dice quanno strada ma faceva se notte che de colPojo pasta ner e fa una metteva co er che mai Fa sera.' mette a a la 'na ccoce pizza e prio pro- commare ssede, lei fasse trava ensenza vede', prese e je schiaffò sopra sedia la pizza calla calla. Figurate ve commare, che sse la Quell'antra abbozza che momento sse la casa, ll'an- vizio trovava nun d'annassenevia. abbozza, de una pjrò cciaveva una aneddoto: un ttrova a vadi yia. vecine commare, sempre ne se c'è sentenza ddu* che s'annaveno tra; de irantri ccasa Su « per le - ggiorno senza Jorna ad la notte. lupi,caramineno La note Veneziano. more. pe' dormi1. Su pensare Li 13. XX, gattiso1 ccennerini. notte tutti li De ggiornata. sentiva scotta la la tutto li 92 ROMANESCHI PROVERBI bottanico, si quanto ce soffriva! ppe*pprudenza però non diceva gneute. l'orto Ma Quant'ècchete l'antra che l'avemmaria. in sta fece: commare ffece e per arzasse; subbito: disse Nun dico State Nun Ma A la puro è IPora la se che pizza vadi ne via - ve comcnare pare je ; : v'importa, vve scotta. j'abbastòquela lezione; commare in poi, come quela sera l'incommido l'avemmaria, levava e, Chi quell'antra sora quanto che ssonata - ma vvoi, a E - j'arispose: 11'antri de casa Ilei E - lora Al- l'avemmaria. sonò da sonava a la vicina. GIOVENTÙ. Moreno ppiù agnelliche Créscheno Panni e nun fa Chi ppecore. ccrésch^no li malanni. I ani vien Chi VECCHIAIA. — co i' so malani. Veneziano. ppazzie in gioventù le fa in no chiaia. vec- le fa de carneval, le fa de quaresema. Veneziano. Giovine ozioso,vecchio bbisognoso. vecio Giovine ozioso, Triestino. pedocioso. Gallina vecchia fa bbon brodo. Galina n vejaa fa bon brod. Piemontese. Jt PROVERBI Gioventù ba ROMANESCHI fa vvecchiajatribbolata. ddisordinata, nun yecchiaja ggioco yò Tò Yvino callo fòco. e voi tre C: El vedo comodità, caldo e carezze. . Veneziano. La vó ggioventù Le crature La La Francia In le galline. piscieno parlenoquanno vie' 'sperienza I sfógo. su' er eco1 L'anni. s'arivede in yecchiaja. vecchiaia. in peccati di gioventù si pagano yecchiajalivormijoni(vaiuoli)o: - Invecchiènno, impazzènno. Dicesi Non c'è che vecchi dei s'innamorano. peggiore, cosa Che in vecchie membra d'Amore. il pizzicor Toscano. Anni e bbicchieri de mai. vino se nun conteno o : - Vecchi so' li panni! Dicesi A ccane conforto a quelloche Chi de venti ranta de chi vecchio la vorpe Adqos Fa di deglianni. je pisciaaddosso. insnltant. lepores Lat. tte dicheno li ppiù vecchi de te. nun nun leoni et si duole fa, de trenta farà quarantanun e e ppo mmai (o ccr?pà'). averà nun ha ha, de qua nun - 15 8S_ -ife ROMANESCHI PROVERBI Quanno vecchi aridiventamo semo Bis Er giovineha Li compagni der puerisenes. vecchio bastone so : 'r e pallone. quatro novissimi de scatola,poi '1 bastoD,terzo Cbi nun prima la quarto ociali, l'omo i Veneziano. daggiovine diggiunada vecchio. suda Vecchia zitella fa ggiovinemadre. Sentenza Chi chiali, scatola,l'oc- La I '1 balon. Lat. morì',er vecchio deve. ddr er crature. Albano di Laziale. in gioventù,ggode in vecchiaja. ffatiga GIUOCO. Carta bbottata Carta para è ccarta ttièttela ggiocata. cara. ddebbotto. Chi ggiòcaa Chi nnn Chi pperde se gratti. Chi sseguitaa ggiócà'pperdela bborsa. Furtunato Er llotto in ruvina va giocaguadagna. in amore giòcofinisce cor giòchia nun coarto. fòco. Il giuoco è guerra. Toscano. Si La La è dde li pupazzi prima dde li regazzi La seconna La terza de li cazzacci de li prima regazzi seconna de li pupazzi La terza de li chiacchieroni quarta de li minchioni. La prima porta c'è ssempie Una Partita Per o: - La E la 'Na 95 ROMANESCHI PROVERBI un dei xe putei.Veneziano. uperta. speranza ci rimane sempre. impattatanun se pò ddì' vvinta. quattro un cinquee un sei Perse palazzoer er Su deve Mattei. esserci evidentemente aneddoto. un Possi vince Uu tal detto Duca terno un ambo al e ppossi perde' la giocata! lòt,Tè la maledissiù di Genoés. Bergamasco. Un ber giòco dura poco. Dum lus bonus est,ipsum dimittere fas Prov. Sei e tre Hai nun vince. est. Med. » 96 ROMANESCHI PROVERBI GIUSTIZIA Accidenti echi ha a mille - LITI. — raggione: se Battete avanti Vale: Chi ccià Chi adduci sollecite scuse e inopportune. spara. sfugge la ggiustiziase e condanna. sente nun l'antra è brutto sono. Testis unus, testis nullas. Lai. ha ppiù raggione. ppiù strilla, Vedi Condizioni, strilla più forte,ecc. a eia gnente da nun e eco' Pecuniosus pperde ha Chi la pijacor bboja perde', inumi va etiam, nocens se er litiganti Inter duos carcerato. non damnatur. Lat, torto. ssempre Chi ha avute le sue De li du' disuguali: sorti Tajutante. Chi ccià quatrininun Chi echi ha e sangue casca' indietro. pe'nun ppiù pporvere un Chi n' hai cce la bbevi. Chi ssente 'uà campana Chi ttu e : Chi ha raggione cachi ttorto e le tienghi. terzo gode. tertius gandet.Lat. litigantes 98 KOMANESCHI PROVERBI , in Pane Re piazza e ggfustfziaa ppalazzo. ppè nnatura Chi fa la ccoramaDna Sorto un Vedilo fa anche Io so1 de chi a: ne* mali. Conforti « se dda dà mme antro. un parte indoye Io so' de la ventura. y lègge. ne se papa È mmejo Ppapa pè e magna, — e : magna9. che parente de lladro esse » Io dde sbirro. Sinistra ddestra e il Tamburri, in Jeri E so' ddu' Me l'ha Su le a a mmesso sinistra era quella a ho All'oste Bisogna di' brodo ddetto: Qua eh' è ttutta pportato : la sarvietta, ss'è squajato. po' sciapetta, un er Toretta; era sinistra 'na arabbiato, e ddestra, minestra. E INGRATITUDINE. bbencScato, dichiarato. Nnemmico Avuta e ddestra GRATITUDINE Amico la a ppranzo s'è romanesco, dice: minestre, Toste, m'ha mmesse davanti, e, spalle Quella De stato artista noto così ottava un 'na minfstra. è ttutta la grazzia gabbato lo santo. Ohi ringrazia è ffor d'obbrigo. Chi ppiù ffa Maggiore mmeno il fa. beneficio, maggiore l'ingratitudin* « Alliscia er gatto te caccia le granfie. Chi ffa bbene Va a Nun aspettimale. ffa bbene pporchi! a fa mmale Nun 99 ROMANESCHI PROVERBI ch'è fa bbene ppeccato, eh1 è spregato. Quann' ha ppartoritola ggiudia: Fora Maria de li cristiani. Si dice le Israelite che prese dai lori do- Maria sogliono invocare dei cristiani, acciocché quello abbia esito ciamela, terminate felice. A cose poi, per discacdel parto « la scopano « Fora, Maria, de GUADAGNO 'Gai fatica merita ripetendo: casa li cristiani. » MERCEDI. — premio. Chi ppaga e Chi ppaga pe* pprimo echi strapaga. pe'urtimo. è sservito Ogne 1* rota si vvói che cammini Auffa nnn canta Et nummi carro. concinuisse doctnt. Lat caecos a ddoppo pasqua E 'gni morto er cieco. Ajutetf», povets, insin' Che » de Ppasqua 'gni poveta abbusca sonno se ne casca. Stornello pop. u. 100 PROVEBRI Co1 piente nun Senza che Poco ROMANESCHI fa se lavorazìo. pagazio, poco sirvizio.Siciliano. pagazio, Secunno Lavoro fatto qnatrini appetta. Chi ha ssudato vò pagato. esse finché t'arivorto Arèggetemuro, spiegazionedi La domandarla le nuove necessario di prendere Nun il denaro dì* a fenmina na Si la saccoccia Nun dì a di e a na femmina: frauda9 la mercede una mar me va a n messa a fai morì9. di donni canto pop. nninni senza Siciliano. jitivinni. llavorante. ggiornata. volentieri e subbito : Pochi,ma La din, trista mesata Che 'na ricca Pochi il voltargli quanto se' bbclla : Havi ditta : mmejo poveretto, un fa: din, nun Chi E le il tempo anno: Frammento Nun nuova, la scarsella te sòia nun Roma affibbiarla sogna bi- che fabbricano un appena di sentenza cotesta la per cu... er coloro a case durano quali Si e ; - fa che. se nun gneute se dice che i se p' er pretee toca. nno Veneziano. p' er morto. te PROVERBI Ponti longhi e bben so' 101 ROMANESCHI tirati quatriniguadagnati. fresco, tanto San Tanto pane Tanto pane, Francesco - o : tanto cacio. Poco lavoro, poca la quanto quanta Poco la il guadagno Tanto il tanto spesa, retribuzione. Sant'Antonio. pan, poco Zero via zzerò, fa paga. lavoro, Veneziano. zzerò. (Vedi: Ozio,Industria,eie.) GUERRA Argent futtù la L'orgiòf...la e de vecchia,onor Bandiera Pane MILIZIA. — guerra, capitano. dicheno li fraucesi. - dicinn li Torchi. guerra, sputo, e ppace a mia. ccasa Melior est baccella sicca domns gaudio,quam jargio. pienavictinis cum cum Prov. M*jo fuggì con Chi In va in onore Siciliano. XVII, 1. che arestà co' mrgogna. guèra magaa male e ddorme in tèra. tempo de guera, Imbrojipe'mmare e Malta imbrojipe'tèra. in bellis inania. Lai. M 102 ROMANESCHI PROVERBI INGIURIA Chi Me la fa me la segno Nun me OFFESE. — la paga. mme deto ! ar mozzica che cane medico mme nun cor sa' pelo. Cani» qui mordet Còce più 'na paroladie 'na Nua dite mai pover'omo er stoccata gola. in chi è mmorto a Perchè si ha fatto Lat. mordetnr. danno am- mazz ;) l'ha ppagato. Mejo sona' ch'ariceye. Chi non Nun s'arisente nun porta'mmai C è echi tira Le malazzione a è ccasa. sasso er è fijode bbóna ggente. mejo la e annisconne a ricevette che a mano. ffalle. perchè : Le malazzione so' de chi le fa,no de chi l'ari. ceve. Chi ccerca Bbastonate rogna tro*a manco Je disse Costantino Conserva chi je la gratta. li cani. a a Spada Franca: l'odio che l'ocrasion nua manca. (Vedi: Benigniti,Perdono) n PROVERBI IRA Acqua che COLLERA. — ccóre 103 ROMANESCHI porta veleno, nun ma: Acqua quieta Termini A callo ssangue A la ha paja dureno de er gozzo servitore Cattivo Er Er iadove se in boca. è Veneziano. la collera. Toscano. sua poco. ppieno bbisogna — che pazienza,ar padrone prude padrone fa coattivo pane de U'antri eia sette groste. e ssalato, - e : ucello de fratta che ucello de L'ucello che sta in gabbia. gabbia Nun canta la mmatina Nun cauta per amore pe' la nebbia. m% pe'rabbia. Stornello Chi dda La U'antri libbertà za. servitore. de U'antri esse sbotti. SERVITÙ. pane Mejo mena. paja. mosca LIBERTI Ar sa colera,aqua addivenga grano Qaann' in omo Anco Fochi se in bocca. Acqua Ogni nun mena. prende sua se venne. pop. 104 MALDICENZA A ROMANESCHI PROVERBI MALIGNITÀ — ccavallo bbiastimato Era preferitodi il detto Chi dedietro pelo. Olimpia Pamphyli. lo tengo. fiele er pò sputa'er mele. Nun fa mar " r sparla,dedietro me Chi cria in bocca Chi je luce Donna INVIDIA. — mar pensa, e : - Er gatto de credenza Quelloche Male commune, Nun misurate Prima fa pensa. gaudio. mezzo l'antri co' la parla'de quellide casa de La peggio rota La lingua nun der li fatti de è carro habet e rompe ossa moje de ll'antri è ssempre La d'indove precissione, Blasphemia non dda Nun esce nocet Tosso. et secat de le campane la corda. si er ossa. Lai. ppiù bbella. entra. blasphemato.Lat ll'antri è ssegno dì' de li fatti sui. sòneno fra ll'antri, guarda quellache strilla. La Chi ddice male vostra. canna tua. eia H'osso Lingua non mezza che ce' è campanaro nun Ti 106 ROMANESCHI PROVERI-.I pe' tutti,(o L'occhio invidioso fa mmale mmale li granili e a MESTIERI fa li piccoli). a PROFESSIONI — - DIVERSE. Chi ddisegna squadra. Le serve, so' spiepagate. hominis, domestici ejus. Inimici de montagna caccia cavallo de stalla. Àsino Cappellie maestranza gguasta diventa Chi ffa e de penna Presto Roba Chi ccià e ariva de robba se la stola, more de stòla che la svola. va pe' le de mai Àrtem Bbella bbotta, nua « E Dio te sr a ucello. li che falliscono H'arte sua, scampi da fame. quaevisalit terra. Lai. Ars portilainopiae. Lat. sentenza che e Veneziano. mane, ammazza una cacciatori mastra. pprestovola. e mestiere er Nun Ognuno rasa. empieno la panza. Nun Robba che ccià 'na chirica quela casa Bbeata han pronta il segno. llupoa ", Pitrè. le pecore. arifatti. pidocchi quei " u PROVERBI Dio te t07 ROMANHSCHI scampi da male dda e pesta. E da villano vestito da festa. Loda lo e mare attacchete Laadetur mare, la tera. a sed teneantar littora. Lat. Er lunedì de li carzolari Er sabbito de l'abbref. Gli fanno uni glialtri nei suindicati giorni festa. Er carzolaro sta Bburino e le scarpe. senza scarpe grosse, e ccervello fino. Chi tajataja, E echi ccuce ragguaja. " * Er sartore der.bergarbetto, D'un mantello fece ne Fa U'arte che ssai,no un zucchetto. quellache ha?. nun frati e ppasseri Pret», Indove li trovi ammàzeeli. Er mare E pe'echi lo naviga la tèra pe'echi la zzappa. Impara l'artee mmettela da parte. Arte cani Sbirri, e Quanno quaevisterra alt. Lat. pu so' vecchi moreno de fame. La fia d'un bon cavallo è la caretta, SI 108 PROVERBI La Indove ROMANESCHI fin de ia pu so' ccampane ce Chi cria ll'arte eia Nun è villano Ma Robba chi imbastita ce so' pu..... pparte. la villa a è villano Er voto la trassoletta. chi dde robba dtr marinaro nasce villania cucita. dura quanto la bbnrasra. Quanno er Chiama Mastro la Maestro che Barbieri e non marinaro vede che vale de zappa Maestro ar d'occhio, lavora re so pu e ruffiani vllano. l'opra. è echi ccommanna METEOROLOGIA — fina A (Febraio)la li 2 gabba De l'inverno Ma si villani. cannelora semo ppiove o Ne l'inverno STAGIONI DELL'ANNO. Acqua maestro nulla. cammerie TEMPI » pidocchio mestiere. La bburasca lassista. che madonna d'occhio,mastro popolare: stornello Uno « pasce. se fora ttira vento semo drento. pe' »PKOVE! 109 ROMANESCHI Bi Pe' la cannelora 'Gni gallinafa l'ova. Aprile,dorce dormire. Aprilefa ride A e gatta de San Giuvanni: la ccome celie ppiagne. quattro cose portatefede: nnn Sole d'inverno nnuvole e Pianto de donna Cielo rosso, piove o d'estate, ccarità de frate. e L' hanno identico i Siciliani. soffia. t'alleggerì', D'Aprilenun De Marzo De Giugno bbutta adacio Tacce ria Arcobbaleno, bon tempo Nebbia bbassa Nebbia de Si che sera bon cuticugno. mena. trova come er tempo lassa. mena. ppiovepe'li quattro Aprilanti Piove quaranta dì duranti. Tempo rim°sso Nun Cielo ro"so de notte vale 'na pilade fave de swa, bon Il rasoio de la 0 yiento 1 san o tempo cotte. mena. sera pioggiamena. Marchigiano. Martano Opre la bbotte e assaggiaer vino. HO ROMANhSCHI PROVERBI San Grippinode li carzolari San Martino Prima de Natale de li ruffiani. ni freddo E dda Natale in De Carnovale Ni callo,ni e fame quanta 'gnibbnrla vale. gelo imi Aresta a poi,freddo vói. ne Cielo ni fame in celo. ppecorelle Acqua Pregamo a ccal'arelle. Padre er Eterno Ch'estate sia d'istate e l'inverno sia d'in- (verno;) Pebbraro corto e amaro. Febraro Li mesi co 11'R curto so' bbone e amaro. Veneziano. le ranocchie e le trije. Né di Si Tenere, né di Marte Nun se sposa Nan se dà Nun se parte e e nun parte, all'opra, principio nun ppioveer giorno de Piove se se santa sposa. Bibbiana quaranta ggiorni e 'na settimana. n u « 111 ROMa*EcCHI PROVERBI de l'anno li conta er primo Chircontaquatrini tutto l'anno. Pasqua Bbefanìa Tutte le feste se le porta via. Quanno vie' san un N'ariporta Benedetto ber sacchetto. Marzo marseggia. parlare di pecorai quando debbono Marzo, per non nominarlo, tanto è loro 1 funesto,lo Aprile. Si Mmarzo C'è Natale e Si « il mese accanto a » marseggia nun Aprileche con dicono mmar pensa. i tuoi Ppasqua iadò' ppiovepè la luna Pe' sette lune te trovi. settembrina, l'acquase stracina. A la luna settembrina Sette lune La neve je s'inchina. marzarola La notte La notte de san casca e giornonun se trova. Giuvanni d'inverno è la longa,quellade la er san ppiù Giuvanni d'htate è ppiù curta. 18 8*_ 112 Non PROVERBI e' è ssabbito ROMANESCHI c'è ddonna Nun sole senza senza amore. Vedilo La luna de Maggio fa a Che Chi Chi chiama se nun giovinetto innamorato. dice: ! ladro » panni. cresce nnn D'Aprile De stornello de Marzo è mmatto. nnasce À Marzo donne chiama Se » d'arubbà* le donne bbella luna arubba Amore. bbelle le donne. Uno « e t'alleggerì, Maggio fa te pare. ccome lallalléro, Tirituppete Er carciofoloha L'ha messo Fora Aprilee mmesso er pelo, d'ayantaggio drento Maggio. zoccoli e ppredicatori Broccoli, doppo pasqua nun so' ppiù bboni. Qaanno san de Pietro mette esce er Quarchevvecchia a g e segno sole fa l'atòore. luna calante, lleyante, Gobba Doppo cappelloò temporale. Quanno piovee Gobba er a pponente,luna crescente. llampo,er tono. n PROVERBI « l'arberi « er « sape. ROMANESCHI in diavolo, che cerase, San passa fiate intorno sì, accusi: « cu « smagnato, la dice: ppè « E tutto accusi E du' appartata, ppijà' a mme.» l'ar- bbenedì gni a spose, j 'ari- fa' a e se papa cerase, indove state ne spunta sarebbe dice, sapemo Marco San prese Bon accusi, ac- ì lassàteme dicenno bbona » vve questo bero ; e ècchete bbizzefte. Er a 'na nun « » magnasse testa. « dice: quell'arcero? a papa, de sbattesse « er in- arbero un Succede « nnoi, dice, e « giardino, e, je fa, e llui, je fa, dice: E nun dice, pò se ppe' combinazione, che Marco, che omo, e guardanno stava ecchete de sa in va le vorte, a se min Infatti » tratanto « giardino, cerase ramo fece ne subbito quella vorta giorno de San pe' ddivuzione, da e in poi tutti li papi er le cerase Marco, magneno cristiani le màgneno tutti li bboni come che li quatrini pe* crom ci anno pure palle.EpSan Marco (a da quella vorta: « fiV le ppiù In vuole pe' cerase in giù. altro San significareche bisogna o è nun annato chinare Marco fa ffa,ecc., dinanzi al bisogno, c'è santo, forza,nun e rassegnarsi. capo alla il de (17 Gennaio) San Lorenzo » » senso: alla necessità Sant'Antonio forza la gran (11 Agosto)de freddura, la gran car- dura, L'uno e l'antro poco dura. Sentenza di tutti i dialetti italiani. n PROVERBI Quanno De gatto ruzza er Settembre Se matura è Marzo, chi acconcia echi gguasta. vò ppiove. fa cattivo istate. fiore er Maggio E e è rossa Cattivo inverno Aprilefa asciatto, de li somari. mese la luna Quanno o pplove. ogni frutto. Maggio er che ttò è sspgno callo o 115 ROMANESCHI dà l'odore. Pioggie d'istate De curte le Quanno durate. so' mosche porfidioseer ttempo cambia. XuYola Primo vacante d'Agostocapo V Settembre La porta. nun acqua d'Inverno. l'uà è ffatta quaja d'Agosto eia la 'r fico penne. e frebbe gialla su la coda. de* cacciatori. Detto a cacciare e il soverchio gli la Avverte quaglie d'Agosto strapazzo perniciosa, e a che chi va il caldo produrpossono che perciò se ne astenga. Chi magna De l'uà d'Agosto Settembre caca lo mosto. Proverbio di Albano Laziale. «f $B PROVEREI ROMANESCHI MISERIE DELLA DELL'UMANITÀ. CONDIZIONI A l'ora ognuno sua. Stat Ogni artare eia la su' Ognuno eia le su' croce. Ognuno tira Chi Cento e e guai nun Capelli Aspetta'e Coena Er vacane, monno Apposta Chi yò nun Doppo er se er una insomma, vò, chi nun ne more. amancheno torus come Chi pò croce. uno reni' è nun Lat echi ride. nasrheno ne cuiquedies. sua peggio. ar ppiagne e VITA mai. pena da morì'. inutilis angunt. Prov. Med. mora pijase lassa. sa monno ppatì nun canto yiè' er nun fa, male va. nasce. pianto. Li tribbolati so' dde Ddio. Peggio nun è dedietro mmorto a la disgrazianun (o - sta ssempre porta). Vedilo 'Na mai anche yiè' mmai a: Governo, ecc. soia. Apposta je se dice*. 117 ROMANESCHI PKOVERBI Benvenuta, si sei sola. Le so' disgrazie Li pensieriimbiancheno Nua Uà sa se monno Nun c'è mmele Nun c'è rosa cce tocca. po'dde bbè', passa e la morti vie'. mosche. senza spine. senza tutti li ggiorni è ffesta. Mica Nun se pò ccautà' Non se po' ddà Pò ffa ssangue Poi che qner po' dde male, un Er li capelli presto. denti in bocca cciavemo Finché pronte. ssempre pportà'la e in cielo. pugno un croce. 'na rapa? ffa', ppoi di',ppoi magne, Ma la fa cèrqua nun bbrugne. cèrqua: quercia. Oggi a ddomani mme a tte. Ogni frasca fa fumo. Tutti ciavemo «Jnisuno li*difettisu*. conosce 'sta minestra, 0 mmagna 0 zompa In un'ora Chi ccà li difettinostri. 'sta finestra. nasce ppecore un fongò. eia liana. H 118 PROVERBI ROMANhSCHt Chi ccià bboyi eia le Ogni Chi erba ccroce Ce so' ccroce, A echi mòre Chi crocette ppe'socera, p'er Er ce ppe'Tassai, poco. è ccontento nnozze che pianto. vie' pe'tutti. e 'gnicosa accade nun more. senza C è echi fa da Marta À 'sto monno se canto, senza L'ora der minchione Quer guai. ffajeonore. e c'è mmorto Nun addio. ppieno de bbaron futtuti. è so' ccrocioni. tutti li nostri dura L'allegria Nun ccercanno. craparola. freddo? Trema Quann' uno : va ppe'nnora, chi poco chi monno e dice tutti de Ciavemo Hai le se je se Semo Chi fieno. addiventa eia duu corna. dda Madalena. vie' a ffine. in anno un accade in un'ora. Indove Nun Er vai trovi gode monno La er guai. si nun poverello è ppe'ddisgrazia. l'areggeIddio, croce io. l'areggo n PROVERBI Semo 119 ROMANESCHI d'Adamo. tatti fiji Si l'oste ne coce Pe' ttutti ce n'è. e' è Nun ggiornosenza Chi ccammina sera. casca. Morte tua, vita mia. MORTE. Chi De rinasce more. qui a cent'anni Se cammini cu'o, ma cor Tacai La morte De Uà tutti semo la vita stanno e c'è nun Oggi Se in figuradomani indove sa se tornano. non in seppurtura. non nasce, Toscano. mai. venne nun de Ddio. de ritorno. ccarozza desiderata v.vi. Veneziano. in mano I morti Morte naso. campi. sse ciodo,ma un a senza se sa indove more. A echi Maro Chi La m echi a ! mmore ggiacee echi mmore vive se Morte è scordarella. Ppiù A tera addosso. mmore uno ccfie morì9 a uno se nun ne se vanno pò. tutti. dà ppace. se Jf ROMANESCHI PROVERBI Su aneddoto : marito er veva marito e s'alletta. Lei, se nun E ne che Ilei qua, de peggio seguitava prima; e che punto su cene ccasa, a bbardorie e faje a dde le fuse s'era HI dàlia ppiù rito ma- cche torte aridotta ar veni' insinenta e a der Uà dde faceva sse er pe1 bbene. poveraccio ppiù stava ne che d'addolorassene, pe1 'na picchia. manco quer cia- Ecchete s'ammala invece prese intanto se l'amico. e 'sta donna de 7na donnaccia che «: Dice il seguente c'è proverbio cotesto fa a mico l'a- ppranzi, Un posso. nun giorno, intanto che tutt' e ddua se stàveno ber a ttavola, pe* strozzasse un pe' mette piatto de gnocchi, ecchete eh* er marito de straveri, fiV un incomincia sacco a a com' urla cure è: addannato, un rappiggionanti. Chedè j'aveva presa 'na stretta. Lei tutti ggente, cure fece nun sconnè sotto che era poveretto quer lo chiameno, lo fanno, fenito pija,aveva a Allora che a che a uno la uno uno acceso a se a nun Ilei che dubbitate, strillava ppiù a ito: vall'ari- li vicini ne ma « a li strilla': via. « Ah! tutti;ah! tutti. vanno nno; e piedi, a annàssene qui prima e starno de cosato, vanno ne se uno Quelli je faceveno: a messe se uno che pena'.Quanno de incominciorno moje troveno e si! ma l'anniEntreno bbello vistito, l'ebbeno la lampena l'ebbeno j'ebbeno Uà de l'appiggionanii,vanno ttanto, e marito. der nun sentenno gnocchi letto a ffece che che antro li de piatto er prese uno che tanto mma nnoi. sse » nno; E » dispe- st PROVERBI Tutt'er monno ROMANESCHI è un ppaese. Tut mond Tutto er è ccasa monno NATURE che e paia.Piemontese. nostra. DIVERSE. Ommini, bisommini In è ccazzabbùbboli. e vi mondo questo uomini uomini, sono da uomini, più nulla,vigliacchi galantuomini. Pitrè* Chi ffa bbene pe' ppavura, Gnente vale Li lupinon Tante e ppoco càcheno dura. agnelli. tanti cervelli. teste, Pìjateer Tino da la botte ch'esce. Ognuno è ppadronede fa quer che je pare. Ognuno s'ajutaco9 H'ogna sue. Tolto leone dalla favola indecentissima e l'asino. Tutte le deta de la Chi dde NAZIONI. Tudeschi magna A Roma nun Er so9 ccompagne. conviè' cche PAESI. - « » mano gallina nasce, : — ruspi. CITTÀ. seco. stanno bbene frati e pu..... Chi yO li ladri se ne va a Lloreto. 15 PROVERBI Napoletano, Largo de ROMANESCHI bbocca Napoletani, magna Vedi stretto de e maccaroni. Napolie ppoi mori. in fronte. cotti Tirolesi, Dice « e in che e li fumàveno nisconnèrno dietro le a uscirno chiamati però poi : a tivolesi ccara salata. 'gni lo giorno in se che ! in ne ar tivolesi, 'e resto da tornò quer fumo cconto l'avesseno dubbità che a mai li ro in fronte. » Ecco proposito, chi faccia. sette Torte villani. Vellttrani, con E da chiamorno li romani vuol ma par- Tivoli incontronno, cotti-in-fronte. raccolto vicino n'annorno mercorno poi tramente fajela paga ccara, defatti un giorno se Roma, merco, de de E tivolese Nu' te nun giurorno da all'acqua.Je - mani in der 'sto fatto li Romani de fatto ! Perchè timo tradimento 1l'acqua. E a Caca li ppoi scàppeno, e, creponte, punfete! vann' a er drento in ponte s'an- romani de tro'à' giorno la se un passa Ilo,li e je diedeno de carlino; li schizza ppe1 lloro staveno ne se credennose denno servì* che pe' pìjallia spalle.Defatti mmazzati, der ttivolesi tradimento je sfasciorno da passa" e e li romani ponte pe* un fugge je intanto ciaveveno indove fra guera brutti boja, je feceno tivolesi, 'na cavalletta s'i er E companatico. che una li romani romani, ciabbuscorno ®«J) mano. quanto far e un quer li tivolesi ho menti com- ROMANESCHI PROVERBI Tenni Cristoper Palestinesi, Romani, la nota de lupini. strada alla via Regolanti,magna còde. così maestrevolmente del Rione del Giulia. che vivanda succolente ccorata. e sinistra riva sulla Tevere, prossima Dalla precedente. fritto dell'Armata, magna Armata, Romani sacco all'acqua. caca Vedi Rimani un sanno lanti Rego- preparare. Regola. Tresteverini, magna ventricelli. Romani Tresteverini, magna matricola. Romani der borgo de Tresteverini, Romani der Tresteverini, R mani Essendo, i Der difensori abitanti alla « del sostenitori e Faenza, » sede. santa fossero Panonto, per tempi, perchè in quella vuole, esistesse un Borgo i cui attaccati in special modo erano Perchè de altri disprezzo chiamati: ptr de Borgo città,si fosso de Panonto. in Trasteverini, gli sviscerati Papato, erano « Faenza. Fosso » de chiamati non « Fosso dire. Almeno so Panonto, » che, volessero, per il Tevere. dispregio, intendere Der Ciò è che probabile. Rettifica. Il esistito tosso in di quel Panonto tratto di è ramente ve- terreno il Politeama mano. Ropocanzi occupava Era una ceva specie di fogna che condunel Tevere gli scoli della prossima Trastevere. L'uomo, addetto alla polizia che L n del così detto fosso Panonto. Da de Fanontc. fosso 125 ROMANESCHI PROVERBI era per ischerno ciò : mato chia- der Tresteverini, Avverto, se ce n'è di bisogno, che nel lo feci (Dio ripescare certe anticaje,non me ne guardi !)per ridestare antiche ire, solo ma che Romani Romani lasciare per non più possono Borghiciaui, magna tempi tornare pulenta. Borghigiani, magna magna di ricordo un o sanguinacci, sangue. Borghigiani,del chiamati « Chiese Erano Borgo. pulenta » magna di due campane Rione di perchè, le Borgo, nel loro che Dicono linguaggio,lo affermavano. la campana della Traspontina suoni : Dò' la pulenta.' dò' se ma« gna se magna pulenta ? » E l'altra di S. Pietro Borgo, in Borgo, in Borgo! » la « Romani In Popolanti magna Poj.olanti : gatti. coloro chiamati son nelle strade adiacenti alla tano che abi- piazzadel Popolo. Romani Honticiani, magna Romani arnbba crocifissi. Monticiani, Si racconta un sotto a dello che camallo. alcuni crocifisso e bassero montigiani ru- Io nascondessero stabbio. Un'antica tarantella comincia: « Li so* tutti Monticiani Staccamadonne e arubba grevacci, » crocifissi, ecc. H PROVERBI ROMANESCHI Genzanesi,cucuzzari. Di Genzano. Ricciaroli,faciolari. Dell'Arida. Albanesi,lumacari. Castellani,ranocchiari. Castel Di Gandolfo. Marinesi, cipollari. Tivoli der 0 che conforto senza da morto. sona Qaanno Fermo de donne vó donne che ssóna piove,o fa ttremà'. la testa e VANITÀ. — Chi ffa ttant' sse un er sse scròpeno culo. er asino loda se neus s'avanta et er sole. PRESUNZIONE. — dotto, debbotto. sbroda. te alieni? et Landet Chi che sventa, de Montefiore ORGOGLIO. Chi mmorto. Veneziano. Lògreno l'ojoe sprègheno È a Hontesicuro, Se copreno Le o o ffermà' la Marca Tutta Le tfciravento ppiove,o Seraval o conforto mar non non labia tna. Prov. eia ccattivi vicini. os tnum, extra- -P^0 PROVERBI Chi s'avanta se ROMANESCHI spianta. Lana in propriovilescit ore La superbiaè fijade l'ignoranza. La trojache credo nun ar Er yino bboDO Lat l'avemmaria, impara sa er porco. ha nun bbisogno de frasca. Vino vendibili suspensa hedera nihil opus. Lat la formica vò mmerì' Qaanno Pe' wolè' sape'ttanto ddà la testa Protenne,e Nun fo e se sa se ar mmette de ppuro l'ale. mme muro, pò nnegà1 a gnisuno. H'asino mio. dirsi in Suol in dispregioa tutti momenti, Vio in mettono di vantandosi mille coloro che, evidenza cose. Le puree che ccianno la tosse, che cianno E li pitocchi si Generalmente er dice cataro. ragazzi che ai troppo,che pretendono presumono di far l'amore,ecc. OSTINAZIONE. Animo arisoluto nun Chi vvive de nun vò RICREDERSI. cconsijo. crapiccio S'aritrova ne Chi — sente la Pimpiccio. raggionesente er bastone. 93 128 PROVERBI ROMANESCHI È mmejo tardi che mmai. Fraestat aero Pecca' è da omo, Tu qnam Prov. numqnam. intigna'dda bbestia. Francesco, intanto yiengo ! risdoa, san nun ce diciamo Lo Eh chi a mmessa a anche: O c'importuna. eco' 'sti nerbetti! rifrega,ciocia', Dice « 1l'osteria ll'oste dice: E che Tna pe' mmagnà' che vorta, cciaveva Ciavemo — quello: ciavete antro in e E — quello U'oste : padella, nerbetti a Messo. Sì, — : OZIO. che Fintanto se INDUSTRIA. — nun nerbetti sugo, spazientì, e je fece: rifrega,ciocia, co* 'sti nerbetti quello Ma — betti Ner- betti Sicuro, Ner- — ar ummido. in .' a Quello bbono. antro a ddomannò nerbetti ì E nerbetti arosto, agnede uno de Gnenf — acconditi. A ant. Eh — ! tu » LAVORO. — 'gni tristo zappatore Ogni Chi nnn zappa sa Chi è llesto cche Chi ddorme fa ppeggiore. pettinali cani. mmagnà'. a È llesto va a nun Uarorà'. pija pesce. Qui dormit, non Chi ffa dda se, fa ppè ttre. piscat.Sardo. ROMANESCHI PROVERBI Campa co' le tu' ladre fatighe. Voja de lavora' Motteggio voglia Voja « tLu E fiamme Lavora cche aspetta' s'ingegnanun nun Quanno diavolo er poca Stornello o suna nes: addosso che mmeno che mme, ha abbandona', min' sei bbono nun Nun le ppe lavorare. ssàrteme lavora tu Quelloche Chi di pigrizianu' E chi contro lavora' de addosso. ssàrteme a io posso o posso. nun ffa' dda - » te, tte lo faccino l'antri. s'impregna. cche ffa' se sa nun gratta corna. Allònghetepunto Che ssabbito è ggiunto. Chi nu' Ilavora nu' mmagna. Tempo passato,perchè nun Er k è sonno Martino ssan Ppiù sse A di de la morte. compagno er a la Pulinara studia la e mmeno Pulinara: Roma, aritorni ? in cui s'impara. piazza all'Apollinare, tora, tuteranvi, e vi sono scuole. Le mano incallite da llavoro so' bbenedette da Ddio. Chi ccerca trova. Er llavoro è ccaccia srf Yoje. te ROMANESCHI PROVERBI Er lunedi me persila conocchia, nu' la Er martedì la ritrovai rotta, Er mercordì Er giovedìla portaia accommidà', ciaccommidai Er yennardì Er sabbito la stoppa, la testa, pettinai me nu' llavorai perchèera La domenica Chi non Perde PARLARE. Chi ccià poteitroyà, vogliadi lavorare, l'agoe il ditale. Toscano. ha TACERE. — in llinguava festa. Sardegna. Lingua dux pedis.Lat. Chi ddice quelloche Sente Chi nun quelloche doverebbe, nun direbbe. ppiù pparlappiù sgarra. A cciarlà' ttutti so1 bboni. A cchiacchierà' è nun ffatiga. Chi ttace acconsente, (E echi nun parla nun Qui Testa che nun n gnente). tacet consentire videtur. Lat parla è cchiamata Homo 'Na dice mutua parolatira l'antra. cucuzza. est simulacrum. Lat. M 132 PROVEBRI parole so' Le Er * parola è dì, tira Bò ppoca, detta piji una ne e cento. so' troppe. e ddua e e' llupose la magna. : Li fatti de casa, Parola : di'. ar radice e cerase appresso fa la pecora „ Pane le ccome yiengheno ne Una ROMANESCHI nun se nun aritorneno lo tu' peccato. tirato e ssasso dice. più indietro. S'nai payura d'esse tradito confessane Nun mai Stornello f « E s' hai Nu* La La Nun bbocca so' de fa lingua a ppoi tradito, lo tu' peccato. 'na pe' cchiacchierà'. parole,pe' quante parola, la lingua domanni licenza ccasa. » schiatta. prese. sette Torte La e mmai dette le mar mmar d'esse c'entreno mosche. nun è ffatta so' ttanto Prima canta, chiusa Io bocca sfiorato, pavura confessa* lo cicala canta Fiore : ar cervello. PROVERBI PAURA. ROMANESCHI POCHEZZA — CORAGGIO. A ttela D'ANIMO. ARDIRE. — ordita,Dio ih e' ripieno. A tela ordita Dio manda A mmali Boa Chi estremi,estremi arimedi. incudine cce il filo. Toscano. ha ppavura nan prova Ha ppavura e La pellesta ar de martello. nan è ccarogna. nun ce stima. nummero Chi ccià la coda de uno. paja ha ssempre che payura je pijifòco. Vedilo anche Chi è stato scottato da de yura a: Coscienza. « H'acqua calla » ha ppa- quellafredda. Chi è stato mozzicato da la serpa ha ppavura de la lucertola. Chi ha ppavura Chi corre corre Chi ppecora Hnmilis Chi Chi nun ha se vadi in guera. nun echi ; ma fa animus e ffuggeyola. llupose lo magna. fitcontumeliae opportunus.LaL risica,nu' rosica. ppavura de l'ucellinun sementa er grano. Non venit ad Sylvain, qui cancta rubeta veretnr. Prov. n med. n 184 ROMANESCHI PROVERBI Si tt9hai in d'affoga', affoghete un mare granne. 'ntra li granfidi la Megghia murire liuir, chi satta la cada di l'asina. Siciliano. PAZIENZA. Bisogna fa RASSEGNAZIONE. — dde necessità virtù. Fac de necessitate virtutem. YYÌYe Chi yvO Pijier ccainpà' bbè', e monno Yiè\ come Sii pe' l'amor d'Iddio Quanno Lat. cascò la disse — Isidoro, moje da somaro. Sii fatta la volontà dde Ddio. La Si pazienzaè ppe' li frati. ciai antri moccoli nun a Io te ne pOi annà' a Uetto scoro. Ossia : Se « hai non Li Padreterni fanno altra speranza, » ecc. li fiji crocifissi. Pazienza,yita mia, si ppaghi pena Annera hai fatto yita bbòna. ppe' quanno Stornello. Li tribbolatì so' dde Ddio. Quer che San Marco ffa Ddio fa ffa' le Vedi fatto. è bben cerase al capo sentenza : «e con pe' fforza. Meteorologia » la relativa la desima me- nota. H u PROVERBI Quanno antro Quanno nun c'è nun Aduramus 135 ROMANESCHI tè. n' è ce cce perderàla cchiesa. (Vedi: Riflessione). POVERTÀ. Chi ccade in povertàpperdel'amico. Se yolè che Chi A casca diga,ve la digo: perdeTamigo. povertà, ?e in de San ccasa mai RICCHEZZA. — la Francesco nun Veneziano. ciamancheno tozzi. So1 ccascatil'anelli, ma cce so' arimaste le deta. bboni li parenti, l'amichi, Bhoni Ha ppovera la che casa nun eia gnente. Chi ccià è ; Chi Povero ce nun fu Carnuto eia nun Ddio, Papa Pio, Poverello Li è. ce so* io. fanno annà' U'acquape'l'insù. quatrini Lu dinaro fa scinniri a Gesù Cristo di la cela. Siciliano. Chi nnasce co'la camicia è affortunato. Con ar la camicia: Con averi. wL 136 PROVERBI Chi nun prova ROMANhSCHI crede. nun Qaatrinifanno quatrini. L'acqua va ar Conte,senza mare. contea, senza palazzo:che ccontc sei? Virtus sine A echi eia nun Gnisuno dà. je ne Chi ccià bbon cavallo d'annà'a Li Guardatelo cura ràzzicheno. e p' er pover'omo. bbene, guardatelotutto, L'omo quatriniquant'è senza L'omm Homo senza sine danée bbrutto. Tè brutt. Milanese. pecuniaest imago moitis. Lat. gnente J' è Chi ppiù Nun dà a pparente. cce n' ha echi se Robba se è yyergogna. nun L'inferno è stato fatto e stalla,nun bbisogno. quatriniso' ttonni Poco in ppiedi. Povero è echi ha de Povertà langnetubique. Lat. censu cce ne fa robba. ppiù ne n' ha ride. yO ave'. ppiù dde volo te eh' er dia- 138 PROVERBI ROMANESCHI Chi ccià la camicia e Nun de tutto dde tutti. promette si nun Che ssi La chiacchiera pulita, ciai promettibbisognache ddai. parola de' re aritorna indietro. nun Pe' la gola s'infilaer pesce. L'onore la salute e nun in spez- venneno se zieria. Chi yviye senza PRUDENZA. Quanno piove e Chi sta È - un gran si matto Bisogna annà' eco' la Chi ssoffia Chi bben Chi nun se su la piove, sse move. ccayoli. stanno cennere a ccasa. se ne lo j'empie l'occhi. guarda. testa,eia bbone gamme. Pedibus « e guarda,Iddio eia bbóna ccasa eurente. ccrapa ne eia e cupertoquanno se SENNO. — ffa ttempesta,chi nun ar Bisogna sarvà' vergogna. SPENSIERATEZZA. — la cerca, Li minchioni senza ACCORTEZZA. — TEMERITÀ. se mòre onore, compensanda memoria. — Lai. r. PROVERBI Er è ffatto monno Chi Chi nun yya tonno, nnayigà' se sa ccaccia a 139 ROMANESCHI ne mie' cani senza Nun stuzzica' li cani che ddormeno. Non fa d'ogni erba l'asino, e Chi ccià À sto fonno. a ccasa lepri. senza Cerchi a ya un fascio. yai cce a ccayallo? ppià prudenza l'addropa. bisogna nun monuo occhi, né né avecce lingua, né orecchia. Quello che yyedi,Tedi,quello che Cautela pòi. Ajutete come De' du' mali Chi non eligendum est occhio yO er Chi ccammina Una yorta Nun se sine ar gatto duobus e stultornm. ore tienghila Lai. gnocchi! antro un malia. ar Lai. pesce. cagna. co' ll'occhi chiusi capitòmmola. passò Ccarlo pe' Ffucina! frega er santaro. l'origine.« Eccone c'era de est in causa cane, ex ffatto li ha mmamma RÌ8us uu più ppiccolo. er Minimum Dà senti. proggiudica. nun Ridi, che senti le un santaro chiese, li santi, e indove che annava c'era strillava: che Dice «e su la Un ttempo fa li scalini festa,a sordo venne dieci PROVERBI santi « e lliscio che diede sur e' ebbe cantato un arilassato solito tini in dieci che santi. forse fece, che : Nun « dieci se E santi. fu stri Hanno : 'Na un vorta po' che un giorno sicconno e er bburatma sordo Un « forestiere, spia, je dde auffa ? » M;i llui, foja, j'arispose ! santaro er tato agguan- su* mestiere, er Un Doppo mesi, er un frega ttanto guverno. Lui, papa, la magnata « aveva « » passò a bbaracca fa' a puzzava dice de libbertà. soltanto annava ar catorbia. par s'arimesse e insino santaro s*ari prese suo, L'affare » naso in mmesso ! pezzo, giorno, defatti,er e « ber un per auffa Papa er nun ber fu ROMANESCHI Un : sordo » (Vedi: Riflessioni?). REGOLE Ar trotto ariconoschi L'ucello E se dar bon er dar conosce H'omo GIUDICARE. DEL canto pianto. A canta Da la matina Ar sono Chi nun se se cavallo. vede er conoscheno è stato bon avis bon dignoscitur. Lai. giorno. le campane. abbreo nun cristiano. Chi sfugge la bbóna compagnia, È lladro,o sbirro o spia. pò esse9 bbon PROVERBI chi so' e Dimme ROMANESCHI echi so' stato. ubo Quatrinie ssantità,mm»tà Chi è freddo Chi ccià le de Orecchia dritta Orecchia manca Vale core. fredde è innammorato, mano calle è ammalato. mano di' quattro si Si è è ffreddo de mano Chi ccià le Nun ppe'mmetà. min ir hai ce ner sacco. lingua trista. linguasanta. fiorirà. rosa più testimonio un de che viso ccento d'orecchia. Plaris et oculatus testis una?, Un fiore costa un auriti decem. Lat quam quatrinoe nu' sta bbene in petto a ttutti. Le lettere se guardeno da la soprascritta. Vultas Da Nun U'opra se mette er conosce mastro. davanti carro c'è frasca Indove er index animi. Lat. a li bbovi. c'è vvino. Cani,gattie fijide mi Non La mala chiudeno nova so' le n mai le porte. presto ariva, (o prime a - ssapesse). le male nòve PROVERBI DEL REGOLE DEL E hSCHI ROMAN TRATTARE CONVERSARE. A bbon' intenaitor poche paroK Dictum IndoYe sei vorsuto corri sat sapienti est Lat stacce. e è dduro l'aspetta'! Quanti' par mille Ogni ora Tu laudare nuu Io Chi Y?a indoye w aspetta.Toscano» dignaretè. nun Volete chi me. è cchiamato nun 0 è mmatto " a se Rispettaer dice o spiritato. a l'ammalati. der pe'yvia cane padrone. Saluta' è ccortesia, Arisponneè obbrigo. Scherzi co' le \ ccasa mia Le mano La mmerda a so' scherzi da villano, mano se - chiama e nun' s'abbussa. ccasa. Arispettasi ppiù se smùcina e ppiù ppuzza. yòi esse' arispettato. Gratia Imb asciatene nun paga Nuntio U e paritgratiam. Lat. pena. nihil imputandum. Lat. K schifoso Porco Vedilo A ttavola al anche cap.: oculus in Agurete male charta,nec acciocché Augurete bbene L'anni de le donne Quindi Chi La morte nun Chi ss'attacca Nun se ha a va un occhio Lai, mai. domandarglieli mai. tuo guai. cercanno ILLIBATEZZA. — tte stesso. come se crede. la Madonna ppayura de le De C'è arca te vie'. sanio non vede, Iddio se in venghi bbene. VIRTÙ. — prossimo er sposta. ri- arca. manus che bbene Co9 la lenterna RELIGIONE. » li fatti artrui s'impicciade Ama te educazione è bbona 'na in mmano rapina. e parla de morti. se nun Frode « amico, che bon carta, ni Ni occhio in Nec s'ingrassa. nun M»*joperde1 un 148 ROMANESCHI PROVERBI che ttutto tttuto sente. Sarà quer cche Ddio vO. O^ni bbene da Ddio viè\ le corna. corna: del diavolo. vede, un'orecchia che 144 ROMANESCHI PROVERBI disprezzaIddio. Chi ddisprezzaer Chi peccati ariduna, ddiggiuna, E antro nua fa,eh' a l'inferno se Iodove c'è nun povero, opre e va. e' è ppeccato. mmalizia,nun Iddio chiude 'na porta ne un portone. Fug$i l'occasione Si vvói sarvazzione. co' li fanti Ruzza sta' li santi. Massa e Crii gguarda Iddio è gguardato da Ddio. Dar tetto in Iddio vede Mdio su gnente. gnisuno sapemo tutto. solo è ggiusto. La grazzia de Ddio mai. amanca num Lassa fa' Iddio eh' è ssanto vecchio. Er pentimento scancella Co' llavoro de la festa I idio varda er Martello d'oro Ne K n core er ce se peccato. veste de la ggente. opre le porte der nun prodernnt dintiae paradiso. in die ultionis. Prov. mmejo ubbidì' cche ssantificà'. In Nun un'ora,Iddio lavora. se L'omo fojache Ddio move propone e Iddio nun voja. indispone. Indispone: dispone. Vedilo de' ir diavolo. er propositi. » a: « ficienza Insuf- PROVERBI Cento misure Chi tajo. e un ppiano va vva Chi * ROMANESCHI ssano e fforte va T?a Crai,crai la morte. a fa la cornacchia. , Crai,crai,dice Cor tempo eco' la e Se matùreno la curnacchia. le sorbe e sopra fa gattapresciolosa Tanto ariva Prima de er soma. hai Chi pensa nun Ya a li cèchi. fiji Lat paritcatulos. caecos che lo sciancato. zoppo parla'ppensa Quanno Nun canaja. ppoi porta risposta. e Ganis festinans Er la ttempo ar tempo. Dòrmece La Leccese. paja, Strada facenno s'aggiusta la Dà Uontano. vva quelloeh' hai a presciaer diavolo ce se da di'. mette. futuro ar ddormì' lo a scuro. tempo porta consijo. mette Ogni cosa Pensece er a carro davanti a li bbovi. ssu' tempo. prima pe'nun pentitte pòi. consulto. Antequam incipias Chi ha ppresciase metti a Lat ssede. » PROVERBI RISOLUTEZZA. —SOLLECITUDINE. COGLIER Chi ccià Nun ne serre, trova confessore che Passonre. aspettitempo. Chi bben comincia sta Chi ttardi kriva mal' Chi se e nun Chi ccià ttempo nun Chi OCCASIONI. LE commido er 147 ROMANESCHI a la metà dde l'opra. alloggia. pprima ariva prima alloggia. Tanca arza Perde la bbanca. La furtuna s'acchiappa pe'li capelli. Vedilo L'occassioie fa U'omo Er anche « a: Fortuna. » ladro. tempo vola. È mmejo oggi Poto che ddomani Sentenza di la gallina. tutti i dialetti. Finché ddura fa vrentura. ferro quann' è ccallo. Fermm cnm ijrnicandet,tundito. Lai. Dum candet ferrum,velocins est feriendam. Bbisognabbatte ei Frov. Qaanno se sta ner ballo med. bbisognabballà\ 0 ttutto, o gnente. 0 snic,o snac. A I 148 ROMANESCHI PROVERBI 0 ssì,o nno. 0 ddrento 0 ttutti de Nun ffòra. o ttutti der diavolo. Ddìo, o chiude la stalla quanno scappatili so' bbovi. 'Gui lassata è ppersa. Tempo passato nun Tutto sta Pochi Quanno 'na L'urtimo a ppiù. incomincia1. a sarti ariviè' e bbrutti. è vecchia cosa pijavizio. ccomparì fu Mmardoccheo, (o - Gammacorta). Chi fa quanno nun Quanno pisciaer La céra se pò, cane logra e Quer eh' è ffatto nun 'Na nun fa quanno e scappa mmorto er vò. llepre. cammina. nun fa1. s' ha dda provaturacosta du' bbajocchi. SANITÀ. Tigna rogna, e A la salute Se dice — a N'ammazza nun MALATTIE. antro male IGIENE. — nun ce abbisogna. e1 è pprezzo. l'ammalato : poco e spesso. ppiù la gola che la spada. Piedi calli e ttesta fredda. te Gasa sole, senza Medico ttutte Tore. a c'entra Indove nun Frebbe quartana Dieta collo ar e crede nun tutti li mali. tre rosalìa E ttre Lascia Chi mmagna ar È mmejo È mmejo A Finché echi e pietosofa fornaro che il danaro ddiggiuna crepa. la a piaga puzzolente. lo speziale. meglio darlo al fornaro, ecc. ppuzzà' dde vino che d'atqua santa. a a ssudà',cche ppisciachiaro mmale partorente. pe' lFocchi. è bbono Ossia: Chi ddonna a campa Er medico Hejo ggiorni cresce, ggiorni cala. corri E su' corso. er foco ardente er Gnente dolore,guardi er colore. ar de?e fa' Er male La sana. lletto. a ggamma medico. gioyini li li e er sserriziali e Guarischeno Chi sole c'entra er li vecchi Ammazza Braccia 149 ROMANESCHI PROVERBI a stranutà'. fa la fica ar medico. fresco e9 è arimedio. ce9 è campa. ojo a la lampena, l'ammalato 150 Un tira l'antro. sonno è L'appetito Er bbon ccontinuo Er male Tomo. le longhe consumeno case. 'na cannonata,ma yadi e'è dda fa'. come ama che ssegno. ammazza Le mmalatie Chi ROMANESCHI PROVERBI se ne sbayijaha ffame pprima sonno. o Hai sbayijato? Hai Er fame, medico è ccome ssei innammorato? o sonno boja se er paga per esse ammazzati. chiede l'ammalato Guai quanno È mmejo 'na bbona er Tino ! cac... Che 'na bbona magnata. L'osso stia bbè' Che la carne va E' llatte yiè' ppe'le E ppe'le nno Sempre bbene nun vriè'. e minestre, finestre. pò sta',ssempre se male nemmeno. Er sangue 'St'anno llassa la magagna. stagaa, ma pedicellósa, St'antr' aano spòsa. nun Quanno s'aricconta, Mejo logrà'le scarpe è gnente. che le ssedie. m Acqua Trino e Bbeato ingrassa er bambino. parto quer Che in yentiquattr'oreè ffatto. lo stommico specchiode Lo Ojo de lume, 'gnimale Bbocca Chi dde Tenti ppiù Chi Chi IGNORANZA. fa, de trenta farà, e ssa ffa bbene a nun eia de quaranta ciayerà mmai. nun parla. mmeno ssa lingua. consuma. — nun nun ppiù è la tièttela cara. amara, SAPERE. Chi 151 ROMANESCHI PROVERBI mmeno sa. U'asini ciarimette liscia e ssapone. Chi È Nun E sa nun somaro un un asino raji de lfasino Vale la su' scrittura de natura. ppe'U'asini so' mmejo Li Uegge ppiù 'na li confetti. tìto che nun cacata un ameno de bboTe dottore morto. in cielo. che ddieci de pecora. Chi sse la perde pe'la troppa sapienzae troppa ignoranzità. echi ppe' J§ PROVERBI ppiù la Pesa che la zzappa. penna Er minchione conosce ROMANESCHI nun se conosce posta te stesso. Chi fa l'affari sui sa nasce, se cresce. quanno Indove vai non quanno nun po'ffa'mmanco de irantri. quelli A ccasa de li ciechi bbeato chi Inter Chi nun sa SAVIEZZA Er savio se Tede. regnat strabns. Lai. caecos ffa'gnente nun cce è bbòno da gnente. E MATTIA. vince co' la raggionee er matto cor bastone. Tutti ce n'avemo ramo. un Li matti so' ssempre d'un sentimento. Li matti fanno li fatti, E li savi fanno li cacchi. È mmejo patì'dde stommico, che dde pazzia. Co' li matti Chi ccanta nun a se fanno ttavola È mmatto e a patti. lletto perfetto. (Vedi: Nature Diverse). 8# SI 154 PROVERBI Quelloche sse ROMANESCHI Tede co'U'occhi nun pò anni se scoDne. Indoye dice la verità er buciardo ce nasce er sale. La verità è ssempre una. SIMULAZIONE. In bocca miele in — Chi fiele. core Acqua quietavermini IPOCRISIA. mena. parlain faccia è ttraditore. nun San Pavolo quanno volevo cascò da cavallo disse:Intanto seenne. prima t'ammazza Er coccodrillo Dio piagne. te scampi da chi tte fa ddu' partein commedia. Chi ne fa una ne e ppoi te fa ccento; e ccollistorti, Ggesuviti vivi Buggiaralli Da dominine. gioventùar casino In sr mmorti. collistorti e dda gnègnè, Libberamus In e Cristo e wino. vecchiaia, n La ddice Quann' : E dda Vardete da chi ttiè' la scampi E C1 è ccld dar colera che predica de Cristo è ttutto scrupolo ppòi va a cca... SOLLIEVI Si Sette Gni ore cosa Ha è 'na nun se parla senza la guera, da e for de tera. per la castità fa E' Hetto mane. tte vvardeno sse C'è echi in corona in faccia. quelli che dda Santaccia e fa romito. se quela gente che guardatte te «'hnecchia fijide putt... Da Dio ppuzza. de mulo, card da Vardete che nu' la yojo diavolo er pò agguanta' la gallina, nun quanno rorpe 155 ROMANESCHI PROVERBI a che le rondine d'anima. piscia in sagrestia, in chiesa. E RIPOSI. rosa dorme le dorme un s'ariposa. corpo, otto è wanità lo strascino ! è ccommodità. un porco. m. PROVERBI ROMANESCHI SPERANZA. Chi ccampa Chi dde speranza L'urtima more speranno, a campa pperdesseè Speranno speranno, cacanno. more. disperato la speranza. passeno li giorni,e li ggiornifanno l'anno. Chi spera assai magna poco. TAVOLA. 0 dde paja o CUCINA. — dde fieno Basta ch'er corpo sii pieno. Ni a ttavola ni Nun A ttayola se nun a Detto porta rispetto. ce s'invecchia mai. Bon foco fa bbravo er Uovo doppo Pasqua. Cara è bbono me puro costa la mi' coco. ragusta. Carne fa ccarne, vino fa ssangue Se magna strozza La fame è la mejo pietanza. 1 e erba famm... ppe'ccrepà'. Quer che nu' Latte ^ pe' ccampà',nno e ingrassa. vvino,veleno fino. H Li mejo La pietanzader Magna so' dder bbocconi poco In bocca è e 157 ROMANESCHI PROVERBI coco. è H'insalata. coco spesso. ppeccato quelloche ce' esce no quello che c'entra. Minestra ariscallàta fumo Accosta Che Acqua e s'arisente. la fame vita da ppane Insalata;poco aceto Lo se campa che de non fico E la fame fretta. nun abbotta. bocconi - in piedi). : mmeloni. capato a l'amico persicaar nemmico. l'avemo Ce resta sempre si cata). SpiritoSanto. Fico,persicae La la sbran- svelta,in s'areggedritto,(o Tre sso' li bbon er alla a appetiscenutrisce. Sacco voto Dà bben' ojata, la sbrandalata: SpiritoSanto Quer e cane. quattrobbocconi Va mmagnata Nun aripijatanun dente ar pane A sserva bbòne. mai er e patitatutti. un budelluccio ydto. te ai 158 PROVERBI Come ROMANESCHI magni cachi. significatometaforico Nel va anche a: Maldicenza. Li salumi Vale mettono sete. piattode ppiù un céra che ttutte le bbóna pietanzeder Farcone,(o Falcone, antica - der monno). in trattoria piazza dei Caprettari. L'omo Chi vive de pane nun mmàgna Più erba Ovo de se solo. bbeye senza ammura ppiù bbestie magna, a se ssecco. diventa. ggiornata, Pagnotta sfornata, Vino so' ftatti pe'minchioni. Nun Sette maccaroni, ro^so, fa la zuppa cose Leva la fame e : la sete tutta, Sciacquaer dente, Empie La er ventre, Fa smartire,fa abbellire, Fa le fame guanciecolorire. vie1 mmagnanno. Gallina che Vedilo becca è ssegno eh1 ha bbeccato. nun a: « Affetti,passioni,voglie, ecc. » PROVERBI Er gargarozzo Ha Indoye se Er La cce cape la co' tutt' er tetto. casa magnuca der pesce è la tiettela amara Bbeyo stretto, cielo ce conduca. morte Cosa è 159 ROMANESCHI padella. cara. perchèho dda magna' IFovo,bbero perchè mmagnoll'oYO,bbevo perchè hommagnato da bbeve perchèo dda Poto, (o Damme magna ll'ovo, ecc.) - Sulle Nóce e Farina e volte. sovrano. so' ssemmolella, maccaroni, so' la e A. la bbraciola la E' riso Chi yO tre ppane Pasto da Tino beverci bisogna uova ya ccotto attura pe' li pormoni. cara ar gratticola, e bbudella. fritto la padella. mmagnato. impara'a mmagnà', da li pretibbisogna annà'. TEMPERANZA. Credevo che — ma ppiovesse, S'intende acqua, MODERAZIONE. nno non cche ddlluviasse. tempesta. Toscano. te 160 PROVERBI ROMANESCHI Chi ttutto vó tutto Camelus perde. desiderans cornila, etiam Chi ttutt' abbraccia Chi sse mette Lat perdidit. aures gnente stiigne. ssede fra ddu' ssedie da a er culo per tera. Chi la tira la strappa. Arcus La strada de Er suverchio Er nimium intensus,rumpitur.Lat è la mezzo cuperchio. er roppe ppiù dritta. troppo è ttroppo. Nu' llassà' er certo rendi In modio non pe' l'incerto. est vola pienasciendi. Trov. med. Si llassi er poco per ayè' Tassai, L'uno Nu' mmette À l'ucello Nun se U'antro e tanta perderai. carne ingordoje er crepa seryì' ddu' ponno ccoce. a gozzo. padroni. potestdigne dominis Nemo servire daobus. Prov. assai s'affoga. Chi mmagna Gnente è ttroppopoco. Bbisogna campa' frati Preti, Nun Mejo poco n med. e e llassà' ccampà'. ppólli so' mmai che satólli. gnente. *s m FOMÀNfcSCHI PROVERBI Omo de vino vale nun L'acquafa minale er C'è bbevì compagno, fa mmale L'acqua fa vino er ccantà', de la cresta sugo fa ggirà* la testa Er Te Chi Ar ccià su er bicchiere in mano impresta,ecc. compagno bbevì, compagno, Bbevì li pontie L'acquaarovina Tino — bbeverò. Ch'adesso Er ccompagno m'ammazza', Nun ddice: popolare che canto n'ammazzerò. Sinnò - Tino fa ccantà\ un Bbevì € quatrino. un er ammazza er » ecc. vino la testa. Termine e ingrassa la cratura. E, dicesi : Er ischerzo, anche per vino posto all'op- ingrassa er vermine, ecc. Er vino è la zinna de li vecchi. Vinnm Vino amaro, Bon seirom. sangue. bbòno fino a la pezza, Er vino bbòno fino a la feccia. vecchio,(e quanno imbriaco méttete a lletto). Moje ggiovinee La sera Lai. tièttelo caro. vino fa bbon Er panno lac vvino sei orsi, La mmatina arsi. §# IV echi mmagna mmagoà' Chi bbeve le bbe- ; ma magna der paro. sieno vute 163 ROMANESCHI PROVERBI du' verte s'affoga. (Vedi: Tavola, Cucina). VIZI. Bbacco, tabbarco E e llupo muta Vvenere in cerniere. Tomo Riduce pelo er ABITI. MALI — er vizio mai. Lupus piluramntat Chi nun eia bbon Chi ccomincia Carezze de aniraum. non principio,nun male finisce ruffiane,amore eia bbon Lai. fine. peggio. de pa.....se paghino care. Carezze de pu Amore * Te de quarche sculo. costa REGOLE cornuto, VARIE PER LA CONDOTTA . PRATICA cavallo A bbon A nnimico che nun DE LA VITA. bisogna dijetrotta fugge ponte d'oro. Fujentem hostem adjuva. Lai. tè 164 PROVERBI Da lo ROMANESCHI assaggia,ddar feraro nim speziale nun tocca'. Lega l'as'no indove vo padrone,e er si sse scortica diavolo scortichete. Per popolomatto un yò ce un spiritato. sovrano Fa orecchia da mercante. Come soni te bballo. me Come Tte pago Chi me canti te sono. de la moneta more s'impiccia che mmeriti. co' la Lo Chi nun Chi ccerca E pò ne a Magna E Nun je la gratta. temè'. nun vince ne impatta'. deto che la 'na bbetta mano. cerchio ar e un antro la bbótte. quer che wòi, spenniquer mette la che ppòi. paja accant' Vedilo Nun arrinnovà' le Sf li denti. godè', nun mmèjo tajà'er Bbisogna dà ai francesi. mmostra rogna, trova chi De minacce se dicevamo mmozzicà',nu' vò De promesse Nun pelliccia. ar anche a: fòco. « » Affetti, ecc. piaghe. ss PROVERBI Non te Tutte 165 ROMANESCHI pijà'ggattia ppelà'. le strade Qaanno pórteno a Roma. sei invitato a ppranzo che si tt'hanno a magna invitato de core ccrepà' te ciarin- yiteno,e ssi tt'hanno invitato pe'finzione poco Un Nun ciamanca che tte càcceno via. diavolo scaccia l'antro. te fa ppovero e te pò fa' ricco, co' echi n\m te fa ricco co' echi nun te pò fa' nun ppovero. Chi de s'impiccia li fatti artrui, Invece d'un male Chi nun la vò se nun pijadue. ppuzzà'dde lupo nun se ne metti pelle. Chi vò assai addimanna Chi ne sa poco. fa' li fatti sui Co' la lenterna va Sono Nun confonne Nun esse' banniera Nun pija'U'acqua cor Nun te mette l'ossa in er ca... guai. ccercanno cor in un canto pop. patrennostro. de tutti venti. canestro. cani drento casa, che tte porteno giro. R st_ M PROVERKI ROMANESCHI SENTENZE Tutti 11 sarmi Tutti Da finiscono in nasce ffatto è Er tempo ggalantomo. Er tempo passa Le montagne è e e ffatto, nun che Tcitta Fiore Che mmò pensa più er nun Narra la tte a ppensò, filava. Bberta Uno « è se spenneva). se ppiù er ttempo che Nun ce s'incontreno. nun Che ppoco - pe'ccammioà'. s'avvicina. la morte tempo Enea quer (o Nun è tera cosa. Quelloeh'è ppiù. Passò grolla. bbisogno de la arano cosa GENERALI. de tempo fila tradizione stornello: mela, che ppiù Bberta ttesse che filava; la tela. allorché » Berta pagnò Savoja moglie di Enrico IV, accomlo sciagurato sposo a Canossa, in quella crudele valicando stagione le Alpi, presso Montignano s'imbattè in una di donnicciuola, povera Berta, occupata al racconto ne ordinando di a chiamata ed filare, essa pure interessatasi di pina, quella taaccettò il fuso pieno di filato, che il comune per compensamela, delle sventure le assegnasse tanto Montignano in lunghezza ed in larghezza quanto terreno desse demisurare e ne quel filo, poteva m PROVERBI 167 ROMANESCHI alla Reale sua dell'acquisto persona. della vecchia filatrice restò non L'esempio senza imitatori;fusi a bizzeffe vennero offerti alla regina, la quale, rifiutandoli sorriso un con rispondeva: Non è più il filava. (Vedi: Berta di che Berta tempo Galletti Savoja,saggiocritico di Arturo bito Cambiagi. 'Gni a cosa ssu' 'Gni dritto eia 'Sto monno Se tempo. riverso. su er è 'na gabbiade fatigappiù ppe' fa' matti. minale che ppe' fa' bbene. loda1 Nun Vedilo Semo Un giornosino loda' U'omo Nun Chi nu' er anche tutti de in noce fa un e dd'ossa. flos non sacco nun e llassa 'sto monno gravido. ir Prov. med. fa rimore. vox populi, Dei. Lat. campa1. Tutto pò sta9 forche mmorì A facit ver. de Ddio. Vox Campa » pprimavera. popolo,voce Voce de la morte. a Costanza, fermezza, ecc. « carne Unus Una sino s'arivede. mmore fiore nun a: la notte a tutto e risuscita. pò sta.' forche H'omo 168 PROVERBI Nini ROMANESCHI pò annà' in paradisoa ddispettode se li santi. passato è ppassato. Er Uno fa nun nnummero. Er monno Li proverbiso' À è granne. ch'avuto un principiodeve ave' SCHERZI. Cusì vvojo e Puro un fine. MOTTEGGI. — sia accusi Ggesù a Mmaria. Disse L'urtimo provati. tutto passa. 'sto monno Quer ttutti è ppe echi mniòre. boja è mmastro. er Che cc'è asino solo un Vergogna è Pija la arubbà' e indove robba ar menno? poi restituì'. sta e ccampa onorata- mente. . More Penso chi ce' è e avvezzo. ripensoe ccor ppensà' m' impazzo : Quann' hai pensato tanto,ch'hai pensatoP Bbona notte Su ggesù cche H'ojo è tal detto c'è un ccaro. bellissimo aneddoto. JS 170 ROMANESCHI PROVERBI Addio, Una echi a yorta more. sse tocca uno per ttutti. a Sciala,Checco mio, t'ho È mia quanno il precedente un mare ccasa a Questo e motteggio ccotto l'ova! si si fan che coloro a piove! ce ripetono per grandi, senza esserlo. Tira, Titta, eh' Lo • che pazzientearifiata. er intesi dire passando da un tale un tamente, strada, inavverti- una per a ragazzo ruttò. A compà^ yvòi sona' ! mmo C'era « minatine 'na che che che uno annava vicino, je diceva: paese la a " piacere crompateme le ttutte passa' dda vvedeva suo compare vorta casa er fiera der Compà, fateme ghitarra. » Er so però nun perchè se ne compare scordava Quell'antro je lo 'diceva sempre. e ridiceva, e llui manco pe' sogno. Ma un giorno che lo vidde passa* e cche je fece, e er dice: « je « Sta ssempre in Si il Quanno naso Dicesi "^:e ghitana? Ahaha! mò mezzo dice fumetta da 'na crompate « come coloro a da per fuma a grandi. dieci eccheve Compà', fece: una scudi Er » compare sona'! vvoi me » Ccacco. che vogliono ficcare tutto. tutta la quei bimbi trema. casa che la pretendano PROVERBI pe'le Cristo Er case ROMANESCHI e ddiayolo eia ccento de Gonnella cavallo pe' li tetti. mali sotto a la coda. Seppurtura a ccavallo,omo ingordo jè Ar gozzo Yó ppiove,ruzzeno Si in Quod gatti. ischerzo per età in cui un bbntiro YARIANTI Co' lo La Chi E e fa il matto permesso-. llatte. RACCOLTE AGGIUNTE STAMPA. LA tiè' mmoje ppe' ccasa Martino. san sbajà's'impara. lumaca sse indoye sogoa scarpe passa ce lassa er segno. la bbeata l'anno è ttribbolata. Tutto Le gli sarebbe non DURANTE Chi ccià chi a d'arte, di natura Mraerda l'acello. crepa li ripete uperto. so' nuove, un Dije de sì e Quanao la yita è stracca saluto ar beccamorto. ddaje da bbeve. addolorati. l'urtimi passi se fanno F 172 ROMANESCHI PROVERBI Qaann' a ttordi quann' a grilli e Disse la madre Sotto li lenzoli mala La nova se nun va nun miseria. conosce strada facenno. cresce Carne de culo li su' fiji. a in cielo. . Te credi d'ave' ttrovo Cristo mntfte la e donna ma- riccojele spighe? a Otto lo a vecchio er venne E ddodici lo stravecchio. Bballo soni senza Bballo Si ttar da minchioni. scordaténne. pensieroha' fatto, Intendere La carta Er monno fascina, non nun fa se come se intendere portare. rossa. trova lassa. se L'occhi so' ffatti pe'gguardà*. Fai Ccecco come Che ttira er mantice Che A la domannate vigna de a e ssona ll'oste: è bbono li minchioni l'orgheno? er vino? ogn'ucello ce fa er nido. Ringraziamo maschio C è un lo cielo la aneddoto e la tera ch'ha fatto poverella. che per brevità non riferisco. #! PROVERK1 Caro Uà caro Sabbito 'na sassata. e è nun La dì' ccarogua. vor tordo bborsa Anche ROMANESCHI e' è. nun codesto il ha proverbio aneddoto. suo Chi llavora fa la gobba Chi lavora fa la robba. nun Pigriziavói brodo? er la tazza. Sì. — Nu' lo — Preciutti mancheno ppvja vojoppiù. de ma ; Vati' a — rampini ce so' ne ttanti. Doppo li quaranta Nun se Scuse magre, fischia e nun se de Yennardì er Variante: Un Vennardì! mogli^ Scuse di un e gli lo in tornando parlava che imbarazzato del baccalà er magre, domandò Vorrei ! de corteggiava la bella Pizzicagnolo. Un giorno di mentre L'amante salame tale Venerdì, questi l'amante canta. salame. servì ma Il con bottega colse sua nioglie desiderava. cosa ripiegò dicendo: Pizzicagnolo prudente mentre affettava peteva ri- j tra* denti nardì Chi Più sse Scuse magre, salame. da galera perde er posto. esce Tarde er : nun fumo pensa mai e mmeno graziedivine. se fa. de Ven- u. 174 V PROVERBI ©MANESCHI , Farame tte e mago Eguale fo tte l'altro: Fammi a faccia nun ppiantala se more mai de fame. lamenta. se eh' ave' ddebbiti. Mejo avanza' de Occhio de gatto,gamma padre de er che indovina menta Tutto l'anno L'ozzio è carozza, riggina. Chi ccia bbona Chi in mauno lepre. tutti li vizii lo e sciupo de li bergi. Bergi: soldi. s'ariceve come L'adducazione L'artista Li se conosce fanno panni nun Varda panni. frate. Mejo romiti che Se cciai scrope. ppreti. ccurta,la morte der morì' Li morti se yòi fa' ssapè''na cosa, nu' la fa'. nun vita è spia de H'anima. presto o ttardi bbucia Quanno La er sente. l'amico in de IPocchio. L'occhi so' la La da li se sse e H'ora sa. parleno,no H'ommini nun un. nun è ssicnra der monno. segretodillo a l'amico Che tte e ciaggiontapreciutto ffico. _1 PROVERBI Crompa a in e vvenne ppoco 176 ROMANEcCHI Si yyóì li fiji bboni tempo de carestia. assai. mena fu ppres' Pe' l'ingordizia er pesce. Tira tu cche ttiro (o Chi - io,ecc.) tu cche mmagno mmagna tonno nnasce mio io,tira tu scompagno quadrato. more avvocati Notari,curiali, So' 'na L'ora de se er crede quellade è oggi nun Er riso fa bbon Nun d'ammazzati. massa domani. sangue. santo insino che er vede se nun miracolo. Er morto fa la tera li vivi se pe'li ceci, limà- gneno. Amore Er è ccoine er brodo senza pe'le scale de li preti è mejo bboccone er sale. der naso curato. Naso der curato: il culo della gallina. se ppotete-diceva Fermateve,regazzi, san lippo Fi- (Neri). de Quatriniprestati, Campana a squajat1'. ciccia fredda. ttocchi, Campana Chi vvive spera, n sicuro a ttocchi : che suona a morto. ^ 176 PROVERBI Chi arubba Pe' bbono ROMANESCHI in ya bbono cattivo nu' A btr vede' cciamanca Arme Male vursuto Quann' Er A so' mmica hanno è ssera villano Roma è mmai non giucarelli. troppo. tutti. magnato stretto de e lassa'. mme poco. ccortelli,nun e pijà', me nun Pe' coattivo galèra. cu... llargode e mano. pe'ttesta A Nnapoli pe'gamme. Chi vuol ricorra gambe ai un'infermità da un'infermità da guarire di medici alla testa alle Napoli, e chi a quelli di Roma. arifatto, pidocchiostantivo. Pane Amore e ffede Dieci oncia Chi ha Er er ccerca Indove male Promette la e' è echi prete. crede. cce l'amichi,unnici der serva a ttutti,dodici ppresciacure. ognuno Che a nun che gnissuno. a A fora fa bbrodo Tutto er magni nun e nun suo. porco? - La Janna. cachi. vie' ssempre dà' è 'na pe'ffa' mmale. cosa che nun se pò ffa. SI 178 PROVERBI Chiamo ROMANESCHI Giuvanni,m'arisponnePietro;chiamo Pietro, m'arisponneAntogno. Acqua morta fregaturasicura. Mejo la Parole e fame che li debbiti. bbotte So' ssempre fótte. preteeh' er Dà da bbeye Un conto è Chi mmistica,mastica. ar conto è un pparlà', Indoye te rode « Chirico ssete. a raggionà'. gràttete. confessore Un inutili domande dove chiese dopo una a fatto mille aver penitente le sua le mani tenesse Quella gli rispose: « Tengo le « Un petto, prato d'erba e e de lo Sale indove pozzo un rode me la notte. mano sur gratto. me d'acquaè » la ricchezza speziale. ojo e Si Cioè nun so' so' ccordojo. ddisgrazie, si quando in versa l'olio terra e il sale. Chi ttocca leva, Mejo magna ppane Ch' ave' 'na Li de quatrini Ar porco la stf e in ccipolle serva l'avaro Janna, ar d'una cantina pe'la cucina. se li magna somaro lo sciupone. la cicoria. n SI PROVERBI Chi gode,(e sse grattaer contenta sse 179 ROMANESCHI si cu... je rode). Chi da llotto spera Mett' Io fo Er pelo com' er ghiro,tu fa er er orso. un boja. è ffatto tonno monno Chi s^à Li soccorso Chi HaYora fonno. quelloche fa ; se yO se nun fa. se nnn yò sse a yita de H'omo. quatriniso' la Quelloche echi sta ggallae a chi magna, lavora nun magna du' Yorte. Piccione de primo sarto, Gallina de primo canto, Paje la In festa com' groliafra Giuvanni,che in cielo te bi Per Chi pprima L'omo ariva ricco è te fida' der Nun te Uà' Grosso e origine detta se capa er vò Ggesù. l'aneddoto, sentenza. posto. ppieno d'affanni. Nun medico riferisco evita, non cui ebbe da Ar santo. un che ddorme. cane de chi pparla assai. la visita ccazzaccio. a lo la ricetta. speziale M 180 PROVERBI Ar fatto Tede Tomo. se A la conclusione Amichi e ROMANESCHI se discarso. capisceer pparentiso' ggran ttormenti. Oggettoche ppùocica,amicizia sballata. Crature,croce. Formica providente nun Ggenovese,anima Porta Omo er persa; Cristo nun sollecito, Morte de fame. mai more a la roversa. fu mmai poveromo. yienga e gguai coYla pala. nun Chi pparlapoco; poca pena paga. Chi pparlapoco Occhi bbassi ficca bene. e ccore contrito, La bbizzoca vò' mmarito. Nun te li do te li nego nun te li do cche tte li spreghi. Nun Bbaràttolo triaca bbona. piccolo, passo de cane. Natale le giornate comincianoa Natale,slongaun Per crescere Paradiso insensibilmente. perduto,inferno aperto. smezzata, è Messa ccome 'na minestra ari- scallata. A la trippala menta, ar E ssu ttutt' e ddua er preciutto, pisello méttece un gotto. 15 Pu Cascata Ar ruffiane so' e de morto spallafamije. foje,cataletto ammannite. frate ar cataletto, er camorto Prima 181 ROMANESCHI PROVERBI li de morì7 la cera, ar bec- quatrini,a li parentili guai. scrive: penna carta,volontà in fatta. La cchiesa lo è ccome bbutti sciacqnatore,ppiù cce ppiù ariceve. e Dicesi che f origine di codesto bio prover- dall'epoca in cui Leone X, per di fabbrica della sopperire alle spese le indulgenze a pronti S. Pietro, vendeva dati contanti. L'acqua der C è echi echi s'affogae cce echi e' è è ttanta mare s'aricchisce cce canta cce echi e (o - se cce spianta). Cantanti,gargarozzi d'oro. Disseno li sette ppensa a Bbada savi: echi a Hai da Guarda La À fa* chi Fior de stornello e pulenta, panza 'gni campana er dice : giunchiji ppiù ppianti llassi lassi piji. Uno € echi che ppensa ciai min bbè' abbotta, su' sono; e a er capei!i echi cu... piji.» allenta. e SI 188 PROVERBI La 'Gai raggioneud po'pper campanilevó de pecora Mozzico Un ROMANESCHI omo. la su' campana. nu' sbucia la pelle. legnoin piededritto, T'areggeppiù d'un soffitto. Cappone de Natale,anguillade Quaresima. Stagnari, spazzacamminie mmuratori, Cianno la morte Chi mmagna pronta troppo stima Stima a ttutte Tore. casa. casa: vomita per la casa. e robivecchi, ggiudiie mmordivoi, Rigattieri Pàgheno gnente, e cchiacchiereno insi- (nentache yyóì). Pesce de fiume sciapo,pesce de E ognuno Struviscete e mare saporito, bbeae acconnito. va imparerai ; fa l'ozioso e ssomaro aresterai. Botta in fughenzia, nun sparatae llepre s'aric- ppiù. chiappeno Si to' e in cojelo llepre, de le gamme. è H'agreddorce. llepre La morte de La robba è vvostra E arestamo e li quatrini so' li mia, amichi ppiù cche pprima. Libbro sentenzioso è bbono n pe' l'ozzioso. ss Si PROVERBI Bisogna fa li libbri Indove amanca Indove e' è bisogno cure, svort' e senza indove e' è bbu- raggione, so9 ave' pòi nun le lamentazione ccome A de li talenti. all'incontrano. santo er Qaanno te lagni e Qua trini siconna a natura, arte precura. er riana 183 ROMANESCHI Ogieremia. de proveguenza, sponnelli poco se ce pensa. Cristo disse : Io te fo, ttu fatte ; E ssi va bbè' vatt' disse all'uomo: te nun Cristo ffa fótte. a Io ti creo, tu ecc. riproduciti, Er diavolo Mejo vede' Chi lo sse e nun sa pile,e che ggode Chi tte sente Chi ffa le sa nno li cuperchi. ppenà'. te vede che quer se crede. fida,se pente. Si vói l'avventori fatteli. Chi lo pò ffa' lo fa. E Pe' na vorta per ischerzo: tutti ce se Chi ppò lloffià lloffa. casca. Cristo bbiastimato, Inferno Chi sfuggela spalancato. fatica sfugge la fortuna. \ SI 184 PROVEHRI ROMANESCHI Co' la pacienza s'impara la scienzia. Bbisogn'esse prima garzonie ppoimaestri. Cristo se fece nega7 dda Pietro pe' ttre vorte,li debbitori L'omo 'gni sempre. che ha ccrompa pazienzaè ricco de la prndenzia. Nun dà er cardo farso echi t' è amico a pe' ddayero. Ossia Sgrinfiaco' : non tradire,ecc. ir occhi,pistaco7 li piedi, e pparla co' le deta. Se in vuoi amore ottenere qualcosa. È mmejo ariggirasse er talento che ffa'la muffa a Ojo La ccasa. de lucerna casa de la 'gnimale guyerna. sapienza eia psette colonne, tre qquadre e quattro tonne, queletonne so' ffatte pe'le donne. L'omo propone À H'omo e Cristo guyerna. impunito, Ggiudizioammannite. È mmejo abbassa' l'ale Quanno de casa te e nun se arzà' ttan' aria, fa la storia. Uno stornello : 186 PROVERBI Chi A ROMANESCHI ottiè'. ppiù vvo',mmeno l'avemmaria, Chi sta Nun a dico yadi via, se ne vvo' ccommare, a State puro Maia de l'antri ccasa quanto ss1 io stass' a vve pare, vostra ccasa e vvoi a (ccasamia,) Pigerebbe er cappelloe n'annere mme (rebbevia.) Variante e L'ugnone 'Gni Notte. all'altro che a « Giorno » accresce la forza. e ccome scappellotto Mma trovasi la testa Gallina che ccanta sse da Innizio certo de che gnente, n'arisente. gallo, quarche sballo. Mmejo lavora7 de schina che dde testa. Ar punto se vede la sartora,ar bbusto la bbu- stara. Er passamontagne, Crope magagne. 'Ndove ce' è ciccia, sse sta ccalli. Callo cche ddole,ppioggiavicina. Cavallo sfrezzato " Nun Sotto La assicurato. è mmai cucina è pp' pp' er Magna quelloche Se yede se Vann' le donne che ttocc' sentenza, sse Bon cui ebbe posso Chi fa er per yita e mammone origine decenza detta riferire. scortato. aristrigne. nno strignie ppiù mmori gloria de Fico, mmamma da po' slarga sale ffa H'ossa foco a manna. lo non Io t'arimiro, e ttu Er sa Fidirico, je ingropponato,dde tte se monte che L'aneddoto Ppiù ccercà' nun nun dde eco' don la bborza fatto mma magna, ddormì a stasera Bbucio e cucina. se Sì, tte dico, ttutte Ayaro riceve è ffatto. ccome Ecco da ccammera cciai davanti quello che E la coco, padrone. er ccom' li bbovi. attacca caretto ar 187 ROMANHSCHI PROVERBI presto. m'arimpappi. e ll'ossa lo schertro. coco. a fforza d'imbroji e dde (bbucie) Ha ppavura che sse Er scropino le mammone: su' por- cheri il danaro. ROMANESCHI PROVERBI Ne sballa ppiù la jottoniziaeh' A Uayoro fatto mette se pecca. Si Si sai fa nun er mette critica. si pecca: mette. ce cambiale Obbrigo preso, Chi ccià te min cortello. er firmata. yecchio,e lo spasseggioder marito (paino) De Chiude certo attacca la finestra Porta uperta, Più sse quann' a Mmartino. san è uscito er fumé. è llibera l'entrata. Ggesù Cristo, Chi bbiastima a voto spalancata casa Pe' ognuno Ya er l'inferno bbiastima er cculo dritto. a santo e ppiù s'entra in grollasua. Chi ccià er tempo e aspetta er tempo, perde tempo. Cristo è uno li santi so' Bbiastima Omo questie impiccatoè mmezzo assai, llassa fa' llui. perdonato. Mejo abbità' in d'un deserto che moje Chi sse stizzosa tie' la e a ccasa co' la llinguacciuta. lingua ar posto, s'ariparadar giudiziode Ddio. * ROMANESCHI PROVERBI de Omo Risate amancheno pelleè Chi Prima sapienza. gguai e Nun La de omo ggiudizio, mai. una la sse guarda9 sa pe' tte pensa è 'na gran furtuna. ppoi pe' ll'antri. e Co' l'avanzi de credenza Pe' li poveretti pensa. L'omo onesto ppagà'è llesto. a Chi sta tra irre Non Pariscallati Fora Discarso Carne a discore. sa ddrento l'infreddoliti. saputo. stantiva. Uesso che a un dipresso. ddichi,come Gnisuno se che fai contenta mai. sverte,quatriniassai. Mano Cristo morse a ffuria de tormenti E U'ommeni Più nun passato,conserva Lavativo Come e curto,omo Pummidoro De orre e pparlà'e sa . come er campeno stai,nun n' ha padre te a ffuria de lamenti. lagna'mmai. ffatte,ppiù avvezza bbè' lifiji. ? m d'5 190 ROMANESCHI PROVERBI Paini so' e rose de cucina. fumo er ccome svaniscono. Presto L'arosto scattato va a detto,e scotta vva ppappato. Chi sfregnape' llavorane, sse J' entra l'arte in de le Quanno e l'acquasta vvicina. bbono. Ppoco ma Acqua gatto zompa, er mane. insalata è ttutta 'na Co' li broccoli l'arenga. tó ce A ffa bbene s'ariceveno sempre Disse Tomo pisciata. carci in faccia. Ccristo: ajuteteche m'ajuto. a Motteggio. Mejo un patrennostroin grazziade Ddio, ccento cannele intorno ar che cataletto. sapienziae opre l'orecchia la pmdenzia. Sta attento Chi sse a la scorda de de Mortera Marco e sse ne scivola a Marco di Mortera: ll'osteriade Pruto: Morte. Osteria de Inferno. ossa ggiuventù, ammaccata, Cascata de vecchio morte avantaggiata. Tiette chi ppiù te fa vvantaggio. sr in bocca Pruto. Casa Cascata de mette la casa Cristo, a PROVERBI Mòrti 191 ROMANESCHI pochi,fanno 'n assai. Quatrino arisparammiato, Du' vorte A bbona 'na guadambiato. layannara je amancò nun minai pietra. A Trillano scanzafatica Si Tvanghi male, mieterai Chi ha Chi tto Er ffà ppresto che lento nun insieme. tempo. er je ce manni, ssia assai. o eia li che bbene, sso' ddu' ffa tvo eia mmai nun Sia poco nnn e vanno pia quer ccorpo Chi peggio. pprescia,radi adacio. cose Omo j'èffatics. 'gni zappa quatrininun se metta fre...ppe' la testa. A La 'gni noya bbellezza usanzia è ccome Ppresto nasce Pe' supravanzane e Ddimme nun er e bisogna cure. fiore, ppresto more. 'gnibbellezza,cce to' onestà ggentilità. che vita fai,e tte dirò la morte che tte tocca. Si ffai ccome er prete cche ppenzi a tte ssolo, gnissuno trovi che tt'ami. 192 ROMANESCA PROVERBI Chi fa cce se paranza er Cchi ce' inzurta Si 'n dà cceco cascheno Amico la se de?e sfoggi, deve soffrì. all'antro,tutteddue mano 'n der fosso. certo, Se Er fa è io de l'incerto. conosce er mejo ppe' impara'. mezzo Ssi vvo1 li piaceri, ffalli. Er servizzio aritorna Ccristo llassa fa, e Pparlà'vale La ssempr1 a ccasa cor strafa1. nno 'n grosso, stasse zitto 'n superbia ccurze dammo. gua- ccavallo a e ppapetto. aritornò a ppiede. Chi Dar nun sa stasse non zitto, sa pparlà'. sape',vie' U'avè'. è L'ignoranzità la madre de la Du' deta de cervello vincheno L'onore è dde chi Son molto Ner paese a un da la miccheria. lo sa ffà. sse Vipera de montagna guitterìa. e ttaràntola de temere più delle maremma. altre perchè nocive. de li cechi se fa ttanto de ccappello guercio. QM 194 PROVERBI Dì' fa' na' e ROMANhSCHI magneno la medema a sempre tavola. Lacrapa de la eia ssempre commare ppiù Natte che la nostra. Troppo grano, bbucìa La piega'cche pigritàè Chi sacco. è zzoppa. È mmejo La er roppe vvO er roppe. la chiave de la povertà. bbisogna che pesce s'azzoppi li piedi. Chi ddice la verità Chi vva a conto Taja ll'osteria de 'na pacioccona,pagaer doppio. tu' fieno quanno er sole scotta. er Mmejo proferì'l'amichi che C pija le è echi role der diavolo. ha ppavura nun dovette pe' sserpe li parenti. pe' nnòttole e le fiena- d'acqua. Fienarole così son chiamate alcune piccole serpi. A Nnatale gran pulita,a Ladro una 'Gni vaga Da un fame, le Pentecoste vorta, ladro d'uà Ppasqna, a eia er cuscienza abbiti nòvi. 'gni sempre. diavolo. pulledroscazzato ce se fa un bon vallo. ca- ROMANESCHI PROVERBI pazienzase La se tiè' ffino ar lassa. è ccome ggiustizia l'acqua. Uà re Un omo è 'ducazione senza ccome un brodo senza è ttale e corpo cqualear sale. giornata,presto scordata. Amicizia de 'na ppiù ppiantichi ccià er Ch'er cataletto d'un mammone, cojone. ave' ddolori che rimorsi mmejo senza l'anima. 'Na pn E fiume un ssenza senza Cià ppoi e gargarozzo de cusrienza. 4. Mejo La alegriche in sta' in un bucio indove se piagne. ssdna meno. L'apparenza è vvòto Dua uno Nun Chi La e ccome so' le cose e er pecore. tammuro, drento è ffa rimore. è ssomaro sole quellache è ssempre Troppi pecorariintisichisclienole Più palazzo f ppiù grossa campana un tùO e che ppiù ccià orsojo. nun se ponno guarda': er la morte. te'fida' dde le promesse. scanza mano l'acquaincontra eh' arigalaè ar la grannina. desopra de quella eh'ariceve. TU 196 PROVERBI Chi s'arza in ROMANESCHI se collera, alletto co1 U'ossa mette rotte. Chi sputa in c'elo,sputa addosso cchiacchiera Chi de dice 'na assai se. de massa bbucie. È mmejo piaghe È mmejo un da regazzi che pettirossoin vecchi. da che ddieci su1 mano n' arbero. Mejo Pacelli Tutti Non da 'n occhio cèco che dda tutt' dua. e pènseno de canta' bbene. se butta7 le scarpe vecchie insino che nun te porteno quele nòve. Er gallo che de che ccanta argento in e Mànneno De tu' è male quello che ccanta ppiù. Gallina Oro ccanta moje a assai,òva core spasso esse gnente. fede,speranza rocchio dritto e e amore. Ilei quello sinistro. 'Na donna marito senza è ccome la testa. Chi Uavora Quanno nun Nun dorme se v6 ariposato. ppagà' bisogna sta1 a ttirà'. er corpo senza u Cassetta de Amore ar Er male 197 ROMANESCHI PROVERBI farebbe fa1 er uperta, quatrini santo. puro a un core, e speronia le coste. vie' a cato pec- Uibbre,e sse ne va a oncia a oncia. bisogna soffrì1. P^nuicì1 Yale de bicchier de viao che ttutta ppiù un l'acquader fiume. A la filatoranu' A la mai j'amanca camicia. pigrizia je pare tutto indificilea llavoro tutto facile. L'oro sbrilluccicapuro in de la Méttete da parteun fanga. pe'quanno po' dde quatrini sei vecchio. È mmejo da Magna E Carne Nun ave' un occhio bbòno,che ddua bboni gnente. bbene ca.. forte ave ppavura nun mar insaccata, e' è ppiaceresenza de la morte. ggiudicata. rimissione dice giudìo. Chi ha raggione Paga E fi la ddorme piggione, pe'le scale. er m _198 ROMANESCHI PROVERBI Si Roma ci avesse Napolisarebbe Nun se dice: Putta Si nun un è ppoca Chi s'impicciafra porto tr o ccarne orto tutta. e N' ariesce co' vvergogna. a ogna 199 INDICE INDICE PAG. Al Lettore Abitudini 7 Usanze — Adulazione Affetti Lodi — Passioni — 23 Lusinghe — — Economia Agricoltura — Noncuranza Allegria — Ambizione Gusti Voglie — 24 ivi ... Rurale — Darsi bel 26 tempo. 27 . Signoria — 29 Amicizia ivi Amore 30 Animali 32 Astuzia Inganno — 33 Avarizia Bellezza 33 Bruttezza — Beneficenza — Soccorrersi — Fattezze del corpo — Dono ivi . 39 .... Benignità Bisogno Buona Buoni ir e e — Perdono — Necessità mala fama cattivi 41 ivi 43 ivi r a *00 INDICE PAG. Gasa Vicinato — 44 Compagnia buona Condizioni cattiya e ivi ... disuguali Sorti — Società — 46 ...... 49 Conforti ne' mali Consiglio Esempio. Riprensione — — 50 ... Contentarsi della propriasorte 52 Contrattazioni Mercatura 53 Gastigo de* falli 54 Coscienza — — Cose fisiche Costanza Fermezza — — Mallevadorie. — Diligenza 63 ... Vigilanza — 64 Matrimonio — Economia domestica - 65 Parsimonia - Prodigalità73 Fallacia di disegnie dei Errore Insufficienzade' propositi — giudizi — 75 Esperienza 77 False appparenze 79 Famiglia 80 Fatti 83 parole e Felicità Infelicità - Fiducia e - Piacere Vecchiaia. Giuoco Gì stizia . 84 88 • notte — Dolore 86 rapina. e - sfortuna Frode Gioventù Bene 85 e e - diffidenza Fortuna Giorno ST 59 ... 60 Imprestito — Donna Perseveranza — Egoismo Cupidità Debito 57 • ... . . , 90 92 94 — Liti 96 202 INDICE PAG. Risolutezza Sanità Malattie - Sapere Sollecitudine - Coglierle occasioni Igiene — Saviezza .151 raattia e , Schiettezza Verità — Simulazione — . . 154 155 riposi e 156 Speranza Tavola ivi Cucina — Temperanza Vesti 159 Moderazione — 161 Addobbi — ivi Vino Vizi 152 153 Bugia Ipocrisia — 147 148 Ignoranza — Sollievi - Mali — Regole varie Varianti per la condotta praticadella . Motteggi — e aggiunte vita. 163 166 generali Sentenze Scherzi 163 abiti raccolte 168 durante , ... la stampa 171 IS BRINDISI Io, ppé parla' ccome oggi pè me ddì' a eh' quello ma ve farebbe ce er però siccome lo dirò a la gente, mio core qua, musnrmano, bbóna sta parla se v6 je da Romano, esterna ; ciariesco, min in mejo romanesco. dal Tolto MILANO A RUGANTINO ROMANESCA CHIACCHIERATA DI ZANAZZO GIGGI con bWface"i "timfi DI SIGNORINI PEPPE Opuscolo 50: dipagine Dirigersi alla PERINO Colonna, Grande di Oerroni 3$8, CINQUANTA CENTESIMI Agenzia Giornalistica-Libraria e Solaro, ditta Piazza Eh A che aditemelo!... pensate, Tresteverinelle, v'incontro quanno Saranno cosettine bbelle Saranno cosettine assai pe' favve censì sta' TresteYerine Tolto pensierose?.. tutte bbelle, bbelle? sugose, tutt'incantate?... pensate? che a dalle SMORFIE STUZZICHINI PE'LE SCELTA RACCOLTA DI POESIE DONNE ROMANESCHE DI (Qiggi (ganazzo Volume Dirigersi elegante Grande alla PERINO Colonna, di oerroni 358. di pagine Agenzia 131: UNA LIRA Giornalistica-Libraria e Solar o, ditta Piazza -òa JrassateWa -4* famo La Pe' dda ! - Ggiù cinque, dieci, chi? dda Pe' - ferme - le dieci.. Va Er — padrone Toto Giachimo Tolte Ah! ttocca er Tuscano. sarà scòla sse er 'r otto Bbuzicotto. a Checco sarà l'avvocato Ccusì — là, cche mano dicidotto Un, dua, tre, quattro, ccinqne, sei, sett' — e aranti - tre, dù Dna, — ? •» er Decano, sotto. nitro sano. dal eh9 è sente BOtfANBSCHE BBOJEBLE NUOVE dórce!... DB ZANAZZO GIGGI elegantissimo Volume Dirigersi alla PERINO Colonna^ Grande di 358. Cerroni di pag. Agenzia 108: Giornalistica-Libraria e Solaro, ditta Piazza PROPRIE EDIZIONI LINGUA ITALIAN Vocabolario iella COMPILATO quello di su Elegante Voi. FANFANI PIETRO di pag. 630 legato in tela,ediz. ^•LIRE diamante DUE- EMPORIO ri facezie,aneddoti, Racconti ameni, Sfitti,goesie giocose, ecc. UNA «? — ecc. LIRA arguzie ecc. •?- NUOVAPIANTA CIROMA e PIANOREGOLATORE COL TRACCIATO DELLA (stampato In foglio:LI" Legato con Dirigersialla Grande PERINO di Colonna, Cerroni 358. in 5 NUOVA CINTA colori) copertinain tela: L Agenzia 1,50 Giornalistica-Libraria e Solaro, ditta Piazza MAES COSTANTINO CURIOSITÀ di Volumi Tre ROMANE 300, complessivo pag. ciascuno: L. I LUm^PALOMBA ROMANI' LI Un — *? bel Volume ROMA DE di pagine 200 LIRA UNA ullai •fr- PALOMBA TRENO TROPEA GITA (UNA Un magnifico Volume splendidamente LIBA UNA DE PEPPE illustrato PISCINOLA "V'assaliate ÌOO POESIE ROMANESCHE LUIGI ROMANI alla -Un PRIMA Grande Agenzia di Colonna 358. Cerroni pagine PALOMBA DE PERINO Voi. di 200 LIRA UNA Dirigersi FRASCATI) A E D'ADESSO Giornalistica-Libraria e Solaro, ditta Piazza GIOACCHINO GIUSEPPE Sonetti Roma.njescht «iwuim* e^i I Hobba II. Li IH. Fatti de u de successi IV. Capati Sso VI Cose» VII Sentita Vili. Cor IX. Carezze e A BUON /"er I li Romani. mazzo, a bboni. sso maravijose ssi Pepe quelleche roba cene e / Zale. cor Frustate. MERCATO e levarsi di testa fanno QsoìùUoteca che contiene l« accaduti. bbeJIf Chi vuole divertirsi risate di Scruni: 100 Roma. Mestieri V. chi vuol BELLI stare i veramente allegroper ore pensierinoiosi, chi vuol far il buon sangue e ore, quattro acquistila "^ótfnozìsttca rismo meglio, tutto il più simpaticodell'umodi tutti i paesi. Questa Biblioteca si raccomanda plicemente semcol suo catalogo,che offre opere mai raccolte fino in parte originalidei nostri migliori scrittori,e a qui, opere in parte tratte da edizioni grafiche. delle vere rarità biblioche sono dera Collezione (Chi desicompleta volumi 45: L. 10. il Catalogo dei Volumi avere pubblicatipuò richiederlo all'Editore E. PERINO, Vicolo Sciarra, 62.) tutto il - — Dirigersi alla PERINO Colonna, Agenzia Giornalistica-Libraria ditta Piazza Cenoni e Solaro, Grande di 358. 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