CSPComplessità e sostenibilità nel progetto

CSP Complessità e sostenibilità nel progetto
ISSN: 2279-8749
n. 10 / aprile-giugno 2014
Xefirotarch
Tom Wiscombe Architecture
Ateliers Jean Nouvel
MONAD Studio
Sommario
CSP
Complessità e sostenibilità nel progetto
Direttore Responsabile
Gabriella Padovano
n.10 /aprile-giugno 2014
Vice Direttore
Cesare Blasi
Redazione
Attilio Nebuloni, Silvia Bertolotti
3| Editoriale
Gabriella Padovano e Cesare Blasi
5| Edoardo Bit
L’ibridazione architettura/natura fra
performance di sistema, valori ecologici
e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture / nature
between system performance,
ecological values ​​and benefits for the
created environment
15 | Xefirotarch
Centro Culturale di Kaohsiung,
Kaohsiung, Taiwan / Kaohsiung Cultural
Center, Kaohsiung, Taiwan
36| Tom Wiscombe Architecture
Centro Nazionale per l’Arte
Contemporanea, Mosca, Russia /
National Center for Contemporary Arts,
Moscow, Russia
5
15
Comitato Scientifico
Herman Diaz Alonso
Andreas Kipar
Tarek Naga
Tom Wiscombe
Cesare Blasi
Gabriella Padovano
Progetto grafico
Sergio Antonioli
36
53
53| Tom Wiscombe Architecture
Centro Culturale di Taichung, Taichung,
Taiwan / Taichung City Cultural Center,
Taichung, Taiwan
90| Ateliers Jean Nouvel
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar
/ The National Museum of Qatar, Doha,
Qatar
74| Tom Wiscombe Architecture
Diamond City, Adelaide, Australia /
Diamond City, Adelaide, Australia
107 |MONAD Studio
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami /
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
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74
90
107
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Editoriale/Editorial
Gabriella Padovano e Cesare Blasi
I nuovi linguaggi dell’espressione progettuale trovano il
loro riferimento nello spostamento dell’attenzione dalle
forme definite, dai riferimenti storici, dalla ottimizzazione
delle funzioni, a una espressione delle relazioni e delle
interazioni molteplici e variabili, che si manifestano nella
attuale società in trasformazione.
Non è facile, tuttavia, ritrovare lo spazio e le forme
corrispondenti alla differenziazione e alla complessità
delle presenze delle innovazioni, che si manifestano nel
tempo e nei diversi contesti sociali.
Se appare evidente il superamento della netta
separazione delle sfere d’azione, che ha caratterizzato
il movimento moderno, i nuovi approcci alla cultura
relazionale si scontrano con tre poteri forti:
1. gli interessi della finanza internazionale a sviluppare
interventi attraverso realizzazioni concentrate, facilmente
controllabili, capaci di esprimere il potere della finanza
stessa;
2. le resistenze della gestione politico-amministrativa
ad accettare le innovazioni spaziali di una diversa
progettazione;
3. la formazione accademica delle Scuole di Architettura.
L’incremento di forme di centralizzazione e la formazione
di nodi strategici di ipercentralizzazione portano al
proliferare, nelle città centrali, di densità crescenti, che
trovano, nell’edilizia a sviluppo verticale (che sembrava
preclusa dagli eventi terrificanti dell’attentato dell’11
settembre 2001 alle Twin Towers di New York), la
realizzazione di grandi costruzioni unitarie e controllate, a
garanzia degli investitori internazionali.
Le criticità, che tali configurazioni determinano
nel tessuto delle relazioni urbane e territoriali e
nell’organizzazione dei luoghi dell’abitare, non sembrano
disturbare la cultura urbana e architettonica.
Tale cultura ha assunto, quale soluzione per la
sostenibilità, l’introduzione dell’espressione “consumo
di suolo”, per giustificare l’alta densità, le polarità
The new languages of design vision find a framework
of reference in the attention shift from defined forms,
historical references and the optimization of functions,
to expressions of complex and variable relations and
interactions that are emerging in our contemporary society
in transformation.
However, it is anything but easy to find the space and
forms that reflect what is different and complex within
innovations, which emerge in different times and social
contexts.
While it appears evident that the clear separation between
spheres of action which has characterized the modern
movement has been overcome, the new approaches to
relational culture come into conflict with three strong
powers:
1. the interests of international finance in developing
projects that are concentrated, easy to control and
capable of reflecting the power of finance itself;
2. the resistance of politico-administrative institutions
against accepting spatial innovations of a different design
approach;
3. the academic training of Architecture Schools.
The growth of forms of centralization and the development
of strategic nodes of hyper-centralization lead to the
proliferation, in central cities, of increasing densities which
see, in high-rise buildings (something which appeared
highly unlikely due to the terrifying attack against the
Twin Towers in New York on 11 September 2001), the
realization of large unitary and controlled constructions as
guarantee for international investors.
The critical effects these configurations determine to
the web of urban and territorial relations and in the
organizations of the places where we dwell do not seem
to be a cause for concern for the urban and architectural
culture.
As a solution to sustainability this culture has adopted the
expression “land consumption “ in order to justify the high
specialistiche, lo sviluppo verticale della morfologia, il
disegno di dominio della natura, delle realtà ambientali
ed energetiche, attuate mediante regole astratte.
La gestione politico-amministrativa non intende
rinunziare all’ordinamento giuridico-istituzionale, che le
consente una serie di poteri di concessione-veto, che
divengono un aspetto dominante, all’interno del sistema
politico, delle amministrazioni, delle burocrazie locali e
all’interno della stessa società, eliminando le possibilità
di innovazione e creatività.
Infine, l’ambito della cultura universitaria subisce
una sorta di sclerosi, che vede il prevalere della
configurazione convenzionale e la formazione di un
corpo disciplinare rigido, in cui la trasmissione del
sapere costituito elude la ricerca, quale fattore centrale
per la formazione della conoscenza (è emblematico, in
questo senso, il passaggio dalla definizione di “Facoltà”
a quella di “Scuola”, assunta nel nuovo ordinamento
universitario).
Ne è derivato che la maggior parte della produzione
progettuale dei giovani architetti italiani degli ultimi
anni si è professionalizzata ed è divenuta espressione
di “principi inderogabili maturati dagli esperti nel solco
della volontà totalitaria che ci persegue” (Marco Romano,
2013).
Il ruolo delle nuove tecnologie e dei media, che dovrebbe
essere quello di promuovere il sapere nella società
dell’informazione, viene ridotto a disciplina tecnica per
svolgere compiti prefissati.
Le criticità, che si evidenziano nell’attuale organizzazione
dei luoghi dell’abitare, e la mancanza di risposte
valide ai problemi emergenti mostrano la necessità di
ricercare nuovi presupposti su cui fondare, in modo
sostanziale, i processi di produzione progettuale urbana
e architettonica.
Infatti ci troviamo all’interno di una grande rivoluzione
tecnologica, che tende a diffondersi nella società, e porta
density, specialized polarities and vertical development of
the morphology and the planning of a dominion on nature,
environmental and energy-related realities, which are
implemented according to abstract rules.
Politico-administrative institutions do not intend to
forego the legal-institutional system, which give them a
series of powers to grant concessions or issue vetoes,
which become a dominant aspect within the political,
administrative, local bureaucratic systems and within the
society itself, eliminating the possibilities of innovation
and creativity.
Finally, the university milieu is the victim of a kind
of fossilization, characterized by a predominance of
conventional configurations and the formation of a
rigid disciplinary oeuvre, in which the transmission of
established knowledge excludes research as central factor
for the formation of knowledge (the transition from the
definition of “Faculty” to that of “School”, assumed by the
new university system is symptomatic in this sense).
As a result, most of the designs of young Italian architects
in recent years have become a professionalized
expression of “peremptory principles developed by experts
in the wake of the totalitarian desire which persecutes us”
(Marco Romano, 2013).
The role of new technologies and the media, which should
be to promote knowledge in the information technology
society, is reduced to a technical discipline conducting
pre-established tasks.
The critical aspects which are becoming evident in the
present-day organization of residential places, and the
lack of valid answers to the surfacing problems, reveal the
need to search for new premises which may provide solid
foundations for the processes of urban and architectural
planning.
We are in fact in the midst of a great technological
revolution which tends to be diffused in society and
which leads to a multidimensional, informal and diffused
3
Editoriale/Editorial
ad un sapere mutidimensionale, informale e diffuso
che richiede il riconoscimento della ricchezza delle
stratificazioni, delle specificità, delle disarticolazioni e
dell’imprevedibilità.
In tale contesto appare necessario sviluppare la
complessità sostenibile e creativa, che tende a
coinvolgere il territorio e generare organizzazioni aperte
con andamenti diffusi, reticolari, differenziati, per
ampliare gli spazi di libertà.
L’uscita dalla centralità consentirà di impostare una serie
di relazioni, di reti a maglie differenziate, multi-orientate,
di insediamenti tra loro interagenti, che portino a modelli
abitativi diversificati.
Risulta, in tal modo possibile, realizzare “densità relazionali
creative” entro trame e tessuti diversificati e complessi,
connessi alle risorse naturali, energetiche e ambientali,
rendendo i momenti della produzione, della cultura, dello
scambio, del risiedere, in forte interrelazione nello spazio
territoriale e architettonico, in modo che divengano luoghi
e attivatori-attrattori della complessità sostenibile creativa.
Superata la netta separazione delle sfere d’azione, operata
dallo zoning del paradigma urbanistico vigente, sarà
possibile far crescere la ricerca di risposte direttamente
dalla sperimentazione, secondo fini non precostituiti,
che introducano a tutti i livelli, in cui si operano le scelte,
l’intelligenza, la creatività e la flessibilità delle richieste.
Significa mobilitare e incentivare le intelligenze delle
persone, facendo ricorso alle capacità di immaginazione,
dialogo, condivisione di progetti: creare un vero e proprio
campo di sperimentazione, che disegni una possibile
mutazione dei modi di produzione e di consumo.
Molti dei concetti e dei termini enunziati per trasmettere
idee teoriche e suggerimenti operativi si rivelano non
sempre adeguati per cogliere le realtà sfuggenti e
comprendere un mondo in movimento, prevedendo
soluzioni.
Tuttavia, come scrive Bauman (Bauman Z. 2010),
Gabriella Padovano e Cesare Blasi
knowledge; we must recognize the richness of its
stratifications, its peculiarities, points of disconnection and
unpredictability.
It appears necessary, in this context, to develop sustainable
and creative complexity, which tends to involve the territory
and generate open organizations with diffused, reticular and
differentiated developments, in order to expand the spatial
freedom.
An abandonment of a centralized structure will make it
possible to establish a series of relations and networks
with differentiated meshes and multiple orientations, of
communities that interact with one another and produce
diversified housing models.
It will thus become possible to realize “creative relational
densities” within diversified and complex webs and fabrics,
and that are linked to natural, energetic and environmental
resources, which make the moments of production, culture,
exchange and living closely interrelated in the territorial and
architectural space, in such a way that they become places
and activators-attractors of creative sustainable complexity.
Having overcome the clear separation between spheres of
action introduced by the zoning strategies characterizing
the current urban paradigm, it will be possible to improve
the search for answers directly from experimentation,
according to not pre-established aims, capable of enriching
all decision-making levels with intelligence, creativity and
flexibility.
This calls for mobilizing and encouraging individual
intelligence, resorting to abilities of imagination, dialogue,
sharing of projects: creating a true area of experimentation,
to design possible changes in our ways of production and
consumption.
Many of the concepts and terms enunciated in order to
transmit theoretical ideas and operational suggestions
prove inadequate to capture the fleeting realities and to
understand a world in movement and thus to foresee
solutions.
L’etica in un mondo di consumatori, Laterza, Bari):
”È indubbiamente vero che piccoli o grandi che
siano i miglioramenti del nostro modo di concepire il
mondo vissuto, non saranno sufficienti a garantire la
realizzazione della speranza di migliorare il mondo e
le nostre vite all’interno di esso, ma è altrettanto vero
che senza questi miglioramenti la speranza non potrà
sopravvivere”.
But as Bauman writes (Bauman Z. 2009), Does Ethics
Have a Chance in a World of Consumers?, (Harvard
University Press): “It is undoubtedly true that, whether big
or small, improvements in our thinking about the lived
world will not suffice to ensure fulfilment of the hope
to improve the world and our lives in it, yet it is no less
true that without such improvements, that hope will not
survive”.
Frattale / Fractal
4
L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​ benefits for the created environment
Edoardo Bit
I sistemi d’integrazione fra organismi edilizi e vegetazione
naturale corrispondono a tutte quelle tecniche operative
che permettono di far coesistere, all’interno del progetto
d’architettura, elementi molto diversi, relativi da una
parte al regno vegetale, mentre dall’altra a quello della
produzione edilizia1. Approcciandosi a questo tipo
di tematica diviene quindi fondamentale focalizzare
l’attenzione su due questioni: innanzitutto il significato
stesso del concetto di coesistenza fra organismi diversi,
appunto quelli naturali viventi, asserenti al mondo delle
piante, e quelli che hanno a che fare con la normale
componentistica edilizia.
E, successivamente, anche al fatto che detta integrazione
non è considerabile come una mera convivenza
(esprimibile cioè come reciproca esistenza nel medesimo
luogo che non arrechi danneggiamenti all’una o all’altra
parte), ma bensì, piuttosto, al fatto che le metodologie in
oggetto rientrano nelle cosiddette discipline olistiche, ove
la qualità complessiva del sistema finale non è assimilabile
alla semplice sommatoria delle peculiarità dei vari
addendi, ma ne risulta incrementata grazie agli effetti di
sinergia derivanti dalle interrelazioni fra i fattori in causa.
Se ormai da qualche tempo vi è un grande interesse
in merito al verde tecnico2 – dipendente non soltanto
all’attenzione recentemente riscossa da inediti sistemi
d’inverdimento parietale, ma anche dalla nascita, nel
nostro Paese, di normative tecniche3 e legislazioni4
specifiche – i progressi tecnico-scientifici degli ultimi
anni consentono di delineare con adeguata chiarezza
il cambiamento avvenuto nelle modalità di concepirlo.
Questo perché fatta salva l’edilizia tradizionale di alcuni
secoli fa, dove la vegetazione veniva di sovente impiegata
all’interno del processo costruttivo per precisi scopi di
mitigazione dei carichi ambientali esterni, negli ultimi
venti o trent’anni l’ibridazione architettura/natura è
derivata quasi esclusivamente da motivazioni formali,
se non addirittura come vero e proprio elemento di
The systems of integration between building structures
and natural vegetation correspond to all the operational
techniques that allow the coexistence, within the
architectural project, of very diverse elements, relative
on the one hand to the plant life, while on the other to
the production of the building1. In order to examine this
kind of subject matter it then becomes essential to focus
on two issues: firstly, the very meaning of the concept
of coexistence between the different entities, or, to be
precise, that which is natural and which belongs to the
world of plants, and that which instead has to do with
normal building components.
And, subsequently, it is the case that said integration is not
to be considered as a mere coexistence (i.e. expressible
as mutual existence in the same place that does not cause
damage to one part nor the other), but rather, however,
it is apparent that the methodologies in question fall
within the so-called holistic disciplines, where the overall
quality of the final system is not comparable to the simple
summation of the peculiarities of the various addenda, but
is increased thanks to the effect of synergy arising from
the interplay between the factors involved.
If for some time now there is a great interest with regard
to technical greenery2 – not only due to the attention
recently drawn by unprecedented parietal greening
systems, but also to the birth in our country of technical
regulations3 and specific legislation4 – the technoscientific progress in recent years allows one to delineate
with sufficient clarity the change which has come about
in the way of approaching this issue. This is because,
without prejudice towards the traditional housing of a few
centuries ago, where the vegetation was quite often used
in the construction process for specific purposes in the
mitigation of external environmental demands, in the last
twenty or thirty years the hybridisation of architecture and
nature has been derived almost exclusively from formal
reasoning, or even from a real element of ‘greenwashing’5:
greenwashing5: in altre parole, se ad un certo punto
della storia del Ventesimo secolo la presenza del verde
nel progetto era basata esclusivamente su ragionamenti
di tipo formalistico, oggi è invece riscontrabile una sua
adozione più mirata, che tiene conto degli innumerevoli
vantaggi ambientali che da essa possano scaturire.
Numerose ricerche nel mondo hanno infatti dimostrato
in maniera inequivocabile che la presenza naturale
all’interno dello spazio antropizzato presenta ripercussioni
benefiche dal punto di vista macro e microclimatico
(ad es. contenimento del fenomeno dell’isola di calore,
miglioramento delle caratteristiche termofisiche
dell’involucro), ambientale (mitigazione e compensazione
paesaggistica, salvaguardia della biodiversità, regimazione
idrometeorica), d’igiene urbana (qualità dell’aria, benefici
psicofisici per l’individuo), e quindi, più in generale, nei
confronti sia della qualità della vita umana che a livello di
metabolismo della città6.
Ne deriva pertanto che la valenza dei sistemi a verde
richiede una riflessione anche nei confronti della rispettiva
scala d’analisi, ponendo all’interno di un ragionamento
unitario non soltanto il singolo intervento ma anche
l’insieme di più edifici o addirittura l’intera conurbazione;
ove la componente naturale non possa più essere
considerata come un elemento isolato d’inverdimento, ma
piuttosto l’addendo di un’infrastruttura urbana concepita
proprio in funzione delle sue preziose caratteristiche
(corridoi e reti ecologiche), Fig.1.
in other words, if at some point in the history of the
twentieth century, the presence of vegetation in the project
was based solely on formalistic reasoning, today a more
focused implementation is apparent, which takes account
of the many environmental benefits that it might yield.
Countless global research projects have demonstrated
unequivocally that the presence of nature within artificial
space leads to beneficial effects from both the macro
and the microclimatic point of view (e.g. containment
of the ‘heat island’ phenomenon, improvement of the
thermo-physical characteristics of the enclosure), the
environmental point of view (landscape mitigation
and compensation, conservation of biodiversity, water
drainage), the urban hygiene point of view (air quality,
psychological and physical benefits for the individual), and
thus, more generally, with respect to both the quality of
human life and to the urban metabolism6.
It follows, therefore, that the value of greenery systems
must demand some reflection with regard to the respective
scale of analysis, placing within a uniform thought process
not only the single effect of the isolated building but also
its effect on the amalgam of the surrounding buildings
or even on the entire conurbation; where the natural
component can no longer be regarded as an isolated
element of ‘greening’, but rather the finishing touch to
an urban infrastructure designed precisely in accordance
with its most valuable features (ecological networks and
greenways), Fig.1.
Verde e architettura, ripercussioni sul processo edilizio
Rifacendosi per un momento al nome della rivista che
ospita questo articolo, è evidente come se per i motivi
sopra enunciati la green architecture muova a favore
della sostenibilità del progetto, la sua adozione non possa
che rendere più complesso l’intero processo non soltanto
d’ideazione della fabbrica, ma anche quello, conseguente,
di realizzazione e gestione in opera.
Greenery and architecture, impacts on the building
process
Referring for a moment to the name of the journal in
which this article appears, it is clear that even if for the
reasons set out above ‘green architecture’ works in favour
of the sustainability of the project, its adoption can only
make the process more complex as a the whole, not only
at the design phase of the project, but also, as a result,
5
L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
La presenza vegetale amplia sensibilmente quello che è il
quadro esigenziale insito nel progetto, nonché lo spettro
conoscitivo necessario per la concretizzazione del sistema,
col risultato che per il progettista diverrà imprescindibile
misurarsi con un ventaglio di questioni agro-tecniche che
generalmente non fanno parte del background conoscitivo
strettamente connesso al settore delle costruzioni.
during the construction and management phases too. The
presence of plant life significantly expands the scope of
that which is necessarily inherent to the project, as well
as the spectrum of knowledge needed for the realisation
of the system. The result of this for the designer is that
a battle becomes unavoidable with a range of agrotechnical issues, which are not generally part of the
Figura 1. Diller Scofidio + Renfro, The High Line, New York (USA), 2009. Esempio di infrastruttura verde, ottenuta
mediante recupero edilizio con la tecnica del giardino pensile: trattasi di un percorso-parco ricavato a nove metri
d’altezza sul tracciato precedentemente occupato da una ferrovia sopraelevata. Il progetto è particolarmente
interessante poiché, oltre a riqualificare una frattura urbana consistente nel tragitto ferraio dismesso, serve anche ad
incrementare il quantitativo vegetale in una metropoli come New York. (© Russ Powell, http://www.flickr.com/photos/
fruvous2) / Diller Scofidio + Renfro, The High Line, New York (USA), 2009. An example of green infrastructure, obtained
by using the building recovery technique of the roof garden: it is a park/pathway reaching nine metres in height along
the space previously occupied by an elevated railway. The project is particularly interesting because, in addition to
requalifying a large urban fracture that was the former the railway track, it also serves to increase the quantity of plant
life in a metropolis like New York, in this case.
Edoardo Bit
Vale a dire tutte quelle competenze specificamente
finalizzate alle modalità evolutive e di vita delle piante,
che richiedono precise nozioni per essere messe in
atto ed in assenza delle quali risulterebbe impossibile
governare il funzionamento del sistema (e con esso anche
l’assolvimento dei requisiti di sostenibilità enunciati più sopra).
Il processo edilizio caratterizzante la vegetecture è quindi
multidisciplinare, e proprio per questo, al fianco di tutte
quelle che sono le professionalità tipiche della pratica
architettonica, necessita della collaborazione con figure
esperte di piante (agronomo, botanico, dottore forestale,
vivaista ecc.) fin dalle prime fasi di concepimento del
sistema e per tutta la durata della sua gestione a livello di
life cycle.
Ma non sarà soltanto una mutazione di processo a
risentire dell’impiego del verde, bensì anche la risultante
stessa dell’opera: conseguentemente all’adozione vegetale
sarà anche la forma/funzione dell’edificio a vedere variate
le proprie caratteristiche, attraverso una sempre più
accentuata commistione fra apparati costruttivi e naturali.
Parafrasando il concetto è quindi possibile asserire che
grazie alle metodologie oggetto d’analisi diverranno
sempre più labili i confini fra edilizia e architettura del
paesaggio, come anche sarà più stretta la correlazione fra
la disciplina architettonica – che finora è stata perlopiù
basata sui singoli manufatti o su brani contenuti di città
– e quella della pianificazione territoriale, storicamente
contraddistinta da scale dimensionali più ampie (da Fig.2
a Fig.5).
Tipologie d’integrazione
Esaminando i diversi sistemi tecnici che consentono
l’ibridazione fra edificio e vegetazione, è innanzitutto
doveroso evidenziare come questi si differenzino a
seconda del contesto d’insistenza. Si potranno infatti
avere tetti verdi e giardini pensili (Fig.6 e Fig.7), quando
riferiti all’unità tecnologica che la norma Uni 8290-1:1981
background knowledge of somebody closely involved
in the construction industry. That is to say, all the skills
specifically focused on the developmental process of plant
life, which require a precise knowledge basis and without
which it would be impossible to oversee the operation of
the system (and hence the fulfilment of the requirements
of sustainability set out above). The building process
which characterises the concept of ‘vegetecture’ is
therefore multidisciplinary, and precisely because of this,
alongside everyone that is typically involved in professional
architectural practice, it requires collaboration with figures
who are expert in plants (e.g. agronomists, botanists, tree
surgeons, plant nursery staff, etc..) starting from the early
stages of the conception of the system and lasting for the
duration of its management at the level of its ‘life cycle’.
However, the use of greenery will not only cause a
change to the process, but also to the actual result of
the work itself: following on from the use of plant life,
it will also be the form / function of the building which
sees its characteristics changed, through an ever more
accentuated mingling of the constructed and the natural
elements.
To paraphrase the concept, it is therefore possible to say
that, thanks to the methods which are the object of this
analysis, the boundaries between building and landscape
architecture will become increasingly blurred, just as the
correlation becomes ever stronger between the discipline
of architecture - which so far has been mostly based on
individual artifices or features within the city - and the
discipline of spatial planning, which historically has been
set apart by its far larger dimensional scale (from Fig.2
to Fig.5).
Types of integration
Looking at the different technical systems that allow
hybridisation between building and vegetation, it is first
and foremost necessary to highlight how these differ
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L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
Edoardo Bit
Figura 2. Emilio Ambasz & Associates, Ospedale dell’Angelo, Mestre (Italia), 2008: dettaglio della facciata principale
esposta a Sud. Il fabbricato è totalmente compenetrato dal verde, sia esternamente che all’interno: dietro alla grande
vetrata è presente un parco indoor che funziona da hall di distribuzione e da serra bioclimatica (cfr. Fig.3), mentre
il giardino pensile (in primo piano nella foto) sovrasta alcuni ambienti sanitari. L’intervento, trovandosi a ridosso del
centro città, è quindi descrivibile come un parco-edificio a scala urbana pienamente fruibile alla cittadinanza. (©
Edoardo Bit)
Figure 2. Emilio Ambasz & Associates, Ospedale dell’Angelo, Mestre (Italy), 2008: detail of the main facade facing
south. The building is totally penetrated by greenery, both outside and inside: behind the large window there is an
indoor park that works as a hall of distribution and as a bioclimatic greenhouse (see Figure 3), while the roof garden
(foreground in photo) dominates the healthcare environment. The project, being close to the city centre, can thus be
described as a park-building on an urban scale and also as fully functional for the citizenry.
Figura 3. Emilio Ambasz & Associates, Ospedale dell’Angelo: vista del parco interno, sul quale affacciano diversi spazi
sanitari e pubblici. (© Edoardo Bit) / Emilio Ambasz & Associates, Ospedale dell’Angelo: view of the internal park, onto
which face various hospital and public spaces.
Figura 4. Burckhardt + AG Architekten, MFO Park, Zurigo (Svizzera), 2002. L’implementazione tecnologica può talvolta
consentire la nascita di tipologie edilizie inedite: è qui riportato un esempio di “parco urbano tridimensionale” ottenuto
grazie al sistema del rivestimento vegetale. L’intervento è percorribile verticalmente grazie a scale, passerelle e zone
di sosta in quota: la foto è stata scattata proprio da uno di questi. (© Giovanni Avosani) / Burckhardt + Architekten
AG, MFO Park, Zurich (Switzerland), 2002. Technological implementation can sometimes allow the creation of novel
types of buildings: here is an example of a ‘three-dimensional urban park’ obtained thanks to the system of vegetative
covering. The feature can be accessed vertically through stairs, walkways and parking areas on an elevated level: the
photo was in fact taken from precisely one of these.
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L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
Edoardo Bit
Figura 5. Burckhardt + AG Architekten, MFO Park: vista dalla sommità. Il progetto è interessante anche dal punto di
vista formale poiché ripropone le fattezze volumetriche dell’opificio industriale precedentemente insistente sull’area.
(© Giovanni Avosani) / Burckhardt + Architekten AG, MFO Park: view from the top. The project is also interesting from
a formal point of view because it repeats the volumetric features of the industrial plant which had been previously
dominant in the area.
definisce come Chiusure Superiori; pareti verdi eseguite
con la tecnica del “rivestimento vegetale” o della
“chiusura verticale vegetata” (Fig.8 e Fig.9), nel caso
che l’unità tecnologica enunciata nella succitata norma
siano le Chiusure Verticali7; oppure il più convenzionale e
storicizzato verde urbano, qualora ad essere interessate
dalla flora siano porzioni di città al livello del piano di
campagna8 o mediante semplici vasi di terriccio posti in
quota piuttosto che sulla superficie del terreno.
Tralasciando quest’ultima casistica in quanto
maggiormente assodata, vale la pena di approfondire
le altre, poiché si differenziano sia dal punto di vista
del relativo livello d’integrazione, che dipendentemente
dall’obiettivo progettuale che ne determina il
concepimento.
depending on the context of realization. One can in fact
have green roofs and roof gardens (Fig.6 and Fig.7) once
in accordance with the technological unit as per UNI
regulation 8290-1:1981, which defines them as Elevated
Enclosures; green walls made ​​using the technique of
‘vegetative decoration’ or ‘vertical vegetative enclosure’
(Fig.8 and Fig.9), in the case that the technological unit
set out in the above-mentioned regulation is composed
of Vertical Enclosures7; or the more conventional and
classical urban greenery, where the portions of the city to
be affected by the flora are at ground level8 or through the
use of simple pots of soil placed at a raised level to the
ground rather than on its surface.
Beyond this well-established case law, it is worthwhile
to investigate other regulations because they differ from
Figura 6. He Jingtang, Padiglione della Cina, World Shanghai Expo 2010 (Cina). Una parte del fabbricato ospita un parco
pensile praticabile (sistema intensivo, in primo piano nella foto) che accoglie specie erbacee, arboree, suffruticose
e arbustive. (© Giovanni Zannoni) / He Jingtang, Chinese Pavilion, World Expo 2010 Shanghai (China). A part of the
building houses an accessible hanging garden (intensive system, in the foreground in the photo) which includes
herbaceous, arboreal, shrub and fruit-bearing plant species.
8
L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
Edoardo Bit
Figura 7. Climagrün Srl, Progetto Sciaves, Naz-Sciaves (Italia). Alcuni corpi di fabbrica sono sovrastati da una copertura
a verde estensivo (tetto non praticabile se non a fini puramente tecnici). Come comprensibile dall’immagine il sistema
ha un’alta potenzialità ambientale, non soltanto perché la ricca varietà vegetale contribuisce alla biodiversità (valore
ecologico), ma anche perché consente alla costruzione d’impattare in maniera minore nei confronti del paesaggio
naturale circostante (mitigazione ambientale). / Climagrün Srl, Project Sciaves, Natz (Italy). Some buildings are topped
by an extensive roof garden (the roof is not accessible if not for purely technical reasons). As one can understand from
the photo, the system has a high environmental potential, not only because the rich variety of plants contributes to
biodiversity (ecological value), but also because it allows the construction to impact to a lesser extent on the natural
surroundings (environmental mitigation). (© Climagrün Srl).
Figura 9. Architekturplus, Durst Phototechnik SpA, Bressanone (Italia). Le facciate sono eseguite con la tecnica
della chiusura verticale vegetata (sistema Climagrün): rispetto alla figura precedente si noti la maggior complessità
vegetale, come anche il più accentuato livello d’integrazione fra piante e involucro, permesso proprio dalla
particolare tecnologia. (© Climagrün Srl) / Architekturplus Durst Phototechnik SpA, Bressanone (Italy). The facades
are accomplished through the technique of vertical vegetative enclosure (the Climagrün system): compared to the
previous figure one notes the greater vegetative complexity, as well as the more pronounced level of integration
between plants and enclosure, possible thanks to its particular technology.
Figura 8. MC A, Rimini Forum, Rimini (Italia), 2006. Esempio di rivestimento vegetale: tecnica ottenuta mediante
specie rampicanti – nel caso specifico piante di falso gelsomino (Rhyncospermum jasminoides) sistemate nel terreno
naturale – supportate nel proprio sviluppo verticale da un sub-sistema in grigliato metallico ancorato alle murature.
(© Edoardo Bit). / MC A Rimini Forum, Rimini (Italy), 2006. Example of vegetative covering: a technique realised
through climbing species - in this specific case with false jasmine plants (Rhyncospermum jasminoides) arranged in
the natural terrain - supported in its development by a vertical sub-system in the metal grill anchored to the walls.
9
L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
Utilizzare un sistema piuttosto che un altro significa
ottenere prestazioni differenti, oltre che caratterizzazioni
estetiche dissimili.
Ritenendo infatti che oggigiorno, all’interno di
un contesto procedurale e normativo sempre più
complesso, la motivazione formale non possa essere
l’unico fattore su cui basare un’opera, diviene basilare
avere ben chiaro quale sia il requisito progettuale
principale che s’intende assecondare mediante
l’adozione dell’apparato vegetale. Nonostante tutte
le tipologie d’inverdimento pensile eseguite secondo
norma siano sostanzialmente similari – a variare
saranno essenzialmente lo spessore complessivo del
sistema, il relativo peso a saturazione idrica e le specie
vegetali presenti – sarà allora consigliabile l’impiego di
un tetto verde – sistema “estensivo” non praticabile –
se le motivazioni tecniche (coibentazione termoacustica,
gestione delle idrometeore, inerzia termica ecc.) siano
predominanti su altri input di progetto, mentre sarà
preferibile un sistema “intensivo” o “intensivo leggero”
– cioè un vero e proprio giardino pensile, in tutto e per
tutto paragonabile ad uno tradizionale a terra – nel caso
in cui siano da prediligere aspetti legati alla funzione
d’uso della copertura9.
Del resto, le medesime considerazioni potranno
essere riferite anche alla tecnica gemella del verde
pensile, ossia quella generalmente conosciuta in
Italia come “verde verticale” (che però, a differenza
del pensile, ancora oggi non possiede riferimenti
normativi). Una parete verde potrà essere utilizzata
come semplice componente finalizzato al miglioramento
del comportamento in opera della fabbrica (ad es.
protezione solare, fitodepurazione parietale, incremento
dell’inerzia termica dell’involucro, barriera antirumore
stradale ecc.), piuttosto che come unità atta a favorire il
metabolismo urbano: re-inverdimento ambientale, incremento
della varietà biologica, qualità dell’aria ecc. (Fig.10).
Edoardo Bit
the point of view of the relative level of integration, which,
depending on the project’s aim, determines its conception.
Choosing the one system over another means obtaining
different services, as well as meaning the result can
produce dissimilar aesthetic qualities. Considering that
fact, nowadays, within a procedural and regulatory context
which is growing evermore increasingly complicated, the
formal motivation cannot be the only factor on which to
base a work, it then becomes fundamental to be clear about
the main design requirement which one intends to support
through the application of vegetative furnishings.
Despite the fact that all the types of roof greenery carried
out according to the regulations are substantially similar
- essentially all that varies is the overall depth of the
system, its weight in water saturation and the plant species
present – the use of a roof garden becomes therefore
advisable – an ‘extensive’ but intractable system – if the
technical factors (thermo-acoustic insulation, management
of hydrometeors, thermal inertia, etc..) are predominant over
the other factors in the project, while it might be preferable
to have an ‘intensive’ or a ‘moderately intensive’ system
– that is a real roof garden, in all respects comparable to
a traditional garden on the ground – in the cases in which
the aspects to be given priority relate to the functionality of
the plant cover9. Moreover, the same considerations may
also be applied to the close technique of roof greenery, or
rather that which in Italy is generally known as ‘vertical
greenery’ (which, however, unlike the roof garden, still
has no regulatory references). A green wall can be used
as a simple component aimed at improving behaviour of
a factory, for example (e.g. protection from the sun, a wall
of herbal purification, increase the thermal inertia of the
enclosure, road noise barrier etc..), rather than as a unit
capable of improving the urban metabolism: the greening
of the environment, the increase in biological diversity, in air
quality etc.. (Fig. 10).
Figura 10. Sistema d’inverdimento low-tech nei pressi del Parco Olimpico di Barcellona (Spagna). L’esempio illustra
come, con un po’ d’ingegno, si possano ottenere degli apparati a verde tendenti alla verticalità ma molto semplici
dal punto di vista tecnico (nel caso specifico si tratta di piante in vaso su gradoni in quota): esso però, presentando
una copertura vegetale molto contenuta, vedrà diminuiti proporzionalmente anche i relativi benefici. (© Edoardo
Bit) / ‘Low-tech’ greening system near the Olympic Park in Barcelona (Spain). The example shows how, with a little
ingenuity, one can obtain green furnishings tending towards verticality but which are very simple from a technical
point of view (in this case it happens to be potted plants on raised terraces): however, this presents very low plant
cover, so one also sees the related benefits proportionally decreased.
10
L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
Uno scenario in mutamento
La notevole attenzione inerente al tema ed i crescenti
ritmi di sviluppo, pur permettendo di considerare il verde
tecnico come una delle innovazioni più interessanti nel
panorama architettonico globale degli ultimi anni, non
consentono d’inquadrare con certezza quelli che possano
essere i possibili orizzonti d’espansione nel medio periodo.
La grande implementazione tecnologica che sta oggi
caratterizzando le metodologie in oggetto e la relativa
sperimentazione progettuale a tutto campo autorizzano
a considerare la vegetecture come una delle tecniche
che, da qui ai prossimi anni, potrebbero anche modificare
sensibilmente buona parte della filiera edilizia. Quello
che però è certamente possibile osservare è ciò che è
accaduto nell’ultimo quinquennio. L’attuale stato dell’arte
del settore edilizio, che vede nel recupero del costruito
il comparto su cui si concentra la maggioranza degli
sforzi progettuali ed economici, ha portato i sistemi del
verde tecnico ad essere considerabili come delle valide
alternative a prassi di recupero maggiormente assodate
(Bit 2012-b). Per questo oggi, all’interno del contesto della
sostenibilità in architettura, gli involucri vegetati sono una
delle modalità più interessanti, poiché montati a secco (e
quindi facilmente implementabili in un’ottica di retrofitting,
Fig.11) ed altamente premianti, ad esempio, nei confronti
dei sempre più diffusi protocolli di valutazione energeticoambientale (Leed, Itaca, Breeam ecc.). Ciò grazie anche
al riconoscimento sia tecnico-scientifico, che da parte
dell’opinione pubblica, del beneficio derivante da una vita a
più stretto contatto con la natura. Ed è proprio quest’ultima
considerazione ad aprire il campo a un’altra delle direttrici
d’estensione più interessanti, ossia quella dell’urban
farming, concernente cioè la possibilità di sfruttare gli
apparati in oggetto come elementi per la produzione di
piante commestibili. Trovandosi perciò, a questo punto,
a fare i conti con un’accezione che vede il verde urbano
non tanto come un semplice fattore decorativo (greenig),
A changing landscape
Neither the considerable attention in relation to this theme
nor the increasing pace of development, while allowing
one to consider technical greenery as one of the most
interesting innovations in the global architectural scene
in recent years, allow for a clear contextualisation of what
might be possible horizons of expansion in the medium
term. The great technological implementation which is
now characteristic of these methods and the relative
experimentation in design across the board allow one to
consider ‘vegetecture’ as one of the techniques that, over
the coming years, can significantly change a large part of
the construction industry. But what is certainly possible
to observe is that which has happened over the last five
years. The current state of the building industry, which
sees in the recovery of construction, the sector in which
it concentrates the majority of the design effort and cost,
has led systems of technical greenery to be considered as
viable and proven alternatives in the practice of recovery
(Bit 2012- b). For this reason, today, within the context of
sustainability in architecture, vegetative enclosures are
one of the most interesting methods because they are
dry-mounted (and therefore are easily implemented with a
view to retrofitting, Fig.11) and are also highly rewarding,
for example, with regard to the increasingly popular
environmental energy assessment protocols (Leed, Ithaca,
Breeam etc..). This is thanks to both the scientific and
technological recognition, as well the recognition of the
public at large, of the benefits to be obtained from a life in
closer contact with nature.
And it is this latter consideration which opens the field
to another of the most interesting extended directives,
namely that of urban farming, i.e. the possibility of using
the furnishings in question as elements for the production
of edible plants. One finds oneself, at this point, having to
come to terms with an attitude that sees urban greenery
not so much as a simply decorative factor (‘greening’), but
Edoardo Bit
Figura 11. Tonkin Liu, Growing House, Londra (Inghilterra), 2006. Questa sopraelevazione, oltre a dimostrare come il
verde tecnico possa essere proficuamente impiegato nelle ristrutturazioni, evidenzia anche in che modo tali tipologie
di opere agevolino il re-inverdimento urbano, soprattutto nei contesti altamente antropizzati tipici della metropoli.
Appena raggiunto un accrescimento idoneo, il rivestimento vegetale fungerà alla protezione solare dell’edificio
e come apparato di mitigazione dell’introspezione visiva. (© Greg Storrar) / Tonkin Liu, Growing House, London
(England), 2006. This, in addition to demonstrating how greenery can be profitably employed in technical renovations,
also highlights how these types of work facilitate the re-greening of the city, especially in the highly humanised
contexts typical of the metropolis. As soon as a suitable growth is reached, the vegetative covering will act to protect
the building from the sun as well as being an apparatus for mitigating visual intrusion from without
11
L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
ma piuttosto come un aspetto che possa in qualche modo
contribuire ad un’interazione uomo-ambiente più accentuata;
e caratterizzata quindi, di conseguenza, sia dalla cura che
il singolo individuo dovrà in prima persona provvedere nei
confronti delle piante, sia da un utilizzo diretto, all’interno della
catena alimentare, di prodotti orticoli “a metro zero” coltivati
in ambito urbano (Fig.12).
Benché la messa in pratica dell’urban farming consista,
come per il resto degli argomenti visti finora, nella
coltivazione di specie vegetali all’interno di contesti
ambientali di tipo antropogenico, una sua concretizzazione
in un’ottica specificamente tecnologico/architettonica
richiede innanzitutto una riflessione sull’ambito di
applicazione: come nel caso del greening si avrà allora
a che fare con impianti che potranno trovarsi a terra o
in vaso, piuttosto che in quota, sulle coperture di edifici
o sulle facciate degli stessi, e che necessiteranno, al
contempo, di precise strategie e soluzioni tecniche per la
messa in opera. Prima di tutto perché una sistemazione
urbana della vegetazione deve fare i conti con un
contesto ambientale più aggressivo di quelli solitamente
riscontrabili in zone periurbane o rurali10, come anche
con terreni d’impianto quasi totalmente artificiali11: nel
2006 il World Reference Base for Soil Resources, ossia il
sistema di classificazione dei suoli adottato anche dalla
Comunità Europea, ha introdotto i terreni urbani nella
classe dei Technosols, rappresentata da tipologie di suolo
che oltre ad avere scarse doti di permeabilità, dimostrano
percentuali d’artificiosità e durezze superficiali elevate.
Indipendentemente dalla determinazione dell’ambito
d’installazione, durante la messa in opera di un orto urbano
saranno da considerare alcuni fattori specifici come:
1. la scelta del tipo di flora, che farà riferimento alle specie
vegetali commestibili, ortive o da frutto;
2. la tipologia di sistema tecnologico, a livello sia
generale (pensile, verticale ecc.) che specifico – ovvero
l’individuazione della soluzione adeguata all’interno
rather as an aspect that may in some way contribute to a
more marked interaction between man and environment;
one characterised, consequently, both by the care that the
individual will have to provide in the first person in respect
of the plants, as by a direct use within the food chain of
horticultural products locally produced cultivated in urban
areas (Fig.12).
Although the putting into practice of ‘urban farming’
consists, as in the rest of the arguments seen so far, in the
cultivation of plant species within environmental contexts
of an anthropogenic type, its realisation in a specific
technological/architectural perspective requires first and
foremost a reflection on the scope of the application: as in
the case of the ‘greening’ one will then have to deal with
installations which may be situated on the ground or in
pots, rather than in height, or on the roofs of buildings or
on the facades of the same, and that will require, at the
same time, specific strategies and technical solutions for
their implementation. Above all, this is because a system
of urban vegetation has to deal with a more aggressive
environmental context than those usually found in outlying
peri-urban or rural areas10, as is also the case with
construction sites which are almost entirely artificial11: the
2006 World Reference Base for Soil Resources, i.e. the
system of soil classification adopted also by the European
Union, placed urban land into the class of ‘Technosols’,
represented by soil types that not only have limited
permeability quotients, but also show percentage of
artificiality and elevated levels of surface hardness.
Regardless of the determinate scope of the project, during
the installation of an urban vegetable garden there are
certain specific factors one must consider. For example:
1. The choice of the type of flora, which will refer to the
edible species of plants, vegetables or fruit;
2. The type of technological system, be that on a general
level (roof, vertical etc..) or on a specific one– i.e. the
identification of the appropriate solution within the wide
Edoardo Bit
Figura 12. Thomas Chung, Value Farm, Shenzhen (Cina), 2013. Una frattura urbana conseguente alla demolizione
di fabbricati industriali fatiscenti è stata recuperata mediante la creazione di un nuovo parco: la particolarità
dell’installazione risiede però nel fatto che esso è totalmente vocato alla produzione di ortaggi. (© Thomas Chung +
Value Farm) / Thomas Chung, Value Farm, Shenzhen (China), 2013. A urban rift following the demolition of derelict
industrial buildings has been restored through the creation of a new park: the originality of the installation lies in the
fact that it is entirely set up for the production of vegetables.
12
L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
dell’ampio ventaglio di possibilità presenti in commercio;
3. il tipo di substrato – che, in tutti i casi, avrà un
certo livello di dipendenza dalle questioni tecnologiche
enunciate al punto 2;
4. opportuni ragionamenti in merito alla tipologia e alle
modalità d’impianto, relativi cioè al sistema piante/
substrato e a come esso interagisca col resto della
fabbrica;
5. gestione dell’appezzamento a livello di ciclo di vita:
manutenzioni ordinarie (irrigazione, potature, raccolta dei
frutti, preparazione dei substrati, ispezioni) e straordinarie
(eventuali cure per le piante, per i terreni o nei confronti
del sistema tecnologico o edilizio ospitante, protezione da
parassiti, da specie vegetali infestanti ecc.).
A conclusione di questa sintetica rassegna incentrata
sull’analisi di possibili orizzonti d’interazione fra
organismi edilizi ed apparati d’inverdimento, vale la
pena di citare un filone di ricerca progettuale che,
anche se è oggi solo agli inizi del proprio percorso,
risulta certamente utile a dimostrare quanto sia alta
l’attenzione rispetto al tema: il Vertical Farming è
un movimento che si prefigge d’indagare innovative
modalità di progettazione architettonica e urbana,
mediante la realizzazione di prototipi edilizi inediti,
denominati vertical farms (Despommier 2010). Trattasi
di una pratica progettuale che ha quindi come fine la
modificazione delle prassi dell’agricoltura tradizionale,
mutando i caratteristici luoghi orizzontali e non urbani del
settore primario fino a collocarli dentro a dei manufatti
verticali multipiano, inseriti all’interno del tessuto urbano
di città e metropoli. Tutto questo per fronteggiare le
criticità legate all’aumento della popolazione mondiale
in atto e per tentare di risolvere, giocando d’anticipo, la
problematica della futura mancanza di spazi agricoli che
possano garantire un sostentamento ai quasi nove miliardi
di individui che popoleranno il pianeta da qui ai prossimi
decenni12. (Fig. 13)
range of possibilities available in the market.
3. The type of substrate - that, in all cases, will have a
certain level of dependence on technological issues set out
in point 2;
4. Appropriate reasoning about the type and mode of
installation, relative to the planting system / substrate and
how it interacts with the rest of the building;
5. Handling of the plot with regard to its life cycle: both
routine maintenance (watering, pruning, fruit picking,
preparation of substrates, inspections) and extraordinary
maintenance (any care required for the plants, for the land
or in respect of the technological system or host building,
protection from pests, weeds by plant species etc.).
To conclude, while this brief overview focuses on the
analysis of possible horizons of interaction between
building structures and ‘greening’ systems, it is worth
citing a research project which, although today stands
only at the beginning of its path, is certainly useful to
show just how high levels of interest are with respect
to this topic: ‘Vertical farming’ is a movement that
seeks to investigate innovative methods of architectural
and urban design, through the realisation of original
construction prototypes, defined as ‘vertical farms’
(Despommier 2010).
This involves a design strategy which has as its end the
modification of the practice of traditional agriculture,
altering the characteristic non-urban and horizontal
settings of the primary sector to the point of situating
them within vertical, man-made, multi-storey spaces,
sewn into the urban fabric of the city or the metropolis.
All this serves to address the critical issues relating to
the increase in world population in order to attempt to
resolve them through anticipation of the problematical
and inevitable future lack of sufficient agricultural space
that might guarantee the sustenance of the nearly nine
billion individuals that will populate this planet in the
coming decades12. (Fig. 13)
Edoardo Bit
Note
Notes
1
I contenuti del presente contributo derivano dalla sintesi
di questioni estesamente trattate in: Bit 2014; Bit 2012.
(Contatto e-mail dell’autore: [email protected]).
2
In contesto internazionale meglio conosciuto come green
architecture o vegetecture (da vegetation + architecture).
3
La norma tecnica italiana che definisce i criteri di
progettazione delle coperture a verde è la Uni 11235:2007,
intitolata Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il
controllo e la manutenzione di coperture a verde.
4
Un riferimento fondamentale per il verde urbano è la
Legge 14 gennaio 2013, n. 10, intitolata Norme per lo
sviluppo degli spazi verdi urbani. Mentre la Legge che
1
The contents of this paper are derived from the
synthesis of issues dealt with extensively in: Bit 2014; Bit
2012. (Email address of the author: edoardo.bit@gmail.
com).
2
In the international context, it is better known as
‘green architecture’ or ‘vegetecture’ (from vegetation +
architecture).
3
The Italian technical standard that defines the criteria
for the design of roof gardens is UNI 11235:2007,
entitled Criteria for design, execution, testing and
maintenance of roof garden.
4
An essential reference for urban greenery is the Law
Figura 13. Alexandra Kain, The Dragon Fly: a Giant Winged Vertical Farm for New York 2011 / Alexandra Kain, The
Dragon Fly: a Giant Winged Vertical Farm for New York 2011
13
L’ibridazione architettura-natura fra performance di sistema, valori ecologici e benefici per l’ambiente costruito
Hybridisation architecture-nature between system performance, ecological values and
​​
benefits for the created environment
ha riconosciuto, per la priva volta in Italia, un valore di
termoregolazione al verde pensile è il D.P.R. 2 aprile 2009,
n. 59, dal titolo Regolamento di attuazione dell’articolo
4, comma 1, lettere a) e b), del Decreto Legislativo
19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della
direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia,
ove all’art. 4, comma 18, lettera c), si afferma che le
«coperture a verde […] permettono di contenere le
oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione
dell’andamento dell’irraggiamento solare».
5
Con accezione dispregiativa, viene definita greenwashing
quella pratica che prevede un’adozione del verde dettata
da fini esclusivamente commerciali o di marketing, e
perciò senza interessarsi troppo di quelle che sono le
necessità d’impianto e le cure richieste dalla vegetazione
durante i propri cicli biologici.
6
Il “metabolismo urbano” è un modello di descrizione dei
flussi energetici e di materiali in transito attraverso un
qualsiasi insediamento umano, dove gli input di materiali,
conseguentemente al processo d’utilizzo, sono trasformati
in energia utile, strutture fisiche o rifiuti (Decker et al.
2000): trattasi quindi di una modellizzazione concettuale
finalizzata a comprendere le implicazioni energetiche
e biofisiche in entrata e in uscita da un sistema per
calcolare l’impronta ecologica di una conurbazione, e
quindi, in ultima analisi, anche per definirne un bilancio di
sostenibilità.
7
Rivestimenti vegetali e chiusure verticali vegetate sono
le due categorie tipo-tecnologiche che formano il verde
verticale. Queste si differenziano a seconda delle piante
presenti, del livello d’integrazione fra vegetali e frontiera
edilizia (limitato coi rivestimenti, accentuato con le
chiusure vegetate), del tipo di substrato e della presenza o
meno, in parete, dello stesso strato colturale: cfr. Bit 2012,
7-11, 37-184, 219-358.
8
Si tiene a precisare che un ulteriore elemento
d’inverdimento urbano, anch’esso rilevabile da decenni
ma oggetto di una decisa riscoperta negli ultimi periodi,
è quello del verde indoor, ossia collocato all’interno di
ambienti edilizi confinati. Il verde indoor, pur avendo
importanti ripercussioni nei confronti dello spazio in cui
of 14 January, 2013, n.10, entitled Standards for the
development of urban green spaces. While the Law that
recognized for the first time in Italy the thermoregulation
value of the roof garden is the DPR 2 April 2009, n. 59,
entitled Regulations for the implementation of Article 4,
paragraph 1, letters a) and b) of Legislative Decree 19
August 2005, n. 192, concerning the implementation
of Directive 2002/91/EC on the energy performance of
buildings, where art. 4, paragraph 18, letter c), states
that ‘roof gardens [...] allow limitation of the fluctuations
of temperature in the environment as a function of solar
radiation’.
5
In a derogatory fashion the practice is called
‘greenwashing’, and it involves the adoption of greenery
dictated by purely commercial or marketing purposes,
and therefore not too much concern for the needs of
those who are planting and the care required by the
plants during their life cycles .
6
The ‘urban metabolism’ is a way of describing the
flows of energy and materials in transit through any
human settlement, where the input of materials, and
consequently the processes of use, are transformed into
useful energy, physical facilities or waste (Decker et at.
2000): it is therefore about a conceptual modeling aimed
at understanding the energy and biophysical implications
going in and out of a system to calculate the carbon
footprint of a conurbation, and then, ultimately, also to
define a budget of sustainability.
7
Plant coverings and vertical vegetative enclosures are
the two types of technological category that comprise
the vertical garden. These differ depending on the plants
present, the level of integration between plant and
building border (limited with coverings, accentuated by
the vegetative enclosures), the type of substrate and the
presence or absence, in the wall, of the aforementioned
layer of cultivation: cf. Bit 2012, 7-11, 37-184, 219-358.
8
Here one must point out that a further element of ‘urban
greening’, which has also been evident for decades,
but which has been the object of a strong renaissance
in recent times, is that of the indoor garden, which is
placed inside the confined environment of the building.
Edoardo Bit
alloggia, ha invece una valenza trascurabile rispetto a
quelli che sono gli obiettivi del presente articolo, pertanto
si è optato per tralasciarne la trattazione.
9
La norma tecnica di riferimento classifica il verde pensile
in funzione del livello di manutenzione richiesta: i sistemi
estensivi sono contraddistinti da una bassa manutenzione
(inferiore a 2 minuti di manodopera per m2 di superficie
all’anno), quelli intensivi leggeri necessitano di una
manutenzione media (compresa fra 2 e 6 minuti per m2
all’anno), mentre quelli intensivi hanno un’alta manutenzione
(superiore ai 6 minuti): cfr. Uni 11235:2007, 19.
10
All’interno dei confini urbani il clima è molto più
sfavorevole, per le piante, di quello generalmente
riscontrabile in altri contesti, tanto che per descriverlo è
stata creata un’apposita categoria, definita “mesoclima
urbano”.
11
Ovviamente quando non ci si affidi a sistemi
d’inverdimento pensile o parietale, che generalmente
presentano substrati tecnogenici specifici.
12
L’Organizzazione delle Nazioni Unite stima che entro
l’anno 2050 la popolazione mondiale sarà superiore agli
8,5 miliardi di abitanti e che il 70% di questi sarà inurbato.
Riferimenti bibliografici e normativi
Bit, Edoardo (a cura di), 2014. Come costruire la città verde –
Dalla riqualificazione edilizia all’urban farming. Napoli: Sistemi
Editoriali.
Bit, Edoardo, 2012. Il Nuovo Verde Verticale – Tecnologie Progetti
Linee guida, Torino: Wolters Kluwer.
Bit, Edoardo, 2012-b. “Green Walls in building refurbishment”, in
Di Giulio, Roberto (ed.). Improving the Quality of Suburban Building
Stock – Proceedings of Cost Action TU0701, Ferrara, April 2012:
459-465. Ferrara: UnifePress.
Decker, Ethan H. et al., 2000. “Energy and material flow through
the urban ecosystem”. Energy Environment n.25: 685-740.
Despommier, Dickson, 2010. The vertical farm: feeding ourselves
and the world in the 21st century. New York: Thomas Dunne
Books/St. Martin’s Press.
Ispra, 2012. Verde Pensile: prestazioni di sistema e valore
ecologico. Roma: Ispra.
Uni 11235:2007. Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il
controllo e la manutenzione di coperture a verde.
Uni 8290-1:1981. Edilizia residenziale. Sistema tecnologico.
Classificazione e terminologia.
The indoor garden, while having important implications
in relation to the space in which it sits, on the other hand
has a negligible value compared to those systems that
are the focus of this article, so one opted for leaving
them out the discussion.
9
The standard reference technique classifies the roof
garden on the level of maintenance required: extensive
systems are characterized by a low maintenance (less
than 2 minutes of labour per metre squared per year),
those requiring intensive light maintenance (valued at
between 2 and 6 minutes per metre squared per year),
and those classed as intensive require high maintenance
(greater than 6 minutes) : cf. UNI 11235:2007, 19.
10
Within the city limits, the climate is much less
favorable for plants than that which is usually found
in other contexts, so a special category to describe it
was created called ‘urban mesoclimate’. 11 Obviously,
where roof or wall garden systems are not used, which
generally require technically specific substrates.
12
The United Nations estimates that by the year 2050 the
world population will be greater than the 8.5 billion and
that 70% of these will be urban dwellers.
References
Bit, Edoardo (a cura di), 2014. Come costruire la città verde –
Dalla riqualificazione edilizia all’urban farming. Napoli: Sistemi
Editoriali.
Bit, Edoardo, 2012. Il Nuovo Verde Verticale – Tecnologie Progetti
Linee guida, Torino: Wolters Kluwer.
Bit, Edoardo, 2012-b. “Green Walls in building refurbishment”,
in Di Giulio, Roberto (ed.). Improving the Quality of Suburban
Building Stock – Proceedings of Cost Action TU0701, Ferrara,
April 2012: 459-465. Ferrara: UnifePress.
Decker, Ethan H. et al., 2000. “Energy and material flow through
the urban ecosystem”. Energy Environment n.25: 685-740.
Despommier, Dickson, 2010. The vertical farm: feeding
ourselves and the world in the 21st century. New York: Thomas
Dunne Books/St. Martin’s Press.
Ispra, 2012. Verde Pensile: prestazioni di sistema e valore
ecologico. Roma: Ispra.
Uni 11235:2007. Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il
controllo e la manutenzione di coperture a verde.
Uni 8290-1:1981. Edilizia residenziale. Sistema tecnologico.
Classificazione e terminologia.
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Xefirotarch
1451 FOURTH STREET UNIT 218
LA, CA 90033
www.xefirotarch.com
Centro Culturale di Kaohsiung,
Kaohsiung, Taiwan / Kaohsiung
Cultural Center, Kaohsiung, Taiwan
Le suggestioni progettuali di Xefirotarch si basano sull’apprezzamento della perversità della forma
mutante, un gusto appreso dai film e applicato al lavoro architettonico, che risulta in sé “mutante/
genetico”: l’orribile come probabile condizione emergente.
Quando la figura progettata è congelata in un’abbondante articolazione, suffi cientemente densa,
raggiunge un forte stato di interesse topologico. Ma ciò che si viene ad ottenere deriva sia dall’atto
del progettare che dall’intensità della forma esistente.
I lavori di Xefirotarch hanno ricevuto importanti premi e sono oggetto di pubblicazione sulle maggiori
riviste internazionali di architettura (Architectural Record, Metropolis, L’Arca, A+U, Praxis, Arquine,
Clarin, La Nacion, NYTimes, ecc.) e sono stati esposti in importanti manifestazioni internazionali, oltre
a far parte delle collezioni permanenti del FRAC di Parigi e dei MOMA di San Francisco e di New York.
Xefirotarch’s design obsessions are based in an appreciation for the perversity of mutant form,
a taste learned from the movies and set to work on architecture. That said, perhaps Xefirotarch’s
architecture is itself “mutant/genetic,” and perhaps it is the emergent condition -- horrific.
Perhaps when the projected figure is frozen in a sufficiently dense, opulent articulation it does
achieve a resonant state of topological affect. But if so, that achievement is derived as much from the
act of designing as it is from the intensity of the extant form.
Xefirot’s works received important awards and are widely published in the most representative
international architectural reviews (Architectural Record, Metropolis, L’Arca, A+U, Praxis, Arquine,
Clarin, La Nacion, NYTimes, etc) as well as the participation in international exhibitions and the
permanent collections (FRAC, Paris; MOMA San Francisco and MOMA New York).
15
Centro Culturale di Kaohsiung, Kaohsiung, Taiwan / Kaohsiung Cultural Center, Kaohsiung, Taiwan
Centro Culturale di Kaohsiung,
Kaohsiung, Taiwan
Kaohsiung Cultural Center,
Kaohsiung, Taiwan
Luogo: Kaohsiung, Taiwan
Progetto: Xefirotarch / Hernan Diaz Alonso
(Principal) - 2010
Design Team: Nicholas Edward Kinney,
Michael Young, Nicholas Poulos, Bradon
Vickers
Location: Kaohsiung, Taiwan
Design: Xefirotarch / Hernan Diaz Alonso
(Principal) - 2010
Design Team: Nicholas Edward Kinney,
Michael Young, Nicholas Poulos,
Bradon Vickers
Relazione
Con il fascino di una terra fantastica e l’atmosfera
di un parco, questo progetto accende i sentimenti
e le sensazioni della città. Il coinvolgimento e
l’organizzazione dello spazio urbano è stato
realizzato in modo giocoso, come vibrazioni
spaziali familiari, stimolate con figure sconosciute
e con estetiche emergenti che delineano nella
città una bella e scintillante nuova condizione.
Come un gioiello stravagante che intensifica
l’umore e il gioco degli spazi. Con torsione
ed esuberanza, gli spazi diventano denso e
irregolari. La luce è filtrata ancora brillante. Gli
spazi non sono rumorosi ma incisivi e travolgenti.
In tal senso, il tempo non esiste, è una sorta di
parallelo.
Le funzioni di progetto come un gioco
cinematografico: dove non c’è narrazione, solo i
comportamenti dinamici e le emergenti estetiche
interattive tra la città e il parco... i comportamenti
sono in costante attualizzazione.
Liberando la performance geometrica soppressa
dall’intransigente ortogonalità dell’ambiente di
Description
With the flair of a fantasy land, the ambiance
of a park, this project activates city affects and
sensations. A mode of playful urban organizations
and absorption is created as familiar spatial
vibrations are stimulated through unfamiliar
figures with emerging aesthetics that define a
beautiful and sparkling new condition in the city.
As an extravagant jewel that intensifies the mood
and play of the spaces.
By means of contortion and exuberance, the
spaces becomes dense and textured. Light is
filtered yet bright. The spaces are not loud but
incisive, and overwhelming. In this sense, time
does not exist, it is a kind of parallel.
The project functions as a cinematic game:
where there is no narrative, only active behaviors
and emergent interactive aesthetics between the
city and the park… behaviors are in constant
actualization.
By unleashing the geometric performance
suppressed by the unyielding orthogonality of
Kaohsiung environment, the cultural populous
Kaohsiung, il popolo della cultura attratto da
questa nuova forma sarà in grado di mettere
in discussione la propria identità in merito alle
forme contemporanee e storiche della città
stessa. Il progetto è il punto di appoggio che
permette a questa nuova tensione architettonica
di agire. I flussi di movimento incanalati nella
struttura in varie traiettorie sono in costante
movimento, resistendo secondo modalità
classiche o tradizionali.
Invece, questo nuovo organismo architettonico intelligente , consapevole e cosciente - agisce su
chi è coinvolto, ma in modo sempre crescente.
Il progetto serve ad estetizzare quel processo
per poter comprendere la complessa città di
Kaohsiung come entità vivente - flessibile,
dinamica, reattiva e coesa - che consente ai mix
di culture e idee di coagulare nella sua presenza.
L’immagine, e l’immagine della stessa
architettura, giocano un ruolo fondamentale in
questo processo. Probabilmente non c’è veicolo
estetico più profondo per incarnare il dinamismo
della cultura, che l’architettura. E mentre vi
sono una moltitudine di aspetti tecnici nella
realizzazione di tale architettura che si fonde
nella sua forma, la tensione di interazione con la
sua immagine offre sia l’effetto più immediato
che quello più duraturo di tutti i suoi processi.
Kaohsiung ha certamente capito questo principio
estetico in architettura.
La differenza fondamentale che avanza la
proposta risiede nel concetto che la forma e
l’immagine del progetto tentano di incarnare il
“come” sia possibile impegnare le informazioni
e la cultura stessa in modo diverso rispetto
all’esclusiva ripetizione di forme familiari del
passato, piuttosto che rappresentare una
presenza statica all’interno della corpo della città.
Xefirotarch
attracted to this new form will be capable of
challenging their own identities in reference to
the contemporary and historic forms of the city
itself.
The project serves as an anchor upon which this
new architectural strain can act.
The flows of movement channeled through the
structure through various trajectories are in
constant flux, resisting accordance with classical
or traditional modes.
Instead this new body of architecture intelligent, aware, and conscious - acts upon
those who engage it at an ever increasing rate.
The project serves to aestheticize that process
so that we might understand the complex city of
Kaohsiung as a living entity - supple, dynamic,
responsive and cohesive - allowing for mixtures
of culture and ideas to coagulate amidst its
presideas to coagulate amidst its presence.
The image, and the image of architecture itself,
plays an integral part in this process. Perhaps
there is no more profound aesthetic vehicle
for embodying the dynamism of culture than
architecture. And while there are a multitude
of technical aspects in the making of that
architecture coalescing within its form, the
tension of interaction with its image offers both
the most immediate and lasting effect of all its
processes.
Kaohsiung certainly understood this principle of
aesthetics in architecture.
The fundamental difference asserted in this
proposal rests in the notion that the form and
image of the project attempts to embody “how”
one might engage information and culture itself
as opposed to exclusively repeating familiar
forms of the past rather than representing a
static permanence within the body of the city.
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Xefirotarch
Schema della tassonomia / Taxonomy diagram
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Xefirotarch
Esploso assonometrico / Exploded axonometric
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Xefirotarch
Schema della attività / Diagram: program
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Xefirotarch
Schema della circolazione dell’area / Diagram: site circulation
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Planimetria / Site plan
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Schema della circolazione della città / City circulation diagram
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Dettaglio di pianta: auditorium / Plan detail: auditorium
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Sezioni / Sections
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Vista / View
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Vista / View
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Vista / View
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Vista / View
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Vista / View
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Vista / View
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Vista / View
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Vista / View
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Tom Wiscombe Architecture
383 S. Westmoreland Ave.
Los Angeles, CA 90020
www.tomwiscombe.com
Centro Nazionale per l’Arte
Contemporanea, Mosca, Russia /
National Center for Contemporary
Arts, Moscow, Russia
Studio di architettura con sede a Los Angeles, Tom Wiscombe Architecture, già EMERGENT, è una
piattaforma per sperimentazioni che fanno leva su tecniche e logiche provenienti da ambiti esterni
all’architettura, come la biologia, le scienze complesse, l’ingegneria aerospaziale e l’informatica. Il
suo intento è quello di destrutturare l’architettura nella generazione di relazioni, coerenti e integrate,
tra sistemi e componenti costruttive. Il lavoro fa parte di un più largo movimento dell’architettura
contemporanea identificato da Detlef Mertins nel 2004 come “Biocostruttivismo”, dove biologia,
matematica e ingegneria si fondono per produrre un’architettura caratterizzata dalle sue performance
e variabilità; in queste organizzazioni le componenti sono sempre collegate e le informazioni condivise
e gli insiemi architettonici superano la somma delle singole parti. Il lavoro dello Studio vanta la
partecipazione in numerosi concorsi ed esposizioni, oltre ad essere nelle collezioni permanenti del
FRAC di Parigi, dell’Art Institute di Chicago, del MoMA di San Francisco e del MoMA di New York. Tom
Wiscombe è senior member della Faculty del Southern California Institute of Architecture.
Architectural firm based in Los Angeles, Tom Wiscombe Architecture, formerly EMERGENT, is a platform
for experimentation, leveraging techniques and logics from fields outside architecture including biology,
complexity science, aerospace engineering, and computation. Its directive is to destratify architecture
by generating coherent, integrated relationships between building systems and between building
components. The work is part of a larger contemporary movement in architecture referred to by Detlef
Mertins in 2004 as ‘Bioconstructivism’, where biology, mathematics, and engineering combine to
produce an architecture characterized by its variability and performance. Trough these organizations, the
components are always linked and always exchanging information where architectural wholes exceed
the sum of their parts.
Their work boast of many competition, exhibitions and is part of the permanent collection of the FRAC
Centre Paris, the Art Institute of Chicago, MoMA San Francisco, and MoMA New York. Tom Wiscombe is a
senior faculty member at the Southern California Institute of Architecture.
35
Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Centro Nazionale per l’Arte
Contemporanea, Mosca, Russia
National Center
for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Luogo: Mosca, Russia
Cliente: Ministero della Cultura della
Federazione Russa
Progetto: © Tom Wiscombe Architecture, 2013
Photography: All images © Tom Wiscombe
Architecture
Location: Moscow, Russia
Client: Ministry of Culture of the Russian
Federation
Design: © Tom Wiscombe Architecture, 2013
Photography: All images © Tom Wiscombe
Architecture
Relazione
Questa proposta è la continuazione di un corpo
di lavoro sugli “oggetti avvolti in oggetti”, che si
occupa di oggetti e pezzi discreti, raccolti e messi
assieme in un rivestimento a sacco. Questa strategia
crea spazi interstiziali complessi e interiorità
differita, rendendo il museo contemporaneo uno
spazio di sorprese e ed esperienze discrete,
piuttosto che un continuo indefinito di percorsi.
Tristan Garcia , il filosofo dell’object-oriented,
parla dell’infinito regresso delle cose dentro cose,
all’interno delle cose, ad accezione del mondo, che
è tutto interno e quindi non può di per sé essere
all’interno di qualcos’altro. Per lui, il concetto
di “sacco” è, letteralmente, un diagramma del
paradosso di come le cose possono essere
contemporaneamente autonome l’una dall’altra, ma
contengono anche altre cose. Questo dilemma è il
nucleo della proposta, del fatto che la costruzione
dovrebbe apparire simultaneamente come fatta da
più oggetti autonomi, ma anche come un grande
oggetto emergente con caratteristiche proprie. La
vibrazione tra questi due modi di esistere, crea una
indeterminatezza visiva attraente e durevole.
Sul lato sud verso il Parco, l’involucro viene aperto in
porzioni per rivelare uno spazio pubblico al proprio
interno. Un rivestimento interno delaminato dalla
superficie dell’involucro, crea gli spazi interno delle
Description
This proposal is a continuation of a body of work
we refer to as ‘objects wrapped in objects’, which
deals with discrete, chunky objects gathered and
squished together in a sack. This strategy creates
complex interstitial spaces and deferred interiority,
making the contemporary museum a space of
surprises and discrete experiences rather than an
endless continuum of paths.
Tristan Garcia, the object-oriented philosopher,
talks about the infinite regress of things inside of
things inside of things, except the world, which
everything is inside of and therefore cannot itself
be inside of something else. For him, the concept
of a ‘sack’, literally, is a diagram of the conundrum
of how things can simultaneously be autonomous
from one another but also contain other things.
This conundrum is the core of our proposal, in
that the building should appear simultaneously
as multiple autonomous objects but also as a
larger, emergent object with its own properties.
The vibration between these two ways of existing
creates a visual indeterminacy that is alluring and
durable.
On the south side facing the Park, the sack is
sliced open to reveal a public space nestled inside.
An inner liner delaminates from the sack surface
creating space for permanent and temporary
Tom Wiscombe
Studio della volumetria / Volume development study
36
Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
gallerie permanenti e temporanee. L’edificio viene
nuovamente chiuso con una membrana di vetro che
non coincide con la sagoma dell’involucro, creando
un’indeterminatezza di custodia e interiorità .
Oggetti neri a forma di martinetti, fuoriescono
internamente dall’involucro o spingono in
esso dall’esterno. Sono quindi sia nascosti tra
il l’involucro e il rivestimento, piuttosto che
completamente fuori dall’involucro, o parzialmente
coperti da esso. Un martinetto interno scompare del
tutto per aprire ampi spazi interni tra l’involucro ed il
rivestimento. Spazi interstiziali tra gli oggetti discreti
Tom Wiscombe
gallery spaces in between. The building is reenclosed with a glass membrane which is not
coincident with the sack silhouette, creating an
indeterminacy of enclosure and interiority.
Black jack-like objects squish out into the sack
from the inside or push into it from the outside.
They are therefore either tucked between sack
and liner, entirely outside the sack, or partially
covered by the sack. One internal jack disappears
altogether, opening up vast interior spaces
between sack and liner. Interstitial spaces between
discrete objects become the primary circulation
Articolazione e sviluppo del progetto / Organization and development design
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
diventano la circolazione principale dell’edificio. I
martinetti ospitano varie funzioni di supporto come
teatri, spazi per la ricerca, biblioteca e uffici.
L’involucro è articolato con tatuaggi architettonici
che sovvertono le logiche di suddivisione per una
figurazione libera della forma, consentita dalla
costruzione composita. Dei tatuaggi vengono
realizzati per sfocare il bordo tra gli oggetti discreti
e ristabilire visivamente l’oggetto più grande, come
of the building. The jacks house various support
functions such as theaters, research area,
library, and offices. The sack is articulated with
architectural tattoos that subvert subdivision
logics in favor of the freeform figuration allowed
by composite construction. Tattoos are executed in
such a way as to blur the edge between discrete
objects and visually re-establish the larger object,
as if qualities from the black objects begin to
se le qualità dagli oggetti neri cominciassero ad
allentare e derivare sull’involucro. Infine, l’edificio
è compresso in un “oggetto di suolo”, a sua volta
compresso nella terreno. La levigatezza tra l’oggetto
suolo ed il terreno enfatizza l’oggetto-rivestito
del complesso edilizio e permette il passaggio
sotto la costruzione. Ciò contrasta con le stanche
idee di edifici che diventano paesaggio, o altro,
scomparendo nel contesto.
Tom Wiscombe
loosen and drift onto the sack. Finally, the building
is squished into a ‘ground object’ which is in turn
squished into the land. The looseness between
building and ground object allows for passage
underneath the building. The looseness between
ground object and land emphasizes the objecthood of the building complex. This move contrasts
with exhausted ideas of buildings becoming
landscape or otherwise disappearing into context.
Planimetria / Site plan
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
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Pianta / Plan
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Schema assonometrico: Attività / Axonimetric diagram: Program
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Schema assonometrico: Attività / Axonimetric diagram: Program
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Tom Wiscombe
Spaccato assonometrico / Axonometric section
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Vista / View
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Vista / View
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Vista / View
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Vista / View
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Vista / View
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Vista / View
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Schemi ed elementi strutturali di costruzione / Diagrams: construction and structures
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
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Relazione tra la mesh e i tatuaggi / Mesh-tatoos relationship
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Centro Nazionale per l’Arte Contemporanea, Mosca, Russia / National Center for Contemporary Arts, Moscow, Russia
Tom Wiscombe
Tatuaggi architettonici: dettagli / Architectural tatoos: details
51
Tom Wiscombe Architecture
383 S. Westmoreland Ave.
Los Angeles, CA 90020
www.tomwiscombe.com
Centro Culturale di Taichung,
Taichung, Taiwan / Taichung City
Cultural Center, Taichung, Taiwan
Studio di architettura con sede a Los Angeles, Tom Wiscombe Architecture, già EMERGENT, è una
piattaforma per sperimentazioni che fanno leva su tecniche e logiche provenienti da ambiti esterni
all’architettura, come la biologia, le scienze complesse, l’ingegneria aerospaziale e l’informatica. Il
suo intento è quello di destrutturare l’architettura nella generazione di relazioni, coerenti e integrate,
tra sistemi e componenti costruttive. Il lavoro fa parte di un più largo movimento dell’architettura
contemporanea identificato da Detlef Mertins nel 2004 come “Biocostruttivismo”, dove biologia,
matematica e ingegneria si fondono per produrre un’architettura caratterizzata dalle sue performance
e variabilità; in queste organizzazioni le componenti sono sempre collegate e le informazioni condivise
e gli insiemi architettonici superano la somma delle singole parti. Il lavoro dello Studio vanta la
partecipazione in numerosi concorsi ed esposizioni, oltre ad essere nelle collezioni permanenti del
FRAC di Parigi, dell’Art Institute di Chicago, del MoMA di San Francisco e del MoMA di New York. Tom
Wiscombe è senior member della Faculty del Southern California Institute of Architecture.
Architectural firm based in Los Angeles, Tom Wiscombe Architecture, formerly EMERGENT, is a platform
for experimentation, leveraging techniques and logics from fields outside architecture including biology,
complexity science, aerospace engineering, and computation. Its directive is to destratify architecture
by generating coherent, integrated relationships between building systems and between building
components. The work is part of a larger contemporary movement in architecture referred to by Detlef
Mertins in 2004 as ‘Bioconstructivism’, where biology, mathematics, and engineering combine to
produce an architecture characterized by its variability and performance. Trough these organizations, the
components are always linked and always exchanging information where architectural wholes exceed
the sum of their parts. Their work boast of many competition, exhibitions and is part of the permanent
collection of the FRAC Centre Paris, the Art Institute of Chicago, MoMA San Francisco, and MoMA New
York. Tom Wiscombe is a senior faculty member at the Southern California Institute of Architecture.
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
Centro Culturale di Taichung,
Taichung, Taiwan
Taichung City Cultural Center,
Taichung, Taiwan
Luogo: Taichung, Taiwan
Cliente: Municipalità di Taichung
Progetto: © Tom Wiscombe Architecture,
Inc. 2013 - concorso
Photography: All images © Tom Wiscombe
Architecture
Location: Taichung, Taiwan
Client: Taichung City Government
Design: © Tom Wiscombe Architecture,
Inc. 2013 - competition
Photography: All images © Tom Wiscombe
Architecture
Relazione
Il progetto cerca di creare uno spazio culturale che
sia nel contempo una destinazione ed una porta.
Dividendo il programma in due Figure distinte,
piuttosto che un blocco monolitico ripartito, è
possibile creare un collegamento visivo e fisico tra la
città, a nord, e Gateway Park, a sud. La diversità nel
carattere e nella silhouette di ogni Figura, assieme
alla loro verticalità, crea visivamente degli spazi
interstiziali per la sosta e le vedute sulla città e la
natura. Un terzo oggetto, il Drappo, collega le due
Figure senza fondersi in una massa omogenea. La
Figura del Museo si plasma e cresce per creare
la Copertura, mentre quella della Biblioteca deriva
dall’alto della Copertura, creando misteriosi effetti
formali elastici e sezioni complesse di spazio.
Nonostante queste deformazioni locali, l’altezza
di gronda della Copertura rimane a 30 metri, che
è l’altezza proiettata del centro congressi, a nord,
e anche il limite di altezza verso il parco. Questo
elemento crea una continuità visiva con il corridoio
urbano, contribuendo ad evitare il senso di distacco
spesso associato ad edifici iconici.
La consistenza del Drappo varia da una sottile
lama di rasoio ad uno spessore maggiore, dando
profondità strutturale e permettendo l’abitabilità
degli spazi. Una terrazza panoramica con viste
Description
This proposal seeks to create a cultural space
which is simultaneously a destination and a
gateway. By dividing the program into two distinct
Figures, rather than a monolithic subdivided block,
we allow for a visual and physical connection
between the city to the north and Gateway Park to
the south. The different character and silhouette
of each Figure, along with their verticality, creates
visually arresting interstitial spaces and views of
city and nature.
A third object, the Shroud, connects the two Figures
without fusing them into a homogeneous mass. The
Museum Figure squishes up into the Canopy, while
the Library Figure squishes down into the Canopy
from above, creating mysterious elastic formal
effects and complex sectional spaces. Despite
these local deformations, the cornice height of the
Canopy remains at 30M., which is the projected
height of the convention center to the north, and
also the height limit of the park side setback. This
datum creates visual continuity with the urban
corridor, helping to avoid the sense of detachment
often associated with iconic buildings.
The Shroud varies in thickness from razor-thin
to thick to allow for structural depth as well as
inhabitable spaces. A Sky Deck is located inside the
sul Gateway Park si trova nella zona più spessa e
collega i livelli intermedi del Museo e della Biblioteca.
Il disegno della pelle è influenzato dal mestiere del
cucire nel design della moda, dove le giunture sono
spesso impiegate per la loro figurazione estetica
piuttosto che semplicemente per fissare i pezzi
di tessuto. Il Drappo è spezzato in un mosaico
di super-giunture, a volte reali e a volte false. Le
super-giunture talvolta riprendono la geometria di
base e altre volte la ignorano. Ne risulta un grosso
e variegato arazzo, piuttosto che una continua
pannellizzazione estetica.
Mettendo gran parte del programma dell’edifico
nel terreno e portando in altro il resto nelle Figure e
nel Drappo, il progetto apre al suolo permettendo al
Gateway Park di scorrere nell’area. Questo spazio
dai confini laschi, è un santuario con spazi verdi ed
un riparo dal sole e dalla pioggia del duro ambiente
tropicale di Taichung . Questo santuario può essere
Tom Wiscombe Architecture
thickest area, connecting the Museum and Library
at mid-level and allowing views out over Gateway
Park. The design of the skin is influenced by the
craft of stitching and seaming in fashion design,
where joints are often employed for their visual
figuration rather than simply to attach pieces of
fabric together. The Shroud is broken down into a
patchwork of super-joints which are sometimes
real and sometimes fake. Super-joints sometimes
track with underlying geometry and sometimes
ignore it. The result is a chunky, varied tapestry
rather than a relentless panelization aesthetic.
By pushing much of the building program into the
ground, and lifting the rest up into the Figures and
the Shroud, we are able to open up the ground
and allow Gateway Park to flow into the site. This
loosely bounded space is a sanctuary, featuring
green space as well as protection from sun and rain
in the harsh tropical environment of Taichung. This
Modello di studio / Mock-up study
53
Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
condiviso da entrambi gli edifici per ospitare
manifestazioni culturali come festival, mercati d’arte
e fiere del libro.
sanctuary can be shared by both buildings to host
cultural events such as festivals, art markets, and
book fairs.
Organizzazione dell’edificio
Le aree lettura e gli scaffali della Biblioteca,
così come la sua hall di ingresso e i servizi, si
trovano tutti a sud, nella Figura fuori terra della
Biblioteca. Funzioni come le sale riunioni, gli studi,
l’amministrazione e i servizi tecnici di lavoro, si
trovano direttamente sotto, collegati visivamente
alle funzioni soprastanti. Quando richiesto, cortili
e lucernari forniscono l’illuminazione diurna alle
funzioni interrate. Tutti i livelli sono serviti da una
circolazione con ascensori e scale mobili. Lo
spazio tra il Drappo e la Figura della Biblioteca è
uno spazio interstiziale libero, che fornisce spazio
pubblico ed aree di lettura al livello del suolo. Poiché
la Figura della Biblioteca è in realtà (parlando
topologicamente) sulla sommità del Drappo, gli spazi
di lettura su tutti i lati godono di una significativa
illuminazione diurna. Gli spazi espositivi, di istruzione
e ricerca del Museo, si trovano fuori terra nella
Figura del Museo, a nord. Le funzioni teatrali, le aree
di conservazione di artistica e l’amministrazione,
sono tutte situate sotto terra illuminate, quando
necessario, con luce naturale attraverso cortili e
lucernari. Ascensori e scale mobili collegano tutti i
livelli. Lo spazio tra il Drappo e la Figura del Museo
è uno spazio interstiziale libero, che permette la
circolazione secondaria e la visibilità nel sottostante
spazio urbano. Perché la Figura del Museo è sotto
il Drappo, l’illuminazione negli spazi espositivi può
essere controllata e ridotta al minimo.
L’ingresso merci all’edificio è stato tolto dal
livello suolo e posto al primo piano interrato. Un
rampa e una zona di carico servono ambedue gli
edifici. Un corridoio centrale collega questa zona
ai montacarichi di ogni edificio. Altre funzioni di
Building Organization
The reading areas and book stacks of the Library,
as well as its entry lobby and amenities are all
located in the Library Figure above ground to the
south. Functions such as meeting rooms, studios,
administration, and technical back-of-house
services are located directly beneath with visual
connection to the functions above. Daylight is
provided for underground functions when required
through courtyards and skylights. Elevator and
escalator circulation is provided for all levels. The
space between the Shroud and Library Figure is a
loose-fit interstitial space that allows for ground
level public space and reader services. Because the
Library Figure is actually (topologically speaking) on
top of the Shroud, there is significant day-lighting
available from all sides for reading spaces.
Exhibition, education, and research spaces of
the Museum are located above ground in the
Museum Figure to the north. Functions such as
the theater, art storage and preparation areas,
and administration are all located below ground
with daylight provided where required through
courtyards and skylights. Elevators and escalators
connect all levels. The space between the Shroud
and the Museum Figure is a loose-fit interstitial
space that allows for secondary circulation and
views down into the urban space below. Because
the Museum Figure is underneath the Shroud,
daylight exposure in the exhibition spaces can be
controlled and minimized.
Delivery access to the building is removed from
ground level and placed on the first underground
level. A ramp and loading dock is provided which
serves both buildings. A central corridor connects
Tom Wiscombe Architecture
Modello di studio / Mock-up study
54
Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
supporto sono separate. Il parcheggio dei due edifici
si trova al secondo piano interrato. Poiché è posto
tutto su un unico livello, permette una distribuzione
flessibile nel picco d’uso.
Strategie di costo
Il programma progettuale è organizzato in modo
tale che circa il 60% della superficie è costruita nel
terreno, utilizzando la più economica costruzione
tipo autorimessa. Facendo economia su quest’ampia
parte del progetto, le risorse possono essere
trasferite nella sovrastruttura. Le Figure sono tutte
costruite da superfici planari, che permettono una
costruzione economica della struttura e dell’involucro.
Al contrario, il Drappo ha una geometria superficiale
complessa, ma essendo principalmente non abitabile
e permeabile, può quindi essere realizzato con una
struttura leggera ed un sistema a pelle.
Struttura e costruzione
Per le parti interrate del progetto, così come per i
blocchi strutturali della Biblioteca e del Museo, verrà
utilizzato del cemento armato. Lastre piane e una
griglia di colonne con passo di 7,5 metri, saranno
utilizzati in tutti gli spazi sotterranei. Il terreno
di scavo sarà riutilizzato nella modellazione del
Gateway Park. La sovrastruttura delle Figure della
Biblioteca e del Museo, sarà realizzata con un telaio
in acciaio e solette in materiale composito, collegate
ai blocchi in calcestruzzo per garantire stabilità
laterale. Il Drappo sarà costruito da una struttura
di paratie a tutta altezza ad intervalli 5 metri, con
lunghe campate senza colonne e mantenendo al
minimo il peso della struttura. L’unica zona abitabile
del Drappo è la terrazza panoramica tra le Figure,
che funge da diaframma strutturale per la stabilità
complessiva dell’edificio. Il rivestimento delle Figure
sarà fatto da grandi unità composite per evitare
this dock to the freight elevators of each building.
Other support functions are kept separate. The
parking for both buildings is on the second
underground level. Because it is all located on a
single level, it allows for flexible allocation during
peak use.
Cost Strategy
The program of the project is organized in such a
way that approximately 60% of the floor area is
built on the ground, using the most economical
parking garage type construction. By economizing
such a large part of the project, we are able to
transfer resources into the superstructure. The
Figures are constructed from all planar surfaces
which allows for economical construction
of structure and envelope. While the Shroud
has complex surface geometry, it is primarily
uninhabitable and permeable, and can therefore
be realized using light weight structure and skin
systems.
Structure and Construction
Reinforced concrete will be used in the
underground parts of the project as well as for the
cores of the Library and Museum. Flat slabs and
an economical 7.5M column grid will be used in all
underground spaces.
Excavated soil will be re-used in the Gateway
Park topography design. The superstructure of
the Library and Museum Figures will be built of
steel frame and composite deck attached to the
concrete cores for lateral stability. The Shroud
will be constructed from full height composite
bulkheads at 5M intervals, which will allow for long
column-free spans and keep weight to a minimum.
The only inhabitable area of the Shroud is the Sky
Deck, located between the Figures, which acts as
quanto più possibile le connessioni tra i pannelli. Le
superfici vetrate saranno mantenute al di sotto del
35% nelle facciate ad est e ad ovest, e con la proposta
di utilizzare del vetro basso emissivo. Il Drappo sarà
rivestito con pannelli compositi con giunti aperti e
bucature, per minimizzare il carico del vento e della
pioggia sulla struttura.
Energia
In merito all’illuminazione diurna, la Copertura è
progettata per aprire la Biblioteca e proteggere
il Museo. In questo modo l’edificio regola il suo
ombreggiamento e le esigenze di illuminazione diurna
sono risolte direttamente con al’architettura, piuttosto
che con accorgimenti tecnici. Gli spazi dove il Drappo
avvolge le Figure, dal punto di vista termico e visivo,
sono delle zone tampone, mediando con l’ambiente
esterno. I colori chiari del Drappo conferiscono un’alta
luminosità, riducendo il carico termico da radiazione
solare. Gli spazi verdi a livello del suolo contribuiscono
anch’essi a ridurre il carico solare nell’area. Tutte
assieme, queste misure creano un arioso e piacevole
microclima negli spazi urbani circostanti. Inoltre,
i disegni a forma libera delle cuciture sul Drappo
raccolgono l’acqua piovana verso un sistema di riciclo
delle acqua grigie dell’edificio. Queste canalizzazioni
sono inoltre integrate con un impianto solare termico
di riscaldamento, che risponde a tutte le esigenze
di acqua calda dell’edificio. Gli spazi interni della
Biblioteca e del Museo avranno sistemi tradizionali
di ventilazione per il condizionamento, al fine di
assicurare il controllo dell’umidità e delle temperature.
Tuttavia, viene anche proposto un sistema di
raffrescamento a pavimento e a soffitto, utilizzando
acqua refrigerata proveniente da pompe di calore
geotermiche. In tutto il sistema di servizio dell’edificio,
saranno utilizzati degli scambiatori termici per il
recupero dell’energia.
Tom Wiscombe Architecture
a structural diaphragm for overall building stability.
The envelope of the Figures will be made of large
composite units to avoid unintended panel joints
as much as possible. Glazed areas will be kept to
below 35% in east and west facades and low-e
glass is proposed. The Shroud will be clad in
composite panels with open joints and perforations
in order to minimize wind and rain loads on the
structure.
Energy Concept
The Canopy is designed to open the Library up to
daylight and shield the Museum from daylight. This
way the building is self-shading and particular daylighting needs are met architecturally at the frontend rather than technically at the back-end. The
spaces where the Shroud forms around the Figures
are thermal and visual buffer zones, mediating the
outside environment.
The light colors of the Shroud give it a high albedo,
reducing solar gain. The green spaces at ground
level also reduce solar gain on site. Together, these
measures create a breezy, pleasant microclimate
in the surrounding urban spaces. In addition, the
freeform patterns of seams on the Shroud collect
rainwater for a building-wide grey water recycling
system. These channels are also embedded with a
solar thermal hot-water heating system to provide
the building complex with all hot water needs.
The internal spaces of the Library and Museum
buildings will have conventional air conditional
displacement ventilation systems to assure tight
temperature and humidity control.
However, a chilled floor and ceiling system is
also proposed, using chilled water provided by
geothermal heat pumps. Heat-exchange devices
will be used throughout the building service system
to reclaim energy.
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
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Piante: piano terra (sinistra) e primo livello (destra) / Plans: ground fl oor (left) and fi rst fl oor (right)
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Schemi di progetto / Diagrams
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Sezione trasversale / Section cross
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Sezione trasversale: comportamento energetico / Cross section: energy
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Sezione longitudinale / Longitudinal section
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Sezione longitudinale: comportamento energetico / Longitudinal section: energy
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Schemi assonometrici: Attività / Axonimetric diagrams: Program
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Modello di studio: componenti / Mock-up: sections
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Modello di studio: viste / Mock-up: views
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
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Vista / View
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Vista / View
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
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Vista / View
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
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Vista / View
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
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Vista / View
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Centro Culturale di Taichung, Taichung, Taiwan / Taichung City Cultural Center, Taichung, Taiwan
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Vista dello spazio interno / Internal view
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Tom Wiscombe Architecture
383 S. Westmoreland Ave.
Los Angeles, CA 90020
www.tomwiscombe.com
Diamond City, Adelaide, Australia /
Diamond City, Adelaide, Australia
Studio di architettura con sede a Los Angeles, Tom Wiscombe Architecture, già EMERGENT, è una
piattaforma per sperimentazioni che fanno leva su tecniche e logiche provenienti da ambiti esterni
all’architettura, come la biologia, le scienze complesse, l’ingegneria aerospaziale e l’informatica. Il
suo intento è quello di destrutturare l’architettura nella generazione di relazioni, coerenti e integrate,
tra sistemi e componenti costruttive. Il lavoro fa parte di un più largo movimento dell’architettura
contemporanea identificato da Detlef Mertins nel 2004 come “Biocostruttivismo”, dove biologia,
matematica e ingegneria si fondono per produrre un’architettura caratterizzata dalle sue performance
e variabilità; in queste organizzazioni le componenti sono sempre collegate e le informazioni condivise
e gli insiemi architettonici superano la somma delle singole parti. Il lavoro dello Studio vanta la
partecipazione in numerosi concorsi ed esposizioni, oltre ad essere nelle collezioni permanenti del
FRAC di Parigi, dell’Art Institute di Chicago, del MoMA di San Francisco e del MoMA di New York. Tom
Wiscombe è senior member della Faculty del Southern California Institute of Architecture.
Architectural firm based in Los Angeles, Tom Wiscombe Architecture, formerly EMERGENT, is a platform
for experimentation, leveraging techniques and logics from fields outside architecture including biology,
complexity science, aerospace engineering, and computation. Its directive is to destratify architecture
by generating coherent, integrated relationships between building systems and between building
components. The work is part of a larger contemporary movement in architecture referred to by Detlef
Mertins in 2004 as ‘Bioconstructivism’, where biology, mathematics, and engineering combine to
produce an architecture characterized by its variability and performance. Trough these organizations, the
components are always linked and always exchanging information where architectural wholes exceed
the sum of their parts.
Their work boast of many competition, exhibitions and is part of the permanent collection of the FRAC
Centre Paris, the Art Institute of Chicago, MoMA San Francisco, and MoMA New York. Tom Wiscombe is a
senior faculty member at the Southern California Institute of Architecture.
73
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Diamond City, Adelaide, Australia
Diamond City, Adelaide, Australia
Luogo: Adelaide, Australia
Cliente: Municipalità di Adelaide - Office for
Design and Architecture
Progetto: © Tom Wiscombe Architecture,
Inc. 2013 - concorso
Photography: All images © Tom Wiscombe
Architecture
Location: Adelaide, Australia
Client: Office for Design and Architecture,
Adelaide Municipal Government
Design: © Tom Wiscombe Architecture,
Inc. 2013 - competition
Photography: All images © Tom Wiscombe
Architecture
Relazione
La proposta progettuale propone una città all’interno
di un oggetto simile ad un diamante misterioso.
L’approccio si oppone ad una pianificazione
tradizionale, dove una serie di vincoli, come la
destinazione d’uso e lo spazio aperto, comportano,
per loro natura, un ostacolo indebolendo la
progettazione verso forme massicciamente dense o
monolitiche. Questa costruzione non è una mappa
della storia, un sistema reificato di flussi o un
diagramma evolutivo. È una cosa autonoma, con
un proprio suolo, edifici ed un’intricata “silhouette”
urbana. Invece di riempire l’area seguendo un
modello europeo, o diffonderla seguendo il modello
jeffersoniano, questo progetto è una singolarità. È
un mondo autosufficiente, attraente proprio perché
rinuncia ad essere un contenitore che viene ridotto
ad un insieme di ambiti o di relazioni costruttive.
Il progetto annida un complesso oggetto cristallino
all’interno di un altro oggetto meno complesso.
L’oggetto interno è troppo grande per essere tutto
contenuto, e quindi a volte attraversa l’oggetto
esterno. La figura che ne risulta apre l’oggetto
esterno alla città, rivelando la maggiore complessità
dell’interno. Questi tagli sono fatti in modo tale
da produrre sporgenze e formazioni interne che
implicano una chiusura, benché l’interno sia nei fatti
Description
We propose an interior city existing inside a
mysterious diamond-like object. The approach
stands in opposition to conventional master
planning, where a set of reductive instructions
such as building use, open space, and setbacks
inherently undermine any tendency towards
massively dense or monolithic forms. This building
is not a map of history, a reified system of flows,
or an evolutionary diagram. It is a self-contained
thing, complete with its own ground, buildings, and
involuted urban ‘silhouette’. Rather than infilling
the site following the European model, or sprawling
across the land following the Jeffersonian model,
this project is a singularity. It is a self-contained
world which is alluring precisely because it does
not give up its object-hood and refuses to be
reduced to a set of site or building relations.
The design is based on nesting a complex
crystalline object inside of another, less complex
object. The inner object is too big to fit fully inside,
and therefore it sometimes cuts through the outer
object. The resultant figural cuts open up the
outer object to the city, revealing the increased
complexity on the interior. These cuts are made in
such a way as to produce overhangs and interior
formations that infer enclosure although the inside
Tom Wiscombe Architecture
uno spazio aperto. L’interno (ermetica) dell’edificio
si trova nello spazio contenuto tra gli oggetti interni
ed esterni. Una seconda serie di diamanti tagliano
l’esterno della massa creando aree vetrate che
aprono all’esterno e illuminano i vari programmi
contenuti.
L’edificio insiste su una piccola sagoma esagonale
creata dalla divisione del perimetro. Così, si solleva
da terra e lo fa apparire discreto. Questa autonomia
è ulteriormente enfatizzata dai grandi tatuaggi
dalla forma libera distribuiti su tutta la massa come
luce riflessa. I tatuaggi non hanno scala e puntano
alla dimensione tettonica, libera dell’estetica
addomesticante prodotta dai piccoli pezzi di
materiale da costruzione, come i pannelli, i mattoni o
le scandole.
is in fact an outdoor space. The actual (air-tight)
interior of the building is found in the poche space
between the inner and outer objects. A second
set of diamond cuts on the exterior of the mass
produces areas of glazing, providing views and
daylight for the various programs housed there.
The building hovers on a small hexagonal footprint
produced by undercuts along the perimeter. This
releases it from the land and makes it appear
discrete. This autonomy is further emphasized
by large-scale, free-form tattoos which scatter
across the mass like reflected light. The tattoos
are scale-less and point to a tectonic realm free
of the domesticating aesthetic produced by little
pieces of building material such as panels, bricks,
or shingles.
Studio della volumetria / Volume development study
74
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Programma
Il progetto contiene musei e gallerie, uffici e loft
creativi, un hotel, bar e ristoranti sulle tre cime,
servizi e attività di vendita al dettaglio a livello
terreno. Il progetto prevede circa 50.000 metri
quadrati per spazi in locazione, che saranno
finanziati e gestiti dal Comune di Adelaide con
investitori locali.
L’edificio ha tre grandi “ingressi” orientati a sud
verso la città, ad ovest verso l’Università, ad est
verso il Parco. Il piano terra è sviluppato come una
piazza pubblica disponibile per eventi culturali come
festival, teatro all’aperto, musica e mercati agricoli.
Profonde balconate tagliate obliquamente sulle
superfici permettono la circolazione orizzontale tra le
Program
The project contains museums and galleries, offices
and creative lofts, a hotel, bars and restaurants
at the three peaks, and amenities and retail
functions at the ‘ground’ level. The project provides
approximately 50,000 square meters of leasable
space, to be financed and administered by the City
of Adelaide together with local developers.
The building has three major ‘entries’, oriented
towards the city to the south, the University to the
west, and the Park Lands to the east. The ground
level is to be treated as a public square and made
available for cultural events such as festivals, openair theater and music, and farmer’s markets. Deep
balconies sliced into oblique surfaces allow for
Tom Wiscombe Architecture
attività, con viste mozzafiato sulla piazza sottostante.
Quattro grandi nuclei distribuiscono verticalmente
a tutti i livelli. Alcuni edifici storici sull’angolo ed il
perimetro ovest dell’area dovranno essere conservati
e rifunzionalizzati per ospitare attività culturali ed
educative della vicina University of South Australia.
Tutti gli altri edifici obsoleti del Royal Adelaide
Hospital, esistenti sull’area, devono essere demoliti.
Energia
Il progetto è energeticamente efficiente grazie a
misure attive e passive. Lo spazio pubblico interno
è un microclima. Si tratta di un santuario, riparato
dal sole e dalla pioggia per la sua forma inviluppata.
L’aria calda sale e fuoriesce dalle grandi aperture
horizontal circulation between functions, allowing
breathtaking views down into the public square.
Four major cores provide vertical access between
all levels. Several historically preserved buildings
near the corner and west perimeter of the site are
to be retained and re-purposed to house cultural
and educational activities related to the adjacent
University of South Australia. All other existing,
outdated, Royal Adelaide Hospital buildings on the
site shall be demolished.
Energy
The project achieves energy intelligence through
passive and active measures. The internal public
space is a microclimate. It is a sanctuary, protected
Riferimenti progettuali / Design references
75
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
superiori, aspirando aria più fresca dal basso. Gli
spazi chiusi ermeticamente dell’edificio, alla base,
sono progettati per massimizzare l’illuminazione
diurna e per consentire la naturale ventilazione
trasversale. Le misure attive comprendono pompe di
calore geotermiche che fanno circolare acqua fresca
in un circuito chiuso di cassoni profondi nei soffitti
raffreddati di tutto il progetto.
from the sun and rain by its own involuted form.
Hot air rises and exhausts through the massive
openings above, pulling cooler air in from below.
The airtight spaces of the building are shallow and
designed to maximize day lighting and to allow
for natural cross-ventilation. Active measures
include ground-source heat pumps which circulate
cool water in a closed loop from deep caissons
Tom Wiscombe Architecture
Questo impianto servirà da sistema di regolazione
della temperatura primaria dell’edificio.
I tatuaggi sulla pelle dell’edificio saranno integrati
con un sottile film di materiale solare, e un sistema
di raccolta dell’acqua piovana sarà incorporato nelle
grandi superfici sfaccettate della copertura per
contribuire al fabbisogno energetico ed idrico della
costruzione.
into chilled ceilings throughout the project. This
system will serve as the primary temperaturecontrol system for the building. The tattoos on the
building skin will be embedded with thin-film solar
material in order to contribute to building electrical
needs, and a rainwater harvesting system will be
embedded into the large faceted surfaces of the
roof in order to contribute to building water needs
Idea di progetto / Concept
76
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Planimetria / Site plan
77
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Schemi assonometrici: Attività / Axonimetric diagrams: Program
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Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Schemi: distribuzione delle attività e misure attive-passive di risparmio energetico / Diagrams: program distribution and energy passive-active measures
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Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
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Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
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Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
82
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
83
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
84
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
85
Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
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Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
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Diamond City, Adelaide, Australia / Diamond City, Adelaide, Australia
Tom Wiscombe Architecture
Vista / View
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Ateliers Jean Nouvel
10 cité d’Angoulême
75011 PARIS
www.jeannouvel.com
Museo Nazionale del Qatar, Doha,
Qatar / The National Museum
of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel è uno dei più grandi Studi di architettura della Francia, con progetti attivi in tutto
il mondo. L’esperienza dello Studio spazia nei domini dell’architettura, della progettazione urbana, del
progetto di paesaggio, della grafica, dell’industrial design, della modellazione e delle immagini. Jean
Nouvel ha realizzato musei, sale concenti, centri conferenze, teatri, hotel, complessi residenziali, uffici,
centri commerciali e residenze private in tutto il mondo.
Jean Nouvel si distingue per essere uno degli architetti più innovativi a livello internazionale ed ha
ottenuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti nel corso della sua carriera, come l’Aga Khan Award for
Architecture, il Wolf Prize in Arts nel 2005 e nel 2008 il Pritzker Architecture Prize. Il lavoro dello Studio
è ampiamente pubblicato a livello internazionale sulla stampa e sulle riviste di settore.
La sede principale dello Studio è a Parigi. Uffici locali sono a Barcellona, Madrid, Ginevra e Roma.
Atelier Jean Nouvel is one of the largest architecture practices in France, with projects all over the
world. Firm’s experience spans over domains of architecture, urban design, landscape design, graphic
design, industrial design, interior design, model making, image production. Jean Nouvel has built
museums, concert halls, conference centers, theaters, hotels, collective housings, office buildings,
commercial centers and private residential around the world.
Jean Nouvel is recognized as one of the world’s most innovative architects. He has obtained a number
of prestigious distinctions over the course of his career, including the Aga Khan Award for Architecture,
the Wolf Prize in Arts in 2005 and in 2008 the Pritzker Architecture Prize. The practices work is widely
published internationally in professional journals as well as the general press.
The main office is in Paris. Site offices are located in Barcelona, Madrid, Geneva and Rome.
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Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar
The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Luogo: Qatar, Doha
Cliente: Qatar Museums Authority (QMA)
Progetto: © Ateliers Jean Nouvel, Paris,
2010-2013
Location: Qatar, Doha
Client: Qatar Museums Authority (QMA)
Design: © Ateliers Jean Nouvel, Paris,
2010-2013
Relazione
Il Qatar è una giovane nazione del Golfo Persico, una
penisola, una lingua di terra circondata dall’acqua,
dove il deserto arriva al mare.
La popolazione del Qatar discende dal popolo
nomade dell’Arabia, che si stabilì in questo deserto
marittimo.
Alcuni divennero pescatori, altri cacciatori di perle.
Alcuni cercarono i tesori nascosti della nazione,
le risorse che giacevano sotto la sabbia o sotto il
mare. Altri, ispirati dalla posizione centrale del Paese
nel Golfo, cominciarono a parlare, comunicare,
uscire. L’impulso per questa metamorfosi è venuto
da Doha. È sufficiente confrontare le fotografie di
Doha nel 1950 e 1960 con la situazione odierna,
per capire quanto questa parte del mondo sia
cambiata. Da piccolo villaggio, è diventata un
capitale. Cosa potrebbe esserci di più naturale,
allora, che il desiderio di testimoniare, per parlare
di identificazione, dell’evoluzione dell’identità di
questo paese che si rivela come carta sensibile della
storia? E che cosa potrebbe essere di più logico che
dare espressione concreta a questo processo di
identificazione con un Museo Nazionale del Qatar,
che si occuperà, assieme alla sua storia, di geografia
fisica, umana ed economica del Paese?
Un posto simboleggia questo ruolo: la culla della
famiglia Al Thani a Doha; un modesto, nobile,
semplice palazzo da dove questa avventura del
ventesimo secolo ha avuto inizio. Esso si trova
Description
Qatar is a young nation in the Persian Gulf, a
peninsula, a tongue surrounded by water where the
desert reaches into the sea.
The Qatari descend from a nomadic Arabian people
who settled in this maritime desert.
Some became fishermen, others hunted for pearls.
Some looked to the nation’s hidden treasures, the
resources that lay beneath the sand or under the
sea. Others, inspired by their country’s central
location in the Gulf, began to talk, to communicate,
to reach out. The impulse for this metamorphosis
came from Doha. A glance at photographs of Doha
in the 1950s and 1960s, compared with today, is
sufficient to understand how much this part of the
world has changed. From a little village, it has
become a capital. What could be more natural,
then, than the desire to testify, to talk about
identification, about the evolving identity of this
country as it reveals itself on the sensitive paper
of history? And what could be more logical than
to give concrete expression to this identification
process in a National Museum of Qatar that
will relate the physical, human and economic
geography of the country, together with its history?
One place was symbolically destined to fulfill this
role: the cradle of the Al Thani family in Doha;
a modest, noble, simple palace from where this
twentieth-century adventure began. It stands at
the city’s southern entrance, the busiest urban
Ateliers Jean Nouvel
all’ingresso sud della città, l’accesso urbano
più trafficato, che accoglie anche i visitatori che
arrivano dall’aeroporto. Lo studio architettonico
che inizialmente affiancava lo studio funzionale, ha
portato alla luce il paradosso di fondo del progetto:
per mostrare ciò che è nascosto, per rivelare
un’immagine affievolita, per ancorare l’effimero,
per scrivere il non detto, per rivelare una storia
che non ha avuto il tempo di lasciare un’impronta
mentale; una storia presente, un’energia attiva. Il
Museo Nazionale del Qatar è la prova evidente di
quanto intensa sia questa energia. Naturalmente,
ospiterà i tradizionali reperti geologici e archeologici;
naturalmente le tende, le selle e i piatti saranno
testimonianza della vita nomade; naturalmente ci
saranno gli utensili dei pescatori, le barche e le reti.
Soprattutto, però, sarà animato dalla consapevolezza
non altrimenti incontrata e sperimentata, dopo mesi
gateway as it also welcomes visitors arriving from
the airport. T
he architectural study which initially was coupled
with the programmatic study, brought to light the
underlying paradox of this project: to show what
is hidden, to reveal a fading image, to anchor
the ephemeral, to put the unspoken into words,
to reveal a history which has not had the time to
leave a mental imprint; a history that is a present
in flight, an energy in action. The National Museum
of Qatar is proof patent of how intense this energy
is. Of course it will be home to the traditional
geological and archaeological artefacts; of course
tents, saddles and the dishes will bear witness to
nomadic life; of course there will be fishermen’s
utensils, boats and nets.
Most importantly, though, it will spark an
awareness that could only otherwise be
Schizzo d’insieme / Overall sketch
90
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
trascorsi nel deserto alla ricerca delle particolarità
che sfuggono alla nostra comprensione, tranne
quando i capricci del Tempo e della Natura lo
consentono. O prendendo un elicottero o un
fuoristrada per scoprire i contrasti e tratti di spiaggia
della penisola del Qatar. Tutto nel museo lavora
per far provare al visitatore il deserto e il mare.
L’architettura e la struttura del museo simboleggiano
i misteri delle concrezioni e delle cristallizzazioni del
deserto, suggerendo lo schema interconnesso dei
petali lamellari della rosa del deserto.
Un popolo nomade costruisce la sua capitale e parla
con questo monumento emblematico realizzato
con gli strumenti di costruzione più contemporanei
(acciaio, vetro e fibra di cemento), comunicherà
encountered, experienced, after months spent in
the desert, in pursuit of the particularities that elude
our grasp except when the whims of Time and
Nature allow. Or by taking a helicopter or 4WD to
discover the contrasts and stretches of beach of the
Qatari peninsula. Everything in this museum works
to make the visitor feel the desert and the sea. The
museum’s architecture and structure symbolize
the mysteries of the desert’s concretions and
crystallizations, suggesting the interlocking pattern
of the bladelike petals of the desert rose.
A nomadic people builds its capital city and talks
about it through this emblematic monument
built with the most contemporary construction
tools (steel, glass and fibre concrete), and will
Ateliers Jean Nouvel
con schermi ad alta definizione, incorporando il
movimento dei visitatori nella sua museografia:
questo museo è un moderno caravanserraglio. Da
lì si parte per il deserto e vi si ritorna per riportare i
tesori: le immagini che restano per sempre impresse
nella memoria.
Ciò è più di una semplice metafora. Il Museo
Nazionale del Qatar avrà fuoristrada, elicotteri e
barche veloci per visitare la l’invisibile.
Proprio come Al Jazzera emette una voce che è
diventata quella del Golfo, così il Museo Nazionale
del Qatar diventerà la voce della cultura del Qatar,
lanciando un messaggio sulla metamorfosi della
modernità e la bellezza che avviene quando il
deserto incontra il mare.
communicate through high-definition cinema,
incorporating visitors’ movements into its
museography: this museum is a modern-day
caravanserai. From there you leave for the desert
and you return from it bringing back treasures:
images that remain forever engraved on your
memory. This is more than just a metaphor.
The National Museum of Qatar will have 4WDs,
helicopters and the fastest boats for visiting
the unvisitable. Just as Al Jazzera emits a
voice which has become that of the Gulf, so the
National Museum of Qatar will become Qatar’s
voice of culture, delivering a message about the
metamorphosis of modernity and the beauty that
happens when the desert meets the sea.
Vista / View
91
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Planimetria / Site plan
92
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Pianta piano terra dell’impianto generale / Overall Ground floor plan
93
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Dettaglio: pianta primo piano / Detail: first floor plan
94
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Dettaglio: pianta secondo piano / Detail: second floor plan
95
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Dettaglio: pianta terzo piano / Detail: third floor plan
96
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Dettaglio: pianta quarto piano / Detail: fourth floor plan
97
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Sezione / Section
Sezione / Section
98
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Prospetto Est / East elevation
Prospetto Nord / North elevation
Prospetto Ovest / West elevation
Prospetto Sud / South elevation
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Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Vista / View
100
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Vista / View
Vista / View
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Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Vista / View
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Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Vista / View
103
Museo Nazionale del Qatar, Doha, Qatar / The National Museum of Qatar, Doha, Qatar
Ateliers Jean Nouvel
Vista / View
104
MONAD Studio
1935 NE 147th Terrace
North Miami Beach, Fl 33181
www.monadstudio.net
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami /
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
Fondato nel 2002 da Eric Goldemberg e Veronica Zalcberg, MONAD Studio è una realtà di studio e
progettazione, interessata alla percezione spaziale in relazione all’influenza ritmica, con ricerche che
spaziano dalla scala urbana agli edifici, dal paesaggio alle istallazioni e al design. I progetti di MONAD
Studio evidenziano la gamma e la complessità delle sensazioni coinvolte nella costruzione di insiemi
ritmici. L’attività che ne risulta da un’intensa progettazione digitale, non si rivela solo nei vincoli
strutturali o programmatici, ma acquista una maggiore presenza nell’articolazione della topologia
delle costruzioni. il lavori dello Studio è stato ampiamente pubblicato ed esposto. Eric Goldemberg
è attualmente Digital Design Coordinatore e professore alla Florida International University. Veronica
Zalcberg insegna progettazione nei laboratori alla Columbia University e al New Jersey Institute of
Technology.
Founded in 2002 by Eric Goldemberg and Veronica Zalcberg, MONAD Studio is a design research
practice with focus on spatial perception related to rhythmic affect, with explorations ranging from
the scale of urban plans to buildings, and from landscape to installations and product design. MONAD
Studio’s designs highlight the range and complexity of sensations involved in constructing rhythmic
ensembles. The activity that results from intense digital design is not only revealed through structural or
programmatic constraints but take a much more important presence in the articulation of the topology
of buildings. The work of MONAD Studio has been published and exhibited. Eric Goldemberg is currently
the Digital Design Coordinator and Full-Time Professor at Florida International University. Veronica
Zalcberg taught design studios at Columbia University and New Jersey Institute of Technology.
105
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
Luogo: Miami
Progetto: © MONAD Studio
/ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg
(design principals) – 2010
Project designers: Ali Qureshi – Ivan Bernal
– Alex Lozano – William Virgil
Public Demonstrations consultant: Claudio
Vekstein
Location: Miami
Design: © MONAD Studio
/ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg
(design principals) – 2010
Project designers: Ali Qureshi – Ivan Bernal
– Alex Lozano – William Virgil
Public Demonstrations consultant: Claudio
Vekstein
Relazione
Il Wolfsonian Pavillion in Lincoln Road progettato
da MONAD Studio / Eric Goldemberg + Veronica
Zalcberg, unisce elementi provenienti dalle risorse e
dalle collezioni di manufatti Art Nouveau del Museo
Wolfsonian- FIU di Miami Beach, per creare il proprio
stile di Nouveau Pulsation. Delle spline incorporano il
flusso del pubblico attraverso cavità che assorbono
e coinvolgono le persone come un gruppo di ballerini
nel corpo di un’ibrida forma animata, segnandone
il tempo, il declino e la rigenerazione di pensieri
mirabili ed in parallelo alla contemplazione della
“forma perfetta” dell’Art Nouveau. MONAD Studio
ha creato una progressione di luoghi chiave lungo il
percorso di un ambiente più complesso.
L’Art Nouveau tedesca incorporava nei suoi oggetti
una dualità, tra cui sottosezioni di caratteristiche
singolari all’interno di un più grande corpo
omogeneo. I progressi tecnologici permettono
rapporti sinuosi sia nella forma che nel percorso, ad
un livello di riferimento concettualmente più ampio,
e rimane un problema rilevante in un ambiente caldo
e ventilato come quello di Miami. Nell’ambito del
Nouveau, la “perfezione” della natura risiede nella
specifica ragione dello sviluppo formale della pianta
o della roccia. Inoltre, la “paura di essere toccati” da
Description
The Wolfsonian Pavillion in Lincoln Road designed
by MONAD Studio / Eric Goldemberg + Veronica
Zalcberg, links elements from the Art Nouveau
resources and collections of artifacts of The
Wolfsonian-FIU Museum in Miami Beach to
compose its own brand of Nouveau Pulsation.
Splines incorporate the flow of public through
cavities that both absorb and engage people
as an assembly of dancers in the body of an
animated hybrid form, indexing time, decay
and regeneration of phenomenal thoughts to
parallel the contemplation of ‘perfect form’ by
Art Nouveau. MONAD Studio created scalar node
locations along a more complex circuit field.
German Art Nouveau had an inherent duality in
their objects including subsections of singular
characteristics within a larger homogeneous
body. Technological advancements enables both
curvilinear form and pathway relationships, to
a conceptually larger frame of reference, and
it remains a relevant problem in a hot breezy
environment like Miami. In terms of Nouveau’s
interest, the ‘perfection’ of nature lies in the
circumstantial reason for the plant or rock’s
formal development. Additionally, the “fear of
MONAD Studio
ammassi formalmente assemblati e circuiti tettonici
improvvisando o derubando, influenza anch’essa
la configurazione degli spazi. Le torri mantengono
questa dialettica evolutiva come un evento pedonale.
Lincoln Road a Miami funziona come un’arteria
pedonale che attraversa Washington Avenue da
Est e Alton Road ad Ovest, collegando strutture
commerciali, ristoranti e bar, studi e gallerie, teatro
e performing art center, così come altri grandi
eventi, nell’idea di fornire paesaggi urbani. Il
progetto affronta lo spazio urbano con una copertura
inclusiva ed un anfiteatro, facendo transitare dentro
e fuori le persone nella “costruzione di orizzonti”,
nell’incremento dei riquadri visivi tra gli elementi
infrastrutturali del tessuto connettivo della copertura.
being touched” by formally assembled crowds
and tectonic circuitry by means of groping or
pick-pocketing also influenced the configuration
of spaces. The towers maintain this evolutionary
dialectic as a pedestrian event.
Miami’s Lincoln Road acts as a pedestrian artery
which traverses from the East, Washington Ave.,
to West, Alton Rd., linking structures of retail, fine
restaurants and bars, studio and gallery spaces,
theatre and performing art center, as well as other
major happenings in a dia-electrical notion of
urban landscapes. The project addresses urbanity
with an all-inclusive canopy and amphitheater
attempting to transition people in and out through
a “construction of horizons,” in an implementation
Diagramma dei flussi / Flow diagram
106
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
A livello programmatico, il progetto si compone di un
anfiteatro, una galleria, una zona ristoro, un vestibolo
con molti accessi nelle lastre striate e intrecciate.
Esse si sovrappongono creando un’unica circolazione
interna per il pubblico, mentre all’esterno sviluppano
un flusso commerciale pedonale senza soluzione
di continuità. Esse funzionano da condensatore,
integrando e filtrando le persone mentre assaporano
l’esperienza di trovarsi nell’energetico complesso
di Lincoln Road. Lo sviluppo architettonico e urbano
dipende dal rapporto tra volontà e azione degli
abitanti a diverse scale: a livello individuale, nelle
azioni di gruppo o collettive, nella forma spontanea di
un’organizzazione politicizzata.
Una “costruzione di orizzonti”, rende operativi i
luoghi delle zone interessate in simbiosi con il
paesaggio urbano. Ne deriva un corpo muscolare
incorporato nelle strade della città. Nella sua
strumentalizzazione della questione pubblica come
mappa, forma sinuosamente un metaforico organo
pubblico. La città diventa un insediamento spaziale la
cui eterogeneità organica ospita diverse attrazioni in
relazione alla sua occupazione fisica.
La trasmissione degli aggregati viscosi attrae e
dissipa le folle, creando ritmi mutevoli di espansione
e contrazione negli assi spaziali principali: un
processo definito come “pulsazione”. Il progetto
cresce come una danza senza la coreografia della
rete di filtri e valvole iper-cariche. L’esperienza si
accresce con una serie di elementi legati al tempo
ed agli eventi atmosferici, come i paesaggi sonori
che ne derivano e che nel tempo caricano lo spazio
di un livello sonoro. Nell’interesse pubblico, questo
feedback agisce come un termometro sociale della
“città che vive”.
Le folle si comportano come un circuito collettivo
di movimento variabile tra l’interno e l’esterno dei
condensatori e può caratterizzarsi come un flusso
of transitional viewports between elements of the
canopies’ infrastructural connective tissue.
Programmatically, the project’s organizes an
amphitheater, gallery, food court, and vestibule with
multiple entrances through striated and braided
plates. They overlap creating a unified internal
circulation for the public, while the exterior enables
a seamless commercial flow of pedestrians. They
act like a capacitor, integrating and filtering people
while they savor their experience as beings in the
total energy body of Lincoln Road. The urban and
spatial development depends on the relationship
between the wills and the actions of the inhabitants
in the different scales: through individual, group
or collective actions expressed in spontaneous
forms of politicized organization. A ‘construction
of horizons’, actuates the positions of affected
zones through a symbiosis with the cityscape. It
gains a musculoskeletal body which is embedded
in the city streets. In it’s instrumentalization
of public matter as a map, sinuously inform a
metaphoric public organ. The city becomes a form
of spatial settlement whose organic heterogeneity
accommodates different interests in relationship to
its physical occupation. The transmission of viscous
aggregates attracts and dissipates crowds create
shifting rhythms of expansion and contraction
in the main axial spaces: a process defined as
‘pulsation.’ The design thrives as a choreographfree dance of networked filters and hyper-charged
valves. It extends the experience through a series
of time-dependent elements and atmospheric
occurrences, such as feedback soundscapes, that
charge the space with an auditory index of time.
This feedback through public interest acts a social
thermometer of the ‘living city’. The crowds act
as a collective circuit of variable motion through
the interior/exterior of the capacitors and can be
MONAD Studio
totale di energia, o anima. Gli elementi passano
formalmente nel condensatore per trovare una
forma definita di spazio e tempo tra la costruzione
esistente e lo sviluppo sensibile del carattere urbano.
I Condensatori di Lincoln Road imbrigliano l’energia
e la trasformano in decisioni ornamentali della
sua forma e dei sistemi che ne conseguono nella
generale distribuzione delle persone. È importante
che la produzione di tali forme di spazio nel processo
di formazione urbana, cresca dalla struttura sociale
esistente di interazione, riflettendone i conflitti
di interesse. Queste trasformazioni da struttura
a spazio e anche ad organizzazione, riporta ai
programmi adattivi dell’area. La contemporanea
giustapposizione concettuale e fisica dei sistemi,
characterized as a total flux of energy, or soul.
The capacitor’s formally transition elements in an
informed awareness of space and time between the
existing construction and the sensible development
of the urban character. The Lincoln Road Capacitors
harness energy, and transform it into ornamental
decisions of its form and subsequent distributive
systems for people throughout. It is important
that the production of those spatial forms in the
process of urban formation, grows from the base
of the existing social structure of interaction
and reflect its own conflict of interests. These
transformations from structure to space and
even organization, feed back into the adaptive
programs of the site. The systems’ conceptual and
Schema: percorsi e attività / Diagram: paths and program
107
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
incorpora la conoscenza degli stessi sistemi
sottostanti, come una lezione di storia in una galleria.
La concettualizzazione video aiuta gli utenti alla
comprensione del contesto e alla memorizzazione di
un oggetto.
La capacità dell’organizzazione spaziale del
progetto di educare, formalizzare e promuovere una
stratificazione traslucida di energia, fa riferimento
all’esposizione e alla vita quotidiana degli spettatori
physical juxtaposition parallel one another and
incorporate learning about the underlying systems
themselves as a history lesson in a gallery setting.
The conceptualization of display helps users
understand the context and memory of an object.
The capacity of the project’s spatial organization
to educate, formalize, and encourage translucent
layering for energy relates to the exhibit and the
everyday life of viewers in terms of processing
MONAD Studio
in termini di elaborazione delle loro esperienze
spaziali. L’architettura e il flusso umano considerano
nel contempo gli aspetti ambientali, sociali, culturali,
storici e politici della città.
Questi schemi simbiotici gettano le basi concettuali
per lo sviluppo dei fenomeni pubblici che la storia
e i processi storici metabolizzano per l’arte e
l’architettura urbana quali proprie sostanze nutritive
fondamentali. Unità di nuova astrazione si scontrano
their spatial experiences. The architecture
and human flow simultaneously consider the
environmental, social, cultural, historical, and
politically revelations of the city. These symbiotic
patterns lay the conceptual foundations for the
development of public phenomena that history and
historical processes metabolize for contemporary
urban Art and Architecture to digest fundamental
nutrients. Newly abstracted units collide and
Planimetria / Site plan
108
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
e interferiscono l’una con l’altra in atti di effusione,
come un bacio, trasferendo consapevolezza
transdisciplinare, sensibilità umane e informazioni
aggiuntive come dimensione inseparabile dalla città
vivente.
Questo migliora il legame indissolubile tra il pubblico
e la sua città. La struttura massiccia prolificata dei
condensatori, comprende i soggetti in movimento,
agendo in modo non pianificato e celebrando la
presenza attiva dell’inarrestabile ciclo delle persone.
L’interiorità dei condensatori si scontra con l’apertura
del sistema strutturale, che consolida uno spazio
coperto per le attività. L’anfiteatro esterno che si
aggancia alla copertura esistente, o guscio rigato,
progettato da Morris Lapidus, integra il progetto
come una soluzione completa del più grande
interfere with one another into acts of fusion, as
a kiss, transferring transdisciplinary awareness,
human sensitivity, and additional dimensions of
information inseparable from the living city. This
enhances the inseverable bond between the Public
and its city. The capacitors’ massive proliferated
structure integrates individuals on the move, acting
in unplanned procession, and celebrates the active
presence of people’s cycle of unrest.
Interiority of the capacitors is challenged by
the openness of the structural system, which
consolidates a sheltered space for activities.
The exterior amphitheater that latches onto the
existing canopy-stage, or band-shell, designed
by Morris Lapidus supplements the project as an
integral solution to the larger urban alignment of
MONAD Studio
allineamento urbano delle fontane, delle tende
da sole e del paesaggio adiacente. Questo spazio
pubblico crea un landmark molto esteso, che attrae
una moltitudine di persone di giorno e di notte.
I processi storici agiscono sul clima urbano,
formando e adattando le strade per riflettere le
passioni del pubblico.
Il volume spinge un elemento sovrapposto verso
l’esterno e all’interno verso est, intrecciandosi con
gli accordi principali avviati da Lapidus su Lincoln
Road. La coda di questi due anfiteatri si dissolve in
uno spazio per la formazione e la scoperta. In quanto
catalizzatore, questa aggiunta alla sequenza urbana
di Lincoln Road porta una nuova energia per un
intreccio dinamico di eventi pubblici che può essere
definito solo come vibrante, funky e sensuale.
fountains, awnings and proximal landscape. This
public amenity creates a strong landmark extension
appealing to a wide range of demographics during
the day and night.
Historical processes act on the urban atmosphere,
forming and adapting the streets to reflect the
passions of the public. The volume pushes an
overlapping strand outward and back towards the
east, braiding with the major chords started by
Lapidus’ on Lincoln Road. The tail-end of these two
amphitheaters dissipate into a space for education
and discovery. As a catalyst, this addition to the
urban sequence at Lincoln Road contributes a
renewed energy for a dynamic entanglement of
public events that can only be defined as vibrant,
funky and sensual.
Diagramma dei flussi / Vector diagram
109
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
MONAD Studio
Vista / View
110
Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
MONAD Studio
Vista / View
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Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
MONAD Studio
Prospetto Ovest / Weast elevation
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Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
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Prospetto Est / East elevation
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Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
MONAD Studio
Vista / View
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Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
MONAD Studio
Vista / View
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Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami / Wolfsonian Satellite Pavilion, Miami
MONAD Studio
Vista / View
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