PREMESSA........................................................................................................................................................... 2 INTERVENTO IN PROGETTO .................................................................................................................................. 2 MATERIALE BIBLIOGRAFICO CONSULTATO ......................................................................................................... 2 SPECIFICHE INDAGINI GEOLOGICHE REALIZZATE................................................................................................. 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO .................................................................... 3 FORMAZIONI PRESENTI IN SITU, ASSETTO LITOSTRATIGRAFICO, STRUTTURA E CARATTERI FISICI DEL SOTTOSUOLO ....................................................................................................................................................... 4 ASSETTO GEOMORFOLOGICO............................................................................................................................... 5 IL QUADRO DEL DISSESTO ................................................................................................................................... 6 MODELLO GEOLOGICO - TECNICO............................................................................................................ 6 PREMESSA Intervento in progetto La presente relazione geologica si connette al progetto degli “Interventi sulla viabilità a seguito degli eventi meteorologici del mese di marzo 2011. S.P. 118 di Sciolze. Sistemazione del corpo stradale a seguito di frane dal km 0+000 al km 0+400.”. L’elaborato raccoglie le informazioni di carattere geologico, geomorfologico e idrogeologico per illustrare il contesto in cui s’inserirà l’intervento in progetto sotto il profilo geologico – tecnico e per proporre al progettista il modello geologico di cui al punto 6 del DM 14 gennaio 2008 d’approvazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni”. Materiale bibliografico consultato L’intervento in oggetto riguarda la SP 118 al km 0+400, in comune di Gassino T.se. Il materiale cartografico e bibliografico consultato per la compilazione del presente elaborato consiste nella cartografia storica (varie levate IGM) e tecnica (CTR sezioni 156070 e CTP elementi 156073), nella cartografia geologica (F. 56 Torino della CGI in scala 1:100.000 e F. n. 156 "Torino EST" della CARG al 50.000), negli strumenti di pianificazione sovraordinata (PAI dell’Autorità di Bacino del Fiume Po Parma e PTC della Provincia di Torino) nonché nelle Banche dati on line della Provincia di Torino, della regione Piemonte, dell’ARPA Piemonte. Inoltre, sono state consultate nonché impiegate per la proposta del modello litotecnico indagini geognostiche realizzate per conto dell’Area Viabilità in siti limitrofi all’area in esame e interessanti le stesse formazioni geologiche presenti presso il km 0+400 della Sp 118. Tali indagini sono state realizzate, tra dicembre 2008 e l’anno 2009, a supporto dei consolidamenti a seguito di due dissesti occorsi lungo la SP 122 in localià Bardassano, in testata del Bacino del Rio Gianasso. Specifiche indagini geologiche realizzate Al fine di caratterizzare l’area in esame, dal punto di vista geologico, la scrivente ha effettuato sopralluogo tecnico presso l’area in esame. Successivamente la Provincia di Torino ha ritenuto necessario procedere alla progettazione degli interventi d’urgenza, pertanto oltre a quanto rilevabile sul terreno sono stati forniti alla scrivente i seguenti dati: - rilievo topografico di dettaglio del tratto interessato dall’intervento, presso l’area in frana; - sondaggio geognostico a carotaggio continuo (della lunghezza di 15 m) con esecuzione di n. 2 prove SPT in foro. Il progettista ha fornito il rilievo topografico di dettaglio su cui effettuare le sezioni geologiche interpretative nonché il rapporto di prova illustrante la stratigrafia del sondaggio e la documentazione fotografica delle cassette catalogatrici delle carote ottenute nel corso del sondaggio. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO L’area d’intervento si trova, dal punto di vista geologico regionale, nell’ambito della “Collina di Torino”. Per “Collina di Torino” s’intendono i rilievi collinari, posti a SUD del PO tra Torino e Chivasso, impostati sulla successione stratigrafica d’ambiente marino di piattaforma, di scarpata e batiale. I processi sedimentari che hanno originato i depositi entro i quali s’imposta la Collina di Torino, sono sia concomitanti sia intervallati a movimenti tettonici, avvenuti dall’Eocene superiore al Miocene superiore. La successione sedimentaria che costituisce la Collina di Torino si estende dall’Eocene superiore al Messiniano. L’assetto geometrico della Collina di Torino è caratterizzato da anticlinali asimmetriche vergenti verso N – NW; oltre alle summenzionate deformazioni sin sedimentarie si riscontrano deformazioni con età prevalentemente post – messiniana. Lo schema strutturale proposto al F. 156 della CARG e riportato nella figura seguente illustra schematicamente quanto anzi descritto mostrando, grazie alla localizzazione sul medesimo dell’area in oggetto d’approfondimento, che l’intervento in progetto sarà realizzato in depositi ascrivibili al sintema I dell’Oligocene Burdigaliano p.p.. Inoltre, è possibile osservare che l’areale d’intervento è situato immediatamente a SUD della zona assiale dell’anticlinale principale (che va dal colle della Maddalena fino a Rivalba), sul fianco meridionale della predetta anticlinale. Lo stralcio di Carg F 156 individua l’immersione degli strati a SW e un lineamento strutturale diretto NNW – SSE. Schema strutturale della Collina di Torino da F. 156 CARG Formazioni presenti in situ, assetto litostratigrafico, struttura e caratteri fisici del sottosuolo Dal punto di vista litologico – strutturale, nell’intorno dell’area analizzata, si sono potute eseguire le seguenti osservazioni: la cartografia geologica indica il substrato appartenente alla Formazione di Antognola, membro marnoso – siltoso; le giaciture individuate presso l’area in esame in cartografia immergono a SW con inclinazioni di 20°; presso il sito in esame, il substrato non è affiorante ed è localizzato a profondità di – 4 m da piano stradale nel sondaggio eseguito; il substrato mostra, per quanto osservabile nelle indagini dirette, stratificazione mal distinta; sulle sezioni longitunali e immergenti nella direzione del movimento gli strati mostrano assetto geometrico sub orizzontale o deboli componenti d’immersione verso SW; sulla verticale del sondaggio realizzato al di sotto di un metro di materiale di riporto,si nota un livello potente circa 3 m di limi argillosi e argille limose di prevalente color nocciola e subordinati livelli limoso –sabbiosi ascrivibili alla formazione CSN 2b (silt e silt sabbiosi privi di stratificazione e debolmente alterati. Stralcio di CARG F 156 Assetto geomorfologico L’intervento in progetto si situa alla testata del bacino di terz’ordine del Rio Gianasso, presso il tratto di spartiacque diretto E – W. In particolare, l’intervento in progetto è situato ove il deflusso delle acque superficiali è organizzato per defluire verso la valle del Po, essendo il Rio Giannasso affluente di sinistra di terz’ordine del Rio Valle Maggiore. Focalizzando l’attenzione sulla localizzazione dell’intervento in progetto si nota che l’area in esame è situata intestata del bacino del Rio Gianasso, ove l’idrografia non è ancora organizzata e gerarchizzata e il deflusso delle acque superficiali avviene per ruscellamento diffuso sui versanti e per attivazione intermittente degli impluvi discontinui segnati con la linea tratteggiata nella figura “Idrografia superficiale”. La corretta regimazione delle acque superficiali gioca un ruolo importante per la stabilità del tratto di versante analizzato. Il quadro del dissesto Dalla consultazione del Piano di Bacino e delle Banca dati on – line della Provincia di Torino e dell’Arpa Piemonte si nota che l’area interessata non corrisponde ad una zona già perimetrata in dissesto al Piano di Bacino e al Progetto IFFI. Tuttavia l’area in esame è stata oggetto tra dicembre 2008 e marzo 2012 di diversi dissesti interessanti la viabilità in particolare cedimenti di sottoscarpa al km 0+400 della Sp 118 e da due dissesti in località Bardassano. Si ritiene utile integrare il quadro del dissesto proposto in bibliografia come da figura seguente. Da quanto rilevato post evento a dicembre 2008 e aprile 2009 si propone la seguente integrazione del quadro del dissesto presso l’area in esame: corpo frana roto – traslazionale posto in testata del rio Giannasso tra km 31+700 e km 31+800; dissesto puntuale classificabile come area in dissesto non perimetrata corrispondente a una frana superficiale per saturazione della coltre superficiale SP 122 km 31+700; MODELLO GEOLOGICO - TECNICO Di seguito si propone la modellazione geologica del sito oggetto d’intervento. Il modello litotecnico proposto è mirato alla soluzione del problema di scivolamento della coltre superficiale in sottoscarpa (ivi compresi i materiali utilizzati come ricarica a seguito dei differenti scivolamenti segnalati dal personale operante sul territorio con apporto medio volumetrico stimato di 50 / 100 mc per evento) e alla progettazione di un’opera di consolidamento e presidio della sottoscarpa del rilevato stradale al km 0+400 della SP 118. Il modello litotecnico di seguito dettagliato è mediato attraverso i dati bibliografici, le indagini effettuate e le osservazioni di campagna; i parametri proposti per i valori caratteristici sono intesi come una stima cautelativa. Il modello semplificato differenzia un’unità superficiale che raggruppa le litologie cosiddette di copertura superficiale e potenzialmente fluidificabili per apporti di precipitazioni intense (quali i depositi fluviali CSN2b e la copertura eluvio – colluviale e le marne sublitoidi e alterate) dall’unità litotecnica più profonda, costituita dalle marne siltose compatte ancorché a stratificazione mal distinta, come rilevate nella verticale di sondaggio. Lo spessore della copertura che panneggia il pendio in modo abbastanza omogeneo è stimato mediamente di circa 5 m. Nell’attribuzione di un modello litotecnico occorre tener presente quanto segue: le prove SPT in foro sono state effettuate sull’orizzonte ascrivibile al substrato e hanno mostrato valori di rifiuto; i valori di coesione non drenata ricavati con il Vane test sull’orizzonte di copertura sono superiori a 0,6 kg/cm2 e non evidenziano cinematismi in back analisys. Pertanto si suggerisce di procedere a verifiche di progetto in condizioni drenate proponendo il seguente modello litotecnico e precisando che in caso di precipitazioni intense nello strato superficiale, per saturazione della coltre, il contributo della coesione tenderà ad essere annullato: copertura: un primo orizzonte poco consistenti con γk = 17 KN/m3 e φ k =22° c’k = 0,15 t/m2 e corrispondenti all’unità litotecnica superficiale di spessore medio di 5 m da p.c.; substrato: marne siltose sublitoidi con γk = 22 KN/m3 e φk =22° c’k = 0,5 t/m2. 3 Idrografia superficiale 0 Rio Gianasso Rio di Valle Maggiore 3 6 Kilometers 4 5 6 Ubicazione intervento 1 2 3 Idrografia superficiale Reticolo gerarchizzato secondo Strhaler Impluvio Bacino Rio Valle Maggiore sottobacino Rio Gianasso Idrografia superficiale dettaglio 0.2 0 0.2 0.4 Kilometers Il quadro del dissesto da IFFI 0.2 0 Frane areali (IFFI) Scivolamento rotazionale/traslativo Colamento rapido 0.2 0.4 Kilometers Ubicazione area intervento Integrazione dissesti viabilità 2008/2009
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