Volume n. 01 2/2014 Guida alla lettura Principali argomenti IPF: diagnosi e referral precoci La diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è complessa ma dovrebbe essere tempestiva, per cui è importante avere precocemente un sospetto diagnostico e sottoporre il paziente agli esami specifici in tempi sufficientemente rapidi; può essere utile riferire il paziente a centri specializzati che abbiano un team multidisciplinare La presenza di rantoli tipo velcro e la TC a strato sottile a basso dosaggio utilizzata per lo screening del cancro polmonare nei fumatori possono rappresentare ragionevoli modalità di screening per la IPF Le aspettative e le esperienze dei pazienti con IPF su vari aspetti (diagnosi tempestiva, aspettative riguardo al trattamento, risorse educazionali, qualità di vita correlata allo stato di salute e accesso a centri esperti) possono aiutare gli operatori sanitari a migliorare la qualità dell’assistenza La tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRCT) ha un elevato valore predittivo positivo di IPF anche quando il quadro non è tipico di polmonite interstiziale usuale (UIP) ma possibile Evidenze trascurate nella IPF e importanza della diagnosi e del trattamento precoci Aspettative ed esperienze del paziente nella IPF Diagnosi di IPF con TC ad alta risoluzione in pazienti con poca o nessuna evidenza radiologica di honeycombing Introduzione Anche in questo fascicolo, come nel precedente, sono stati selezionati alcuni degli articoli più interessanti apparsi negli ultimi mesi sulle riviste internazionali e riguardanti la IPF: di ognuno viene fornito un riassunto ragionato con alcune note di commento, che evidenziano i dati fondamentali che vi sono contenuti. Il primo articolo esaminato è una review di Oldham e Noth sulla IPF, che pone particolare attenzione all’importanza di una diagnosi precoce: vengono quindi passati in rassegna innanzitutto i sintomi e segni che possono essere di ausilio a fini diagnostici, in particolare i cosiddetti “rantoli velcro”, oltre alle metodiche di imaging (TC del torace ad alta risoluzione) e alla biopsia polmonare chirurgica che sono dirimenti per porre la diagnosi di IPF. Viene inoltre sottolineata l’importanza di un approccio diagnostico multidisciplinare e del riferimento del paziente a un centro specializzato. Il secondo articolo, di Cottin e Richeldi, sottolinea anch’esso l’importanza della diagnosi precoce e suggerisce che, viste le difficoltà obiettive di implementare un programma specifico di screening per la IPF, al momento la presenza di rantoli tipo velcro all’esame obiettivo del torace e la TC a strato sottile a basso dosaggio utilizzata per lo screening del cancro polmonare nei fumatori possono comunque rappresentare ragionevoli modalità di screening per la IPF. Il terzo articolo, di Belkin e Swigris, prende in considerazione i principali lavori pubblicati sul tema degli aspetti psicosociali della cura dei pazienti con IPF: complessivamente, in tali studi gli Autori identificano cinque ambiti di particolare rilevanza, cioè una diagnosi tempestiva, le aspettative riguardo al trattamento, le risorse educazionali, la qualità di vita correlata allo stato di salute e l’accesso a centri esperti. L’articolo passa in rassegna i risultati degli studi su questi temi, delineando le aspettative e le esperienze dei pazienti con IPF che possono aiutare gli operatori sanitari a migliorare la qualità dell’assistenza in questa malattia così debilitante e a prognosi infausta. L’ultimo articolo, di Raghu et al., contiene i risultati dell’analisi restrospettiva di uno studio multicentrico (ARTEMIS-IPF) 2 sull’ambrisentan, un farmaco antagonista selettivo del recettore dell’endotelina di cui è stata valutata l’efficacia nella terapia dell’IPF. Tale analisi secondaria era volta a determinare se nei pazienti con un quadro HRCT di “UIP possibile” si potesse confermare il sospetto diagnostico di IPF senza ricorrere alla biopsia polmonare chirurgica (SLB). A questo scopo sono state rivalutate retrospettivamente le immagini delle HRCT nei 315 pazienti dello studio che erano stati sottoposti a SLB. La HRCT ha dimostrato di avere un elevato valore predittivo positivo anche quando il quadro non era tipico di UIP (e quindi di IPF), ma solo suggestivo (“UIP possibile”); in presenza di caratteristiche cliniche, quali l’età avanzata e il sesso maschile, può essere posta diagnosi di IPF con il semplice pattern UIP possibile, caratterizzato da reticolazione subpleurica e bibasilare. IPF: diagnosi e referral precoci La IPF è la forma più comune e fatale di polmonite interstiziale idiopatica (IIP): è una IIP cronica progressivamente fibrosante a eziologia sconosciuta e limitata ai polmoni, che si manifesta principalmente in soggetti relativamente anziani. La malattia è caratterizzata da un declino progressivo della funzione polmonare e della qualità di vita nella maggior parte dei pazienti, con una sopravvivenza mediana di 3-5 anni dopo la diagnosi. I dati epidemiologici riflettono la complessità diagnostica della IPF essendo infatti molto eterogenei. Due recenti studi di popolazione negli Stati Uniti (Fernandez Perez et al. Chest 2010;137:129-37; Raghu et al. Am J Respir Crit Care Med 2006;174:810-6) hanno riportato un’incidenza di 6,8-8,8 e 16,3-17,4 casi per 100.000 persone per anno usando le definizioni di “narrow” e “broad case”, rispettivamente (la definizione “narrow case” richiede tutti i criteri maggiori e minori ATS/ERS 2002 e un pattern definito di UIP alla HRCT; la definizione “broad case” include anche pazienti con diagnosi possibile di UIP alla HRCT). Le corrispondenti prevalenze sono pari a 14,0-27,9 e 42,7-63,0 casi per 100.000 persone. Recenti studi epidemiologici condotti in Gran Bretagna hanno dimostrato un’incidenza in aumento nell’ultima decade. La IPF ha una prevalenza maggiore nel sesso maschile e la sua incidenza aumenta con l’età, tanto che la maggior parte dei casi viene diagnosticata dopo i 60 anni. I criteri diagnostici dettati dalle ultime linee guida internazionali richiedono l’esclusione di altre cause conosciute di malattia interstiziale polmonare (ILD) e la presenza del pattern di UIP alla HRCT nei pazienti in cui non sia stata eseguita una SLB (Tab. I). Nei soggetti in cui non sia presente alla HRCT un pattern UIP tipico, la IPF può essere diagnosticata sulla base della combinazione di specifici pattern alla HRCT e alla SLB (Tab. II). Tale complessità diagnostica comporta frequenti diagnosi errate e ritardate. Un recente studio (Collard et al. Respir Med 2007;101:1350-4) ha dimostrato che la maggior parte dei pazienti con IPF ha dovuto consultare diversi medici e attendere oltre un anno prima di ricevere una diagnosi corretta. L’attenzione alla storia clinica, all’esame obiettivo e ad altri esami diagnostici può facilitare il raggiungimento di una diagnosi precoce. Nella storia clinica la dispnea tende a insorgere in maniera insidiosa, spesso in un periodo di almeno 6 mesi, e ad aggravarsi progressivamente col tempo. Oltre l’80% dei pazienti riferisce tosse non produttiva, che può essere debilitante e non responsiva ai trattamenti antitussigeni. Il dolore toracico è raro e poiché la malattia è limitata ai polmoni la presenza di sintomi infiammatori sistemici (ad esempio, febbre, rash cutaneo, perdita di peso, mialgia o artralgia) dovrebbe far pensare a una diagnosi alternativa. Il fumo di sigaretta e la presenza di un’ernia iatale o una malattia da reflusso gastroesofageo sono stati legati all’insorgenza di IPF, così come l’esposizione ambientale o professionale a varie sostanze (pesticidi, polveri di metalli, di legno, vegetali e animali) e il lavoro in industrie petrolchimiche, in fattorie, la professione di parrucchiere o la lavorazione della pietra. Una storia familiare di fibrosi polmonare o ILD deve far sospettare una polmonite interstiziale familiare, che alcuni studi recenti suggeriscono sia meno infrequente di quanto si ritenesse finora. Anche l’esame obiettivo è di fondamenNewsletter Focus on IPF 02 - Giugno 2014 Tabella I. Specifiche e reperti della HRCT nella IPF (modificata da Oldham JM, Noth I. Idiopathic pulmonary fibrosis: early detection and referral. Respir Med 2014 Apr 4. pii: S0954-6111(14)00117-6. doi: 10.1016/j.rmed.2014.03.008 [Epub ahead of print]). A. Specifiche per l’esecuzione di una HRCT* • Algoritmo di ricostruzione ad alta frequenza spaziale • Senza mezzo di contrasto ev • Strati sottili (≤ 2 mm per la CT non spirale, ≤1,5 mm per la CT spirale) • Comprende il posizionamento supino/prono • Comprende immagini inspiratorie/espiratorie B. Reperti HRCT nella IPF** Polmonite interstiziale usuale (UIP) • Predominanza subpleurica, basale • Alterazione reticolare • Honeycombing (+/- bronchiectasie da trazione) • Assenza di caratteristiche non consistenti con UIP Possibile UIP • Caratteristiche di UIP senza honeycombing Non consistente con UIP • Predominanza ai campi polmonari medio-apicali • Predominanza peribroncovascolare • Pattern prevalente a vetro smerigliato (ground glass) • Micronoduli diffusi • Cisti isolate (separate dallo honeycombing) • Attenuazione a mosaico diffusa • Consolidamenti segmentali/lobari * Specifiche per l’esecuzione di HRCT. ** Reperti HRCT nella IPF. Tabella II. Combinazione di HRCT e biopsia polmonare chirurgica per la diagnosi di IPF4 (modificata da Oldham JM, Noth I. Idiopathic pulmonary fibrosis: Early detection and referral. Respir Med 2014 Apr 4. pii: S0954-6111(14)00117-6. doi: 10.1016/j. rmed.2014.03.008 [Epub ahead of print]). Pattern HRCT* UIP Possibile UIP Pattern alla biopsia polmonare chirurgica* (quando eseguita) UIP Probabile UIP Possibile UIP Fibrosi non classificabile Sì No UIP No UIP Probabile UIP Sì Possibile UIP Fibrosi non classificabile No UIP Inconsistente con UIP Diagnosi di IPF?† Probabile§ No UIP Possibile§ Probabile UIP Possibile UIP Fibrosi non classificabile No UIP No HRCT: tomografia computerizzata ad alta risoluzione; IPF: fibrosi polmonare idiopatica; UIP: polmonite interstiziale usuale. Il carattere in neretto indica le combinazioni di pattern HRCT e biopsia polmonare chirurgica che corrispondono a una diagnosi di IPF (un Sì nella colonna all’estrema destra). La combinazione di UIP alla HRCT e UIP probabile o possibile o fibrosi non classificabile (pattern alla biopsia polmonare chirurgica) (ad esempio) equivale a una diagnosi di IPF; la combinazione di UIP alla HRCT e non UIP (pattern alla biopsia polmonare chirurgica) non fa porre la diagnosi di IPF. ‡ Fibrosi Non Classificabile: alcune biopsie rivelano un pattern di fibrosi che non corrisponde ai sovracitati criteri del pattern per la UIP e le altre polmoniti interstiziali idiopatiche. Queste biopsie possono essere denominate “fibrosi non classificabili”. † L’accuratezza della diagnosi di IPF aumenta con la discussione multidisciplinare. Ciò è particolarmente rilevante nei casi in cui i pattern radiologici e istologici sono discordanti (ad esempio, la HRCT non è consistente con UIP e l’istologia è da UIP). Vi sono dati che suggeriscono che l’accuratezza della diagnosi viene migliorata con la discussione multidisciplinare tra esperti di malattie polmonari interstiziali rispetto a medici specialisti nell’ambito territoriale; si incoraggia il riferimento tempestivo a esperti di malattie polmonari interstiziali. § La discussione multidisciplinare dovrebbe includere la discussione della possibilità di errori di campionamento e una rivalutazione dell’adeguatezza della tecnica della HRCT. NOTA: In casi con un pattern HRCT “non consistente con UIP” e un pattern della biopsia polmonare chirurgica “UIP”, esiste ancora la possibilità di una diagnosi di IPF ed è indicato il chiarimento attraverso una discussione multidisciplinare tra esperti di malattie polmonari interstiziali. tale importanza, soprattutto il riscontro di rantoli velcro, che sono presenti in oltre il 90% dei pazienti e possono conNewsletter Focus on IPF 02 - Giugno 2014 sentire di porre una diagnosi precoce, grazie alla loro ottima sensibilità e buona specificità per la IPF. Un altro segno fre- quente è la presenza di ippocratismo digitale. Eventuali segni di connettivopatie (ad esempio, deformità articolari, sinovite, debolezza muscolare e rash) rendono improbabile la diagnosi di IPF e richiedono ulteriori indagini reumatologiche. Gli esami di laboratorio sono aspecifici, ma i test sierologici dell’autoimmunità aiutano a escludere eventuali connettivopatie (CTD). Bisogna comunque tenere presente che fino al 20% dei pazienti con IPF può presentare una positività anticorpale in assenza di segni di CTD, di ancora dubbio significato clinico. I test di funzionalità polmonare possono essere normali (nelle fasi precoci di malattia) o, più frequentemente, mostrare un deficit polmonare di tipo restrittivo, con una riduzione della capacità polmonare totale (TLC); molti pazienti con IPF mostrano anche una riduzione della capacità vitale forzata (FVC), un rapporto FEV1/FVC normale o aumentato e una ridotta capacità di diffusione alveolo-capillare (DLCO). I pazienti con concomitante enfisema possono presentare volumi polmonari e spirometria normali, ma generalmente hanno una DLCO ridotta. La radiografia del torace può mostrare un’opacità reticolare basale periferica asimmetrica, ma ha una scarsa sensibilità, per cui tutti i pazienti con un sospetto di IPF dovrebbero eseguire una HRCT del torace, che ha un’eccellente specificità: i pazienti con IPF in genere mostrano un quadro di UIP, che è caratterizzato da un’alterazione reticolare prevalentemente basale subpleurica con aspetto ad alveare (honeycombing) e spesso con bronchiectasie da trazione. Il lavaggio broncoalveolare (BAL) può 3 essere utile nella diagnosi in patologie infiammatorie quali polmonite da ipersensibilità e polmonite eosinofila, mentre fornisce scarse informazioni per l’identificazione di pazienti affetti da IPF. Lo stesso vale per la biopsia transbronchiale (TBB). Le linee guida internazionali per la diagnosi e gestione della IPF non raccomandano infatti l’utilizzo di queste due metodiche nella maggior parte dei pazienti con sospetta IPF. La decisione di effettuare una biopsia polmonare chirurgica richiede un attento esame del rapporto rischio/ beneficio, poiché tale procedura è gravata da possibili complicanze, quali pneumotorace, necessità di ventilazione meccanica prolungata, polmonite ed esacerbazione acuta di IPF. È stata riportata una mortalità del 4-16% in soggetti sottoposti a SLB, particolarmente con tecnica a cielo aperto, mentre sembra che la biopsia effettuata in video-toracoscopia (VATS) sia più sicura. Si dovrebbe effettuare un prelievo bioptico in ciascun lobo di un singolo polmone, perché vi può essere una notevole variabilità istologica tra un lobo e l’altro; inoltre il prelievo bioptico andrebbe eseguito nel polmone meno coinvolto dalla malattia, in maniera da aumentare la capacità dell’anatomopatologo di rilevare zone che stanno andando incontro a fibrosi attiva. In genere i pazienti con IPF mostrano un quadro istopatologico di UIP caratterizzato da zone di fibrosi con cicatrici e aspetto ad alveare che si alternano ad aree di parenchima normale o meno alterato. Questo quadro ha una distribuzione prevalentemente subpleurica e parasettale, con scarsa infiammazione e presenza di foci fibroblastici. Stabilire una diagnosi accurata è di fondamentale importanza, in quanto le diverse patologie interstiziali comportano una prognosi e un trattamento molto differente. La discussione multidisciplinare, che comprende il coinvolgimento del clinico, del radiologo e dell’anatomopatologo esperti nelle ILD, è fortemente raccomandata dalle linee guida ATS/ERS/JRS/ALAT del 2011 al fine di stabilire la diagnosi di IPF. L’invio precoce a un centro specialistico per malattie polmonari interstiziali è raccomandato quando la valutazione multidisciplinare non sia disponibile in loco o nei casi dubbi. I pazienti con IPF presentano un rischio aumentato di avere una serie di comor- 4 bidità, comprese neoplasie polmonari, cardiopatia ischemica, apnee ostruttive del sonno (OSA), enfisema, ipertensione polmonare, diabete mellito, depressione, ernia iatale e malattia da reflusso gastroesofageo. Queste condizioni possono avere un impatto sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita e quindi è divenuta pratica comune la gestione delle comorbidità in molti centri specializzati in ILD. Il trattamento dell’ipossiemia a riposo con ossigenoterapia è fortemente raccomandato dalle ultime linee guida, sulla base delle robuste evidenze nei pazienti con BPCO, in cui l’utilizzo di ossigenoterapia a lungo termine ha dimostrato un chiaro beneficio in termini di sopravvivenza. La riabilitazione polmonare (RP) offre un importante supporto ai pazienti con IPF, soprattutto se iniziata precocemente. L’esercizio fisico nei pazienti con ILD, inclusa l’IPF, è stato associato a un miglioramento della distanza percorsa al test del cammino dei 6 minuti e a una migliore qualità di vita. Inoltre i programmi di RP prevedono l’insegnamento di tecniche respiratorie e strategie per combattere la dispnea. Pertanto la riabilitazione polmonare dovrebbe essere proposta a tutti i pazienti al momento stesso della diagnosi. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, i corticosteroidi e la triplice terapia con prednisone, azatioprina e N-acetilcisteina non sono raccomandati, in quanto si sono dimostrati non efficaci. Il pirfenidone, un farmaco antifibrotico per via orale, è approvato in Europa e Giappone per il trattamento della IPF e ha mostrato di rallentare la progressione della malattia e il declino della FVC. Altri farmaci in fase 2 e 3 di sperimentazione clinica potrebbero rappresentare opzioni terapeutiche aggiuntive in futuro. Il trapianto polmonare è l’unica terapia in grado di prolungare la sopravvivenza nella IPF. Il primo trapianto polmonare è stato eseguito nel 1983 e attualmente la IPF è la principale indicazione per trapianto polmonare. Può essere eseguito sia il trapianto di singolo polmone sia di ambedue i polmoni e, anche se il primo è più frequente, il numero di trapianti bilaterali è in costante crescita. Nei pazienti con IPF è fortemente raccomandato considerare il trapianto polmonare. Messaggi chiave ❖❖ La conoscenza della IPF è notevolmente aumentata negli ultimi 20 anni, anche se il processo diagnostico rimane complesso e gli errori diagnostici hanno gravi implicazioni ❖❖ L’attenzione ai comuni sintomi e segni, insieme a un corretto utilizzo dei test diagnostici, può essere di ausilio nella diagnosi precoce di IPF ❖❖ Un approccio multidisciplinare è molto importante nella determinazione della diagnosi ❖❖ L’invio a un centro specializzato può essere utile sia a fini diagnostici sia terapeutici ❖❖ La riabilitazione polmonare dovrebbe essere proposta a tutti i pazienti con IPF ❖❖ Il pirfenidone è l’unico farmaco a oggi che ha dimostrato di rallentare la progressione della malattia e il declino della FVC Evidenze trascurate e importanza della diagnosi e del trattamento precoci La disponibilità attuale di terapie in grado di rallentare la progressione della malattia ha incrementato l’importanza della diagnosi precoce della IPF. Esiste una “finestra di opportunità” durante la quale il trattamento può avere un esito ottimale, come indicano Cottin e Richeldi nella loro review (Fig. 1). Una diagnosi ritardata è associata a un aumento dei costi e il ritardo nel riferimento a centri specialistici può determinare tassi di sopravvivenza più bassi indipendentemente dalla gravità della patologia o dai fattori prognostici associati. Tuttavia una diagnosi precoce può essere problematica a causa di criteri diagnostici ambigui. Per esempio, secondo le linee guida internazionali nei pazienti con un quadro HRCT suggestivo ma non diagnostico di IPF (IPF possibile) è indicata l’esecuzione di una biopsia polmonare chirurgica per Newsletter Focus on IPF 02 - Giugno 2014 Tabella III. Caratteristiche cliniche della IPF (modificata da Cottin V, Richeldi L. Neglected evidence in idiopathic pulmonary fibrosis and the importance of early diagnosis and treatment. Eur Respir Rev 2014;23:106-10). Considerare la possibilità di una IPF quando si valuta un paziente con le caratteristiche cliniche elencate sotto e quando si pensa di richiedere una radiografia del torace o una consulenza specialistica: • Età > 50 anni • Dispnea da sforzo persistente • Tosse persistente • Rantoli inspiratori bilaterali all’auscultazione del torace • Ippocratismo digitale • Spirometria normale o con alterazioni, in genere di tipo restrittivo Newsletter Focus on IPF 02 - Giugno 2014 Progressione della malattia la diagnosi definitiva, che però può essere controindicata in soggetti anziani con altre patologie. A tal proposito, le linee guida NICE in UK suggeriscono che il medico debba sospettare fortemente una IPF in presenza di rantoli inspiratori bilaterali (“rantoli tipo velcro”) all’ascultazione del torace e ippocratismo digitale (Tab. III). Secondo le linee guida NICE, bisogna inoltre tenere presente che i pazienti con IPF possono presentare una funzione polmonare normale, in particolare durante le fasi precoci di malattia. Con lo sviluppo e l’approvazione di nuovi trattamenti per la IPF, i programmi di screening diventano componenti chiave della diagnosi precoce. Attualmente, vi sono due approcci realistici all’identificazione precoce della IPF: i rantoli tipo velcro all’auscultazione del torace e lo screening della IPF come sottoprodotto della TC a strato sottile a basso dosaggio utilizzata per lo screening del cancro polmonare nei soggetti fumatori ed ex-fumatori. Anche se non sono specifici per la IPF, i rantoli tipo velcro sono uno degli elementi chiave per una diagnosi precoce e sono spesso presenti ben prima che venga fatta una diagnosi di IPF. La presenza di rantoli fini durante tutta la fase inspiratoria, che persistono dopo diversi respiri profondi e permangono in numerose occasioni a distanza di alcune settimane, in un soggetto con al- Inizio della malattia Inizio dei sintomi Diagnosi Morte # Periodo subclinico A C B Periodo pre-diagnosi D Periodo post-diagnosi # 1 2 3 4 5 6 Tempo (anni) A. rapido peggioramento senza trattamento; B: episodi di peggioramento acuto; C: peggioramento progressivo cronico senza trattamento; D: peggioramento più lento senza trattamento; #: periodi di relativa stabilità interposti a periodi di declino acuto. Figura 1. Un trattamento precoce della IPF può modificare il decorso della malattia. Le linee rosse indicano i vari possibili decorsi della malattia. Le linee verdi tratteggiate indicano il possibile outcome in pazienti trattati tardivamente nel corso della malattie e le linee blu tratteggiate indicano i pazienti trattati dopo una diagnosi precoce di IPF (modificata da Cottin V, Richeldi L. Neglected evidence in idiopathic pulmonary fibrosis and the importance of early diagnosis and treatment. Eur Respir Rev 2014;23:106-10). meno 60 anni deve far sospettare una IPF e considerare l’esecuzione di una HRCT. La diagnosi precoce della IPF solleva una questione e cioè i criteri per la diagnosi certa di IPF, che alla HRCT richiede la presenza di honeycombing; quest’ultimo spesso rappresenta un segno tardivo e si manifesta negli stadi avanzati di malattia. Cordier e Cottin hanno pertanto proposto che l’esecuzione della SLB potrebbe essere discussa con i pazienti con “sospetta IPF” durante la “honeymoon” della IPF precoce, cioè quando i rantoli tipo velcro possono essere auscultati e prima della comparsa dell’honeycombing alla HRCT. Attualmente esistono programmi di screening su larga scala per il cancro polmonare. Anche i quadri di fibrosi che emergono come epifenomeno nel corso dello screening del cancro polmonare, potrebbero essere utilizzati per la diagnosi e il trattamento precoci della IPF, considerando che entrambe le patologie presentano un fattore di rischio comune: il fumo di sigaretta. Recentemente è stato pubblicato il risultato di uno screening per il cancro polmonare con CT a basso dosaggio in soggetti fumatori con lo scopo di valutare la prevalenza di alterazioni pol- monari interstiziali alla CT iniziale e il tasso di progressione di tali alterazioni alla CT di controllo dopo 2 anni (Jin et al. Radiology 2013;268:563-71). Sono state evidenziate alterazioni polmonari interstiziali nel 9,7% dei pazienti e il 2,7% di queste erano dovute ad anomalie fibrotiche. A una CT di controllo dopo 2 anni, le alterazioni fibrotiche interstiziali erano progredite nel 37% dei pazienti, inclusi alcuni con un tipico quadro da UIP/IPF, e non erano regredite in nessun paziente. Lo studio in oggetto sottolinea le potenzialità di questo tipo di screening nel rilevare precocemente una IPF. Messaggi chiave ❖❖ Una diagnosi precoce di IPF rappresenta un prerequisito per un trattamento precoce e quindi, potenzialmente, per un miglioramento della prognosi di questa malattia progressiva e inevitabilmente fatale ❖❖ Nel caso di sospetto diagnostico di IPF, la diagnosi deve essere stabilita tramite un approccio multidisciplinare che coinvolga un clinico, un radiologo e un anatomopatologo esperti di malattie polmonari interstiziali 5 ❖❖ L’identificazione precoce dei rantoli tipo velcro è stata proposta quale componente chiave per la diagnosi precoce della IPF ❖❖ L’implementazione di un programma di screening per la IPF nella pratica clinica presenta numerose difficoltà; in futuro si rende quindi necessaria la validazione di studi diagnostici adeguati ❖❖ Al momento, la presenza di rantoli tipo velcro e la TC a strato sottile a basso dosaggio utilizzata per lo screening del cancro polmonare nei fumatori rappresentano ragionevoli modalità di screening per la IPF Aspettative ed esperienze del paziente nella IPF La IPF è una malattia polmonare interstiziale caratterizzata da fibrosi parenchimale progressiva e da restrizione della ventilazione, ed è associata a prognosi estremamente sfavorevole. Molti degli approcci farmacologici usati con regolarità in passato sono stati associati a tossicità significative. Per assicurarsi che i pazienti affetti da IPF ricevano l’educazione sulla patologia di cui necessitano e siano resi edotti sugli interventi terapeutici e psicosociali disponibili, i medici devono essere consapevoli delle esperienze e delle percezioni dei pazienti dall’inizio della comparsa dei sintomi, attraverso il percorso diagnostico, fino alla conclusione della vita. Nella review di Belkin e Swigris, gli Autori hanno voluto capire meglio tali esperienze e percezioni attraverso lo spettro della gravità della patologia. È stata condotta pertanto una ricerca della letteratura che ha inglobato cinque principali studi in cui sono state raccolte le percezioni dei pazienti con IPF. In particolare, sono stati considerati alcuni aspetti: la diagnosi tempestiva, le aspettative rispetto al trattamento, le risorse educazionali, la qualità di vita correlata allo stato di salute e l’accesso a centri di eccellenza. Per quanto riguarda la tempestività della diagnosi, tipicamente i pazienti riferiscono un tempo abbastanza lungo tra la comparsa iniziale dei sintomi di IPF e la corretta diagnosi della patologia. Il tem- 6 po medio dall’inizio dei sintomi alla diagnosi è pari a 1,5 anni, richiedendo oltre un anno nel 58% dei pazienti e oltre tre anni nel 29% (Tab. IV). In generale il 55% dei pazienti consulta più di 3 medici prima di ottenere la diagnosi di IPF. Sono stati osservati due diversi percorsi per raggiungere la diagnosi di IPF: uno rapido e uno prolungato. Il più frequente è quello prolungato, che generalmente non si presenta con sintomi gravi ed è caratterizzato da numerose visite dal medico per ulteriori valutazioni cliniche, finché un evento acuto, come una polmonite o un’embolia polmonare, non conduce il paziente al pronto soccorso con successivo ricovero in ambiente ospedaliero, nel corso del quale viene valutato da uno pneumologo che pone il sospetto diagnostico di IPF. I pazienti con un percorso protratto in genere sono critici sulla cura che hanno ricevuto e parlano di mancanza di empatia, supporto emotivo e competenza da parte dei medici. I pazienti che hanno ricevuto una diagnosi corretta di IPF in tempi rapidi sono in genere più soddisfatti della qualità della cura ricevuta rispetto a quelli che hanno ricevuto una diagnosi ritardata. Entrambi i gruppi di pazienti comunque esprimono un’insoddisfazione generale riguardo le modalità di comunicazione della diagnosi, citando frequentemente l’insensibilità da parte dei medici che comunicano la diagnosi e la mancanza di un tempo adeguato dedicato alla visita clinica per poter rivolgere domande ed esprimere le proprie preoccupazioni. Il ritardo protratto di una diagnosi accurata può essere evitato solo se la IPF viene considerata tra le malattie potenziali in quei pazienti che presentano un esordio insidioso della dispnea da sforzo e tosse secca e se i clinici, i radiologi e i patologi hanno l’opportunità di interagire e discutere insieme i dati del paziente. Per quanto riguarda le aspettative dei pazienti nei confronti della terapia, il sondaggio di Collard è stato condotto in un’epoca in cui non erano ancora disponibili trattamenti approvati per la IPF (Collard et al. J Med Econ 2012;15:82935). Il 75% dei pazienti assumeva una terapia farmacologica non approvata e il 59% aveva discusso del trapianto polmonare col clinico. Le ragioni più comuni per cui non veniva somministrata alcuna terapia farmacologica erano: paura di eventi avversi (26%), presunta inefficacia della terapia (23%), nessuna terapia disponibile (23%) e malattia ini- Tabella IV. Tempo intercorso tra la presentazione iniziale e la diagnosi di IPF (modificata da Belkin A, Swigris JJ. Patient expectations and experiences in idiopathic pulmonary fibrosis: implications of patient surveys for improved care. Expert Rev Respir Med 2014;8:173-8). Tempo Pazienti (n; %) < 1 mese 7 (16) da ≥ 1 a < 6 mesi 9 (20) da ≥ 6 mesi a < 1 anno 3 (6) da ≥ 1 a < 3 anni 13 (29) ≥ 3 anni 13 (29) ziale o stabile (22%). I pazienti con IPF avevano generalmente delle aspettative ragionevoli sugli obiettivi della terapia, essendo consapevoli dell’irreversibilità della malattia e delle limitate prospettive della cura. I pazienti erano tipicamente focalizzati sulla riduzione della progressione della malattia o sul mantenimento della stabilità, quando possibile. Queste aspettative sono generalmente in linea con le linee guida internazionali che enfatizzano l’importanza di monitorare la progressione della malattia (peggioramento della dispnea, fibrosi progressiva, peggioramento dell’ossigenazione ed esacerbazione acuta). La maggior parte dei pazienti vuole conoscere la verità sulla propria malattia e sulla risposta attesa dagli interventi terapeutici. I dati indicano che i sintomi di depressione sono riscontrabili nel 25% dei pazienti con IPF. La cura di questi pazienti infatti deve includere meccanismi e risorse per la diagnosi e la terapia dell’ansia e dei sintomi depressivi. L’educazione del paziente (che comprende la conoscenza della fisiopatologia e della prognosi della malattia) rappresenta una componente chiave per la cura dei pazienti con IPF. Le risorse educazionali a disposizione dei pazienti sono limitate: infatti vi è una mancanza di informazioni e di risorse sulla IPF disponibili al momento della diagnosi. Solo la metà dei pazienti riporta di esser stato informato sulle opzioni terapeutiche, mentre pochi riportano di essere stati informati sui benefici della riabilitazione polmonare, sulla gestione dell’ossigeno-terapia, sulla nutrizione e sui rischi/benefici del trapianto polmonare. Vi è l’evidente necessità di materiali educazionali migliori per i pazienti affetti da IPF e i loro familiari. Newsletter Focus on IPF 02 - Giugno 2014 1,0 0,8 Sopravvivenza Diagnosi di IPF con TC ad alta risoluzione in pazienti con poca o nessuna evidenza radiologica di honeycombing < 1 anno 1–2 anni 2–4 anni > 4 anni 0,6 0,4 0,2 p per il trend = 0,03 0,0 0 1 2 3 4 5 Tempo (anni) Figura 2. Sopravvivenza valutata secondo il diverso tempo intercorso tra la diagnosi e il momento della valutazione presso un centro di terzo livello (esperto) aggiustata per l’età e la FVC (modificata da Lamas DJ, Kawut SM, Bagiella E, Philip N, Arcasoy SM, Lederer DJ. Delayed access and survival in idiopathic pulmonary fibrosis: a cohort study Am J Respir Crit Care Med 2011;184:842-7). La IPF influenza in maniera significativa la qualità di vita correlata allo stato di salute (HRQoL): i pazienti riportano una perdita dell’indipendenza personale parallelamente al declino dello stato di salute e una ridotta capacità di eseguire le attività quotidiane. Un momento chiave nella perdita dell’indipendenza è rappresentato dalla necessità di supplementazione di ossigeno. Per alcuni pazienti l’incapacità a lavorare e la conseguente riduzione del proprio reddito, con eventuali difficoltà finanziarie, rappresentano un’importante causa di stress. I sintomi della malattia (dispnea e tosse) peggiorano significativamente la HRQoL. La prospettiva della progressione della malattia rende i pazienti tristi e paurosi, soprattutto per la consapevolezza di diventare dipendenti dagli altri. I pazienti con IPF mostrano diverse attitudini e percezioni a seconda che vengano trattati in un contesto periferico o in un centro esperto. In effetti i pazienti trattati in centri esperti in genere riferiscono un livello di soddisfazione maggiore per le opzioni terapeutiche, le conoscenze e l’esperienza del personale sanitario, la qualità della cura e la frequenza delle visite di controllo e dei monitoraggi di routine. Inoltre, questi soggetti notano che l’interazione con altri pazienti affetti da IPF fornisce loro un supporto psicologico e consente la Newsletter Focus on IPF 02 - Giugno 2014 condivisione di accorgimenti pratici per il trattamento della malattia. Il ritardato riferimento a un centro di cura terziario è stato associato a una minore sopravvivenza, indipendentemente dalla gravità della malattia. Le cause di ciò non sono chiare, però è stato suggerito che anche il sospetto di IPF dovrebbe attivare l’invio del paziente a un centro esperto. Messaggi chiave ❖❖ Una diagnosi tempestiva è associata a minore frustrazione e maggiore soddisfazione riguardo alla cura ❖❖ Il 55% dei pazienti ha un ritardo superiore a un anno tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi ❖❖ La maggior parte dei pazienti vuole conoscere la verità sulla propria malattia e sulla risposta attesa dagli interventi terapeutici ❖❖ I sintomi di depressione sono riscontrabili nel 25% dei pazienti con IPF ❖❖ Le risorse educazionali a disposizione dei pazienti e le informazioni impartite dai medici sulla patologia sono limitate ❖❖ La IPF influenza in maniera significativa la qualità di vita correlata allo stato di salute ❖❖ I pazienti con IPF beneficiano del riferimento a un centro specializzato L’avvento della HRCT ha consentito di identificare pattern di alterazioni caratteristici della IPF. Il pattern della UIP alla HRCT ha un elevato valore predittivo positivo per la presenza di un quadro istologico di UIP alla biopsia polmonare chirurgica (SLB). Per definire, alla HRCT, un pattern UIP tipico devono essere presenti alterazioni ad alveare (honeycombing) e reticolari con distribuzione prevalente a livello basale e subpleurico. Inoltre, non devono essere presenti caratteristiche atipiche della UIP, comprese anomalie a vetro smerigliato, noduli, air trapping e pattern di distribuzione prevalente a livello peribroncovascolare e nelle regioni polmonari superiori. Se queste caratteristiche atipiche sono prominenti, la HRCT è considerata inconsistente con la UIP e si dovrebbe prendere in considerazione l’opportunità di eseguire una biopsia polmonare chirurgica. Le linee guida riconoscono una terza potenziale diagnosi radiologica, denominata UIP possibile, che è caratterizzata dalla presenza di alterazioni reticolari subpleuriche bilaterali ai lobi inferiori senza aspetto ad alveare e senza caratteristiche atipiche. In pazienti con un quadro di questo tipo le linee guida raccomandano l’esecuzione di una biopsia polmonare chirurgica per confermare la diagnosi di IPF. Nell’analisi di Raghu et al. è stato valutato il valore della HRCT in un quadro di UIP possibile quale fattore predittivo di un pattern istologico UIP in un sottogruppo di pazienti che veniva sottoposto a screening per l’inclusione in uno studio multicentrico sull’ambrisentan. L’ARTEMIS-IPF era uno studio di fase 3, multicentrico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, il cui obiettivo principale era la valutazione dell’efficacia dell’antagonista selettivo del recettore dell’endotelina, ambrisentan, nel ridurre la progressione della IPF. Il protocollo dello studio prevedeva che i pazienti arruolati presentassero 7 non più del 5% di honeycombing alla HRCT. Dei 1.087 pazienti sottoposti a screening per l’inclusione nello studio, 315 avevano sia una HRCT del torace sia una biopsia polmonare chirurgica, a conferma della diagnosi di IPF, che sono state valutate rispettivamente da un radiologo e da un patologo esperti in maniera indipendente. Di questi, 84 pazienti mostravano un quadro UIP possibile alla HRCT. Nonostante il criterio di inclusione dell’honeycombing inferiore al 5%, gli Autori hanno notato un ampio range di peggioramento della funzione polmonare in tutti i gruppi. Nei pazienti con quadro HRCT di UIP possibile, la FVC e la DLCO media erano pari rispettivamente al 69,8 e al 42,6% del valore predetto, suggerendo che molti dei pazienti sottoposti a screening avevano, in maniera del tutto inaspettata, una funzione polmonare compromessa. Il valore predittivo positivo della HRCT per la diagnosi di UIP è stato dimostrato nei 108/111 pazienti con un quadro UIP alla HRCT e diagnosi istologica UIP confermata (valore predittivo positivo pari al 97,3%), e nei 79/84 pazienti con pattern UIP possibile alla HRCT e diagnosi istologica UIP confermata (valore predittivo positivo pari al 94,0%). Invece nel gruppo con pattern UIP inconsistente alla HRCT, solo 22/120 pazienti avevano una diagnosi istologica confermata non UIP o UIP possibile (valore predittivo negativo pari al 18,3%). L’analisi post-hoc dei 120 pazienti con caratteristiche HRCT inconsistenti con la diagnosi di UIP ha mostrato che i pazienti con diagnosi istologica di UIP confermata o probabile avevano un’età significativamente più avanzata rispetto ai pazienti con diagnosi istologica di UIP possibile o non UIP (63,2 rispetto a 58,2 anni). In conclusione l’analisi retrospettiva dello studio ARTEMIS-IPF suggerisce che se due condizioni chiave sono presenti, la diagnosi radiologica della UIP possibile potrebbe essere sufficiente per la diagnosi di IPF, senza che si renda necessario il ricorso alla SLB. La prima condizione è che la presentazione clinica e le caratteristiche demografiche siano tipiche della IPF e accertate da uno pneumologo esperto in ILD (età > 60 anni e sesso maschile). La seconda condizione è che le immagini HRCT, valutate da un radiologo esperto in ILD, mostrino alterazioni reticolari prevalentemente sub-pleuriche basali in assenza di caratteristiche atipiche per il pattern UIP. Con entrambe queste condizioni, l’assenza di honeycombing alla HRCT del torace non dovrebbe sempre richiedere la biopsia polmonare chirurgica per stabilire una diagnosi di IPF. Messaggi chiave ❖❖ Secondo le linee guida, nei pazienti con un pattern UIP possibile alla HRCT è necessario eseguire una biopsia polmonare chirurgica per confermare la diagnosi di IPF ❖❖ La biopsia polmonare chirurgica è una procedura invasiva associata a morbidità e mortalità, soprattutto nei pazienti anziani affetti da una pneumopatia interstiziale diffusa (ILD) ❖❖ Sarebbe pertanto auspicabile un’accurata diagnosi di IPF senza la necessità di eseguire una SLB ❖❖ La HRCT potrebbe essere sufficiente per la diagnosi di IPF nei pazienti con pattern radiologico UIP possibile, quando valutati da radiologi esperti e nell’appropriato contesto clinico. La conferma istologica non sarebbe quindi essenziale per ottenere la diagnosi di IPF in presenza di caratteristiche cliniche fortemente suggestive di IPF quali il sesso maschile e l’età avanzata (> 60 anni) ❖❖ I pazienti con diagnosi di IPF, nonostante presentassero alla HRCT una quantità di honeycombing inferiore al 5%, mostravano già una compromissione della funzionalità respiratoria Bibliografia di riferimento Oldham JM, Noth I. Idiopathic pulmonary fibrosis: Early detection and referral. Respir Med 2014 Apr 4. pii: S09546111(14)00117-6. doi: 10.1016/j. rmed.2014.03.008 [Epub ahead of print]. Cottin V, Richeldi L. Neglected evidence in idiopathic pulmonary fibrosis and the importance of early diagnosis and treatment. Eur Respir Rev 2014;23:106-10. Belkin A, Swigris JJ. Patient expectations and experiences in idiopathic pulmonary fibrosis: implications of patient surveys for improved care. Expert Rev Respir Med 2014;8:173-8. Raghu G, Lynch D, Godwin JD, Webb R, Colby TV, Leslie KO, Behr J, Brown KK, Egan JJ, Flaherty KR, Martinez FJ, Wells AU, Shao L, Zhou H, Pedersen PS, Sood R, Montgomery AB, O’Riordan TG. Diagnosis of idiopathic pulmonary fibrosis with high-resolution CT in patients with little or no radiological evidence of honeycombing: secondary analysis of a randomised, controlled trial. Lancet Respir Med 2014;2:277-84. Focus on IPF è una Newsletter fondata da InterMune srl e realizzata con il contributo della sua Direzione Medica © 2014 InterMune - All rights reserved Edizione Pacini Editore S.p.A. Via A. Gherardesca 1, 56121 Pisa www.pacinieditore.it – [email protected] Tel. 050 313011 – Fax 050 3130300 Ufficio Editoriale Lucia Castelli Tel. 050 31 30 224 – [email protected] Stampa Industrie Grafiche Pacini – Pisa Direttore Responsabile Patrizia Alma Pacini Registrazione al Tribunale di Pisa in corso. Finito di stampare presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore SpA, Pisa – Maggio 2014 Materiale distribuito unitamente a RCP, al prezzo, alla classificazione del medicinale ai fini della fornitura e alle condizioni di dispensazione a carico del SSN. Rivista stampata su carta TCF (Total Chlorine Free) e verniciata idro. L’editore resta a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare e per le eventuali omissioni. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org Depositato presso AIFA in data 09/06/2014 Cod. IPF010.IT
© Copyright 2024 ExpyDoc