Metriche di Qualità per le Immagini Digitali Multimedia Che cosa è una metrica di qualità? Una metrica di qualità è un metodo che permette di dare una valutazione qualitativa di un’immagine. E’ quindi fortemente legata al modello di percezione del sistema visivo umano. La valutazione oggettiva della qualità suscita grande interesse fra i produttori di display per applicazioni mobili e fisse in quanto le misure soggettive richiedono elevate risorse umane, tempi lunghi e forniscono scarsa ripetibilità; tuttavia le metriche oggettive adottate spesso non forniscono un giudizio concorde con i dati soggettivi e con le reali preferenze delle persone. Multimedia La qualità percepità può essere misurata? Multimedia Qualità Assoluta … La qualità assoluta in quanto tale è un dato oggettivo, completamente descritto dall’immagine e caratterizzabile mediante un insieme di attributi dell’immagine, alcuni semplici, altri composti da sotto–attributi, alcuni misurabili, altri non misurabili. Fra questi ricordiamo: il contenuto informativo dell’immagine, comprendente i soggetti raffigurati e il contesto: naturalmente non risulta matematicamente misurabile; la luminosità, forse l’unico attributo semplice e misurabile; il colore, con i suoi sotto-attributi, quali la saturazione, la naturalezza, l’omogeneità, lo scolorimento; Multimedia Qualità Assoluta … …. il contrasto, rappresentativo sia del rapporto chiaro/scuro che delle rappresentazioni di contorni e dettagli; la nitidezza (“sharpness”), costituita dallo sfocamento (“blur”), dalle rappresentazioni dei dettagli (“detail rendering”) e dei contorni (“contour rendering”); la naturalezza dei contenuti, quali la rettilinearità delle linee rette (“line straightness”), la curvilinearità delle linee circolari (“circle rendering”), l’uniformità delle forme; le distorsioni spaziali (e/o temporali), come il rumore, gli errori di pixel e di contorni (“silhouettes”). Multimedia … e Qualità Percepita La qualità percepita, è invece un parametro soggettivo, dipendente oltre che dalle caratteristiche dell’immagine, cioè dai suoi attributi descrittivi, anche da altri fattori, quali ad esempio: L’elaborazione effettuata sull’immagine, che potrebbe avere in qualche modo migliorato o alterato l’immagine secondo il gusto dell’osservatore umano: le tecniche di compressione e di decompressione responsabili di artefatti tipici che degradano la qualità dell’immagine (“blocking” e “ringing”); i filtraggi per la riduzione del rumore indotto dal canale di trasmissione e gli algoritmi di “enhancement”, miglioramento, della qualità (“peaking”); le conversioni di formato, per ottenere rappresentazioni migliori o far dialogare standard diversi (NTSC – PAL). Multimedia … e Qualità Percepita Le caratteristiche tecnologiche del display impiegato per la rappresentazione e del sistema video di uscita, con i vincoli imposti, quali per esempio: il tipo di schermo, LCD o CRT; le dimensioni dello schermo; le dimensioni dei pixel; la risoluzione spaziale; la frequenza di refresh; la memoria dedicata della scheda grafica; la velocità del bus. La fisiologia e la cognizione della percezione visiva umana, comprendente i meccanismi percettivi del sistema visivo, quali: la percezione della luminosità; la percezione del contrasto e i fenomeni di mascheramento del contrasto; la percezione di contorni e orientamenti; la percezione del colore; la percezione stereo della profondità; la percezione spazio – temporale della visione. Multimedia Dove sta il problema? Potremmo pensare di confrontare tra loro i pixel corrispondenti di due immagini, potendo così stabilire se le due immagini sono diverse ma non possiamo dire nulla da un punto di vista “quantitativo” sulla reale distanza percettiva esistente. Multimedia Classificazione delle Metriche Nello studio delle metriche di qualità è possibile distinguere le metriche in: Soggettive Oggettive Applicare una metrica soggettiva vuol dire effettuare una valutazione dell’immagine che tenga conto della percezione soggettiva del sistema visivo umano (HVS - Human Visual System). Applicare una metrica oggettiva vuol dire mettere in atto una computazione che, attraverso l’ausilio di formule matematiche, elabora in maniera automatica la valutazione di un’immagine, senza alcuna interazione col sistema visivo umano. Multimedia Classificazione delle metriche Le metriche di qualità possono essere poi classificate in base alla presenza di una maggiore o minore disponibilità del segnale di riferimento, con il quale confrontare l’immagine distorta. FR (Full Reference) è una metrica di qualità nella quale si ha la completa disponibilità dell’immagine di riferimento e quindi può essere effettuato un confronto completo tra l’immagine distorta, della quale si vuole conoscere la qualità, e l’immagine di riferimento. Full Reference Multimedia Classificazione delle metriche NR (No-Reference) è una metrica di qualità nella quale non si ha alcuna informazione sull’immagine di riferimento. In molte applicazioni video le immagini di riferimento o le sequenze video, spesso non sono accessibili, quindi è desiderabile, per poter gestire tali situazioni, utilizzare metriche che possano valutare la qualità di un’immagine o di un video senza un riferimento. No Reference Multimedia Classificazione delle metriche RR (Reduced Reference) è una metrica di qualità nella quale l’immagine di riferimento non è per intero disponibile. In questo caso si estraggono, dall’immagine originale, solo alcune informazioni parziali che vengono in qualche modo elaborate per fornire una valutazione della qualità, dell’immagine distorta, presa in esame. Reduced Reference Spatial details; Amount of motion; EXIF metadata; … Multimedia Metriche oggettive più comuni MSE: (Mean Square Error) tale parametro serve a stimare l'errore medio quadratico tra due immagini; più tale indice è basso minore è la differenza tra le immagini. PSNR: (Peak Signal to NoiseRatio) parametro per misurare la qualità di un immagine compressa rispetto all'originale, dipende dalla differenza tra l’immagine codificata e quella originale.. Maggiore è il suo valore maggiore sarà la “somiglianza” con l'originale. SSIM: (Structural SIMilarity) è un indice restituito da una funzione che misura la similarità tra due immagini. Poiché l'occhio umano è in grado di estrarre informazioni strutturali, la perdita di informazioni strutturarli può essere usata per approssimare la distorsione di un immagine. Tale indice che può variare da -1 a 1. ∆E*a,b CIELAB: Si basa sulla differenza percepita tra colori nello spazio L* a* b*. Multimedia PSNR (Peak Signal to Noise Ratio) È una tecnica di Full reference. Per calcolarlo è necessario avere sia l’immagine da valutare che una sua versione ottimale. Il PSNR non è il migliore parametro per valutare la qualità di un algoritmo di interpolazione, ma è il più diffuso. Multimedia Schema per il calcolo del PSNR in caso di zooming Multimedia PSNR: formule Multimedia MSE e PSNR MSE e PSNR sono molto usati perché semplici da calcolare, però non sempre danno un risultato fedele a quello dato dal sistema visivo umano. Infatti: La sensibilità del sistema HVS agli errori può essere diversa per diversi tipi di errori, e può variare anche in base al contesto visuale. Tale differenza non può essere colta adeguatamente dall’MSE. Due immagini distorte possono avere tipi molto diversi di errori pur avendo lo stesso MSE. Entrambe le metriche sono fortemente influenzate anche da “impercettibili” movimenti spaziali (traslazioni,rotazioni, flipping di righe e/colonne) Multimedia PSNR vs MSE PSNR MSE 1000 45 MSER MSEG 900 MSEB MSE 40 800 700 35 dB 600 500 30 400 25 300 200 20 100 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 15 0 Multimedia 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 MSE e PSNR per immagini RGB Solitamente soluzioni si usa una delle seguenti la semplice media dei valori MSE (o PSNR) sui 3 canali Una combinazione lineare che pesa maggiormente la componente verde … Multimedia Rappresentazione del colore Nel caso monocromatico, l’unico attributo necessario a caratterizzare in ogni punto l’immagine è l’intensità, che si traduce nel valore di grigio del corrispondente pixel. Nel caso della radiazione cromatica, per ogni punto dell’immagine occorre tener conto dei tre valori dei primari che ne determinano il colore. A tal fine la classica rappresentazione delle immagini a colori prevede l’impiego di tre matrici di intensità, una di rosso, una di verde, una di blu. In altre parole, nel caso della radiazione cromatica, l’intensità da sola non è sufficiente a caratterizzare l’immagine, in quanto occorre anche esprimere quantitativamente la presenza delle appropriate lunghezze d’onda, la cosiddetta crominanza (o cromaticità) Multimedia Rappresentazione del colore Due sono gli elementi della crominanza: la tinta (hue in inglese) e la saturazione. La tinta è un attributo associato con la lunghezza d’onda dominante in una miscela di onde luminose. Rappresenta pertanto quello che viene normalmente denominato il colore dominante di un oggetto. La saturazione è un attributo che si riferisce alla purezza del colore, ovvero alla quantità di luce bianca mescolata con una tinta. I colori puri dello spettro hanno una saturazione del 100%, mentre colori come il rosa, che è una miscela di rosso e bianco, o il lavanda, che è una miscela di blu e bianco, sono meno saturi, con il grado di saturazione inversamente proporzionale alla quantità di bianco. La luce bianca ha invece saturazione nulla. Un altro modo in cui può essere specificato un colore è in termini delle quantità di R, G e B necessarie a formarlo, i cosiddetti valori di tristimolo X, Y e Z. Multimedia Spazio CIE xyz Un colore può essere specificato mediante dei coefficienti tricromatici. I valori di tristimolo necessari a rappresentare il colore corrispondente ad una certa lunghezza d’onda possono essere determinati da curve, tabelle e diagrammi determinati sulla base di una estesa sperimentazione, condotta in particolare negli anni’60. Uno di essi è il diagramma CIE di cromaticità, che mostra la composizione di un colore in funzione di x e y, mentre il corrispondente valore di z è calcolato direttamente dalla z = 1 - (x + y). Il diagramma di cromaticità CIE 1931, è solo una "fetta" di uno spazio più completo, lo spazio dei colori CIE 1931 al quale si assegnano le coordinate XYZ. La sua proiezione su un piano è un diagramma di cromaticità xy. Le relazioni per passare dalle coordinate tridimensionali XYZ alle coordinate xy sono: x = X/(X+Y+Z), y = Y/(X+Y+Z). Multimedia Modelli del Colore Scopo di un modello del colore (o spazio dei colori o sistema dei colori) è di consentirne la specificazione dei colori con modalità standardizzate, che fanno normalmente riferimento ad un sistema di coordinate 3-D (dato che tre sono comunque le caratteristiche che definiscono un colore), o meglio ad un suo sotto-spazio, nel quale ogni colore è rappresentato da un punto. I modelli del colore più utilizzati in image processing sono orientati o all’hardware di acquisizione (RGB) e restituzione (RGB, CMY) delle immagini o alla loro trasmissione (YUV, YIQ), compressione (YCbCr), elaborazione (od analisi) mediante trattamento del colore (RGB, HSI, HSV, LUV, ...). Alla poca chiarezza derivante dalla abbondanza di modelli dello stesso tipo, si aggiunge l’uso ambiguo delle lettere nei nomi dei modelli (I o V significano cose diverse in modelli diversi), e soprattutto il fatto che in letteratura esistono differenti versioni delle equazioni di conversione dall’uno all’altro dei modelli indicati. Multimedia CIE L*a*b* Il principale difetto del sistema CIE (e di tutti i modelli del colore da esso derivati mediante trasformazioni lineari o non lineari di coordinate) è che esso non è dotato di uniformità percettiva. In altre parole, dati due colori C1 e C2, consideriamone le distanze ∆C, rispettivamente, dal colore C3 = C1 + ∆C e dal colore C4 = C2 + ∆C. Supponendo che le due distanze siano quantitativamente uguali, sarebbe desiderabile che i due colori C3 e C4 fossero percepiti come ugualmente distanti da C1 e C2. Dato che il sistema non è percettivamente uniforme, in generale le due distanze, benchè uguali, saranno percepite come differenti. Dopo molti anni di elaborazione, la CIE ha standardizzato nel 1976 due spazi di colore percettivamente uniformi, chiamati rispettivamente CIE L*u*v*e CIE L*a*b* (u e v non hanno alcuna relazione con le componenti video U e V) Multimedia ∆E*a,b CIELAB La metrica ∆E*a,b CIELAB lavora sullo spazio colore CIELAB. Differentemente da altri spazi colore, lo spazio colore CIELAB, è percettivamente uniforme. I parametri che lo determinano sono: L*, a*, b*. L* rappresenta la luminanza rappresentano la crominanza. mentre a* e b* L*, a* e b* sono le trasformazioni dei tre valori di tristimolo X, Y e Z dello spazio colore CIE XYZ. Multimedia Formule Attraverso le seguenti formule, si può passare dallo spazio colore CIE XYZ allo spazio colore CIELAB, e viceversa Y L* = 116 Yn 1 3 1 1 3 3 X Y − 16 a* = 500 − X n Yn 1 1 3 3 Y Z b* = 200 − Yn Z n Dove X/Xn, Y/Yn, e Z/Zn , sono. maggiori di 0.01 e Xn , Yn e Zn definiscono il punto bianco. Lo spazio colore CIELAB in confronto al CIE XYZ rispetta maggiormente la risposta non lineare dell’occhio umano alle radiazioni elettromagnetiche. La metrica CIELAB si ottiene dalla seguente formula: * ∆Eab = (∆L *)2 + (∆a *)2 + (∆b *)2 Multimedia L*a*b* color space Laboratorio PH3DRA PHysics for Dating Diagnostic and Dosimetry Research and Applications By Anna Maria Gueli Multimedia Color differences Multimedia By Anna Maria Gueli Color differences Laboratorio PH3DRA PHysics for Dating Diagnostic and Dosimetry Research and Applications By Anna Maria Gueli Multimedia SSIM (Structural SIMilarity) I metodi tradizionali come PSNR o MSE hanno dimostrato di essere in contrasto con la percezione dell'occhio umano. Questi approcci stimano gli errori percepiti, mentre l'SSIM considera la degradazione dell'immagine percepita come cambiamento nelle informazioni strutturali. Il concetto di informazione strutturali nasce dall'idea che i pixel hanno una forte inter-dipendenze soprattutto quando sono spazialmente vicini. Queste dipendenze portano con se importanti informazioni sulla struttura degli oggetti nella scena visiva. Multimedia SSIM (Structural SIMilarity) La Structural SIMilarity (SSIM) misura la similarità tra due immagini (Full-Reference). Si basa sul fatto che il sistema visivo umano è in grado di estrarre informazioni strutturali dal campo visivo. Pertanto, una misurazione della perdita di informazione strutturale può fornire una buona approssimazione alla distorsione della immagine percepita. Sono quindi considerate le informazioni strutturali in un’immagine come quegli attributi che riflettono la struttura degli oggetti sulla scena, indipendenti da luminanza e contrasto medio. Multimedia SSIM (Structural SIMilarity) Si considerino x e y due segnali non negativi corrispondenti rispettivamente all’immagine campione e a quella distorta. Dati µx (media di x), µy (media di y), σ2x (varianza di x), σ2y (varianza di y), σxy (covarianza di x e y) si definisce SSIM (x,y): Le due costanti C1 e C2 servono per i casi limite (divisione per zero) e sono definite come C1=(K1L)2 e C2=(K2L)2, dove L=255 per immagini a 8 bit, e K1 K2 <<1 sono due costanti molto piccole). Multimedia SSIM (Structural SIMilarity) • Luminanza • Contrasto • Struttura Multimedia Multimedia Compressione JPEG Originale Low Quality Multimedia High Quality SOGGETTIVE VS. OGGETTIVE I metodi soggettivi sono complessi e richiedono costi elevati, in termini economici e di tempo, per arrivare a risultati soddisfacenti. Per risolvere tali problemi si è ritenuto necessario sviluppare metriche oggettive che automatizzino la procedura e riducano i costi. Le metriche oggettive hanno lo scopo di determinare la qualità dell'immagini tramite l'uso di funzioni matematiche che calcolano una stima della distorsione e quindi un indice. Multimedia Metriche soggettive più comuni Le metriche soggettive più conosciute sono: SSCQE: Single Stimulus Continuous Quality Evaluation DSCQS: Double Stimulus Continuous Quality Scale MOS: Mean Opinion Score Pacchetto IMATest Multimedia SSCQE (Single Stimulus Continuous Quality Evaluation) SSCQE: l’immagine da valutare viene mostrata ai soggetti che la devono valutare in intervalli di tempo successivi; essa di volta in volta, presenta diversi rumori. I soggetti, ad ogni osservazione, esprimono le loro impressioni sulla qualità dell’immagine, utilizzando una scala articolata su cinque livelli di qualità. Multimedia DSCQS (Double Stimulus Continuos Quality Scale). DSCQS: l’immagine di riferimento e l’immagine distorta vengono presentate in sequenza l’una dopo l’altra ed il soggetto le valuta entrambe usando la stessa scala utilizzata nel metodo SSCQE. Multimedia MOS – Mean Opinion Score Tra le metriche soggettive, negli ultimi anni, la metrica MOS è stata considerata la più affidabile, essa consiste nella valutazione media di giudizi espressi da diversi osservatori umani, relativi alla qualità di un’immagine. Questa metrica però presenta i alcuni svantaggi: - è molto lenta, costosa e non può essere condotta in tempo reale; - non può essere utilizzata per quelle applicazioni che necessitano di metriche automatiche. Multimedia IMA Test: www.imatest.com Un gruppo di esperti ha realizzato IMATest, un sistema software che simula la valutazione qualitativa di un’immagine da parte del sistema visivo umano. Vengono elencati una serie di fattori che impattano la qualità delle immagini acquisite da specifiche camere digitali: Multimedia IMA Test in Matlab SFR: Spatial Frequency Response MTF: Modulation Transfer Function Multimedia VQEG (Video Quality Expert Group) Il VQEG (www.vqeg.org) dal 1997 cerca di sviluppare, convalidare e standardizzare nuove metriche di qualità dell’immagine. I criteri di valutazione di una metrica tengono conto di: Prediction Accuracy (accuratezza della previsione): la capacità di predire una valutazione soggettiva della qualità con basso errore. Prediction Monotonicity: l’esattezza con la quale le previsioni concordano con le valutazioni soggettive della qualità. VQEG fornisce un ampio database video, a disposizione del pubblico, con valutazioni affidabili di tipo soggettivo. Multimedia VQEG VQEG nasce dalla necessità di riunire esperti di valutazione soggettiva della qualità video e la misurazione della qualità oggettiva. Gli esperti di VQEG son impegnati nel campo della valutazione della qualità video e nella ricerca di metodi di valutazione soggettiva e oggettiva. Negli ultimi anni la ricerca si è concentrata nella validazione di nuove metriche oggettive di qualità per fini di normalizzazione. Multimedia OBIETTIVI VQEG I VQEG fornisce un forum, liste di posta elettronica e incontri di esperti per la valutazione della qualità video per scambiarsi informazioni e lavorare insieme su obiettivi comuni. VQEG mira a fornire un forum dove gli sviluppatori e gli utenti del settore possono incontrarsi per pianificare ed eseguire test di validazione di metriche oggettive di qualità percettiva. VQEG ha sviluppato un approccio sistematico ai test di validazione che include la raccolta di diverse banche dati soggettivi. Multimedia OBIETTIVI VQGE II Un elemento importante dell'approccio VQEG è la formulazione di piani di test che definiscono le procedure per eseguire la convalida del modello oggettivo. Questi piani di test descrivono il formato e la gamma di contenuto di origine, la portata e la natura delle degradazioni, i metodi di prova soggettive da utilizzare per raccogliere i dati soggettivi, il tipo di modelli oggettivi di qualità che può essere presentata ai fini della convalida del modello, le modalità di presentazione dei modelli oggettivi di qualità, e, infine, le tecniche statistiche e metriche di valutazione del modello da utilizzare. I piani di test sono approvati dal consenso tra tutti i partecipanti VQEG.1 Multimedia
© Copyright 2024 ExpyDoc