Autorizz. Trib. Como 8/77 del 6/4/77 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, DCB Como” - Prezzo dell’abbonamento: Italia Euro 5,50 S IL MEN 04 E D ’I N F O nuova agricoltura R M A Z I O N E T E C N I C O P R O F E S SIO N AL E DE 10 LL A C O NF ED E n°4 Aprile 14 R AZI O NE IT ALIAN A AGR ICOLTO RI - CIA A LTA LOMBARDIA 15 SOMMARIO EDITORIALE 2 Il mais italiano ammalato di scarsa produttivita’ 4 Mais, esplode il deficit con l’estero. Continua l’allarme aflatossine 5 Sospesa la circolare agea sul pascolo terzi, grande delusione nel mondo dei margari Spese agricole Ue, controlli degli Stati membri non affidabili 6 IL MAIS ITALIANO AMMALATO DI SCARSA PRODUTTIVITA’ Italia, tanti piccoli aiuti Pac Di Peppino Titone Riapre la misura per il sostegno all’insediamento di giovani agricoltori 7 Aziende, gravi rischi per il blocco della Pac Agricoltura, possibili 100mila posti di lavoro con gli incentivi 8 L’agricoltura italiana non ha valore: meno di due euro, su cento, rimangono al settore primario 9 Cambia l’anagrafe delle imprese agricole, presto un nuovo sistema informativo regionale Foto Di Peppino Titone Agriturismo distinzioni da fare e da tutelare 10 Il formaggio Strachitunt è Dop. Salgono a 261 le produzioni certificate italiane Il mais italiano, al pari del sistema Paese, ha grossi problemi di crescita e di produttività. Il grafico che segue, che illustra il confronto fra la produttività della maiscoltura statunitense e quella italiana a partire dagli anni ’50 ad oggi, è la dimostrazione impietosa di tale stato di crisi. Etichettatura carni, Cia: «Trasparenza per consumatori e produttori» 11 PepsiCo dichiara ‘tolleranza zero’ al land grabbing Quali regole per la vendita di olio al consumatore finale? ‘Credito Adesso’ sostiene Latteria Sociale Valtellina 12 Delega fiscale, il programma di riforma del Fisco italiano 13 Decreto lavoro in Gazzetta, da oggi apprendistato più scontato per le imprese Tasi, Agrinsieme: dal Governo segnale importante per le imprese agricole 14 Affitti 2014, tutte le novità stop ai pagamenti in contanti Finanziamenti e contributi camerali e/o cofinanziati dalla regione 15 Cciaa di lecco, occhio ai furbetti! Torna “Per Corti e Cascine”. Domenica 18 maggio porte aperte nelle aziende agricole lombarde Appuntamenti fino a giugno con i mercati contadini de “La Campagna nutre la Città” 16 Milleproroghe, nuovo rinvio per l’obbligo di revisione delle macchine agricole nuova agricoltura Mensile d’informazione tecnico professionale della Confederazione Italiana Agricoltori - CIA Alta Lombardia Direttore responsabile: Peppino Titone (e-mail: [email protected]) Edito da: CO.S.AGR.I. S.c.r.l. - Como via Morazzone, 4 Redazione: Como, via Morazzone, 4 Tel. 031.26.45.61 - Fax 031.30.76.55 Stampa: Rindi Abbonamento annuale Italia: Euro 5,50 Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96. Ma c’è un altro dato che più di tutti fa impressione, ed è quello che ci fa rilevare come nel 2011 le importazioni nette di questo cereale si siano attestate al 23% della domanda totale; questo dopo decenni in cui l’Italia era di fatto autosufficiente. Il perché si sia giunti a tale stato di fatto è presto detto: le rese ad ettaro del mais coltivato in Italia dagli anni ’90 non solo non crescono più, ma semmai tendono a diminuire, e questo dato fa si che i costi di importazione dei cereali per mangimi animali siano giunti a livelli tali da pareggiare i ricavi dell’esportazione dei nostri prodotti tipici di origine animale. Che la maiscoltura italiana sia in grande sofferenza lo si vede non solo nel confronto con le performances produttive d’oltreoceano, ma anche rapportando i dati produttivi Domanda di iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.) presentata in data 09/01/2002. Appiano Gentile - Via Volta, 24 Tel. 031.97.03.79/031.97.03.80 - Fax 031.35.33.392 Sedi C.I.A.: Sondrio - Via Nazario Sauro, 44 Tel. 0342.21.75.63 - Fax 0342.21.42.91 Como - Via Morazzone, 4 Tel. 031.26.45.61 - Fax 031.30.76.55 Merate - Via Statale, 5R - Tel. 039.99.00.553 - Fax 039.99.00.193 Merone - Via Pertini, 1 Tel. 031.61.73.93 (Inac) Tel. 031.651743 (Cia) - Fax 031.61.84.928 Gorle - via Roma, 85 - Tel. 035.214247 - Fax 035.222017 Comerio - via Piave, 16 - Tel. e Fax 0332.732376 nuova agricoltura nazionali con quelli di molti altri paesi europei. Per decenni fiore all’occhiello dell’agricoltura italiana, se guardiamo il presente, i dati Istat segnalano nel 2011 una produzione di 9,6 milioni di tonnellate, in ripresa rispetto al triennio orribile 2008-2010, ma comunque quarto peggiore risultato degli ultimi 15 anni. Confrontando la nostra situazione con la Spagna, troviamo che nel 1993 la resa per ettaro era in questo paese di 85 quintali contro i 93 dell’Italia. A distanza di 18 anni, però, nel 2011, il mais iberico è cresciuto a 105 quintali per ettaro mentre quello italiano si è fermato a 94. La spiegazione di tale stato di fatto non risiede, come spesso accade, in un’unica causa. Indubbiamente concorre, e non poco, la struttura delle aziende italiane che nella media risultano essere di dimensioni più ridotte rispetto ai sistemi agricoli dei paesi concorrenti. Il fatto che 103 mila delle 154 mila aziende agricole che coltivano mais in Italia (il 67% del totale) abbiano un’estensione inferiore ai 10 ettari è un dato di fatto che indubbiamente penalizza le nostre azienda, soprattutto per quanto riguarda la loro capacità di coprire i costi di produzione, in particolare quelli dei fertilizzanti. Le forti oscillazioni dei prezzi delle materie prime indispensabili per ottenere buone rese (un esempio fra tutti: il prezzo del fosfato doppio di ammonio è passato dai 280 dollari a tonnellata del gennaio 2007 ai 1200 del marzo 2008) ha fatto si che in questi anni molti produttori siano stati spinti a ridurre l’uso di fertilizzanti per abbassare i costi: Ma così facendo, calano anche le rese e con il calare delle rese aumenta la quota di mais che siamo costretti ad acquistare all’estero per coprire la domanda nazionale. Un ulteriore elemento di riflessione emerge osservando i risultati di recenti ricerche, le quali pongono in raffronto i dati produttivi storici del nostro paese con quelli di altri paesi maidicoli, quali ad esempio gli USA: ci riferiamo, in particolare, allo sviluppo delle biotecnologie che dagli anni ’90 risultano essere abbondantemente applicate in molte parti del pianeta. Tornando ad osservare il grafico di raffronto fra le produzioni unitarie di mais realizzate in oltre mezzo secolo in un paese aperto agli OGM come gli USA rispetto a quelle realizzate invece in un paese cosiddetto “OGM free” come l’Italia, verrebbe spontaneo pensare che il gap di produttività registrato derivi proprio dai caratteri transgenici introdotti nelle cultivar americane di cui il maiscoltore italiano non può disporre. E tuttavia, un più attento esame dei dati produttivi da parte degli autori delle citate ricerche, sembrano portarci ad una conclusione decisamente più articolata di questa. E’ infatti parere di diversi biotecnologi che la flessione produttiva della maiscoltura italiana non sarebbe dovuta di per sé al non uso di varietà transgeniche, ma al fatto che, non volendo usare varietà transgeniche, non possiamo più usare le migliori linee del breeding internazionale, essendo queste oramai tutte con almeno un carattere transgenico: Bt o HT. La messa al bando degli OGM non costituisce quindi solo un problema per quei caratteri transgenici di cui il maiscoltore italiano non può disporre, ma anche - e soprattutto -, in relazione al fatto che in conseguenza di tale messa al bando siamo costretti ad usare linee vecchie di 20 anni fa e quindi siamo fermi ai livelli produttivi permessi da tali varietà. Ma quanto incide sui bilanci delle nostre agricole tale rinuncia? Dall’analisi delle proiezioni sui dati delle produttività nell’ultimo ventennio messi a confronto con le rese effettive, ciò che emerge è che in tale lasso di tempo, il “danno collaterale” che deriva dalla messa al bando delle varietà OGM (al netto, quindi, della minore produttività derivante dal genoma transgenico) ha determinato un ritardo corrispondente ad una perdita che va da 1,5 a 2,6 tonnellate per ettaro, ovvero tra il 13% e il 25% della nostra resa produttiva media. Una perdita che possiamo quantificare tra i 300 e i 520 euro per ettaro, da sommare alle perdite dirette, correlate al mancato utilizzo dei caratteri genetici modificati, stimate attorno ai 130 euro per ettaro. Stiamo parlando di valori che definire “impressionanti” è dir poco, e che conducono (o dovrebbero condurre) il dibattito sul tema delle biotecnologie in agricoltura al di fuori di quel trito e ormai stantio refrain dell’ “OGM si - OGM no”. Discutere di OGM, come spesso accade, senza una più ampia visione dello stato della ricerca genetica applicata in campo agronomico, senza alcun accenno al grave stato di dipendenza che l’Europa accusa rispetto a tale strategico ambito, non può che condurre il dibattito ad arenarsi nel campo delle sterili polemiche e delle contrapposizioni ideologiche. Potremmo sostenere, come molti sostengono, che l’agricoltura italiana può fare a meno degli OGM, ma se l’implicazione di tale scelta si traduce in una perdita di capacità competitiva e di reddito per le nostre imprese delle dimensioni che abbiamo illustrato, allora la questione si fa molto seria, ed impone un’assunzione di responsabilità che tutti i soggetti in causa dovrebbero mostrare. 03 nuova agricoltura Mais, esplode il deficit con l’estero. Continua l’allarme aflatossine In Italia la produzione di mais non cresce più. Anzi: l’andamento degli ultimi dieci anni mostra che la resa resta in calo dal 1996, ma soprattutto che l’ultima campagna è stata disastrosa: tra l’emergenza aflatossine esplosa alla fine dell’estate scorsa e il gap legato al mancato impiego delle biotecnologie, la produzione italiana di mais si sta riducendo pericolosamente. Nel 2012 il tasso di autosufficienza del nostro paese si è posizionato per la prima volta sotto l’80% e la produzione, secondo i dati Istat, come ha sottolineato Dario Frisio del dipartimento di Economia, management e metodi quantitativi dell’Università di Milano, è scesa a circa 8,2 milioni di tonnellate (12% in meno rispetto all’anno precedente), il secondo peggior risultato negli ultimi quindici anni. L’allarme è stato lanciato in occasione della tradizionale Giornata del mais, edizione 2013, organizzata a Bergamo dall’Unità di ricerca per la maiscoltura del Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) e da Regione Lombardia. «Per soddisfare una domanda che è sempre in crescita occorrono partite di grandi dimensioni, qualitativamente uniformi, sane e tracciate», ha ricordato Giuseppe 04 Elias, assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. La resa della più importante commodity agricola italiana ha cominciato a crollare dal 1996, come ha spiegato Frisio, scendendo agli 80,4 quintali a ettaro, ma non aumenta neppure quella della Francia. Fa eccezione la Spagna, dove si coltivano 20mila ettari in più dal 2012 e gli Ogm non sono peraltro vietati, paese che ha confermato il sorpasso, arrivando ai 105,4 quintali a ettaro. Così l’industria mangimistica, come ha sottolineato Giulio Usai di Assalzoo ha aumentato del 41% le importazioni di materia prima nei primi 4 mesi di questa campagna. Un trend spinto anche dai prezzi bassi: il prodotto ungherese, per esempio, costa il 40% in meno del raccolto italiano. Il trend attuale, dunque, non consente di mantenere competitiva la maiscoltura italiana. «Dal 1997 a oggi - ha sottolineato anche Alberto Verderio del Cra Mac, la rete di sperimentazione on farm di Regione Lombardia - evidenzia trend di crescita interrotti a causa di una stagnazione della resa e dell’instabilità delle produzioni. In Italia poi il guadagno ottenuto attraverso il miglioramento genetico, che contribuisce per l’80% all’aumento della resa e quindi della produzione, è di 0,70 quintali a ettaro l’anno contro l’1,37 quintali a ettaro degli Usa, 1,35 quintali della Francia. Per Tommaso Maggiore del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali fumonisine e aflatossine restano i problemi più gravi nella campagna 2012, ma la tenuta della coltura passa attraverso una riduzione dei costi di produzione e un aumento della resa: «Oggi a fronte di ricavi che si attestano tra i 3.161-3.411 euro a ettaro, il margine netto è ancora buono e si posiziona tra 591 e 841 euro a ettaro anche grazie al contributo di 411 euro a ettaro, ma dopo il 2013 per effetto della riforma della Pac non si potrà più contare su questa integrazione». Per Paolo Marchesini, presidente di Assosementi, «è necessario però che il Governo dia segnali forti, rafforzi le filiere e vari una reale strategia per l’innovazione in agricoltura. L’industria sementiera italiana potrebbe arrivare al raddoppio delle superfici destinate alla moltiplicazione delle sementi di mais nel nostro paese, passando da 6 a 12mila ettari». nuova agricoltura SOSPESA LA CIRCOLARE AGEA SUL PASCOLO TERZI, GRANDE DELUSIONE NEL MONDO DEI MARGARI L a circolare Agea dell’11 ottobre 2013 che stabiliva, a partire dalla Domanda Unica presentata per la campagna 2014, l’impossibilità del pascolamento da parte di terzi, ai fini dell’ammissibilità delle superfici dichiarate a pascolo magro, è stata sospesa lo scorso 6 marzo con un’ordinanza del Consiglio di Stato motivata dal fatto che, tale circolare, comportava una «significativa innovazione rispetto ai consolidati principi del disaccoppiamento e della condizionalità» e che «le imprese appellanti, le quali tutte ricorrono al pascolamento da parte di terzi» subirebbero effetti negativi sulla loro attività economica, non solo per il 2014, ma anche per le annualità se- guenti. Questa ordinanza è a dir poco «scandalosa» poiché la circolare Agea era di estrema importanza per tutelare i veri alpigiani dalle speculazioni di chi è possessore di titoli senza praticare l’alpeggio con i propri animali. Ora siamo tornati indietro, dando nuovamente la possibilità ad investire i propri titoli Pac sui terreni di montagna senza portare in alpe un solo animale ma subaffittando il pascolo agli alpigiani che, con la loro attività, garantiranno il premio agli speculatori senza ricevere un solo euro. Ancora una volta siamo di fronte ad una decisione che, invece di tutelare chi veramente contribuisce al miglioramento della montagna, mira a premiare chi ha come unico obiettivo Spese agricole Ue, controlli degli Stati membri non affidabili Lo afferma la Corte dei conti europea nel rapporto pubblicato ieri: errori di compilazione e di rilevazione. I risultati dei controlli sulle spese agricole dell’Ue effettuati dagli Stati membri “non sono affidabili a causa di errori di compilazione e sistemi di controlli amministrativi, oltre che parzialmente efficaci nella rilevazione di spese irregolari”. È quanto emerge dal rapporto pubblicato ieri dalla Corte dei conti, in merito ai dati sulle spese agricole effettuate dagli Stati membri e comunicate alla Commissione. Dati che la Commissione utilizza per stimare tassi di errore residuo forniti poi al Parlamento e al Consiglio europeo. «Gli Stati membri svolgono un ruolo fondamentale nel garantire che gli aiuti agricoli dell’Ue vengano distribuiti ai beneficiari, in linea con la legislazione europea», ha dichiarato Rasa Budbergyte, membro dell’Eca e responsabile della relazione. «Essi devono quindi fornire alla Commissione informazio- quello di trarne profitto senza curarsi dell’enorme potenziale economico, culturale ed ambientale che l’allevamento in montagna possiede. Per il 2014 quindi non ci sarà nulla di invariato dagli anni precedenti e, in vista della Pac 2014-2020, è previsto un interesse sempre più grande per le superfici degli alpeggi. Per quanto ci riguarda, Cia Alta Lombardia non demorderà minimamente riguardo all’impegno assunto nei confronti dei molti agricoltori che operano nelle nostre montagne. Non cesserà, pertanto, l’attività intrapresa sia in sede politica che in quella giudiziaria affinché vengano tutelati i giusti e legittimi interessi dei nostri alpigiani. ni attendibili sui risultati dei loro controlli, per consentire alla Commissione di valutare meglio l’impatto delle irregolarità nei pagamenti effettuati». La Commissione europea condivide con gli Stati membri la responsabilità per l’attuazione della Politica agricola comune (Pac). Gli aiuti per gli agricoltori europei sono gestiti dagli organismi pagatori nazionali o regionali, che riferiscono alla Commissione. Glo organismi di certificazione indipendenti nominati dagli Stati membri assicurano alla Commissione l’affidabilità dei conti degli organismi pagatori e la qualità dei sistemi di controllo tali agenzie hanno messo in atto. 05 nuova agricoltura Italia, tanti piccoli aiuti Pac L’Italia mantiene, con poco più di 4 miliardi di euro, il quarto posto nella lista dei beneficiari europei di finanziamenti alle aziende agricole, mentre conta il numero maggiore di agricoltori beneficiari di tali aiuti. Sono i “primati” italiani rilevati dal rapporto finanziario 2012 dell’Unione europea sulla distribuzione degli aiuti diretti della Pac. I cugini d’oltralpe continuano a essere in testa alla graduatoria in quanto ricevono 7,92 miliardi di euro per aiuti diretti agli agricoltori che si impegnano a produrre nel rispetto della tutela dell’ambiente, del territorio, della qualità e in favore del benessere degli animali, della complessiva torta di 40,9 miliardi di euro che il bilancio comunitario destina sempre agli aiuti diretti. Prima di noi ci sono la Germania e la Spagna che distribuiscono ai loro agricoltori rispettivamente 5,29 e 5,23 miliardi di euro sotto forma di pagamenti diretti. Il rapporto finanziario comunitario mette poi in evidenza come l’80% dei pagamenti risulti essere di importo inferiore a 5.000 euro, ma a fissare tale percentuale contribuiscono in maniera diversa i vari Stati membri e in particolare il blocco dei paesi dell’Europa dell’est dove i pagamenti diretti d’importo massimo di 5.000 euro, sfiorano e in alcuni casi superano, il 93% del totale (in calo dal 99% registrato nel 2005). Nei paesi del Vecchio Continente come Spagna, Germania, e Francia, i pagamenti inferiori a 5.000 euro rappresentano invece il 69% del totale e sono diminuiti notevolmente rispetto al 2005 allorquando erano il 74%. Il rapporto evidenzia anche come gli aiuti di importo minimo, sebbene rappresentino la quota maggiore in termini di valore, interessano solo il 16% dei complessivi beneficiari mentre gli aiuti di importo compreso tra 5.000 e 10.000 euro interessano il 53% degli stessi e quindi la maggioranza degli stessi. In Italia però la situazione è in controtendenza rispetto agli altri Stati: 492mila agricoltori continuano a ricevere, su base annua, ‘briciole’ dall’Europa, ossia tra zero e 500 euro di finanziamenti, mentre per 288mila il contributo è arrivato ad appena 1.250 euro. Per altri 353mila poi (erano 240mila l’anno prima), i pagamenti Ue sono saliti in una forchetta che va dai 2mila ai 10mila euro. Sono invece 3.240 (3.200 nel 2011), i produttori italiani che beneficiano maggiormente della Pac, con contributi annui che vanno da 100mila e oltre 500mila euro. Di questi solo 290 ricevono tra 300mila e 500mila euro l’anno. Per quanto riguarda la percentuale di coloro che ricevono pagamenti diretti in misura maggiore si tratta di una disparità presente nella grande maggioranza degli Stati membri. In ogni caso i pagamenti diretti non sono equamente distribuiti tra i beneficiari in ciascuno degli Stati, soprattutto perché la struttura dei pagamenti dipende in gran parte dalla struttura delle aziende agricole. In Francia, ad esempio, la superficie media aziendale è pari a 52 ha, a fronte degli 8 ha dell’Italia, i 46 ha della Germania e i 24 ha della Spagna. Riapre la misura per il sostegno all’insediamento di giovani agricoltori Con Decreto n. 1934 del 7 marzo 2014, la Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia ha approvato il nuovo bando della Misura 112 “Insediamento di giovani agricoltori”. La Misura si pone l’obiettivo di valorizzare i giovani imprenditori agricoli e forestali incentivandone l’insediamento nel territorio della Lombardia. Le domande di premio potranno essere presentate ininterrottamente dall’11 marzo 2014 al 30 settembre 2014. Possono fare domanda giovani agricoltori che al momento di presentazione della domanda abbiano età compresa tra i 18 anni compiuti e i 40 anni non 06 ancora compiuti; competenza e conoscenza professionale; presentino un Piano aziendale per lo sviluppo dell’attività agricola, conducano, per la prima volta, in qualità di titolare/legale rappresentante una impresa individuale, società agricola, società cooperativa. Il premio è erogato in conto capitale come premio unico e ammonta a _ 15.000 in area svantaggiata di montagna; _ 10.000 in tutte le altre zone. Il decreto è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (BURL, serie ordinaria del 11 marzo 2014. nuova agricoltura Aziende, gravi rischi per il blocco della Pac M igliaia di aziende agricole rischiano il fallimento. Il blocco totale dei pagamenti comunitari a causa dell’inchiesta, soprannominata “Bonifica”, della Guardia di Finanza sta provocando una grave sofferenza economica tra le 50.000 imprese coinvolte nell’indagine. In tutto il Piemonte ci sono circa 50 milioni di contributi Pac fermi in attesa delle verifiche. “Occorre un pronto intervento che sblocchi tutte le posizioni, consentendo il pagamento degli aiuti spettanti da parte degli organismi pagatori”: è l’allarme lanciato dal presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino, al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. “Il blocco - si legge nella lettera scritta da Scanavino al ministro - può seriamente pregiudicare la possibilità, per le aziende interessate, di predisporre adeguatamente la domanda unica 2014 con un evidente impatto anche sulla prossima campagna Pac. Oltretutto, non si sono evidenziati elementi sufficienti a giustificare un provvedimento così severo e penalizzante. A sei mesi dell’indagine, almeno per quanto ci riguarda, non ci sono più di dieci verbali di violazione amministrativa. Non solo. Dai primi ricorsi difensivi effettuati emerge la debolezza delle motivazioni utilizzate a supporto delle contestazioni”. Nella lettera, il presidente della Cia tiene comunque a ribadire “il rispetto per il lavoro prezioso svolto dalla Guardia di Finanza” e a ricordare come “da parte della Confederazione non si sia mai fatta mancare una collaborazione piena e sincera, come sempre è avvenuto anche in passato nei riguardi di tutte le forze dell’ordine impegnate a perseguire comportamenti di illegalità che danneggiano i cittadini agricoltori onesti che lavorano tutti i giorni nelle loro imprese con fatica e professionalità”. Per Scanavino, tuttavia, “la giusta ricerca di legalità e di trasparenza non può avvenire perseguendo indiscriminatamente migliaia di aziende senza contestare nulla di preciso e soprattutto senza consentire loro una legittima difesa di fronte alle eventuali contestazioni”. Da qui la richiesta della Cia del ripristino di “una condizione che non pregiudichi l’attività della maggioranza delle aziende che, fino a prova contraria, risultano estranee a comportamenti meritevoli di sanzione”. E allo stesso tempo - conclude Scanavino - “è necessario ed urgente accertare e punire chi ha veramente infranto le regole”. Agricoltura, possibili 100mila posti di lavoro con gli incentivi Non perdete tempo! Scoprite i nuovi prodotti John Deere e guardate subito tutti i video: www.JohnDeere.it/2014 oppure visitate oggi stesso il vostro concessionario John Deere! AS1557_5_ITAIT.indd 1 zione dell’occupazione agricola, ai miglioramenti da apportare sul fronte degli ammortizzatori sociali, allo sviluppo della formazione, alla semplificazione degli oneri amministrativi, all’efficacia dell’azione ispettiva, alla valorizzazione delle aggregazioni cooperative operanti in agricoltura. Attuando questi interventi, secondo Agrinsieme, si possono creare 100 mila posti di lavoro, dando così un contributo significativo alla crescita e allo sviluppo dell’occupazione in Italia. Le novità del 2014: 6MC Le novità del 2014: 6RC Trattori compatti John Deere Serie 6 con specifiche standard Più caratteristiche Premium in un trattore compatto ■ Nuove eccezionali prestazioni del motore da 90 a 110 CV ■ Facilità di utilizzo grazie alla soluzione solo diesel a basso consumo di carburante ■ Design a telaio integrale solido e affidabile, ideale per caricatori frontali ■ Sospensione TLS dell’assale anteriore: più comfort e produttività ■ Trasmissione EcoShift: riduce i costi di esercizio ■ Sistema idraulico Premium a centro chiuso (PFC): prestazioni aumentate a 114 l/min JohnDeere.com RAINOLDI SRL - Via Beccaria, 20 - 20010 | S. Pietro all’Olmo - MI - Tel. 02-93569118 Fax amministrazione: 0293560131 Fax offi cina: 0293648421 www.rainoldi.net AS1557.5 ITA L’agricoltura può creare 100 mila nuovi posti di lavoro ma occorrono politiche innovative, propulsive e mirate. È quanto sostiene Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare che, in un documento inviato al Governo e al mondo politico, presenta una piattaforma di proposte di revisione delle politiche sul lavoro mirate all’agricoltura, con interventi a largo raggio. Si va dagli incentivi alla nuova occupazione soprattutto dei giovani, alle misure per la stabilizza- 18.11.13 11:17 VIA Milano 127/A Cantù (CO) - Tel 031/730235 - Fax 031/731490 - Venditore esterno: DOTT. BRUNINI Tel. 335 1872477 07 nuova agricoltura L’agricoltura italiana non ha valore: meno di due euro, su cento, rimangono al settore primario Il 2013 è stato segnato dal maltempo e dal calo dei consumi. Il risultato? La scomparsa di quasi 33 mila aziende agricole in dodici mesi. Tiene meglio l’industria alimentare, che si distingue anche per una crescente eco-efficienza Un’agricoltura che nel corso degli anni ha visto ridurre la sua partecipazione agli utili di filiera a vantaggio degli operatori più a valle, in particolare di quelli del sistema distributivo. Su 100 euro di spesa in prodotti agricoli freschi, infatti, solo 1,8 euro, al netto di salari e ammortamenti, rimangono nelle tasche dei produttori. Ma anche un settore sempre più attento all’eco-efficienza visto che, tra il 2008 e il 2011, nella fase delle lavorazioni industriali ha ridotto del 23% la produzione assoluta di rifiuti e fatto crescere la quota di rifiuti avviati al riciclo, fino a superare il 79% di quelli prodotti. Sono questi gli elementi principali che emergono dai due focus tematici dell’ultimo numero di AgrOsserva - l’osservatorio di Ismea e Unioncamere sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano - dedicati, rispettivamente, all’analisi della distribuzione del valore lungo la filiera alimentare e al tema della produzione e dell’impiego dei rifiuti nel settore. Accanto ai due focus e ai dati del IV trimestre dell’anno, AgrOsserva analizza il bilancio complessivo del 2013 per l’agricoltura e l’industria alimentare, presentando il ritratto di un settore segnato da eventi atmosferici avversi per alcune colture e ancora sotto forte tensione a causa del protrarsi della crisi. Con il risultato di dover registrare la scomparsa di quasi 33 mila aziende agricole in dodici mesi, pari ad una riduzione della base imprenditoriale del 4% rispetto al 2012. UN’ANALISI INNOVATIVA SULLA CATENA DEL VALORE IN AGRICOLTURA Dall’ultima elaborazione della catena del valore di ISMEA risulta che su 100 euro di spesa del consumatore finale per acquistare prodotti agricoli freschi come nel caso degli ortofrutticoli, ai produttori rimangono solamente 22,50 euro. La restante quota risulta così ripartita: 36 euro vanno a remunerare il trade (ingrosso e dettaglio), oltre 25 euro vengono trattenuti da altri operatori indirettamente coinvolti nella filiera (fornitori di mezzi tecnici di servizi finanziari e assicurativi ecc.), circa 9 euro sono riconducibili alle imposte e oltre 8 euro finiscono all’estero a seguito dell’importazione di prodotti direttamente destinati al consumo. I 22,50 euro che restano in mano agli agricoltori, tolti salari e ammortamenti scendono a 1,8 euro, importo che rappresenta il reddito netto delle aziende primarie. Lo stesso conteggio porta da 36 a più di 15 euro il reddito che resta agli operatori del trade, al netto di salari e ammortamenti. 08 Ancora più squilibrata la situazione nel caso dei prodotti trasformati, dove i passaggi che intercorrono tra il “cancello” dell’azienda agricola e il punto di vendita dove si registra l’acquisto finale risultano più numerosi. In quest’ultimo caso, sempre su 100 euro di spesa sostenuta dal consumatore, all’azienda agricola rimane un utile netto di 40 centesimi di euro, mentre 2,3 euro vanno a remunerare la fase industriale e quasi 11 euro quella del commercio. Sia nella filiera dei prodotti freschi inviati direttamente al consumo sia per quelli trasformati risulta pertanto evidente, dall’elaborazione della catena del valore ISMEA, come il mercato non riesca, da solo, a garantire margini adeguati alle imprese agricole, la cui redditività risulta schiacciata degli operatori a valle (trade) e a monte (fornitori di mezzi tecnici e di servizi bancari e assicurativi ecc.). IL BILANCIO 2013 PER L’AGRICOLTURA E L’INDUSTRIA ALIMENTARE Il 2013 chiude un’annata agraria segnata dalle ricadute del maltempo su alcune coltivazioni e dalla prolungata fase recessiva dell’economia italiana con le sue pesanti ripercussioni sui consumi alimentari delle famiglie. L’anno scorso sono state quasi 33 mila le aziende agricole che hanno chiuso i battenti in Italia (il 4% in meno sul 2012), con un tasso di mortalità più elevato nelle aree del Nord Est (-5,5%). Nell’ultimo quinquennio si è registrata la perdita di quasi l’11% di aziende. Il processo di ridimensionamento che interessa il sistema agricolo - emerso dalle elaborazioni Movimprese di Unioncamere e InfoCamere - è comunque almeno in parte da ricondurre alla crescita dimensionale delle imprese, segno evidente di un processo di modernizzazione del settore primario verso modelli di impresa più competitivi. Sulla ripresa del settore agricolo, che ancora sconta una scarsa propensione all’export, pesano l’andamento negativo dei consumi alimentari domestici, un rapporto troppo debole con gli attori a valle della filiera alimentare e un accesso al credito ancora difficile. L’industria alimentare sembra ancora una volta reggere meglio degli altri settori all’urto della crisi. La produzione dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco ha registrato, nell’ultimo trimestre dell’anno, un incremento del 2,5% su base congiunturale, e del 2,9% su base tendenziale, mostrando una performance migliore rispetto al settore manifatturiero nel suo complesso, la cui evoluzione positiva risulta decisamente più debole (rispettivamente +0,8% nel confronto con il trimestre precedente e +0,6% rispetto all’ultimo trimestre 2012). Anche i dati Movimprese sull’industria alimentare rilevano una crescita del numero di imprese dell’1,2% su base annua, corrispondenti a 802 aziende in più rispetto al 2012. nuova agricoltura Cambia l’anagrafe delle imprese agricole, presto un nuovo sistema informativo regionale Con delibera di Giunta dello scorso 13 marzo la Regione Lombardia ha avviato un iter procedurale che porterà ad istituire una nuova disciplina dell’anagrafe regionale delle aziende agricole. Il provvedimento definisce le linee guida per la gestione del nuovo sistema informativo dell’agricoltura. In particolare, vengono ristabilite le modalità di gestione, raccolta e inserimento delle informazioni nel Fascicolo Aziendale Digitale. “Si tratta di una forte spinta verso la semplificazione”, ha commentato l’assessore Fava, “che ricadrà in maniera concreta su tutti i soggetti che utilizzano il Sistema informativo dell’agricoltura: agricoltori, enti pubblici, centri di assistenza agricola, professionisti, soggetti privati non esercenti attività agricola”. Il nuovo sistema permetterà di tenere conto, allo stesso tempo, “delle informazioni previste dalla normativa regionale, statale e comunitaria per la gestione degli aiuti alle imprese; della cooperazione applicativa tra banche dati pubbliche, necessaria per semplificare gli adempimenti amministrativi; della volontà di ampliarne i contenuti informativi per la realizzazione di sempre maggiori servizi a supporto delle imprese”. Agriturismo distinzioni da fare e da tutelare (da Lombardia Verde) Il mancato rispetto delle regole da parte di alcuni imprenditori ha contribuito a produrre quei fenomeni di concorrenza sleale, che tanti danni ha prodotto al sistema economico italiano. E il comparto agrituristico non fa eccezione. Con qualche scusante, in questo caso, attribuibile alla crescita impetuosa di un settore ancora “giovane”, in cui alcuni vincoli vanno ancora precisati. In questo quadro si muove la comunicazione che la Direzione Agricoltura di Regione Lombardia ha diramato su uno degli aspetti più “caldi” dell’attività agrituristica, la somministrazione di pasti e bevande, che in alcuni casi è stata fonte di criticità o errata interpretazione. In particolare, sono state esaminate le fattispecie del catering e del banqueting, nelle quali si configura l’outsourcing di un processo aziendale che, lungi dall’essere marginale, rappresenta invece uno degli elementi più caratterizzanti dell’attività agrituristica. In contrasto con quanto stabilito dal regolamento regionale n. 4/08 applicativo del titolo X della L.R. 31/2008, che prescrive l’utilizzo dei prodotti propri in percentuali stabilite e lo svolgimento diretto della somministrazione da parte del titolare dell’attività agricola connessa, all’interno dei locali dall’azienda agrituristica. Un’eccezione è possibile solo quando l’attività di banqueting sia svolta “a completamento” di un servizio principale svolto dall’imprenditore, come ad esempio un piccolo rinfresco a margine di un convegno, e a titolo gratuito. La nota della Dire- zione, interamente visionabile nella sezione Agriturismi del sito www.agricoltura. regione.lombardia.it, definisce nel dettaglio anche i vincoli per lo svolgimento di attività di catering o banqueting nel caso di “messa a disposizione di spazi propri”, per eventi quali celebrazioni di vario tipo (ricorrenze, matrimoni, ecc.). Queste non sono generalmente consentite né all’interno degli spazi agricoli, dove ai sensi della normativa urbanistica (l.r. 12/2005) si devono svolgere solo le attività caratteristiche dell’impresa agricola, né all’interno degli spazi agrituristici, non utilizzabili per scopi che non siano quelli previsti nel certificato di connessione, anche nei periodi di chiusura dell’attività. Tuttavia, qualche sporadica eccezione è consentita, purché sia svolta in modo saltuario e, in questo caso, il reddito derivante sarà fiscalmente assimilabile ai “redditi diversi”. È chiaro che il rispetto delle regole da parte di tutti è un prerequisito per affrontare una fase di ulteriore crescita e a questa esigenza risponde il piano dei controlli da parte degli enti preposti, che prosegue speditamente su tutto il territorio nazionale. Molte sono infatti le potenzialità ancora inespresse del settore che, nonostante il periodo di crisi, mostra segni di grande vitalità e chiuderà il 2012 in sostanziale “tenuta”. Anche se non sono ancora disponibili dati definitivi, gli agriturismi paiono aver risentito decisamente meno di altre strutture ricettive del calo generalizzato di turisti italiani e stranieri. E soprattutto nei confronti dei turisti stra- nieri, che costituiscono una buona fetta della clientela con circa il 40% di presenze annuali, assume particolare importanza il progetto di classificazione delle strutture secondo principi comuni, ormai giunto quasi a compimento con l’approvazione del tassello mancante: il marchio nazionale. Si è trattato dell’ultimo atto formale dell’Osservatorio nazionale dell’agriturismo, prima della chiusura di questo tavolo misto le cui competenze sono state trasferite direttamente al Ministero. il nuovo marchio nazionale L’iter si è concluso con l’approvazione definitiva da parte della Conferenza StatoRegioni, nel corso di una recente riunione. Il nuovo marchio, elaborato da Ismea, è risultato il prescelto tra varie proposte sottoposte al vaglio di un’ampia platea nell’ambito di una ricerca di mercato e contiene, insieme ai colori della bandiera italiana, il simbolo dei girasoli, i nuovi elementi qualificanti della futura classificazione. Il nuovo simbolo grafico è stato poi presentato a dicembre ai rappresentanti di Province e Comunità montane presenti ai tavoli tecnici e istituzionali coordinati da Regione Lombardia, che hanno valutato tempi e modi della sua applicazione. Il passaggio al nuovo marchio sarà progressivo, su un arco temporale previsto in circa un triennio. Devono ancora essere messe a punto da ogni Regione, infatti, le eventuali modifiche da apportare ai criteri generali di classificazione in base alle varie specificità territoriali, mentre a Ismea compete la formulazione del manuale di immagine coordinata per la corretta utilizzazione del logo. Nella fase transitoria, la proposta della DG Agricoltura è quella di far coesistere vecchio e nuovo marchio, per poi adottare il nuovo in via esclusiva dopo opportuni confronti con le organizzazioni professionali e le istituzioni. 09 nuova agricoltura Il formaggio Strachitunt è Dop. Salgono a 261 le produzioni certificate italiane Lo “Strachitunt”, formaggio erborinato a latte intero crudo di vacca, prodotto in provincia di Bergamo, nell’area che comprende i comuni di Taleggio, Vedeseta, Gerosa e Blello è diventato Dop. È stato infatti pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il Regolamento di esecuzione (Ue) per la sua iscrizione nel registro europeo delle Dop e Igp. Salgono così a 261 le denominazioni italiane di qualità riconosciute in ambito comunitario. L’Italian conferma così ulteriormente il primato che da anni in Europa riguardo a prodotti Dop e Igp. Etichettatura carni, Cia: «Trasparenza per consumatori e produttori» La Confederazione sottolinea: «Tre prosciutti su quattro sono stranieri e il consumatore non lo sa perché l’origine non è evidenziata in etichetta, salvo per le Dop». L’etichettatura d’origine delle carni anche trasformate non può essere un optional. Deve, invece, essere un obbligo per consentire ai consumatori di scegliere in modo consapevole e agli allevatori di difendere e valorizzare le loro produzioni di qualità. Lo sostiene la Cia, Confederazione italiana agricoltori, in merito alle dichiarazioni del commissario Ue alla Salute Tonio Borg. «La trasparenza, quindi, è una scelta che non ha alternative - sottolinea la Confederazione in una nota -. Del resto, anche per quanto riguarda i problemi operativi e gli adeguamenti della catena alimentare non pensiamo che, ad esempio, etichettare un prosciutto crudo o cotto comporti grandi maggiorazioni di costo. Oltretutto, basta considerare che proprio tre prosciutti su quattro sono stranieri e il consumatore non ne è a conoscenza, in quanto l’origine non è assolutamente evidenziata in etichetta, salvo per le Dop. Ecco perché, come indicato anche dal Parlamento europeo, bisogna arrivare - conclude la Cia- all’etichettatura d’origine di tutte le carni, sia fresche che trasformate”. DI COMO - LECCO - SONDRIO SEMENTI - ANTIPARASSITARI - CONCIMI MANGIMI - CARBURANTI - MACCHINE - RICAMBI - ASSICURAZIONI GIARDINAGGIO - ALIMENTI PER ANIMALI AFFETTIVI Uffici – Magazzini – Officina Ricambi – Deposito carburanti – Essicatoio – Stoccaggio cereali: Via Lombardia, 2 (S.P. 23) – Faloppio (COMO) Tel. 031 991500 Fax 031 987801 Consorzio Assicura: Via Manzoni, 19 – Montano Lucino (COMO) Tel. 031 476311 Fax 031 471645 Via Milano, 47 – Cantù (COMO) Tel. 031 70934 Fax 031 712583 Via Lombardia, 2 (S.P. 23) – Faloppio (COMO) Tel. 031 987484 10 nuova agricoltura PepsiCo dichiara ‘tolleranza zero’ al land grabbing La campagna Scopri il Marchio convince l’azienda ad impegnarsi contro l’accaparramento delle terre nelle proprie filiere PepsiCo, la seconda più grande azienda di food & beverage al mondo ha annunciato di volersi impegnare ad adottare un piano per fermare l’accaparramento di terre nella propria filiera produttiva. L’annuncio arriva dopo che oltre 272.000 consumatori hanno firmato l’appello e preso parte a iniziative organizzate dalla campagna “Scopri il marchio”, volta a convincere i colossi dell’alimentare a rispettare i diritti sulla terra delle comunità locali. PepsiCo effettuerà valutazioni sociali e ambientali lungo tutta la filiera produttiva partendo dal Brasile entro la fine del 2014, per proseguire con Messico, Tailandia e Filippine. Il Brasile è il principale paese fornitore di zucchero dell’azienda. L’impegno di PepsiCo arriva dopo quello di Coca-Cola Company del novembre 2013. L’altra azienda target della campagna, Associated British Food (ABF) ha di recente adottato politiche che prescrivono la necessità di ottenere un consenso libero, preventivo e informato delle comunità coinvolte in operazioni di compravendita della terra. “La seconda azienda alimentare al mondo, Pepsi Co, ha deciso oggi di usare tutta la propria influenza per dire basta al furto della terra lungo la propria filiera produttiva, e questo grazie al potere dei consumatori che si dimostra oggi ancora più grande. PepsiCo dichiara ‘tolleranza zero’ al land grabbing. Tra gli impegni che PepsiCo ha preso: 1. L’adozione del principio del consenso libero, preventivo e informato nelle sue compravendite di terra; 2. La pubblicazione dei principali paesi e fornitori di olio da palma, soia e canna da zucchero; 3. La conduzione e la pubblicazione di valutazioni sociali e ambientali indipendenti nei 4 principali paesi da cui si rifornisce in America latina e Asia; 4. La futura collaborazione con governi e enti internazionali per sostenere pratiche responsabili di gestione dei diritti fondiari; 5. Il lavoro a fianco dei propri fornitori per venire incontro alle preoccupazioni delle comunità. Quali regole per la vendita di olio al consumatore finale? L’obbligo di vendere il proprio olio confezionato, non “sfuso”, al consumatore finale risale a una decina di anni fa, più precisamente sulla base del regolamento 1019/2002. Dal 1 gennaio 2014 è entrato in vigore l’obbligo, anche per gli olivicoltori, di iscriversi al registro Sian e di registrare le operazioni di carico e scarico dell’olio. Entro fine anno, inoltre, entreranno in vigore altre normative riguardati l’etichettatura che obbligano a porre tutte le indicazioni nello stesso campo visivo, di una dimensione minima dei caratteri di 1,2 millimetri e dell’indicazione obbligatoria di conservare in luogo asciutto e al riparo da luce e fonti di calore. Se si vuole imbottigliare nella propria azienda occorrerà disporre di un locale a norma delle regole igenicosanitarie, fare la comunicazione di inizio attività e quindi si potrà procedere all’imbottigliamento. In caso non si vo- glia assoggettarsi a questa procedura si potrà far imbottigliare dal frantoio e ritirare le bottiglie, in questo caso non serviranno le pratiche sopra descritte ma solo un locale di stoccaggio adeguatamente climatizzato per poter conservare al meglio l’olio. E’ l’olivicoltore ad assumersi la responsabilità di imbottigliare secondo la denominazione commerciale corrispondente alla qualità del prodotto (extra vergine, vergine...). Non sono richieste quindi analisi obbligatorie ma, soprattutto se si ha poca esperienza di assaggio e in genere di olio, può essere molto utile eseguire un’analisi chimica almeno sui parametri principali (acidità, perossidi, spettrofotometria, cere e etil esteri) e un panel test che confermi la classificazione commerciale. ‘Credito Adesso’ sostiene Latteria Sociale Valtellina La Latteria Sociale Valtellina è la prima beneficiaria nel settore agroindustriale della nuova edizione di ‘Credito Adesso’, la linea di credito agevolata messa in campo dalla Regione Lombardia e Finlombarda Spa, per soddisfare il fabbisogno di capitale circolante delle Micro, piccole e medie imprese lombarde. L’intervento concesso alla cooperativa, nata nel 1969, si aggira intorno ai 750.000 euro (importo massimo finanziabile per le medie imprese) e, grazie al contributo in conto interessi di Regione Lombardia, il costo del finanziamento sarà scontato del 3 per cento, come previsto per le imprese della provincia di Sondrio e Lecco interessate dalla chiusura della Strada Statale 36. La Latteria Sociale Valtellina è una delle cooperative di riferimento nella provincia di Sondrio. Conta oltre 150 soci (dei quali 120 sono conferenti) e lavora, ogni anno, 33,5 milioni di litri di latte vaccino proveniente dalle aziende agricole della Bassa e media Valtellina, Valchiavenna e Alto Lario. La cooperativa è, inoltre, il primo produttore/stagionatore del Valtellina Casera Dop (pari a 120.000 forme) e del Bitto Dop (9.000 forme stagionate e commercializzate). Circa il 3-4 per cento del latte raccolto è caprino. Il fatturato è di circa 30 milioni di euro. 11 nuova agricoltura Delega fiscale, il programma di riforma del Fisco italiano D alla riforma del Catasto al riordino dei regimi fiscali e della disciplina IVA, dalla regolamentazione dell’abuso del diritto al rafforzamento della lotta all’evasione, tutte le riforme che il Governo dovrà mettere in campo per attuare quanto previsto dalla Legge Delega fiscale. A distanza di quasi due anni dall’approvazione del disegno di legge, dopo un tormentato iter parlamentare, la Delega fiscale è finalmente divenuta legge. Si tratta della Legge n. 23 dell’11 marzo 2014, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 2014 e che entrerà in vigore dal prossimo 27 marzo. La legge delega il Governo ad emanare disposizioni che consentano una riforma del sistema fiscale, per renderlo “più equo, trasparente e orientato alla crescita”, in particolare attraverso: • la riforma del Catasto, con determinazione della rendita catastale in base ai metri quadrati in luogo del numero dei vani; • il rafforzamento della lotta all’evasione; • la regolazione dell’abuso del diritto; • la revisione ed il riordino dei regimi fiscali; • l’introduzione della nuova Imposta sul Reddito Imprenditoriale (IRI); • la revisione del contenzioso tributario; • la razionalizzazione dell’Iva, con un ritocco ai regimi speciali Iva e all’Iva di gruppo. Il Governo è delegato ad attuare la riforma del sistema fiscale adottando una serie di Decreti Legislativi entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della Legge Delega stessa, di cui almeno uno entro i primi 4 mesi. La riforma del Catasto Uno dei punti centrali delle riforma del sistema fiscale che il Governo dovrà attuare è sicuramente la rifor- 12 ma del Catasto, attesa da tempo per rendere più equa la determinazione della rendita catastale degli immobili grazie all’utilizzo dei metri quadrati come base di riferimento per il calcolo, anziché il numero di vani. In particolare, verranno rideterminate le destinazioni d’uso catastali, distinguendole in ordinarie e speciali Il valore patrimoniale medio ordinario sarà determinato: • per le unità immobiliari a destinazione catastale ordinaria, mediante un processo estimativo che si basa sui metri quadrati dell’immobile ed utilizza funzioni statistiche che esprimono la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale anche all’interno di uno stesso Comune; • per le unità immobiliari a destinazione catastale speciale, mediante un processo estimativo che si basa su procedimenti standardizzati di stima diretta; se non è possibile fare riferimento ai valori di mercato, si utilizza il criterio del costo per gli immobili a carattere prevalentemente strumentale, oppure il criterio reddituale per gli immobili per i quali la redditività costituisce l’aspetto prevalente. La rendita media ordinaria sarà determinata mediante un processo estimativo che utilizza funzioni statistiche idonee ad esprimere la relazione tra i redditi da locazione medi, la localizzazione e le caratteristiche edilizie per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale, qualora sussistano dati consolidati nel mercato delle locazioni; qualora, invece, non vi sia un consolidato mercato delle locazioni, si applicano ai valori patrimoniali specifici saggi di redditività desumibili dal mercato nel triennio antecedente l’anno di entrata in vigore del decreto legislativo in esame. Saranno poi previsti meccanismi di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite delle unità immobiliari urbane, in relazione alla modificazione delle condizioni del mercato di riferimento. Per le unità immobiliari di interesse storico o artistico, saranno previste adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario e della rendita media ordinaria, che tengano conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione è del complesso dei vincoli legislativi alla destinazione, all’utilizzo, alla circolazione giuridica e al restauro. Il riordino dei regimi fiscali Il Governo dovrà effettuare la revisione ed il riordino dei regimi fiscali per eliminare complessità superflue, semplificare gli adempimenti, razionalizzare le aliquote ed accorpare o sopprimere particolari fattispecie. Sarà istituita un’imposta unica, l’IRI (Imposta sul Reddito Imprenditoriale), a cui potrà essere assoggettato sia il reddito d’impresa o di lavoro autonomo ora soggetto ad IRPEF, sia il reddito d’impresa ora soggetto ad IRES, al fine di assimilare il trattamento fiscale dei redditi d’impresa o di lavoro autonomo dei soggetti passivi IRPEF a quelli d’impresa dei soggetti passivi IRES. E’ previsto un restyling dei regimi speciali IVA e dell’IVA di gruppo, in modo tale da recepire le norme della direttiva comunitaria 2006/112/CE. Il Governo è, inoltre, delegato ad introdurre norme per la revisione di altre imposte indirette, come le imposte sulla produzione e sui consumi, le imposte di registro, di bollo, ipotecarie e catastali e le altre imposte di trascrizione e di trasferimento, le imposte sulle concessioni governative, sulle assicurazioni e sugli intrattenimenti. nuova agricoltura Decreto lavoro in Gazzetta, da oggi apprendistato più scontato per le imprese L’apprendistato da oggi diviene ancora più conveniente per le imprese grazie all’abbattimento dei vincoli introdotti dalla Legge Fornero E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 66 di ieri 20 marzo il D.L. n. 34 del 20.03.2014 contenente “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”. Si tratta del Decreto legge sul lavoro approvato dal Consiglio dei Ministri del 12 marzo. Il decreto, che entra in vigore da oggi, cancella alcune delle rigidità introdotte dalla legge Fornero (Legge n. 92/2012). Tra le principali novità, sale da 12 a 36 mesi la durata del rapporto a tempo determinato che non necessita dell’in- dicazione della causale da parte del datore di lavoro e il contratto si potrà prorogare fino a un massimo di otto volte entro il limite dei 36 mesi, a condizione che le proroghe si riferiscano alle stesse mansioni. Con riguardo all’apprendistato, l’impresa che assume un apprendista beneficia di un forte «sconto»: dovrà corrispondere il 100% delle ore di lavoro svolte e il 35% del monte ore complessivo di formazione, fatta salva l’autonomia della contrattazione collettiva. Viene meno l’obbligo di assunzione di una quota di apprendisti, al termine del percorso formativo, come condizione per poter ricorrere a nuovi apprendisti. Tasi, Agrinsieme: dal Governo segnale importante per le imprese agricole Il decreto legge conferma l’esclusione dei terreni agricoli dalla nuova imposta. Agrinsieme (il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari) ha accolto positivamente le modifiche alla disciplina Tasi introdotte con il decreto legge approvato recentemente dal Governo, che confermano l’esclusione dei terreni agricoli dalla nuova imposta sui servizi indivisibili. Le istanze di esclusione dall’imposta, più volte rappresentate da Agrinsieme, sono state accolte, anche per quanto riguarda le aree edificabili coltivate da Imprenditori a titolo principale (Iap) e Coltivatori diretti che, opportunamente, vengono considerate alla stregua dei terreni agricoli in applicazione dello stesso principio valevole ai fini dell’Imu. “Dal Governo -commenta il coordinatore di Agrinsieme Mario Guidi- è arrivato un primo segnale importante nella direzione di una stabilizzazione della fiscalità sui beni produttivi, in- dispensabili all’attività di un’impresa agricola. In questo senso ci attendiamo risposte concrete anche per i fabbricati rurali strumentali che la nuova Tasi sottopone a tassazione”. “Agrinsieme -prosegue Mario Guidiinvita il Governo a porre attenzione sulla semplificazione degli adempimenti per il pagamento delle imposte, in modo da evitare il caos venutosi a creare per il pagamento della miniImu di gennaio”. 13 nuova agricoltura AFFITTI 2014, TUTTE LE NOVITÀ STOP AI PAGAMENTI IN CONTANTI Con la Legge di Stabilità 2014, fra le varie novità a carico dei contribuenti italiani, è previsto anche l’obbligo del pagamento in contanti dei canoni di locazione a uso abitativo a partire dall’1 gennaio 2014. In un primo momento gli affitti dovevano dunque essere pagati con modalità tracciabili: versamenti su conto corrente, bonifici, carte di credito o assegni. La norma si applicava solo alle abitazioni ed escludeva alloggi di edilizia residenziale pubblica, gli immobili per uso commerciale, box, cantine e posti auto. Per negozi, uffici e capannoni l’obbligo di usare assegni e bonifici continuava a scattare dai 1.000 euro in su. Con nota n. 10492 del 05/02/2014 il Ministero Economia e finanze, Dipartimento del Tesoro, ha precisato che tutti i pagamenti dei canoni di locazione, abitativi e non, sotto soglia dei 1.000 euro possono essere effettuati in contanti e che nessuna sanzione sarà irrogata a chi a partire dal 1 gennaio 2014 avesse provveduto ad effettuare il pagamento del canone ricorrendo a metodi di pagamento non tracciabili. Sanzioni - Quelle previste in materia di antiriciclaggio: sanzioni che vanno da un minimo dell’1% fino a un massimo del 40% della somma versata in contanti, con minimo 3.000 euro. Dal 24 gennaio l’obbligo di allegare l’Attestato di prestazione energetica (Ape) in originale al nuovo contratto di locazione viene eliminato per le singole unità immobiliari (resta in vigore solo per le locazioni di interi edifici e per i trasferimenti a titolo oneroso). Da quest’anno quindi rimane l’obbligo per il conduttore di avere l’attestato di prestazione energetica, di metterlo a disposizione dell’inquilino, ma lo stesso non dovrà più essere allegato al contratto di locazione. Sarà sufficiente inserire nel contratto una clausola nella quale il conduttore dichiara “di aver ricevuto le informazioni e la documentazione in ordine all’attestazione della prestazione energetica dell’edificio”. FINANZIAMENTI E CONTRIBUTI CAMERALI E/O COFINANZIATI DALLA REGIONE Bando per l’erogazione di contributi alle PMI agricole e agli aspiranti imprenditori La Camera di Commercio di Como, nell’ambito delle iniziative finalizzate a sostenere il sistema economico locale, promuove il seguente bando a sostegno della nuova imprenditoria agricola, avente sede o unità operativa in provincia di Como. Le agevolazioni consistono in un contributo a fondo perduto calcolato sul 40% delle spese ammesse, fino ad un valore massimo di 10.000 euro per azienda. Inoltre sono previste premialità per gli imprenditori under 40, le idee più originali ed innovative e l’ubicazione dell’azienda nell’aree di competenza delle Comunità montane lariane. Al bando possono partecipare le PMI agricole attive dal 1^ gennaio 2014 e gli aspiranti imprenditori agricoli. Termine ultimo di presentazione delle domande: 20 aprile 2014 Per info: http://www.co.camcom.gov.it/Tool/Finanziamenti/Single/view_html?id_appointment=1311 Vendo Terreno agricolo di mq 16.000 con annesso capannone di mq 1.200 per uso agricolo e villetta di mq 220 in comune di Rogeno (LC). Per informazioni telefonare al n. 3315837385 ore serali dopo le 19.00 Vendo Disopercolatrice: 3000 euro - Banco per disopercolatrice: 400 euro Smielatrice a paniere(n. 4): 3000 euro 150 melari con telaini filati e con foglio cereo; 20 euro Pompa nuova: 1500 euro - Filtro da miele nuovo: 2800 euro Carrello alza-api + rampa da carico per camion: 2500 euro Chiamare Saggin Fiorenzo n. 3396681344 Provincia di Varese 14 nuova agricoltura CCIAA DI LECCO, OCCHIO AI FURBETTI! Sono state numerose le segnalazioni giunte alla Camera di Commercio di Lecco da parte di diverse imprese e aziende del territorio che lamentavano il fatto di aver ricevuto da non ben identificati enti, organismi e organizzazioni richieste di pagamento per l’iscrizione in Registri. “Si tratta di proposte commerciali a soli fini ‘pubblicitari’, che non hanno alcun collegamento con gli adempimenti e i servizi per le imprese forniti dal Registro Imprese e da altri Uffici della Camera - spiegano dall’ente di camerale - Tali richieste e indagini sono assolutamente estranee alle funzioni e alle competenze istituzionali della Camera di Commercio di Lecco e si invita pertanto a non dare alcun seguito, segnalando invece il fenomeno ai seguenti Uffici camerali: Ufficio Registro Imprese e-mail registro.imprese@ lc.camcom.it - Ufficio Diritto annuale e-mail [email protected] Ufficio Statistica e Osservatori e-mail [email protected]”. Torna “Per Corti e Cascine”. Domenica 18 maggio porte aperte nelle aziende agricole lombarde Domenica 18 maggio con la tradizionale giornata di “porte aperte” in 96 aziende regionali, distribuite lungo 14 itinerari nel territorio lombardo, sarà inaugurata la diciassettisima edizione di “PER CORTI E CASCINE”. La manifestazione, nata nel 1997 con l’obiettivo di avvicinare il pubblico all’agricoltura e far conoscere la qualità delle produzioni agricole, è da sempre organizzata e promossa dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) e da Turismo Verde Lombardia. Si articola all’interno di tre grandi aree (alta Lombardia, Lombardia orientale e occidentale) che identificano le peculiarità dei differenti territori della regione e la specificità delle produzioni. L’iniziativa coinvolge partner prestigiosi come la Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia, numerose Camere di Commercio territoriali e Amministrazioni Provinciali locali. Il programma della domenica d’apertura rispetterà fedelmente la tradizione: il pubblico avrà la possibilità di entrare nelle aziende agricole e agrituristiche, osservando da vicino le tecniche di produzione, di allevamento, di coltivazione di gestione di queste attività complesse e fondamentali per il ciclo produttivo nazionale. Gli agricoltori accompagneranno adulti e bambini in un percorso multisensoriale che permetterà di conoscere il cammino che fanno i prodotti che arrivano sulle nostre tavole e li metterà in contatto diretto con i luoghi, i gesti, i processi di trasformazione e la cultura dell’agricoltura moderna. Obiettivo principale di questa iniziativa è promuovere la conoscenza dei prodotti di fattoria, biologici e tradizionali, le loro varietà, la storia e l’identità territoriale che li caratterizza. Degustazioni e vendita diretta saranno quindi sempre presenti tra le attività che ogni azienda organizzerà per la giornata, secondo le proprie pecu- liarità produttive. I visitatori potranno così scoprire la qualità e la genuinità dei prodotti più tradizionali, come verdure, frutta, burro, formaggi, salumi, vino o conserve, ma anche di quelli più curiosi come la birra, il gelato, carni di bufalo o di struzzo. Non mancheranno i percorsi nella natura, i giochi, i laboratori e molte altre proposte divertenti per grandi e piccoli. Molte aziende che aderiscono alla manifestazione svolgono anche attività agrituristica. Chi lo desidera potrà, quindi, fermarsi per il pranzo o per la cena o trascorrere la notte negli agriturismi attrezzati per l’ospitalità. Per questo è consigliabile prenotare. Dopo la giornata “a porte aperte” del 18 maggio si svilupperà, tra la primavera e l’autunno, un ricco calendario di eventi culturali e gastronomici che coinvolgerà alternativamente le diverse province lombarde. Il programma completo di “Per Corti e Cascine” 2014, con l’elenco delle aziende aderenti, le attività proposte per domenica 18 maggio e il calendario degli appuntamenti per i mesi successivi, è disponibile sul sito: www. turismoverdelombardia.it Appuntamenti fino a giugno con i mercati contadini de “La Campagna nutre la Città” La Campagna Nutre la Città è il mercato contadino degli agricoltori lombardi associati alla Confederazione italiana agricoltori (Cia), nonché alle sue associazioni “La Spesa in Campagna” e “Donne in Campo Lombardia”. Si tratta di una vetrina delle produ- zioni agricole regionali dove è possibile trovare prodotti stagionali e di qualità, garantiti direttamente da chi li produce. Presso il mercato sarà possibile acquistare prodotti freschi e trasformati, sia biologici che tradizionali, segue a pag. 16 >> 15 nuova agricoltura << segue da pag. 15 come formaggi (vaccini, caprini e bufala), salumi, farine e prodotti da forno, frutta e verdura, miele e prodotti dell’alveare, vini, conserve varie, piante. Gli appuntamenti, organizzati da Cia Lombardia, La Spesa in Campagna e Donne in Campo Lombardia, si tengono a Milano, alternandosi in tre diverse location: Piazza Durante, Piazza Santa Maria del Suffragio e Complesso monumentale Chiesa Rossa - via San Domenico Savio, 3. In particolare le prossime date in calendario sono - Sabato 12 aprile, dalle ore 9 alle ore 14. Piazza Durante, Milano - Domenica 13 aprile, dalle 9 alle 18. Complesso monumentale ChiesaRossa, Via San Domenico Savio 3, Milano - Sabato 19 aprile, dalle ore 9 alle ore 14. Piazza S. Maria del Suffragio, Milano - Domenica 18 maggio, dalle 9 alle 18. Complesso monumentale ChiesaRossa, Via San Domenico Savio 3, Milano - Domenica 22 giugno, dalle 9 alle 18. Complesso Milleproroghe, nuovo rinvio per l’obbligo di revisione delle macchine agricole Slitta al 1° gennaio 2015 il termine per la revisione obbligatoria delle macchine agricole. È una delle disposizione previste dal decreto Milleproroghe (DL 150/2013), approvato dal Governo a fine anno, che ha modificato l’articolo 111 del codice della strada, rinviando di 6 mesi l’adozione del decreto in materia di revisione delle macchine agricole e di un anno l’inizio della revisione obbligatoria. Il nuovo articolo risulta quindi così formulato: “Al fine di garantire adeguati livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro e nella circolazione stradale, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con decreto da adottare entro e non oltre il 30 giugno 2014, dispone la revisione obbligatoria delle macchine agricole soggette ad immatricolazione a norma dell’articolo 110, al fine di accertarne lo stato di efficienza e la permanenza dei requisiti minimi di idoneità per la sicurezza della circolazione. Con il medesimo decreto è disposta, a far data dal 1° gennaio 2015, la revisione obbligatoria delle macchine agricole in circolazione soggette ad immatricolazione in ragione del relativo stato di vetustà e con precedenza per quelle immatricolate antecedentemente al 1° gennaio 2009, e sono stabiliti, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, i criteri, le modalità ed i contenuti della formazione professionale per il conseguimento dell’abilitazione all’uso delle macchine agricole, in attuazione di quanto disposto dall’articolo 73 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”. In buona sostanza il decreto legge 150/03, oltre a posticipare l’attuatività della revisione, sposta al 30 giugno 2014 il termine entro la quale il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti dovrà definire il decreto attuativo contenente le procedure, i tempi e le modalità delle revisioni nonché i criteri per l’accertamento dei requisiti minimi di idoneità per le macchine agricole in circolazione. Risparmio fino al 50% - RCA delle Macchine Agricole utilizzate per l’attività dell’Azienda (escluso conto terzi) al costo esclusivo di _ 78 annui con un massimale di _ 6.000.000. 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