Speciale Pesca (30 gennaio 2014)

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ANNO LII - N. 27
giovedi' 30 gennaio 2014
SPECIALE PESCA
L'Economia e la politica della pesca nel mondo
STATI UNITI: I DATI DEL NOAA MOSTRANO UN CROLLO
DELL'INDUSTRIA ITTICA – THE GLOUCESTER TIMES
24 gennaio 2014 – Secondo un rapporto diffuso ieri dal NOAA (National Oceanic
and Atmospheric Administration), nel 2012 la pesca demersale del Nordest ha
toccato un minimo quasi storico, con cali preoccupanti degli sbarchi e dei ricavi
lordi ed una continua e rapida diminuzione di navi da pesca attive.
Il documento di 120 pagine - fondamentalmente un rapporto sullo "stato della
pesca" - dipinge un quadro desolato sulla pesca commerciale piu' antica
d'America, utilizzando le tinte piu' cupe per imprimere un netto rilievo alla crisi che
sta vivendo e che sembra peggiorare sempre piu'.
La pessima notizia coinvolge l'industria ittica nel suo complesso – con le catture
di demersali che crollano del 24,9% a partire dalla stagione di pesca del 2011 – e
Gloucester, dove i valori di sbarchi di demersali e degli sbarchi di tutte le specie
ha raggiunto il minimo storico degli ultimi quattro anni nella stagione che va dal
maggio 2012 all'aprile 2013.
Durante questo periodo, il valore degli sbarchi di demersali a Gloucester e' sceso
del 16,2%, arrivando a 14,27 milioni di dollari e il valore di tutti gli sbarchi di pesce
a Gloucester sono crollati di quasi il 25%, arrivando a 32,17 milioni di dollari.
Questi cali si sono verificati nonostante l'aumento incrementale dei ricavi per
pesci non demersali e di un aumento del 2,7% del prezzo medio dei demersali.
"Gli sbarchi di pesce non demersale e i relativi ricavi non compensano le perdite
negli sbarchi di demersali e dei relativi ricavi", conclude il rapporto. "Questo
perche' gli sbarchi di pesce non demersale non sono aumentati in maniera
significa e perche' il prezzo medio per il pesce non demersale e' sceso al livello
piu' basso negli ultimi tre anni."
La notizia e' altrettanto fosca se si guarda alla riduzione delle dimensioni e della
portata della flotta tradizionale per la pesca di demersali.
Nel 2012 contava 764 navi, rispetto alle 776 del 2011 e alle 864 del 2010. Sempre
nel 2012 la flotta contava 152 navi attive in meno rispetto al 2009.
Gloucester e' stato l'unico porto del Massachusetts con un aumento del numero di
navi attive per tutte le specie dal 2011 al 2012 (…). Tuttavia il porto di Gloucester e'
stato anche quello in cui la flotta di pesca di demersali si e' ridotta di piu' nel
2012, perdendo nove navi, per un calo del 12,9% rispetto al 2011.
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"I pescatori attivi nel Nordest sono un gruppo in diminuzione", afferma il rapporto.
"Il consolidamento nella pesca continua, poiche' i ricavi per tutte le specie e per i
demersali si concentrano in un numero inferiore di navi e di affiliazioni di navi. La
spinta potenziale del 2011 verso una ridistribuzione piu' equa dei ricavi derivanti
dalla pesca di demersali e da quella di altre specie sembra essersi bloccata nel
2012."
Applicando un'analisi statistica in base al numero di uscite in barca e giornate di
assenza per uscite, il rapporto ha concluso che lo sforzo di pesca di demersali e'
anch'esso in declino in tutte le classi di navi.
"Lo sforzo di pesca e' generalmente diminuito nel 2012", afferma il rapporto. "Sia il
numero di imbarcazioni con entrate provenienti da qualsiasi specie che il numero
di navi con ricavi derivanti da pesca di demersali continuano a diminuire. Le navi
da pesca per demersali escono meno in mare, con un minor numero complessivo
di giorni di assenza dal porto". Il numero di pescherecci attivi che hanno fatto
almeno un'uscita per la pesca di demersali e' diminuito in ciascuna delle ultime tre
stagioni di pesca. Nel 2012, e' stato di 401, numero in calo rispetto ai 419 del 2011
e significativamente inferiore ai 566 del 2009. Il numero totale di uscite per la
pesca di demersali, inoltre, e' in costante diminuzione dal 2009.
I dati del rapporto riflettono anche l'impatto della strategia di gestione della crisi
da parte del NOAA, connotata da zone di divieto e da drastici tagli alle quote
assegnate per le catture di demersali, tracciando il grafico della drastica
diminuzione del valore e del peso di demersali sbarcati. Nel 2012, la quantita' di
merluzzo bianco sbarcato e' diminuito del 52,2% rispetto al 2011 arrivando a 6,69
milioni di pound ed e' sceso del 65,4 per cento dal 2009. Il valore di tali sbarchi e'
crollato altrettanto rapidamente, da 30,93 milioni di dollari nel 2011 a 16,87 milioni
dollari nel 2012. Lo sbarco di asinello e' diminuito anch'esso significativamente,
mentre il calo degli sbarchi di pollack non e' stato cosi' drastico. [Sean Horgan,
quotidiano – a cura di agra (press)]
MESSICO: LA PESCA AL TONNO GARANTISCE UN APPORTO PERMANENTE
DI PROTEINE A PREZZI ACCESSIBILI – FISH INFO AND SERVICES
24 gennaio 2014 – La Commissione nazionale dell'acquacoltura e della pesca
(Conapesca) ha informato che, grazie agli effetti positivi delle misure di
conservazione applicate dal Messico conformemente ai suoi impegni
internazionali in materia, la flotta di pescherecci messicana ha mantenuto una
quantita' stabile di catture di tonno.
Questo tipo di pesca e' al terzo posto per importanza per il volume di pescato con
cui contribuisce alla produzione ittica nazionale; e' al secondo posto invece per
valore economico.
Tra le specie pescate troviamo il tonno pinna gialla e il tonno rosso, oltre ad altre
specie collegate: alalonga, palamita, il tonno obeso e il tonnetto striato nero.
Il commissario nazionale dell'acquacoltura e della pesca, Mario Aguilar Sanchez,
ha sottolineato l'importanza della pesca commerciale di tonno in Messico, per il
suo eccezionale apporto alla produzione di alimenti per il consumo interno e per il
contributo all'indipendenza alimentare e alla salute, attraverso una fornitura
stabile di proteine di alta qualita' a prezzi accessibili .
Il Commissario ha poi dichiarato che la pesca di tonno, che fornisce il 6% del
totale delle catture, e' il terzo per importanza nell'industria ittica nazionale.
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Sanchez ha anche sottolineato che la stabilita' delle catture della flotta messicana
implica che in Messico la fornitura di questo importante alimento e' garantita tutto
l'anno.
Il 19 gennaio, ha ricordato il capo della politica nazionale per la pesca, e' iniziata la
stagione della pesca di tonno, con pescherecci con reti a senna battenti bandiera
messicana in acque marine di competenza federale e internazionale, nel settore
disciplinato dalla Commissione interamericana per il tonno tropicale (CITT)
nell'Oceano Pacifico orientale.
L'abolizione del divieto, ha poi aggiunto, consentirebbe l'avvio delle operazioni di
pesca, in conformita' con le rigorose misure di gestione applicate dal paese per la
pesca dei tonni e la loro conservazione, nonche' per evitare danni all'ambiente o le
catture non intenzionali.
Le misure di conservazione sono stabilite sia a livello nazionale che dalla CITT.
[portale omonimo – a cura di agra press (gin)]
SPAGNA: UNO STUDIO RICONOSCE IL RUOLO DELLE
DONNE NEL SETTORE DELLA PESCA – "EL PAIS"
23 gennaio 2014 – Le donne che nei Paesi Baschi svolgono un compito ausiliario
legato al settore della pesca (riparazione delle reti, scarico e confezionamento del
pescato e confezionamento delle conserve) e la necessita' di riconoscere
formalmente l'esistenza di queste professioni e dei diritti sociali che spettano a
queste donne come lavoratrici sono presenti nella relazione approvata dalla
Commissione per la pesca dell'Unione Europea allo scopo di sviluppare politiche
specifiche per questi gruppi nell'ambito della politica comune della pesca.
Come riportato dalla deputata Izaskun Bilbao (Partito nazionale basco, Pnv), il
Parlamento Europeo ha approvato la maggior parte degli emendamenti presentati
su questa linea dal Pnv che ha portato a Bruxelles la testimonianza delle
interessate, "presenza che e' stata la chiave per il successo delle proposte
presentate".
Gli emendamenti inclusi nella proposta di risoluzione del Parlamento Europeo
accolgono in primo luogo il caso specifico delle donne basche che esercitano
mestieri collegati alla pesca. Espressamente e' stato incluso sia il nome (in
originale rederas, neskatillas e empacadoras, ndt), sia una descrizione delle
funzioni che svolgono, "confezione e riparazione delle reti, scarico e cernita del
pesce
pescato,
lavorazione,
trasformazione,
confezionamento
e
commercializzazione del pesce o gestione delle imprese della pesca".
Gli emendamenti approvati puntano anche al riconoscimento dei diritti sociali che
spettano a ciascuno di questi lavori legati alla pesca. Inoltre, viene difesa
l'applicazione di coefficienti che permettano di anticipare l'eta' pensionabile "a
causa della fatica usurante, del lavoro notturno, del pericolo, degli orari soggetti al
ritmo di produzione o alle risorse della pesca".
La risoluzione invita inoltre Commissione, Consiglio e Stati membri a
"regolamentare e riconoscere" le malattie professionali e il riconoscimento (di
queste donne) come lavoratrici professionali con una formazione specifica. A tal
fine, gli emendamenti accolti propongono che gli stati membri mettano in atto
"processi per l'ottenimento di certificati di professionalita' da parte delle donne de
diversi gruppi".
Il Pnv ha anche ottenuto che il Parlamento abbia chiesto formalmente alla
Commissione Europea che i programmi europei promuovano "iniziative
imprenditoriali non legate alla attivita' di pesca nelle zone costiere che hanno
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subito perdite di posti di lavoro a seguito dell'attuazione della riforma della
pesca".
Izaskun Bilbao ha sottolineato giovedi' scorso che "le donne che lavorano nel
settore della pesca nei Paesi Baschi sono fortunate", perche' "oggi la
Commissione per la pesca ha approvato un rapporto che riconosce il loro lavoro,
migliora i loro diritti, chiede di regolare la formazione e l'accesso a questi posti di
lavoro e di migliorare la loro posizione nei programmi di aiuto della Commissione
Europea". [quotidiano - a cura di agra press (pf)]
BELGIO: 300 TONNELLATE DI PESCE FRESCO
BUTTATO OGNI ANNO – "7SUR7.BE"
16 gennaio 2014 – Oltre 300 tonnellate di pesce fresco pescato lo scorso anno dai
pescatori belgi, sono stati distrutti o triturati per la mancanza di interesse dei
consumatori. Le Fiandre intendono promuovere le specie di pesci sconosciute al
grande pubblico per ridurre questo spreco, si potra' leggere giovedi' su De
Standaard e Het Nieuwsblad.
Nel dicembre 2013, numerosi pescherecci sono entrati nel porto di Zeebrugge
pieni di sebastes e di passere di mare. "Abbiamo avuto un totale di 15.000 chili" di
pesce, spiega l'armatore Jan Couwyzer. "Un pesce eccezionale. Ma non e'
atterrato su nessun piatto".
Nessuna pescheria, supermercato o azienda ha dimostrato il minimo interesse per
questo pesce e nessuno ha proposto un prezzo decente all'asta. Risultato:
l'enorme quantita' di pesce fresco e' stato triturato per essere trasformato in farina
di pesce o in mangime per cani e gatti. (…)
Secondo il ministro-presidente fiammingo Kris Peeters (CD&V), che e' anche
responsabile per la Pesca, 306.000 chili di pesce fresco sono stati ritirati dal
mercato lo scorso anno. "Questo numero aumenta: da 192 tonnellate nel 2011 a
223 tonnellate nel 2012 e oltre 300 tonnellate lo scorso anno".
Questo riguarda principalmente le specie meno conosciute come il gado barbato,
la triglia, la passera di mare, la razza o il congro. [redazione, portale – a cura di
agra press(g)]
CANADA: OTTAWA APRE LE PORTE ALL'ESPANSIONE DELLE AZIENDE
ITTICHE, LE RICHIESTE SI MOLTIPLICANO – THE VANCOUVER SUN
16 gennaio 2014 – Il governo del primo ministro Harper ha discretamente aperto le
porte ad una maggiore espansione del controverso settore ittico della Columbia
Britannica, nonostante gli avvertimenti della Commissione Cohen del 2012,
riguardo gli effetti che gli allevamenti ittici basati su reti possono avere sul
salmone selvatico.
La decisione, rivelata ad ottobre dal ministro della Pesca Gail Shea agli
acquacoltori, e' stata comunicata a diverse Prime Nazioni della Columbia
Britannica la scorsa settimana.
Un funzionario del ministero della Pesca ha dichiarato mercoledi' che Ottawa ha
gia' ricevuto 11 richieste tra domande di espansione o per nuovi allevamenti ittici.
La lettera del ministro spiegava che sarebbero state accettate tutte le domande,
tranne quelle provenienti dall'Arcipelago delle Isole Discovery tra il fiume
Campbell e la terraferma della Columbia Britannica.
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Il rapporto del 2012 del giudice Bruce Cohen sul crollo del numero di esemplari di
salmone rosso del fiume Fraser nel 2009, ha sollecitato Ottawa a mantenere il
divieto di nuovi allevamenti ittici in quell'arcipelago.
I critici affermano che l'abolizione della moratoria del 2011 violi lo spirito del
rapporto di Cohen e potrebbe causare un disastro per quanto riguarda gli stock di
salmone selvatico. E hanno condannato la mancanza di trasparenza da parte del
governo.
Melanie Carkner, portavoce del Dipartimento della Pesca e dell'Oceano (DFO), ha
dichiarato mercoledi' che il governo sta valutando nove domande per l'espansione
della produzione in siti esistenti e per la creazione di due nuovi siti, per un
aumento totale di 16.640 tonnellate. Il tonnellaggio si riferisce al picco massimo di
pesce che le aziende hanno il permesso di avere in acqua.
"Tutte le domande...continueranno ad essere valutate secondo i principi della
sostenibilita' ambientale e secondo gli obblighi con le Prime Nazioni e altri
portatori di interessi," ha dichiarato Carkner, che ha aggiunto che il Canada ha
"alcune delle norme piu' severe" al mondo.
La lettera alle Prime Nazioni della scorsa settimana si riferisce alla prima di queste
nuove richieste. La compagnia norvegese Cermaq Canada Ltd. vuole espandere
sensibilmente la propria capacita', passando dalle 10 alle 460 tonnellate, nella sua
struttura di riproduzione a Cypress Harbour, nell'Arcipelago di Broughton, una
zona di allevamento ittico intensivo vicino alla punta piu' a nord dell'Isola di
Vancouver. La Cypress Harbour fornisce uova e sperma per gli allevamenti di
pesce e la Cermaq vorrebbe spostare la produzione da altre attivita' a questo sito.
Nella lettera il ministro Shea spiegava che il governo non mette a rischio gli stock
selvatici. "Il nostro governo e' impegnato nel proteggere e conservare l'habitat dei
pesci a sostegno delle risorse ittiche costiere e interne.
Tuttavia mercoledi' i critici hanno spiegato che la decisione di Shea non tiene
conto degli avvertimenti della Commissione Cohen riguardo ai rischi
dell'allevamento ittico, avvertimento che si applica a tutti gli stock di salmone
della Columbia Britannica, anche se il giudice e' stato limitato nel formulare
raccomandazioni solo in merito al salmone rosso del fiume Fraser.
"La decisione di espandere pratiche di acquacoltura distruttive in qualunque zona
lungo la costa della Columbia Britannica rappresenta un profondo tradimento
delle preoccupazioni sollevate dall'inchiesta di Cohen," ha dichiarato Craig Orr,
direttore esecutivo della Watershed Watch Salmon Society (associazione
canadese che si occupa delle protezione del salmone selvatico, NdT).
"Per i nostri territori non stanno applicando i principi di Cohen, che hanno portato
a tale moratoria (per le Isole Discovery)", ha dichiarato Bob Chamberlain,
consigliere capo della Prima Nazione Kwikwasutinuxw Haxwa'mis, che si trova a
Gilford Island nell'Arcipelago di Broughton.
Orr ha sottolineato che il salmone argentato, ma in particolare i giovani salmoni
rosa e keta, sono molto piu' giovani del salmone rosso del fiume Fraser quando
attraversano le aree di allevamento ittico. Spiega che i salmoni rosa e i keta
pesano mediamente "a malapena un grammo" quando abbandonano i fiumi e
attraversano queste aree, e che la loro taglia e' un decimo di quella di un giovane
salmone rosso del Fraser che affronta le stesse sfide nell'area delle Isole
Discovery.
I critici condannano inoltre la mancanza di trasparenza.
Ottawa non ha emesso un solo comunicato stampa sulla decisione riguardante gli
allevamenti ittici, nonostante un imponente numero di dichiarazioni a partire da
ottobre su qualsiasi argomento, dal nome deciso per un nuovo hovercraft nella
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Columbia Britannica alla donazione di una vecchia imbarcazione della Guardia
Costiera canadese a Nunavut.
L'unico commento pubblico di Shea e' stata un'affermazione ad ottobre relativa al
fatto che la moratoria sulle Isole Discovery sarebbe continuata a tempo
indeterminato. Una portavoce, alla domanda se Shea avesse mai parlato
pubblicamente o rilasciato dichiarazioni riguardo al fatto che la moratoria sarebbe
stata invece sospesa altrove, ha risposto in una email che il ministro "ne ha
parlato apertamente". Tuttavia, non e' stata in grado di produrre nessun
comunicato stampa, nessuna dichiarazione o citazione nei media della Columbia
Britannica a sostegno della propria affermazione.
Secondo uno dei critici del governo, questi avrebbe deliberatamente minimizzato
la decisione dello scorso ottobre per evitare polemiche al riguardo.
"Vi e' un problema di trasparenza," ha dichiarato John Werring, consulente di
scienze strategiche alla David Suzuki Foundation (un'organizzazione ambientale
no profit, NdT). "Mostra chiaramente la direzione che il governo sta prendendo
riguardo all'acquacoltura. Non vogliono nessuna opposizione ai propri piani e
sospetto che la loro riluttanza nel rilasciare questa informazione al pubblico sia un
modo per ammutolire qualunque tipo di preoccupazione che potrebbe essere
espressa da persone che si oppongono all'espansione di quell'industria nella
Columbia Britannica."
Nel 2011, mentre Cohen conduceva la propria inchiesta, il governo federale ha
ordinato una moratoria su nuove aziende ittiche o sull'espansione di quelle
esistenti che "potrebbero portare ad un aumento significativo dell'impronta
ambientale".
Se da un lato Cohen ha concluso l'inchiesta affermando che non vi e' nessuna
"pistola fumante" da incolpare riguardo al crollo degli stock di salmone rosso del
fiume Fraser del 2009, dall'altro ha espresso preoccupazione riguardo il rischio
che gli allevamenti ittici oceanici potrebbero mettere a rischio il salmone selvatico
attraverso la diffusione di malattie e pidocchi di mare.
"Accetto la prova che le pratiche di gestione adottate all'interno delle reti sono
intese a ridurre, per quanto possibile, il rischio di malattia e a mantenere in salute
sia il pesce d'allevamento che il pesce selvatico", conclude Cohen. "Tuttavia, sulla
base delle informazioni in mio possesso, non posso determinare se tali misure
garantiscono che il rischio di danni gravi, dovuti a malattie e al trasferimento di
agenti patogeni, sia minimo."
Cohen ha scelto l'area delle Isole Discovery, dove la moratoria rimane, perche' si
trova sulla rotta del giovane salmone rosso che abbandona il fiume Fraser, e
perche' possiede la piu' elevata concentrazione di allevamenti ittici. Quei pesci
sono piu' giovani e sono quindi visti come piu' vulnerabili rispetto a quelli che
successivamente passano attraverso l'Arcipelago Broughton.
Cohen ha inoltre richiesto piu' ricerca a livello federale sugli effetti degli
allevamenti ittici sugli stock selvatici, e ha inoltre affermato che il DFO e' in
conflitto di interessi dato che da un lato deve proteggere gli stock selvatici e
dall'altro promuovere l'allevamento ittico.
Mentre il governo Harper ha completamente ignorato il consiglio di Cohen di porre
fine al ruolo promozionale [del DFO], ad ottobre Shea ha sottolineato in una
dichiarazione che il governo sta investendo enormemente nella ricerca. Ha poi
citato il budget del 2013 di 57,5 milioni di dollari su cinque anni per "rafforzare la
nostra protezione ambientale nel settore dell'acquacoltura attraverso la scienza,
un regime normativo migliorato e un miglior sistema di segnalazione."
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Il bilancio comprendeva anche un programma per sostenere i partenariati di
conservazione di pesca sportiva. Il governo ha inoltre potenziato il finanziamento
alla Pacific Salmon Foundation (organizzazione no profit canadese a tutela del
salmone del Pacifico, NdT] di 1 milione di dollari annuali. [Peter O'Neil, quotidiano
– a cura di agra press (gin)]
SPAGNA: MENO DEL 2% DEL PESCATO CONTIENE
ALTI LIVELLI DI METALLI - "EL PAIS"
14 gennaio 2014 – Il gattuccio, il pesce spada, le cozze e i fasolari sono le specie
di pesci e molluschi che accumulano maggiori quantita' di metalli tossici, come il
mercurio e il piombo, secondo uno studio del Dipartimento di tossicologia e
medicina legale dell'universita' di Granada. Al contrario, il pangasio,
tradizionalmente considerato una delle specie piu' contaminate, e il merluzzo
surgelato sono le due (specie) piu' sicure per il consumo, secondo lo studio.
I ricercatori del lavoro, il piu' ampio fatto finora in Spagna, hanno analizzato 485
campioni di 43 specie provenienti da bacini di pesca spagnoli, europei e di altri
paesi esportatori di pesce. La concentrazione media di mercurio, cadmio, piombo,
stagno e arsenico - i metalli piu' tossici, secondo l'Agenzia spagnola per la
sicurezza alimentare - era al di sotto dei limiti consentiti dall'Autorita' europea per
la sicurezza alimentare. Solo sei campioni (1,24 %) hanno superato i limiti massimi
consentiti.
L'autore principale della ricerca, il docente di tossicologia Fernando Gil
Hernandez, consiglia, soprattutto per donne incinte e bambini, di "diversificare il
consumo di pesce e frutti di mare e di non limitare il consumo di nessuna specie
in particolare". [quotidiano - a cura di agra press (pf)]
GRAN BRETAGNA: LA RIFORMA ITTICA DELL'UNIONE EUROPEA VERRA'
ATTUATA A PARTIRE DA QUESTO MESE - "FOOD MANUFACTURE"
12 gennaio 2014 – Il pacchetto di riforme della Politica Comune della Pesca (PCP)
iniziera' a essere attuato questo mese, e segnera' un punto di svolta storico
nell'istituzione di una gestione delle risorse ittiche dell'Unione Europea.
Annunciato, lo scorso mese, dalla Commissione Europea, dopo tre anni di
negoziati, gli obiettivi chiave del pacchetto comprendono misure tese a fermare
l'eccessiva produzione, e un divieto di rigetto in mare del pesce.
Secondo alcune statistiche della Commissione Europea, quasi un quarto di tutto il
pesce catturato all'interno delle acque territoriali dell'Unione viene rigettato in
mare vivo, o morto, e "di solito, perche' appartenente a specie, o di dimensioni,
indesiderate", ha ricordato la Commissione Europea.
Per mettere fine a questa pratica, che attualmente non e' vietata, i pescatori
dovrebbero scaricare almeno il 95% delle loro catture. Tuttavia, il pesce catturato
che presenta "dimensioni piu' contenute" non dovrebbe entrare nella catena
alimentare umana, ma dovrebbe, invece, essere utilizzato nella produzione di
farina di pesce, o finire nella discarica.
"Stiamo, tuttavia, cercando di evitare che il pesce non desiderato venga
catturato", ha dichiarato Andrew Kuyk, direttore della sostenibilita' presso la Food
and Drink Federation (FDF). "Quando un pescatore si accorge di catturare pesce
che non vuole catturare, e di essere in procinto di raggiungere la sua quota, dovra'
fermarsi".
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E' essenziale modificare il nostro comportamento, ha aggiunto Kuyk,
sottolineando come non sia saggio risolvere il problema del "rigetto in mare",
creando un altro problema, come lo scarico del pesce indesiderato.
In base alle riforme approvate, i pescatori dovranno, inoltre, rispettare, per legge,
il rendimento massimo sostenibile di particolari scorte ittiche, e catturare non piu'
di quanto una specie possa riprodursi in un anno.
George Eustice, ministro della Pesca, ha dichiarato che la riforma mettera' fine alla
"deplorevole" pratica del rigetto in mare di pesce perfettamente edibile. La riforma
ha, inoltre, significato un nuovo capitolo per la Politica Comune della Pesca, e
rendera' piu' sostenibile l'attivita' ittica, ha aggiunto.
Anche le disposizioni normative concernenti l'etichettatura del pesce sono state
riviste, e quest'ultima dovra' contenere informazioni sulla zona di cattura, e sul
tipo di attrezzatura utilizzata, al fine di informare meglio i consumatori.
Le riforme alla Politica Comune della Pesca sono state accolte positivamente dal
Seafood Group della Food and Drink Federation, che ha sottolineato come la
cornice giuridica costituisca un vero punto di svolta.
La riforma dovrebbe, infine, indirizzare la gestione delle aree di pesca dell'Unione
Europea verso un futuro piu' sostenibile, consentendo loro le di conservare e di
ricostituire "un'importante fonte rinnovabile di alimenti, a beneficio degli attuali e
dei futuri consumatori", ha detto la FDF. [Nicholas Robinson, portale – a cura di
agra press]
FRANCIA: PECHINO REPLICA
A WASHINGTON - LE FIGARO
10 gennaio 2014 – Dopo le critiche americane, le autorita' cinesi hanno oggi difeso
le nuove restrizioni imposte sulla pesca nelle acque del mare di Cina meridionale,
affermando che erano conformi al diritto internazionale. Queste restrizioni,
imposte dalla provincia insulare di Hainan, sono entrate in vigore il primo gennaio
e stabiliscono che le navi da pesca straniere debbano ottenere un permesso
prima di poter entrare nelle acque che rientrano sotto la giurisdizione della
provincia.
Washington ha ritenuto che queste restrizioni fossero atti "provocatori" e che
potessero rivelarsi "pericolose", cosa che ha provocato oggi una replica del
ministero degli Affari Esteri cinese. Il governo cinese "ha il diritto e la
responsabilita' di fissare delle regole per le isole e le barriere coralline in
questione, cosi' come per le risorse non biologiche" come e' previsto dal diritto
internazionale e dal diritto cinese, ha dichiarato Hua Chunying, portavoce del
ministero degli Affari Esteri.
"Da piu' di trent'anni, le leggi e le regolamentazioni cinesi sulla pesca sono
sempre state applicate normalmente, e non hanno mai provocato tensioni", ha
aggiunto durante la conferenza stampa quotidiana del ministero.
Un'organizzazione di pescatori vietnamiti, affiliata al governo di Hanoi, ha criticato
le nuove regolamentazioni cinese e a Manila le autorita' filippine sostengono che
facciano salire le tensioni nella regione.
Per il portavoce del Dipartimento di Stato americano Jen Psaki, "L'adozione di
queste restrizioni sulle attivita' di pesca di paesi terzi in alcune zone contestate
del mare di Cina del Sud e' un atto provocatorio e potenzialmente pericoloso".
[quotidiano – a cura di agra press (gin)]
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GRAN
BRETAGNA:
LA
TECNOLOGIA
ISRAELIANA
DESTINATA
A
RIVOLUZIONARE L'ALLEVAMENTO DI GAMBERI DELL'INDIA-"THEFISHSITE.COM"
9 gennaio 2014 – Un progetto per l'allevamento di gamberi d'acqua dolce – basato
su un nuovo metodo biotecnologico, sviluppato in Israele, e suscettibile di
triplicare la produzione di questa varieta', in India – e' stato avviato a livello
commerciale nel Kerala, con il sostegno della Marine Products Export
Development Authority (Mpeda).
Sviluppato dal professore Amir Sagi, della Ben Gurion University del Negev, in
Israele, il nuovo metodo consente ai produttori di allevare una popolazione di
gamberi maschi, che, nel giro di sei mesi, diventeranno tre volte piu' grandi,
rispetto agli esemplari femmina, senza alcuna modificazione genetica, o l'utilizzo
di composti chimici, o di ormoni, secondo quanto riportato dal quotidiano Times of
India.
L'agenzia sta portando avanti questi progetti a Manikonda, vicino a Vijayawada, in
collaborazione con il Rajiv Gandhi Centre for Aquaculture (RGCA), e i risultati
sembrano essere piuttosto promettenti.
Ora la Mpeda ha avviato l'allevamento commerciale utilizzando il nuovo metodo in
un'azienda privata di Muthalamada, nel distretto di Palakkad.
"Con questa nuova tecnologia, un produttore agricolo potrebbe ottenere 2-3
tonnellate di gamberi d'acqua dolce per ogni ettaro di azienda agricola l'anno, per
un valore di oltre 500 rupie al chilo. Se questa tecnologia venisse implementata su
2.000 ettari di terra agricola disponibile nel Kerala, potrebbe generare entrate per 2
miliardi di rupie l'anno", ha dichiarato Shaji.
"L'India e' il primo paese a utilizzare questa tecnologia, che verra', ora, introdotta
anche in Vietnam, in Cina e in Myanmar", ha dichiarato Sagi, che e' consulente
della RGCA, e che supervisiona i progetti in corso nell'Andhra Pradesh. [portale –
a cura di agra press]
SPAGNA: IL DECLINO DELLE SARDINE MINACCIA L'ECOSISTEMA
DEL PACIFICO AMERICANO - "EL PAIS"
8 gennaio 2014 – Pellicani, leoni marini, uccelli e molti altri predatori che
dipendono dalle sardine per il proprio sostentamento vitale sono stati colpiti dal
forte calo di questo pesce azzurro sulle coste del Pacifico.
Le ragioni del declino sono incerte. Gli esperti sanno che la popolazione e' molto
fluttuante, ma il numero e' sceso a livelli mai visti dopo il crollo dell'industria delle
sardine sulla costa occidentale, a meta' del secolo scorso.
Dagli anni quaranta gli scienziati stanno discutendo in che misura le cause del
declino siano dovute alla ciclicita' intrinseca dell'oceano o alla pesca eccessiva.
"E' un problema scientifico molto difficile da risolvere", dice Russ Vetter, direttore
del National Marine Fisheries Service. "La popolazione di sardine di Peru', Cile e
Giappone oscilla anche a causa dei cambiamenti del tempo ogni 50 o 70 anni, ma
bisogna tenere conto del sovrasfruttamento. Sulla costa occidentale (del Pacifico)
la pesca e' stata meno aggressiva e per questo costituisce uno degli stock ittici
piu' importanti del mondo", spiega.
A suo parere, "uno dei fattori andrebbe cercato nelle naturali variazioni del ciclo
dell'oceano, conosciuto come "Oscillazione decennale del Pacifico", che negli
ultimi anni ha portato fino alla costa occidentale acque fredde ricche di nutrienti.
Mentre queste condizioni hanno portato a un boom per specie come i calamari,
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altre specie come le sardine sono state danneggiate. Dal 2006 la loro popolazione
ha registrato un calo del 72%".
Nel mese di novembre la cattura di sardine e' stato limitata a piu' di due terzi,
anche se diversi gruppi ambientalisti avevano chiesto di fermare completamente
la pesca.
Le sardine, ad alto valore nutrizionale per altre specie, sono essenziali per
preservare l'equilibrio nella catena nutritiva marina, in quanto costituiscono la
base alimentare per i pesci piu' grandi e per balene, foche e uccelli marini. Lo
sanno molto bene al National Marine Fisheries Service, dove i biologi hanno
contato l'anno scorso 1.600 cuccioli di leone marino malnutriti sulla sabbia nelle
spiagge di Santa Barbara e San Diego, nel sud della California.
La ricerca condotta ha concluso che la causa era nel latte delle madri che
allattavano la prole perche' (esso) non aveva avuto abbastanza sostanze per
nutrire (i cuccioli), data la scarsita' di sardine e la loro sostituzione con specie dal
potere nutritivo inferiore.
I biologi hanno anche osservato segni di esaurimento per fame tra i pellicani delle
Channel Islands, nella California del Nord. Questa specie e' stato gia' elencata tra
quelle minacciate di estinzione negli anni settanta a causa dell'uso di pesticidi
(Ddt) nei campi. Nel 2009 erano riusciti a recuperare e ora ci sono 150mila
(esemplari) che vivono nella West Coast.
Ad accusare la crisi sono anche i pescatori, che hanno visto le catture diminuire di
giorno in giorno e che devono andare sempre piu' lontano per trovare qualcosa da
catturare nelle loro reti.
Non e' la prima volta che la popolazione di sardine si e' drasticamente ridotta. Le
statistiche del Southwest Fisheries Science Center mostrano come negli anni '40
del secolo scorso l'industria, un'importante fonte di reddito sulla West Coast, con
epicentro nella baia di Monterey, fosse crollata. Nel 1936 le catture erano pari a
700mila tonnellate, ma le catture abusive avevano portato (la specie) sull'orlo
dell'estinzione alcuni anni piu' tardi. A meta' degli anni '60, la California ha deciso
una moratoria sulla pesca che e' durata per 18 anni. La specie ha recuperato la
sua consistenza ma mai ai livelli del suo massimo splendore.
Nel 1999 le catture di sardine, per la prima volta dal 1940, sono arrivate fino a un
milione di tonnellate. Mentre lo scorso anno il calo ha portato la pesca
commerciale a ridursi fino al 70%. [Vicenta Cobo, quotidiano - a cura di agra press
(pf)]
CAMBOGIA: LE ESPORTAZIONI ITTICHE CRESCIUTE
DEL 10% DAL 2013 - "PHNOMPENHPOST.COM"
3 gennaio 2014 – Nel 2013, la produzione ittica della Cambogia ha registrato un
incremento del 10%, rispetto all'anno precedente, secondo i dati diffusi dal
Ministero dell'Agricoltura, delle Risorse Forestali e della Pesca.
Lo scorso anno, la produzione ha raggiunto le 730.000 tonnellate, ha reso noto,
ieri, Nao Thouk, direttore del dipartimento della Pesca del ministero. Nello
specifico, si sono avute 550.000 tonnellate di pesce fresco, 100.000 tonnellate di
crostacei, e 80.000 tonnellate di varieta' di pesce allevate attraverso il sistema
dell'acquacoltura.
Thouk ha aggiunto che la Cambogia ha, inoltre, importato pesce dall'estero per
rifornire i suoi hotel e i suoi ristoranti. Lo scorso anno, il paese ha esportato
20.000 tonnellate di pesce.
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Nello stesso periodo, livelli elevati di precipitazioni e di inondazioni hanno portato
alla piu' grande cattura di pesce, hanno confermato i pescatori.
Ma Om Savath, direttore esecutivo della Cambodia's Fish Action Coalition, ha
spiegato che l'aumento non e' cosi' alto come potrebbe essere, e che la pesca non
regolamentata costituisce un ostacolo.
Molti dei pescatori con i quali Savath e la sua organizzazione hanno parlato, hanno
registrato un volume maggiore di catture, ma si sono lamentati dello stato non
regolamentato del loro settore.
"Fino a questo momento, l'attivita' ittica illegale costituisce ancora un problema",
ha detto Savath, aggiungendo che se verranno adottati provvedimenti tesi ad
inasprire i controlli, gli allevatori ittici autorizzati produrranno maggiori quantita' di
pesce, destinate al consumo locale e alle esportazioni. [portale – a cura di agra
press]
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