Anno XII, N.10, luglio 2014 CONFERENCE INSIGHT European Society for Blood and Marrow Transplantation – Annual Meeting 2014 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? Lunch Controversy Milano, 1 aprile 2014 CONFERENCE INSIGHT Anno XII, N.10, luglio 2014 European Society for Blood and Marrow Transplantation – Annual Meeting 2014 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? Lunch Controversy Milano, 1 aprile 2014 ISBN 978 88 6756 104 9 ISSN 2038 8667 Redazione Elena Bernacchi Sara di Nunzio Claudio Oliveri Produzione Loredana Biscardi Via Decembrio, 28 20137 Milano www.springerhealthcare.it © 2014 Springer Healthcare Italia S.r.l. Conference Insight. Registrazione del Tribunale di Milano n. 712 del 18 dicembre 2002 Direttore responsabile: Giuliana Gerardo Finito di stampare nel mese di luglio 2014 da Lazzati Industria Grafica S.r.l. - Casorate Sempione (VA) Pubblicazione fuori commercio riservata alla Classe Medica Tutti i diritti sono riservati, compresi quelli di traduzione in altre lingue. Nessuna parte di questa pubblicazione potrà essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o per mezzo di apparecchiature elettroniche o meccaniche, compresi fotocopiatura, registrazione o sistemi di archiviazione di informazioni, senza il permesso scritto da parte di Springer Healthcare Italia. Springer Healthcare Italia è disponibile al riconoscimento dei diritti di copyright per qualsiasi immagine utilizzata della quale non si sia riusciti a ottenere l’autorizzazione alla riproduzione. 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SASCON6736 CONFERENCE INSIGHT European Society for Blood and Marrow Transplantation Annual Meeting 2014 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? Lunch Controversy Milano, 1 aprile 2014 Indice Introduzione Francesco Lanza 2 Sì – La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo Hermann Einsele 4 No – La chemioterapia non è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo Rafael Duarte 9 Sintesi e conclusioni Francesco Lanza 12 Bibliografia 15 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? Introduzione Francesco Lanza Secondo i dati raccolti nel registro dell’EBMT, nel periodo 2010- CD34+/kg per il trapianto singolo e di 8-10 x 106 cellule 2013 complessivamente 55.129 pazienti europei hanno ricevuto CD34+/kg per il doppio trapianto (“tandem”).[1] un trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche, la metà Il raggiungimento di una dose sufficiente di cellule CD34+ per dei quali eseguiti per mieloma multiplo. Oltre alla procedura il trapianto singolo o doppio rimane una delle sfide da affrontare; convenzionale di prelievo di midollo osseo, la raccolta di cellule il 20% circa dei pazienti con mieloma multiplo, infatti, non mo- staminali per il trapianto autologo prevede la mobilizzazione di bilizza un numero sufficiente di cellule staminali emopoietiche tali cellule mediante fattori di crescita granulocitari, con o senza per il trapianto. Gli scarsi mobilizzatori (pazienti che non ri- il precedente ricorso alla chemioterapia.[1] spondono adeguatamente al fattore stimolante le colonie gra- Come il Professor Lanza (UO di Ematologia, Cremona, Italia), nulocitarie, G-CSF) necessitano probabilmente di tentativi plurimi moderatore del dibattito, ha illustrato nel suo intervento intro- di mobilizzazione. L’avvento di plerixafor, un potente agente di duttivo, il trapianto autologo nel mieloma multiplo esercita un mobilizzazione delle cellule staminali, impiegato in associazione effetto terapeutico riconosciuto. I dati dimostrano una chiara con G-CSF, ha mutato questo scenario, incrementando signifi- correlazione tra la dose di cellule CD34+ e il grado di attecchi- cativamente la possibilità di ottenere un maggior numero di mento, in particolare quello piastrinico. La dose target di cellule cellule nella sessione di aferesi. I risultati di uno studio di fase CD34+ da raccogliere, così come il numero di sessioni di 3 condotto da DiPersio e colleghi hanno evidenziato come, in aferesi eseguite, variano tra i Paesi e i centri: il valore corri- un regime di mobilizzazione con plerixafor + G-CSF, la probabilità spondente a 2 x 106 cellule CD34+/kg è considerato il livello di raggiungere ≥ 6 x 106 cellule CD34+/kg in meno di due minimo necessario per assicurare un attecchimento efficace. giorni di sessioni di aferesi o di sottoporsi a meno di quattro La maggior parte degli studi suggerisce una dose ottimale ≥ 5 sessioni di aferesi sia significativamente statisticamente mag- 6 x 10 cellule CD34+/kg, mentre l’International Myeloma Working giore rispetto a quanto si osserva in un regime con placebo + 6 G-CSF (Tabella 1).[2] Group (IMWG) raccomanda una dose minima di 4 x 10 cellule Tabella 1. Efficacia di plerixafor + G-CSF rispetto a placebo + G-CSF sulla dose target di cellule CD34+ e sul numero di procedure di aferesi in pazienti con mieloma multiplo. Plerixafor + G-CSF (n = 148) Placebo + G-CSF (n = 154) pa Endpoint primario Pazienti che raggiungono ≥ 6 × 106 cellule CD34+/kg in ≤ 2 giorni di aferesi, n (%) 106 (71,6%) 53 (34,4%) < 0,001 Endpoint secondario Pazienti che raggiungono ≥ 6 × 106 cellule CD34+/kg in ≤ 4 giorni di aferesi, n (%) 112 (75,7%) 79 (51,3%) < 0,001 Pazienti che procedono al trapianto, n (%) 142 (96,0%) 136 (88,3%) 0,014 a Stima dell’effetto terapeutico: il valore p è stato valutato secondo il test Cochran-Mantel-Haenszel, stratificato per centro di studio, e secondo il test chi quadrato di Pearson con risultati simili (modificata graficamente da[2]). 2 CONFERENCE INSIGHT Come precedentemente accennato, attualmente sono disponibili ha dimostrato che il ricorso alla chemioterapia è associato a due approcci distinti per la mobilizzazione delle cellule staminali un più elevato tasso di ospedalizzazione, a scarsa prevedibilità emopoietiche per i pazienti affetti da mieloma multiplo: la mo- del tempo per il raggiungimento dei livelli di picco di CD34+ bilizzazione con G-CSF +/- plerixafor, nota anche come tratta- nel sangue periferico, a potenziale danno stromale, a tossicità mento in condizioni di stazionarietà o in “steady-state”, e la ematologica e a complicanze correlate.[3] chemiomobilizzazione. È evidente che l’impiego della chemioterapia per la mobilizzazione Una valutazione dei benefici delle strategie di mobilizzazione di cellule staminali emopoietiche autologhe nel contesto del deve tener conto di vari fattori oltre all’approvvigionamento di mieloma multiplo rappresenta una questione molto controversa, cellule CD34+. Le comuni metodologie di mobilizzazione delle ampiamente dibattuta per le sue molteplici implicazioni in termini cellule staminali, per esempio, possono mobilizzare cellule di efficacia, effetti avversi, carico di malattia e costo-efficacia. clonali del mieloma, determinando una significativa contami- All’intervento introduttivo curato dal Professor Lanza è seguito nazione dei prodotti di cellule staminali. La tecnica di raccolta un dibattito sui pro e i contro relativi alle due strategie di mobi- è una variabile importante, che può influenzare l’esito finale in lizzazione per la raccolta di cellule staminali emopoietiche nel termini di efficienza e di volume ematico processato. La poten- mieloma multiplo. Nel corso del dibattito, il Professor Hermann ziale contaminazione dei prodotti aferetici con un elevato numero Einsele (Università di Würzburg, Germania), sostenitore della di neutrofili, leucociti, linfociti e cellule dendritiche potrebbe ri- procedura di chemiomobilizzazione, e il Professor Rafael Duarte tardare la cinetica di attecchimento. La morbilità e il relativo (Institut Català d’Oncologia di Barcellona, Spagna), a favore impiego di risorse economiche potrebbero essere più elevati e della superiorità del trattamento in “steady-state”, hanno con- onerosi nei pazienti sottoposti a chemioterapia rispetto ai pazienti diviso le proprie opinioni con il pubblico presente. In particolare, sottoposti a trattamento in “steady-state”. Infine, la tecnica di i due “contendenti” sono stati invitati a discutere nello specifico mobilizzazione adottata e l’effetto antitumorale della chemiote- sulle seguenti asserzioni: rapia svolgono un ruolo cruciale nella predizione del tempo e • Sembra che i due approcci mostrino un’efficacia simile dell’entità della mobilizzazione. • La chemiomobilizzazione è associata a effetti indesi- La valutazione della qualità di una procedura deve basarsi su derati più gravi particolari endpoint clinici, come l’attecchimento e il recupero cellulare, insieme ai giorni di trattamento antibiotico, alle tra- • Plerixafor è un potente agente di mobilizzazione, che sfusioni di componenti ematici e alla durata del ricovero ospe- può incrementare la raccolta di cellule staminali in daliero, poiché tutti questi fattori influenzano l’esito clinico di ambedue gli approcci • Il rapporto costo-efficacia dei due approcci è sovrap- un trapianto. Un recente studio di confronto dei benefici e degli ponibile. svantaggi del trattamento in “steady-state” e della chemioterapia 3 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? Sì – La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo Chemiomobilizzazione Hermann Einsele Trattamento in “steady-state” Osservazioni preliminari gliori per la mobilizzazione di un numero sufficiente di cellule Lo scopo primario della presentazione curata dal Professor Ein- staminali in questa tipologia di pazienti. sele è stato quello di fornire chiare evidenze scientifiche a sup- Nel mieloma multiplo, la chemioterapia ad alte dosi combinata porto della necessità del trattamento chemioterapico per la con il trapianto autologo di cellule staminali (TACS) è associata raccolta di cellule staminali in pazienti affetti da mieloma mul- al tasso di remissione completa più elevato. Nei pazienti che tiplo. Il Professor Einsele ha illustrato il razionale a sostegno hanno beneficiato di una remissione completa a seguito di della ricerca scientifica in questo campo d’indagine e il continuo questa modalità di trattamento si è osservata un’elevata pro- sforzo dei ricercatori volto all’identificazione degli approcci mi- babilità di controllo della malattia a lungo termine (Figura 1).[4] CR vs nCR/VGPR/PR vs SD/PD (n=344) 1,0 1,0 p=0,00001 0,9 0,9 0,8 0,8 0,7 0,7 0,6 0,6 OS (%) PFS (%) p=0,00001 0,5 0,5 0,4 0,4 0,3 0,3 0,2 0,2 0,1 0,1 0 0 0 5 CR (n=84) 10 Anni dal trapianto 15 20 0 nCR (n=66) + VGPR (n=54) + PR (n=114) 5 10 Anni dal trapianto 15 20 SD (n=12) + PD (n=14) Studio di riferimento: plateau in OS e PFS dopo 11 anni per pazienti in CR (35%) Dopo 17 anni, il 35% dei pazienti vivi in CR e l’11% dei pazienti in nCR+VGPR+PR Figura 1. Controllo della malattia a lungo termine dopo chemioterapia ad alte dosi. La qualità della risposta determina la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale (OS) dopo trapianto autologo di cellule staminali. CR: remissione completa; nCR: remissione quasi completa; VGPR: remissione parziale molto buona; PR: remissione parziale; SD: malattia stabile; PD: progressione di malattia (modificata graficamente da[4]). 4 CONFERENCE INSIGHT La remissione completa rappresenta il più importante fattore venza globale per i pazienti che non avevano raggiunto la re- prognostico per il controllo della malattia a lungo termine nel missione completa dopo le terapie d’induzione a base di borte- mieloma multiplo; l’obiettivo generale di tutte le strategie tera- zomib e con citogenetica ad alto rischio o in stadio ISS 3.[7] peutiche, pertanto, deve essere quello di incrementare il tasso Proprio sulla base di questi dati a favore del beneficio dimostrato di remissione completa dopo TACS. A tale scopo si usa ricorrere dal doppio trapianto, questo approccio è sempre più utilizzato ad approcci differenti, quali la terapia di mantenimento e di in pazienti con mieloma multiplo non solo a rischio standard consolidamento e il doppio trapianto (“tandem”). Nel 2003, ma anche ad alto rischio. l’Intergroupe Francophone du Myélome (IFM) ha evidenziato Inoltre, dati recenti hanno dimostrato che i pazienti in progres- come il doppio trapianto, rispetto a un trapianto autologo singolo sione dopo TACS potrebbero beneficiare di un secondo o anche di cellule staminali dopo chemioterapia ad alte dosi, migliori la di un terzo trapianto, soprattutto se la sopravvivenza libera da sopravvivenza libera da eventi e la sopravvivenza globale nei progressione supera i 18 mesi dopo il primo trapianto o i 3 pazienti con mieloma.[5] anni dopo il trapianto “tandem”. In anni recenti si è assistito all’introduzione in commercio di Persistono, tuttavia, alcune potenziali limitazioni al ricorso al nuovi agenti non chemioterapici per il trattamento del mieloma doppio trapianto per particolari categorie di pazienti che pre- multiplo, tra cui talidomide e bortezomib. Sonneveld e colleghi sentano fattori di rischio responsabili di fallimento nel processo hanno indagato l’efficacia di bortezomib come terapia d’indu- di mobilizzazione di cellule staminali emopoietiche, tra cui: zione anteriore alla chemioterapia ad alte dosi e hanno com- • età avanzata parato la terapia di mantenimento con bortezomib rispetto a • pregressa terapia radiante o chemioterapia estesa quella sostenuta con talidomide. In questo studio, solo i pazienti • precedente trattamento con lenalidomide o un analogo delle purine che avevano ricevuto la terapia d’induzione con bortezomib • esito sfavorevole di un precedente processo di mobilizzazione oltre a un doppio trapianto aggiuntivo ottenevano un prolungamento della sopravvivenza globale. [6] • basse conte di cellule CD34+ circolanti nel sangue periferico Cavo et al. hanno condotto un’analisi integrata dei dati prove- prima della procedura di aferesi. nienti da studi europei di fase 3 in cui un trapianto autologo di Dati recenti suggeriscono che sia il diabete sia l’abitudine al cellule staminali doppio e singolo erano posti a confronto dopo fumo possano contribuire allo scarso esito nella procedura di la somministrazione di regimi d’induzione a base di bortezomib.[7] mobilizzazione; i β-bloccanti, inoltre, potrebbero interferire con Gli Autori hanno identificato quattro gruppi di pazienti sulla la mobilizzazione di cellule staminali nei pazienti anziani. base della presenza o assenza di una, due o tre variabili pro- L’influenza determinata dall’età avanzata sull’efficacia della gnostiche avverse, come lo stadio 3 secondo l’International procedura di mobilizzazione è stata osservata in diversi studi: Staging System (ISS), la citogenetica ad alto rischio e il mancato in particolare, è stata recentemente riportata una riduzione raggiungimento della remissione completa dopo terapia d’in- nella capacità di mobilizzazione delle cellule staminali in pazienti duzione. I risultati di questo studio suggeriscono un possibile di età superiore ai 66 anni.[8] ruolo favorevole del doppio trapianto autologo di cellule staminali Un ulteriore problema sempre più frequentemente osservato è nel miglioramento dei risultati per i pazienti con prognosi in- rappresentato dall’impatto delle nuove terapie sulla mobilizza- fausta: i pazienti che presentavano due variabili avverse e che zione delle cellule staminali. Benché la maggior parte degli avevano ricevuto doppio TACS riportavano, infatti, una soprav- studi condotti sui regimi d’induzione a base di bortezomib abbia vivenza globale significativamente più lunga – più del doppio – dimostrato l’assenza di un effetto significativo sulla resa totale rispetto ai pazienti che avevano ricevuto un TACS singolo (OS di cellule staminali o sui tassi di fallimento, i dati raccolti dal mediana: 67 vs 31,5 mesi, p < 0,001). Il doppio TACS, inoltre, Gruppo IFM hanno evidenziato una tendenza volta alla riduzione si è rivelato particolarmente vantaggioso in termini di sopravvi- delle raccolte complessive, con una minor percentuale di pazienti 5 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? in grado di raggiungere l’obiettivo di almeno 5 milioni di cellule efficacia. Nello specifico, la combinazione della chemioterapia CD34+/kg, e a tassi di fallimento nell’attecchimento lievemente e di un fattore di crescita granulocitario esercita una maggiore [9] superiori. efficacia nel garantire la mobilizzazione delle cellule staminali La lenalidomide, inoltre, ancorché efficace e comunemente im- nel mieloma multiplo. Diversi studi hanno dimostrato che la piegata come agente d’induzione nei pazienti con mieloma mul- somministrazione di chemiomobilizzazione + G-CSF genera tiplo, risulta associata a una mobilizzazione subottimale di cellule solitamente una resa di cellule CD34+ molto più elevata rispetto staminali emopoietiche autologhe. Questo effetto può essere cor- alla mobilizzazione ottenuta con il solo G-CSF (Tabella 2). relato alla durata dell’esposizione a tale agente d’induzione, sug- Secondo un’analisi retrospettiva condotta nel 2011 sui dati di gerendo che la raccolta di cellule staminali debba essere eseguita pazienti affetti da mieloma multiplo inizialmente trattati con le- prima del completamento di 4-6 cicli d’induzione a base di lena- nalidomide e successivamente mobilizzati con ciclofosfamide lidomide. Sia la combinazione di plerixafor + G-CSF sia quella di + G-CSF o con il solo G-CSF, la chemioterapia + il fattore di chemioterapia + G-CSF hanno dimostrato di oltrepassare questo crescita si associavano a meno cicli di mobilizzazione, a un effetto nocivo e hanno garantito raccolte efficaci. maggior numero di cellule staminali e a una percentuale molto In sintesi, una mobilizzazione sufficiente di cellule staminali è più elevata di pazienti con una resa superiore a 6 x 106 cellule essenziale per ottenere una ricostituzione emopoietica imme- CD34+ rispetto al trattamento in “steady-state”.[10] diata e durevole dopo chemioterapia ad alte dosi. ASSERZIONE 2 La chemiomobilizzazione è associata a effetti indesiderati più gravi ASSERZIONE 1 Sembra che la chemiomobilizzazione e il trattamento in “steady-state” mostrino un’efficacia simile Pur riconoscendo la maggiore tossicità associata alla chemiomobilizzazione rispetto al trattamento in “steady-state” e la ne- Il Professor Einsele si è dimostrato in risoluto disaccordo con cessità di coniugare la citoriduzione tumorale con la mobilizzazione questa affermazione: i due approcci manifestano una diversa di cellule staminali, il Professor Einsele ha osservato che i prodotti Tabella 2. G-CSF vs chemioterapia + G-CSF. Studio Stato(i) patologico(i) n Regime di mobilizzazione Mediana totale di cellule CD34+ raccolte x 106/kg (Intervallo) Mediana delle sessioni di aferesi (Intervallo) Numero di mobilizzazioni fallite Alegre A, et al.1 MM 22 18 G-CSF Cy+GM-CSF 4,85 (2,1-10,1) 6,8 (1,8-34,8) 3 (2-6) 5 (4-12) NR NR Desikan KR, et al.2 MM 22 22 G-CSF Cy+G-CSF 5,8 (NR) 33,4 (NR) 5 7 23% 18% Dazzi C, et al.3 NHL 12 12 G-CSF Cy+G-CSF 2,89 (1,7-5,6) 6,41 (2,2-25,9) 16 totali 15 totali NR NR NHL, HD 22 24 G-CSF Cy+G-CSF 2,5 (0,3-12,4) 7,2 (0,3-44,8) NR (1-3) NR (1-3) 1 1 Narayanasami U, et al.4 Pusic I, et al.5 NHL, MM, HD 976 G-CSF 3,36 (NR) 2 (1-5) 182 64 Chemo+G-CSF 5,43 (NR) 1,5 (1-5) 12 1 Alegre A et al. Bone Marrow Transplant 1997;20:211-7. 2 Desikan KR et al. J Clin Oncol 1998;16:1547-53. 3 Dazzi C et al. Leuk Lymphoma 2000;39:301-10. 4 Narayanasami U et al. Blood 2001;98:2059-64. 5 Pusic I et al. Biol Blood Marrow Transplant 2008;14:1045-56 Chemo: diversi agenti chemioterapici; Cy: ciclofosfamide; HD: malattia di Hodgkin; MM: mieloma multiplo; NHL: linfoma non-Hodgkin; NR: non riportato. 6 CONFERENCE INSIGHT plastiche e di cellule preneoplastiche di lignaggio B rientra nel periodo temporale ottimale per la raccolta delle cellule CD34+ 1 E circolanti. Al contrario, come dimostrato in uno studio del 1998 F basato su un’analisi intraindividuale, la mobilizzazione mediante Cellule maligne per cellula CD34+ 0,5 ciclofosfamide + G-CSF determina un carico tumorale ridotto e D un minor numero di cellule maligne per cellula CD34+ nei prodotti di leucoaferesi rispetto al G-CSF da solo (Figura 2).[11] 0,1 0,05 ASSERZIONE 3 Plerixafor è un potente agente di mobilizzazione che può incrementare la raccolta di cellule staminali in ambedue gli approcci B G C H 0,01 0,005 A Il Professor Einsele non ha esitato nel riconoscere che plerixafor LP-CY LP-S sia in grado di migliorare la raccolta di cellule staminali sia Figura 2. Confronto intraindividuale del numero di cellule maligne per cellula CD34+ in un regime a base di ciclofosfamide ad alte dosi + G-CSF (LP-CY) e G-CSF da solo (LP-S) in 8 pazienti (A-H) con mieloma multiplo (modificata graficamente da[11]). nella chemiomobilizzazione sia nel trattamento in “steady-state”. Per ottenere in modo efficace rese ottimali di cellule staminali, i pazienti dovrebbero poter usufruire di tutte le nuove strategie terapeutiche dotate di un potente effetto mobilizzante, come della leucoaferesi risultano contaminati con cellule del mieloma plerixafor. La Figura 3 mostra l’algoritmo sempre più frequen- e con plasmacellule clonali in tutti i pazienti sottoposti a mobiliz- temente applicato per la chemiomobilizzazione associata all’uso zazione in “steady-state”. Il picco massimo di plasmacellule neo- preventivo di plerixafor: secondo tale schema, plerixafor è som- Mobilizzazione con chemioterapia/G-CSF (Giorno 10/4) conta di CD34+ nel sangue periferico o 1a sessione di aferesi con < 1 x 106 cellule CD34+/kg < 10 cellule/µl 10 - 20 cellule/µl Somministrare plerixafor alla sera Approccio dinamico basato sulle caratteristiche patologiche del paziente, sui trattamenti pregressi e sul fabbisogno di cellule CD34+ Misurare le cellule CD34+ nel sangue periferico al mattino > 20 cellule/µl AFERESI Figura 3. Algoritmo di mobilizzazione per l’uso preventivo di plerixafor nel trapianto autologo di cellule staminali (adattata da[12,13]). 7 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? Tabella 3. Impiego delle risorse: plerixafor verso chemiomobilizzazione (adattata da[14-16]). Risorsa Plerixafor Chemiomobilizzazione Commenti Ricovero ospedaliero per la somministrazione Raramente Talvolta La chemioterapia è sempre più spesso somministrata in regime ambulatoriale Costo del farmaco ++ Molto elevato Ciclofosfamide (etoposide) poco costosa Costi associati agli effetti tossici Ridotti 30% di ricoveri Costi delle procedure di aferesi 1-2 raccolte 1-2 raccolte Costi associati al fallimento terapeutico Ulteriore ricovero Chemioterapia e G-CSF + plerixafor Ulteriore ricovero Chemioterapia e G-CSF + plerixafor Risparmi legati alla prevedibilità di plerixafor non considerati ministrato a pazienti che riescono a ottenere meno di 1 x 106 di plerixafor avviene raramente in regime ospedaliero; d’altra cellule CD34+/kg nel primo giorno di aferesi o con meno di 20 parte, la somministrazione della chemiomobilizzazione in con- cellule CD34+ circolanti per microlitro di sangue. testo ambulatoriale è in crescente diffusione. Plerixafor è evidentemente molto più costoso rispetto ad agenti chemioterapici, ASSERZIONE 4 Il rapporto costo-efficacia dei due approcci è sovrapponibile quali la ciclofosfamide o l’etoposide. I costi associati agli eventi tossici sono più elevati per la chemiomobilizzazione, mentre l’aferesi e i costi connessi al fallimento terapeutico sono approssimativamente simili. Si potrebbe presumere che l’uso di plerixafor possa essere as- Diverse analisi hanno evidenziato il vantaggio economico di ple- sociato a un impiego meno intensivo di risorse rispetto alla rixafor; tuttavia, come riportato da Chaudhary et al., i costi medi chemioterapia. Un’analisi accurata dei dati raccolti dimostra totali di mobilizzazione sono più elevati per plerixafor anziché che tale conclusione è inesatta (Tabella 3). per la ciclofosfamide a basse dosi: 29.980 dollari e 19.626,5 Al contrario della chemiomobilizzazione, la somministrazione dollari rispettivamente nel 2012, p < 0,0001 (Tabella 4).[17] Tabella 4. Confronto dei costi di mobilizzazione associati a ciclofosfamide a basse dosi + G-CSF e a plerixafor + G-CSF (modificata graficamente da[17]). Ciclofosfamide a basse dosi + G-CSF ($, 2012) Plerixafor Valore p Costo medio di aferesi 10.509,01 9.273,4 0,17 Costo medio specifico per il trattamento 1.682,8 15.027,3 < 0,0001 Costo medio del G-CSF 6.646,5 4.387 < 0,0001 Costo medio della trasfusione di componenti del sangue 129,1 84 0,48 Costi medi di ospedalizzazione 658,8 208,1 0,20 Costi totali medi di mobilizzazione (intervallo) 19.626,5 29.980,0 < 0,0001 Tentativi di mobilizzazione di salvataggio non aggiustati per i costi (10.175-30.527) (15.227-48.402) Costo medio di mobilizzazione per paziente necessitante di una singola sessione di aferesi 13.194 16.086 0,03 Costo medio di mobilizzazione per paziente necessitante di 2 sessioni di aferesi 17.001 26.460 < 0,0001 Costo medio di mobilizzazione per paziente necessitante di 3 sessioni di aferesi 22.271 37.698 < 0,0001 Costo medio di mobilizzazione per paziente necessitante di 4 sessioni di aferesi 26.202 48.125 < 0,0001 Costi medi totali di mobilizzazione, dopo aggiustamento per costi aggiuntivi di rimobilizzazione o di prelievo di midollo osseo (intervallo) 22.136,98 28.980,0 0,0005 8 CONFERENCE INSIGHT Trattamento in “steady-state” No – La chemioterapia non è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo Rafael Duarte Chemiomobilizzazione Osservazioni preliminari Secondo i risultati dello studio registrativo condotto sull’agente Il regime di mobilizzazione più efficace deve risultare affidabile, di mobilizzazione delle cellule staminali emopoietiche plerixafor, garantire un’elevata probabilità di raccolta di un numero suffi- il numero mediano di giorni di aferesi occorrenti per raccogliere ciente di cellule staminali, essere prevedibile in termini di giorni ≥ 6 x 106 cellule CD34+/kg corrispondeva a 1,0 giorno nel di raccolta e associato a un tasso ridotto di fallimento, a tossicità gruppo trattato con plerixafor + G-CSF rispetto ai 4,0 giorni limitata, a un numero ridotto di giorni necessari per l’aferesi, a osservati nel gruppo placebo + G-CSF (p < 0,001). Inoltre, la una bassa contaminazione tumorale e a uno scarso dispendio percentuale di pazienti che raggiungevano ≥ 6 x 106 cellule di risorse. La procedura di raccolta delle cellule staminali emo- CD34+/kg nella sessione di aferesi del giorno 4 risultava si- poietiche è considerata valida e di successo quando è mobilizzato gnificativamente maggiore nel gruppo trattato con plerixafor + un numero sufficiente di cellule in grado di assicurare un’im- G-CSF rispetto al gruppo placebo + G-CSF (Figura 4).[2] mediata e durevole ricostituzione emopoietica e quando è otte- È evidente che, se l’obiettivo del trattamento è quello di racco- [18-20] gliere lo stesso numero elevato di cellule staminali che plerixafor nuto un adeguato attecchimento di neutrofili e piastrine. è in grado di ottenere, la chemioterapia non risulta necessaria. ASSERZIONE 1 Sembra che la chemiomobilizzazione e il trattamento in “steady-state” mostrino un’efficacia simile 100 86,8% 77,9% 80 Il Professor Duarte ha rimarcato come tutti gli studi elencati dal 60 86,8% 54,2% 55,9% Professor Einsele nella Tabella 2 abbiano indagato l’efficacia di 48,9% 40 G-CSF da solo verso la combinazione della chemioterapia + 35,3% G-CSF e che siano carenti nei risultati, poiché forniscono dati 20 comparativi retrospettivi, non evidenziano il più alto tasso di fal- Plerixafor Placebo 17,3% 0 limento associato al G-CSF in monoterapia e non contemplano 1 l’impatto esercitato da dosi specifiche di ciclofosfamide. Finora 2 3 4 Giorno di aferesi non sono disponibili dati derivanti da studi prospettici randomizzati Figura 4. Pazienti con mieloma multiplo che hanno raggiunto ≥ 6 x 106 cellule CD34+/kg nello studio registrativo di fase 3 su plerixafor (modificata graficamente da[2]). in grado di sostenere nettamente la superiore efficacia della chemiomobilizzazione rispetto al trattamento in “steady-state”. 9 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? Il Professor Duarte, inoltre, ha dichiarato che, data l’apparente tollerato e non induce i più comuni eventi avversi tipicamente sovrapponibilità di efficacia tra la chemiomobilizzazione e l’ap- associati alla chemioterapia, tra cui disturbi gastrointestinali, proccio in “steady-state”, la chemioterapia può essere evitata come diarrea e nausea, e reazioni al sito d’iniezione. e, ancora una volta, non risulta necessaria. Pertanto, come rilevato dal Professor Duarte, il ricorso alla chemioterapia sembrerebbe discutibile. ASSERZIONE 2 La chemiomobilizzazione è associata a effetti indesiderati più gravi ASSERZIONE 3 Plerixafor è un potente agente di mobilizzazione che può incrementare la raccolta di cellule staminali in ambedue gli approcci Il Professor Duarte si è dimostrato in pieno accordo con questa affermazione e ha fornito chiare evidenze a supporto. Secondo una revisione sistematica condotta da Sheppard e colleghi, la Il Professor Duarte ha sostenuto questa affermazione sottoli- neutropenia febbrile rappresenta l’evento avverso più comune neando come plerixafor eserciti la sua elevata efficacia nel mo- causato dalla chemiomobilizzazione, essendo riportato nel 43% bilizzare le cellule staminali, con o senza chemioterapia. degli studi analizzati, mentre la percentuale di pazienti che ri- Secondo i dati del programma europeo di uso compassionevole, [21] Il l’efficacia di plerixafor è stata confermata anche nei pazienti regime di chemiomobilizzazione è associato a un’elevata inci- che hanno fallito i tentativi di mobilizzazione convenzionale; in denza di neutropenia febbrile anche nei casi in cui le dosi degli tali casi, l’aggiunta della chemioterapia a plerixafor non incre- agenti chemioterapici potrebbero essere gestite e modulate. I mentava il beneficio del trattamento (Figura 5).[22] principali svantaggi associati alla chemiomobilizzazione nei pa- Il Professor Duarte ha inoltre discusso i dati relativi alle limitazioni zienti con mieloma multiplo sono illustrati nella Tabella 5. d’uso del doppio trapianto e ha evidenziato come gli effetti be- Al contrario, il regime di mobilizzazione in “steady-state” basato nefici di plerixafor siano equiparabili tra i pazienti di diverse sulla somministrazione di G-CSF nel mieloma multiplo è asso- classi di età, con citopenia o precedentemente trattati con le- ciato a una cinetica prevedibile di mobilizzazione, a minor tos- nalidomide. chiedono ricovero ospedaliero varia tra il 20% e il 48%. sicità e impiego di risorse rispetto alla chemioterapia, senza necessità di ospedalizzazione né di terapia trasfusionale e permette una più facile gestione. Plerixafor è generalmente ben 100 Tabella 5. Svantaggi del regime di mobilizzazione basato sulla chemioterapia nei pazienti con mieloma multiplo. p=0,221 80 77 73 60 • Rischio d’infezione • Tempo intercorrente tra la chemiomobilizzazione e il picco di cellule CD34+ non prevedibile1,2 40 2-5 • Criteri variabili per l’inizio dell’aferesi • Necessità di ricovero ospedaliero 20 • Necessità di supporto trasfusionale • Incremento dei costi 1 Hicks ML et al. Transfusion 2007;47(4):629-35. 2 Bargetzi MJ et al. Bone Marrow Transplant 2003;31(2):99-103. 3 Desikan KR et al. J Clin Oncol 1998;16(4):1547-53. 4 Venditti A et al. Bone Marrow Transplant 1999;24(9):1019-27. 5 Arora M et al. Biol Blood Marrow Transplant 2004;10(6):395-404 0 Trattamento in “steady-state” Regime a base di chemioterapia Figura 5. Impiego di plerixafor in salvataggio con verso senza chemioterapia secondo i dati forniti dal programma europeo di uso compassionevole (modificata graficamente da[22]). 10 CONFERENCE INSIGHT ASSERZIONE 4 Il rapporto costo-efficacia dei due approcci è sovrapponibile Tabella 6. Risparmio economico associato all’impiego di plerixafor, come dimostrato in una recente revisione della letteratura (modificata graficamente da[14]). Shaughnessy Costo totale per paziente: Plerixafor $ 20.298 Chemioterapia $ 19.173 Plerixafor: minori dosi rispetto a G-CSF, minori ospedalizzazioni e trasfusioni fiale di plerixafor; tuttavia, secondo il Professor Duarte, da un Li Plerixafor e G-CSF meno costosi nel 69% dei pazienti punto di vista prospettico, i costi relativi ai ricoveri ospedalieri Abdel Plerixafor 1,5 volte meno costoso quando siano incluse tutte le risorse necessarie o al numero di raccolte, insieme al tema della prevedibilità, Roberts Costo di raccolte associate a buon esito G-CSF da solo: 62%, $ 23.000 Chemioterapia + G-CSF: 70%, $ 20.000 Plerixafor: 63%, $ 31.000 Plerixafor “Just in Time”: 76%, $ 26.000 Il Professor Duarte e il Professor Einsele hanno entrambi convenuto che è indiscutibile il costo elevato per l’acquisto delle sono meno convincenti. Il risparmio economico associato all’uso di plerixafor può essere apprezzato nel suo impiego pre-emptive, che si è rivelato più efficace ed efficiente della rimobilizzazione dopo fallimenti precedenti poiché garantisce migliori risultati di mobilizzazione con bilizzazione di cellule staminali emopoietiche (Tabella 6).[14] un numero inferiore di giorni di trattamento e, di conseguenza, In conclusione, sulla base della propria personale esperienza, con un numero ridotto di dosi utilizzate. Questi vantaggi sono il Professor Duarte si è dimostrato persuaso che attualmente stati dimostrati in una revisione della letteratura condotta da un l’uso di plerixafor sia associato a un minor dispendio di risorse gruppo di esperti e incentrata sulla farmacoeconomia della mo- rispetto alla chemioterapia. 11 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? Sintesi e conclusioni Francesco Lanza Entrambi i relatori hanno fornito dati completi ed esaustivi: pro- insieme all’impiego di plerixafor “On Demand” (ovvero al biso- babilmente la verità sta nel mezzo. Sulla base delle affermazioni gno), potrebbero permettere di identificare quei pazienti che avvicendatesi nel corso delle relazioni, possono essere tratti necessitano di determinati trattamenti aggiuntivi per la raccolta alcuni commenti e osservazioni conclusivi. di un numero sufficiente di cellule. Plerixafor, in associazione con G-CSF, mostra un’elevata efficienza di raccolta (≥ 5 x 106 La mancata mobilizzazione è nociva per il paziente e richiede costi aggiuntivi di gestione con G-CSF + placebo.[2] Come riportato in diversi studi e inda- Il ricorso alla chemiomobilizzazione nel mieloma multiplo è gini, l’uso di plerixafor può incrementare l’entità della mobiliz- spesso associato al rischio di fallimento della mobilizzazione e, zazione anche in pazienti anziani e in pazienti precedentemente di conseguenza, a un declino della qualità di vita del paziente, trattati con fludarabina o bortezomib.[26] a un maggiore utilizzo di risorse per la sua gestione e a un Criteri rigorosi per l’individuazione degli scarsi mobilizzatori “di- peggiore controllo della malattia. mostrati” e degli scarsi mobilizzatori “previsti” nel linfoma e nel Ulteriori trattamenti richiesti in caso di mancata mobilizzazione mieloma multiplo sono stati formulati in un processo di gerarchia prevedono, in genere: analitica dal Gruppo Italiano Trapianto di Midollo Osseo-Working • procedure di rimobilizzazione, sebbene alcuni pazienti pos- Group (GITMO-WG). Le definizioni proposte e i relativi criteri cellule CD34+), significativamente superiore a quella ottenuta sano ancora fallire nella raccolta del numero target di cellule sono illustrati nella Tabella 7.[27] dopo rimobilizzazione;[23,24] Le linee guida stilate dall’EBMT e relative all’impiego di plerixafor • procedure alternative (trapianto allogenico/trapianto di midollo negli scarsi mobilizzatori saranno pubblicate a breve. Il consenso osseo), considerate subottimali rispetto al trapianto autologo raggiunto sull’intervento proattivo per evitare il fallimento della [24,25] di cellule staminali periferiche; mobilizzazione è stato divulgato anticipatamente: il gruppo di • cure palliative/di salvataggio per i pazienti non idonei ad lavoro dell’EBMT ha convenuto che l’uso pre-emptive di pleri- altre procedure. xafor è suggerito in pazienti con meno di 10 cellule CD34+/mi- I requisiti per la rimobilizzazione o per ulteriori trattamenti sono crolitro, mentre i pazienti con un numero assoluto di cellule molto dispendiosi in virtù della necessità di ricovero ospedaliero CD34+ circolanti compreso tra 10 e 20/microlitro devono e di gestione sanitaria. essere attentamente monitorati per valutare eventuali aumenti o diminuzioni nel numero di cellule CD34+.[28] Il vantaggio di plerixafor sull’entità della mobilizzazione In uno studio recente condotto da un gruppo di ricerca italiano Un approccio dinamico e alcune opzioni alternative potrebbero xafor dopo ciclofosfamide alla dose di 4 g/m2. Il tempo di mo- probabilmente contribuire a ridurre i rischi di mobilizzazione bilizzazione sembra essere prevedibile in relazione al numero inefficace: un monitoraggio accurato e continuo dei pazienti, di cellule CD34+ raccolte dopo l’uso di ciclofosfamide nel mie- è stato proposto un protocollo per un uso pre-emptive di pleri- 12 CONFERENCE INSIGHT Tabella 7. Definizioni e parametri proposti per l’identificazione degli scarsi mobilizzatori “dimostrati” e “previsti” tra pazienti con linfoma e mieloma multiplo secondo il Consenso di Esperti organizzato ad hoc dal GITMO-WG (modificata graficamente da[27]). Un paziente con mieloma multiplo o linfoma e candidato a TACS è uno: Scarso mobilizzatore “dimostrato” Se riceve una mobilizzazione adeguata (dose di G-CSF ≥ 10 µg/kg se utilizzato in monoterapia o ≥ 5 µg/kg dopo chemioterapia) e se mostra: conta di cellule CD34+ al picco < 20/µl nei giorni 4-6 dopo l’inizio della mobilizzazione con G-CSF da solo o fino a 18-20 giorni dopo chemioterapia e G-CSF OPPURE < 2,0 × 106 cellule CD34+ raccolte/kg per trapianto di cellule staminali pianificato con ≤ 3 aferesi Scarso mobilizzatore “previsto” Se soddisfa ≥ 1 requisito principale o ≥ 2 requisiti minori Requisiti principali - Fallimento di un precedente tentativo di mobilizzazione - Precedente radioterapia estesa al tessuto di sostegno del midollo - Cicli completi di terapia pregressa, tra cui melfalan, fludarabina o altre terapie che possano incidere sulla mobilizzazione di cellule staminali Requisiti minori - Malattia in fase avanzata, ≥ 2 linee citotossiche precedenti - Malattia refrattaria - Esteso coinvolgimento midollare alla mobilizzazione - Cellularità midollare < 30% alla mobilizzazione - Età > 65 anni TACS: trapianto autologo di cellule staminali. loma multiplo. Gli Autori dello studio hanno dichiarato che “i plerixafor “al bisogno”, rendendo la somministrazione di questo pazienti con < 6 × 106 cellule CD34+/l nel sangue periferico il agente particolarmente costoso più efficiente ed evitandone 6 giorno 12 e con < 10 x 10 /l il giorno 13 dopo la mobilizzazione l’uso improprio” (Figura 6).[29] con ciclofosfamide 4 g/m2 e G-CSF sono candidati all’uso di Il numero minimo di cellule CD34+ che giustifichi l’uso di Giorno 0: CICLOFOSFAMIDE 4 g/m2 Protocollo di mobilizzazione delle cellule staminali Mobilizzazione Raccolta Giorno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 Dose giornaliera di G-CSF (5 μg/kg/die) Sessioni di aferesi (2 volumi ematici ± 10% di aferesi) Plerixafor (240 μg/kg/die s.c.) – somministrato alla sera alle 22:00 prima di ciascuna aferesi Dose di G-CSF di 5 μg/kg/die alle 07:00 del mattino dopo ciascuna dose di plerixafor, circa 2 ore prima dell’inizio dell’aferesi Il giorno successivo al 13 è quello previsto per la mobilizzazione. Se la conta di CD34+ non risulta sufficientemente elevata per procedere all’aferesi, il paziente necessita di plerixafor a uso pre-emptive Figura 6. Uso pre-emptive di plerixafor dopo ciclofosfamide 4 g/m2 (modificata graficamente da[29]). 13 La chemioterapia è necessaria per la mobilizzazione di cellule staminali nel mieloma multiplo? plerixafor non è stato determinato in modo definitivo, ma i • entrambi i relatori concordano sul fatto che la chemio- dati dimostrano che un livello di cellule CD34+ circolanti/mi- mobilizzazione determini una maggiore resa di cellule crolitro ≥ 5 sia associato a una probabilità del 70% di raccolta staminali emopoietiche rispetto alle sole citochine. Tut- di un numero di cellule CD34+ sufficiente per il trapianto. Se tavia, l’aggiunta di plerixafor al G-CSF può dimostrarsi il livello di cellule CD34+/microlitro è < 5, la probabilità cala efficace quanto la chemioterapia; al 40%. • la chemiomobilizzazione è associata a un’elevata per- Dopo una breve sintesi conclusiva presentata dal Professor centuale di pazienti con neutropenia febbrile e a un Lanza, il pubblico è stato invitato a esprimere la propria opinione alto tasso di ospedalizzazione; sui principali temi dibattuti. La maggioranza dei partecipanti ha • l’impiego della chemiomobilizzazione con ciclofosfa- convenuto sulla sovrapponibilità di efficacia tra la chemiomo- mide può ridurre il carico di cellule tumorali nel trapianto bilizzazione e il trattamento in “steady-state” e si è dimostrata autologo rispetto alle sole citochine. Tuttavia, il poten- consapevole del fatto che l’uso della chemioterapia possa ziale effetto anti-tumorale della chemiomobilizzazione essere associato a una maggior percentuale di effetti indesi- non è stato confermato nei pazienti con mieloma mul- derati. Tutti i partecipanti hanno concordato che l’uso di plerixafor tiplo che hanno raggiunto una buona remissione parziale rappresenti un valore aggiunto nell’incrementare il numero di a causa della mancanza di studi randomizzati mirati; cellule CD34+ e che risulti conveniente dal punto di vista del • l’uso di plerixafor “Just in Time”, “On Demand” (ovvero rapporto costo-efficacia. al bisogno) o “pre-emptive” sembra essere efficace In conclusione, i messaggi finali scaturiti dalla discussione pos- quanto la chemioterapia e conveniente dal punto di sono essere esposti in sintesi come segue: vista del rapporto costo-efficacia. 14 CONFERENCE INSIGHT BIBLIOGRAFIA 1. Giralt C et al. Leukemia 2009;23(10):1904-12. 2. DiPersio JF et al. 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