Untitled - Aracne editrice

A
Luigi La Rosa
Dentro la vita la Parola
Orientamenti per una catechesi integrale
Copyright © MMXIV
ARACNE editrice int.le S.r.l.
www.aracneeditrice.it
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via Quarto Negroni, 
 Ariccia (RM)
() 
 ----
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
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I edizione: ottobre 
Indice

Sigle e abbreviazioni

Capitolo I
Per una catechesi integrale a partire dall’esperienza
.. Una icona,  – .. Il servizio della Catechesi,  – .. Una matura
mentalità di fede,  – .. Cosa intendere per esperienza,  – .. Riaprire
gli occhi del cuore,  – .. Primato dell’esperienza per un processo
formativo efficace,  – .. L’esempio di Gesù,  – .. Il linguaggio
simbolico,  – .. Bibbia ed esperienza,  – .. Come leggere le
esperienze,  – .. Come procedere?,  – .. La fede semplice e/o
dei semplici,  – .. Narrare la propria esperienza di fede: la formula
breve di fede,  – .. Esempi di formule brevi di fede, .

Capitolo II
Identità e ruolo del catechista
.. Premessa,  – .. Fisionomia umano–cristiana del catechista,  –
.. Cambiamento di mentalità, .

Capitolo III
Criteriologia
.. Anzitutto la vita,  – .. Criteri d’azione,  – ... Criterio fondamentale,  – ... Criteri enucleati dalla pedagogia di Dio,  – ... Criteri
dedotti dalle leggi del pensiero e dell’apprendimento umano,  – ... Criteri
derivati da scelte preferenziali,  – .. Itinerari,  – ... Descrizione, 
– ... I segni con cui Dio ci parla,  – ... Tipologia degli itinerari,  –
... Attività didattiche, .

Conclusione

Sigle e abbreviazioni
CCC
CT
CVMC
DCG
DGC
DV
ECEI
EG
EN
EV
EVBV
FC
FCIC
GS
IG
LF
LG
MPD
OIFC
OR
QNF
Catechismo della Chiesa Cattolica, LEV, Città del vaticano, 1992.
G IOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica Catechesi Tradendae, 1979, in Enchiridon
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Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il vangelo in un mondo che cambia,
Documento pastorale dell’Episcopato italiano, 2001.
Sacra Congregazione Per Il Clero, Direttorio catechistico generale (1971), in Enchiridion
Vaticanum vol. 4, Dehoniane, Bologna 1978, 225–399.
Congregazione Per Il Clero, Direttorio generale per la catechesi, LEV, Città del Vaticano
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Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei
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F RANCESCO, Evangelium Gaudium, Esortazione apostolica L’Annuncio del vangelo nel
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PAOLO VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, (1975), in Enchiridion Vaticanum,
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Enchiridion Vaticanum. Documenti ufficiali della Santa Sede. Testo ufficiale e versione
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Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del vangelo (2010).
Conferenza Episcopale Italiana, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana.
Orientamenti pastorali, 1982.
Ufficio Catechistico Nazionale, La formazione dei catechisti per l’iniziazione cristiana dei
fanciulli e dei ragazzi, 2006.
Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, (1965), in Enchiridion Vaticanum, vol. 1, Dehoniane, Bologna
1981, 773–965.
Conferenza Episcopale Italiana, Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la
catechesi in Italia, San Paolo, Milano 2014.
F RANCESCO, Lettera enciclica Lumen Fidei, 2013.
Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium
(1964), in Enchiridion Vaticanum, vol. 1, Dehoniane, Bologna 1981, 118–263.
Messaggio del Sinodo sulla catechesi. La catechesi nel nostro tempo. Quarta Assemblea
Generale del Sinodo dei Vescovi, Ldc, Leumann (TO) 1977.
Conferenza Episcopale Italiana, Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti,
1991.
“L’Osservatore Romano”.
Conferenza Episcopale Italiana, Questa è la nostra fede. Nota pastorale sul primo
annuncio del vangelo, 2005.

Dentro la vita la Parola

RICA
RDC
RM
UCN
VD
VMPC
Conferenza Episcopale Italiana, Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti, LEV, Città del
Vaticano, 1980.
Conferenza Episcopale Italiana, Il rinnovamento della catechesi, EPI, Roma 1970.
G IOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Redemptoris missio (1990), in Enchiridion
Vaticanum, vol. 1, Dehoniane, Bologna 1981, 14–95.
Ufficio Catechistico Nazionale.
B ENEDETTO XVI, Esortazione apostolica post-sinodale Verbum Domini, Roma 2010.
Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario della parrocchia in un mondo che
cambia. Nota pastorale, 2004.
Capitolo I
Per una catechesi integrale
a partire dall’esperienza
Chi non crede non sperimenta nulla,
e chi non ha fatto alcuna esperienza non può neppure comprendere.
A  C (–), De fide trinitatis et de incarnatione verbi,
PL ,  c
.. Una icona
Punto di partenza della nostra riflessione è una icona presa da Clemente Alessandrino: il tappetino fatto di fili intrecciati, in cui il filo principale dell’ordito è la relazione Maestro–Discepolo. Su di esso ci sediamo
comodamente in ascolto di Gesù Maestro, autore e compimento della
nostra fede, come discepoli pronti ad assimilare il suo atteggiamento
più interiore di filiazione divina e di fraternità universale. La fede di
Gesù ci risveglia alla fede e ci libera per la fede, infondendo in noi una
certezza di speranza. Ci coinvolge nella sua esperienza di vita (« Venite
e vedrete! » G ,), poiché il suo messaggio è tutt’uno con la sua
persona. Ci apre al futuro di Dio impegnandoci in un cammino di
crescita, di ricerca, di lettura dei segni di Dio nella storia, di solidarietà
con quanti cercano “con cuore sincero”; in un cammino in cui fede
e incredulità si intrecciano « Signore credo! Aiuta la mia incredulità »
(M ,). Ci invita a un cammino di conversione a Dio e ai fratelli.
Quel tappetino è il nostro vissuto attraversato da tanti sentieri che
si intrecciano e con cui Dio porta a compimento il progetto d’amore
. Parliamo di fede di Gesù non solo nel senso che Lui è la fonte sorgiva della nostra
fede, ma anche nel senso di atteggiamento, che imitiamo e a cui partecipiamo, di consegna
fiduciosa nelle braccia di Dio Padre, di obbedienza amorevole, di preghiera filiale. Cf. A.
A, Gesù, identità del cristianesimo. Conoscenza ed esperienza, LEV, Città del vaticano ,
–; R. P, La fede cristiana alle sue origini, San Paolo, Cinisello Balsamo , –.


Dentro la vita la Parola
che ha iniziato in noi. La nostra vita è storia di salvezza e il discorso
catechistico, che mira alla nascita e allo sviluppo della fede, ne fa
prendere consapevolezza promovendo la vita di discepolato di chi
si decide per Cristo, luogo del dialogo storico di Dio con l’uomo
abilitandolo al discernimento in base all’“analogia fidei”.
Poiché Dio comunica se stesso all’uomo abilitandolo a un’alleanza di amore,
la posizione che l’uomo è chiamato ad assumere nell’accadimento salvifico non è mai semplicemente quella dello spettatore che possa limitarsi
a constatare il manifestarsi di Dio come un fatto empirico che gli sta di
fronte o un’evidenza speculativa che gli s’impone. Dio non può mai essere
incontrato al modo di un “oggetto” del conoscere che si ponga davanti
alla libertà, senza che essa debba interrogarsi su se stessa: Dio può essere
incontrato solo come il principio del proprio essere e quindi solo attraverso
la disponibilità interiore a ripensare la propria identità .
Bisogna mettersi in gioco se si vuol comprendere la significatività della
fede per la nostra vita: “Se non stabilite la vostra esistenza in Dio (se
non credete) non avrete una esistenza solida” (I ,). Nelle esperienze
di fede Dio ci viene incontro in Gesù come Promessa di un pieno
compimento, come Presenza–Assenza che ci orienta al futuro, come
Colui che attrae e dà senso, Colui che dà fondamento alla speranza che
è inscindibile dalla vita umana, Colui che è Amore sorgente di Vita.
È alla sua azione che rispondiamo con tutta l’anima, cioé crediamo
a partire dal nucleo più profondo, sorgivo del nostro essere, là dove
cogliamo la nostra identità e la consapevolezza di potere essere solo
in relazione agli altri nell’amore e di potere arrivare ad accettare la
Presenza dell’Altro al centro della nostra vita personale “Non sono più
io che vivo ma Cristo vive in me”. E nei confronti di Dio la relazionalità
è filiazione, essa consiste nell’essere figli e per conseguenza diventa
fraternità nei confronti delle altre persone. Credere con tutta l’anima
significa, in tal modo, realizzare la propria vocazione a entrare in
comunione, ad amare ed essere amato .
La Costituzione Dei Verbum () ci fa prendere coscienza che il
contenuto della fede è una relazione viva e dinamica, a cui la Chiesa
. A. B, Sull’idea di evangelizzazione, in A. B, R.C (ed),
Evangelizzazione e educazione, Las, Roma, , .
. Cf. R. M, Il senso della fede. Una lettura del cristianesimo, Queriniana, Brescia
, –; W. K, Il Vangelo di Gesù Cristo, Queriniana, Brescia , –.
. Per una catechesi integrale a partire dall’esperienza

si offre come grembo materno, come ospitalità accogliente che offre
uno spazio di vita, come comunità educante mediante la proposta integrata di varie strade/itinerari o, linguaggi/segni (creato, bibbia, storia,
vita ecclesiale, liturgia, dottrina) in vista della nascita e crescita di un
credente capace di partecipare alla vita divina e alla vita ecclesiale, lavorando all’edificazione del “corpo di Cristo” fino al raggiungimento
della sua maturità .
L’invisibilità e la visibilità di Dio si conciliano attraverso i segni,
fonti di luce che portano a credere, che fanno presagire la beatitudine
eterna, attraverso tutte le fonti della conoscenza e tutti i gradi del
sapere che permettono di intuire attraverso il velo la bellezza che
già risplende. È necessaria una mistagogia di svelamento per cogliere
anche nell’esperienza quotidiana la realtà invisibile di cui parla il messaggio cristiano, in modo che da un’esperienza umana non illuminata
e parziale, si passi a una esperienza umana plenaria che si apre all’Assoluto, intuito, “veduto”, scoperto, amato, fonte di una pienezza inaudita.
Si tratta di prendere sul serio la struttura sacramentale dell’autorivelazione di Dio, che, per noi non è tanto invisibile, ma sacramentato.
Viene a noi nei segni del creato, della S. Scrittura e negli eventi della
storia che culminano in Gesù, e si dona a noi nel suo popolo, sua
Chiesa. Facciamo nostra una preghiera di C. M. Martini:
Ma se io, Signore, tendo l’orecchio e imparo a discernere i segni dei tempi,
distintamente odo i segnali della tua rassicurante presenza alla mia porta. E
quando ti apro e ti accolgo come ospite gradito nella mia casa il tempo che
. Con il Vaticano  viene accentuata la concezione della rivelazione come autocomunicazione di Dio, che tratta gli uomini come amici e li ammette alla comunione con sé. Dio
non ha altro mistero da rivelare se non se stesso. Egli benché trascendente, Radicalmente
Altro, non è invisibile, ma sacramentato. Quindi dalla prospettiva dell’istruzione, tipica
della Costituzione Dei Filius del  (insegnamento di verità da credere, comandamenti
da osservare e riti da praticare) si passa a quella della comunicazione, che crea relazione ed
esperienza, che implica una capacità di conversione mediante la quale la Chiesa si volge
verso l’uomo alla luce della Scrittura e dell’esperienza di fede di tutta la Chiesa. A Dio
che comunica se stesso, non delle cose o delle verità, la risposta più adeguata del credente
è il dono di sé, offerta libera, la cui radice è la coscienza umana. Cf. C. T, La
recezione del Vaticano , vol , Tornare alla sorgente, EDB, Bologna , –. Per cui nel
divenire della fede si è attuato un passaggio: “dalla fede basata sull’autorità e l’ubbidienza, a
quella basata sulla comprensione; dalla fede basata sull’asserzione e la professione, a quella
basata sull’esperienza; dalla fede basata sulla prestazione, a quella basata sulla responsabilità;. . . dalla fede basata sull’oggetto a quella basata sull’interiorità” (E. B, Introduzione al
Cristianesimo, Borla, Roma , .).

Dentro la vita la Parola
passiamo insieme mi rinfranca. Alla tua mensa divido con te il pane della
tenerezza e della forza, il vino della letizia e del sacrificio, la parola della
sapienza e della promessa, la preghiera del ringraziamento e dell’abbandono
nelle mani del Padre. E ritorno alla fatica del vivere con indistruttibile pace.
Il tempo che è passato con te sia che mangiamo sia che beviamo è sottratto
alla morte. Adesso, anche se è lei a bussare, io so che sarai tu a entrare,
il tempo della morte è finito. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per
esplorare danzando le iridescenti tracce della Sapienza dei mondi. E infiniti
sguardi d’intesa per assaporarne la Bellezza .
L’icona è così una risposta alla necessità di un punto di intersezione tra
la vita di chi ascolta la parola e il dono–appello della fede, superando,
nella trasmissione della fede, le varie dicotomie: partire dall’alto o dal
basso, dal divino o dall’umano e le conseguenti ambiguità catechistiche (catechesi kerigmatica contro catechesi antropologica; catechesi
dottrinale contro animazione catechistica; celebrazione del mistero
eterno contro ritualità antropologica). Quelle che erano dicotomie si
convertono in sentieri del medesimo cammino, nei fili del medesimo
ordito che coinvolge i protagonisti, alla luce della singolare unità del
divino e dell’umano che si è realizzata in Gesù: “Via, Verità e Vita” che
in una storia umana e con una libertà umana è perfetta trasparenza del
volto misericordioso di Dio e che nella sua morte–risurrezione ci apre
la possibilità di un nuovo modo di esistenza, resa salvata dall’amore
oblativo al Padre e ai fratelli . Quando chi si fa discepolo ascolta la
parola liberamente e la fa risuonare nella propria coscienza e la ridice,
con intelligenza, come propria, essa è veramente parola di vita. Parola capace di dare significato all’esistenza personale e al mondo e di
dischiudere il processo dell’acquisizione di uno stile di vita credente
veramente incisivo. La fede quindi sorge nell’interiorità della persona
dove essa, grazie alla parola proclamata, si impegna nella relazione
con la persona di Gesù crocifisso e risorto che l’afferra, la emoziona e
la provoca suscitando la sua risposta d’amore, da cui scaturisce la vera
conoscenza che rende liberi.
. C. M. M, Invocare il Padre. Preghiere, Dehoniane, Bologna , –.
. C. Y, Contro la religione, Qiqajon, Magnano , –.
. Per una catechesi integrale a partire dall’esperienza

.. Il servizio della Catechesi
La catechesi nello svolgimento del suo compito di “far risuonare la
parola di Dio” si presenta come una realtà poliedrica, le cui facce, costituite da vari fattori e dimensioni che interagiscono tra loro (comunità
cristiana, catechista, soggetto in situazione storico–culturale, agenzie
educative), attingono alle fonti della parola mediante i rispettivi linguaggi (creato e storia, S. Scrittura e Tradizione, Liturgia e Dottrina
e testimoni della fede) e fanno sì che essa si attui come un processo
autoregolativo di molteplici itinerari (“Ci sono tanti modi di diventare
credenti quanti sono gli uomini”) lungo i quali avviene l’incontro tra
la parola viva e salvifica e l’amen di coloro che l’accolgono con cuore
sincero.
Dopo tanti pendolarismi tra un aspetto della catechesi rispetto a un
altro, dovuto spesso alla preoccupazione delle emergenze o a presupposti teologico–pastorali enfatizzati, si sente la necessità di realizzare
una catechesi integrale : servizio di Dio e dell’Uomo, momento vivo della tradizione ecclesiale, all’insegna di tre coordinate: pastorale
missionaria, modello catecumenale dell’iniziazione cristiana, scelta
antropologica che privilegia gli ambiti di vita . Per cui il credente–
testimone non è chiamato tanto a dire ciò che egli vive, ma ad aiutare
gli altri a scoprire ciò che già vivono per cogliervi i segni della presenza
e dell’azione di Dio. E siccome la risposta di fede a Dio che chiama
. R. G, La vita della fede, Morcelliana, Brescia , ; cf. W. K, o.c.,
Queriniana, Brescia , –.
. Cf E. A, La catechesi oggi. Manuale di Catechetica fondamentale, Ldc, Leumann
, –.
. Cei, Annuncio e catechesi per la vita cristiana. Lettera alle comnunità, ai presbiteri e
ai catechisti nel quarantennio del Documento di Base Il Rinnovamento della catechesi,  aprile
; Le tre Note della Cei sull’iniziazione cristiana del ,  e ; Cei, “Rigenerati
per una speranza viva” ( Pt ,): testimoni del grande “si” di Dio all’uomo, Roma ,n. ,
EDB, Bologna ; Cei, Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo. Atti del ° convegno
ecclesiale nazionale, Verona, – ottobre , EDB Bologna ; Cei, Educare alla vita
buona del vangelo. Orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per il decennio -, EDB,
Bologna ; cf. L. MEDDI, La proposta catechistica in Italia. Direzioni, progetti, problemi, in
G. R, L. B, L. V (edd), La catechesi e le sfide dell’evangelizzazione oggi,
Morcelliana, Brescia , –; E. B, Catechesi e iniziazione cristiana, in ivi, –;
U. M, Catechesi ed educazione, in ivi, –; U. L, Bibbia e catechesi: vicende,
criteri e sentieri, in ivi, –; W. K, o.c., –; F. P, La catechesi missionaria
e la nuova evangelizzazione nell’Europa post–cristiana, Cittadella, Assisi .

Dentro la vita la Parola
non avviene in un solo atto puntuale, ma attraverso un processo di
ricerca, diventa fondamentale un accompagnamento da parte della
comunità credente che con la sua interpretazione di fede spinge verso
“l’oltre di Dio”.
Ci insegna il Rinnovamento della Catechesi (RC , , , , –,
):
è compito della catechesi aiutare i fedeli a interpretare i segni dei tempi alla
luce del Vangelo in modo adatto a ciascuna generazione
affinché ognuno
scopra e viva la propria vocazione cristiana nel mondo, ognuno sia guidato a
interpretare le più comuni situazioni di vita e a viverle con sapienza cristiana;
Dio non viene da fuori, né si dà soltanto in situazioni privilegiate della vita,
ma è sempre presente nella trama di tutta l’esistenza.
Egli è colui che ci precede, che ci ama per primo. La catechesi deve
portare a maturazione questa consapevolezza facendo entrare in questa logica, abilitando a scoprire ovunque i segni di questa sua presenza,
amandolo in ogni cosa e sopra ogni cosa, formando all’esercizio di
una mentalità di fede, capace di agire come una prospettiva organica
e dinamica di tutta l‘esistenza al fine di realizzare la vocazione integrale dell’uomo. È sempre efficace la definizione data dalle Linee
fondamentali per una nuova catechesi della Chiesa olandese: la catechesi
è un
processo di illuminazione dell’esperienza umana come intervento salvifico
di Dio in cui il mistero di Cristo viene testimoniato nella forma dell’annuncio della parola al fine di destare e di alimentare la fede e indurre alla sua
attuazione nella vita.
E ci piace, ancora, citare Paolo  (E ) che diceva:
non si insisterà mai abbastanza sul fatto che l’evangelizzazione non si esaurisce nella predicazione e nell’insegnamento di una dottrina. Essa deve
raggiungere la vita
naturale e soprannaturale.
E l’esperienza è vita vissuta, corporale e spirituale. Coinvolge il
corpo, la psiche e lo spirito. E l’esperienza di fede è una percezione
. Per una catechesi integrale a partire dall’esperienza

“integra” dove tutte le capacità umane sono presenti e si completano: i
sensi, la ragione, il sentimento, l’intuizione, la capacità di relazione. In
essa le emozioni, le riflessioni e le decisioni si coniugano insieme per
cogliere il gusto delle cose e della vita, per percepire la verità umana e
il bisogno di felicità, di bene e di giustizia alla luce investigativa di un
“cuore intelligente”, che, a sua volta, per essere abilitato a fare esperienza di fede ha bisogno di essere purificato ed illuminato dalla fede,
anche se incipiente, e dalla luce dei valori evangelici . Anche oggi
il credente, attraverso l’esperienza dei testimoni oculari dell’evento–
Gesù, e attraverso l’esperienza della Chiesa, Corpo di Cristo, può
rivivere oggi la stessa esperienza partecipando ad essa con la propria
esperienza intessuta d’amore, perché chi ama è generato da Dio e
conosce Dio ( G , –).
La vera esperienza di Dio e la sua conoscenza non può non essere
che l’esperienza di un incontro personale, di una relazione con il
Signore e con gli altri, nostri fratelli.
La fede cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto
(. . . ). Solo credendo la fede cresce e si rafforza; non c’è altra possibilità per
possedere la certezza sulla propria vita se non abbandonarsi, in un crescendo
continuo, nelle mani di un amore che si sperimenta sempre più grande
perché ha la sua origine in Dio .
Così la catechesi si configura, non solo come esperienza in atto poiché conduce a vivere l’esperienza di fede della Chiesa, ma coinvolge
l’esperienza umana in quanto tale, al punto che la stessa “esperienza
può essere considerata luogo e contenuto, metodo e meta di catechesi” : nel senso che realizza o attualizza l’incarnazione del messaggio
. Cf. A. S, Intellectus quaerens fidem: la fede come compimento della ragione, in M.
C (ed). Pensare professare vivere la fede,Lup, Città del Vaticano , –; G.
L, Per una rinnovata professione di fede: riscoprire e pensare la fede oggi, ivi, –.
. B , Porta fidei, n.; cf anche Deus caritas est, n.: “All’inizio dell’essere
cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”;
Spe salvi n., ove il papa si chiede retoricamente se “l’incontro con quel Dio che in Cristo
ci ha mostrato il suo Volto e aperto il suo Cuore possa essere anche per noi non solo
“informativo”, ma anche “performativo”, vale a dire se possa trasformare la nostra vita così
da farci sentire redenti mediante la speranza che esso esprime”.
. E. A, o.c., –; M. P, Esperienza Fede Conoscenza per vivere la fede
nel nostro tempo, Cittadella, Assisi , –.

Dentro la vita la Parola
cristiano nelle condizioni più comuni di vita; nel senso che la vita
dell’uomo e dei popoli non è indifferente a Dio, anzi è la condizione nella quale Dio continua a manifestare agli uomini il suo amore
fedele, il suo progetto salvifico; nel senso che è il divenire della vita
che mi mostra i segni del Dio presente, del Dio con noi, del Dio che
trova la sua gloria nell’uomo vivente; nel senso di tessere relazioni
interpersonali intessuti di accoglienza, solidarietà e di amore in cui
il Signore risorto possa essere riconosciuto in tutta la sua realtà; nel
senso che educare alla fede significa educare ad interpretare la vita
alla luce della fede.
La storia, l’esperienza, la vita sono il campo d’azione dello Spirito,
che interpella l’uomo, nell’interiorità della sua coscienza che anela al
vero, al bello al buono e lo guida sulla Via della libertà, conquistata
da Cristo Gesù, lungo le fratture tra un desiderio infinito e una realtà
“liquida” e nel silenzio, doloroso o estatico di una domanda radicale,
mentre il disegno di Dio si dipana verso il futuro . Ne deriva che si
va verso Dio non, in primo luogo, partendo dalle idee, dai concetti,
dalle formule, ma, innanzitutto, partendo dai fatti, dalle persone, dagli
avvenimenti. Partendo dagli avvenimenti si incontra e si riconosce Dio
che parla con il linguaggio dell’esperienza cultuale, culturale, mistica
ed esistenziale. L’avvenimento è una traccia di Dio: Dio è passato di là.
“Ogni avvenimento è profezia e riflesso dell’avvenimento supremo
dell’incarnazione del Verbo” .
Ogni avvenimento può essere espresso religiosamente, può essere
ricondotto al suo fondamento ultimo e trovare la sua verità da parte
di un uomo aperto al senso del Mistero e impegnato in un cammino
mistagogico , in un itinerario, cioè, di svelamento progressivo della
realtà in cui Dio si vela e si rivela. Si tratta di un cammino iniziatico per
abilitare a prendere coscienza di “qualcosa” che è in definitiva presente
in modo inafferrabile e ineffabile “dietro” tutto ciò che è afferrabile
. T. S, M.I. R, Teologia pastorale. A partire dalla bellezza, Lipa, Roma ,
–.
. Catechismo dei Giovani, Non di solo Pane, .
. K. R, Sul concetto di mistero nella teologia cattolica, in Saggi teologici, Paoline, Roma , –. Cf. la prospettiva di una pastorale mistagogica in F. C, La Mistagogia.
Una scelta pastorale, EDB, Bologna ; l’educazione della fede come accompagnamento
mistagogico è descritta in V. A, Educazione come mistagogia. Un orientamento pedagogico
nella prospettiva del Concilio Vaticano , Centro Liturgico Vincenziano, Roma .
. Per una catechesi integrale a partire dall’esperienza

e dicibile, qualcosa che è al centro della vita e tuttavia trascendente,
cioè Dio. Così si può mostrare che Dio non si aggrega dall’esterno
e come un’aggiunta alla nostra vita e alla nostra esperienza di essa,
ma che egli è ogni volta già presente nella nostra vita e tuttavia resta
sempre soltanto futuro. Il salmo  lo esprime così: “Alle spalle e di
fronte mi circondi e poni su di me la tua mano”(v. ). E a Dio che si
rivela è dovuta l’“obbedienza della fede”.