INTERVENTI DI RESTAURO ECOSOSTENIBILI E A BASSO IMPATTO AMBIENTALE SUI BENI CULTURALI E SULL’EDILIZIA STORICA: PROCEDURE E METODI Parma, 20 maggio 2014 Sperimentazioni in corso: nuovi sistemi consolidanti e protettivi ecosostenibili Ing. Elisa Franzoni Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali Scuola di Ingegneria e Architettura Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Il concetto di sostenibilità MATERIALI (ECO)SOSTENIBILI materie prime trasp. produzione/ lavorazione trasp. posa in opera vita in servizio fine vita (riuso, riciclo, smaltimento) Il concetto di sostenibilità MATERIALI (ECO)SOSTENIBILI materie prime trasp. produzione/ lavorazione trasp. posa in opera vita in servizio MATERIALI “BIOCOMPATIBILI” fine vita (riuso, riciclo, smaltimento) I requisiti dei materiali Ecosostenibilità/biocomp. I requisiti dei materiali Propr. meccaniche (resistenza, rigidezza) Durabilità nell’ambiente di servizio Proprietà termoacustiche Compatibilità con i materiali esistenti Costo Ecosostenibilità/biocomp. ? Sicurezza (nell’utilizzo, in caso di incendio, ecc.) Qualità estetica Vincoli sui parametri fisici e dimensionali (densità, ingombro, ecc.) I requisiti dei materiali per il consolidamento e la protezione nel restauro EFFICACIA COMPATIBILITA’ DURABILITA’ ECOSOSTENIBILITA’/BIOCO MPATIBILITA’ Consolidanti per il restauro materiale consolidante - materiale polimerico (resina) - silicati (es. silicato di etile) - idrossido di bario - calce e nanocalce - nanoparticelle (nanosilice) + solvente/disperdente - acqua - solvente organico (es. alcool, white spirit) - nessuno Consolidanti sperimentali materiale consolidante - diammonio idrogeno fosfato (DAP) + solvente/disperdente - acqua (solvente) Consolidanti sperimentali Si basa sulla formazione di IDROSSIAPATITE (HAP) per reazione tra la calcite della pietra e una soluzione acquosa di diammonio idrogeno fosfato (DAP) (48 ore circa): 10CaCO3 + 5(NH4)2HPO4 → Ca10(PO4,CO3)6(OH,CO3)2 + 5(NH4)2CO3 + 3CO2 + H2O L’idrossiapatite ha: - una minor solubilità della calcite - una struttura cristallina simile a quella della calcite - parametri di cella simili a quelli della calcite L’idrossiapatite è il principale costituente di ossa e denti. Consolidanti sperimentali Calcare Globigerina (Isola di Malta) Consolidanti sperimentali Pietra di Noto Pietra leccese Consolidanti sperimentali Curve della distribuzione dei pori di un calcare poroso (SS2 = Calcare Globigerina, Malta) trattato con idrossiapatite (HAP) e silicato di etile (TEOS) Consolidanti sperimentali La soluzione consolidante ha una elevata profondità di penetrazione Indurisce rapidamente (ca. 48 ore contro le 4 settimane del silicato di etile) Reagisce con la pietra calcarea e rinsalda le lesioni ai bordi di grano, con un buon effetto consolidante No dà sottoprodotti dannosi per la pietra Dà luogo a un prodotto finale durevole Non altera la porosità della pietra e quindi non ne modifica la permeabilità al vapore Non dà effetti di idrorepellenza e quindi non pregiudica l’applicazione di ulteriori trattamenti ad acqua Il solvente acquoso non è dannoso per la salute degli operatori Il prodotto finale è biocompatibile Protettivi per il restauro strato di sacrificio - calce - calce e cocciopesto idrorepellente - silossani - polimeri fluorurati Protettivi per il restauro strato di sacrificio - calce - calce e cocciopesto idrorepellente - silossani - polimeri fluorurati materiali fotocatalitici - biossido di titanio (TiO2) La catalisi Esistono reazioni termodinamicamente favorite (ΔG < 0), ma talmente lente da non avvenire nella pratica. Il motivo è ogni reazione chimica richiede, per poter iniziare, una certa energia, detta energia di attivazione (> 0). Supponiamo che una di queste reazioni sia: A + B → AB Un modo per accelerare la reazione è usare un catalizzatore (C), che non altera i prodotti finali, ma modifica gli stadi della reazione, abbassando l’energia di attivazione. Ad esempio: A+B A + C → A−C (*) A−C + B → AB + C * adsorbimento fisico o chimico sui siti attivi del catalizzatore Il catalizzatore non si consuma nella reazione A-C + B AB + C La fotocatalisi Il materiale si comporta da catalizzatore quando è esposto alla luce solare. Un esempio di fotocatalizzatore è il biossido di titanio (TiO2, anatasio). Il biossido di titanio, nella sia altra forma (rutilo), è ampiamente utilizzato fin dall’inizio del ‘900, come pigmento bianco nelle vernici, cui conferisce potere coprente. Il biossido di titanio (TiO2, anatasio) In presenza di luce (oltre che umidità e ossigeno), è in grado di attivare processi ossidativi che trasformano alcune sostanze inquinanti (SOx, NOx, composti organici aromatici e non, polveri fini, ecc.) in composti non dannosi e facilmente dilavabili (generalmente sali solubili quali solfati, nitrati, ecc.). Proprietà disinquinanti Il biossido di titanio (TiO2, anatasio) Ad esempio, con un rapporto superficie-volume di 10, è possibile realizzare un abbattimento degli NOx da 300 ppb a 100 ppb in 40’. Il biossido di titanio (TiO2, anatasio) In presenza di luce (oltre che umidità e ossigeno), è anche in grado di esercitare un’azione ossidante che decompone sostanze organiche varie (batteri, sporcizia di natura organica, ecc.) Proprietà antisettiche e antibatteriche Applicazioni Pavimentazioni “antismog” per arredo urbano (autobloccanti, masselli, ecc.) Applicazioni Piastrelle ad azione antisettica Pitture e vernici per ambienti interni ed esterni Purificazione delle acque Cementi al biossido di titanio Chiesa “Dives in Misericordia” (Roma, Richard Meier) Cité de La Musique et des Beaux Arts (Chambery, Yann Keromnès et al.) Altre proprietà del TiO2 Sottilissimo rivestimento di TiO2 “Super-idrofilia” Vetrate “auto-pulenti” e vetri antiappannamento Altre proprietà del TiO2 Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimens. media 10-20 nm) disperse in acqua (1% in peso). Applicazione a spruzzo su travertino. Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimens. media 10-20 nm) disperse in acqua (1% in peso). Applicazione a spruzzo su travertino. Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimens. media 10-20 nm) disperse in acqua (1% in peso). Applicazione a spruzzo su travertino. Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimensione media 10-20 nm) disperse in acqua Applicazione a spruzzo su elementi in marmo (Dipartimento di Matematica, Bologna, Giovanni Michelucci, 1959-1965) Dopo alcuni anni dall’applicazione il biossido di titanio pare ancora presente. Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimensione media 10-20 nm) disperse in acqua Applicazione a spruzzo su intonaci tinteggiati (Ex-Albergo del Corso, Via S. Stefano, Bologna, fine ‘700) Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimensione media 10-20 nm) disperse in acqua Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimensione media 10-20 nm) disperse in acqua Materiali intonaco a calce con cocciopesto tinta a calce con pigmenti e additivi nanodispersione di TiO2 in acqua Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimensione media 10-20 nm) disperse in acqua Sperimentazioni nel campo del restauro Campione non trattato Campione trattato Il trattamento comporta una diminuzione dell’angolo di contatto e una maggiore velocità di assorbimento dell’acqua. Sperimentazioni nel campo del restauro Campione non trattato Campione trattato Il trattamento comporta una diminuzione dell’angolo di contatto e una maggiore velocità di assorbimento dell’acqua. Sperimentazioni nel campo del restauro La permeabilità al vapore rimane sostanzialmente invariata Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimensione media 10-20 nm) disperse in silicato di etile. Applicazioni come consolidante con funzione di autopulenza su calcareniti porose. Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimensione media 10-20 nm) in una sospensione acquosa di polimero acrilico (polimero: 4% in peso, TiO2: 0,3% in peso). Applicazioni come protettivo autopulente su marmo di Carrara e calcari porosi. • Ha effettivamente caratteristiche autopulenti e antibatteriche? • Mantiene l’idrofobicità propria del polimero? • Ha una sufficiente durabilità? Sperimentazioni nel campo del restauro Nanoparticelle di biossido di titanio (dimensione media 10-20 nm) in una sospensione acquosa di polimero acrilico (polimero: 4% in peso, TiO2: 0,3% in peso). Applicazioni come protettivo autopulente su marmo di Carrara e calcari porosi. Dopo 1000 ore di esposizione ai raggi UV, il solo polimero acrilico mantiene la sua idrofobicità, mentre il polimero caricato col biossido di titanio la perde. Il biossido di titanio catalizza la degradazione del polimero! Sostenibilità e salute Il biosssido di titanio usato come pigmento è classificato dallo IARC (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo Group 2B - possibly carcinogenic to humans “There is inadequate evidence in humans for the carcinogenicity of titanium dioxide. There is sufficient evidence in experimental animals for the carcinogenicity of titanium dioxide” Gli effetti tossicologici del biosssido di titanio di dimensioni nanometriche sono ancora poco noti, in quanto dipendono da molteplici fattori (forma e dimensione delle nanoparticelle, ecc.) L’impatto ambientale della produzione di nano-TiO2 (LCA) è elevato, ma mitigato dall’azione anti-inquinante del prodotto finito. Studi sulle vetrate auto-pulenti suggeriscono che il bilancio sia complessivamente positivo. Grazie per l’attenzione! [email protected] DICAM - Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali Università di Bologna Via Terracini 28, 40131, Bologna
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