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27-02-2014
Comunicato Stampa n. 150
Comitato Verità e Vita
http://www.comitatoveritaevita.it
LEGGE 194 & LEGGE 40:
IL PONTE ABORTISTA CHE HA STREGATO
I PRO LIFE ITALIANI
Il decennale della legge 40 sulla fecondazione artificiale ha rilanciato il
dibattito pubblico sulla provetta, soprattutto nel mondo cattolico. Questa
ricorrenza coincide anche con i dieci anni dalla nascita del Comitato Verità e Vita.
Perché nacque Verità e Vita
Che cosa spinse numerose figure storiche del Movimento per la Vita Italiano
(MpV) a fondare una nuova piccola associazione pro life? E’ molto semplice: la
necessità di denunciare pubblicamente l’approvazione di una legge gravemente
ingiusta, che formalizzava la liceità della uccisione sistemica, ineluttabile e
massiva di esseri umani non ancora nati.
Verità e Vita nasceva dall’indignazione di constatare che mondo cattolico e
Movimento per la vita non subiva quella legge, ma la promuoveva politicamente
e moralmente. Risultato: in questi dieci anni il mondo cattolico e l’MpV hanno
difeso a spada tratta ogni giorno la legge 40/2004. E hanno difeso la
fecondazione artificiale nella sua versione omologa e “depurata” dai suoi aspetti
più clamorosamente odiosi, chiamandola con le stesse parole inventate
dall’antilingua abortista: procreazione assistita.
Un’odiosa censura che dura da dieci anni
Per dieci anni il mondo cattolico ufficiale ha messo la mordacchia a chi,
come Verità e Vita, denunciava l’ecatombe di embrioni provocata
consapevolmente da ogni fecondazione in provetta. Censura totale e senza pietà.
Aggravata dal ricorso abituale a notizie oggettivamente false. Il 16 febbraio
Assuntina Morresi, in un editoriale che rappresenta la linea di Avvenire, scrive fra
l’altro: “L’impianto della 40 è rimasto praticamente invariato in questi dieci anni.”
Qualunque giurista potrebbe dimostrare la falsità di questa affermazione. Quanto
al referendum del 2005, Verità e Vita fu la prima associazione pro life ad
annunciare la linea dell’astensione, che ci permise di non votare a favore di una
legge ingiusta, e nello stesso tempo di evitarne il peggioramento facendo
mancare il quorum.
Una “norma cattolica”
Il punto più basso di questa ecatombe della ragione, però, si misura sul
piano dottrinale. La stessa Morresi – membro del CNB, e studiosa autorevole alla
quale il mondo cattolico ha affidato il compito in questi anni di “garante” della
linea della CEI in bioetica – nel suo articolo scrive: “L’unica possibile norma
cattolica si tradurrebbe in un solo articolo per vietare la provetta”. Ora, il compito
del legislatore non è quello di redigere “norme cattoliche”, tanto più in una
società che si è secolarizzata. Il legislatore deve scrivere leggi giuste e abolire
leggi ingiuste. Una legge che permette di uccidere concepiti con l’aborto (la
194/1978); e una legge che permette di uccidere embrioni in misura di 9 su 10
prodotti con la fecondazione artificiale, omologa o eterologa che sia (legge
40/2004) sono evidentemente entrambe leggi gravemente ingiuste. Che cosa
c’entrano il catechismo e la fantomatica “norma cattolica”? Oltretutto, qualunque
interlocutore avrà buon gioco nell’accusare i pro life di confessionalismo e
ingerenza della Chiesa con lo stato.
Con la legge 40 aumentano i figli in provetta: che bello!
La conseguenza di questo stato confusionale etico viene certificato dalla
stessa Morresi, quando scrive trionfante: “non è stato impedito l’accesso a queste
tecniche, come paventato: sono sempre state aumentate le coppie che ne hanno
fruito”. Incredibile: siamo di fronte a una rappresentante del mondo cattolico e
della CEI che considera un bene che la legge consenta e favorisca la fivet. Ma
ogni ciclo in più comporta un aumento di embrioni eliminati. Non solo: la legge
40 è talmente “rimasta invariata nel suo impianto originario” da produrre 16.000
embrioni congelati, congelamento che la norma vietava.
Sia chiaro che qui il problema non è personale, non si risolve
colpevolizzando la professoressa Morresi. Scienza & Vita – espressione della CEI
– “celebra” i 10 anni della legge 40 senza dire una parola contro la fecondazione
artificiale sic et simpliciter. Stessa musica viene suonata dal Movimento per la
Vita e dal suo Presidente Carlo Casini, che ribadisce l’interpretazione “western”
della provetta: prima c’era il far west, poi è arrivata la legge 40. Nessuna parola
contro la fivet omologa, e rinvio ormai ossessivo richiamo a “Uno di Noi”. E c’è di
peggio: nel giorno in cui lo stato rende noti i numeri delle vittime della 194, l’MpV
invece di denunciare che in Italia ci sono 130 mila aborti, invita a “non parlare
solo di aborto”.
Che cos’è l’abortismo
Concludendo. Legge 40 e legge 194 sono espressione della medesima
radice: l’abortismo. Che cos’è l’abortismo? Esso consiste nel ritenere che la vita
del concepito deve essere subordinata alla volontà della donna. Essa consiste nel
ritenere che “non è possibile per legge obbligare una donna a partorire”. Molti in
casa cattolica commettono l’errore di pensare che l’abortista sia una persona
“favorevole all’aborto”, che lo vuole promuovere, favorire, diffondere. Uno a cui
“l’aborto piace”. E’ vero: purtroppo ci sono anche persone e organismi
internazionali di questo genere. Ma l’abortista “medio” è colui che vorrebbe
l’aborto non ci fosse: l’importante è che la legge garantisca il “diritto di scelta
delle donna”. Eccoci arrivati alla cultura pro choice.
E qui si deve essere chiari: una persona pro choice può militare da sempre
in un movimento ecclesiale, essere una persona eccezionale, essere un
consacrato, avere meriti morali enormi, essere un nostro amico: rimane un
abortista. Il Comitato Verità e Vita esiste da dieci anni anche per ricordare questa
oggettiva realtà. Senza la pretesa di giudicare nessuno, ma anche senza fare velo
alla verità.
Mario Palmaro
Il Comitato Verità e Vita è una Associazione aconfessionale e apartitica.
Ha iniziato la sua attività il 28 FEBBRAIO 2004 - a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 SULLA
FECONDAZIONE EXTRACORPOREA - con la presentazione del Manifesto-Appello “Una legge gravemente
ingiusta: la verità sulla fecondazione artificiale ‘in vitro’ ”.
Pubblica nel gennaio 2010 il Manifesto-Appello “Contro la legge sul testamento biologico. Contro ogni
eutanasia.”
Sede legale: Mura di Porta Massimo D'Azeglio, 4; 40136 Bologna (BO)
Corrispondenza: casella postale n. 383, Bologna centro
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