Italian (Italy)

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[ CINQUEMINUTI CON EURISKO ]
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INSIGHT PER IL CAMBIAMENTO SOCIOCULTURALE
Una abilità che viene da lontano, dagli
scalpellini dell’Impero Romano, dagli
ebanisti del Rinascimento, dai tessitori
del Barocco, tutti capaci di suscitare
desideri di possesso nelle più ricche
corti d’Europa. Basta un giro nelle capitali per scoprire il meglio storico del
Made in Italy.
Quindi viviamo nel migliore dei Paesi,
dove insieme al sì suona l’eccellenza del
fare? Alt! I dati di ricerca conducono al
principio di realtà mentre sarebbe piacevole rimanere attaccati allo stivale come
a un biberon di lattemiele. Il fare italiano
è luci con parecchie ombre: è straordinaria qualità del cibo, bellezza del territorio, arte diffusa; ma anche scomodità e
disservizi, scarso rispetto dell’ambiente,
rischi e paure per le persone, debole
capacità di accogliere. Inoltre, e siamo al
punto più debole, il Made in Italy non è
ritenuto capace di valorizzarsi, di comunicare i suoi meravigliosi caratteri unici.
In sostanza, siamo innovativi e in grado
di inventare prodotti e esperienze inediti, ma scarsamente abili nel comunicarli,
nel valorizzare e nel portare i prodotti e
le esperienze ai mercati.
Le cause. Una fra molte: il deplorevole
eccesso di sfiducia in noi stessi. Riteniamo che la nostra cultura sia sublime arte
di arrangiarsi, ci consideriamo maestri
nell’approssimazione e nel compromesso, negando fiducia in noi stessi.
Volendo evitare la psicopatologia del
Made in Italy, può bastare l’esempio dell’Italian Wine e dell’Italian Food, troppo
spesso presentati come doni di natura,
invece di risultati di un lungo processo
produttivo con radici territoriali precise,
ma da cui si parte per sperimentare
L’ITALIA RESPIRA GRAZIE
ALL’EXPORT, AL MADE IN,
ALLA CAPACITÀ DI FARE,
PRODURRE, CREARE,
CONNETTERE, DETTAGLIARE
E RIFINIRE CON MAESTRIA.
SIAMO ABILI
(MA NON ALLARGHIAMOCI,
SMETTIAMOLA DI DEFINIRCI
GENI!) E SU ALCUNI
VERSANTI MOLTO
COMPETITIVI
SE NON IMBATTIBILI
innovazioni di particolare
rilevanza creativa. Manca
dunque la capacità e la determinazione di spiegare e raccontare le pratiche in modo da poterle far
percepire come modalità oggettivabili,
per eventualmente misurarle negli indici
di customer e human satisfaction. Per
intenderci, Il Genius Loci non si può
misurare, mentre sarebbe auspicabile
che potesse tradursi in decostruzione
delle origini e dei percorsi, da quelli
materiali a quelli di patrimonio culturale.
In una enciclopedia delle produzioni,
che diventi mappatura dell’Italian Way
of Making. Perché i talk e i Masterchef
non bastano, e al limite possono essere
pericolosi. Occorrono le mappe, le cartografie, i capitolati quali testimonianza di
trasparenza e di unicità, in italiano e nelle tante lingue della torre di Babele.
Arrivando, ad esempio, a categorizzare
tra beni di produzione, beni di esperienza e beni di reputazione e credenza.
Il Genius Loci è un mistero meraviglioso,
ma occorre trovare la capacità e il coraggio di penetrarlo e svelarlo, rendendolo
decodificabile per i contemporanei, italiani, ma anche e soprattutto per chi italiano non è.
Diventa importante chiarire che cosa stia
dentro la qualità, il gusto, e le simbologie
del Made in Italy, nei prodotti e nelle
esperienze. Ma esiste un altro punto cruciale sul quale occorre riflettere. Il Genius
Loci non è una entità storicamente determinata e immutabile. E’ un carattere che
evolve, si adegua, intercettando i nuovi
desideri e bisogni nel cambiamento
socioculturale. Quello del Rinascimento
è ovviamente molto diverso da quello del
boom economico anni Sessanta.
Attenzione, questa entità è, e non può
che essere, contemporanea. Occorre
saper far evolvere e adeguare le pratiche, non tradendo le radici in modo da
renderle interpreti del nuovo.
segue a pagina 2
archivio Minoia
RIFONDIAMO
IL GENIUS LOCI
ITALIANO
numero 64 / ottobre 2014
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[ CINQUEMINUTI CON EURISKO ]
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OTTOBRE 2014
RIFONDIAMO IL GENIUS LOCI ITALIANO
segue da pagina 1
Possiamo ipotizzare che molte critiche al
Made in Italy (incapacità di raccontare i
prodotti e le esperienze) originino dalla
scarsa sensibilità al contemporaneo.
Che deve intendersi come pratiche di un
Italian Way of Living, Shopping, Eating,
Entertainment. Non dimenticando che il
Made in Italy è anche fatto di esperienze
( pensiamo ai viaggi, alle città d’arte, al
mare e ai monti, a tutto l’incoming dall’estero) da spiegare e sollecitare come
eventi inediti, non come luoghi in cui è
confortevole tornare come fossero comode pantofole. Considerando le esperienze come eventi che rifiutano il già visto e
il già vissuto e che se appena fanno
intravedere il “repeat” favoriscono la
fuga. In particolare fanno fuggire i trendsetter, segmento golden share per il
Made in Italy.
L’IMMAGINE DELL’ITALIA
IN 20 PAESI (2013)
Quindi? Come mettere a fuoco tutto
questo? Possiamo spudoratamente
rispondere: con le ricerche. Anche.
Ma in una politica delle culture e delle
pratiche censite e valorizzate nel nuovo
approccio. Occorre una nuova entità in
grado di collegare e consegnare queste
pratiche ai desideri e bisogni di “secondo tipo”, trasversalmente presenti nel
pubblico alla ricerca del bello e del buono, in tutti i continenti, anche in Africa.
L’Italia che respira grazie all’export,
potrebbe tornare a correre a pieni polmoni con un Made in Italy di secondo
livello, dal territorio alle esperienze che
si rinnovano evitando il rischio della
ripetizione.
In grado di promettere e portare qualità
del vivere nel mondo.
EUROPE
>
18 settembre 2014, Roma.
NOT EUROPEAN COUNTRIES
41
40
37
Bellezze naturali
Ottima cucina, gastronomia
33
35
Alta qualità dei prodotti locali
33
26
Buone caratteristiche "fisiche"
28
24
Buona qualità della vita
19
22
Buona accoglienza
23
20
L'alta qualità degli alberghi e ristoranti
20
17
Efficienza dei servizi turistici
25
13
Sicurezza per i turisti
Valori in percentuale
THE ITALIAN WAY
Giuseppe Minoia
Grande patrimonio artistico/culturale
Costo della vita accettabile
Questo e altro
dal seminario GfK Eurisko
12
9
21
16
13
Fonte: Indagine GfK Eurisko per Expo 2015 (2013)
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OTTOBRE 2014
OGGI PIÙ CHE MAI, IN UN CONTESTO DI CRESCENTE INDIVIDUALIZZAZIONE E ORIZZONTALITÀ TRA OFFERTA
E DOMANDA IN LOGICA 2.0, IL VALORE E IL SUCCESSO DI UN BRAND SI IDENTIFICANO SEMPRE DI PIÙ
NELLE RELAZIONI FORTI SVILUPPATE CON LE PERSONE, CON I CITTADINI, CON I CONSUMATORI-UTENTI.
DA QUI LA NECESSITÀ DI UN MODELLO PIÙ AGGIORNATO E ATTUALE DI BRAND EQUITY: GfK BRAND VIVO.
UN NUOVO APPROCCIO DI SUCCESSO PER RAFFORZARE LE RELAZIONI CHE CONTANO DAVVERO.
LA NUOVA
GENERAZIONE
DI BRAND TRACKING
Gestire i brand significa soprattutto
focalizzarsi sui consumatori
e sulle loro reali relazioni con i brand.
GfK Brand Vivo è il nuovo approccio
di Brand Tracking che usa l’intelligenza
relazionale, un criterio più valido
e sensibile per monitorare come i consumatori fanno
esperienza e si relazionano con i brand. Tutto ciò rivela
come le Brand Experience siano fondamentali nella
costruzione di relazioni che guidano i comportamenti futuri.
Il nuovo approccio usa le metafore della relazione umana
per esprimere le connessioni sociali ed emozionali,
in continua evoluzione, che i consumatori hanno
con i brand e per comprendere come le esperienze
con i brand creino relazioni che cambiano nel tempo.
Monitoriamo come e quanto le Brand Experience creano
Brand Connection e come si muovono nel tempo.
Grazie a questo metodo, le Aziende hanno l’opportunità
di ottimizzare il mix di relazioni forti, deboli e a rischio
che connotano il percorso evolutivo dei brand.
Il Sistema esplora in profondità il concetto di “Relazione”
per quantificare la Brand Equity Latente verso quella Attiva
e rivelare opportunità non sfruttate al fine di convertire
relazioni forti con il brand in azioni concrete (purchase,
usage, recommendation, … ).
Come
l’intelligenza
relazionale
costruisce
il successo
di un brand
GfK Brand Vivo è realmente consumer-centric.
Se l’obiettivo è quello di disporre di brand forti, bisogna
partire dalla profonda comprensione delle persone
e di come i brand si inseriscono e si integrano nelle loro vite.
Noi siamo “animali sociali”, con capacità di comunicazione
altamente sviluppate, e in molti casi le relazioni che
costruiamo con gli altri ci definiscono. Le interazioni
(connection) che stabiliamo con i nostri amici, colleghi,
familiari e conoscenti sono multidimensionali, dinamiche,
in continua evoluzione e modellate costantemente
dall’esperienza che facciamo del mondo.
Per monitorare queste “connection”/interazioni, abbiamo
creato un vero e proprio “radar relazionale” chiamato CBR
(Consumer Brand Relationship) che usa nove connessioni
chiave che i consumatori hanno con i brand e identifica ciò
che le guida. Il nostro approccio è un approccio intuitivo,
user-friendly sia lato consumatori sia lato professionisti
di marketing, che offre ricchezza qualitativa e precisione
quantitativa. In questo modo i manager, che valorizzano
queste dinamiche, avranno l’opportunità unica
di sviluppare e gestire con maggior successo il brand,
ottimizzando il “lifetime value” dei propri consumatori.
>
Per saperne di più
[email protected]
Translated and reprinted by permission of Harvard Business Publishing. This article was originally published under the English title,
“Unlock the Mysteries of Your Customer Relationships” by Jill Avery, Susan Fournier, and John Wittenbraker in the issue July/August 2014.
Copyright (c) 2014 by the Harvard Business Publishing Corporation; all rights reserved. This translation, Copyright (c) 2014 by the Harvard Business Publishing Corporation.
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[ CINQUEMINUTI CON EURISKO ]
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OTTOBRE 2014
SEMINARIO GfK EURISKO
MILANO 19 NOVEMBRE 2014
I MEDIA OGGI
archivio Minoia
LE DOMANDE CRUCIALI
LE RISPOSTE INDISPENSABILI
Segreteria organizzativa [email protected]
Per accrediti stampa [email protected]
GfK / IT SUL WEB
Q2 2014: UN MERCATO
ANCORA IN FLESSIONE
Risultati di GfK TEMAX® Italia
per il secondo trimestre 2014
Il mercato italiano dei Technical
Consumer Goods (TCG) chiude
in rosso anche il secondo trimestre
del 2014: con un fatturato
pari a 3,99 miliardi di euro registra
un trend, rispetto al medesimo
periodo dell’anno precedente,
nell’ordine del -4,9%.
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GfK LANCIA IL SERVIZIO
SUPPLY CHAIN
MANAGEMENT INSIGHT (SCMI)
L’intera Supply Chain IT
in un unico database
GfK lancia il servizio GfK Supply
Chain Management Insights,
una soluzione per soddisfare
le crescenti esigenze connesse alla
gestione a livello globale
di una filiera distributiva
end-to-end di prodotti IT
e Hi-Tech che comprende produttori,
distributori,
fornitori e canali di vendita
(vendita al dettaglio,
vendita on-line e reseller).
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www.gfk.com/it
THE ITALIANWAY
I valori distintivi
degli Italiani e del Made in Italy
Atti del seminario annuale svoltosi
a Milano il 10 luglio 2014
e a Roma il 18 settembre 2014.
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MEDIA ROOM
Un percorso che ci auguriamo
diventi presto familiare per i Media:
dalla homepage di www.gfk.com/it,
cliccando su NEWS ED EVENTI, quindi
su PRESS ROOM e successivamente
su PRESS RELEASES, si raggiunge
l’area dove vengono pubblicati
i nostri comunicati e le info utili.
In questo stesso spazio si trovano i
nostri prodotti editoriali Cinqueminuti
e Social Trends, compresi gli arretrati
delle diverse annate.
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Per maggiori informazioni e contatti stampa
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Capo Ufficio Stampa: Vitalba Paesano
>
MILANO
Via Monte Rosa, 15/17/19 - 20149 Milano Tel. + 39 02 43.809.1 Fax + 39 02 48.14.177
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ROMA
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Direttore responsabile Giuseppe Minoia
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