Energia pulita dai frutti di bosco: la cella e il modulo fotovoltaico con coloranti naturali 1. Introduzione Nel nostro istituto, che da anni si occupa di tematiche inerenti le fonti di energie rinnovabili, alcuni docenti hanno sviluppato una ricerca, bibliografica e on-line, che in seguito è diventata ricerca sperimentale, per innovare la didattica disciplinare nell'ambito dell'insegnamento della chimica fisica e della chimica analitica. Durante l’anno scolastico 2006/2007, un gruppo di docenti e di studenti ha messo a punto una procedura relativa alla costruzione della cella a coloranti organici naturali (cella di Graetzel). Nello stesso anno si è creata una collaborazione con l’Università di Cà Foscari di Venezia all’interno del Progetto Lauree Scientifiche e l’esperienza della cella di Graetzel è stata inserita tra le varie esperienze proposte agli studenti dei diversi istituti della provincia e delle province limitrofe. Nasce all’interno di questo progetto il nostro interesse a voler approfondire alcuni aspetti della cella e quindi continuare la ricerca sperimentale. 1.1 Origine della ricerca Il prototipo di cella di Graetzel, realizzato nell'anno scolastico 2006/07, prevedeva l'utilizzo di coloranti naturali estratti unicamente dai frutti di bosco quali i mirtilli e un solo tipo di biossido di titanio e anche all’interno del Progetto Lauree Scientifiche non sono state approfondite le varie tematiche. In seguito all'analisi di dati trovati in letteratura abbiamo progettato una procedura per individuare le variabili essenziali che influiscono sull’efficienza della cella. A tal fine ci siamo posti le seguenti domande: 1. Come si modifica la risposta della cella cambiando il tipo di frutto e il tipo di solvente utilizzato per estrarre i coloranti organici impiegati nell’assemblaggio della cella? 2. Come influisce la dimensione delle nanoparticelle di biossido di titanio sull'efficienza della cella e sullo strato che si viene a depositare (caratteristiche della sospensione e condizioni di “sinterizzazione” del biossido di titanio)? 3. È possibile aumentare l'efficienza del dispositivo, eliminando i fenomeni dissipativi che si ottengono collegando le singole celle in serie e in parallelo, inserendo per esempio sullo stesso vetrino conduttivo strati attigui di biossido di titanio? 1.2 Stato dell’arte L’efficienza delle attuali celle solari al silicio varia dal 8% per il silicio amorfo, al 15-16% per il silicio policristallino, fino al 30% per i prototipi di laboratorio a giunzioni multiple ad esempio arseniuro di gallio. La maggior parte della ricerca è volta a rendere le celle solari più economiche e/o più efficienti, in modo da competere più efficacemente con le altre fonti di energia. Una nuova linea di ricerca si sta sviluppando di recente sulle celle solari di terza generazione a base di sostanze organiche: 1. Celle solari ibride a base di polimeri, vengono costruite con strati ultra-sottili di semiconduttori organici (PPV, fullereni); 2. DSSC (Dye Sensitize Solar Cell), celle costruite con coloranti organici (sintetici e naturali), sul modello della cella di Graetzel. Queste sono più economiche rispetto alle celle al silicio, ma nonostante l’efficienza sia ancora non soddisfacente e i problemi collegati all'esposizione agli agenti atmosferici non hanno ancora trovato una soluzione soddisfacente, sembra ci siano buone prospettive di miglioramento delle prestazioni nei prossimi anni per applicazioni su scala commerciale. 1 1.3 Organizzazione dati bibliografici Principio di funzionamento delle DSSC Come si può vedere nella figura n° 1 il funzionamento della cella fotovoltaica è il seguente: Gli elettroni del colorante, legati alla struttura nanocristallina del TiO2, eccitati dalla luce solare ricevono l’energia sufficiente (il gap di energia del biossido di titanio varia da 3,0 eV a 3,2 eV) per passare dalla banda di valenza alla banda di conduzione. Il TiO2 si comporta da semiconduttore e trasporta gli elettroni fino alla superficie dell’elettrodo che si carica negativamente. Gli elettroni abbandonano l’elettrodo e fluiscono in un circuito esterno fino al controelettrodo. La funzione dell’elettrolita è quella di trasferire l’elettrone del controelettrodo al colorante attraverso una reazione di ossido riduzione (I2/I- ), il ciclo può così continuare e la cella solare può fornire energia elettrica con continuità. Un processo simile avviene in natura con la fotosintesi clorofilliana. Confronto tra la fotosintesi e la cella (Vedi figura n° 2) La reazione relativa al processo di fotosintesi viene così schematizzata: 6CO2 + 6H2O → C6H12O6 + 6O2 Come nella fotosintesi, nella cella di Graetzel si verificano le seguenti trasformazioni Fotosintesi Clorofilla Trasformata in energia chimica H2O - 2e- → ½ O2 NADP* + H* + 2e→ NADPH Sostanze organiche Funzione Raccogliere l’energia luminosa Energia luminosa Ossidazione Elettrone trasferito tramite Tipi di materiali Cella di Graetzel Antocianine Trasformata in elettricita’ 2 I- - 2e- → I2 D* + TiO2 → e(TiO2) + D+ Celle con colorante organico Le particelle dello strato di biossido di titanio agiscono da accettori di elettroni, lo iodio agisce da donatore di elettroni e il colorante funziona come una “pompa” fotochimica: nella fotosintesi, questi tre ruoli sono svolti rispettivamente dal biossido di carbonio, dall’acqua e dalla clorofilla. Informazioni sui materiali necessari Biossido di titanio: è una polvere cristallina incolore, tendente al bianco. Ha formula chimica TiO2. Il TiO2 in natura è presente in tre forme cristalline diverse, il rutilo, l'anatasio e la brookite, colorate a causa di impurezze presenti nel cristallo. Il rutilo è la forma più comune: ciascun atomo di titanio è circondato ottaedricamente da sei atomi di ossigeno. Le altre strutture sono degli arrangiamenti ottaedrici distorti. Viene utilizzata il biossido nella conformazione dell’anatasio, in particelle di dimensioni nanometriche, che dai dati bibliografici risulta la più idonea per costruire la cella. Vetro conduttivo: il vetro è reso conduttivo depositando uno strato di SnO2. Una lastrina di vetro di dimensioni circa 4 per 4 cm, spessore circa 3-4 mm, mostra una resistenza di 40-50 ohm. Si possono ottenere risultati migliori utilizzando vetro conduttivo ITO (SnO2 drogato con indio) o con vetro conduttivo FTO (SnO2 drogato con fluoro) 2 Grafite: è un minerale che rappresenta uno degli stati allotropici del carbonio. E’ un buonissimo conduttore elettrico grazie alla natura dei suoi legami coniugati. Si può migliorare l’efficienza della cella depositando sul controelettrodo del platino come catalizzatore della reazione elettrodica in quanto riduce la sovratensione della coppia redox I2 / I3Elettrolita: soluzione di iodio 0.05 M in KI 0.5M Colorante (antocianine): Le antocianine sono dei pigmenti appartenenti ai flavonoidi; sono presenti nei vegetali, fiori, frutti, e foglie ed il colore è dovuto a vari fattori tra cui il pH. Il catione flavilio è la struttura di base di tutte le antocianine. (Vedi figura n°3) 1.4 Pianificazione del lavoro Il piano di lavoro ha come obiettivi specifici: A. verificare che i pigmenti organici estratti da vari frutti contengano i coloranti della categoria degli anticiani con le medesime caratteristiche strutturali di quelli contenuti nei mirtilli; B. utilizzare i coloranti estratti dai diversi frutti per verificare la loro funzionalità nella preparazione della cella di Graetzel; C. costruire le celle utilizzando i diversi coloranti estratti e confrontare le diverse efficienze dai risultati ottenuti; D. verificare se vi è un’eventuale degradazione nel tempo del dispositivo e un’eventuale perdita di efficienza; E. verificare la risposta delle celle modificando la dimensione delle particelle; F. costruire un modulo di più celle per avere maggiore potenza. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo utilizzato una parte del monte ore curricolare relativo alla disciplina di analisi chimica per la quinta classe ad indirizzo chimico industriale, per un periodo di circa tre mesi. Le apparecchiature e la strumentazione utilizzata nel progetto erano disponibili nei laboratori del nostro istituto, ed è stato fatto un acquisto integrativo dei materiali e reattivi specifici per realizzare l’estrazione dei coloranti come indicato nell’articolo di M. Graetzel.pubblicato nel 1997 J.Phys.Chem. 1.5 Consultazione degli esperti Il gruppo di studenti si è avvalso della consulenza dei docenti di chimica e di fisica del nostro istituto e della collaborazione del tecnico del laboratorio della sezione chimici, per mettere a punto la procedura per realizzare la cella. In un secondo tempo il gruppo di lavoro (studenti-docenti) si è avvalso della collaborazione dei ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (Scienze dei materiali) per la fase di caratterizzazione dei nanostrati di biossido di titanio (dimensioni delle particelle). 2. Studio dei componenti della cella 2.1 I coloranti 2.1.1 Caratteristiche funzionali dei coloranti Si è svolta una ricerca bibliografica inerente le indagini svolte da M.Graetzel sulle celle fotovoltaiche a base di coloranti organici. In particolare ci siamo interessati agli esperimenti condotti sulla struttura e sulla funzione di quelli estratti dai frutti di bosco (es. mirtilli neri). La procedura utilizzata dal nostro gruppo di lavoro è stata messa appunto tramite le seguenti indicazioni tratte dall’articolo di Graetzel del 1997 “Nel mirtillo nero sono presenti due antociani: il cyanin3-glicoside e il cyanin3-rutinoside. 3 • • Il pigmento viene estratto usando una miscela di metanolo-acido acetico-acqua (25:4:21) e il filtrato estratto viene purificato attraverso una colonna per cromatografia di esclusione (Sephadex LH 20) e l’eluizione viene condotta con il medesimo solvente usato per l’estrazione; si sono ricavate 30 frazioni, ciascuna utilizzando 10 mL di eluente. Le frazioni 9-20 hanno mostrato un rapporto di assorbanze A520 / A280 > 1 e vengono utilizzate per la parte sperimentale di caratterizzazione ( registrazione degli spettri di assorbimento degli antociani).” “Registrazione degli spettri tramite spettrofotometria di assorbimento molecolare nel UVvisibile: 10-4M di cyanin in metanolo/acido acetico/acqua (25:4:21) con massimo di Abs a 520nm; max. di Abs (poco pronunciato) a 390nm; altro max. di Abs in UV 280nm circa. 10-5M di cyanin adsorbito in 0,4 g/L di TiO2 colloidale Abs max. 532nm (red shift dovuto al carattere acido del TiO2 legato al colorante antocianina). pH acido Cyanin Flavylium (rosso) pH basico Cyanin Quinonoidal (porpora).” Sono stati registrati gli spettri di ABS ( UV-Visibile) delle prime 4 frazioni e valutati con attenzione, confrontandoli con quelli riportati in bibliografia; viene confermata la buona separazione degli antociani dalle altre sostanze organiche dato che i due massimi ABS sono ben separati, cioè gli antociani mostrano un picco di assorbimento a 520-530 nm circa e le sostanze organiche interferenti assorbono a 280nm circa. • • • • • 2.1.2 Fasi operative di ricerca Estrazione del colorante dai frutti; Filtrazione dell’ estratto; Purificazione del filtrato in colonna cromatografica; Selezione delle frazioni da analizzare; Registrazione delle spettro di assorbimento dei due antociani caratteristici. L’estratto con acqua è stato filtrato su filtro a porosità adeguata e successivamente utilizzato per la registrazione degli spettri (vedi figura n° 8). Lo spettro del colorante estratto con acqua mostrava le impurità presenti negli antociani, che vengono eliminate tramite l’estrazione con solvente. Vedi figura spettro mirtillo con acqua. Il succo estratto con solvente è stato filtrato e purificato attraverso un passaggio su colonna cromatografica (cromatografica di esclusione con colonna Sephadex LH 20) utilizzando come eluente lo stesso solvente utilizzato nella fase di estrazione. Sono state ricavate 30 frazioni, utilizzando per ogni eluizione 10mL di solvente; si è notato che solo le prime 4 frazioni mettevano in evidenza una colorazione caratteristica degli antociani ( rosa-ciano). Le frazioni eluite mostravano una colorazione sempre meno intensa con il procedere della eluizione; poiché la prima frazione però mostrava una certa opalescenza, dovuta a sostanze organiche non trattenute nella prima eluizione, è stata scelta la seconda frazione che mostrava una colorazione abbastanza intensa (vedi figura n° 8). 2.1.3 Registrazione e valutazione degli spettri di assorbimento Nello spettro del mirtillo estratto col solvente, si nota il picco dell’antociano a 520-530 nm dalla “tipica” forma e dal valore della λ di assorbimento caratteristica come riscontrato in bibliografia e quello del rutin a 370 nm circa da noi caratterizzato. Vedi spettro di antociano- rutin. L’identificazione del picco a 370 nm (rutin) si è ottenuto tramite lo spettro di assorbimento della sostanza pura che mostra il medesimo picco. 4 Vedi spettro rutin standard. Come si nota dallo spettro, nella frazione n°9 ottenuta durante l’eluizione nella colonna cromatografica, si rivela la presenza del picco dei polifenoli, presenti in tracce, che non era identificabile nello spettro iniziale in quanto sovrapposto all’assorbimento delle altre sostanze interferenti, eliminate con la procedura di separazione e purificazione. Vedi figura spettro polifenoli. 2.2 Caratteristiche del biossido di titanio nanostrutturato 2.2.1 Fasi operative • Caratterizzazione del nanostrato di TiO2 al SEM (microscopio a scansione elettronica); • Scansione al TEM (microscopio a trasmissione elettronica); 2.2.2.Osservazioni e risultati ottenuti Dopo aver preparato la sospensione di TiO2 (indicazioni sulla preparazione al punto 3.1) e avere steso lo strato di biossido di titanio sul vetrino, il complesso viene portato in stufa a 450°C per 30 minuti. Riteniamo importante il passaggio di raffreddamento del vetrino, che deve essere graduale per non provocare crepe o rottura da shock-termico (soprattutto per vetrini di dimensioni maggiori. Oltre alla fase di sinterizzazione, sono necessarie alcune accortezze nel metodo di preparazione della sospensione e in quello di deposito dello strato di TiO2 sul vetrino. Abbiamo ottenuto, da ripetute sperimentazioni e dopo numerosi insuccessi, una consistenza “adeguata” per ottenere un deposito uniforme dello strato. Dall’analisi al microscopio a scansione elettronica (SEM) è risultato che lo strato di biossido di titanio, applicato sul vetrino conduttivo, presenta uno spessore di circa 16 micron, dopo la sinterizzazione, partendo da uno spessore iniziale di circa 50 micron. Da questi risultati e dalle foto ottenute si nota la formazione di una grande superficie specifica della nanostruttura porosa che aumenta la capacità di assorbire il colorante, e quindi il numero di elettroni fotosensibili che fluiscono nel circuito. Vedi foto 1^ SEM e foto 2^ SEM Dai risultati ottenuti con questo biossido di titanio (25nm) abbiamo pensato di provare a testare la funzionalità di particelle con diametro inferiore (5nm) per verificare se eventualmente si ottenevano delle rese migliori. Dalla scansione al microscopio a trasmissione elettronica (TEM) dei cristalli dei due tipi di biossido di titanio, si notano le diverse dimensioni dei cristalli, con un pari ingrandimento Vedi foto 1^ 2^ 3^ TEM La funzione della nanostruttura di biossido di titanio è quella di facilitare il passaggio degli elettroni dal colorante verso la grafite. La dimensione dei cristalli e la loro purezza, influenzano quindi la formazione di tale struttura, diventando così protagonisti nella determinazione dell’efficienza della cella. Osservando i dati riportati nella seconda parte (Assemblaggio della cella di Graetzel e test di funzionalità) possiamo indicare che risultati simili si ottengono utilizzando particelle con un diametro che va da 5 a 25nm. Tale riscontro sperimentale è in linea con i dati ricavati dalle ricerche on-line, per esempio si è visto che l’azienda Solaronix utilizza particelle di diametro di 13nm. 3. Costruzione della cella di Graetzel e test di funzionalità 3.1 fasi operative • Preparazione della cela • Misure di I e V delle celle campione prodotte; • Organizzazione e analisi dei i risultati ottenuti; • Costruzione curva caratteristica potenziometrica 5 Preparazione della cella (vedi fig.5÷12) 1. Preparazione della sospensione di biossido di titanio La sospensione di TiO2 viene preparata in un mortaio macinando il biossido e aggiungendo lentamente una soluzione acida a pH 3,5 fino ad avere una pasta omogenea, lasciata riposare qualche minuto, viene inserita in una siringa, per comodità di uso successivo. 2. Deposito della sospensione di Biossido di Titanio sul vetrino conduttivo Il vetrino viene pulito con l’etanolo ed assicurato al banco di lavoro con lo scotch (maschera); lo scotch creerà un solco da riempire con la sospensione di biossido di titanio che viene depositata tramite una siringa. La sospensione viene spalmata, con una bacchetta di vetro sulla superficie del vetrino. In questo modo lo strato di TiO2 dovrebbe avere lo stesso spessore dello scotch. 3. Cottura del vetrino Viene utilizzata una muffola dove il vetrino subisce il trattamento termico a 450 °C per circa 30 minuti, poi viene lasciato raffreddare gradualmente a temperatura ambiente. 4. Preparazione della tintura antocianina e immersione del vetrino I mirtilli, lamponi o melograni vengono trattati con una miscela di solventi o con acqua distillata. La sospensione viene poi filtrata per eliminare i solidi sospesi. Il colorante viene versato in un recipiente in cui si immerge il vetrino conduttivo, con il biossido di titanio rivolto verso il basso, per 10minuti. Dopo aver depositato il colorante sul vetrino, questo viene lavato prima con acqua e poi con etanolo. La cella poi viene asciugata delicatamente con della carta assorbente. 5. Purificazione in colonna degli antociani estratti Le antocianine vengono purificate e separate dalle altre sostanze organiche per adsorbimeno selettivo tramite colonne cromatografiche a setacci molecolari (esclusione). • si prepara una sospensione con sephadex per riempire 10 cm di colonna. • si versa 10ml di colorante e si procede alla separazione sotto vuoto. • si raccolgono le diverse frazioni eluite in un volume di 10 ml ciascuna. Le diverse frazioni eluite vengono raccolte per la successiva fase di identificazione dei coloranti, tramite tecniche spettrofotometriche. Le frazioni eluite con maggior concentrazione di coloranti sono quelle intermedie. 6. Preparazione del controelettrodo La preparazione del controelettrodo si ottiene depositando con la matita di graffite un leggero strato di carbonio sull’intera faccia conduttiva del vetrino. 7. Assemblaggio della cella Vengono sovrapposti il vetrino coperto di TiO2 e il controelettrodo con la grafite con i lati trattati rivolti verso l’interno, lievemente sfalsati per lasciare esposti i bordi scoperti per i contatti elettrici. Vengono depositate alcune gocce di elettrolita sul bordo del dispositivo; il liquido viene assorbito per capillarità dallo strato di biossido di titanio posto tra i due vetrini. Misure di I e V Sono stati raccolti i dati relativi alle misure di Intensità di corrente e differenza di potenziale di alcune celle costruite, utilizzando coloranti estratti da diversi frutti e con diverso strato di biossido di titanio che presentano i comportamenti più interessanti. Vedi tabelle n°1, n°2, n°3, e n°4. 6 3.2 Organizzazione e analisi dei dati 1. Dai valori misurati della ddp si osserva che tali valori risultano indipendenti dalla dimensione delle nano particelle di TiO2, dal tipo di colorante utilizzato e dalla procedura di estrazione. Intervallo di valori della ddp misurata: 0,39-0,48 V. Le misure sono state effettuate su celle illuminate da una lampada con uno spettro e un flusso luminoso simile a quello del sole (800-1000 W/m2). Sorgente: lampada Osram Halopar 30 75 watt con specchio dicroico (filtro UV) Il valore della ddp misurata si può ricondurre, entro certi limiti, al valore indicato dai dati bibliografici riferiti al solo nanostrato di biossido di titanio nella forma di anatasio; il potenziale generato da una cella DSSC corrisponde alla differenza energetica tra il livello di Fermi del semiconduttore illuminato e il potenziale redox dell’elettrolita(coppia redox I2/I3-) 2. Dai valori misurati della I si osserva: a. Lamponi: particelle 5nm I= 2,00mA e 2,10mA Si può ipotizzare una migliore efficienza della cella che utilizza questo colorante, che andrebbe verificata con un numero più significativo di campioni. b. Mirtilli: particelle 25nm I= 0,60 - 0,80 - 1,20 mA particelle 5nm I=0,90 – 1,02 mA c. Melograni: particelle 25nm I= 1.00 - 1,90 mA Si osserva una discreta variabilità delle misure ottenute per entrambi i frutti ( si trascurano valori < 0,50mA) dovuta essenzialmente alla modalità di preparazione dello strato di biossido di titanio, come abbiamo potuto osservare durante la sperimentazione (consistenza della pasta, modalità di stesura sul vetrino, modalità di cottura per ottenere la sinterizzazione del nano strato). Dalle misure effettuate con i diversi coloranti, si può ritenere che tutti i frutti che contengono antociani possono essere utilizzati per ottenere celle efficienti, come risulta dalle sperimentazioni in atto presso le università e gli istituti di ricerca. Dalle misure tabulate risulta evidente che tutti i coloranti estratti subiscono una rapida degradazione per esposizione all’aria e alla luce (ossidazione, fotodegradazione). Tale fatto risulta evidente da misure effettuate sulla medesima cella, ripetute dopo 1 giorno e nel caso del lampone la misura della I, ripetuta dopo 30giorni presenta un valore di circa la metà del valore iniziale. Una prima conclusione è che gli elementi determinanti, per ottenere dei valori di corrente significativi, sono tutti da ricondurre alla procedura di preparazione del vetrino con il biossido di titanio nano strutturatoPer ottenere uno strato omogeneo si deve preparare una pasta di TiO2 di una particolare “consistenza” che deve essere applicata sul vetrino con una adeguata procedura. Si ottengono risultati più riproducibili preparando la sospensione del TiO2 tramite bagno a ultrasuoni. 3.3 Costruzione della curva caratteristica I-V La costruzione della curva caratteristica I-V viene effettuata con i dati raccolti utilizzando celle con colorante estratto dai lamponi, che davano migliori risultati. Con essa si può determinare graficamente il punto di miglior funzionamento della cella, e quindi la potenza di picco del dispositivo. Vedi grafico n°1 e n°2 Le misure raccolte per la costruzione dei grafici, sono riferite a test effettuati su celle illuminate da una lampada con uno spettro e un flusso luminoso simile a quello del sole (800-1000 W/m2). Sorgente: lampada Osram Halopar 30 75 watt specchio dicroico (filtro UV). Vedi schema elettrico. Le misure effettuate sono riferite a celle assemblate con i seguenti componenti e caratteristiche: 7 1^: colorante estratto da lamponi congelati e biossido di titanio con particelle di dimensioni di 5nm. 2^: colorante estratto da lamponi freschi e biossido di titanio con particelle di dimensioni di 5 nm. Analisi dei datii -Come si può notare osservando i due grafici relativi alla costruzione delle curve voltamperometriche, si è riscontrata una differenza nell’efficienza tra celle costruite utilizzando colorante organico estratto da frutti congelati e celle (4x4 cm circa) costruite con estratti da frutti freschi. Dal calcolo della potenza del dispositivo è stato individuato il Maximum Power Point relativi alle due differenti curve: • Curva riferita al colorante estratto da frutti freschi: V:245 mV I:1,25 mA Wp:306.25 µW • Curva riferita al colorante estratto da frutti congelati: V:256 mV I:0,66 mA Wp:168.96 µW Confrontando i risultati di potenza ottenuti, possiamo dire che il colorante estratto da frutti freschi è più efficiente di quello da frutti congelati. Questo fenomeno influenza i risultati di V prodotti dalle celle, ma soprattutto quelli di I, che nel caso della seconda prova con i frutti congelati, sono il fattore discriminante per lo scarso valore di potenza massima dei dispositivi. In entrambe le prove si nota inizialmente un aumento della fotocorrente nei primi 10 minuti, per cui abbiamo ipotizzato un effetto di stabilizzazione della cella; successivamente verificato nelle medesime osservazioni, relative al fenomeno, trovate nel famoso articolo pubblicato da M.Graetzel nel 1997 J.Phys.Chem. Per questo motivo abbiamo deciso di iniziare la raccolta dei dati per la costruzione dei grafici dopo 10 minuti dal posizionamento della cella e dall’accensione della lampada. 3.4 Conclusioni Le prestazioni di una singola cella sono limitate, sia per i valori della ddp sia per le intensità di corrente; occorre quindi assemblare più celle per poter avere valori di I e di V maggiori di quelli ottenuti e poter alimentare un qualche dispositivo. Gli usi da noi sperimentati sono stati quelli di far funzionare una calcolatrice, mettendo tre celle in serie, in considerazione del fatto che questi apparecchi necessitano di una ddp di 1,5v e di correnti molto piccole. Questo primo risultato ci ha soddisfatti, ma nello stesso tempo ci ha proiettati verso l’idea di costruire un pannello con singole celle collegate in serie e in parallelo, per poter raddoppiare, triplicare, non solo correnti , ma anche ddp; mentre il collegamento in serie non ha mai posto problemi, infatti si ottiene una ddp totale che è somma di quelle delle singole celle, il collegamento in parallelo invece è risultato molto problematico. 4. Costruzione Modulo 4.1 Introduzione Le difficoltà emerse durante la costruzione del pannellino, ci hanno spinto a continuare la ricerca e tentare la costruzione di una cella modulo (più strisce di TiO2 sullo stesso vetrino) per poter avere celle più uniformi tra loro e contatti più efficienti. (vedi foto fig 13 ÷20). Il vantaggio sostanziale che può dare la cella modulo è di moltiplicare sia i valori di intensità di corrente che di ddp infatti esso è un dispositivo che permette di collegare le singole strisce in serie e in parallelo, in base al tipo di collegamento. Sono state fatte varie ipotesi di lavoro, in relazione al tipo di collegamento che si vuole realizzare. Ora illustreremo gli esperimenti, che ci hanno portato alla costruzione della cella modulo, analizzando le varie problematiche che sono emerse durante la progettazione e realizzazione. 8 4.2 Fasi operative • Costruzione di un modulo con collegamento in serie delle singole strisce • Costruzione di un modulo con collegamento contemporaneamente in serie e parallelo delle singole strisce Collegamento in serie Sui vetrini che costituiscono il modulo, sono stati praticati due solchi in modo da interrompere la conducibilità della superficie conduttiva del vetrino, formando così tre parti separate sulle quali si è steso il TiO2.; collegando poi opportunamente elettrodo e contro elettrodo (vedi schema fig.22 ) si ottiene un collegamento in serie delle tre strisce. Le misure effettuate sono state abbastanza soddisfacenti, infatti i valori di ddp (1,2 v), triplicano rispetto a quelli che mediamente si ottengono con una sola cella (0,4 v ca.), e il valore di Intensità di corrente si attesta sui valori medi riscontrati con una sola cella, 1,9 mA. Si è pensato anche di migliorare i contatti tra elettrodo e controlettrodo inserendo delle piccole strisce di rame o alluminio, tra quelle di biossido di titanio, in modo da permettere il passaggio degli elettroni più agevolmente e far aumentare così l’intensità di corrente. Dalle misure volt-amperometriche si notava un lieve miglioramento ma non significativo. Comunque il nostro obiettivo era di verificare se il collegamento in serie operato era corretto e questo è stato verificato, infatti alla fine di tutte le prove per la cella modulo così costruita la d.d.p aumenta in proporzione al numero delle strisce di biossido di titanio. Collegamento in serie e in parallelo Rispetto a questo collegamento sono state effettuate delle prove, inserendo una striscia di rame orizzontale sul bordo dell’elettrodo; i risultati non sono stati riproducibili, pertanto per poter valutare i risultati è necessario ripetere l’esperienza e trovare condizioni standard; per cui abbiamo fatto un piano per continuare la ricerca e poter avere dati certi: 1) Elettrodo e controelettrodo con solco verticale con nastro orizzontale di rame sull’elettrodo e /o sul controelettrodo 2) Elettrodo e controelettrodo con solco verticale e solco orizzontale, in modo da formare complessivamente 6 rettangoli sul vetrino di TiO2 solo sull’elettrodo e/o sul contro elettrodo. (vedi figura 24) Conclusioni Se il nostro obiettivo sarà raggiunto, il dispositivo potrà essere collegato a sistemi che funzionano con una apprezzabile intensità di corrente come per esempio la celle a combustibile (idrogeno, metanolo); in questo modo si potrà produrre l’idrogeno necessario per alimentare una cella a combustibile. Questo il nostro obiettivo a lunga scadenza. Le sperimentazioni descritte hanno prodotto, in noi studenti, grande entusiasmo, nonostante ci abbiano messo alla prova tutte le volte che i risultati non erano in sintonia con le ipotesi fatte. Il modulo fotovoltaico costruito con le celle di Greatzel potrà essere utilizzato per produrre idrogeno tramite elettrolisi e quindi fornire il combustibile rinnovabile per le fuel cell? 9 Indice 1. Introduzione 1.4 Origine della ricerca 1.2 Stato dell’arte 1.3 Organizzazione dati bibliografici 1.4 Pianificazione del lavoro 1.5 Consultazione degli esperti 2. Studio dei componenti della cella 2.4 I coloranti 2.1.1 Caratteristiche funzionali dei coloranti 2.1.2 Fasi operative di ricerca 2.1.3 Registrazione e valutazione degli spettri di assorbimento 2.2 Caratteristiche del biossido di titanio nano strutturato 2.2.1 Fasi operative di ricerca 2.2.2.Osservazioni e risultati ottenuti 3. Costruzione della cella di Graetzel e test di funzionalità 3.4 Fasi operative di ricerca 3.5 Risultati ottenuti 3.6 Costruzione della curva caratteristica I-V 3.7 Conclusioni 4. Costruzione Modulo 4.1 Introduzione 4.2 Fasi operative Conclusioni 10
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