Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 DCB Milano) Ordine Provinciale Medici Chirurghi e Odontoiatri Milano 1|2014 ANNO LXVII INCHIESTA • Prevenzione, una “vecchia carta” da giocare anche in “futuro” CAMICI A RISCHIO DI COLLERA E AGGRESSIONI • Sigaretta elettronica, siamo sicuri? • Certificati per attività sportiva: cambiamento con poca chiarezza • La chirurgia, interdisciplinare, prima di tutto www.omceomi.it Collegati con l’Ordine Ricordiamo che, ai sensi dell’art. 16 comma 7 D.P.R. 185/2008, sei tenuto a comunicarci il tuo indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC). Se non lo hai già fatto, segnalalo inviandolo a: [email protected]. Grazie. 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Poste Italia ne SpA Sommario Anno LXVII- 1/2014 Direttore Responsabile: Roberto Carlo Rossi Comitato di Redazione: Valerio Brucoli, Costanzo Gala, Ugo Garbarini, Dalila Patrizia Greco, Maria Grazia Manfredi, Luigi Paglia, Alberto Scanni, Martino Trapani Redazione e realizzazione Tecniche Nuove SPA Via Eritrea 21 20157 Milano - Italy Redazione: Cristiana Bernini - 02 39090689 Impaginazione: Alessandra Loiodice Grafica: Grafica Quadrifoglio S.r.l., via Eritrea 21, 20157 Milano e-mail [email protected] Segreteria Cinzia Parlanti - Mariantonia Farina Via Lanzone 31 – 20123 Milano Tel 02 86471400 - 02 86471449 e-mail: [email protected] Gli articoli e la relativa iconografia impegnano esclusivamente la responsabilità degli autori. I materiali inviati non verranno restituiti. Il Comitato di Redazione si riserva il diritto di apportare modifiche a titoli, testi e immagini degli articoli pubblicati. I testi dovranno pervenire in redazione in formato word, le illustrazioni su supporto elettronico dovranno essere separate dal testo in formato TIFF, EPS o JPG, con risoluzione non inferiore a 300 dpi. Stampa: Arti Grafiche Boccia, Salerno (SA) Trimestrale Poste Italiane SpA – Spediz. In abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2, DCB Milano Dati generali relativi all’Ordine Consiglio Direttivo Presidente Roberto Carlo Rossi Vice Presidente Giuseppe Bonfiglio Segretario Ugo Giovanni Tamborini Tesoriere Luigi Di Caprio Presidenti Onorari Roberto Anzalone, Ugo Garbarini Consiglieri Nicola Balduzzi, Luciana Maria Bovone, Giacinto Valerio Brucoli, Giovanni Campolongo, Giovanni Canto, Dino Dini, Costanzo Gala, Claudio Gatti, Maria Grazia Manfredi, Pietro Marino, Arnaldo Stanislao Migliorini, Massimo Parise, Giordano Pietro Pochintesta, Alberto Scanni, Maria Teresa Zocchi Commissione Albo Odontoiatri Presidente Giacinto Valerio Brucoli Segretario Ercole Romagnoli Componenti Nicola Balduzzi, Dino Dini, Claudio Gatti Collegio Revisori dei Conti Presidente Martino Trapani Revisori Giuseppe Brundusino, Maria Elena Pallaroni Revisore Supplente Tito Pignedoli art.1, comm a 2 DCB Ordine Pr ovincial e Med e Odont oiatri M ici Chirurghi ilano Organo ufficiale di stampa dell’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Inviato agli Iscritti e ai Consiglieri degli Ordini d’Italia Autorizzazione Tribunale di Milano n° 366 del 14 agosto 1948 Iscritta al ROC Registro degli Operatori di Comunicazione al n. 20573 (delibera AGCOM n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008). - Spedizion e in abbo namento postale D.L. 353/2 003 (conv . in L. 27/02 /2004 n.46) 1|2014 ANNO LXVI I INCHIESTA • Preven CAMICI A zione, una RISCHIO “vecchia DI COLLER • Sigaretta carta” da AE elettronic giocare anc AGGRES a, siamo he in “fu • Certific SIONI sicuri? turo” ati per atti vità sportiv • La chir a: cambia urgia, inte mento con rdisciplina poca chia re, prima rezza di tutto Editoriale Sbatti il medico (singolo) in prima pagina 2 Inchiesta Camici a rischio di collera 4 Roberto Carlo Rossi Maria Cristina Parravicini L’opinione Riflessioni sul medico oggi Fulvio Crespi 11 L’intervista Prevenzione, una “vecchia carta” da giocare anche in “futuro” 12 Attualità Sigaretta elettronica, siamo sicuri? 14 Attualità Cambiamento con poca chiarezza 16 Attualità La chirurgia, interdisciplinare, prima di tutto 22 Finestra sull’odontoiatria Global Burden of Disease (GBD) study 27 Report Genetica e medicina personalizzata 28 Le attività dell’Ordine 33 Notizie 43 Studio Prevenire il cancro al seno 44 Corsi ECM 47 Lorena Origo Tiziana Azzani Pierluigi Altea e Maria Grazia Manfredi Pierluigi Altea Elena Maria Varoni Caterina Lucchini Luciana Bovone [bollettino OMCeOMI] 1/2014 1 Milano) EDITORIALE Roberto Carlo Rossi Sbatti il medico (singolo) in prima pagina S ono reduce dalla visita ad un amico e Collega Medico di Famiglia ricoverato in ospedale. La febbre gli è salita un giovedì, ma lui ha continuato a lavorare. Ha continuato ad essere alta il venerdì, ma lui non ha smesso di assistere i suoi pazienti, ha tenuto duro (come molti di noi fanno, in questi casi, con abnegazione e un po’ di incoscienza). Stava male, molto male, eppure non ha smesso di andare nel suo studio e nello studio della consorte il sabato e la domenica per finire i lavori iniziati, studiare i casi, aggiornare le schede dei pazienti, mettersi in pari con il lavoro burocratico. Poi lunedì stava ancora peggio e finalmente si è lasciato convincere a farsi vedere in Pronto Soccorso. Perché lo racconto in un editoriale del “Bollettino”? Semplice: pochi giorni [bollettino OMCeOMI] 1/2014 2 prima è uscito un articolo su un noto e (di solito) molto autorevole giornale milanese. A fronte di una “inchiesta” consistita in ben sette telefonate, il giornalista ha stilato una classifica dei medici contattati con tanto di nome, cognome, indirizzo e bollino rosso di biasimo o bollino verde di apprezzamento. L’inchiestona (destinata senza dubbio a passare alla storia subito dopo quella di Woodward e Bernstein sul Watergate) ha appurato se la segretaria del medico fosse reperibile oppure no ed ha indubitabilmente accertato (wow!) che lo studio del medico che lavora in singolo è aperto per meno ore rispetto a quello dei medici in gruppo. Censure sono mosse ad un Collega che, alle 10 del mattino, ha una segreteria che chiede di telefonare alle 12 (ben due ore dopo, caspita!). EDITORIALE Carl Bernstein e Bob Woodword - al centro dell’immagine - al Washington Post A coloro che, inviperiti, si sono rivolti all’autore dell’articolo per protestare in merito al fatto che alcuni professionisti sono stati messi alla berlina senza neppure essere intervistati, il giornalista ha risposto con fastidio, con sufficienza: insomma, se uno cerca di avere delle ricette al di fuori degli orari di studio, lo può fare solo se il medico lavora in gruppo, perbacco! Di fatti, l’articolo in questione fa intendere che sono solo i medici che lavorano nei grupponi a dare un servizio buono, professionale ed efficiente. Chi lavora in singolo è oramai un reduce, un vecchio ciarpame, un giurassico dinosauro da smaltire nel cimitero degli elefanti. Cosa c’è dietro? Perché tanto livore contro i Medici di Famiglia che lavorano in singolo? A questo punto la mente va alla sciagurata Legge Balduzzi, del novembre 2012, che, notoriamente, all’articolo 1 ridisegna la medicina del territorio. Questa Legge non è ancora stata applicata, ma è appena stato licenziato un atto di indirizzo per i rinnovi convenzionali che va nella stessa direzione. In sostanza, si tratta di intruppare forzatamente i medici di famiglia e di guardia medica in macrogrupponi aperti “H24”. I medici faranno i turni e verranno tolte loro tutte le indennità di rete, gruppo, infermiere, segretaria, informatica, etc. Insomma, si soddisfano i media e il corpo elettorale con il (solito e trito) refrain dello studio medico aperto “H24” e ci si risparmia pure un bel po’ sopra. Dell’aspetto economico non voglio qui parlare, anche se sarebbe ora di iniziare a riflettere sul fatto che il problema della categoria [bollettino OMCeOMI] 1/2014 3 medica che si sta impoverendo dovrebbe preoccupare tutti. Tuttavia, nessuno si occupa di chiedere ai pazienti se sono disposti ad avere a disposizione una medicina di famiglia spersonalizzata ma continua, non più capillarizzata ma sempre disponibile, a prezzo della perdita del rapporto di fiducia con il proprio Curante. La prossima volta che un politico o un giornalista si occuperanno di medicina di famiglia, si pongano, una volta tanto, questo interrogativo e soprattutto lo pongano, seriamente, all’uomo della strada: meglio un luccicante presidio “fast food” della medicina del territorio o meglio un medico “personalizzato”, che magari non trovi sempre ma che ti conosce da quando sei nato ed è talmente legato al suo lavoro che arriva a rischiare la propria vita per il bene dei suoi pazienti? INCHIESTA Camici a rischio di collera Maria Cristina Parravicini Dai Pronto Soccorso ai CPS: criticità e disagio aggravati dalla cronica carenza di disponibilità economiche P er Daniele Coen, direttore di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda «in Pronto Soccorso il problema della sicurezza esiste perché si verificano non di rado aggressioni o minacce al personale. In altri casi la violenza degli utenti risparmia medici e infermieri e si manifesta con proteste clamorose ed eclatanti prive di minacce dirette o ancora si scarica sulle porte, sui mobili o sulle apparecchiature. Nel corso del 2012 (registriamo circa 90mila accessi all’anno), abbiamo avuto sette episodi di sufficiente importanza da essere segnalati; certamente non tantissimi ma neanche così pochi da non lasciare il segno. Mi è difficile dire se il fenomeno sia in ascesa perché i numeri non sono molto indicativi, certo è che alcuni episodi sono legati strettamente alle caratteristiche del paziente. C’è il paziente psichiatrico, c’è quello che diventa aggressivo perché sotto l’effetto di droghe, poi c’è una fetta non irrisoria, comunque di per sé non violenta, che in qualche modo reagisce [bollettino OMCeOMI] 1/2014 4 perché subisce la fatica organizzativa del Pronto Soccorso e lo stress di un momento difficile. È evidente che quando si è in una situazione di affollamento quasi costante e di attese spesso lunghe - sia prima della visita sia dopo la visita aspettando la conclusione dell’intervento - le aggressività, le tensioni e l’ansia possono emergere non solo da parte dell’utente ma anche dell’operatore che, a sua volta, è affaticato e non riesce a mettere in atto quei comportamenti di riduzione dell’aggressività che in situazioni e INCHIESTA momenti diversi riuscirebbe a gestire». «Certamente – prosegue Coen – il PS è particolarmente a rischio proprio a causa dell’affollamento, della promiscuità, dei tempi protratti e rispondere a questo insieme di problematiche non è facile. Come Ospedale, proprio in questo periodo abbiamo attivato un Gruppo di Lavoro per la prevenzione della violenza sugli operatori immaginando da una parte alcuni interventi di carattere prettamente strutturale (la telecamera, il cartello ecc.), dall’altra aumentando i momenti di formazione del personale su come gestire la comunicazione con l’utenza, in particolare la comunicazione con il paziente aggressivo. Il punto fondamentale è però che le persone non dovrebbero restare in PS a lungo come spesso accade (a volte anche 36 o 48 ore) una volta che sia stata definita la necessità di un ricovero. Oltre a favorire l’aggressività, questo può infatti ridurre la qualità dell’assistenza e aumentare il rischio clinico. Purtroppo quasi tutti i PS dei grandi ospedali soffrono della difficoltà di trasferire i pazienti nei reparti di degenza a causa della insufficienza dei posti letto ed è difficile sviluppare modalità che consentano un flusso più rapido perché questo richiederebbe di ripensare l’organizzazione dell’intero ospedale se non dell’intero sistema. Le soluzioni sono difficili da trovare, tanto più in un periodo di difficoltà economica come quello che stiamo attraversando. Non è motivo di consolazione il fatto che si tratti di un problema che interessa anche altri grandi Paesi». Ma qual è la tipologia del paziente aggressivo, a prescindere dagli psichiatrici e dai drogati? «È difficile farne una descrizione – spiega Coen – perché ci sono diverse tipologie di persone che, a fronte di una percezione a volte vera altre falsa ed esasperata di un disservizio, possono reagire in modo esagerato e suscitare magari una reazione altrettanto aggressiva da parte dell’operatore che non è sempre nelle condizioni di rispondere nel modo adeguato. Quello che vorrei sottolineare è che al di là di certe situazioni che non sono rare (la persona che ha assunto droga o quella che ha comunque una personalità patologica che la induce alla violenza), esistono obiettive ragioni di difficoltà del servizio di PS. Il nostro ospedale lavora da tempo sulla formazione degli operatori, anche rispetto ai problemi di cui poco fa si è parlato, attraverso corsi, incontri con psicologi, briefing, rivalutazioni di situazioni che si sono risolte negativamente o hanno provocato tensione. Abbiamo anche organizzato un paio di convegni in Aula Magna aperti all’esterno, sempre sui temi della comunicazione in ambito sanitario. Un aspetto importante nella formazione dell’operatore consiste nel riconoscere precocemente la persona potenzialmente aggressiva e nel prevenirne i comportamenti violenti comunicando in modo positivo. Quando questo non è sufficiente, diventano importanti gli aspetti relativi alla sicurezza che sono invece spesso insufficienti. Al Niguarda, alcuni anni fa, c’erano una decina di guardie che giravano per l’ospedale, un paio delle quali erano fisse nel dipartimento di emergenza, dove tra pazienti e accompagnatori circola circa mezzo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 5 Daniele Coen, direttore di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda milione di persone all’anno. Per motivi eminentemente economici oggi le guardie sono diventate due per tutto l’ospedale e la guardia fissa non c’è più. Quando si ha necessità perché qualcuno ti minaccia o ti salta addosso, non c’è nessuno che ti aiuta e l’unica possibilità che ci resta è quella di telefonare alla volante». Può capitare che un paziente educato e mite diventi aggressivo? Quali fattori, in questo caso, possono farne una persona aggressiva? «Quando dico che cerchiamo di lavorare sugli operatori per prevenire l’aggressività, significa che questi operatori devono innanzi tutto rapportarsi correttamente, fare attenzione alle parole, alla comunicazione non verbale, al linguaggio del corpo; devono poi prestare attenzione a un insieme di percorsi organizzativi interni, INCHIESTA per esempio quello che prevede il trattamento del dolore anche prima della visita medica, e dare sempre la sensazione di accoglienza e di presa in carico precoce. Questo è di sicura utilità, perché molto spesso l’aggressività e la violenza nascono dall’incontro di due persone che hanno atteggiamenti troppo rigidi e scarsa capacità di “mediare”. Noi dobbiamo quindi lavorare sulla nostra parte, resta però il fatto che un comportamento anche non perfettamente in linea con il galateo non legittima la violenza o l’aggressività. Un altro tema in discussione riguarda la scelta, non semplice, di perseguire con la massima severità tutte le violenze contro il personale o le strutture. Negli ospedali inglesi, per esempio, ci sono cartelli che avvertono che la Direzione ospedaliera sarà intransigente rispetto a qualsiasi aggressione. Da noi accade a volte che se qualcuno sfascia una porta non si prendano provvedimenti perché una causa verrebbe a costare di più, tra avvocati e carte bollate, di quello che è l’effettivo costo del ripristino della porta. A mio parere però, scelte di questo genere non aiutano a contenere la violenza. Come sempre i problemi sono complessi quando si ha a che fare con le persone da un lato e con organizzazioni sempre più affaticate dall’altro». Scarseggiano organico e risorse nei CPS Andrea Giannelli, responsabile del Centro Psico-Sociale del Policlinico dichiara: «I problemi dei CPS per quanto riguarda la sicurezza sono dovuti a un depauperamento dell’organico che, nel corso degli anni, si è verificato per la psichiatria, ma non solo. Ci sono molti CPS con un numero piuttosto basso di operatori presenti durante l’orario delle visite, per cui la cosiddetta sicurezza aziendale, che prevede la contemporanea presenza di più persone, a volte è garantita nel suo minimo, nel senso che ci sono due persone presenti, e due persone se si trovano di fronte a un paziente violento possono molto poco. Va da sé invece che la presenza di più operatori è un deterrente nei confronti di qualsiasi tipo di aggressione. Sotto questo aspetto possono essere presi minimi accorgimenti: al nostro CPS abbiamo la porta col videocitofono e, da un paio di anni, disponiamo di un pulsante di allarme direttamente collegato con le Forze dell’Ordine che consentirebbe l’arrivo in tempi brevi di una pattuglia, ma per il momento non ce ne siamo ancora avvalsi». [bollettino OMCeOMI] 1/2014 6 Andrea Giannelli, responsabile del Centro Psico-Sociale del Policlinico Il progressivo deterioramento in termini economici del ceto medio può di per sé essere una causa di aggressività? «Se ci si riferisce a episodi di violenza legata alla psicosi - afferma Giannelli - la risposta è negativa perché oggi disponiamo di farmaci molto più efficaci di una volta, cioè lo schizofrenico ci dà molti meno problemi rispetto al passato, mentre abbiamo un aumento della pressione mediante aggressività verbale, e qualche volta non solo verbale, da parte di quella cittadinanza che si rivolge a noi non per chiedere cure ma per ottenere cose, esasperata dalla situazione economicosociale. Questo va a ripercuotersi sulle personalità fragili che, avendo meno supporti, possono scaricare la loro rabbia sui servizi tentando di psichiatrizzare la disperazione sociale. Sollecitati dal direttore del DSM Altamura abbiamo aperto un Osservatorio sulla crisi economica e le sue conseguenze psicopatologiche, ma è ancora presto per arrivare a INCHIESTA numeri certi. L’impressione è che ci sia un aumento della psicopatologia in situazioni di difficoltà economica e sociale. Quanto poi questo si riverberi sulla violenza e sull’aggressività è una conseguenza logica. Le personalità fragili e predisposte sono le più colpite: si tratta di persone che non necessariamente sanno di soffrire, ma che comunque hanno un funzionamento distonico rispetto alle relazioni, alla società, al convivere con gli altri, e quindi hanno delle depressioni o sintomi psichiatrici secondari al loro disturbo; in questo caso ci troviamo di fronte a persone più lucide, che lavorano e conducono una vita apparentemente normale, ma che possono diventare più aggressive in un ambiente che di fatto è diventato sempre più aggressivo anche nella comunicazione, come evidenziato anche da certi programmi televisivi. Quindi l’insulto, la minaccia, la pressione sugli operatori è sicuramente aumentata negli ultimi tempi. Il passaggio all’atto violento, come ci ha mostrato anche la cronaca, è diventato più frequente». Senza intervenire sulle risorse che si sa, sono quelle, quali miglioramenti organizzativi a costo zero potrebbero essere introdotti? «Io non voglio scaricare la colpa sulle Aziende perché vivono una situazione di ristrettezza dei mezzi che va purtroppo a discapito anche della sicurezza. Se mai è importante fare una differenza nel senso che bisognerebbe comprendere e prendere atto che lo psichiatra del territorio dovrebbe essere percepito come curante rispetto a un medico giudicante e distinto dalla forza pubblica. Va quindi separata la funzione terapeutica che si allea anche col paziente, dalla funzione giudicante o di ordine pubblico. Perché se a noi fanno fare entrambe le cose, se non c’è un contratto terapeutico con il paziente, questo ci mette a rischio nei confronti dell’aggressività del paziente. Mentre all’interno di un contratto la situazione è meno rischiosa e pericolosa, con più margini di mediazione. Il pericolo viene quando il contratto terapeutico manca e il paziente non è in relazione a quel servizio e si presenta, magari occasionalmente, in uno stato di esasperazione e agitazione, con una buona dose di aggressività. Questo può capitare a noi come al farmacista o al bancario, certamente più occasionalmente rispetto a questi professionisti, ma il rischio nel nostro caso è che non si tratta di una violenza occasionale, ma è una subcontinua esposizione alla violenza dovuta al fatto che noi ci troviamo “costretti” e spesso soli, come psichiatri, a un certo tipo di intervento (come il TSO o l’ASO) spesso in una inadeguatezza contestuale. A mio avviso lo psichiatra dovrebbe essere messo nelle condizioni di non [bollettino OMCeOMI] 1/2014 7 dover essere il primo a intervenire in situazioni di violenza tout-court senza avere il tempo di comprendere, in un contesto adeguato, se la persona sia affetta da veri e primari disturbi psichici: il TSO, come era stato pensato dal legislatore era un intervento clinico e non di ordine pubblico. In questo caso, noi non subiamo solo un rischio sul luogo di lavoro, ma ci “portiamo a casa” anche le minacce personali. Sarebbe quindi necessario un intervento anche sugli operatori che non sempre riescono a sopportare il peso delle decisioni che devono prendere, negando la paura ma cadendo in burn-out. Chiediamo maggiore attenzione quindi agli organismi competenti, poiché una equipe spaventata paradossalmente alza il livello di violenza dei pazienti per un fenomeno proiettivo. Una equipe che conosce il senso dell’aggressività e se ne può occupare non in solitudine e con protocolli e strumenti adeguati trasmette fiducia e tranquillizza l’utente. Dovrebbe essere inoltre fatto un maggiore sforzo nel campo dell’informazione ai cittadini e di formazione degli operatori». n INCHIESTA A rischio di aggressioni Maria Cristina Parravicini In aumento il numero dei medici delle ex Guardie mediche che hanno subito aggressioni verbali, fisiche o anche “solo” minacce da parte degli assistiti Luciana Bovone, Medico di Famiglia ricorda: «Per puro spirito sindacale e in qualità di responsabile delle pari opportunità del mio sindacato, ho voluto verificare di persona le condizioni in cui operano i colleghi delle (ex) guardie mediche lombarde. Questo ha fatto sì che io girassi la regione in lungo e in largo, ovviamente solo nei giorni festivi perché nei feriali la Guardia Medica, l’attuale Continuità Assistenziale, è solo notturna. In termini numerici, ho visitato tutte le postazioni (170) colloquiando con i colleghi e chiedendo loro le caratteristiche delle sedi. Nel corso di queste perlustrazioni mi è capitato di vedere anche postazioni completamente isolate, una addirittura in mezzo a un bosco, oppure ho evidenziato che nella maggior parte delle postazioni i medici sono completamente soli. Ho anche fatto un conto di quanti medici abbiano l’accompagnamento, cioè vengono ospitati da una Croce e/o vengono accompagnati da un volontario ai diversi domicili. In tutta la Lombardia questo numero è inferiore al 20% delle postazioni: su 170 postazioni delle varie province, comprese le due milanesi di MI1 e MI2, solo in 31 è prevista la presenza dell’accompagnatore, pari a circa il 18%! Un discorso a parte può essere fatto per la città di Milano, che possiede 5 [bollettino OMCeOMI] 1/2014 8 ambulatori e 10 postazioni: i problemi non mancano neppure qui, ma perlomeno i colleghi sono sempre accompagnati ai domicili. Personalmente ho fatto otto anni di Guardia Medica prima di prendere la convenzione per l’assistenza primaria e ho avuto la “fortuna” di essere spesso accompagnata da un autista che aveva però la brutta abitudine di “alzare il gomito” ogni tanto ma, quando era sobrio, mi dava un po’ più di sicurezza…» L’importanza di un testimone «A mio avviso – prosegue Bovone – la Continuità Assistenziale dovrebbe sempre avere un valido accompagnamento sia per la sicurezza in macchina (l’automobile potrebbe anche fermarsi in un posto isolato), sia per assicurare la presenza alla visita di un testimone. Ricordo di essere andata in una casa in cui da sotto un cuscino spuntava una pistola, e per me non è stato facile procedere alla visita. Dobbiamo poi ricordare che la maggior parte dei Medici è giovane, anche se ora molto meno di una volta: come infatti ho potuto constatare l’età media è salita moltissimo, e questo ha un altro significato, ma è comunque una realtà. La sicurezza è effettivamente un grande problema e lo dimostrano i fatti riportati dalla stampa di colleghe che INCHIESTA hanno anche perso la vita, o sono state oggetto di molestie anche verbali. Le donne sono penalizzate «Un altro problema – continua Bovone – è quello donna/uomo, nel senso che ho verificato quante colleghe e quanti uomini lavoravano in ogni postazione; i medici che lavorano in C.A. fuori Milano sono in totale 165, di cui 64 donne e 101 uomini, proporzione assai diversa dalla maggioranza femminile che esce dall’Università; naturalmente le postazioni più pericolose vanno deserte dalle donne e anche questo è un limite alla nostra libertà di scelta. Per quanto riguarda le situazioni di pericolo, ricordo una collega che si era ritrovata da sola, di notte, in una zona boscosa del comasco, con la macchina immobilizzata e con il sistema d’allarme fuori uso per mancanza di segnale; sono rimasta colpita dalle postazioni nelle valli bergamasche e bresciane che spesso sono veramente isolate e, proprio per questo, poco ambite dalle donne. Altri episodi poco gradevoli raccontatomi da colleghi riguardano, per esempio, i danni alla propria automobile, e anche questo, se volgiamo, fa parte dei danni agli “arredi”». descrivere a suo padre il proprio posto di lavoro, preferendo che dalla lontana Calabria lo immaginasse ben sistemato e rispettato!» Il problema degli immigrati «Per esprimermi in merito a quanto il fenomeno migratorio abbia inciso in termini percentuali sulla sicurezza – dice Bovone – dovrei avere dati precisi, soprattutto per la delicatezza dell’argomento e la correttezza della risposta. Io credo comunque che possa avere inciso perché si tratta di persone che non hanno più le loro radici, non hanno più la loro famiglia e sono effettivamente in una situazione di disagio solo per il destino che hanno dovuto subire. Questo ha certamente un significato, anche perché hanno spesso culture diverse e a volte atteggiamenti di superiorità nei confronti della donna. A me è capitato che a un egiziano che credeva di potermi trattare, in quanto donna, malamente come sua moglie, ho intimato di non presentarsi più nel mio ambulatorio. Col tempo è addivenuto a miti consigli tanto che si è venuto a creare quello che dovrebbe essere un rapporto normale tra medico e paziente». Il decoro della sede La testimonianza Un altro aspetto affrontato da Luciana Bovone riguarda il decoro della sede. «Si tratta di un problema da me preso in considerazione, senz’altro secondario a quello della sicurezza, ma importante ai fini del “decoro della professione”: ho visto situazioni a dir poco vergognose a fronte di altre di tutto rispetto. Ricordo un collega che mi ha raccontato di non avere mai avuto il coraggio di A Silvia Esposito che svolge la sua attività di medico di Continuità Assistenziale presso la Centrale Operativa di Niguarda e presso il P.S. dell’Ospedale Fatebenefratelli chiediamo quali rischi corre nello svolgimento del suo lavoro. «La mia esperienza riguarda soprattutto gli Ambulatori diurni nei giorni di sabato e domenica. Ho lavorato per un certo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 9 Luciana Bovone, Medico di Famiglia Silvia Esposito Medico di Continuità Assistenziale periodo per un Ambulatorio di Piazza delle Bande Nere aperto dalle 8 alle 20 e mi è capitato per ben due volte di essere aggredita in seguito a richieste improprie da parte di pazienti. In un INCHIESTA QUALCHE DATO caso mi è capitato che la persona chiedesse dei farmaci per la madre senza produrre alcuna documentazione e oltretutto fuori Regione, quindi imprescrivibili sul ricettario regionale. Ricordo che alla mia richiesta di fornire un minimo di documentazione, tra l’altro non si trattava nemmeno di farmaci salva vita, mi ha aggredito verbalmente in modo violento. Aggiungo che io ero completamente sola, a parte il paziente che aspettava fuori il suo turno e che è intervenuto in mia difesa. La sorveglianza (una guardia donna) inoltre è in un’altra struttura, non all’interno dell’Ambulatorio di Continuità Assistenziale che ha un numero molto elevato di pazienti sconosciuti a noi operatori. Un altro episodio sgradevole riguarda una donna che voleva un antibiotico per il figlio che le era stato consigliato telefonicamente dal pediatra. Al rifiuto del collega che riteneva il farmaco improprio per il bambino, la donna si mise a urlare. Quella volta gli urli sono stati sentiti dalla guardia giurata che è intervenuta». Queste situazioni di violenza, sia verbale che fisica, sono da ascrivere a mancanza di cultura da parte dei cittadini, alla scarsità delle risorse del SSR, o a quali cause ancora? «Sicuramente il contesto socio-culturale del cittadino ha il suo peso; inoltre noi siamo sottoposti a dei controlli e non possiamo rispondere a tutte le richieste. Tanti affollano il P.S. con l’idea di poter fare subito e gratuitamente una serie di indagini strumentali, salvo poi scoprire di dover pagare in base al codice assegnato. Questo non sapere da parte dei [bollettino OMCeOMI] 1/2014 10 Un comunicato Adnkronos Salute dello scorso 4 settembre rilevava che sono i medici che lavorano nei centri di igiene mentale, nei PS, sulle ambulanze, insieme alle Guardie mediche notturne, le categorie di “camici bianchi” più a rischio di aggressione. Secondo un sondaggio su 600 Guardie mediche in tutto il Paese, ben 9 medici su 10 durante tutta la loro attività hanno subito almeno una volta un’aggressione e 8 su 10 ne hanno subita più di una. Nell’80% delle situazioni l’aggressione è avvenuta nella sede della Guardia medica, mentre nell’11% a domicilio del paziente. Più preoccupante la situazione nei Comuni al di sotto dei 5mila abitanti, in particolare al Centro e al Sud. cittadini, ripropone il problema dello Stato che deve dare maggiori informazioni sulle prestazioni e sui relativi costi. Sono tanti infatti i cittadini che non si rivolgono al MMG e richiedono prestazioni d’urgenza». Quanto poi agli strumenti per aumentare la sicurezza (telecamere, guardie ecc.), Esposito ricorda: «quando lavoravo in Guardia Medica e svolgevo turni sul territorio (visite domiciliari), andavo accompagnata da una ragazza giovane a Quarto Oggiaro, di notte. E questa mi sembra una totale mancanza di tutela del medico…allo sbaraglio». n L’OPINIONE Riflessioni sul medico oggi Fulvio Crespi La Scuola di Deontologia Medica ed Etica del comportamento professionale è stata l’occasione per aprire gli orizzonti verso ciò che il medico rappresenta nella società, le sue aspirazioni e i suoi progetti N ella nostra epoca in cui la medicina e la sanità in generale occupano grande spazio sulla carta stampata, nei programmi televisivi e nel mondo dell’informazione tanto da essere argomento di conversazione, spesso di disputa, sulle novità, le scoperte, o anche riguardo a scandali che a esse vengono attribuite - l’Ordine dei Medici di Milano ha promosso una serie di incontri sul comportamento professionale. Il corso “Scuola di Deontologia Medica ed Etica del comportamento professionale” colma un vuoto lasciato dall’Università. A dirigere gli incontri sono stati chiamati illustri Cultori della materia che, prendendo l’avvio dai fondamenti della Medicina e ripercorrendone la storia e i progressi acquisiti nel tempo, hanno intrattenuto i partecipanti su temi quali la bioetica, la tecnologia, l’antropologia, il metodo clinico. L’arte medica è nata con l’uomo e i rimedi formulati sono molto spesso frutto dell’attenzione verso la natura, dell’osservazione di comportamenti animali, conferiscono dignità religiosa. Egli deve sapere di non essere onnipotente, ma di poter guarire “talvolta”, di saper alleviare la sofferenza “spesso”, consolare “sempre”. L’opera del medico è un mestiere? È un ministerium, una mansione, un officium? È una missione da compiere nella società? Coloro che si rivolgono al medico sono ammalati, pazienti, assistiti, o soltanto clienti? A questi e altri interrogativi non sempre si può trovare una risposta definitiva e univoca, perché la figura del medico ha subito, nel tempo e nella mentalità comune, la moda e i cambiamenti, cosicché di volta in volta si è potuto parlare di archiatra, guaritore, stregone, taumaturgo, professionista, scienziato, sostegno affidabile… Se nel passato il curante era colui che “sapeva tutto” e poteva d’autorità decidere e disporre trattamenti, cure, manipolazioni e interventi, senza temere alcuna opposizione o dissenso, ora il medico deve piuttosto sollecitare la collaborazione del paziente, soprattutto attraverso il dialogo. In tal modo risulterà più facile per il curante di esperienze empiriche, di ipotesi e riflessioni che solo in tempi successivi sono risultate giuste. Già gli Egizi praticavano la medicina, effettuavano interventi chirurgici, ma è in Grecia che si trovano pensatori e maestri che hanno tracciato i limiti entro cui il medico deve agire. Ippocrate col suo giuramento ha definito le linee comportamentali a cui ogni medico deve attenersi, sia pure con gli opportuni adattamenti ai tempi. Il medico è il difensore della vita e non può dare la morte. La vita è un dono inviolabile e sacro, non può essere manipolata e, quantunque limitata nel tempo, deve essere salvaguardata con tutta la cura che si deve al bene più prezioso che l’uomo possiede. È importante quindi che il medico sappia collaborare con il proprio paziente affinché la vita di questi sia, senza accanimenti terapeutici, quanto più serena possibile. Il rapporto che così si instaura è fondato sulla “pietas” e sulla “caritas”, cioè sul rispetto e sull’amore che al medico, conscio del proprio ruolo e che opera secondo la propria coscienza, [bollettino OMCeOMI] 1/2014 11 comprendere se e come il malato affronti la propria sofferenza, se è reattivo e collaborante, fiducioso. Questo stretto rapporto tra medico e paziente è stato il filo conduttore di tutto il corso: è emerso quindi come, proprio attraverso il dialogo aperto e sincero con il paziente, il curante acquisisca elementi preziosi per la diagnosi della malattia, la valutazione della sofferenza, la scelta della via più idonea da seguire nel trattamento. Non solo, ma con questo metodo clinico è possibile anche evitare ricerche inutili, esami superflui, costosi e spesso perfino dannosi, nonché controproducenti perdite di tempo. I relatori hanno anche opportunamente sottolineato come il ruolo del curante assuma un significato insostituibile soprattutto quando il paziente è senza domani. Non è facile il compito del medico che da un lato non deve mistificare o nascondere la verità all’ammalato e nello stesso tempo deve tenere accesa la sua speranza: la sofferenza deve essere sempre alleviata e il medico è di per sé terapia. n INTERVISTA Prevenzione, una “vecchia carta” da giocare anche in “futuro” Lorena Origo In perfetto equilibrio tra formazione medica e statistica, Paolo Crosignani si dedica da sempre alla realizzazione di strumenti efficienti ed efficaci per contrastare, prevenire e gestire differenti problematiche di salute pubblica I ncontriamo il dottor Paolo Crosignani all’interno del Campus Cascina Rosa, una struttura afferente all’Istituto dei Tumori di Milano, dove sono presenti le divisioni che si occupano principalmente di ricerca nel campo dell’epidemiologia, della prevenzione e della sanità pubblica. Direttore dell’Unità Operativa Complessa Registro dei Tumori ed Epidemiologia Ambientale presso la Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori di Milano, laureato in Fisica nel 1972, in Medicina e Chirurgia nel 1987 con abilitazione all’esercizio della professione medica nel 1988, specializzato in Statistica Medica e in Igiene e Medicina Preventiva, diplomato al corso di perfezionamento in Organizzazione e Gestione dei servizi sanitari e a quello di Management sanitario, Crosignani divide il suo impegno tra attività didattica e ricerca, oltre a essere membro di diverse società scientifiche, giornalista e perito in alcuni contenziosi legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Difficile decidere da dove partire per questa chiacchierata… «Partirei dall’inizio - esordisce Crosignani - cioè dal 1970 quando, ancora studente alla Facoltà di Fisica, inizio a occuparmi di informatica e avvio una piccola azienda di elaborazione elettronica conto terzi, attività che ho portato avanti parallelamente per diversi anni anche dopo essermi laureato in Fisica (con una tesi in Neurofisiologia) con un anno di ritardo rispetto ai tempi previsti perché passo un periodo al dipartimento di Fisiologia umana occupandomi di Biofisica, in particolare del recettore vestibolare. Una volta conseguita la laurea in Fisica mi è stata offerta l’opportunità, che ho colto al volo, di entrare come laureato addetto alle esercitazioni presso la II Cattedra di Fisiologia umana della Facoltà di Medicina e Chirurgia e nel 1975 vinco un contratto quadriennale presso la medesima Cattedra. Nel frattempo avevo anche deciso di iscrivermi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e la scoperta di questo mondo - caratterizzato da paradigmi completamente diversi da quelli, per esempio, legati alla fisica - è stata indubbiamente entusiasmante. Arriviamo così al 1977 quando al Policlinico parte un progetto legato alla costruzione di un sistema di gestione informatizzato del trapianto di rene da cadavere, nell’ambito del North Italian Transplan, coordinato dal professor Sirchia, dove ho la possibilità di trasferire il mio contratto sotto la gestione del compianto professor Malan. Il sistema che abbiamo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 12 realizzato opera confrontando le caratteristiche immunologiche del donatore con i potenziali riceventi e contemporaneamente presenta le ultime informazioni cliniche disponibili sul loro stato di salute; inoltre, elabora in modo automatico anche alcune valutazioni sulla sopravvivenza dell’organo e del ricevente. Una volta terminato il progetto, ecco infine arrivare la proposta dell’Istituto dei Tumori di Milano dove stava partendo la costruzione del primo registro tumori automatizzato della regione Lombardia». Il Registro Tumori Presso il servizio di Epidemiologia dell’Istituto dei Tumori Crosignani, sotto la direzione del professor Franco Berrino e avvalendosi anche di collaborazioni esterne per la programmazione, mette a punto il sofisticato sistema automatizzato del Registro Tumori Lombardia (RTL) che gestisce in tempo reale le procedure di introduzione, aggiornamento e utilizzo dei dati. «Gli anni passati al fianco di Franco Berrino, figura eccezionale sia sotto il punto di vista umano che professionale, sono stati una continua opportunità di crescita e formazione - prosegue Crosignani - grazie anche alla decisione lungimirante dell’Istituto di investire risorse in un importante INTERVISTA IL PROGETTO OCCAM strumento di sanità pubblica quale è, appunto, un registro tumori che funziona a tutt’oggi». Che cosa farò da grande… Una volta conclusosi anche il progetto dell’RTL, Paolo Crosignani focalizza la propria attività in tre diversi ambiti: «L’ambizione era di costruire qualcosa di mio e mi concentro quindi su tre filoni: il tabacco, l’ambiente, la cancerogenesi professionale. Purtroppo sul primo tema, il tabacco, non è stato possibile fare molto per vari problemi quali l’impossibilità, per esempio, di trovare un interlocutore diretto al Ministero della Salute e ovviamente la cronica mancanza di fondi. Ho invece avviato, in collaborazione con la Lega Italiana per la lotta contro i tumori, un Osservatorio sul Tabacco, un centro di documentazione che pubblica un bollettino quadrimestrale con le notizie più interessanti che riguardano il fumo. Mi rammarica e mi indigna constatare, purtroppo, che rispetto al problema del fumo che continua a rimanere enorme siamo ancora oggi così poco sensibili e preparati. Per quanto riguarda invece l’ambiente, ho creato una sezione di epidemiologia ambientale all’interno dell’Istituto con la quale abbiamo fatto alcuni importanti studi, come la valutazione degli effetti a breve e lungo termine dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana e un casocontrollo sulla relazione tra leucemie infantili e traffico veicolare. Ma è stato nel campo della relazione tra esposizioni professionali e neoplasie che ho avuto i maggiori risultati, trovando nell’ISPESL un partner interessato a portare avanti diversi progetti, tra cui OCCAM (OCcupational CAncer Monitoring). Si tratta di un Sistema Informativo per la rilevazione dei tumori di sospetta origine Il Progetto OCCAM (www.occam.it), acronimo dall’inglese “OCcupational CAncer Monitoring”, nasce da una collaborazione tra l’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano e l’ISPESL (oggi INAIL) con l’obiettivo di stimare il rischio per i tumori di origine occupazionale per area geografica (provincia, regione ecc.), sede d’insorgenza della malattia e comparto produttivo. Permette di individuare i casi di possibile origine professionale per stabilire le priorità nell’attività di prevenzione negli ambienti di lavoro e per promuovere nei casi accertati l’attivazione di procedure per il risarcimento. Consiste nella realizzazione di studi caso-controllo che confrontano le storie professionali di chi è ammalato di tumore (casi), ottenute attraverso il linkage automatizzato con gli archivi informatizzati INPS, con quelle di chi è senza malattia (controlli). I casi di neoplasia sono ricavati dalle fonti di dati disponibili a livello istituzionale (Registri Tumori, Schede di dimissione ospedaliera). Questo strumento è anche diventato legge dello Stato come articolo 244 del D.L.vo n. 81 del 2008 sulla sicurezza lavoro. professionale basato su fonti informative correnti. Strutturato come uno studio di tipo caso-controllo di grandi dimensioni è stato recepito come legge dello Stato nel TU 81/2008, art. 224, che prevede la realizzazione di un registro Tumori Professionali. Nostro compito è stato realizzare il collegamento delle più numerose basi di patologia possibili con le storie professionali ottenute in primo luogo dall’INPS, eventualmente integrate dalle informazioni contenute nelle basi di dati di INAIL e di ISTAT. È un progetto di grande rilevanza, anche perché attraverso lo studio dei tumori professionali tuteliamo la salute di tutta la popolazione: si pensi ai casi dell’amianto o del benzene solo per fare qualche esempio». Un auspicio per il futuro Ufficialmente in pensione dall’agosto 2013, Crosignani è in procinto di trasferirsi all’Università di Pavia, dove è diventato professore a contratto, e dove continuerà a occuparsi del Progetto OCCAM. «Il mio impegno futuro sarà quello di tenere vivo il Sistema [bollettino OMCeOMI] 1/2014 13 Informativo sui tumori professionali che pur essendo ormai legge dello Stato non è ancora a regime. Sarò affiancato da un ricercatore e i nostri interlocutori saranno medici che non si accontentano di ‘passare le carte’ ma che desiderano contribuire alla costruzione di un sistema efficace e strutturato che si sostanzia soprattutto sull’aspetto preventivo. Vorrei concludere con una riflessione. Quello che stiamo attraversando è un periodo buio; alla richiesta di certezze degli individui la scienza sta rispondendo con approcci meccanicistici, che si prefiggono di combattere le malattie attraverso tecniche di ingegneria genetica mentre discipline come l’epidemiologia e aspetti quali la prevenzione sono in un certo modo accantonati. Sono certo che entrambi gli approcci abbiano diritto di cittadinanza, ma penso anche che così come è già accaduto in molti ambiti scientifici - quali la matematica (teorema di Godel) e la fisica (principio di indeterminazione di Heisenberg) anche la medicina dovrebbe riflettere profondamente sui limiti degli strumenti di cui dispone e sui propri obiettivi». n ATTUALITÀ Sigaretta elettronica, siamo sicuri? Tiziana Azzani Quasi tutti la conoscono, ma in realtà non se ne sa molto il suo uso continua a far discutere S i oppongono le società scientifiche Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE), Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SitI), Federazione Italiana della Pneumologia (FIP), Società Italiana di Tabaccologia (Sitab) all’abrogazione della norma sul divieto di uso delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici e sono preoccupati del fatto che questo passo possa rapidamente annullare i lenti progressi fatti nella lotta contro il fumo. «Nel nostro Paese è possibile acquistare, vendere e usare le sigarette elettroniche, nonostante la mancanza di garanzie assolute sulla loro sicurezza relativa all’utilizzo, di evidenze scientifiche che dimostrino la loro minore nocività rispetto alle bionde tradizionali, di un effetto certo e misurabile con accuratezza sulla disassuefazione dal fumo e l’assenza di una regolamentazione chiara ed armonizzata, almeno a livello europeo», dichiara Federico E. [bollettino OMCeOMI] 1/2014 14 Perozziello, pneumologo e responsabile dell’ambulatorio per la disassuefazione dal fumo della ASL Milano. L’FDA e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno definito “Wild, wild West” il mercato in rapida ascesa delle sigarette elettroniche e, sottolineando l’assenza di autorità in merito delle agenzie regolatorie, hanno puntualizzato come la mancanza di studi esaustivi non consenta al consumatore di conoscere i rischi potenziali, né tanto meno i benefici associati all’uso di questo dispositivo e all’assunzione di nicotina e di altri componenti presenti nei liquidi di ricarica. A preoccupare è innanzitutto la completa assenza di standardizzazione nella produzione dei dispositivi e quindi la mancanza di controlli di qualità da parte di Enti terzi, sia riguardo materiali utilizzati nel packaging che per quelli usati nelle cartucce. Sai davvero cosa svapi? Per quanto riguarda le sostanze presenti nei liquidi da svapare, preoccupa innanzitutto il contenuto di nicotina, perché, va detto, che solo una minima parte degli svapatori sceglie ricariche prive di nicotina (1-3%). Il Parlamento Europeo ha stabilito a 20 mg/ml il tetto massimo di concentrazione della nicotina disciolta nelle ricariche, solitamente da 10 ml. Sul mercato, ATTUALITÀ in generale, è possibile acquistare flaconi per alimentare le sigarette elettroniche che contengono fino a 18-24 mg di nicotina (esistono anche diluizioni differenti e minori), ovvero un quantitativo corrispondente a quello presente in un intero pacchetto di sigarette tradizionali (12-18 mg di nicotina per un pacchetto light). Un flacone di questo tipo eroga circa 1,2 mg di nicotina per goccia, lo stesso quantitativo contenuto da una singola sigaretta tradizionale. «Per assurdo, con la sigaretta elettronica si rischierebbe di assumere più nicotina che fumando normalmente», sottolinea Perozziello. In effetti, la maggior parte di chi svapa ha l’abitudine di portare al collo la propria sigaretta, che può essere aspirata in qualunque momento e senza limiti di tempo. A differenza della sigaretta tradizionale il tempo della “fumata” non è stabilito dal tempo di combustione della sigaretta dopo la sua accensione, ma dal livello di sopportazione e di tolleranza di ogni singolo soggetto alla nicotina e dalla quantità di liquido nella cartuccia. Inoltre la quantità di nicotina che viene assorbita dipende dal meccanismo di ogni singolo dispositivo e dalla profondità di aspirazione del fumatore. «Chi svapa quindi rischia paradossalmente un’esposizione più prolungata e più sostenuta alla nicotina rispetto a un fumatore classico, con tutte le conseguenze di tossicità e di dipendenza proprie della sostanza e legata anche alla minore consapevolezza sulla quantità di nicotina inalata. Questo nonostante la quantità di fattori cancerogeni possa essere indubbiamente diversa e significativamente minore rispetto al tabacco» commenta Perozziello. La composizione dei liquidi presenti nelle ricariche è molto variabile. Oltre alla nicotina e ad aromi vari (menta, vaniglia, cappuccino, miele, propoli, pesca, mango ecc.) alcuni studi hanno permesso di evidenziare la presenza di glicerina, glicole propilenico, glicerolo, i quali possono avere, se aspirati come vapore, degli effetti negativi sulla funzionalità respiratoria, aumentando la resistenza delle vie aeree, lo stato infiammatorio e indurre anche una possibile bronco-costrizione relativa. Rimangono invece da stabilire gli effetti a lungo termine di tali componenti. Spesso viene dichiarata per queste sostanze una provenienza generica di “origine vegetale”, ma come suggerisce un articolo pubblicato su Chest, potrebbero provenire da olio di palma o di cocco oppure addirittura da grassi animali non meglio specificati. Tra le diverse impurità rilevate dall’FDA, in un’analisi che ha valutato le sigarette elettroniche di due diverse marche, compaiono idrocarburi policiclici aromatici e nitrosamine tabacco specifiche, che sono sostanze cancerogene. L’MRHA, come si legge in un suo report pubblicato online, ha addirittura identificato un derivato di una benzodiazepina, benché a bassa concentrazione (0,7%). Ne sei consapevole? Non sono presenti catrame e tutti i prodotti di combustione del tabacco potenzialmente cancerogeni e tipici della sigaretta tradizionale, ma [bollettino OMCeOMI] 1/2014 15 la bionda elettronica non sembra essere completamente priva di rischi. Rischi che, tuttavia, il cittadino ignora, rassicurato anche dal messaggio indiretto generato dalla decisione presa con il Decreto Istruzione di consentire l’uso di questi dispositivi in tutti i luoghi pubblici, tranne le scuole. “Se si può CHE COS’È Le sigarette elettroniche sono dispositivi alimentati a batteria, normalmente costituiti da un inalatore oppure da un boccaglio e da due elementi tubulari a incastro, di materiale plastico o metallico. All’estremità della sigaretta alcuni modelli hanno un dispositivo LED che si illumina durante l’uso, dando l’impressione di una sigaretta accesa. Il tubo distale contiene la batteria, mentre il tubo prossimale è una cartuccia contenente un elemento riscaldante (atomizzatore) e un serbatoio di liquido (generalmente nicotina sciolta in glicole propilenico e/o glicerina vegetale). Quando l’utilizzatore aspira, la nicotina in soluzione liquida viene vaporizzata ed erogata sotto forma nebulizzata. Sono disponibili in commercio liquidi per alimentare le sigarette elettroniche contenenti diversi dosaggi di nicotina e altri privi di nicotina, aromatizzati secondo diversi gusti. A seconda del produttore e della composizione, ciascuna cartuccia consente di effettuare 250-400 aspirazioni, equivalenti a 1-2 pacchetti delle sigarette tradizionali. ATTUALITÀ I NUMERI IN ITALIA Prevalenza di uso e conoscenza 91,2% conosce la e-cig (72,1% nel 2011) 10,1% intende provare la e-cig 1% uso delle e-cig (in media 9 volte al giorno) regolare 3,2% uso delle e-cig occasionale 22,9% usa le e-cig regolarmente da 4-6 mesi 40,8% usa le e-cig da 2-3 mesi 36,3% usa le e-cig da < 1 mese Uso tra i giovani (15-24 anni) 23,6% usa e-cig 10,6% usa t-cig svapare in pubblico significa che è sicuro”, questo il messaggio sottinteso. Un atteggiamento molto frequente, non solo in Italia, ma in tutti i Paesi in cui si è diffuso questo dispositivo, nonostante le diverse autorità regolatorie (FDA, MHRA, OMS e ISS) al momento continuino a sostenere la necessità di maggiori studi sulla sicurezza. Secondo un’analisi condotta dall’MRHA, la maggior parte dei cittadini europei (38%), interrogati sugli eventuali rischi per la salute associati alla sigaretta elettronica, non ha saputo rispondere. Il 35% è convinto che non ci siano rischi e per il 25% il rischio coinvolge solo gli utenti diretti. Solamente il 15% degli intervistati pensa che la sigaretta elettronica sia rischiosa per la salute. La convinzione della minore, se non totale mancanza di nocività della sigaretta elettronica, è tra i fattori che sta contribuendo maggiormente alla sua diffusione, soprattutto tra i forti fumatori e quelli che vorrebbero smettere o quanto meno ridurre il numero di sigarette. Tra i più giovani, soprattutto i soggetti di sesso maschile, emerge invece il fascino per un dispositivo tecnologico, al passo con i tempi dei social media e dell’elettronica, oltre alla convinzione che un oggetto tecnologico sia necessariamente vantaggioso, perché moderno ed innovativo. Nel nostro Paese tra gli under25 (15-25 anni), gli svapatori superano del doppio coloro che fumano le classiche (23,6% rispetto a 11,6%). Più probabile smettere o iniziare a fumare? L’uso della sigaretta elettronica non è riconosciuto da nessun Ente o Società scientifica tra i trattamenti per la disassuefazione dal fumo, eppure nel Regno Unito il ricorso a questo dispositivo ha superato l’uso di tutti gli altri prodotti previsti nella terapia di sostituzione nicotinica (bupropione, vareneclina e nortriptilina), di documentata efficacia. I dati di efficacia al momento sono limitati, non conclusivi e soprattutto riportano percentuali di successo ridotte. Secondo un’indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità tra i [bollettino OMCeOMI] 1/2014 16 Disassuefazione dal fumo tra chi usa e-cig 10,6% ha smesso di fumare le t-cig 44,4% ha diminuito leggermente le t-cig 22,9% ha ridotto drasticamente le t-cig 22,1% non ha modificato le proprie abitudini tabagiche Convinzioni dei consumatori sulle e-cig 66,4% si possono usare dove non sono consentite le t-cig 58% fanno meno male perchè non cè combustione 46,7% è un buon sistema per smettere di fumare Acquisto delle ricariche 78% rivenditori specializzati 3,8% farmacia 12,8% tabaccaio 5,5% altri canali (internet) Fonte ISS consumatori di sigarette elettroniche solamente il 10,6% ha completamente smesso di fumare le sigarette tradizionali, il 44,4% ha diminuito leggermente il numero, il 23% ha ridotto significativamente il numero, mentre il 22,1% non ha modificato le proprie abitudini tabagiche. Complessivamente quindi quasi il 90% ATTUALITÀ È lasciata ai singoli Stati membri dell’UE la decisione di trattare o meno la sigaretta elettronica come farmaco o come un normale derivato dal tabacco. Oggi 15 Stati regolamentano questi prodotti e 13 no. degli svapatori è ancora fumatore e infatti oltre 95% di essi preferisce le e-cig con nicotina. «Questo non significa che le sigarette elettroniche non possano essere utili, ma servono dati di efficacia e di sicurezza provenienti da studi clinici ben disegnati e controllati, riconosciuti come tali dalla Comunità Scientifica Internazionale, esattamente come si è fatto per tutti gli altri prodotti per la terapia di disassuefazione dalla nicotina» afferma Perozziello e precisa come il fumo non sia una cattiva abitudine, oppure un brutto vizio. «Chi non riesce a smettere di fumare non è un debole. La nicotina crea dipendenza e pertanto deve essere considerata anche dall’opinione pubblica, oltre che da un punto di vista scientifico e tossicologico, come una vera e propria droga. I fumatori di conseguenza devono acquisire la consapevolezza di essere dei tossicodipendenti, che necessitano di un sostegno e di un aiuto qualificato per smettere». Smettere di fumare è un obiettivo difficile, raggiunto attualmente da circa il 35-40% delle persone che si rivolgono ai Centri Antifumo. Secondo gli esperti, nel percorso di disassuefazione dal fumo è necessario mettere in atto delle strategie combinate, capaci di affrontare tutti gli aspetti del problema: crisi di astinenza, gratificazione antidepressiva apportata dalla nicotina, gestualità, condivisione del momento di cessazione, supporto e consapevolezza della propria diversa scelta esistenziale nello smettere di fumare. Non basta quindi ridurre la nicotina; questa azione costituisce solo una parte del percorso che riguarda la dipendenza, ma è necessario trovare una nuova e diversa dimensione per la propria esistenza. La parte emozionale è forse la parte più difficile nel percorso di cessazione ed è quella che va sostenuta anche attraverso un supporto di tipo psicologico ed empatico, come quello offerto dai Centri Antifumo. «Anche il Medico di Famiglia ha un ruolo molto importante in questo intervento terapeutico, da molti suggerito, ma da pochi sostenuto. Negli Ospedali italiani che curano le patologie polmonari, cardiache, urologiche, ORL e ginecologiche solo raramente alla dimissione del paziente viene operato un intervento antifumo che vada oltre la generica raccomandazione di smettere. Il Medico di Famiglia poiché è in grado di fornire indicazioni sicure su come smettere, consigliare eventualmente una terapia farmacologica di provata efficacia. Il suo intervento diventa ancora più prezioso perché può contare su un rapporto di fiducia e personale tra medico e paziente solitamente solido» conclude Perozziello. Oltre all’efficacia nella disassuefazione è messo in discussione anche l’effetto trampolino indotto dalla sigaretta elettronica verso il fumo tradizionale. Un timore assolutamente fondato, dal momento che gli effetti della nicotina a livello cerebrale risultano indipendenti dal tipo di sigaretta usata. Una problematica quest’ultima rivolta principalmente ai giovani, i quali più spesso degli adulti si avvicinano alla sigaretta elettronica senza aver mai fumato prima. [bollettino OMCeOMI] 1/2014 17 A favore o contrari? «Nè uno nè l’altro», afferma Federico Perozziello. «In attesa di raccogliere dati significativi in termini di numerosità e di autorevolezza degli studi, che consentano di trarre conclusioni scientifiche più definite e certe sulla capacità della sigaretta elettronica di ridurre o far cessare l’utilizzo della sigaretta tradizionale, vorrei che non si dimenticasse che esistono metodi certi per aiutare in modo corretto il fumatore a smettere. Terapie di provata efficacia e riconosciute come tali da tutta la Comunità Scientifica Internazionale e dagli Enti di governo e di controllo della Sanità. Generare speranze e aspettative nella sigaretta elettronica, attualmente non sicuramente comprovate, può far perdere di vista la possibilità di un intervento efficace nei confronti di una dipendenza grave, diffusa e importante, quale quella costituita dalla nicotina e ottenere, come effetto secondario preoccupante, una minore attenzione nei confronti delle malattie tabacco correlate». n Bibliografia • www.fda.gov/downloads/drugs/ scienceresearch/ucm173250.pdf Should e-cigarettes be regulated as a medical devices? Lancet 2013: 429-31 • http://www.mhra.gov.uk/home/groups/ comms-ic/documents/websiteresources/ con286845.pdf Sigarette elettroniche. Medical Letter XLIII, 1 2014 Sigaretta elettronica: due milioni di italiani la utilizzano e 500mila ne fa un uso regolare. • http://www.iss.it/ pres/?lang=1&id=1349&tipo=6) ATTUALITÀ Cambiamento con poca chiarezza Pierluigi Altea e Maria Grazia Manfredi La normativa relativa ai certificati per attività sportiva è stata recentemente modificata, ben due volte in poche settimane, creando una situazione in cui non è facile raccapezzarsi P er moltissimi anni i medici hanno prodotto certificazioni riguardanti l’idoneità all’attività sportiva secondo una normativa che ha resistito invariata dal lontano 1983, ma durante l’estate del 2013 si sono succeduti ben due decreti (un Decreto Ministeriale e un Decreto Legge), che hanno modificato piuttosto radicalmente le norme relative a queste certificazioni. Il fatto che il tempo intercorso tra la pubblicazione dei due decreti sia stato di poche settimane e che il secondo abbia modificato in parte il primo, sopprimendone alcuni articoli e mettendone altri, ha creato non poca confusione in primo luogo tra i medici, ma anche tra i gestori degli impianti sportivi e tra i cittadini. Proviamo a fare chiarezza In data 20/7/2013 è stato pubblicato il DM “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita” che abroga e sostituisce il DM 28 febbraio 1983 “Norme per la tutela sanitaria dell’attività sportiva non agonistica”. Tra le varie novità, viene introdotta la definizione di attività sportiva amatoriale ludico-motoria. “… finalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psicofisico della persona, non regolamentata da organismi sportivi, ivi compresa l’attività che il soggetto svolge in proprio, al di fuori di rapporti con organizzatori o soggetti terzi” e viene stabilita l’obbligatorietà del certificato medico, che implica l’opportunità di accertamenti diagnostici in virtù dell’età e delle condizioni cliniche del soggetto in questione. La pratica sportiva non agonistica viene definita [bollettino OMCeOMI] 1/2014 18 invece come quella esercitata da “coloro che svolgono attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, che non siano stati considerati atleti agonisti”. Per tale pratica viene confermata l’obbligatorietà della certificazione, ma viene specificata la necessità della valutazione preventiva “della misurazione della pressione ATTUALITÀ arteriosa e l’effettuazione di un elettrocardiogramma a riposo”. Si erano appena sollevate voci dubbiose circa l’effettiva distinzione tra l’attività fisica ludico-motoria e attività non agonistica e soprattutto sulla necessità di effettuare l’elettrocardiogramma sempre e per tutti i soggetti sottoposti a visita medica per il rilascio del certificato, che, in data 21/08/2013, entrava in vigore il DL n. 61 21 giugno 20123 che cambiava nuovamente le carte in tavola. Di fatto sulla base di tale decreto rimane in vigore la definizione di attività amatoriale ludico-motoria, ma per tale attività sportiva viene abrogato l’obbligo di certificazione. Obbligo che viene mantenuto invece per l’attività sportiva non agonistica, ma anche in questo caso con una modifica che riguarda l’esecuzione dell’ECG: l’elettrocardiogramma non è più obbligatorio sempre e comunque per tutti i soggetti, ma viene lasciata al medico certificatore la facoltà di decidere di volta in volta, secondo necessità, se farlo eseguire al pari di altri eventuali accertamenti. Il certificato, che ha validità di un anno, deve essere rilasciato dal medico di medicina generale e dal pediatra di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dal medico specialista in medicina dello sport. Per i soggetti che partecipano ad attività organizzate nell’ambito dell’attività scolastica extracurricolare o dei Giochi della Gioventù nelle fasi antecedenti a quelle nazionali i certificati, rientrando nei LEA, devono essere rilasciati gratuitamente dai medici di famiglia. Per tutti gli altri soggetti tali certificati vengono rilasciati nell’ambito dell’attività libero-professionale, come pure rientrano in tale ambito l’ECG e ogni altro accertamento diagnostico richiesto e necessario per il rilascio della certificazione. Nel DL n.61 viene comunque raccomandato ai soggetti “i quali non sono tenuti all’obbligo di certificazione … un controllo medico prima dell’avvio dell’attività ludicomotoria per la valutazione di eventuali fattori di rischio, con particolare attenzione ai soggetti che passano dalla sedentarietà alla pratica di tali attività e che si sottopongono a esercizio fisico di particolare intensità”. Un’ulteriore precisazione va fatta per i soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, che partecipano a manifestazioni non agonistiche caratterizzate da particolare ed elevato impegno cardiovascolare [bollettino OMCeOMI] 1/2014 19 (manifestazioni podistiche di lunghezza superiore ai 20 km, granfondo di ciclismo, di nuoto, di sci di fondo o altre tipologie analoghe) patrocinate dai suddetti organismi: anche in questo caso è necessario il certificato, che ha validità di un anno e deve essere rilasciato nell’ambito dell’attività libero-professionale dal medico di medicina generale e dal pediatra di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dal medico specialista in medicina dello sport. Il controllo clinico deve necessariamente comprendere la valutazione della pressione arteriosa e l’esecuzione di esami strumentali (ECG basale, step test o test ergometrico e altri che eventualmente vengano ritenuti necessari), pure da eseguirsi in regime libero-professionale. Per quanto riguarda l’attività sportiva agonistica, nulla invece è cambiato rispetto alla normativa del 1983: il certificato deve essere redatto esclusivamente dal medico specialista in medicina dello sport e rientra nei LEA, come tutti gli accertamenti ritenuti utili per produrlo, per gli atleti minorenni e gli atleti disabili, mentre per tutti gli altri atleti viene prodotto in regime liberoprofessionale. ATTUALITÀ Gli sportivi adulti, i meno tutelati dalla legge non agonistiche, permetteva al medico dunque di superare l’imbarazzo di dover rilasciare ad un soggetto adulto, È quanto sostiene Ugo Monsellato, ad esempio, iperteso, un certificato per Direttore del Centro di Medicina dello un’attività sportiva non agonistica con la Sport di Bareggio, nonché medico dicitura “di sana e robusta costituzione”. fiduciario regionale della Federazione Oltretutto, negli anni ’80 l’attività ciclistica e docente CONI per l’area sportiva agonistica ed amatoriale era biologica, al quale abbiamo chiesto un parere sull’art. 4-bis della Legge n.98 del circoscritta prevalentemente al mondo 9 agosto 2013 che ha soppresso l’obbligo giovanile, e dunque il D.M. 18/2/1982 e il D.M. 28/2/1983, rispettivamente riferite di certificazione per l’attività ludicosportiva e amatoriale, ma anche giudizio all’attività agonistica e non agonistica, avevano ragione d’essere, oggi non è più più complessivo sulle norme vigenti che regolano la certificazione per gli atleti che così. praticano attività agonistica. L’abrogazione del Decreto Balduzzi Dottor Monsellato, a distanza di ha generato anche qualche dubbio pochi mesi dal Decreto Balduzzi, interpretativo… che aveva introdotto l’obbligo di Sì, perché nel primo comma del Decreto certificazione per l’attività ludicoBalduzzi viene abrogato il D.M. 28/2/83 sportiva e amatoriale, è stata e sostituito da una serie di commi; il promulgata la Legge n.98 del 9 “Decreto del Fare”, che io chiamo del agosto 2013 che ha soppresso tale disfare, non abolisce il comma che obbligo: è un passo indietro? abroga il D.M. 28/2/83, ma annulla solo Non c’è dubbio. I medici dello sport, alcuni punti, i commi 2-3-4-5 dell’articolo così come i medici di medicina generale 2: quindi in teoria oggi siamo in sono sempre stati concordi nel valutare una condizione di vuoto normativo. positivamente la necessità di sottoporre Oltretutto, pur essendo stato cancellato a visita medica i soggetti che praticano l’obbligo di certificazione per l’attività attività amatoriale, soprattutto se adulti e ludico-sportiva e amatoriale, in alcune affetti da patologie croniche. Per l’attività palestre il certificato viene richiesto lo sportiva non agonistica, la norma stesso a titolo precauzionale, con qualche precedente il Decreto Balduzzi prevedeva problema per gli atleti, perché alcuni il rilascio di un certificato di sana e medici si rifiutano di rilasciarlo, non robusta costituzione, dando per assodato essendo più obbligatorio per legge. che chi praticava attività sportiva non agonistica si trovasse in stato di buona Questo è il quadro non proprio salute, ma la ricerca e l’esperienza hanno chiaro per la certificazione insegnato invece che l’attività fisica è uno dell’attività ludico-sportiva e strumento fondamentale di prevenzione amatoriale. Qual è invece la sanitaria, ma anche di cura per una serie situazione per l’attività agonistica? di patologie croniche come il diabete La certificazione per l’attività agonistica e l’ipertensione. Il Decreto Balduzzi, è regolata dal D.M. 18/2/1982, nato sulla nel dividere in due categorie le attività scia della Legge 833/78 che in Italia [bollettino OMCeOMI] 1/2014 20 istituì il Servizio Sanitario Nazionale e che tra le altre cose affermava come la tutela sanitaria dell’attività sportiva dovesse essere uno dei compiti primari del SSN. Il D.M. 18/2/1982 fa sì che tutti gli atleti praticanti attività agonistica abbiano l’obbligo annuale, e in rare occasioni biennale, come per tiro con l’arco, golf, e tutte quelle attività a bassa intensità di impegno cardiovascolare, di sottoporsi a quegli accertamenti che furono decisi nel 1982 con le conoscenze scientifiche dell’epoca. Una legge che, pur con le sue lacune, ancora oggi è invidiata a livello europeo da tutti gli Stati perché ha permesso di attuare, anche negli anni più recenti, importanti azioni di prevenzione sanitaria in campo giovanile, le uniche misure a oggi praticate, visto che sono state abolite le visite scolastiche e quella di idoneità al servizio militare che oggi non è più obbligatorio. Il D.M. 18/2/1982, che benefici ha portato alla popolazione? Diversi e tutti importanti, un esempio per tutti: negli anni ’80 la mortalità improvvisa negli atleti era sovrapponibile a quella della popolazione normale, nelle ultime rilevazioni riferite agli anni 2009-2010 si è osservato che la mortalità per morte improvvisa negli atleti si è ridotta del 95%, mentre è rimasta più o meno la stessa quella della popolazione normale. E quando si verifica un evento di morte giovanile il caso risalta in maniera molto più eclatante rispetto a 40 anni fa. Alcune malattie causa di morte improvvisa, come la “Sindrome di Brugada” la “Displasia Aritmogena del ventricolo dx”, sono anche entrate nella clinica della cardiologia, grazie alle indagini ATTUALITÀ epidemiologiche eseguite su atleti apparentemente sani: questo è stato uno dei meriti del D.M. 18/2/1982 che ha rappresentato un costo per la collettività neanche troppo elevato, ma ha permesso al nostro Paese di fare un passo avanti importante nella prevenzione sanitaria dei giovani. Gli adulti che praticano l’agonismo sono altrettanto tutelati? No, il D.M. 18/2/82 ha evidenziato ormai i suoi limiti soprattutto per gli adulti, i protocolli ministeriali sono spesso non adeguati per l’età adulta, tuttavia, di fatto, ci pensa il medico dello sport a tutelarli, perché quando visita un adulto lo guarda con un occhio altrettanto attento ma diverso rispetto ai giovani. Non dimentichiamoci che l’idoneità sportiva serve anche a evidenziare l’esistenza di fattori di rischio che, attraverso un’attività sportiva praticata ad alta intensità, potrebbero trasformarsi in malattia. Soggetti affetti da malattie croniche devono essere sottoposti ad esami di approfondimento (ad esempio l’iperteso sarà studiato per la valutazione del danno d’organo o eventuali complicanze: ecocardiogramma, test ergometrico massimale, dosaggio del colesterolo) i cui esiti consentono di eseguire una corretta valutazione del rischio cardiovascolare o legato alla patologia cronica. Con le persone adulte, dunque, l’approccio del medico dello sport è chiaramente diverso. Il medico di medicina generale vi supporta nel vostro lavoro? Per l’attività non agonistica, sì, perché sovente è proprio il medico di medicina generale a inviare il paziente dal medico dello sport affinché questi possa fornirgli dei consigli sul tipo di attività da svolgere per migliorare le sue condizioni di salute. Per l’attività agonistica, non sempre. Al medico di famiglia giungono le nostre richieste di accertamenti integrativi alla visita al fine della valutazione del rischio in caso di patologie croniche o sospetto di patologie. La norma attuale prevede che il medico di medicina generale, motivando la sua decisione, possa rifiutarsi di prescrivere gli ulteriori accertamenti che un medico di medicina dello sport ritiene necessari dopo la visita medica per l’attività sportiva agonistica. Su questo punto c’è un po’ di confusione, a mio avviso, perché personalmente non credo che la norma debba essere interpretata in questo modo. C’è in merito a questo un’importante anomalia: il medico dello sport è l’unico specialista accreditato a non avere il ricettario prescrittivo rosso, ed è un paradosso: potremmo prescrivere noi stessi gli accertamenti necessari senza incidere sui budget dei medici di famiglia. Personalmente ho fatto richiesta all’ASL di caricare su di noi il calcolo della spesa (basterebbe [bollettino OMCeOMI] 1/2014 21 che il medico di base sulla ricetta inserisse la dicitura “su prescrizione del medico dello Sport del CMS”), ma mi è stato risposto che le nostre richieste di ecocardiocolordoppler e di altri accertamenti diagnostici cardiologici non rientrano nel budget di spesa dei medici di famiglia (ma loro lo sanno?). Se in momento di ristrettezza economica, da una parte questo può essere comprensibile, dall’altra è contraddittorio, dato che il numero degli atleti è in crescita e lo sport rappresenta comunque una buona occasione per fare prevenzione, ma anche per fare diagnosi precoci, elementi su cui le politica sanitaria dei Paesi occidentali puntano... Certo, anche se va purtroppo rilevato che all’interno di una parte del movimento sportivo c’è anche chi considera il certificato medico solo un atto burocratico e questo atteggiamento, molto più diffuso negli adulti che non nei ragazzi, ci rammarica molto. Sarà che i genitori per i figli sono più attenti che per se stessi. n ATTUALITÀ La chirurgia, interdisciplinare, prima di tutto Pierluigi Altea e Maria Grazia Manfredi Per ridurre gli errori ed esercitare la chirurgia di oggi, sempre più sofisticata ma anche piena di insidie, c’è bisogno di un nuovo modo di intendere l’organizzazione in sala operatoria I l V Convegno Congiunto A.C.O.I. Lombardia – Società Lombarda di Chirurgia, “Chirurgia 2.0”, è stata l’occasione per parlare, tra l’altro, della “Interdisciplinarietà del percorso chirurgico in sala operatoria” e dell’esperienza condotta dal TIISO, il Tavolo Interdisciplinare Interprofessionale per la Sala Operatoria, una forma di collaborazione tra società scientifiche di differenti profili professionali, nata spontaneamente per far fronte alle crescenti necessità di un approccio condiviso tra le figure professionali coinvolte nella gestione di sistemi a elevata complessità, come le sale operatorie. Lo scopo è quello di sviluppare azioni per il miglioramento della sicurezza e della qualità, in una logica di alleanza con le istituzioni e con i cittadini. Sulla scia del convegno, siamo tornati sull’argomento, anche per capire quale sarà il destino della chirurgia nel nostro Paese. I problemi sul campo «Sono diversi i temi rimasti aperti dice Dalila Patrizia Greco, medico chirurgo, responsabile scientifico del Convegno - per esempio il problema della contestazione medico legale da parte dei pazienti: è talmente vissuta in modo compulsivo da tutti che sta rendendo difficile l’introduzione del concetto di lavoro in equipe. Gli operatori sono più interessati alle conseguenze dei propri comportamenti singoli che non alle opportunità offerte dal lavoro in team: un approccio che consentirebbe di migliorare la qualità percepita del servizio, la sicurezza del percorso del paziente e le gratificazioni di chi ci lavora, diminuendo di conseguenza il contenzioso medico legale». Le resistenze al cambiamento, secondo Greco, sono di ordine culturale, ma anche indotte dalla legislazione vigente. «Abbiamo norme – spiega - di cui non si trova traccia in nessun altro paese europeo. Norme che, ad esempio, rendono molto difficile l’utilizzo delle esperienze negative, degli errori, per la crescita professionale dei singoli e delle categorie a cui appartengono. In secondo luogo, la durata del contenzioso e la complessità del rapporto con la magistratura fanno sì che il professionista si senta schiacciato da questo problema: non è un caso che le giovani leve stiano abbandonando progressivamente le branche mediche di tipo chirurgico». Perché cambi la situazione e la prospettiva sul mondo della chirurgia, [bollettino OMCeOMI] 1/2014 22 ci sarebbe bisogno di una diversa organizzazione del lavoro, ma soprattutto di una maggiore attenzione al valore del singolo. «Nella sanità, ma non solo - sottolinea Greco - c’è la tendenza a dare sin troppo peso agli aspetti organizzativi, dimenticandosi che sono invece le persone a creare le organizzazioni. Le cosiddette Non Tecnical Skills, cioè le capacità di interrelazione, nella determinazione di un risultato sono forse più importanti delle competenze tecniche, e questo è dimostrato scientificamente, perché se non si hanno capacità comunicative, se non ci si riesce a relazionare, si ATTUALITÀ ha difficoltà anche a comunicare le frequenze operative, in altre parole non si riesce a scandire il tempo dell’attività: insomma, non serve il talento se poi, all’atto pratico, chi canta non segue la musica e le indicazioni del direttore d’orchestra». A proposto di direzione, in sala operatoria a chi è affidato questo compito? «Dipende - risponde dice Greco - non è necessario che ci sia un team leader fisso, tanto è vero che nella check list della sala operatoria è necessario che un membro del gruppo dichiari di assumersi l’onore e l’onere della leadership di quella procedura. Tuttavia, avere la guida non vuol dire avere fatto carriera, ma significa che in quel momento ci si assume la responsabilità di una sorveglianza, di una maggiore attenzione alla comunicazione per armonizzare gli altri, tanto è vero che per lo stesso evento, a causa di avvenimenti subentranti, la leadership può essere ceduta, con una scelta condivisa dal gruppo, perché ci sono diversi leader a seconda delle procedure». Purtroppo, oggi, la formazione, secondo Greco, non permette di costruire questa forma mentis. «Avveniva di più in passato - spiega - quando c’era un rapporto più stretto tra maestro e allievo, perché la leadership e l’abilità nelle Non Tecnical Skills sono atteggiamenti e predisposizioni che vengono trasmesse non attraverso un sapere dottrinale, ma nella quotidianità dei comportamenti: per questo sarebbe necessario riscoprire alcuni momenti della formazione, come il tutoraggio, molto importante in tutte le scuole di formazione perché il tutor è la persona che lascia l’imprinting». C’è poi un luogo comune che Dalila Patrizia Greco vorrebbe sfatare, quello del chirurgo, bravo professionista, ma del tutto incapace a comunicare, anche perché poco motivato a farlo. «Questo è un falso mito - dice - al contrario, dove sono cresciuta io professionalmente, ricordo che il mio direttore faceva il giro due volte al giorno tra i letti dei malati e si fermava a chiedere anche le cose più [bollettino OMCeOMI] 1/2014 23 Dalila Patrizia Greco, medico chirurgo, responsabile scientifico del Convegno banali: il grande chirurgo è sempre stato quello di poche parole, ma di grande sentimenti verso i suoi pazienti, anche perché è difficile che una persona sia veramente grande se poi è miserevole con i suoi comportamenti umani». Certo, ammette Greco, forse negli anni qualcosa si è perso, ma più per come si è organizzata la macchina ospedaliera che non per volontà o negligenza degli operatori. «Nelle grandi strutture soprattutto - spiega Greco - dove i reparti sono molto ampi e il paziente è accudito da diverse figure che tuttavia faticano ad armonizzarsi tra loro, anche perché manca un linguaggio univoco tra i professionisti, il paziente si sente abbandonato e disorientato. Inoltre, oggi, l’organizzazione è talmente appesantita dalla burocrazia, peraltro causata proprio dalla medicina difensiva, che rimane poco per curare l’empatia nei confronti del paziente, soprattutto se si è impegnati a scrivere un verbale di fronte a un pc». C’è solo un modo per rompere questo circolo vizioso. «Dobbiamo crescere tutti socialmente - dice Greco - professionisti e pazienti insieme, perché la nostra società per cultura è colpevolista, tuttavia, senza una crescita comune non riusciremo a progredire. Bisogna capire che ATTUALITÀ IL PARERE DI ACOI Da alcuni anni si constata il progressivo disinnamoramento da parte dei giovani medici nei confronti delle specialità della cosiddetta area critica, in particolare la chirurgia generale: alcune scuole non occupano i posti disponibili, altre eseguono una selezione su un numero di candidati minimo. Le motivazioni: la bassa remunerazione, una turistica che penalizza la vita personale e di relazione, la difficoltà di carriera (in Italia il numero dei “Primari” si è ridotto di 1/3 nel volgere di 4 anni), l’elevato rischio di contenzioso medico-legale che è aggravato dalla impossibilità di sottoscrivere un’assicurazione se non a costi assolutamente insostenibili. Nel volgere dei prossimi vent’anni si andrà sicuramente incontro alla carenza di chirurghi e occorrerà rivolgersi a Paesi extra-europei i cui chirurghi riusciranno a trovare ancora attraenti le condizioni professionali offerte dall’Italia. Occorre ricordare come, nel nostro Paese, i chirurghi garantiscano spesso anche l’attività di Pronto Soccorso, area nella quale il rischio di una denuncia o di una richiesta di risarcimento ha probabilità altissime, anche se quasi sempre in assenza di reali e oggettive motivazioni. Lo abbiamo chiesto a Mauro Longoni, medico chirurgo, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Generale, Ospedale Edoardo Bassini, AO Istituti Clinici di Perfezionamento (Milano), nonché Vice Presidente Nazionale dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI) e Vice Presidente, settore Sanità, del Consorzio Universitario CINEAS - Per una cultura del rischio. Dottor Longoni, com’è cambiato il modo di pensare di un chirurgo in questi ultimi anni? In altre parole, se un tempo la sua prima preoccupazione era l’atto medico, oggi è il problema della responsabilità professionale? Il principale ruolo del Chirurgo, oggi, resta la capacità tecnica aggiornata e impeccabile nell’eseguire una cura che richiede un intervento chirurgico: procedure sempre più raffinate, tecnologie sempre più innovative e pazienti con aspettative sempre più elevate rendono indispensabile una preparazione medica rigorosa e una competenza manuale costantemente migliorata. Tuttavia, il contesto socio-economico nel quale viviamo richiede al medico un’elevata preparazione anche in ambito gestionale, in particolare nella prevenzione e nella gestione del rischio legato a un atto terapeutico inevitabilmente invasivo e con rischi non sempre prevedibili e prevenibili. Proprio sulla cultura del rischio si può costruire un reale miglioramento per attenuare le attuali tensioni e le note criticità in tema di responsabilità professionale. Quale sarà dunque il futuro della chirurgia? Il futuro della chirurgia italiana, specialità oggi al minimo storico, sarà il frutto della presa di coscienza che il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, passa obbligatoriamente attraverso il diritto alle buone cure. Una buona Chirurgia sarà il frutto di una formazione universitaria completa ed equilibrata che contempli anche insegnamenti di cultura gestionale, di cultura del rischio e di miglioramento delle capacità relazionali e comunicative. La formazione “post lauream” deve diventare rigorosa e certificata in modo da stabilire con precisione quale chirurgo sia abilitato a eseguire quei determinati interventi: in questo ambito è fondamentale il ruolo formativo esercitato dalle chirurgie ospedaliere del nostro Paese. Devono essere costruite nuove alleanze: il potere politico, le associazioni dei cittadini, le associazioni scientifiche e di tutela professionale, le associazioni di imprese assicurative, la magistratura e la giurisprudenza devono lavorare insieme per dare delle risposte che modifichino il vetusto, controproducente concetto di responsabilità medica. Gli alti contenziosi in ambito sanitario scoraggiano i giovani medici a intraprendere la strada della chirurgia anche nel nostro Paese. È vero? Cosa si potrebbe fare per invertire la rotta? negli ospedali si entra per guarire, ma qualche volta anche per morire. Dobbiamo abbandonare il mito dell’immortalità e imparare dagli errori per crescere insieme: il medico deve diventare un alleato e non un nemico da combattere; la struttura, invece, più umana, meno sovrastruttura e più collaborante, sia con il paziente, sia con gli stessi professionisti che lavorano al suo interno». La sicurezza in sala operatoria Il tema degli errori in medicina è esploso negli ultimi anni di pari passo con le problematiche sulla sicurezza nelle strutture sanitarie e sulle prestazioni offerte ai pazienti. [bollettino OMCeOMI] 1/2014 24 «Una diversa sensibilità dei clinici e dei pazienti su queste tematiche ricorda Davide Mozzanica, dirigente presso la Struttura Controllo di gestione, osservatorio costi SSR e risk management di Regione Lombardia - ha portato Regione Lombardia a implementare un sistema di sicurezza che tenesse conto dell’esperienza sugli ATTUALITÀ Le richieste di risarcimento - Aziende Sanitarie del SSR Lombardo al 31.12.2012 Distribuzione per area dei sinistri dal 2010 al 2012 (Fonte: Report Regionale sui sinistri edizione 2012 – sinistri per anno richiesta di risarcimento) Davide Mozzanica, dirigente presso la Struttura Controllo di gestione Trend eventi avversi eventi avversi occorsi, sia organizzativi che umani, e che portasse a un percorso continuo di miglioramento». Le fondamenta per la sicurezza del paziente sono state definite secondo linee di intervento contenute nella circolare 46/SAN del 27.12.2004 che ha permesso la mappatura dei rischi RCT/O, ottenuta attraverso la creazione di un database regionale, la rilevazione e il monitoraggio degli “eventi sentinella”, ma anche la nascita della figura del risk manager e il miglioramento del rapporto col paziente. D’altro canto l’OMS, così come il Ministero della Salute in questi anni hanno dato precise indicazioni sugli strumenti da impiegare per rendere più sicura la sala operatoria (check list e manuale per la sicurezza in sala operatoria). «Gli studi sull’applicazione di tali strumenti evidenziano scientificamente una diminuzione degli eventi avversi - dice Mozzanica - così, ad esempio, controlli che sembrano scontati e routinari, quali ad esempio la marcatura del sito chirurgico o la conferma del conteggio finale di garze, bisturi, aghi e altro strumentario chirurgico, se attentamente svolti creano barriere e prevengono errori che purtroppo accadono ancora nelle strutture sanitarie. Una seconda tematica relativa agli eventi avversi in sala operatoria è quella legata alle Non Technical Skills (NTS): i dati epidemiologici dimostrano come la maggior parte degli errori in chirurgia sia dovuto a deficit delle abilità non tecniche, individuali e di gruppo, piuttosto che a deficit riconducibili ad abilità tecniche». Le Non Technical Skills (NTS), [bollettino OMCeOMI] 1/2014 25 ricorda Mozzanica, rimandano a capacità cognitive, comportamentali e relazionali che non sono riconducibili o rintracciabili all’interno della competenza tecnica di una specifica professione, ma sono invece trasversali. «I dati sugli eventi sentinella come quelli di Joint Commission – spiega - confermano ed evidenziano che la maggior parte degli eventi avversi in chirurgia hanno come causa radice deficit della comunicazione intrateam, della comunicazione con il paziente e i familiari, della capacità di lavorare in gruppo delle equipe, infine della capacità di leadership e di consapevolezza della situazione. Su questi punti è importante lavorare sia a livello organizzativo all’interno delle strutture sanitarie con una composizione equilibrata dei team ATTUALITÀ INNOVAZIONE, FORMAZIONE E MULTIDISCIPLINARIETÀ Sono i tre elementi su cui dovrebbe investire un ospedale. È questa l’idea di Marco Trivelli, Commissario Straordinario dell’A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano. Su quali altri strumenti si può contare per migliorare l’efficacia e l’efficienza di questo delicato comparto? Indubbiamente sulla formazione, che, ribadisco, rimane uno degli aspetti cardini su cui fare leva per aprire nuovi percorsi di trattamento. Uno degli esempi più evidenti, che ha la sua sede a Niguarda, è l’AIMS Academy, un’Università interamente dedicata alla chirurgia mini-invasiva, che offre agli specialisti la possibilità di seguire corsi tenuti dai massimi esperti internazionali in materia di chirurgia senza cicatrici. Un altro strumento è l’interdisciplinarietà. Si tratta forse dell’elemento che caratterizza più profondamente la storia e la tradizione di un grande ospedale generalista come il Niguarda. Uno degli esempi più recenti è l’apertura della sala ibrida. Un concentrato di tecnologia a disposizione della nostra cardiologia, in cui la componente hi tech va di pari passo con la versatilità degli ambienti. Questo consente ai diversi specialisti, come il cardiochirurgo, l’elettrofisiologo o il radiologo, di cooperare nello stesso intervento alternandosi senza interruzione al tavolo operatorio, garantendo anche una continuità tra le fasi diagnostiche e quelle chirurgiche. Dottor Trivelli, per un direttore generale di un grande ospedale come il Niguarda, qual è la preoccupazione maggiore pensando all’area della chirurgia? Più che di preoccupazione, parlerei di attenzione. In una realtà complessa come quella di Niguarda sono tante le aree che richiedono questa sensibilità. Su tutte, incide l’aspetto dell’innovazione. Se si vuole essere al passo coi tempi e offrire soluzioni sempre più efficaci e sicure per i pazienti, è necessario investire in nuove tecnologie, sia in termini di materiali e strumenti, sia in termini di addestramento e formazione. Da non tralasciare poi l’aspetto della validazione sul campo. La chirurgia robotica, ad esempio, è un’innovazione che sta allargando anno dopo anno il suo impiego. Niguarda è stato tra i primi centri ad adottarla in Italia per diverse applicazioni, come la chirurgia addominale, quella prostatica e i trapianti d’organo da vivente. Il che però ha previsto un preciso “training on the job” per i nostri specialisti e un’accurata “fase di testing” per valutare il metodo e i vantaggi per le équipe mediche e per i pazienti. I risultati positivi raccolti ci fanno avanzare nell’intraprendere questa strada. Lo stesso vale per molte altre eccellenze del nostro Ospedale, come le cure oncologiche, cardiologiche e l’area dell’emergenzaurgenza. operatori, sia a livello di formazione attraverso simulazioni avanzate di eventi avversi». Un ulteriore elemento che si ritiene altamente utile a questo scopo, ricorda Mozzanica, è la revisione degli eventi sentinella, quelli più importati che hanno causato la morte o grave danno al paziente. «A tal fine Regione Lombardia ha costituito un Network dei Risk Manager dove tali conoscenze - spiega il dirigente di Regione Lombardia nonché la diffusione di buone pratiche per prevenire gli errori sono divenute Per concludere, quali sono invece gli elementi che rendono difficile l’innovazione organizzativa in questo ambito? Il tempo, perché, come spiegato, l’innovazione richiede impegno, valutazione e riscontri: tutti elementi in cui questo fattore è determinante. Inoltre i passi in avanti difficilmente diventano tali se non supportati da adeguate risorse economiche. In questi ultimi anni di razionalizzazione delle risorse questo è diventato un aspetto con cui abbiamo imparato a convivere. Non è stato facile, ma comunque non ci ha impedito di portare a termine la fase di riqualificazione del nuovo Niguarda, iniziata 4 anni fa con l’apertura del Blocco Sud, dedicato all’alta intensità di cure, e che si completerà con l’estate del 2014, quando anche il suo “gemello”, il Blocco Nord, per cui si sono da poco conclusi i lavori, diventerà operativo. oggetto di discussione e confronto. Anche per i clinici questi momenti di condivisione sono importanti». Come valuta dunque l’esperienza suggerita dal TIISO? «Ritengo fondamentale la nascita del tavolo interdisciplinare per i professionisti di sala operatoria - dice Mozzanica - le proposte avanzate vanno nella corretta direzione di migliorare il lavoro di teamwork e sono un momento di riflessione per le iniziative delle diverse Società scientifiche [bollettino OMCeOMI] 1/2014 26 coinvolte: Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani), SIC (Società Italiana di Chirurgia), Aico (Associazione Infermieri di Camera Operatoria) e Siaarti (Società Italiana Anestesia Analgesia Rianimazione Terapia Intensiva). Non per niente, i temi più importanti su cui Tiiso sta concentrando la propria attività riguardano la formazione interdisciplinare avanzata e la definizione di criteri di misurazione e di valutazione oggettivi dell’attività clinica». n FINESTRA SULL’ODONTOIATRIA Global Burden of Disease (GBD) study Elena Maria Varoni La fotografia della salute mondiale negli ultimi vent’anni: un primo piano sulle condizioni orali S i chiama “Global Burden of Disease (GBD) study” e si tratta di uno degli studi più imponenti degli ultimi vent’anni. Iniziato nel 1990, con la collaborazione di centinaia di esperti sia a livello nazionale che internazionale, ha l’obiettivo di ottenere un quadro d’insieme mondiale riassuntivo della mortalità e della disabilità per patologie, lesioni e fattori di rischio. Le ripercussioni sono di assoluta rilevanza, permettendo di identificare quelle condizioni che hanno maggiore impatto sulla qualità della vita della popolazione e, quindi, suggerendo le prossime linee di ricerca, sviluppo e politica sanitaria con relativi finanziamenti. Per misurare l’impatto della malattia è stato scelto un parametro, utile a misurare anche i costi di intervento: il “disability adjusted life-years” (DALY), che è la somma degli anni di vita “persi” a causa di morte prematura e gli anni vissuti con una disabilità, rispetto all’aspettativa di vita di riferimento identificata in quella Giapponese, popolazione più longeva al mondo. La condizione patologica al primo posto per prevalenza, tra le 291 malattie considerate e le relative 1.160 sequele, è risultata la carie (non trattata) su elementi permanenti, capace di dare forte dolore e ostacolare la normale alimentazione. La carie, prima di mal di testa e malattie dermatologiche. Non solo: nella top ten troviamo anche la malattia parodontale severa (al sesto posto) e le lesioni cariose non trattate su denti decidui (al decimo posto). Si aggiungono i quadri di edentulia grave, sul 36° gradino. Queste condizioni orali, tutte insieme, affliggono nel mondo un totale di quasi 4 miliardi di persone e rendono conto di circa 15 miliardi di DALY globali, rientrando tra le prime cento cause di disabilità, con una media di 224 anni di salute persi ogni 100.000 persone. Negli ultimi vent’anni in particolare, si è osservato un incremento delle DALY correlate alle condizioni orali del 20%, probabilmente associabile ad un aumento della popolazione mondiale e dell’aspettativa di vita. Nel “global burden”, sono diminuite le disabilità legate a quadri di edentulia, mentre sono cresciute quelle dovute a lesioni parodontali gravi e carie non trattate, con differenze tra gruppi d’età e regioni geografiche. È stata, infatti, osservata una loro drammatica riduzione tra le popolazioni recentemente avanzate, mentre, in quelle regioni ancora in via di sviluppo, è stato riportato un incremento nelle lesioni parodontali gravi e nella patologia cariosa, soprattutto tra i soggetti più giovani. Ci si aspetta, poi, che la perdita di elementi dentali, quale esito del fallimento e/o della non disponibilità di trattamenti preventivi e conservativi, porti conseguentemente ad incremento dei quadri di edentulia. È possibile che i risultati dello studio GBD sottostimino il reale impatto delle patologie orali sulla salute mondiale, includendo solo le forme più severe di tre condizioni odontoiatriche (carie, parodontite e [bollettino OMCeOMI] 1/2014 27 perdita di elementi dentari), tralasciandone le forme lievi e moderate ma talvolta non di meno invalidanti, e non considerando altre malattie orali capaci ugualmente di influire sulla DALY di un soggetto, come il carcinoma orale, la noma (Cancrum oris) e lesioni maxillofacciali. La conclusione è comunque di tutto valore: se l’effetto delle condizioni orali sulla salute mondiale appare cresciuto negli ultimi 20 anni, questo non è avvenuto in modo uniforme in tutti i popoli. Grazie a questa imponente “fotografia globale” sarà possibile averne una mappa precisa, in modo da pianificare correttamente la rete di interventi, finanziamenti ed educazione sanitaria nelle diverse comunità, nonché i successivi percorsi di ricerca e sviluppo. Bibliografia disponibile a richiesta in redazione. ATTUALITÀ Genetica e medicina personalizzata Caterina Lucchini L’esperienza dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano L’ Dott. Marco A. Pierotti, Scientific Director dell’Istituto Tumori di Milano Istituto Nazionale Tumori di Milano, attualmente costituito come Fondazione IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), nel 2014 ha compiuto 85 anni dall’inizio della sua attività di cura e ricerca delle malattie tumorali. Lungo questo percorso temporale molte sono le realizzazioni in termini di diagnosi e cura che hanno contraddistinto questo cammino, da chirurgie innovative a cure chemio terapeutiche innovative ancora oggigiorno “gold standard” per l’oncologia medica. Anche la medicina personalizzata, che ha trovato un suo riferimento nella scoperta degli elementi genetici che producono la trasformazione tumorale (gli oncogeni e i geni oncosoppressori) e un impulso formidabile nella decifrazione del genoma umano, ha avuto in Istituto un’origine estremamente precoce. Il dott. Marco A. Pierotti, Scientific Director dell’Istituto Tumori, ci illustra il percorso intrapreso dall’istituto negli ultimi venti anni. «Eravamo a metà degli anni 90’ quando l’allora presidente dell’AIRC, Guido Venosta, illuminato manager che pose la sua professionalità al servizio della causa di quella poi divenuta la prima charity italiana, cioè l’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (AIRC), volle finanziare l’Istituto per due innovativi progetti di ricerca che avrebbero dovuto rapidamente trasferire l’innovazione al letto del paziente. Questa caratteristica è poi quella che dovrebbe contraddistinguere i progetti di un IRCCS costituendone la fondamentale mission. L’allora direttore scientifico prof. Franco Rilke, illustre patologo, affidò al sottoscritto e alla sua principale collaboratrice dott.ssa Silvana Pilotti, il compito di sviluppare un Laboratorio di Diagnostica Molecolare che vedeva in maniera molto innovativa una stretta collaborazione tra la ricerca innovativa preclinica e il momento diagnostico. Nello stesso momento in Istituto era presente il primo Registro italiano della poliposi familiare gestito dal dott. Lucio [bollettino OMCeOMI] 1/2014 28 Bertario e inoltre era stato isolato il primo gene legato alle forme ereditarie di carcinoma del seno e ovarico. Qui fu piuttosto facile individuare un secondo Progetto di ricerca nello Studio dei tumori eredo-familiari che anche venne posto sotto la mia responsabilità e che incluse la collaborazione, oltre quella del dott. Bertario, del dott. Paolo Radice per gli aspetti molecolari e della dott.ssa Barbara Pasini e poi, in seguito al suo trasferimento, della dott.ssa Siranoush Manoukian che hanno in pratica costruito la prima unità di genetica medica specificamente dedicata ai tumori». Questi due momenti innovativi e oggetto di progetti di ricerca sono poi evoluti in attività assistenziali, ancorché ancora con un alto livello innovativo, e costituiscono dei presidi diagnostici e terapeutici di avanguardia non solo nel panorama nazionale ma anche in proiezione internazionale. Di seguito i contributi della dott.ssa Manoukian sulla consulenza genetica in oncologia e del prof. Pelosi che illustrerà l’evoluzione del laboratorio di patologia molecolare nell’oramai consolidata tematica della classificazione molecolare dei tumori. Da ultimo, ma non meno importante, il dott. De Braud spiegherà come la definizione molecolare dei tumori illustrata in precedenza ha un rilievo oramai insostituibile nel definire le strategie terapeutiche nei tumori solidi ATTUALITÀ La genetica medica in oncologia di mutazioni germinali (trasmissibili) di geni che, se alterati, conferiscono un rischio sensibilmente aumentato rispetto alla popolazione generale di sviluppare specifici tumori. Sebbene i tumori ereditari costituiscano una minoranza di tutti i tumori, la loro identificazione è cruciale ai fini di razionalizzare e personalizzare l’offerta di misure di prevenzione, diagnosi precoce e in alcuni casi di terapia. In questo contesto si colloca la consulenza genetica oncologica, volta a: diagnosticare l’eventuale presenza di una predisposizione geneticamente determinata allo sviluppo di neoplasie; proporre ai membri affetti e a rischio della famiglia l’esecuzione di un test genetico che, qualora disponibile, è Dott.ssa volto a confermare la diagnosi clinica Siranoush e può consentire di individuare tra i Manoukian Genetica Medica, soggetti a rischio quelli effettivamente Dipartimento portatori della predisposizione; di Medicina informare il soggetto e i suoi familiari Preventiva e Predittiva, circa il proprio rischio oncologico Fondazione specifico e la possibilità di trasmetterlo; IRCCS Istituto proporre ai membri a rischio della Nazionale dei Tumori, Milano famiglia un programma di sorveglianza Dott.ssa Siranoush Manoukian Genetica Medica, Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Complessivamente circa il 5-10% di tutti i casi di tumore è considerato ereditario, riconducibile cioè a una predisposizione geneticamente determinata. Tale predisposizione è legata alla presenza [bollettino OMCeOMI] 1/2014 29 che consenta la diagnosi precoce delle neoplasie attese; prospettare le eventuali opzioni disponibili in termini preventivi ed eventualmente terapeutici delle neoplasie attese. La probabilità di ottenere un’informazione clinicamente utile da un test genetico dipende sia dalla capacità di interpretare le alterazioni osservate nei geni analizzati che dalla capacità stessa di osservarle (metodiche utilizzate). Inoltre, sebbene siano attualmente noti diversi geni responsabili di specifici tumori ereditari, questi non spiegano comunque la totalità dei casi, una parte dei geni responsabili è infatti ancora tutt’oggi ignota. In altre parole, un’analisi genetica condotta in una famiglia valutata a rischio che non evidenzi mutazioni a carico dei geni noti responsabili, non permette comunque di escludere la presenza di un rischio legato a mutazioni in geni predisponenti a oggi sconosciuti. È quindi essenziale che questi test, spesso troppo pubblicizzati, vengano eseguiti solo in laboratori con elevati standard di qualità e comunque solo nell’ambito di un percorso di consulenza genetica medica in grado di interpretare i dati anamnestici e i risultati dei test, considerando attuali conoscenze e limiti delle analisi genetiche. La consulenza genetica medica oncologica è, e dovrebbe essere, quindi rivolta ai soli individui che potenzialmente potrebbero beneficiare di una approfondita valutazione del proprio rischio genetico oncologico, cioè agli individui che presentano un’anamnesi oncologica personale e/o familiare riconducibile alla presenza di una forma di suscettibilità geneticamente ATTUALITÀ LE STRATEGIE TERAPEUTICHE NEI TUMORI SOLIDI Prof. Filippo de Braud • Dipartimento e Divisione di Oncologia Medica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano La scoperta dei meccanismi di attivazione della crescita cellulare ha permesso ai clinici e ai ricercatori di sviluppare nuovi farmaci e di indirizzare i pazienti verso strategie terapeutiche mirate anche nella cura dei tumori solidi. Da un prelievo bioptico del tumore può essere infatti ottenuto in circa due settimane un profilo molecolare che aiuta i clinici a stabilire se sia possibile utilizzare farmaci con un preciso bersaglio molecolare e quindi sviluppare la migliore strategia terapeutica per i pazienti. Questo tipo di approccio permette, a oggi, per alcune patologie (tabella 1) in cui sono state individuate delle variazioni molecolari cui corrisponde un farmaco in grado di sortire un effetto benefico sul paziente, di inserire la classificazione molecolare nell’approccio standard alla cura. La ricerca di mutazioni, riarrangiamenti genici o amplificazioni dell’espressione di un gene cui corrisponde l’attivazione di un processo che guida la crescita del tumore, permette di stabilire una cura con migliore probabilità di tenere sotto controllo il tumore per un periodo maggiore rispetto alle terapie standard non mirate. Tuttavia, nei tumori solidi diversamente di quelli ematologici, purtroppo quasi mai anche un approccio terapeutico basato su indagini molecolari permette la piena guarigione. La malattia infatti dopo un iniziale periodo di recessione, riprende quasi sempre a crescere sia perché si selezionano cellule che non esprimono quella mutazione, sia perché insorgono altre mutazioni che non sono sensibili ai farmaci somministrati o che hanno bisogno di altri blocchi per essere fermate. Questo purtroppo, insieme al ristretto numero di bersagli molecolari utilizzabili per il momento (tab 1), limita a un ridotto numero di malati questa pratica clinica. Tuttavia il concetto di strategia terapeutica è ormai radicato e i cambiamenti osservabili nella ricerca clinica sono l’esempio di come medici e ricercatori credano nelle grandi potenzialità che le cure personalizzate e basate su profili molecolari possano offrire. Infatti, nell’ambito della ricerca clinica ci sono già molti altri target in fase avanzata di studio. Attualmente ad esempio, presso l’Istituto dei tumori, tutti i pazienti malati di tumore le cui terapie convenzionali stanno fallendo o non stanno sortendo gli effetti desiderati, prima di essere sottoposti a cure alternative, vengono screenati alla ricerca di alcuni bersagli tumorali. Questo approccio, unito anche al sempre crescente numero di farmaci sperimentali a disposizione, permette di arruolare in studi sperimentali dei pazienti che hanno maggiori probabilità di rispondere a una terapia non convenzionale rispetto che a un’altra. Il processo di indagine, per sintetizzare, può definirsi autoalimentante, perché da un lato lo screening dei pazienti aumenta le informazioni sulle alterazioni molecolari e quindi fornisce nuovi bersagli su cui sviluppare nuovi farmaci, dall’altro, i nuovi farmaci sviluppati per la mutazione riscontrata nella tale neoplasia, si scoprono poi validi anche per altre neoplasie. NEOPLASIA BERSAGLI MOLECOLARI FREQUENZA DI ESPRESSIONE FARMACO Tumori stromali gastrointestinali (GIST) c-Kit PDGFR alpha >80% >50% Imatinib Sunitinib Carcinoma della mammella Her2 15-20% Trastuzumab +/Pertuzumab Melanoma B-RAF 30-40% Vemurafenib EGFR 5-10% ALK –EML4 5% Gefitinib Erlotinib Afatanib Crizonitib k-Ras 30% Non si utilizzano gli anticorpi monoclonali contro EGFR usati come gold standard nel tumore del colon Adenocarcinoma polmonare Tumore del colon Her2-3 determinata allo sviluppo di neoplasie. L’insorgenza in età giovanile, un istotipo tumorale caratteristico, tumori multipli nello stesso individuo, o più familiari legati da uno stretto legame di parentela – paterna e materna - affetti dalla stessa neoplasia o da neoplasie associate, sono elementi che possono orientare al sospetto di una predisposizione. È auspicabile che, come peraltro già avviene in altri Paesi, siano forniti ai Medici gli strumenti formativi che permettano di individuare le famiglie meritevoli di una consulenza genetica. Considerata la delicatezza delle problematiche trattate, è auspicabile [bollettino OMCeOMI] 1/2014 30 che la consulenza sia gestita in modo assolutamente non direttivo, fornendo all’individuo - a meno che quest’ultimo manifesti la chiara volontà di non sapere - tutte le informazioni necessarie perché possa orientare le proprie scelte preventive, terapeutiche e riproduttive in modo assolutamente ATTUALITÀ libero e consapevole dei rischi e dei benefici che deriveranno dalle sue decisioni. È evidente inoltre, che anche l’esecuzione di una analisi genetica deve derivare da una libera scelta ed essere conseguente all’espressione di un vero consenso informato. La complessità dell’argomento, la delicatezza delle eventuali scelte preventive che possono derivare e i limiti ancora esistenti relativamente alle conoscenze disponibili, non possono quindi prescindere da una gestione nell’ambito di un percorso medico integrato in cui il coinvolgimento delle diverse competenze specialistiche consenta il recupero di un’auspicabile visione “unitaria” dell’individuo. Nell’ambito dei tumori ereditari, i tumori della mammella/ovaio e i tumori colorettali costituiscono sicuramente la quota preponderante. In questo contesto si colloca l’attività delle strutture di Genetica Medica (dott.ssa S. Manoukian) e dei Tumori Ereditari Colorettali (dott. L. Bertario) all’interno dell’Istituto Tumori. Complessivamente l’attività rivolta alle predisposizioni geneticamente determinate allo sviluppo dei tumori della mammella/ ovaio, ha gestito oltre 3900 famiglie valutate a rischio per un totale di oltre 5100 pazienti affetti e 2900 familiari a rischio. Per quanto attiene i tumori colorettali, sino a oggi sono state gestite circa 3300 famiglie per un totale di più di 5000 pazienti affetti e 9000 familiari a rischio. Attualmente, sebbene siano stati compiuti considerevoli progressi nella conoscenza dei tumori ereditari, restano ancora molti interrogativi cui la ricerca deve rispondere al fine di garantire una strategia preventiva sempre più “a misura”. Infatti, se da un lato la consulenza genetica è strumento primario e necessario per l’identificazione degli individui ad alto rischio genetico e la conseguente definizione di strategie preventive e/o terapeutiche personalizzate, dall’altro la disponibilità di dati genetici, patologici e molecolari costituisce anche l’indispensabile premessa allo svolgimento dell’attività di ricerca. In particolare, gli studi in corso mirano a definire stime di rischio di malattia personalizzate e caratteristiche biologiche delle neoplasie ereditarie, individuare possibili agenti chemopreventivi, valutare la risposta ai diversi farmaci in caso di malattia e l’efficacia dei programmi di diagnosi precoce e delle possibili strategie preventive, così come identificare possibili fattori modificatori del rischio genetici e ambientali. La classificazione molecolare dei tumori Prof. Giuseppe Pelosi Dipartimento di Patologia Diagnostica e Laboratorio, Fondazione IRCCS [bollettino OMCeOMI] 1/2014 31 Prof. Giuseppe Pelosi Dipartimento di Patologia Diagnostica e Laboratorio, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano. Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco”, Università degli Studi di Milano Istituto Nazionale dei Tumori, Milano Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco”, Università degli Studi di Milano Le classificazioni sono utilizzate in Medicina per raggruppare le caratteristiche epidemiologiche, genetiche, biopatologiche e cliniche delle malattie sotto entità specifiche e ben codificate da utilizzare ai fini del trattamento, nonché come valido strumento di igiene e sanità pubblica. Nella classificazione dei tumori, la diagnosi anatomo-patologica rappresenta la base essenziale per identificare il miglior trattamento del paziente attraverso l’individuazione di fattori prognostici (che danno la misura degli effetti delle malattie sui pazienti) e predittivi (che indicano quanto un tumore risponderà al trattamento in atto). Fino a ora le classificazioni dei tumori si sono principalmente basate sulla valutazione delle loro caratteristiche morfologiche desunte dall’esame istologico al microscopio ottico. Tale approccio si è rivelato, tuttavia, parziale da quando la terapia dei tumori ha cominciato a utilizzare ATTUALITÀ ESEMPI DI CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE SOMATICA NEI TUMORI SOLIDI Esempio di adenocarcinoma del polmone in un preparato citologico (illustrazione a sinistra), caratterizzato per la presenza di mutazione nell’esone 19 del gene EGFR (illustrazione a destra). farmaci non convenzionali che bersagliano specifici meccanismi molecolari di malattia. La conoscenza di tali meccanismi e più in generale dell’insieme delle alterazioni molecolari somatiche che caratterizzano un tumore, sta rivoluzionando la Medicina Oncologica, gettando le basi della cosiddetta “Patologia Terapeutica” che ben rappresenta il contributo del patologo alla conoscenza delle malattie e alla terapia personalizzata dei pazienti. Ciò che sta emergendo è che malattie considerate unitarie e omogenee fino a pochi anni fa (ad esempio, l’adenocarcinoma del polmone) sono in realtà un insieme eterogeneo di patologie tra loro non necessariamente correlate, anzi talvolta mutuamente esclusive, che sono caratterizzate da specifiche alterazioni molecolari (le cosiddette “mutazioni guida”) alla base dello sviluppo e crescita delle cellule tumorali attraverso l’induzione di meccanismi di dipendenza genica (oncogene addiction) che possono essere bloccate da specifici farmaci (ad esempio, inibitori chinasici o anticorpi monoclonali umanizzati) con risultati clinici spesso insperati rispetto ai tradizionali trattamenti. In tal modo, attraverso la caratterizzazione molecolare somatica dei tumori, si arriva a identificare il farmaco giusto, nel paziente giusto e al momento giusto, con strategie appropriate messe in atto anche per superare i meccanismi di resistenza al trattamento. Sono molti i farmaci a nostra disposizione che interferiscono con i meccanismi di malattia dei tumori ormai stabilmente entrati nella terapia oncologica e che sono identificati attraverso l’uso di specifiche procedure diagnostiche di laboratorio (BOX 1). In proiezione futura, è prevista la caratterizzazione multi-parametrica delle neoplasie umane fino all’analisi rapida dell’intero genoma, allo scopo di trovare molteplici bersagli molecolari, nel singolo paziente, che consentano di personalizzarne al meglio la terapia (sistemi di sequenziamento di nuova generazione o next generation sequencing, NGS), anche indipendentemente dalle caratteristiche morfologiche del tumore (classificazione molecolare delle neoplasie). In tale ambito di attività, il Dipartimento di Patologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale [bollettino OMCeOMI] 1/12014 32 Esempi pratici dell’attività di caratterizzazione molecolare di un tumore sono l’identificazione delle mutazioni del gene EGFR nell’adenocarcinoma del polmone (vedi Figura), del gene KRAS nell’adenocarcinoma intestinale, del gene BRAF nel melanoma e del gene c-Kit nei tumori stromali gastrointestinali, oppure l’identificazione di traslocazioni che portano alla creazione di geni ibridi non presenti nelle cellule normali (ALKEML4 nell’adenocarcinoma del polmone) o amplificazioni geniche (cioè aumento del numero di copie del gene per singola cellula) come quella che riguarda il gene Her-2/neu nel carcinoma della mammella. dei Tumori di Milano svolge un’intensa attività di caratterizzazione molecolare delle neoplasie umane (oltre 4000 esami nel 2012, quasi raddoppiati in proiezione nel 2013), seguendo linee guida e protocolli nazionali e internazionali in base ai quali la giurisdizione esecutiva dell’esame molecolare è esercitata dallo specialista patologo attraverso la verifica dell’adeguatezza e appropriatezza del materiale, l’identificazione della componente cellulare neoplastica da destinare all’analisi molecolare, la sorveglianza dell’intero processo di analisi dal punto di vista tecnologico (anche con l’uso di sistemi di NGS) e organizzativo e la compilazione del referto diagnostico conclusivo. Le analisi molecolari richieste ai fini del trattamento clinico sono effettuate come prestazioni soggette a rimborso del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La diagnostica molecolare così intesa va non solo a vantaggio del singolo paziente essendo funzionale a definire con certezza la diagnosi e/o a personalizzare la terapia, ma anche del SSN attraverso un approccio macroeconomico che consenta l’uso più razionale delle risorse. ■ ATTUALITÀ Le attività dell’Ordine Il 2013 dell’OMCeO di Milano è stato ricco di iniziative: eccone un resoconto riassuntivo n NEWSLETTER Nell’anno 2013 sono state inviate 52 newsletter per un totale di 209 notizie. Tra gli argomenti trattati: eventi ECM, eventi patrocinati dall’Ordine e di rilevanza medica, Enpam, giovani medici, DL stabilità, assicurazione, certificazione medica, certificazione sportiva, IVA, nonché notizie di interesse medico e culturale. n BOLLETTINO Nel 2013 sono stati realizzati 4 bollettini, per un totale di 48 articoli. Le interviste: al dott. Giorgio Slaviero (Nefrologo presso l’Ospedale San Raffaele di Milano) sulle strutture private, al Dott. Claudio Mencacci (Direttore dipartimento Neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano) sull’ideale percorso terapeutico nella cura del disturbo psichiatrico, alla Dott. ssa Maria Teresa Baldini (Chirurgo Specialista in Microchirurgia laser) su politica regionale e sanità, Dott.ssa Alessandra Kustermann (Direttore UOC Pronto soccorso e Accettazione Ostetrico-Ginecologica Clinica Mangiagalli) sulla sanità lombarda, Dott. Piergiorgio Settembrini (Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare dell’Università degli Studi di Milano) sulla chirurgia vascolare, alla Dott.ssa Enrica Morra (Direttore della Struttura Complessa di Ematologia e del Dipartimento di Ematologia e Oncologia dell’A.O. Niguarda Cà Granda). 3 articoli sono stati dedicati ai luoghi simbolo della sanità milanese in particolare all’Ospedale Fatebenefratelli, all’Istituto Villa Marelli, all’Istituto Nazionale dei Tumori, 2 gli articoli pubblicati nella finestra sull’odontoiatria Tra gli altri, articoli dedicati ai test genetici, alla medicina estetica/iva, chirurgia ambulatoriale, al riordino degli ordini delle professioni sanitarie, ai giovani medici, alla scienza e bioetica, alla medicina e chirurgia di genere, ai tagli alla sanità, alle strutture di assistenza religiose, alla revisione del codice deontologico. Hanno avuto spazio le esperienze di medici che hanno prestato assistenza volontaria a popolazioni prive di strutture sanitarie. n STAMPA D’INFORMAZIONE Durante l’anno l’Ordine ha avuto visibilità su testate quali Corriere della Sera, La Repubblica, Il Giorno e l’agenzia di stampa Adnkronos Salute per aver organizzato i seguenti eventi ECM: “I Giovedi dell’Ordine” - tre incontri [bollettino OMCeOMI] 1/2014 33 culturali e di divulgazione scientifica “Internet e telemedicina: opportunità e criticità” “L’individuo fragile: cura, diritti e sostegno alla famiglia” organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati. Diversi gli interventi del Presidente dell’Ordine su testate nazionali (Corriere della Sera, Il Giornale, Sole24OreSanità, AdkronosSalute) e on line (Doctor33, Quotidianosanità) in tema di giovani medici, Inps, errori clinici, revisione del codice deontologico. n AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Le Commissioni Aggiornamento Professionale e Formazione e Cure Palliative e Terapia del Dolore hanno perseguito durante l’anno 2013 gli obiettivi di mandato già presentati nelle precedenti relazioni. In modo particolare gli eventi formativi ECM, oltre ad essere stati presentati nella sede istituzionale (PIME), hanno avuto locazione anche nell’ambito di istituzioni sanitarie pubbliche e private. La programmazione ha tenuto conto per quanto attiene agli argomenti di indicazioni da parte dei vari colleghi che hanno partecipato agli eventi. È stato inoltre perseguito nell’ambito della formazione delle Cure Palliative l’obiettivo di sensibilizzare l’utenza ATTUALITÀ in merito alla Legge 38. Si segnala che la partecipazione a tutti gli eventi formativi è stata significativa e particolarmente gradita. Si sono tenuti due Corsi (marzo/giugno e ottobre/ dicembre) della Scuola di Deontologia Medica ed Etica del Comportamento professionale. L’Ufficio Aggiornamento Professionale e Formazione si è inoltre particolarmente impegnato nella programmazione per l’anno 2014 di corsi di Medical English, allocando gli stessi presso due Scuole in funzione delle esigenze territoriali degli iscritti, ampliando tra l’altro il numero dei partecipanti da 30 a 120. n ACCREDITAMENTO STANDARD L’Ordine, accreditato provvisoriamente (id. n. 1834) con determina della Commissione Nazionale per la Formazione Continua in data 26 maggio 2011, ha provveduto a formalizzare la richiesta di accreditamento standard per lo svolgimento dell’attività di formazione continua in medicina, in base agli Accordi stipulati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 1° agosto 2007 e del 5 novembre 2009 e all’Accordo Stato-Regioni del 19 aprile 2012 nonché alle determine adottate dalla Commissione Nazionali regolanti la materia. n PARAMETRI E REQUISITI VALUTAZIONE MASTER i nominativi per procedere all’aggiornamento dei componenti il Nucleo di Valutazione delle priorità A seguito di circolare FNMOCeO dei conflitti di interesse (NVPCI) e del sono stati individuati quali titoli Tavolo Regionale per l’appropriatezza non specialistici da inserire in Albo: in medicina (TTRAM) come previsto Formazione in Medicina Generale; dal Decreto D.G. Sanità n. 11858/2009. Dottorati di Ricerca; Master Universitari. Il Consiglio ha provveduto Sono state nominate la Dott.ssa Maria Grazia MANFREDI come titolare e a deliberare i parametri e i requisiti, individuati dalla Commissione all’uopo la Dott.ssa Luciana BOVONE come supplente. istituita, che dovranno possedere i Master che, in caso di accoglimento di n MEDICI FISCALI documentata istanza, verranno inseriti Numerosi medici fiscali hanno negli Albi: richiesto l’intervento dell’Ordine 1) i Master dovranno essere sul provvedimento dell’INPS che esclusivamente Universitari e di II° ha sospeso le visite fiscali d’ufficio livello; per una riduzione delle spese. Ciò 2) l’Ente Universitario dovrà essere ha determinato una riduzione del ricompreso tra quelli riconosciuti lavoro dei medici fiscali retribuiti con legalmente dallo Stato Italiano contratto a prestazione che svolgono (il controllo sarà svolto tramite questa attività molto spesso esclusiva consultazione di apposito elenco e priva di tutele. I professionisti scaricabile dal sito del Ministero interessati da questa decisione della dell’Istruzione, dell’Università e della Direzione Generale dell’INPS sono Ricerca); oltre mille. L’Ordine di Milano ha 3) i Master dovranno prevedere la chiesto alla Federazione di intervenire partecipazione diretta del discente con fermezza in tutte le sedi possibili al corso (e quindi lezioni frontali, affinché il provvedimento adottato esercitazioni pratiche, etc.); dall’INPS sia ridiscusso e revocato 4) Per poter accedere al Registro e il Consiglio ha predisposto una della Medicina Estetica nonché nota nella quale viene stigmatizzato ai Registri delle Medicine Non il comportamento dell’INPS ed Convenzionali - almeno di durata espressa solidarietà ai colleghi per le biennale con un numero di monte ripercussioni di tipo occupazionale ore pari a quello previsto dai criteri sulla categoria. definitivi già individuati. n COMPONENTI NUCLEO VALUTAZIONE PRIORITÀ DEI CONFLITTI DI INTERESSE E TAVOLO REGIONALE PER L’ APPROPRIATEZZA IN MEDICINA La Regione Lombardia ha richiesto [bollettino OMCeOMI] 1/2014 34 n PASS MEDICO VISITA DOMICILIARE URGENTE C’è stato un incontro con la Dirigenza del Settore traffico e viabilità del Comune di Milano in merito alla diffida dell’uso dei contrassegni che, da tempo immemorabile, l’Ente come concordato con le amministrazioni via ATTUALITÀ via succedutesi nel tempo a partire dall’anno 1972, ha sempre rilasciato ai medici con la dizione “Comune di Milano”. La Dirigenza del Comune ha ribadito la diffida all’uso del contrassegno così strutturato e ha suggerito di usare il contrassegno della croce sul vetro con all’interno dell’auto un foglio di ricettario in cui sia riportata la scritta della visita domiciliare urgente e l’orario di arrivo. La soluzione adottata dal Consiglio è stata quella di procedere alla stampa di un cartoncino con il logo dell’Ordine intestato al medico su cui compaia il numero di iscrizione e la scritta visita domiciliare urgente. Del rilascio dei nuovi Pass è stata data notizia agli uffici comunali preposti. n ERRORI CLINICI E DANNO ERARIALE C’è stato un incontro tra il Presidente dell’Ordine e il Procuratore Regionale della Corte dei Conti in merito al provvedimento assunto dalla Corte dei Conti sulla vicenda dei medici dell’Ospedale San Paolo. Il Procuratore Regionale Antonio Caruso dopo l’incontro ha inviato una nota che delinea con precisione quali debbano essere i presupposti necessari (colpa grave) dell’obbligo di denuncia del danno erariale e le caratteristiche della denuncia stessa che come nota positiva, presenta il fatto che il medico incolpato viene coinvolto fin dall’inizio del procedimento, dal momento che tra i documenti richiesti dalla Corte dei Conti figurano “i rapporti delle Commissioni medico legali interne all’Azienda completi delle contestazioni mosse al sanitario e delle controdeduzioni fornite dal medesimo a garanzia del contraddittorio procedimentale”. n PROTOCOLLO COMUNE DI MILANO “PREVENIRE E CONTRASTARE LA VIOLENZA E IL MALTRATTAMENTO CONTRO LE DONNE” L’Ordine ha condiviso, atteso che tale adesione non comportava alcun impegno finanziario, il documento predisposto dal Comune di Milano al fine di promuovere interventi in grado di coniugare sicurezza, prevenzione, sostegno e aiuto alle donne vittime di maltrattamento e violenza. Il Comune di Milano con tutte le associazioni e gli enti firmatari del documento, si propone di rafforzare le azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza ed ha chiesto la collaborazione dell’Ordine al fine di indirizzare, programmare e individuare le risorse per la prevenzione e la costruzione di risposte sinergiche per il sostegno delle donne che hanno subito violenza, per mettere in rete informazioni nei rispettivi ambiti di competenza, promuovere congiuntamente percorsi formativi per il personale ed operatori dell’area psicosociale, sanitaria; programmare campagne di sensibilizzazione della cittadinanza, con particolare attenzione al mondo della scuola (sensibilizzazione di ragazzi e famiglie e formazione dei docenti; costituire gruppi di [bollettino OMCeOMI] 1/2014 35 lavoro tematici ed interdisciplinari per affrontare criticità ed individuare percorsi operativi condivisi. n REVISIONE DEL CODICE DI DEONTOLOGIA MEDICA In una seduta di Consiglio dedicata, sono stati affrontati singolarmente gli articoli del Codice Deontologico oggetto di revisione da parte della Federazione e su ciascuno il Consiglio si è espresso in merito. Le osservazioni ed i commenti sono tutti annotati nella sezione apposita individuata dalla Federazione stessa nella propria circolare e trasmessi alla Federazione nei termini e nei modi dalla stessa indicati con comunicazione del 10 maggio 2013. n INI-PEC VALIDITÀ INDIRIZZI CON DOMINIO @postacertificata.gov.it La FNOMCeO, che come da delega dell’Ordine aveva proceduto all’invio al Ministero per lo Sviluppo economico dei dati degli indirizzi PEC dei nostri iscritti, ha restituito un elenco di n. 1.040 indirizzi PEC con dominio @ postacertificata.gov.it scartati da Infocamere che si rifaceva ad un parere di DigtPA del 2010 in cui si sosteneva che “la PEC al cittadino introdotta con DPCM del 6 maggio 2009 recante disposizioni in materia di rilascio ed uso della posta elettronica ATTUALITÀ certificata assegnata ai cittadini –è uno strumento che viene rilasciato al cittadino esclusivamente ad uso personale e nella veste di cittadino e non di titolare di impresa”. L’Ordine ha subito richiesto che la Federazione si attivasse nell’interesse di tutti i medici e gli odontoiatri italiani perché venisse considerato valido tale indirizzo molto gradito, anche perché gratuito, specialmente dai neo iscritti. In data 6/9/2013 la Federazione ha trasmesso un ulteriore elenco riportante ancora come scartati gli stessi indirizzi ed ha comunicato che il Comitato Centrale ha preso atto di una lettera circolare loro pervenuta dal Ministero per lo Sviluppo Economico in cui si ribadisce che tali indirizzi PEC non sono ritenuti validi. Abbiamo inviato una lettera al Presidente FNOMCeO e ai Presidenti degli Ordini in cui sosteniamo che l‘interpretazione data da DigitPA non è corretta in quanto riguarda le imprese individuali e i medici e gli odontoiatri sono lavoratori che esercitano una professione intellettuale che comporta obbligatoriamente l’iscrizione ad un Albo e i Colleghi che si sono dotati di quell’indirizzo PEC hanno diritto di usarlo e di essere inseriti nell’INI Pec come professionisti. Gli iscritti sono stati avvisati della problematica. n CERTIFICAZIONE DI MALATTIA DEI FIGLI L’art. 7, comma 3, della legge 17/12/2012 n. 221 riguarda la certificazione di malattia dei figli, in relazione al relativo congedo spettante al lavoratore dipendente (sia privato che pubblico) e mira ad uniformare gli adempimenti a carico dei medici curanti che non dovranno utilizzare procedure diverse (telematiche o cartacee) in base alla tipologia del lavoratore. La certificazione rilasciata da medico specialista del SSN o con esso convenzionato, sostituisce l’obbligo di presentazione al datore di lavoro del medesimo certificato da parte del dipendente con l’invio in via telematica da parte del medico all’INPS che lo inoltrerà sempre in via telematica al datore di lavoro. Per l’attuazione delle nuove modalità si fa tuttavia rinvio a un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il medesimo comma 3 prevede che ai fini della fruizione del congedo in oggetto, il lavoratore comunichi direttamente al medico, all’atto della compilazione del certificato le generalità del genitore che usufruirà del congedo medesimo. Queste norme sono state comunicate anche dalla FNOMCeO con una Comunicazione del dicembre scorso, spiace notare come la Federazione non abbia messo in evidenza che il rilascio di questa certificazione è una palese violazione di una norma deontologica. n DECRETO 8/2/2013 N. 34 – REGOLAMENTO IN MATERIA DI SOCIETÀ PER L’ESERCIZIO DI ATTIVITÀ PROFESSIONALI REGOLAMENTATE NEL SISTEMA ORDINISTICO [bollettino OMCeOMI] 1/2014 36 L’emanazione del Regolamento in materia di società per l’esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico imponeva all’Ordine di apportare importanti riforme nella tenuta degli Albi professionali dei propri iscritti Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. Lo svolgimento della professione in forma societaria prevedeva, infatti, l’istituzione di una Sezione Speciale degli Albi ove poterne annotare – a seguito di regolare e relativa iscrizione – caratteristiche e requisiti, normati rigorosamente dal legislatore e verificati dagli Ordini; il Decreto estendeva altresì l’esercizio del potere disciplinare (previsto dall’art. 3 lett. f D.Lgs.C.P.S. 233/1946) anche nei confronti delle Società Tra Professionisti (STP), là ove fossero segnalati comportamenti ascrivibili alle stesse di possibile rilevanza deontologica. Il Consiglio, che nella seduta del 22 aprile 2013 aveva già curato la costituzione di una sezione speciale dell’Albo per le iscrivende Società Tra Professionisti, il successivo 23 maggio 2013 decideva, sulla scorta di quanto poi prospettato dalla Federazione con Comunicazione n. 30 del 24 aprile 2013 circa il relativo ausilio informatico che l’Ente Nazionale avrebbe dato agli Ordini provinciali, di usufruire di tali servizi e di darne debita comunicazione. Nelle more, nella seduta del 15 ottobre 2013, deliberava di fissare in € 220,00= la quota di iscrizione a carico delle iscrivende Società, dando così corso a quanto indicato dalla FNOMCeO con comunicazione n. 30/2013 quanto alla percentuale sulla quota alla stessa destinata. ATTUALITÀ Nella seduta del 19 novembre 2013, il Consiglio adeguava alla propria realtà ordinistica la modulistica suggerita dalla Federazione con Comunicazione n. 34 del 15 maggio 2013 e, così come modificata, la adottava per le procedure e gli adempimenti previsti dal D.M. 34/2013. Il 10 dicembre 2013 è stata iscritta la prima STP; l’Ordine è ancora in attesa del supporto informatico federativo. medico può prescrivere farmaci, non al telefono o on-line ma visitando e valutando direttamente il paziente e ciò in particolare nel caso di trattamento MSI livello A del dolore toracico. C’è stato un incontro con la Dirigenza Generale, cui è seguita una nota di delucidazione sul servizio nella quale si puntualizza che tale servizio si integra con le altre tipologie di mezzi di soccorso in cui gli equipaggi sono composti anche da medici. L’infermiere n CONVENZIONE CON che è a bordo è formato e abilitato L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI all’applicazione di protocolli emanati MILANO PER LO SVOLGIMENTO dall’azienda Sanitaria Regionale. DELL’ATTIVITÀ DI MEDICINA L’infermiere durante il soccorso GENERALE acquisisce informazioni relative Il Senato Accademico dell’Università all’evento che sono controllate da degli Studi di Milano ha approvato, medici, seppur in remoto, e in caso di nella seduta del 22/10/2013 la stipula necessità, il medico che è in costante della convenzione con il nostro contatto telefonico e telematico dalla Ordine per lo svolgimento di attività Centrale operativa ha la possibilità di professionalizzanti di Medicina inviare un altro medico o disporre il Generale del territorio per gli studenti trasferimento in ospedale. Il Consiglio dei Corsi di Laurea Magistrale in Medici ha espresso parere negativo a questa e Chirurgia. Lo schema di convenzione prassi operativa dalla quale potrebbero è stato visionato e sottoscritto dal derivare estremi di esercizio abusivo Presidente OMCeO e dal Rettore della professione medica da parte degli dell’Università degli Studi di Milano. infermieri. n MEZZO DI SOCCORSO INTERMEDIO AREU-REGIONE LOMBARDIA Si è provveduto a richiedere chiarimenti ad AREU sulle procedure della sperimentazione con mezzi di soccorso intermedi ovvero con ambulanze il cui equipaggio è composto da uno o due soccorritori, uno dei quali con funzioni di autista e da un infermiere. Si richiedeva se il progetto sperimentale MSI avesse avuto approvazione da parte di un Comitato etico o dalle autorità sanitarie nazionali tenuto conto che solo un n CERTIFICAZIONE DI STATO DISCIPLINARE DELL’ISCRITTO Nel maggio 2013 una comunicazione FNOMCeO specificava che il Ministero della salute è l’Autorità competente deputata al rilascio di certificati di onorabilità professionale (Good standing) per i medici e gli odontoiatri operanti in Stati membri della U.E., della Confederazione Svizzera e dell’Area SEE (Norvegia, Islanda, Liechtenstein). A seguito di richiesta di chiarimenti venne specificato che la Federazione, quindi di conseguenza gli Ordini, potevano rilasciare certificati di [bollettino OMCeOMI] 1/2014 37 good standing ai propri iscritti operanti in Stati Non aderenti all’Unione Europea. Da allora, i nostri uffici quindi hanno sospeso l’emissione di certificati con indicazione dell’esistenza o meno di pronunce sanzionatorie o di procedimenti disciplinari in corso. Ciò ha determinato un grave disagio agli iscritti che hanno fatto pervenire all’Ordine numerosissime lamentele relativamente alle lunghe attese (circa 60 gg) imposte dal Ministero della Salute per il rilascio di tale certificazione, attese burocratiche che possono significare la perdita di un posto di lavoro o di un incarico professionale. Facendoci interpreti di tali disagi abbiamo rappresentato la situazione al Presidente Bianco sollecitando un suo autorevole intervento per ottenere dal Ministero della Salute tempi più rapidi al rilascio di tali certificazioni. Al contempo abbiamo comunicato che, ribadito che il certificato di onorabilità professionale ATTUALITÀ n RESTYLING SITO WEB Il Consiglio ha costituito una Commissione per la revisione del sito allo scopo di renderlo più facilmente fruibile dagli iscritti e riscrivere una presentazione grafica più accattivante analizzando le esigenze di una migliore organizzazione dei contenuti alla presenza anche del consulente informatico. È stata rilevata la necessità di coinvolgere tutti i Consiglieri per la conduzione dell’aggiornamento delle lo rilascia il Ministero, riteniamo però notizie da pubblicare sulla scorta della di non poter negare all’iscritto il rilascio buona esperienza fatta con le News di una certificazione attestante quanto dell’Ordine. risulta dagli atti in nostro possesso. Gli uffici quindi continueranno a rilasciare, n CONVENZIONE CLUB a richiesta, certificati di sola iscrizione MEDICI-AGOS PER PRESTITI o certificati di iscrizione più stato AGLI ISCRITTI disciplinare. I rappresentanti dell’associazione Club n GIURAMENTO NEO ISCRITTI Hanno prestato Giuramento 432 Medici Chirurghi e 71 Odontoiatri in diverse riunioni presso la sede dell’Ordine durante le quali il Presidente, dopo aver illustrato gli aspetti peculiari della professione e aver fatto leggere ad uno degli astanti il giuramento consegna il tesserino di appartenenza all’Ordine e copia del Codice Deontologico. n 50° DI LAUREA La cerimonia di consegna della medaglia d’oro a tutti i Colleghi che hanno raggiunto i 50 anni di laurea si è tenuta presso la Sala della Vittoria Alata dell’Aeronautica Militare di Milano. Sono stati premiati 121 Colleghi che, accompagnati dai familiari, hanno poi festeggiato con un brindisi con i componenti il Consiglio questa tappa importante della professione. Medici e i delegati del Gruppo Agos Ducato hanno offerto all’Ordine la stipula di una Convenzione, come già fatto dall’ENPAM, dalla FNOMCeO e da altri Ordini per l’accesso agevolato alla concessione di prestiti. La Convenzione proposta all’Ordine risulta ancor più conveniente delle altre presenti sul sito Club Medici Italia in quanto prevede una promozione, valida sino al 31/12/2014, per concessione prestiti con TAN 8,50% per importi da € 3.000 a € 30.000 e TAN 8,95% per importi da € 30.500 a € 80.000. n RINEGOZIAZIONE CONNETTIVITÀ TELEFONICA ED INTERNET Sono state inviate lettere di invito alle seguenti Società: Fastweb – Telecom Italia – Vodafone con termine di presentazione offerte al 31/1/2013. Le offerte sono state valutate secondo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 38 criteri che tenessero in evidenza il merito economico (valore in Euro dell’offerta dove l’offerta più bassa ha più rilevanza) con punteggio massimo 50 e il merito tecnico (rispondenza ai requisiti tecnici) con punteggio massimo 50 ed è stata quindi scelta la Società Fastweb S.p.A. quale fornitore della connettività telefonica ed Internet. n RIQUALIFICAZIONE CENTRALINO TELEFONICO Sono state inviate lettere di invito alle seguenti Società: FAR Networks s.r.l. – ETE NET 004 s.r.l. – STT Servizi Telematici Tlefonici s.r.l. – TELECOM Italia S.p.A. – VODAFONE S.p.A. con termine di presentazione offerte al 31/1/2013. Al termine delle valutazioni di merito tecnico e di merito economico, in base al punteggio conseguito è stata scelta la Società STT Servizi Telematici Telefonici S.r.l. quale fornitore del centralino telefonico. n INTERVENTI DI RIPRISTINO E ADEGUAMENTO SEDE Le opere hanno compreso i lavori di ristrutturazione della pavimentazione dei servizi igienici pubblici, la riparazione della porta blindata all’ingresso, la sostituzione dei serramenti nell’ufficio Presidenza, il ripristino e la protezione della scocca della Sala Consiglio e la fornitura-posa del coperchio a soffitto per il proiettore della sala Conferenze. È stata fatta anche una valutazione delle soluzioni ottimali e degli interventi necessari per la sostituzione dell’impianto illuminotecnico della sede che era stato progettato utilizzando le migliori tecnologie disponibili al tempo. La possibilità di provvedere alla sola ATTUALITÀ sostituzione delle lampade esistenti con nuove lampade LED lasciando invariato il corpo illuminante esistente non si è rilevata percorribile in quanto non in grado di garantire l’efficienza luminosa richiesta, d’altro canto il cambio del progetto impiantistico avrebbe comportato costi talmente rilevanti da sconsigliarne l’attuazione. n PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE NELLE P.A. La Legge 6 novembre 2012 n. 190 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” si applica anche agli enti pubblici non economici e quindi anche agli Ordini professionali. L’Ordine ha richiesto alla Federazione di attivarsi, nell’ambito dei poteri di indirizzo e coordinamento, per inoltrare a tutti gli Ordini una bozza degli atti da mettere in pratica e la Federazione ha informato che la Commissione nazionale per la valutazione l’integrità e la trasparenza della pubblica amministrazione (Civit) non ha ancora approntato il Piano e quindi non ha ancora fornito le linee guida che dovranno essere di direttiva per la redazione dei piani di ciascuna singola amministrazione. L’Ordine ha comunque proceduto alla nomina del responsabile di prevenzione della corruzione nella persona del Consigliere Segretario Dott. Ugo TAMBORINI. n D.LGS N. 33/2013 – NOMINA SOSTITUTO PROVVEDIMENTALE L’Ordine ha recepito quanto previsto dal D.Lgs.33/13 recante “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. Visto anche il parere del consulente legale Avv. Pennasilico, considerato che già l’Ente assolve ai fondamentali doveri di trasparenza con apposito capitolo sul sito web, in attesa di ogni migliore precisazione e di potersi confrontare anche con tutti gli altri Ordini provinciali e la Federazione, il Consiglio ha deliberato di nominare il sostituto provvedimentale nella persona del Vice Presidente Dott. n SPORTELLO PER IL CITTADINO Giuseppe BONFIGLIO. Nel corso del 2013 lo “Sportello del Cittadino”, istituito nel 2011, ha visto n CODICE DI COMPORTAMENTO un progressivo incremento della sua DEI DIPENDENTI PUBBLICI attività. Dalle poche decide di richieste Il Regolamento recante il codice di chiarimenti del 2011 si È ormai di comportamento dei dipendenti alle quasi 300 chiamate telefoniche pubblici è stato portato a conoscenza del 2013. Questo È un evidente ed di tutti i dipendenti, dei Consiglieri, dei indiscutibile segnale di gradimento consulenti e dei fornitori dell’Ordine; è del Servizio da parte dei Cittadini stato anche inserito sul sito web nella milanesi e non solo dato che 18 quesiti parte “Trasparenza” e comunicato agli sono pervenuti da Cittadini e Aziende iscritti anche tramite la newsletter. private di altre province (Como e Il provvedimento, emanato in Pavia). Il Cittadino quale fruitore di attuazione della legge anti-corruzione servizi sanitari e socio assistenziali (Legge 190/2012) in linea con le sente sempre di più l’esigenza di raccomandazioni OCSE in materia essere chiaramente informato anche se di integrità ed etica pubblica, indica spesso attribuisce all’Ordine dei poteri i doveri di comportamento dei di gestione amministrativa propri dipendenti delle PA e prevede che la delle ASL quali il diritto alle esenzioni loro violazione è fonte di responsabilità dalla compartecipazione alla spesa penale, amministrativa, contabile e sanitaria (Ticket) sulle prestazioni. disciplinare. È stata inserita negli atti Evidentemente il Cittadino constata di incarico, nei contratti di acquisizione che È più facile contattare l’Ordine delle collaborazioni, delle consulenze, e che non la Pubblica Amministrazione. dei servizi la seguente dichiarazione “Si I chiarimenti maggiormente richiesti applica la clausola ex art. 2 - 3° comma si riconfermano quelli riguardanti a) ultima parte DPR 16/4/2013 n. 62.“ prescrivibilità a carico del SSR delle (risoluzione o decadenza del rapporto prestazioni specialistiche, le indagini in caso di violazione degli obblighi strumentali di approfondimento derivanti dal Codice). diagnostico e l’erogazione dei farmaci [bollettino OMCeOMI] 12014 39 ATTUALITÀ PROGETTI OBIETTIVO ASSEGNATI AL PERSONALE NEL CORSO DELL’ANNO 2013 ARCHIVIAZIONE DIGITALE COLLEGATA AL PROTOCOLLO L’Ordine si è impegnato attivamente negli ultimi due anni nel processo di semplificazione delle procedure amministrative, con l’obiettivo di aumentare la facilità di accesso e rendere trasparente il percorso dei documenti. L’attivazione del servizio di protocollo informatico risale al 2005 e prevedeva, la segnatura, protocollazione e acquisizione dei documenti cartacei previa etichettatura con bar code e l’invio agli uffici interni per la gestione del procedimento. Dal mese di giugno del 2013 tutti gli uffici hanno provveduto a collegare il sistema di protocollo alla gestione informatica dei flussi documentali loro assegnati allo scopo di radunare la documentazione riguardante un iscritto per renderne agevole e rapida la consultazione. Si è quindi avviata la procedura di dematerializzazione documentale, cioè alla perdita di fisicità da parte degli archivi, costituiti da documentazione cartacea, e la loro sostituzione con documenti informatici. L’obiettivo è quello di addivenire gradualmente ad un completo archivio informatico di tutti i documenti amministrativi per facilitare la consultazione degli atti e conoscere lo stato di avanzamento dei procedimenti per via telematica, secondo i principi di trasparenza amministrativa (legge 241/90). Ciascun operatore, che ha competenza su un determinato atto o procedimento, partecipa al processo in modo attivo, in funzione del profilo di utenza. Le informazioni sono disponibili nel pieno rispetto dei vincoli di riservatezza e di sicurezza sia a livello centrale che periferico. I documenti in arrivo cartacei vengono protocollati ed acquisiti digitalmente dall’ufficio protocollo o dall’ufficio competente, i documenti digitali che arrivano tramite mail o PEC vengono protocollati dall’ufficio protocollo ed assegnati all’ufficio competente. È stata aggiornata la dotazione software per la gestione delle attività di dematerializzazione che attualmente si interfaccia sia con il protocollo informatico sia con l’anagrafica dei professionisti. b) certificazioni mediche per l’esonero lavorativo per motivi di salute c) iter per il riconoscimento dell’invalidità civile e dell’avviamento al lavoro dei diversabili. n SPORTELLO GIOVANI MEDICI Anche quest’anno è proseguita l’attività dello “Sportello Giovani Medici”, dedicato ai neo-laureati per fornire un aiuto a districarsi dalle pratiche burocratiche che caratterizzano la professione medica soprattutto all’inizio della loro carriera professionale. Nel corso del 2013 si sono rivolti circa un centinaio di giovani colleghi per consulti svariati e di ogni tipo, sui primi passi nella professione, da come saper compilare un certificato medico, alla segnalazione di problemi di scarsa formazione pratica durante i corsi di specializzazione ma anche del corso triennale di Medicina di base, ai contratti di formazione, alle tematiche amministrative, diritti e doveri, eccetera. Rilevante è stata la sollecitazione in ambito di ricerca/ offerta di lavoro per chi è in attesa del concorso di specializzazione e non. È inoltre alto il numero di richieste per un supporto in ambito assicurativo per una corretta tutela legale in ambito professionale e di orientamento per la scelta oculata di un corso di specializzazione o di formazione postlaurea correlata alla possibilità attuali di trovare un lavoro in Italia o all’estero, vista la crisi che sta investendo il nostro Paese. RECUPERO MOROSITÀ Al mese di Aprile 2013 le morosità nel pagamento delle quote di iscrizione agli Albi, sommate anche a quelle degli anni precedenti al 2013, ammontavano a 2.443 per un totale di circa € 290.000,00. Si è proceduto ad una globale verifica e ad una suddivisione delle morosità tra sole quote Esatri (fino all’anno 2000), quote sia Esatri che ad incasso diretto, e i morosi che avevano già ricevuto in precedenza lettere di sollecito e/o convocazione. Si è organizzata una rete di collaborazione, con supporto informatico di un nuovo programma appositamente realizzato, tra gli uffici coinvolti per il corretto e tempestivo passaggio di informazioni e per la necessità di controlli incrociati sia all’interno delle cartelle personali degli iscritti che sui supporti cartacei utilizzati sino al 2008. Sono state inviati n. 2.443 solleciti tramite mail o pec (ove disponibili), e lettere ordinarie per gli iscritti sprovvisti di indirizzi di posta elettronica. I mancati recapiti sono stati tutti verificati con i Comuni di residenza o tramite web e telefono, ove possibile, recuperando un buon numero di morosità di iscritti che avevano cambiato indirizzo senza comunicarlo all’Ordine e riuscendo quindi ad aggiornare l’anagrafica con 218 conferme di residenza su 388 richieste. A giungo 2013 si è provveduto, come da delibera di Consiglio, ad inviare n. 1300 lettere di sollecito redatte dall’Avvocato Pennasilico agli iscritti ancora morosi (includendo le singole n SPORTELLO MATERNITA’ morosità anno 2013). Successivamente sono state inviate 160 convocazioni ex art 11) D.Lgs 233/1946 tramite raccomandata o tramite ufficiale giudiziario. È proseguita nel corso del 2013 l’attività Ad oggi il numero delle morosità totali (dall’anno 2002 all’anno 2013) è di 269 per un dello sportello maternità a cura della importo di Euro 51.402,60 (1,1% sul totale degli iscritti). Commissione Pari Opportunità. Tale servizio, che ha la finalità di fornire [bollettino OMCeOMI] 1/2014 40 ATTUALITÀ QUALCHE NUMERO SU ATTIVITÀ SVOLTE ANNO 2013 Iscrizioni Albo Medici n. 431 di cui 321 di prima iscrizione (tra cui n.9 cittadini comunitari e n. 18 extracomunitari) e n.110 di provenienti da altri Ordini provinciali. Iscrizioni Albo Odontoiatri n. 79 di cui 58 di prima iscrizione (tra cui 1 di cittadini comunitari e n. 5 cittadini extracomunitari); n. 7 di provenienti da altri Ordini provinciali e n. 14 doppie iscrizioni. Cancellazioni Albo Medici n. 297 di cui n.130 per decesso – n. 66 trasferimento ad altro Ordine provinciale – n. 28 trasferimento residenza all’estero – n.68 rinunce all’iscrizione – n. 45 morosità e irreperibilità. Cancellazioni Albo Odontoiatri n. 39 di cui n. 12 per decesso – n.8 trasferimento ad altro Ordine provinciale – n. 3 trasferimento residenza all’estero – n. 16 rinunce all’iscrizione n. 13 morosità e irreperibilità. Radiazione n. 1. Iscrizioni Elenco Psicoterapeuti n. 12. Dati protocollo in entrata n. 11.752 Dati protocollo in uscita n. 10.222 E-Mail pervenute n. 22.129 E-Mail inviate n. 12.361 PEC pervenute n. 11.818 PEC inviate n. 1.790 Totale generale e mail + PEC +feedback in entrata 34.057 in uscita 14.151 Comunicazioni Cambi indirizzo n. 909 Tesserini di iscrizione emessi (compresi i duplicati) n. 912 Certificati di iscrizione emessi (compresi attestati onorabilità professionale) n. 1.339 Certificati on line richiesti tramite sito web n. 1.437 Attestati vari 904 Dichiarazioni di specialità conseguite n. 249 Pass auto e vetrofanie rilasciati n. 1096 Domande iscrizione STP n. 1 Riunioni di Consiglio n. 13 Riunioni di Commissione Medica n. 14 Riunioni Commissione Odontoiatri n. 15 (oltre n. 43 riunioni del mercoledì in cui i componenti la Commissione sono a disposizione dei Colleghi o del pubblico e all’esame della documentazione assegnata) Riunione Collegio dei revisori dei Conti n. 4 Riunioni Commissioni ordinistiche n. 28 Accessi del Presidente in sede n. 202 Appuntamenti fissati con il Presidente n. 62 Presenze del Presidente a Convegni, Congressi, Riunioni istituzionali n. 45 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Presidente n. 374 convocazioni ex art. 39 n. 42 Accessi del Presidente CAO in sede n. 129 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Presidente e alla Commissione Odontoiatri n. 527 (n. 115 esposti + n. 412 comunicazioni varie) Convocazioni ex art. 39 n. 57 Accessi del Vice Presidente in sede n. 82 Presenze del Vice Presidente a convegni e C ongressi n. 21 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Vice Presidente n.166 (n. 56 esposti + n. 110 varie e di consulenza ospedaliera) Accessi del Consigliere Segretario in sede n. 70 Presenze del Consigliere Segretario a Convegni e riunioni in Regione Lombardia n. 12 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Consigliere Segretario n. 273 (n. 153 esposti + 120 varie) Accessi Consigliere Medicina Generale in sede n. 94 Documentazione protocollata ed assegnata all’ufficio del Consigliere Medicina Generale n. 349 (n. 334 esposti + n. 15 varie) Accessi del Tesoriere in sede n. 156 Procedimenti disciplinari celebrati Albo Medici: n. 36 Ricorsi presentati dai medici alla CCEPSS al termine del procedimento n. 13 Procedimenti disciplinari celebrati Albo Odontoiatri n. 16 Ricorsi presentati dagli odontoiatri alla CCEPSS al termine del procedimento n. 2 Medici convocati a seguito di esposti pervenuti n. 202 di cui n. 51 ex art. 39 Odontoiatri convocati ex art. 39 a seguito di esposti. n. 57 Patrocini concessi dal Consiglio per Corsi o Manifestazioni n. 70 Il Presidente o un Consigliere dell’Ordine è sempre presente all’inaugurazione dei Convegni patrocinati dall’Ordine Convegni residenziali ECM n. 32 per n. 313,9 crediti assegnati e un totale di n. 2.002 partecipanti. Totale ore docenza n. 214. Totale Docenti n. 281 Corsi FAD convenzione Sanitanova n. 117 partecipanti [bollettino OMCeOMI] 1/2014 41 ENPAM Domande di pensione presentate e/o sussidi e/o invalidità n. 314 Risposte a richieste informazioni protocollate in uscita n. 98 Casi esaminati dalla Commissione Invalidità n. 29 Area giuridica –amministrativa Documentazione protocollata ed evasa n. 477 comprese e-mail riguardanti vari quesiti: Accesso agli atti amministrativi, Direzione Sanitaria, PEC, Problematiche generali inerenti la professione, procedimenti disciplinari. L’area giuridica assiste la Commissione Medica in ogni fase del procedimento disciplinare. Pubblicità Sanitaria Documentazione protocollata ed evasa n. 221 di cui n. 184 richieste di pareri preventivi n. 22 esposti. Convocazioni a seguito esposto n. 18 Presenze Consigliere Segretario per consulenze in materia di pubblicità sanitaria ai Colleghi n. 59 Iscrizione Registri Medicine non convenzionali Omotossicologia n. 5 ; Omeopatia n. 3 ; Med. Tradizionale Cinese n. 1; Agopuntura n.9 ; Medicina ad indirizzo Estetico n. 10 . Consulenti esterni: appuntamenti fissati dal centralino dell’Ordine Legale: n. 249 (oltre alle consulenze telefoniche) Fiscale: n. 240 (oltre alle consulenze telefoniche) Previdenziale e Contratti: n. 70 – Giovani Medici n. 60 Contabilità gestione quote iscritti Quote iscritte a Mav n. 23911 , n. 13 pagate in sede, n. 1.649 altre modalità di pagamento Solleciti inviati a seguito di controllo pagamenti non effettuati: maggio 2013 n. 2.443 giugno 2013 n. 1.300 Posizioni di morosità risultanti per la quota 2013 n. 183 Posizioni di morosità risultanti per la quota 2012 n. 57 Posizioni di morosità risultanti per la quota 2011 n. 19 Sgravi quote n. 89 Visti equità rilasciati n. 40 INCHIESTA CONVEGNI ECM ANNO 2013 Convegni residenziali · Totale eventi residenziali ECM 2013: 32. · Totale crediti formativi ECM erogati 313,9 (di cui 152 ricavati dagli Eventi ECM; 71,9 dai due corsi della Scuola di Deontologia; 901dai due corsi di Medical English). · Totale ore docenza: 214. · Totale docenti: 281. · Totale partecipanti agli Eventi Residenziali ECM 2013: 2002. comunicazioni e informazioni sulla normativa inerente la maternità in relazione alla professione medica e odontoiatrica, ha incontrato l’interesse e il favore delle iscritte: sono state infatti numerose (circa 50 contatti) le richieste di informazioni alle quali si è provveduto a fornire risposte via e-mail e telefoniche. Tali informazioni si rendono spesso necessarie in quanto gli Enti Previdenziali preposti alla tutela della maternità e la relativa normative sono diversi a seconda delle tipologie di attività medica svolta (medico dipendente di struttura pubblica o privata, medico convenzionato, specialista ambulatoriale, libera professionista, specializzanda, medico iscritto alla scuola di formazione in medicina generale). Nel corso del 2013 abbiamo notato in particolare un aumento dei problemi relativi alla maternità per le colleghe Ospedaliere (sia presso Ospedali Pubblici che Privati Accreditati) con rapporto di lavoro libero professionale (risoluzione/ mancato rinnovo dei contratti, difficoltà/ritardi nella pubblicazione di graduatorie, mancata concessione delle facilitazioni circa turni, lavoro notturno ecc.); è nostra intenzione approfondire l’argomento. La richiesta di informazioni può essere inoltrata tramite e-mail, indicando oltre al quesito dettagliato, l’attività svolta, la sede o l’ente presso il quale questa viene svolta, un recapito telefonico; oppure è possibile fissare un appuntamento presso la sede dell’Ordine in Via Lanzone 31. n MEDICI OSPEDALIERI L’attività è stata prevalentemente rivola verso i medici ospedalieri del servizio sanitario nazionale, della medicina ospedaliera accreditata, degli IRCCS, strutture IPAB ed RSA. In rappresentanza dell’Ordine sono state effettuate partecipazioni a numerosi eventi congressuali scientifici sostenendo l’importanza dell’aggiornamento e della formazione medica. Nel mese di febbraio 2013, nell’imminenza delle elezioni regionali in Lombardia, è stato organizzato un pubblico confronto in Milano, tra i candidati alla Presidenza di Regione Lombardia ed i medici su tematiche inerenti i progetti nell’organizzazione della sanità lombarda. L’evento ha registrato la partecipazione di circa 250 medici. Durante l’attività settimanale presso la sede di via Lanzone, due pomeriggi sono stati dedicati alle consulenze telefoniche ed incontri con i medici. I temi prevalenti presentati [bollettino OMCeOMI] 4/2012 42 sono articolati nei seguenti capitoli: - tematiche relative alla responsabilità professionale ed alla assicurazione medica. Nel merito sono stati discussi e spiegati le ricadute sulla professione della legge Balduzzi. (40-50%) - tematiche relative alla precarietà ed ai contratti a termine nelle aziende sanitarie pubbliche e private accreditate. (20-30%) - problematiche relative ai giovani medici ed al loro inserimento nel mondo del lavoro. (15-20%) - tematiche relative all’assicurazione obbligatoria. (20%) - problematiche relative alla maternità nelle aziende sanitarie pubbliche ed accreditate. - rapporti tra medici ed amministrazioni ospedaliere. Sono stati organizzati incontri con i medici in molte aziende ospedaliere insieme al Presidente dell’Ordine svolgendo azione di informazione ed aggiornamento sulle principali tematiche che affliggono gli ospedalieri delle aziende sanitarie pubbliche ed accreditate in merito alle tematiche assicurative, responsabilità professionale e sulle iniziative che il nostro Ordine ha presentato e discusso in seno agli organi della Federazione Nazionale. n NOTIZIE Non capire la musica Genno Pasquariello Flavius Edizioni - Pompei, 2008 Agli incapaci di capire la musica e per questo rammaricati, si rivolge lo scritto dell’autore, il cui fine ultimo non è quello di “spiegare” la musica, ma – nelle parole di Pasquariello – «di formulare una risposta e quindi prospettare una conseguente linea di comportamento a quanti – amici e conoscenti profani, rimasti cioè “fuori dal tempio” musicologico – me ne avevano fatto o me ne fanno esplicita richiesta. Lo scritto si propone di ordinare (…) una sequenza ragionata di argomenti che, nel modo più semplice, forniscano una risposta non apodittica, ma motivata e convincente nel fare ritenere impossibile, prima che inutile, “spiegare” la musica». «Non capire la musica – aggiunge l’autore – indica quindi una condizione, convinzione e confessione di una carenza, ma, allo stesso tempo, la esortazione a un atteggiamento risolutivo, un invito al ravvedimento». La passione e confidenza per la musica di Genno Pasquariello – docente di semeiotica medica, che ha svolto quarantennale attività ospedaliera di medicina interna e di cardiologia a Milano – è nata in ambito familiare; al suo studio e alla pratica strumentale con il violoncello, il medico ha dedicato buona parte della sua vita. «Non capire la musica – scrive lo psichiatra Sergio Piro nella presentazione (suo è anche il Saggio finale che chiude il volume) – parla con competenza e rimpianto di un senso che è ben al di là delle parole e dei concetti parlabili, di un fascino indicibile che non può essere detto, di un richiamo che, sentito, non si spegne mai più». Scuola di deontologia medica ed etica del comportamento professionale Primario Emerito di Oncologia A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano e Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, si terrà nelle tre serate del 23, 24 e 25 giugno dalle ore 20:30 alle ore 23:00 presso l’Auditorium Don Alberione - Periodici San Paolo in Via Giotto, 36 a Milano. Il programma prevede: il 23 giugno “La comunicazione medico-paziente. Dire la verità, decidere assieme”; il 24 giugno “La sperimentazione clinico-farmacologica, tra tecnologia e consenso”; il 25 giugno “Giustizia in Sanità: amministratori, comitati etici e doveri di un dirigente medico”. Il seminario prevede una verifica finale di apprendimento. Per ottenere i crediti Ecm è necessario partecipare a tutte e tre le serate (n.100 posti disponibili - Accreditato per Medico Chirurgo e Odontoiatra). Il cinema non è solo momento di evasione, ma rappresenta un serio momento di riflessione sulle varie vicende della vita. Le problematiche mediche hanno sempre interessato il mondo cinematografico che ha approfondito con vari registi i sentimenti dell’animo umano di fronte alla malattia. Questo Ordine non ha voluto trascurare il suo forte potere didattico organizzando per i propri iscritti, nell’ambito della Scuola di Deontologia Medica ed Etica del Comportamento Professionale, un seminario dal titolo “Etica e Deontologia Medica: il cinema insegna”. Docente dell’evento sarà il Prof. Paolo Cattorini, Ordinario di Bioetica all’Università dell’Insubria, esperto di cinema, che attraverso l’utilizzo di materiale visivo approfondirà con i discenti temi particolarmente delicati nella pratica medica quotidiana. Il seminario formativo, coordinato dal dott. Alberto Scanni, [bollettino OMCeOMI] 1/2014 43 STUDIO Prevenire il cancro al seno Luciana Bovone Allo studio dieta e Metformina per verificare la loro influenza nella prevenzione primaria del carcinoma della mammella L o studio Tevere, finanziato dal Ministero della Salute, è un trial randomizzato controllato di dieta e Metformina per la prevenzione primaria del carcinoma della mammella. Lo studio condotto dai medici ricercatori della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dell’Istituto Regina Elena di Roma, della Mc Master University (Canada) e dell’Ospedale di Taormina intende valutare se la Metformina, che riduce la resistenza all’insulina ed è normalmente usata per prevenire e/o trattare il diabete di tipo II nelle fasi iniziali, sia in grado di ridurre l’incidenza dei tumori della mammella. Studio Tevere: a chi è rivolto e come si svolge Lo studio Tevere è rivolto a donne sane, di età compresa tra i 45 e i 74 anni (peri e post menopausa), con una circonferenza vita maggiore di 85 cm e almeno un altro fattore di sindrome metabolica (glicemia ≥100 mg/dl, colesterolo HDL <50 mg/ dl, trigliceridi ≥150 mg/dl, pressione sistolica ≥130 mm Hg e diastolica ≥85 mm Hg). Le donne che intendono partecipare allo studio devono avere una mammografia con esito negativo effettuata a non oltre 12 mesi dalla data dell’adesione, non devono avere il diabete, un’insufficienza renale e non devono avere o aver avuto tumori e [bollettino OMCeOMI] 1/2014 44 patologie cardiovascolari quali ictus e/o infarti. Attualmente oltre 300 donne partecipano a questo studio. Una volta firmato il consenso informato, le donne che hanno deciso di aderire allo studio Tevere fanno una visita antropometrica e senologica, un prelievo ematico per valutare gli indicatori di sindrome metabolica e la funzionalità epatica e renale e un esame delle urine, il tutto a carico dello studio. Gli stessi esami sono ripetuti al termine di ogni anno di studio. A tutte le donne vengono anche fornite delle indicazioni nutrizionali volte a ridurre la sindrome metabolica e la resistenza all’insulina. Il dosaggio di Metformina previsto nello studio è di 1700 mg/die (2 compresse/die), dosaggio che viene raggiunto gradatamente nell’arco di 4 mesi. Lo studio non prevede alcuna modifica dei trattamenti farmacologici che le partecipanti abbiano eventualmente in corso. La durata prevista del trial è di 5 anni.Essendo un trial randomizzato, metà delle partecipanti sarà sorteggiata per ricevere la Metformina e l’altra metà il placebo. Metà delle partecipanti riceverà, oltre le indicazioni nutrizionali di base, un aiuto attivo al cambiamento attraverso incontri di cucina e di ginnastica ogni mese, e metà farà incontri solo ogni sei mesi. Lo studio Tevere grazie a un finanziamento della Comunità Europea, intende allargarsi a partire dal 2014 STUDIO Quante donne reclutare? Quali l’impegno e le caratteristiche richiesti? Obiettivo della fase pilota dello studio è di reclutare 400 donne. L’impegno richiesto è di vedersi 1 volta al mese per i primi 4 mesi di studio, periodo in cui i medici ricercatori seguono attivamente le donne nelle prime fasi di assunzione del farmaco. Dopo questi primi mesi l’impegno sarà ogni 3 mesi per le donne che parteciperanno più attivamente alle attività di cucina e di modifica dello stile di vita ed ogni 6 mesi per le altre. C’è bisogno di donne volontarie che si riconoscano in queste caratteristiche: • Avere una circonferenza vita superiore ad 85 cm. • Avere una età compresa tra 45 e 74 anni. • Non avere e non aver avuto tumori maligni. • Non avere diagnosi di diabete in atto con conseguente terapia farmacologica. • Avere una mammografia con esito negativo effettuata non oltre 1 anno dalla data dell’adesione. anche alla popolazione maschile, con l’obiettivo di raggiungere le 2000 unità; diventerà allora un grande trial di dieta e Metformina per la prevenzione primaria di tutte le malattie croniche degenerative, dal diabete alle patologie cardiovascolari ai tumori. Perché l’utilizzo di Metformina? La Metformina (MET) è una biguanide impiegata da oltre 50 anni per ottimizzare il controllo glicemico in pazienti affetti da diabete di tipo 2 (non insulino-dipendente). Con più di 40 milioni di pazienti/anno vi è una consolidata evidenza scientifica che il farmaco riduca il rischio di incidenza e mortalità per questo tipo di patologia. In anni recenti, la MET è stata anche sperimentata con successo nella prevenzione del diabete in soggetti con intolleranza al glucosio o con sindrome metabolica ad alto rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Diabete di tipo 2 e cancro sono patologie strettamente collegate e con molti fattori di rischio comuni, come ad esempio l’obesità. Gli studi epidemiologici mostrano anche in modo coerente che il diabete di tipo 2 aumenta significativamente l’incidenza e la mortalità da cancro. Tuttavia, diversi studi osservazionali e una recente meta-analisi hanno mostrato che i pazienti diabetici trattati con Metformina hanno una minore incidenza e mortalità da cancro confrontati con i diabetici trattati con altri farmaci. Un effetto protettivo è stato coerentemente osservato proprio per il carcinoma della mammella e un recente studio prospettico ha riportato un rischio inferiore di carcinoma mammario in donne trattate con Metformina anche rispetto a donne non diabetiche. Gli studi scientifici più recenti hanno Per aderire o avere altre informazioni contattare: dr. Patrizia Pasanisi [email protected] tel. 02 2390 3513, oppure la segreteria del progetto tel. 02 2390 3574 [email protected] mostrato un maggiore rischio di ammalarsi di tumore della mammella per le donne che soffrono di alterazioni metaboliche. Quella più comune nelle donne e molto frequente in menopausa è la sindrome metabolica che sappiamo predisporre al diabete, alle malattie cardiovascolari e ad alcuni tumori tra cui il carcinoma della mammella. La sindrome metabolica è infatti una condizione di insulino-resistenza ed è dunque associata a concentrazioni sieriche elevate di insulina, fattori di crescita, citochine infiammatorie ed ormoni sessuali, tutti fattori che aumentano significativamente il rischio di ammalarsi di carcinoma della mammella. Trials randomizzati hanno mostrato che la Metformina riduce l’incidenza del diabete e della [bollettino OMCeOMI] 1/2014 45 sindrome metabolica in persone non diabetiche con intolleranza al glucosio, e riduce i livelli di testosterone nelle donne in pre-menopausa con sindrome dell’ovaio policistico. Recentemente abbiamo dimostrato che la Metformina è in grado di ridurre i livelli di insulina e testosterone anche in donne non diabetiche in post-menopausa affette da carcinoma della mammella. Questi sono i presupposti che ci spingono a testare la Metformina per la prevenzione primaria del carcinoma della mammella su donne sane ma a maggior rischio perché con tratti di sindrome metabolica. La Metformina migliora la resistenza all’insulina riducendo la liberazione di glucosio e soprattutto la gluconeogenesi da parte del fegato; ciò avviene STUDIO CASCINA ROSA L’imponente Cascina Rosa, di probabile origine cinquecentesca, appare per la prima volta nella carta del 1600 del Claricio localizzata, con diversa denominazione, tra il nucleo rurale di Cascine Doppie e quello di Cavriano. Dalle mappe settecentesche del Catasto Teresiano si può dedurre, per le grandi dimensioni del complesso, che Cascina Rosa fosse un nucleo rurale abbastanza importante. La Cascina era già all’epoca costituita da una corte quasi chiusa ad est destinata ai contadini e da un edificio padronale ad ovest che si affacciava, con un piccolo portico a tre campate, su un ampio giardino ripartito in appezzamenti regolari posto a nord della cascina. Deve il suo nome al fatto di essere appartenuta alla famiglia spagnola dei marchesi di Rosales. Nell’Ottocento gli edifici che la compongono risultano aumentati di numero: in totale si contavano, oltre alla villa, il fienile, le case dei salariati, il granaio, le stalle. Ovunque archi in cotto e volte a botte, affreschi e il bel portico della villa padronale. Cascina Rosa venne danneggiata durante il secondo conflitto mondiale. È stata acquistata nel 1983 dal Comune di Milano che nel 1996 ha stipulato un contratto in seguito al quale la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori ha acquisito per sessant’anni il diritto di superficie sull’area occupata dai fabbricati. L’Istituto ha ricostruito, sul sedime originario, due edifici della corte orientale. In particolare, le stalle ristrutturate dell’antica Cascina ospitano dal 2005 le strutture complesse di Epidemiologia e Prevenzione, di Epidemiologica valutativa e di Epidemiologica analitica e impatto sanitario del Dipartimento di medicina predittiva e per la prevenzione della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Qui vi si svolgono i grandi studi sulla frequenza e sulle cause dei tumori, in particolare sul ruolo della dieta, dell’attività fisica e dei livelli ormonali, e sull’interazione fra questi fattori ambientali e la predisposizione genetica. Attualmente sono anche in corso studi di intervento randomizzati e controllati per valutare se il cambiamento dello stile di vita, aumentando l’esercizio fisico e migliorando l’alimentazione, può modificare sia il rischio di ammalarsi che la prognosi dei malati di cancro. All’interno della Cascina Rosa è presente una sala cucina che permette di svolgere corsi teorico/pratici per una sana e corretta alimentazione rivolti non solo ai partecipanti agli studi di ricerca, ma anche alla popolazione. fondamentalmente tramite l’attivazione della proteinchinasi attivata dall’AMP (AMPK). AMPK regola la risposta cellulare alla mancanza di energia; è attivata quando il rapporto fra ATP e AMP diminuisce in risposta alla restrizione calorica, all’attività fisica, all’ipossia o a stress patologici. AMPK è considerata una sorta di indicatore di carburante. Attiva le vie cataboliche che generano ATP (in particolare l’ossidazione degli acidi grassi) e disattiva le vie anaboliche che lo consumano, cioè la sintesi di acidi grassi, colesterolo, glicogeno, e proteine, e di conseguenza la proliferazione cellulare. La Metformina può teoricamente ridurre il rischio di cancro attraverso meccanismi di azione sia diretti che indiretti. Le azioni dirette sono suggerite da studi preclinici che [bollettino OMCeOMI] 1/2014 46 evidenziano un’azione anti-proliferativa mediata dalla attivazione di AMPK. Una ridotta proliferazione cellulare mediata dalla Metformina è stata ad esempio evidenziata in tutti gli istotipi di carcinoma della mammella. Il principale meccanismo di azione indiretta è invece la riduzione dei livelli di insulina. È sempre più documentata l’importanza dell’iperinsulinemia, legata ad insulino-resistenza, nel favorire il rischio di cancro. L’insulina agisce infatti come un fattore di crescita strutturalmente simile all’IGF-I, in grado di svolgere effetti mitogeni attraverso il legame con il recettore dell’IGF (IGF-R). In cosa si caratterizza la dieta? La sindrome metabolica dipende dalla nostra dieta ad alta densità calorica (cioè troppo ricca di grassi e di zucchero), ricca di cibi ad alto indice glicemico (farine raffinate, pane bianco, patate), grassi saturi (carni rosse, salumi, formaggi), grassi idrogenati (margarine, dolciumi), e troppo ricca di proteine e di sale, mentre il cibo tradizionalmente mangiato nei paesi mediterranei - cereali non raffinati, legumi, verdure, olio di oliva, semi oleaginosi, un po’ di pesce e solo occasionalmente altri cibi animali - ci protegge. La dieta che intendiamo proporre comprende elementi della tradizione alimentare mediterranea e della filosofia macrobiotica del cibo, dieta che già sappiamo essere efficace nel far regredire la sindrome metabolica. L’obiettivo alimentare è di promuovere una moderata restrizione calorica, garantendo però il 100% dei nutrienti necessari secondo le raccomandazioni dei LARN, con una dieta basata prevalentemente su prodotti vegetali a basso indice glicemico, con un’ampia varietà di cereali non raffinati, legumi, verdure, semi oleaginosi, e frutta. n CORSI ECM INFORMAZIONI PER LE ISCRIZIONI AGLI EVENTI ECM DELL’ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI DI MILANO L’iscrizione agli eventi ECM dell’Ordine può essere effettuata unicamente attraverso la procedura informatica. MODALITÀ DI ISCRIZIONE Accedere all’area riservata del sito www.omceomi.it con le proprie credenziali (codice fiscale e password). Per chi non fosse ancora registrato all’area riservata riportiamo il link con la procedura di registrazione: http://www.omceomi.it/Home/Security/RegisterAutomatic.aspx All’interno dell’area riservata, nella sezione “Servizi Personali”, cliccare su “Eventi Disponibili” e seguire le istruzioni riportate. • 1. La prognosi Sabato 5 aprile 2014 - ore 8.15-13.30 Aula didattica Corso di Laurea in Infermieristica - (Edificio Ciceri 1°Piano) A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico P.zza Principessa Clotilde, 3 - Milano CORSO INTERATTIVO CON PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI Sabato 17 maggio 2014 - ore 8.30-13.30 Sala Conferenze - Casa dei Diritti (ingresso da via dei Fabbri) Via de Amicis, 10 - Milano • 6. Disturbo da accumulo - Hoarding Disorder: aspetti psicologici e medici di un problema ancora poco conosciuto Sabato 24 maggio 2014 - ore 8.30-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 2. Aspetti etici, economici e operativi nella presa in cura dei pazienti con patologie cardiocircolatorie e nei pazienti con infezioni da HIV Sabato 5 Aprile 2014 - ore 8.15-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 7. Assistenza medica agli extracomunitari: un problema emergente - Ed.2 Sabato 7 giugno 2014 - ore 8.30 -13.30 Aula Magna A.O. “G. Salvini” Viale E. Forlanini, 121 - Garbagnate Milanese (MI) • 3. Assistenza medica agli extracomunitari: un problema emergente Sabato 12 Aprile 2014 - ore 8.30-13.30 Casa di Cura Ambrosiana Piazza Monsignor Luigi Moneta, 1 - Cesano Boscone (MI) • 8. Aspetti etici, economici e operativi in patologia orale Sabato 7 giugno 2014 - ore 8.15-13.15 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 4. I tumori primitivi del fegato: percorso diagnostico e strategie terapeutiche Sabato 10 maggio 2014 - ore 8.15-13.40 A. O. San Paolo Via A. Di Rudiní, 8 - Milano • 9. Il disagio psichico all’attenzione del medico: ansia, depressione, somatizzazioni Sabato 14 giugno 2014 - ore 8.30-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano • 5. “... e se fosse MALTRATTAMENTO?” Come i Medici di Famiglia e i Pediatri di Libera Scelta riconoscono il Maltrattamento sui Minori [bollettino OMCeOMI] 1/2014 47 CORSI ECM 1 La prognosi Sabato 5 aprile 2014 - ore 8.15-13.30 Aula didattica Corso di Laurea in Infermieristica - (Edificio Ciceri 1°Piano) A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico P.zza Principessa Clotilde, 3 - Milano COORDINATORE Dott. Alberto Scanni Primario Emerito di Oncologia A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico – Milano Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano 10.00-10.20 Prof. Claudio Rugarli Professore Emerito di Medicina Interna - Università Vita-Salute San Raffaele - Milano Il valore clinico della prognosi 10.20-10.40 Discussione 8.15-8.45 8.45-9.00 9.00-9.20 9.20-9.40 9.40-10.00 10.40-11.00Intervallo PROGRAMMA Registrazione Partecipanti 11.00-11.20 Saluto delle Autorità Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato Dott. Luigi Valera Consigliere Nazionale della Società Italiana di Psiconcologia Prognosi e riflessi psicologici 11.40-12.00 Dott. Alberto Scanni Accettazione della prognosi 12.00-12.20 Dott. Umberto Genovese Ricercatore Confermato in Medicina Legale e delle Assicurazioni Università degli Studi di Milano La “prognosi” della prognosi: riflessioni e spunti medico-legali 11.20-11.40 Prof. Giorgio Cosmacini Docente di “Teoria e Storia della Medicina” - Università Vita - Salute San Raffaele - Milano Storico e filosofo della medicina La prognosi nella storia della medicina Prof. Giovanni Battista Agus Professore Ordinario di Chirurgia Vascolare Università degli Studi di Milano Presidente del Comitato di Bioetica AIUC Prognosi: divinazione o processo razionale Dott. Roberto Carlo Rossi MMG a Milano Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano Comunicare la prognosi 12.20-13.00 Discussione Prof. Federico E. Perozziello Pneumologo Storico e filosofo della medicina Buona e cattiva prognosi 13.00-13.30 Conclusioni e compilazione schede di valutazione e di verifica n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 48 CORSI ECM 2 Aspetti etici, economici e operativi nella presa in cura dei pazienti con patologie cardiocircolatorie e nei pazienti con infezioni da HIV Sabato 5 Aprile 2014 - ore 8.15-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORE Dott.ssa Antonella Sparaco Direttore U.O. Complessa – A.O. Luigi Sacco – Milano 8.15-8.45 8.45-9.00 9.00-9.30 9.30-10.00 10.15-10.30 PROGRAMMA Registrazione Partecipanti 10.30-10.45 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano e del Presidente dell’Albo Odontoiatri Dott. Giulio Frigeni Responsabile Reparto Degenza Cardiologia A.O. Luigi Sacco - Milano Il paziente cardiologico in odontoiatria: quali terapie e quali patologie a rischio? La terapia HAART nell’infezione da HIV: effetti sul sistema cardiocircolatorio Dott.ssa Cristina Negri Clinica di Malattie Infettive A.O. Luigi Sacco - Milano L’infezione da HIV: epidemiologia e trasmissione 11.15-11.45 Dott. Mario Ghezzi U.O. di Odontoiatria - A.O. Luigi Sacco - Milano Le cure odontoiatriche e l’infezione da HIV: pregiudizi, paure, linee guida di prevenzione 11.45-12.30 10.00-10.15 Dott.ssa Antonella Sparaco L’ansia del paziente: origine, problemi, controllo Intervallo 10.45-11.15 Dott. Umberto Russo U.O. di Ematologia e Centro trasfusionale A.O. Luigi Sacco - Milano La terapia anticoagulante orale: un problema per gli odontoiatri? Nuovi farmaci per la TAO Dott.ssa Antonella Sparaco Il paziente cardiopatico in studio: aspetti clinici, prevenzione delle complicanze settiche ed emorragiche per una presa in cura cosciente, sicura e serena Dott. Girolamo Donati U.O. di Odontoiatria - A.O. Luigi Sacco - Milano Le principali manifestazioni a livello del cavo orale in corso di infezione da HIV 12.30-13.00 Discussione e conclusioni 13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 100 posti disponibili Accreditato per Odontoiatra [bollettino OMCeOMI] 1/2014 49 CORSI ECM 3 Assistenza medica agli extracomunitari: un problema emergente Sabato 12 Aprile 2014 - ore 8.30-13.30 Casa di Cura Ambrosiana Piazza Monsignor Luigi Moneta, 1 - Cesano Boscone (MI) COORDINATORI Dott.ssa Maria Teresa Zocchi Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Referente Commissione Pari Opportunità Dott. Mario Marone MMG a Garbagnate Milanese Responsabile Aggiornamento Associazione Medici Groane ANIMATORE DI FORMAZIONE Dott. Franco Montrone PROGRAMMA 8.30-9.00 Registrazione Partecipanti 9.00-9.15 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 9.15-9.45 Dott.ssa Teresa Bini Dirigente Medico - U.O. di Malattie Infettive - A. O. San Paolo - Milano Le patologie infettive emergenti 9.45-10.15 Dott.ssa Simonetta Dassi Dirigente Medico - U.O. di Medicina I - A. O. “G. Salvini” - Garbagnate Milanese L’esperienza di un Medico Ospedaliero 10.15-10.45 Dott. Alberto Cozzi MMG a Milano L’esperienza di un Medico di Medicina Generale 10.45-11.00Intervallo 11.00-11.30 Suor Annamaria Villa Responsabile Sanitario Poliambulatorio Opera San Francesco per i Poveri - Milano L’esperienza del Poliambulatorio OSF: la situazione della popolazione immigrata ad alto rischio 11.30-12.30 Dott.ssa Paola D’Amico Giornalista Corriere della Sera Il problema sociale 12.30-13.00 Discussione 13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 80 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 50 CORSI ECM 4 I tumori primitivi del fegato: percorso diagnostico e strategie terapeutiche Sabato 10 maggio 2014 - ore 8.15-13.40 A. O. San Paolo - Via A. Di Rudiní, 8 - Milano COORDINATORE Prof. Paolo Foa U.O. di Oncologia Medica A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano 8.15-8.45 8.45-9.00 10.55-11.15 TERAPIA MODERATORI Prof. Gian Paolo Cornalba U.O. di Radiologia Diagnostica e Interventistica A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano PROGRAMMA Registrazione Partecipanti Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato Prof. Enrico Opocher Chirurgia II Epato-bilio-pancreatica e Digestiva A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano INQUADRAMENTO CLINICO-DIAGNOSTICO 11.15-11.50 MODERATORI Prof. Paolo Foa Prof. Massimo Zuin Medicina VI - Epatologia e Gastroenterologia Medica A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano 9.00-9.15 Prof. Paolo Foa Introduzione 9.15-9.35 Dott.ssa Claudia Cigala U.O. di Anatomia Patologica - A.O. San Paolo Polo Università degli Studi di Milano Aspetti istopatologici 9.35-9.55 Prof. Massimo Zuin Epidemiologia e sorveglianza 9.55-10.15 Dott. Andrea Crosignani Medicina VI - Epatologia e Gastroenterologia Medica A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano Aspetti clinici 10.15-10.35 10.35-10.55 Intervallo Dott.ssa Emanuela Bertolini Medicina VI - Epatologia e Gastroenterologia Medica A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano La diagnosi ecografica 11.50-12.10 Dott. Roberto Santambrogio Chirurgia II Epato-bilio-pancreatica e Digestiva A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano Dott. Giuseppe Franceschelli U.O. di Radiologia Diagnostica e Interventistica A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano Il ruolo della radiofrequenza 12.10-12.30 Prof. Enrico Opocher La chirurgia 12.30-12.50 Dott. Daris Ferrari Dipartimento di Oncologia U.S.D. Cure Palliative A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano La terapia medica Dott. Nicola Flor U.O. di Radiologia Diagnostica e Interventistica A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano Il ruolo di TC e RMN Dott. Fabio Melchiorre U.O. di Radiologia Diagnostica e Interventistica A.O. San Paolo - Polo Università degli Studi di Milano La chemioembolizzazione transarteriosa (TACE) 12.50-13.10 Prof. Paolo Foa L’approccio interdisciplinare: un esempio di percorso 13.10-13.40 Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 51 CORSI ECM 5 “... e se fosse MALTRATTAMENTO?” Come i Medici di Famiglia e i Pediatri di Libera Scelta riconoscono il Maltrattamento sui Minori CORSO INTERATTIVO CON PRESENTAZIONE DI CASI CLINICI In collaborazione con Fondazione Terre des Hommes Italia onlus e SVSeD Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico - Milano Sabato 17 maggio 2014 - ore 8.30-13.30 Sala Conferenze - Casa dei Diritti (ingresso da via dei Fabbri) Via de Amicis, 10 - Milano COORDINATORE Prof. Andrea Gentilomo Professore Associato di Medicina Legale e delle Assicurazioni Univ. degli Studi di Milano Medico Legale SVSeD Dott.ssa Maria Teresa Zocchi Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Referente Commissione Pari Opportunità MMG ASL Provincia di Milano 1 PROGRAMMA 8.30-9.00 9.00-9.30 Registrazione Partecipanti Saluto delle Autorità Saluto dell’Assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute Milano Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 9.30-10.00 Dott.ssa Federica Giannotta Responsabile Advocacy e Programmi Italia - Fondazione Terre des Hommes Italia onlus Risultati dell’Indagine “Maltrattamento sui bambini: come lo riconoscono i Medici di Milano?” 10.00-10.30 Dott.ssa Maria Teresa Zocchi PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO NELL’AMBULATORIO DI UN MMG Prof.ssa Cristina Cattaneo Professore Associato di Medicina Legale Università degli Studi di Milano Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico-Milano Dott.ssa Maria Giulia Frasson Responsabile U.O. di Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico - Milano Dott.ssa Donatella Galloni Assistente Sociale e ASL Milano SVSeD Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano Dott.ssa Alessandra Spinelli Assi stente Sociale Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico - Milano 11.30-12.00 Dott.ssa Angela Antonella Mezzopane Pediatra di Libera Scelta ASL Milano PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO NELL’AMBULATORIO DI UN PEDIATRA Approfondimento tecnico e Discussione 10.30-11.30 Approfondimento tecnico e Discussione Dott. Angelo Selicorni UOS Genetica Clinica Pediatrica Clinica Pediatrica Fondazione MBBM A.O. San Gerardo - Monza 12.00-13.00 Dott.ssa Lucia Romeo Pediatra SVSeD Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano - ASL Milano Dott. Aurelio Mosca Direttore Dipartimento ASSI Servizio Famiglia ASL Milano Dott. Angelo Selicorni Dott.ssa Lucia Romeo Dott. Aurelio Mosca Prof. Andrea Gentilomo Prof.ssa Cristina Cattaneo Dott.ssa Maria Giulia Frasson Dott.ssa Donatella Galloni Dott.ssa Alessandra Spinelli 13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica n. 90 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 52 CORSI ECM 6 Disturbo da accumulo Hoarding Disorder: aspetti psicologici e medici di un problema ancora poco conosciuto Sabato 24 maggio 2014 - ore 8.30-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORI Dott.ssa Maria Teresa Zocchi Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Referente Commissione Pari Opportunità MMG ASL Provincia di Milano 1 10.15-10.45 Dott. Stefano Zago PhD in Neurofisiopatologia dell’Invecchiamento Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Il ruolo del danno cerebrale nella patogenesi del disturboda accumulo Dott. Alberto Scanni Primario Emerito di Oncologia A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico – Milano Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano 10.45-11.00 11.00-11.30 Dott.ssa Erica F. Poli Psichiatra - Psicoterapeuta Perito del Tribunale di Milano Hoarding: casi clinici, dall’inquadramento al trattamento MODERATORI Dott.ssa Emanuela Prato Previde Docente di Psicologia Generale Dip.di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti Sezione di Neuroscienze Università degli Studi di Milano 11.30-12.00 Dott.ssa Paola D’Amico Giornalista Corriere della Sera PROGRAMMA 8.30-9.00 Registrazione Partecipanti 9.00-9.15 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato Intervallo 12.00-13.00 Discussione 13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica 9.15-9.45 Dott.ssa Maria Teresa Zocchi Introduzione 9.45-10.15 Dott.ssa Elisa Colombo Psicologa - Dottoranda di ricerca Dip. di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti - Sezione di Neuroscienze Università degli Studi di Milano Criteri diagnostici del Disturbo da Accumulo: accumulo di oggetti o di animali n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 53 Dott. Giuseppe Buffone Giudice IX sez. Civile Tribunale di Milano Accumulatori: profili di responsabilità giuridica. L’omesso controllo e l’omesso intervento CORSI ECM 7 Assistenza medica agli extracomunitari: un problema emergente Edizione 2 Sabato 7 giugno 2014 - ore 8.30 -13.30 Aula Magna A.O. “G. Salvini” Viale E. Forlanini, 121 - Garbagnate Milanese (MI) COORDINATORI Dott.ssa Maria Teresa Zocchi Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano Referente Commissione Pari Opportunità Dott. Mario Marone MMG a Garbagnate Milanese Responsabile Aggiornamento Associazione Medici Groane Registrazione Partecipanti 9.00 -9.15 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 10.45 -11.00 Intervallo 11.00 -11.30 Suor Annamaria Villa Responsabile Sanitario Poliambulatorio Opera San Francesco per i Poveri - Milano L’esperienza del Poliambulatorio OSF: la situazione della popolazione immigrata ad alto rischio PROGRAMMA 8.30 -9.00 Dott. Alberto Cozzi MMG a Milano L’esperienza di un Medico di Medicina Generale 10.15 -10.45 11.30 - 12.30 Dott.ssa Paola D’Amico Giornalista Corriere della Sera Il problema sociale Dott.ssa Teresa Bini 9.15 -9.45 Dirigente Medico U.O. di Malattie Infettive A.O. San Paolo - Milano Le patologie infettive emergenti 12.30 -13.00 Discussione 13.00 -13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica 9.45 -10.15 Dott.ssa Simonetta Dassi Dirigente Medico U.O. di Medicina I A. O. “G. Salvini” Garbagnate Milanese L’esperienza di un Medico Ospedaliero n. 80 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 54 CORSI ECM 8 Aspetti etici, economici e operativi in patologia orale Sabato 7 giugno 2014 - ore 8.15-13.15 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORE Dott. Giovanni Lodi Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche Università degli Studi di Milano 10.30-10.40 Discussione 10.40-11.00 Intervallo 11.00-11.40 Dott.ssa Laura Moneghini Special Qualification in Dermatopathology ICDP-MS U.O. Anatomia Patologica A.O. San Paolo La patologia orale sotto la lente del microscopio PROGRAMMA 8.15-8.45 Registrazione Partecipanti 8.45-9.00 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano e del Presidente dell’Albo Odontoiatri MODERATORE Prof. Andrea Sardella Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche Università degli Studi di Milano Presidente Corso di Laurea in Odontoiatria Università degli Studi di Milano 9.00-9.40 Dott.ssa Cristina Bez Libera professionista a Milano La patologia orale nello studio odontoiatrico monoprofessionale 9.40-9.50 Discussione 9.50-10.30 Dott. Francesco Onida Ematologia - Centro Trapianti Midollo Osseo - Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Università degli Studi di Milano La patologia orale in una corsia ospedaliera di ematologia oncologica 11.40-11.50 Discussione 11.50-12.30 Prof.ssa Elena Vegni Dipartimento di Scienze della Salute Università degli Studi di Milano Come si comunicano le cattive notizie 12.30-12.40 Discussione 12.40-13.15 Conclusioni e compilazione schede di valutazione e di verifica n.100 posti disponibili Accreditato per Odontoiatra [bollettino OMCeOMI] 1/2014 55 CORSI ECM 9 Il disagio psichico all’attenzione del medico: ansia, depressione, somatizzazioni Sabato 14 giugno 2014 - ore 8.30-13.30 Sala Girardi - PIME Via Mosè Bianchi 94 - Milano COORDINATORE Dott. Giuseppe Pasini MMG 10.20-10.40 MODERATORE Dott. Giorgio Cavallari Psichiatra e psicoterapeuta Dott.ssa Laura Vedani Medico odontoiatra e psicoterapeuta Le somatizzazioni 10.40-11.10Intervallo 11.10-11.30 Dott. Giuseppe Pasini Il disagio adolescenziale 11.30-11.50 Dott. Sergio Calati MMG e psicoterapeuta Le problematiche narcisistiche 11.50-12.10 Dott. Paolo Langosco MMG e psicoterapeuta Ansia e disturbi sessuali 12.10-13.00 Discussione 13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica PROGRAMMA 8.30-8.45 Registrazione Partecipanti 8.45-9.00 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 9.00-9.30 Dott. Giorgio Cavallari Presentazione del convegno 9.30-10.00 Dott. Giorgio Cavallari L’ansia 10.00-10.20 Dott.ssa Alessandra Bagnoli MMG e psicoterapeuta La depressione n. 100 posti disponibili Accreditato per Medico Chirurgo [bollettino OMCeOMI] 1/2014 56 Collegati con il bollettino per lanciare le tue idee, le tue proposte, i tuoi suggerimenti [email protected] Per un bollettino più “grande” e più “vivo” abbiamo bisogno anche di te. 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