12 Primo Piano Domenica 21 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Mazzette e case altri 93 immobili nel portafoglio della banda Mafia Capitale, spuntano appartamenti che erano nascosti in una società di Guarnieri, imprenditore vicino a Carminati ` L’INCHIESTA ROMA C’erano altri 93 immobili, nascosti nelle ”pieghe” di una delle società di Cristiano Guarnera, uomo organico al clan di Massimo Carminati e colpito da un sequestro da 100 milioni di euro 48 ore fa. Ieri i militari del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno notificato un nuovo provvedimento a Guarnera e altri 13 milioni di euro sono stati ”congelati”. E intanto dalle carte emergono altri dettagli: dal ruolo di mafia Capitale a Ostia: «E’ nostra», dice il re delle coop, alle modalità con cui il clan calabrese, in affari con Carminati, si sarebbe infiltrato in alcune aziende del Nord Italia. I SEQUESTRI Dopo il mega sequestro di oltre 2 miliardi di beni e a ventiquattr’ore dalla misura che ha sottratto al clan di Carminati 100 milioni di euro (178 immobili, le quote di sei società, dieci tra auto e moto e uno yacht) arrivano i sigilli per altri 93 appartamenti e terreni: 13 milioni di euro. I nuovi immobili sono stati scoperti dal Gico nelle «pieghe» della contabilità della società Edilizia Piera srl., intestata ad Angelo Guarnera, il nonno novantenne dell’indagato. «A prima vista spiegano gli investigatori - non risultavano riconducibili alla società». OSTIA L’8 novembre scorso i carabinieri del Ros intercettano una conversazione tra Salvatore Buzzi e DALLE CARTE EMERGONO ANCHE I CONTATTI CON LA ’NDRANGHETA E LE INFILTRAZIONI IN AZIENDE DEL NORD Massimo Carminati: «Un milione e due meno 9 e 40» dice Buzzi. E Carminati: «Non me lo fa scusa ti dispiace scrivermelo..sono venuto senza..1.200 andava bene...mi trovavo sto foglio non so che dire, dico ”l’ho tovato per terra». E Buzzi ripete: «1.200 meno 940 fanno 3 e 60, questo è Ostia, più la parte di Vincenzi, sempre per Ostia». Qualche giorno dopo, in una conversazione con Caludio Bolla, procuratore della Eriches 29, Buzzi spiegherà «Ostia è nostra, pigliamo sia le spiagge che il verde». E’ l’8 novembre quando Buzzi, intercettato nel suo quartier generale, la sede della coop 29 giugno, dice a Rocco Rotolo, finito in manette con l’accusa di rappresentare le ’ndrine calabresi negli affari del clan Carminati, che devono rinviare un pranzo perché ha un appuntamento con l’ad di ente Eur. Lo ripeterà anche a Carminati, il 17 novembre: «Il 3 vedo Lo Presti..Eur», dice Buzzi al ”Nero”. IL TELEFONO La cabina utilizzata da Carminati in via Flaminia Vecchia a Roma L’AZIENDA VENETA L’8 novembre Giovanni Campennì, organico a Mafia capitale e collegamento tra i romani e le ’ndrine calabresi, conversa con Buzzi e il suo collaboratore Carlo Maria Guarany: «Me stava a dì che Cassiani è amico suo, ha fatto dimostrazioni per la sicurezza stradali», dice Buzzi e Guarany: «Può essere che sia una delle 20 ditte...20 ditte hanno fatto manifestazione di interesse hanno tenuto 20 ditte e adesso saranno chiamate a partecipare alla gara». L’appalto, che riguarda la gestione del ”Multiservizi” per lo smaltimento rifiuti, evidentemente interessa il clan. «Se lui sta tra i 20, verrà chiamato anche lui e eventualmente ce se può abbinare poi successiva- Finocchiaro (Pd) «Mai incontrato Buzzi e non so chi sia» «Viene tirato in ballo il mio nome per presunti incontri o colloqui con Salvatore Buzzi. Ma ribadisco che non l’ho mai incontrato e non so chi sia». Così la senatrice del Pd Finocchiaro. mente», commenta Campennì e spiga: «La ditta si chiama Cassiani Tecnologie». E quando Buzzi dice, «Ma mica sei te, sono quell’altri», Campennì spiega: «Sono io, io sono Cassiani...sono subappalti..capito? Io so Cassiani, quando per Cassiani». «Non lo sapevo», risponde Buzzi. E allora Campennì spiega: «Eh a furia di 20.000, 30.000, 20.000, 30.000, hai capito?». Buzzi chiede se è di Reggio Calabria: «No è di Verona». E Campennì: «E’ un bel pezzo che a furia di foraggiare...se ti serve qualsiasi cosa..lui e poi io sono che gestisce lui... io gestisco tutto». «E sta a Verona?», chiede ancora Buzzi. «A Verona, sì». Valentina Errante © RIPRODUZIONE RISERVATA Appalti e assunzioni, bufera a Trani arrestati sindaco e consiglieri `«Qui comandiamo noi» ziamento o il mancato rinnovo del contratto a termine. nei guai politici locali e MAZZETTE E POSTI DI LAVORO manager: 6 in manette A capo del comitato politico-affa- L’OPERAZIONE TRANI «Qui comandiamo noi, si fa quello che diciamo noi». Non usavano certo la diplomazia per pilotare gli appalti e per imporre assunzioni nelle società comunali i sei presunti componenti del comitato politico-affaristico arrestati ieri dalla Digos di Bari su disposizione della magistratura tranese. Gli appalti venivano pilotati in cambio di richieste di denaro (dai 5.000 ai 10.000 euro) e posti di lavoro. Le assunzioni nelle società comunali erano invece imposte per sistemare anche amici e parenti dei consiglieri di opposizione e per guadagnarsi il loro appoggio incondizionato in Consiglio comunale. Se qualcuno, poi, faceva opposizione, spuntava subito la minaccia dei licen- ristico - secondo l'accusa - c'era il sindaco di Trani, Luigi Nicola Riserbato (centrodestra) finito agli arresti assieme ad altre cinque persone. Oltre a Riserbato, eletto nel 2009 consigliere provinciale della Bat con la “Puglia prima di tutto”, il partito fondato all'ex ministro Raffaele Fitto (Fi), ai domiciliari è finito il funzionario comunale Edoardo Savoiardo. Sono stati invece portati in carcere l'ex vicesindaco Giuseppe Di Marzio (Fi), il consigliere comu- RISERBATO ACCUSATO DI ESSERE A CAPO DI UN COMITATO DI AFFARI L’INCARICO DA 2 MILIONI PER LA VIGILANZA DEI PALAZZI COMUNALI AI DOMICILIARI Il sindaco di Trani, Luigi Nicola Riserbato nale Nicola Damascelli (movimento Schittulli), l'ex consigliere Maurizio Musci (Fi) e l'ex amministratore unico dell'ex municipalizzata Amiu, Antonello Ruggiero. Pesanti le accuse contestate a vario titolo: associazione per delinquere, concussione, corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Le indagini del pm di Trani, Migg chele Ruggiero, ruotano attorno ad un appalto pp di oltre due milioni di euro p per la vigilanza g degli g immobili comunali aggiudicato gg nel 2013 - secondo l'accusa - in modo illecito alla società palermitana Sicurcenter. Dopo che era stata bandita la gara, secondo alcuni testimoni, cominciarono le richieste di danaro a varie ditte che avevano manifestato interesse al bando, ma non vi è prova che le mazzette siano mai state versate. IL SISTEMA CORRUTTIVO Dagli accertamenti sarebbe invece poi emersa l'esistenza di un vasto sistema corruttivo che vedrebbe coinvolti politici, dirigenti e amministratori del Comune di Trani. Oltre ai sei arrestati, vi sono sei indagati a piede libero. Per quattro di essi - i componenti della commissione aggiudicatrice degli appalti - la procura ha chiesto al gip l'interdizione dai pubblici uffici. Si tratta dell'ex segretario comunale Pasquale Mazzone, dell'ex dirigente dell'ufficio tecnico Claudio Laricchia (ora in forza al Comune di Bari); dell'ex dirigente alle Finanze Yanko Tedeschi e della poliziotta municip pp g pale Elsa Coppola. Sono indagati anche i responsabili p della Sicurcenter Francesco Lupo, p Massimo Aletta e Nicola Lisi. Domani cominceranno gli interrogatori. L.Fan. © RIPRODUZIONE RISERVATA 13 Primo Piano Domenica 21 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Storia di Emanuela, la brigatista-attrice che custodiva i segreti del re delle coop Buzzi e la segretaria si erano conosciuti in carcere `Aveva assicurato covo e armi alla colonna veneta lei scontava una pena di 15 anni per banda armata delle Br “Cecilia Ludman”, accusata di due omicidi ` IL PERSONAGGIO La vicenda Un sistema illecito fra politica e criminalità 1 Le indagini, condotte dalla procura di Roma e dai carabinieri, portano alla luce alla fine di novembre una holding del malaffare nella quale figurerebbero esponenti del terrorismo di destra, politici di diversi partiti ed elementi della criminalità comune. Ventinove in carcere otto ai domiciliari 2 Particolarmente spettacolare l’arresto di quello che è ritenuto il capo della banda, l’ex terrorista dei Nar Massimo Carminati, bloccato dai carabinieri in una stradina vicino a Roma mentre era bordo della sua Smart. Finiscono in carcere in 29 e 8 ai domiciliari, 100 gli indagati. L’accusa: associazione di stampo mafioso 3 Per la prima volta a Roma viene ipotizzata per una banda di criminali l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Ma sono tante le accuse per Carminati e soci: si va dall’estorsione all’usura, fino al riciclaggio di denaro sporco e alla turbativa d’asta. ROMA Nel ”mondo di mezzo” di Mafia Capitale tutti sono in affari con tutti: «’ndranghetisti, camorristi...brigatisi». Non ci sono appartenenze mafiose o trascorsi terroristici che facciano la differenza per Salvatore Buzzi e il suo regno delle cooperative. Quegli uffici in Via Pomona, divenuti centri di smistamento di bustarelle e crocevia di contabilità parallele, erano obiettivi così ”sensibili” che l’ex Nar Massimo Carminati aveva pensato bene di isolarli dalle microspie piazzate dagli inquirenti con un jammer. Dispositivo attivato spesso e volentieri quando nella stanza delle decisioni e delle spartizioni era presente Emanuela Bugitti. E’ lei la più stretta collaboratrice di Buzzi: vicepresidente di Formula Consorzio, amministratore unico della Sarim Immobiliare srl, procuratore della società cooperativa 29 giugno, presidente del cda 29 giugno servizi sr. E’ lei che 34 anni fa aveva assicurato covo e armi alla colonna brigatista veneta ”Cecilia Ludman” che uccise il vicecapo della Digos Alfredo Albanese e il direttore del petrolchimico di Marghera Sergio Gozi. Era il 1980 e la ventiseienne ragioniera Bugitti, figlia di contadini di Remanzacco, aveva ingannato tutti con quel viso da brava ragazza dagli occhi blu: terminato il lavoro in fabbrica trovava mille scuse per non rientrare a casa e andare dormire a Jesolo o a Udine. Lì incontrava i compagni brigatisti. Quando la presero, nel maggio del 1980, aveva sul tavolo tre pistole col colpo in canna e stava battendo a macchina la ”scheda” su un politico veneto, possibile obiettivo da colpire. IL PROCESSO E IL CARCERE Evita l’ergastolo perché, a differenza di Marco Fasoli, Nadia Ponti, Marinella Ventura e Vincenzo Guagliardo, non aveva partecipato ai due omicidi. Viene comunque condannata a 19 anni e mezzo per banda armata con finalità di terrorismo e possesso di armi, pena poi ridotta in appello a 15 anni. E’ nel carcere romano di Rebibbia che la Bugitti incontra Buzzi, impiegato di banca condannato per aver ucciso con 34 coltellate il complice che lo aveva ricattato sull’incasso di assegni falsi. Lui, detenuto modello, primo laureato dietro «Roma è cambiata» Il cardinale Vallini: reprimere gli abusi «Ho indetto questa preghiera perchè mi pare che in questa riflessione abbastanza sviluppata attraverso i media delle vicende di Roma Capitale, sia necessario anche un approfondimento e una riflessione soprattutto un' invocazione. I fatti di cui si parla sono fatti seri, gravi, che portano dolore e inducono ad una profonda riflessione, perchè non si tratta soltanto di reprimere gli abusi, ma di domandarci quale sia la cultura che oggi domina la mentalità corrente delle persone». Lo afferma il vicario del Papa per Roma, Agostino Vallini, in una intervista alla Radiovaticana in cui spiega la preghiera per Roma da lui convocata in Santa Maria Maggiore. «Roma osserva Vallini - è una città profondamente cambiata: non c'è più un centro della città e dicono i sociologi - i riferimenti unici sono le parrocchie. D'altra parte è una città multietnica , multireligiosa. Ci rendiamo conto che l'urgenza di una visione umano-cristiana sia quanto mai necessaria. I fatti, però, ci dicono che purtroppo c'è un degrado etico, morale e io penso che si fondi anche su una 'anemià o una debolezza spirituale. L'invito ai romani di unirsi a me, ai vescovi ausiliari e al clero, nell'invocare la Salus Populi Romani, la nostra Vergine protettrice , vuole essere proprio questo: il richiamo a guardare in alto, a stabilire con il Signore una luce, una strada quasi preferenziale per interpretare i fenomeni ed un invito anche alla conversione per questa città». le sbarre con 110 e lode, riceve la grazia da Oscar Luigi Scalfaro dopo aver fondato, nel 1983, la cooperativa 29 giugno. Emanuela segue le sue orme: organizza spettacoli teatrali e convegni in carcere. Poi, con 18 mesi di liberazione anticipata, quel progetto esce dal carcere e si trasforma in business. Tentacolare. Per mettere le mani su appalti e soldi pubblici. Un non-compagno, quale può essere per un ex brigatista l’ex Nar Massimo Carminati, di- DALL’ORGANIZZAZIONE DI SPETTACOLI TEATRALI E CONVEGNI DIETRO LE SBARRE AI CONSIGLI PER METTERE LE MANI SUGLI APPALTI venta socio e stratega negli affari della ”29 giugno”. fe fissate da Buzzi: «Luca Odevaine piglia 5mila euro al mese da tre anni! Mario Schina piglia 2mila euro al mese da tre anni e glieli abbiamo dati in tempi di pace e di guerra». GLI AFFARI E’ con la Bugitti che Buzzi, il 17 gennaio scorso, si confronta sui lotti che sarebbe stato conveniente «andare a chiedere» per il bando di gara Ama sulla raccolta del multimateriale. L’ex brigatista è presente anche alla riunione del 28 marzo, quando le microspie dei Ros intercettano l’affare da 800mila euro ”più iva” che il Comune ha destinato per il verde pubblico alle cooperative, grazie all’intervento di Claudio Turella, funzionario del servizio giardini di Roma Capitale. In quell’occasione Buzzi rivela: «50mila euro a Gramazio, cioè glieli ha dati Massimo (Carminati, ndr) e Massimo sta a metà con noi». L’onnipresente Emanuela sa anche quali sono le altre tarif- IL NOBEL L’altro giorno il Tribunale del Riesame ha fatto uscire dal carcere la Bugitti, ora ai domiciliari in un appartamento a due passi da Piazza Navona. Di cose da spiegare agli inquirenti ne avrà ancora molte. Una su tutte: il senso di un sms inviato il 29 giugno scorso a Buzzi, in occasione dell’anniversario della fondazione del cooperativa: «Ti candidiamo al Nobel sezione ”se po fa” sottosezione ”29 ladroni” premio ”sòla allo Stato”». Il Nobel del ”mondo di mezzo”. Silvia Barocci Emanuela Bugitti © RIPRODUZIONE RISERVATA Cronacadi Roma [email protected] www.ilmessaggero.it Domenica 21 Dicembre 2014 CUP VIA D. CHELINI 39 - ROMA 15ºC 7ºC Il Sole Sorge 7.34 Tramonta 16.41 La Luna Sorge 6.33 Cala 16.33 06 809641 UN PUNTO DI FORZA PER LA VOSTRA SALUTE www.bios-spa.it [email protected] Gli uffici della Cronaca sono aperti dalle 11 alle 20, via del Tritone, 152, 00187 Roma T 06/4720224 - 06/4720228 F 06/4720446 Roma segreta Le madonnelle che facevano i miracoli in centro storico In campo Calcio & rigore i politici battuti dai giudici per solidarietà Isman a pag. 61 Evangelisti a pag. 65 La prima Greg, Lillo e Ambra Angiolini Ciak si ride che show in sala Quaglia a pag. 63 Mercatini, ecco le nuove regole Picco di furti al Laurentino la rivolta `Nasce il registro dei venditori ambulanti, previsti bandi pubblici per le concessioni dei residenti Date e orari di apertura saranno regolamentati rigidamente. Controlli sui prodotti ` Orari ferrei, standard qualitativi per la merce, albi e tesserini per i commercianti. Il Comune sta predisponendo un regolamento in qualche modo rivoluzionario per i mercatini inclusi quelli di Natale. Niente più affidamenti diretti ma solo bandi pubblici, mappa delle aree a disposizione in ogni Municipio, regole sul decoro e sugli articoli in vendita. Il provvedimento dovrebbe entrare in vigore a fine gennaio. La novità principale è la necessità di un vero bando come presupposto per l’allestimento di un banco. Si prospetta la fine dei cosiddetti “affidamenti diretti”. Larcan a pag. 46 Caso Pucci L’appuntamento. Questa sera festa e giochi di luce Nuova giunta, tutti i dubbi del Nazareno La giunta che martedì il sindaco Marino si appresta a varare «ci lascia un po’ perplessi», spiegano dal Pd nazionale. In primis, per la nomina di Maurizio Pucci, finito nelle carte di Mafia Capitale, ai Lavori pubblici. Canettieri a pag. 49 Rifiuti all’estero l’affare milionario di Mafia Capitale Tentano un’estorsione da un milione Tre arresti `L’accordo di Carminati e Buzzi con i politici per il trasporto dell’immondizia con le navi Dopo essersi assicurato il controllo di mezza città, Massimo Carminati aveva un nuovo piano: solcare i mari per portare all'estero i rifiuti di tutta Roma e guadagnarci sopra milioni di euro. Nel 2012, dopo essersi aggiudicati una commessa per gestire la raccolta differenziata, il Nero e i suoi complici - secondo quanto si legge in una informativa del Ros - avrebbero tentato di accaparrarsi un maxi appalto dell’Ama per controllare il trasferimento dell'immondizia che da Civitavecchia finiva oltre frontiera. Affari d’oro anche dall’immondizia, non solo sui nomadi. Allegri a pag. 53 L’inchiesta Ville storiche chiuse per i bandi sospetti L’indagine su Mafia Capitale pesa anche sulle ville storiche del Comune, chiuse (per i bandi sospetti) nonostante i lavori di restyling siano finiti da un pezzo. Tra queste villa Aldobrandini e i giardini Carlo Alberto al Quirinale. a pag. 53 E’ allarme sicurezza al quartiere Laurentino: nei giorni scorsi decine di vetture sono state depredate di pneumatici e cerchioni, i furti nelle abitazioni si ripetono con frequenza. Gli abitanti della zona non ne possono più. E oggi scenderanno in strada per rivendicare più sorveglianza. Il quartiere sembra essere stato preso di mira dalle bande specializzate, probabilmente agevolate - accusano i residenti - anche dai pochi controlli da parte delle forze dell’ordine. Che non sono stati intensificati neanche dopo la raffica di denunce di questi giorni. Panarella a pag. 57 Piazza Navona durante i preparativi di ieri (Foto Barillari) Piazza Navona, prove di rinascita tra presepe, luci e niente abusivi Bogliolo a pag. 47 Minacce e richieste di forti somme di denaro. Ma la spedizione punitiva contro un imprenditore romano è stata sventata dai carabinieri, che hanno arrestato con l’accusa di tentata estorsione due imprenditori e un barista, tutti del casertano. Secondo gli investigatori i costruttori Federico Laugeni, 51 anni e Luigi Ceci, 44 anni, di Marcianise e il barista trentanovenne di Caivano, Gennaro Pisano, imparentato con esponenti del clan Di Lauro, avrebbero preteso dall’imprenditore edile della capitale un milione e 850.000 euro per chiudere «privatamente» un contenzioso civile, mascherando l’estorsione con la scusa che dietro c’era la camorra. Vuolo a pag. 57 Mario Ajello Super Renato, le chiacchiere stanno a Zero «Precursore di tendenze di moda?» P @renatozer0 roprio questo è Renato Zero. Mai un ex e sempre un next. E i sorcini ti dicono grazie, Renatino. E ti mandano mille bacetti gli zerofolli, gli zeristi, gli zerofili. Insomma, tutti noi. Alla mostra sui suoi 40 anni di attività, alla Pelanda del Testaccio, c’è tutto Zero, anzi c’è Zero, nessuno e centomila. Un personaggio, lui, che sarebbe piaciuto a Pirandello. Sfaccettato e intrigante come tutte le grandi figure della modernità senza tempo. Ha parlato di tutto prima di tutti. Senza inibizioni moralistiche, senza paraocchi politici. Post-ideologico prima ancora che fosse stata inventata la post-ideologia. Coperto di piume e di paillettes, o vagante attraverso Roma con la sua tuta attillata e una grande calcolatrice attaccata a una catena che gli scendeva sul petto ai tempi in cui era caduto in crisi e in disgrazia per poi risorgere più magico di prima, Renatino in questi decenni ha parlato di Dio, di Aids, di «triangolo no, non lo avevo considerato», di ambiente, di guerra, di pace, di sesso, di chirurgia plasti- ca, di diversità.... E c’è sempre l’amore per gli altri in ogni sua sillaba. Ecco com’è il nostro re dei sorcini, figlio di un poliziotto, nipote di tre preti e di un grande filosofo marxista (Mario Tronti), raccontato da se stesso: «Privo di un’etichetta, infilo il naso dove mi va, brucio la vita eppure non ho fretta; rifiuto l’uniforme, gli inviti della pubblicità, pranzo coi neri, ceno coi rossi, mi fidanzo con chi mi va; io sono strano, forse per questo più umano eh già, io sono strano». E resta così, Renatino, amore di tutti noi che non riusciamo ad essere come te. E abbasso Vasco! [email protected] DA 40 ANNI CI PRENDIAMO CURA DELLA VOSTRA SALUTE CUP 06 80 96 41 - WWW.BIOS-SPA.IT - WWW.PEDIATRICO.ROMA.IT 51 Domenica 21 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma «Minacciata per le denunce a Celestina» Mafia Capitale, parla la supertestimone: «Protestavo, mi inviarono un cuore di bue» ` IL RACCONTO Il sistema Mafia Capitale già nel 2010 inciampò e l’ostacolo allora fu una donna dei Parioli che ebbe il coraggio di alzare la voce stanca di soprusi e del mancato rispetto delle regole. Rita Serafini, 55 anni, denunciò l'occupazione di suolo pubblico commessa da alcuni ristoranti della zona, tra cui il famoso “Celestina ai Parioli” che secondo gli inquirenti sarebbe riconducibile al boss Massimo Carminati. Ma la “pariolina” per tutta risposta ricevette insulti, intimidazioni e minacce: addirittura un cuore di bue appena macellato in una busta. Messaggio chiaro: ti facciamo fuori. Il locale sarebbe gestito dalla moglie di Stefano Massimi, imprenditore che i magistrati considerano vicino al “Cecato”. Insomma, quattro anni fa, quando ancora nessuno si era accorto che Roma fosse in balìa di una cupola malavitosa legata alla politica e alle istituzioni una semplice cittadina ne aveva avuto, in qualche modo, le avvisaglie. LE INTIMIDAZIONI La donna aveva protestato contro l'invasione di pedane, gazebo IL NOTO RISTORANTE FINÌ SOTTO INCHIESTA PER I TAVOLINI ABUSIVI UNA CINQUANTENNE RICEVETTE UNA LETTERA «VAI VIA DAI PARIOLI» e verande che affollavano i marciapiedi di viale Parioli. La segnalazione, dopo la presentazione di un esposto da parte dell'ex consigliere de La Destra Massimo Inches, aveva convinto la Procura ad aprire un'inchiesta che, nel 2012, finì per coinvolgere due ristoranti: “Celestina”, appunto, e anche “Il Caminetto”, sempre in zona. La Serafini, subito dopo la denuncia, aveva ricevuto minacce di morte: «Contro di me, le mie figlie e i miei cani», aveva detto. Di fronte al portone di casa trovò quella busta con un cuore di bue. Poi, l'ultimo avviso, recapitato in una lettera con una croce nera: «Vattene dai Parioli». Ora però l'indagine sul tavolino selvaggio ai Parioli, alla luce di Mafia Capitale, potrebbe ricevere nuovo impulso. L'ex funzionaria municipale che avrebbe dovuto provvedere alle rimozioni di pedane e verande, Isabella Cozza, è descritta dagli inquirenti come «riconducibile agli interessi del sodalizio». Ma la donna - va detto - non è indagata. Quando nel 2013 la Cozza sostituì Angelo Scozzafava, considerato uomo di fiducia di Carminati al dipartimento Servizi Sociali e Salute del Comune, la cupola sembra preoccupata per i propri interessi. Ma Franco Figurelli, capo segreteria dell'Assemblea Capitolina, ora sotto inchiesta, al telefono con Salvatore Buzzi, braccio destro dell'ex Nar, definisce la funzionaria «una persona fidata». E dice senza mezzi termini: «Aò, questa ce l'avemo messa noi». Michela Allegri © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ristorante “Celestina ai Parioli”. A destra, l’arresto di Massimo Carminati I ragazzi del Farnesina: «’Sta storia è meglio di Romanzo Criminale» IL DIBATTITO Alla fine il riccioluto del gruppo si alza su e sbotta: «Ma allora qui non si può più uscire, fare colazione al bar, andare a cena fuori, mettere benzina. Come ti giri è tutto in mano alla mafia!». Al liceo Farnesina, via dei Giochi Istmici, l’assemblea d’istituto fa sul serio, anche se è l’ultimo giorno prima della vacanze di Natale. Si parla di Mafia Capitale, qui, in questa scuola simbolo di Roma Nord, a Vigna Stelluti, ex signoria del Guercio Massimo Carminati, che per i ragazzi si sente, si percepisce - è tutto tranne che l’anti-eroe di una fiction. Ed è già tanto. Tra gli studenti c’è chi giura di averlo visto un sacco di volte, il Nero, nel tran tran quotidiano tra i rifornimenti di benzina alle minicar nella pompa di Corso Francia, le colazioni al Bar Euclide e la serate nei locali di Ponte Milvio nel vortice della movida. «Ma come faceva un ex della Banda della Magliana ad avere ancora così tanto potere?», domanda un ragaz- LUNGA ASSEMBLEA IERI NEL LICEO: IL GUERCIO, LE TRAME IL SINDACO, IL FUTURO: «LA POLITICA È FINITA, SONO TUTTI UGUALI» zo. E un altro aggiunge: «Più che altro ora si spiega perché girino tutti con questi macchinoni». Tra i ragazzi c’è la curiosità nata «dal disgusto», ma anche una consapevolezza che «è tutto un magna magna». IL SONDAGGIO E a quel punto l’assemblea cerca di entrare nel nodo cruciale di tutta l’inchiesta: i rapporti con la politica. Da un rapido sondaggio, essendo tutti minorenni, nessuno dei partecipanti ha mai votato. «Ma quando sarà il nostro turno - dice uno di loro - sceglieremo il meno peggio». E chi è? «Boh!». La futura classe dirigente di Roma Nord sembra molto presa dall’argomento: ne risentono subito perfino le noti- fiche su Facebook e su WhatsApp. «Aò, sta storia è meglio di Romanzo Criminale», si danno di gomito gli studenti. Gli stessi che si vogliono scrollare di dosso, in maniera più o meno inconsapevole, qualsiasi legame con i titoloni di giornale. «Questo è un quartiere tranquillo lontano da occhi indiscreti, ecco perché forse lo usavano come punto di ritrovo», analizza un ragazzo. «E il sindaco Marino che fa?». «E’ vero che il Comune sarà sciolto per mafia?». Le domande seguono una constatazione che è generale e fa un po’ pensare. Più di uno prende il microfono e spiega: «Ha fatto bene il sindaco a mettersi in giunta un magistrato». E se qualcuno fa notare ai ragazzi che questa, la scelta di un pm come assessore, significa che la politica romana ha perso, nessuno si scompone più di tanto: «E qual è la novità? La politica è morta, sono tutti uguali». Simone Canettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA 53 Domenica 21 Dicembre 2014 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Rifiuti all’estero, le mire del clan `Carminati e Buzzi d’accordo con politici e funzionari `Un’informativa dei Ros ricostruisce la rete dei contatti volevano un appalto per l’esportazione della spazzatura con la vecchia amministrazione per arrivare ai vertici Ama L'INDAGINE Dopo essersi assicurato il controllo di mezza città, il “pirata” Massimo Carminati aveva un nuovo piano: solcare i mari per portare all' estero i rifiuti di tutta Roma e guadagnarci sopra milioni di euro. Nel 2012, dopo essersi aggiudicati una commessa per gestire la raccolta differenziata, il Nero e i suoi complici - secondo quanto si legge in una informativa del Ros dei carabinieri - avrebbero tentato di accaparrarsi un maxi appalto dell’Ama per controllare il trasferimento dell'immondizia che dal porto di Civitavecchia doveva finire oltrefrontiera. Affari d’oro anche dall’immondizia, non solo sui nomadi. IL RUOLO DI BUZZI È il dicembre di due anni fa, quando la municipalizzata emette un bando per l'appalto relativo al trasporto della spazzatura dai centri di raccolta di Roma fino al porto di Civitavecchia, per poi stiparla su imbarcazioni dirette all'estero. Carminati e Buzzi, il ras delle cooperative con entrature in tutti i partiti, sfruttano gli appoggi che hanno in Campidoglio per tenere sotto controllo la gara. Come scrivono gli investigatori, nell'affare risultano coinvolti Fabrizio Franco Testa, imprenditore legato al Cecato, che in questo caso fungerebbe da «intermediario con gli organi di Roma Capitale». Cioè, secondo l’informativa, Luca Gramazio, all'epoca consigliere comunale, l'ex capo dipartimento delle politiche sociali Angelo Scozzafava, e il capo della segrete- C’ERANO IN BALLO MILIONI DI EURO PER IL TRASPORTO DELL’IMMONDIZIA DA TUTTA ROMA A CIVITIVECCHIA E l’inchiesta paralizza i lavori di recupero di Villa Aldobrandini IL CASO L’indagine su Mafia Capitale pesa anche sulle ville storiche del Comune. Soprattutto su quei parchi che rimangono chiusi nonostante i lunghi e complessi lavori di restyling siano finiti da un pezzo. Con fior di euro spesi. Sono gli strani casi della cinquecentesca Villa Aldobrandini che spicca monumentale sul tratto finale di via Nazionale, e degli ottocenteschi giardini Carlo Alberto al Quirinale. Patrimonio in consegna alla Sovrintendenza capitolina. I lavori di restauro, durati oltre un anno per la prima, con un costo di 500mila euro, e quasi due anni per i secondi (con una spesa da mezzo milione di euro) sono stati finanziati da Arcus, la società nata in seno al Ministero per i Beni culturali e per il turismo, forte di un capitale sociale del dicastero dell’Economia. Ma i cancelli rimangono chiusi a data da destinarsi perché l’appalto per la manutenzione è stato bloccato, messo sotto accusa dal tornado politico-giudiziario. A sollevare il tema è la consigliera municipale del centro storico Nathalie Naim, dopo che i residenti hanno cominciato a chiedere chiarimenti sulla mancata riapertura. «Il Dipartimen- CANTIERI SOSPESI DOPO IL TORNADO POLITICO-GIUDIZIARIO STESSA SORTE PER IL GIARDINO LUNGO IL QUIRINALE to Ambiente del Comune mi riferisce che i lavori in queste due ville sono finiti i primi di ottobre ma le tengono chiuse perché gli appalti per la manutenzione non sono stati rinnovati», avverte la Naim. Come ricorda la consigliera, le indagini della Procura hanno messo in luce che la Cooperativa 29 Giugno di Salvatore Buzzi, cui era stata affidata l'intera manutenzione di ville e giardini storici di Roma Capitale, avrebbe vinto il bando di gara grazie alla complicità di funzionari comunali fra cui Claudio Turella responsabile dei giardini storici ora arrestato. Appalti sospesi, dunque, niente manutenzione e le ville rimangono chiuse. La condizione di black out degli appalti per la manutenzione, però, si ripercuote su tutti gli altri giardini storici comunali. Villa Sciarra è un esempio: «Nonostante i lavori di restauro dice la Naim - oggi appare devastata dal degrado perché gli appalti per la manutenzione sono bloccati per le indagini in corso». Pensare che Villa Sciarra è stata restaurata con ben 600mila euro, fondi Arcus. Proprio la società del Mibact nel 2010 aveva messo a disposizione del Comune 4 milioni di euro per il risanamento anche del Giardino di Sant'Andrea al Quirinale (500mila euro), Villa Celimontana (900mila), Villa Carpegna (800mila), Parco di San Gregorio al Celio (200mila).Tutti (tranne Celimontana) senza manutenzione ora. Altro esempio, a Villa Torlonia sono transennate dal 21 giugno le aree dove sono caduti gli alberi per il nubifragio. Laura Larcan © RIPRODUZIONE RISERVATA Una veduta di Villa Aldobrandini e dei suoi giardini tra la sede della Banca d’Italia e la fine di via Nazionale Il business dei rifiuti era nel mirino del clan Carminati ria del sindaco Alemanno, Antonio Lucarelli. Anche Carlo Pucci, ex dirigente di Eur Spa, sarebbe stato interpellato: secondo gli inquirenti, avrebbe fatto da tramite tra Carminati ed Emilia Fiorani (non indagata, tuttavia), ex moglie del funzionario e amministratore delegato della "Treerre spa", una società che si occupa di raccolta dei rifiuti, e che nelle mire di Buzzi avrebbe potuto curare la fase del trasporto su strada da Roma alla cittadina portuale. Ad occuparsi materialmente della questione è proprio il re delle coop. Il 12 dicembre 2012, intercettato, Buzzi telefona a Quintilio Napoleoni, direttore tecnico del Consorzio Raccolta Differenziata Roma, e gli chiede se potesse segnalargli qualche operatore interessato a partecipare alla «gara dell'Ama per il trasporto all'estero». Buzzi dice di aver già creato un'associazione temporanea d'imprese con «degli spagnoli che hanno le navi... mi serve qualcuno sui trasporti... prendere la monnezza da dove sta e portarla sulle navi». L'UOMO DI BOLZANO Napoleoni dispensa consigli e fa il nome di un imprenditore di Bolzano e che lavora anche in Germania: «Ho un amico carissimo specializzato in trasporti internazionali... Mi ha già detto: “So di questa cosa di Ama e sto all'erta perchè mi interessa molto”... Bisogna capire se vuole correre da solo oppure no”». Il dirigente promette di mettere una buona parola per Buzzi: «Gli dico: “Guarda che su Roma devi averci qualcuno che ti porta avanti la causa... ti ci metto in contatto”». L'affare sembra andare in porto. E Carminati mette pressione e telefona a Pucci: «Dobbiamo fare qualcosa... siamo pronti». L'interlocutore rassicura il boss: «Li hanno inseriti... per il trasporto, capito?». A fine dicembre i problemi burocratici sembrano risolti. Carminati comunica: «Abbiamo sistemato tutto». Mic. All. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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