fl nuovo volume di Guare-schi, Il destino si chiama Clo

Molteni, G.
UMORISTI
(FRATTINI – CAMPANILE – METZ – GUARESCHI)
da «L’Italia», 7 ottobre 1942, pag. 3.
Il nuovo volume di Guareschi, Il destino si chiama Clotilde, «romanzo d’amore e di avventura» (ed. Rizzoli), rappresenta
un passo avanti nella sua attività di scrittore perché, mentre riconferma le non comuni sue doti di umorismo, rivela anche una ricca fantasia, agile nel combinare un intreccio bizzarro e complicato.
La vicenda, narrata in uno stile gustosamente parodistico di certi vecchi romanzi d’amore e d’avventura, ci fa assistere alla eroicomica lotta tra la milionaria Clotilde Troll e lo squattrinato e aristocratico Filimario Dublè (senza un
soldo per la sua caparbietà di non voler ingoiare un bicchiere di olio di ricino, condizione dalla quale dipenderebbe la sua entrata in possesso di un’eredità di seicento milioni). Clotilde è innamorata di Filimario e vorrebbe farsi
sposare da lui; ma questi non vuol saperne. La ragazza ricorre a tutti gli stratagemmi per raggiungere il suo scopo, facendolo rapire, sequestrandolo su un isolotto oceanico, coinvolgendolo in un labirinto di guai nella speranza
di potersi poi fare sua soccorritrice e liberatrice; ma l’imperterrito Filimario riesce a sventare tutte le trame, a resistere a tutti gli assalti, a spezzare tutte le insidie. In ultimo, si capisce, – non per nulla «il destino si chiama Clotilde» – Clo e Fil si fidanzano e convolano a giuste nozze, anzi Clo persuade perfino Fil a ingurgitare l’odioso bicchiere d’olio e ad assicurarsi la pingue eredità.
Materia farsesca, tessuta su un tono caricaturale, senza troppo gravare la mano e con un certo garbo che rende
anche più divertente la lettura.
Bibliografia essenziale di Giovannino Guareschi - Archivio Guareschi - «Club dei Ventitré»
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