Diagnosi Epilessia ed emicrania Terminologia, aspetti clinici comuni e divergenze La cefalea/emicrania di origine epilettica dovrebbe essere sempre sospettata in pazienti che non rispondono a un trattamento con farmaci antiemicranici sintomatici, al fine di eseguire prontamente una registrazione EEG e formulare di conseguenza una corretta diagnosi Vincenzo Belcastro1, Pasquale Striano2, Pasquale Parisi3 1. UO Neurologia, Azienda Ospedale Sant’Anna di Como; 2. UO Neurologia Pediatrica e Malattie Muscolari, DINOGMI-Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili, Istituto G. Gaslini, Università di Genova; 3. Neurologia Pediatrica, Dipartimento NESMOS, Università Sapienza di Roma, Ospedale S. Andrea, Roma E micrania ed epilessia sono entrambe disordini neurologici cronici, con attacchi episodici, che presentano sintomi specifici che permettono di distinguerle una dall’altra (1). L’emicrania è caratterizzata da attacchi ricorrenti di dolore cefalico e sintomi associati. L’epilessia è caratterizzata da attacchi ricorrenti di sintomi neurologici che spesso progrediscono con l’alterazione dello stato di coscienza e convulsioni. Sintomi come l’aura, le modificazioni dell’umore e del comportamento, i sintomi sensitivi e motori possono presentarsi in entrambe le condizioni. Emicrania ed epilessia spesso si presentano in comorbidità, tuttavia l’esistenza di un reale link fisiopatologico ed epidemiologico tra le due condizioni è ancora oggetto di discussione. La cefalea, sia tensiva sia con caratte- 6 ristiche emicraniche, può rappresentare un sintomo di accompagnamento o isolato nella fase pre-ictale, peri-ictale e post-ictale di una crisi epilettica. In rari casi, la cefalea può essere l’unica manifestazione clinica di una crisi epilettica in pazienti con epilessia sia sintomatica sia idiopatica. Aspetti clinici comuni Gli attacchi di emicrania e di epilessia sono simili nella sequenza in 4 fasi. 1) Fase prodromica. Precede di ore o giorni l’esordio della cefalea nel 60 per cento dei pazienti con emicrania senza aura (ESA) e con emicrania con aura (ECA), e può essere caratterizzata da un’alterazione dello stato mentale (depressione, iperattività, euforia, irritabilità, agitazione), da un’alterazio- numero 1 · 2014 la neurologia italiana ne dello stato neurologico (fotofobia, fonofobia, necessità di sbadigliare), da un’alterazione dello stato generale (desiderio di cibo, anoressia, diarrea, stipsi, torcicollo). Sintomi premonitori simili sono stati riportati da pazienti epilettici prima dell’esordio della crisi. 2) Fase dell’aura. L’aura emicranica si presenta con sintomi neurologici focali con esordio graduale da 5 a 20 minuti, che precedono l’inizio della cefalea. Generalmente nell’emicrania l’aura è di maggior durata (superiore a 5 minuti) rispetto all’aura dell’epilessia, tuttavia sono possibili allucinazioni visive di durata inferiore a 5 minuti nell’emicrania e aure visive prolungate come nell’epilessia post-traumatica. L’aura epilettica è di solito breve (secondi), si sviluppa rapidamente e può associarsi a sintomi insoliti come sensazione di paura e déjà-vu. Illusioni o allucinazioni visive possono presentarsi in entrambi i disturbi. Durante una crisi epilettica, i segni neurologici focali possono variare in base all’area cerebrale coinvolta dalla scarica critica. Nell’emicrania l’aura può essere visiva o sensitiva (ipoestesie o parestesie), afasica o motoria (nella emicrania emiplegica familiare), e i sintomi neurologici possono succedersi in progressione; di solito prece- dono la cefalea, tuttavia possono essere contemporanee alla cefalea o non essere seguite da cefalea. I sintomi visivi dell’emicrania variano da disturbi visivi minori, come fosfeni o scotomi, fino ad aure complesse caratterizzate da teicopsia (aura scintillante), micropsia, macropsia. Nell’epilessia, invece, le aure visive normalmente consistono in punti o figure geometriche circolari luminose (Tabella 1), variamente colorate (2). Gli automatismi sono frequenti nelle crisi parziali complesse e insolite nell’emicrania, come pure i sintomi olfattivi. Tuttavia non è sempre facile distinguere le due condizioni; la sindrome ”Alice nel paese delle meraviglie”, caratterizzata da un’alterazione della visione della forma (metamorfopsia) con micropsia e macropsia e da un’alterata percezione del passare del tempo, è stata descritta sia nell’epilessia (con focus epilettico parietooccipito-temporale) che nell’emicrania (3-5). Tra i sintomi visivi positivi, le allucinazioni elementari semplici sono frequenti sia nell’ECA sia nelle epilessie occipitali (10-47 per cento), mentre gli “spettri di fortificazione” (teicopsie) sono tipici dell’emicrania. Le allucinazioni visive complesse relative alla percezione corporea o alla forma, distanza e posizione degli oggetti nel campo visivo sono più frequenti nell’epilessia. I sintomi visivi negativi (cecità, emianopsia e offuscamento del visus) sono, invece, più frequenti nell’emicrania. L’aura sensitiva emicranica consiste in parestesie cheiro-orali con la migrazione dell’intorpidimento dalla mano fino all’avambraccio e alla faccia; solitamente questo avviene contemporaneamente all’aura visiva. La progressione dei sintomi richiede da 5 fino a 60 minuti, contrariamente all’epilessia in cui le parestesie possono durare da secondi fino a pochi minuti. Disturbi motori focali (paresi transitoria) possono essere sia una manifestazione critica sia postcritica (paralisi di Todd) oppure caratterizzano l’aura motoria dell’emicrania emiplegica (1). 3) Cefalea e fase critica. La cefalea è il sintomo predominante nell’emicrania; tabella 1 Elementi di diagnosi differenziale tra crisi occipitali ed emicrania con aura Crisi occipitali Emicrania con aura Allucinazioni visive Durata 2-3 minuti 30-60 minuti Anche pluriquotidiane Più rara Pattern visivo Immagini colorate di forma circolare Più spesso immagini acromatiche o in bianco e nero di forma lineare Movimento dell’immagine Si muovono al lato opposto del campo visivo Si espandono dal centro verso la periferia dell’emicampo visivo Seguite da una deviazione tonica degli occhi È possibile Mai Seguite da alterazione di coscienza con o senza convulsioni È possibile Rara o eccezionale Seguite da cefalea Frequente Costituisce la regola Cecità ed emianopsia senza che sia preceduta o seguita da altri sintomi Frequente Mai Raro Frequente Frequenza Vomito post-critico altri sintomi che si possono associare comprendono difficoltà di memoria e concentrazione, torcicollo, irritabilità, anoressia, capogiri, diarrea e poliuria. Nell’epilessia, la cefalea non è un sintomo frequente e di solito compare nella fase post-critica. La cefalea postcritica si osserva frequentemente nelle epilessie occipitali, ma può presentarsi anche nelle epilessie generalizzate; può avere le caratteristiche della cefalea tensiva, ma anche dell’emicrania. Circa il 50 per cento dei pazienti con epilessia presenta cefalea post-critica (6-7). La cefalea può comparire più raramente in fase pre-critica oppure rappresentare l’unica manifestazione clinica di una crisi epilettica. In rari casi l’emicrania con aura può scatenare una crisi epilettica (migralepsy). Tuttavia la migralepsy è stata osservata raramente rispetto a quanto atteso considerando l’alta comorbidità tra emicrania ed epilessia (8). Infatti in una serie di 412 pazienti con epilessia, le crisi favorite dall’emicrania rappresentavano solo l’1,7 per cento dei casi (3). 4) Risoluzione. In questa fase, nel paziente emicranico, il dolore s’interrompe e possono essere presenti cambiamenti dell’umore (euforia o depressione) e astenia. Nel paziente con epilessia, la fase post-critica è spesso caratterizzata da sonnolenza e disforia. Comorbidità tra epilessia ed emicrania Per comorbidità s’intende la presenza di una condizione coesistente aggiuntiva in un paziente con una particolare malattia oppure l’associazione non casuale di due disordini (9). Non sono considerate secondo tale definizione, le condizioni o sindromi che tipicamente si presentano sia con crisi epilettiche sia con cefalea emicranica, come le malformazioni artero-venose, i traumi la neurologia italiana numero 1 2014 7 Diagnosi cranici severi, la sindrome MELAS o la sindrome di Sturge-Weber. La relazione di comorbidità tra emicrania ed epilessia non è completamente chiarita e può essere spiegata secondo quattro teorie (10): 1) la comorbidità può originare come coincidenza o come bias di selezione; 2) una condizione può causare l’altra; 3) entrambe le condizioni possono essere collegate da fattori di rischio ambientali o genetici comuni; 4) gli stessi fattori di rischio ambientali o genetici possono determinare uno stato di diseccitabilità cerebrale che produce entrambi i disordini (11). La prima ipotesi prevede una relazione casuale tra emicrania ed epilessia che sembra tuttavia improbabile considerando che alcune sindromi epilettiche come le epilessie parziali benigne sono osservate più frequentemente in comorbidità (12). Se l’associazione dei due disordini fosse puramente casuale, la prevalenza attesa di epilessia sarebbe dell’1 per cento negli emicranici e la prevalenza di emicrania sarebbe del 12 per cento negli epilettici (1), mentre la letteratura riporta dati di prevalenza significativamente maggiori rispetto a quanto atteso sulla base di un’associazione casuale (13). Diversi studi epidemiologici indicano un’associazione tra emicrania ed epilessia con un’aumentata prevalenza di emicrania nei pazienti con epilessia e viceversa. Infatti, la prevalenza di epilessia in pazienti con emicrania varia dall’1 al 17 per cento, con una media di 5,9 per cento; questa percentuale supera largamente quella della popolazione generale che è approssimativamente 0,5-1 per cento (14). La prevalenza complessiva di emicrania nei bambini con epilessia varia dall’8 al 15 per cento; con valori anche maggiori nei bambini con punte centro-temporali all’EEG (63 per cento) e nell’epilessia con assenze (33 per cento) (14-15). La seconda ipotesi potrebbe suggerire una relazione causale unidirezionale. Ad esempio nel caso in cui l’emicrania potrebbe causare un’ischemia cerebrale o un danno cerebrale e di conseguen- 8 za l’epilessia, oppure nel caso della migralepsy in cui l’aura emicranica può scatenare una crisi epilettica (16). Più frequentemente una crisi epilettica scatena una cefalea post-critica, spesso con caratteristiche emicraniche; in questo caso è stato ipotizzato che l’epilessia potrebbe scatenare l’emicrania mediante l’attivazione del sistema trigemino-vascolare o attraverso meccanismi tronco-encefalici (16). Tuttavia l’ipotesi unidirezionale non è stata confermata nello studio di Marks e Ehrenberg (17) poiché nella maggior parte dei pazienti con emicrania ed epilessia gli attacchi erano completamente indipendenti. Una terza ipotesi prevede che fattori di rischio ambientali comuni, come ad esempio un trauma cranico, possano causare sia l’emicrania sia l’epilessia. Infatti, è stato riscontrato un aumentato rischio di emicrania nelle persone con epilessia causata da trauma cranico. Tuttavia la presenza di fattori ambientali comuni non spiegherebbe l’aumentato rischio di emicrania nei pazienti con epilessia idiopatica. L’ipotesi genetica (quarta ipotesi) è stata testata da Ottman e Lipton (18), che avevano ipotizzato una maggiore incidenza di emicrania nelle famiglie con forme genetiche di epilessia rispetto a quelle con forme non genetiche, e che i parenti di pazienti con emicrania ed epilessia avessero un’incidenza aumentata di epilessia rispetto ai parenti di pazienti affetti solo da epilessia. Questa ipotesi tuttavia non è stata confermata nel loro studio (18). I dati epidemiologici Una stretta associazione è emersa tra ECA ed epilessia. In uno studio condotto su 134 bambini e adolescenti cefalalgici, vi era un’alta prevalenza di ECA (30,4 per cento) rispetto agli altri tipi di cefalea primaria nei bambini con crisi epilettiche (19). Un altro studio di popolazione caso-controllo ha documentato che il rischio di crisi epilettiche era aumentato nei bambini con ECA e non nei casi con ESA (20). Quest’associazione è stata confermata numero 1 · 2014 la neurologia italiana anche da Leniger e colleghi (21). Recentemente Kelly e colleghi (22), con uno studio cross-sectional condotto su 400 pazienti, hanno indagato la frequenza di emicrania in una popolazione di bambini con epilessia. Gli Autori riportavano una frequenza del 25 per cento di emicrania nei bambini con epilessia. Da questo studio emergevano alcuni dati interessanti: 1) la comorbidità epilessia-emicrania era più frequente nei bambini con epilessia rolandica e con epilessia mioclonica giovanile; 2) l’esordio dell’emicrania avveniva dopo la diagnosi di epilessia; 3) solo il 50 per cento dei pazienti aveva discusso il sintomo emicrania con il medico di riferimento. La Classificazione ICHD e la terminologia La recente Classificazione Internazionale delle Cefalee ICHD-III (23) distingue tre entità: i) l’epilessia indotta dall’emicrania con aura (codice 1.4.4); ii) l’emicrania epilettica (codice 7.6.1); iii) la cefalea post-convulsiva (codice 7.6.2) (Tabella 2). w Epilessia indotta dall’emicrania con aura (codice ICHD-III 1.4.4) Il termine migralepsy è stato utilizzato per la prima volta nel 1960 per definire una condizione di “emicrania oftalmica con associati nausea e vomito alla quale seguivano sintomi caratteristici dell’epilessia” (24). Tuttavia, tale termine fu accantonato per molti anni. Dopo la prima descrizione, ulteriori 19 casi sono stati riportati in letteratura e per tale motivo il termine migralepsy venne reintrodotto nel 1993 da Marks e Ehrenberg (24). Tuttavia il termine migralepsy inteso come sequenza temporale di un attacco di emicrania con aura che sfocia in una crisi epilettica tonico-clonica è stato ampiamente criticato da molti Autori, e i casi codificati come migralepsy sono stati interpretati successivamente come crisi epilettiche del lobo occipitale (2,3,8). Inoltre, a oggi, non è disponibile in letteratura una chiara documentazione EEG dei casi riportati come migralepsy dove sia dimostrata una scarica critica all’EEG di scalpo in pazienti che hanno esordito con un’emicrania con aura e che hanno poi sviluppato una crisi epilettica tonico-clonica (25-26). Nonostante lo scetticismo dimostrato da vari Autori a riguardo, la migralepsy è stata inserita come entità nella precedente classificazione ICHD-II del 2004 (27) come complicanza dell’emicrania mentre nell’ultima classificazione ICHD-III del 2013 è stata codificata come “epilessia indotta dall’emicrania con aura” (codice 1.4.4) omettendo però il termine migralepsy. Secondo i nuovi criteri ICHD-III, ”epilessia indotta dall’emicrania con aura” è definita come una crisi epilettica che si presenta entro un’ora da un attacco di emicrania con aura in assenza di altre cause (Tabella 2). Nonostante l’epilessia e l’emicrania siano tra le malattie neurologiche più comuni, tale evento è molto raro. Infatti, Sances e colleghi hanno recentemente dimostrato che di 50 casi di migralepsy riportati in letteratura, solo 2 pazienti soddisfacevano i criteri ICHDII (8). w Emicrania epilettica (codice ICHD-III 7.6.1) Questa condizione, sebbene molto rara, è stata inserita nella Classificazione ICHD-II e confermata nella nuova classificazione ICHD-III: a) cefalea della durata di secondi-minuti, con caratteristiche emicraniche e che soddisfi i criteri C e D per emicrania; b) il paziente presenta una crisi epilettica parziale; c) la cefalea si sviluppa in sincronia con la crisi ed è omolaterale alla scarica ictale; d) la cefalea si risolve immediatamente dopo la convulsione. La diagnosi è basata sulla contemporanea presenza della cefalea e della attività parossistica ictale all’EEG. w Cefalea post-ictale (codice ICHD-III 7.6.2) La cefalea con caratteristiche emicraniche è un’evenienza che si presenta in Classificazione ICHD-III della cefalea correlata tabella 2 alle crisi epilettiche e criteri proposti per la cefalea ictale di origine epilettica (ictal epileptic headache) Migraine-triggered seizure (codice ICHD-III. 1.4.4) Criteri diagnostici: A. Emicrania con aura secondo i criteri 1.2. per emicrania con aura. B. Una crisi epilettica che si verifica durante o entro 1 ora dopo l’emicrania con aura. Emicrania epilettica (codice ICHD-III 7.6.1) Criteri diagnostici: A. Cefalea della durata di secondi-minuti con i criteri dell’emicrania C e D. B. Il paziente ha una crisi epilettica focale. C. La cefalea è sincrona con la crisi epilettica ed è ipsilaterale alla scarica critica all’EEG. D. La cefalea si risolve immediatamente dopo la crisi. Cefalea post-ictale (codice ICHD-III 7.6.2) Criteri diagnostici: A. Cefalea con caratteristiche tensive o emicraniche. B. Il paziente aveva avuto una crisi epilettica focale o generalizzata. C. La cefalea inizia entro tre ore dopo una crisi. D. La cefalea si risolve entro 72 ore dopo una crisi. Criteri proposti per la ictal epileptic headache A. Cefalea con caratteristiche tensive o emicraniche con durata da secondi fino a giorni. B. Cefalea ipsilaterale o controlaterale alla scarica critica all’EEG. C. Evidenza di una scarica epilettica all’EEG. D. Cefalea che si risolve immediatamente dopo somministrazione ev di farmaci antiepilettici. circa il 50 per cento dei pazienti dopo una crisi epilettica convulsiva. Questo sintomo tuttavia è frequentemente misconosciuto poiché l’attenzione clinica è spesso rivolta esclusivamente alla manifestazione della crisi epilettica. Secondo i criteri ICHD-III la cefalea post-ictale è definita come: 1) cefalea con le caratteristiche della tensiva o emicraniche che soddisfi i criteri C e D; 2) il paziente ha presentato una crisi epilettica parziale o generalizzata; 3) la cefalea si sviluppa entro 3 ore dalla crisi convulsiva; 4) la cefalea si risolve entro 72 ore dalla crisi convulsiva. La cefalea post-ictale, sebbene sia stata spesso associata all’epilessia sintomatica, è un’evenienza di frequente riscontro nelle epilessie idiopatiche occipitali del bambino. La cefalea come unico sintomo di una crisi epilettica (ictal epileptic headache) In letteratura, la cefalea come unica manifestazione ictale di una crisi epilettica è stata raramente riportata e, nei pochi casi descritti, la cefalea con caratteristiche prevalentemente emicraniche rappresentava l’unica espressione clinica di uno stato di male epilettico non convulsivo (28-29). Il termine ictal epileptic headache è stato quindi introdotto per definire una crisi epilettica che si presenta solo con cefalea (30-32). Tale tipo di crisi può essere associata a quadri EEG ictali differenti: 1) attività rapida di alto voltaggio, associata a onde aguzze, ad andamento reclutante con origine dalle regioni temporo-occi- la neurologia italiana numero 1 2014 9 Diagnosi pitali; 2) attività theta di alto voltaggio a maggiore espressione sulle regioni posteriori; 3) punta-onda bilaterale e continua (28-29). Per quanto riguarda l’eziologia, la ictal epileptic headache può presentarsi sia in pazienti con forme idiopatiche sia con forme sintomatiche di epilessia e può coesistere nello stesso paziente con altri tipi di crisi epilettiche. In tutti i casi descritti, la cefalea/emicrania si risolveva rapidamente soltanto dopo l’infusione endovenosa di farmaci antiepilettici (FAE). La ictal epileptic headache è stata descritta sia in casi pediatrici sia nella popolazione adulta e recentemente sono stati proposti dal nostro gruppo i criteri diagnostici (32): 1) cefalea (emicrania o tensiva) di durata variabile da secondi a giorni, 2) ipsilaterale o controlaterale alla scarica epilettica registrata all’EEG di scalpo, 3) la cefalea si risolve dopo la somministrazione endovenosa di FAE (Tabella 2). Recentemente è stato ipotizzato un possibile meccanismo per spiegare come la cefalea/emicrania possa essere l’unica manifestazione clinica di una crisi epilettica (31). Secondo tale ipotesi, una scarica epilettica subclinica potrebbe attivare il sistema trigeminovascolare determinando un attacco di cefalea/emicrania senza altri segni/sintomi associati a una possibile attivazione corticale della scarica epilettica. In tal senso, i networks (a livello corticale e sottocorticale) autonomici hanno una più bassa soglia epilettogena di attivazione rispetto ai networks che possono sottendere una crisi epilettica a semiologia motoria e/o sensoriale. È stato dimostrato che la soglia di attivazione per la cortical spreading depression (CSD) è inferiore rispetto a quella necessaria per una scarica epilettica. Pertanto, la scarica epilettica potrebbe attivare la CSD e questa, a sua volta, attivare i networks sottocorticali autonomici e il sistema trigemino-vascolare (30-31). Questa evenienza sarebbe prevalentemente unidirezionale poichè la CSD raramente attiverebbe un focus epilettogeno corticale. a teoria spiegherebbe il perché, in ambito clinico, è molto più frequente osservare un paziente epilettico che presenta una cefalea peri-ictale rispetto a un paziente emicranico che presenta crisi epilettiche. Conclusioni In età pediatrica epilessia ed emicrania si presentano in comorbidità con un’elevata frequenza, con percentuali fino al 25 per cento dei casi. L’associazione è più evidente in bambini con sindromi elettrocliniche specifiche come l’epilessia con punte centro-temporali, l’epilessia mioclonica giovanile e le epilessie occipitali idiopatiche (33). I dati nella popolazione generale non hanno dimostrato una chiara comorbilità per emicrania ed epilessia; tuttavia i dati sulla comorbidità in età pediatrica sono differenti rispetto all’adulto (33-35). La ictal epileptic headache, sebbene rara, rappresenta un evento epilettico puro (tipo di crisi) e può essere (potenzialmente) presente in differenti sindromi epilettiche (34). La migralepsy, in accordo ai dati della letteratura, sembra essere una sequenza temporale ECA-crisi epilettica e potrebbe quindi essere interpretata come una crisi sintomatica acuta (36). Tuttavia tale evento è molto raro e molti Autori ne mettono in dubbio l’esistenza (3,8,26). La cefalea/emicrania di origine epilettica dovrebbe essere sempre sospettata in pazienti che non rispondono a un trattamento con farmaci antiemicranici sintomatici, al fine di eseguire prontamente una registrazione EEG e formulare quindi una corretta diagnosi (37). Bibliografia 1. Haut SR, Bigal ME, Lipton RB. Chronic disorders with episodic manifestations: focus on epilepsy and migraine. Lancet Neurol 2006; 5: 148-57. 2. Panayiotopoulos CP. Visual phenomena and headache in occipital epilepsy: a review, a systematic study and differentiation from migraine. Epileptic Disord 1999; 1: 205-16. 3. Panayiotopoulos CP. “Migralepsy” and the significance of differentiating occipital seizures from migraine. Epilepsia 2006; 47: 806-8. 4. Winner P, Powers SW, Kabbouche MA, Hershey AD. Diagnosing and Managing Headache in Children. Bc Decker Inc. Hamilton, Ontario, 2007. 5. Cau C. 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