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FILT CGIL MANTOVA
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2015
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Abbiamo già scritto:
La redazione
La comunicazione è un elemento determinante
per la cooperazione ed un fattore di mediazione tra
la molteplicità di interessi che permeano il micro e
macrocosmo sociale. Il mondo del lavoro, sempre
più multiculturale, multicolore e ricco di interessi
particolari, utilizza un linguaggio che muove,
spesso, da vocabolari differenti che rendono
difficile conciliare punti di vista difformi e gli
obiettivi da raggiungere.
Abbiamo pensato ad Apeiron come ad uno spazio
informativo comune in cui le diverse
interpretazioni della realtà possano incontrarsi
spoglie da equivoci e malintesi.
Una sorta di terreno neutrale dove idee in
movimento si misurano e consolidano per
produrre azioni sindacali tangibili ed efficaci. Uno
spazio utile a creare momenti di riflessione e di
confronto propedeutici ad una attività sindacale
che, sapendo utilizzare un dizionario comune,
acquisisca
la
capacità
di
sottolineare
l’irrinunciabilità dei diritti legati al mondo del
lavoro.
Apeiron sintonizza pragmaticamente le attività
svolte nel territorio mantovano con le
rivendicazioni
più
ad
ampio
spettro
giustificandone le scelte di lotta.
@peiron non come semplice passaggio di
informazione, ma momento di identificazione, di
appartenenza, disamina del contesto sociale e del
momento politico in cui si esercitano le scelte
sindacali: una cornice che renda possibile la
cooperazione e che riesca a trasmettere “proclami”
ricchi soltanto di verità e di passione consapevole
e mai esitante, ma soprattutto condivisa.
Vogliamo ricreare quei contesti faccia a faccia che
negli ultimi anni sono scomparsi e che
assicuravano, mediante continue e immediate
iterazioni e riaggiustamenti, azioni più proprie.
Siamo reduci da un ventennio politico in cui il
mero ciarlare ha avuto la meglio sulle necessità
del popolo del lavoro che rappresentiamo.
Proclami privi di qualsiasi fondamento, ma che
hanno saputo creare aspettative e scenari che, alla
lunga si sono rivelati ben diversi da quelli
annunciati.
…muovono da quei bandi densi di verità stravolte
e da una comunicazione
irresponsabile e
bugiarda che, nel nostro piccolo, ma con grande
convinzione, vogliamo combattere per tenere
accesa la fiammella della speranza e la capacità e
la voglia di sognare ancora.
RED
Intervenire è possibile inviando una e.mail all’indirizzo
[email protected]
di Luigi Pace
L
a vera verità è un termine poco in uso nel
linguaggio filosofico.
Quotidianamente invece parliamo di verità e,
molto spesso, intendiamo alcune verità più vere di
altre: detto in altri termini tentiamo di misurare la
verità come se fosse una superfice o un volume.
Alètheia, verità: non nascosto, ossia in luce.
La verità è un processo di ricerca continuo, dinamico
che disvela e che pian piano elimina ciò che avvolge e
nasconde l’esistente, oggettivo e inconfutabile.
Presuppone inoltre la volontà di portare alla luce il
sapere, ciò che già di per se appare ed è
incontrovertibile.
La verità intesa dunque come processo dinamico e
continua ricerca, alla quale si tende e che prende
vigore negli spazi politici dove sono possibili: la
comunicazione e l’interazione ed esistono altresì le
condizioni del confronto e le occasioni per la disamina
oggettiva della realtà.
L’azione sindacale si prefigge, ed è obiettivo
prevalente, enfatizzare il valore etico e politico della
parola greca alétheia con l’aiuto di un linguaggio
condiviso capace di comunicare con passione e adatto
a trasmettere e determinare l’interiorizzazione dei
valori fondamentali che costituiscono le basi delle
associazioni dei lavoratori.
Un linguaggio condiviso e comune dicevo, per sentirsi
parte integrata di progetti comuni e per avere la calda
sensazione di trovarsi più a proprio agio dentro la vita
che velocemente scorre.
In una intervista, il capo della Direzione Antimafia di
Napoli Federico Cafiero De Raho ha affermato che
esiste una camorra del prima e del dopo Gomorra
(2006), il noto libro denuncia di Roberto Saviano. Una
affermazione forte data alla stampa subito dopo
l’arresto del capo dei casalesi Zagaria che sottolinea,
se ancora ce ne fosse bisogno, l’importanza che
assume la comunicazione nella presa di coscienza
dell’esistente e nella produzione delle conseguenti
azioni concrete.
La capacità di creare la realtà oggettiva, di porla in atto
e di dare vita alle cose mediante l’utilizzo del verbo, è
tipicamente umana.
Riappropriarsi degli spazi della comunicazione diventa
allora strategicamente indispensabile per ricreare,
riproporre e in solido porre in essere un’ etica che
abbia come imperativo categorico l’informazione
secondo verità.
Sembra banale ribadire questi concetti, ma gli
accadimenti ci dimostrano il contrario; infatti chi di
comunicazione se ne intende davvero, utilizza, sempre
più spesso, il messaggio-proclama inteso come
stravolgimento della verità a puri scopi elettorali e
imbonitori riuscendo addirittura a sacralizzarsi e
sopravvivere malgrado le continue inevitabili
sconfessioni.