Redazione a cura del Centro Studi Soratte - Direttore responsabile: Francesco Zozi –e-mail: [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA – www.centrostudisoratte.com N. 160 – AGOSTO bis 2014 commerciali nel centro storico, i trasporti e la pubblica sicurezza. Non saranno quindi la massa di affamati visitatori della festa estiva a dare lo slancio per una politica a lungo respiro che educhi al rispetto delle regole (le ordinanze ed i regolamenti ci sarebbero, ma sono fatte rispettare?). Quindi un appello a non distrarsi e a non adagiarsi sui facili conti dei coperti perché poi arriva la stagione invernale e se non viene creato un flusso continuo di visitatori, attratti questa volta non dagli gnocchetti, ma dalle vere peculiarità del paese come la riserva, la zona militare, il centro storico ripulito, la millenaria storia degli eremi, il museo, il coro e tutto l’ulteriore patrimonio che si trova incontrollato e mal conservato, si rischia di precipitare ancora di più nella crisi. La programmazione per lo sviluppo richiede quindi un lungo periodo di preparazione ed educazione, ma per questo occorre tracciare delle linee e degli obiettivi e concentrarsi solo sulle iniziative che mirano a perseguirli. La Redazione NOTIZIARIO … estate santorestese… Non saranno certo le festicciole estive a rilanciare lo sviluppo turistico del paese. Più volte è stato scritto su questo giornale che uno sviluppo turistico e di conseguenza nuova occupazione e nuove opportunità deve derivare da una programmazione a lungo raggio che immancabilmente deve tener conto del miglioramento del decoro urbano e della qualità della vita. Per quel che concerne il decoro urbano si è detto molto, dalla pulizia, al rifacimento delle strade del centro storico, all’eliminazione dei fili elettrici e telefonici invasivi, all’inserimento di nuove panchine, all’eliminazione del randagismo (quest’ultimo molto presente nel periodo estivo). Il decoro urbano purtroppo si conferma una nota dolente per il nostro paese, basti pensare alla presenza di discariche all’aperto in luoghi che dovrebbero essere di forte impatto turistico (alla sbarra delle gallerie per esempio), oppure al lampione in bella evidenza mancante nella piazza principale (a Portavalle) od anche al parcheggio selvaggio della domenica causato da un mercato che si potrebbe ripensare infrasettimanale. Riguardo alla qualità della vita, a parte l’ormai alle porte raccolta differenziata (necessaria per quanto non ben vista), il miglioramento dei servizi, a partire dall’accesso all’ufficio postale, l’illuminazione pubblica, le agevolazioni per il mantenimento e la creazione di nuove attività - Crack Cesi, la società che gestisce l’Outlet Soratte. Incontro tra i Sindaci del territorio e l’Assessore regionale che si impegna ad aprire un tavolo permanente per trovare una soluzione per i lavoratori della società messa in liquidazione. EFFEMERIDE. - Danieli Maria (79); Ida Lazzari (84) UMORISMO DI DON ORIONE Don Orione chiamava papa Pio XII anima grande. Egli, però, aveva di sé stesso un concetto diametralmente opposto. Infatti, una, volta si fece fotografare in groppa ad un somarello che lo portava sul Soratte. Su quella foto, che conservava nella sua cameretta, aveva apposto questa scritta: Lui e io siamo in due! CHI ERA SAN NONNOSO? Oreste Malatesta Di san Nonnoso abbiamo poche notizie, quelle riportate nei Dialoghi e nel Registro delle lettere di san Gregorio Magno. Quale fosse la sua origine, quando nacque e quando morì non è dato sapere con precisione. Tuttavia la tradizione vuole che egli fosse un cittadino romano, nato nella prima comunità della Curtis Sancti Eristi, intorno ai primi anni del 500. Queste informazioni ci sono fornite da Benedetto del Soratte, nel Cronicon, opera storica composta intorno all’anno mille. Su san Nonnoso non esistono documenti, perché sono andati distrutti: basti pensare che, solo nel primo millennio, il monastero del Soratte è stato raso al suolo per tre volte. Sull’origine di san Nonnoso ho proposto anche un’altra ipotesi, che non ha trovato consensi: la sua cittadinanza romana, a mio parere, potrebbe essere quella di Bisanzio, capitale dell’impero romano d’oriente, visto che il suo nome è di origine bizantina. In questo caso dovremmo ritenere che san Nonnoso non fosse originario delle terre del Soratte. San Nonnoso fu abate del monastero del monte Soratte, ove morì il 2 settembre, secondo il Martitologio della Chiesa cattolica. Varie sono le opinioni circa l’anno della sua morte. Più vicine al vero sono le notizie fornite da sant’Antonino, vescovo di Firenze, che ha indicato, come anno della sua morte, il 550, o dallo Yespes, che, nella Cronaca benedettina, lo fissa nel 553. Si può accettare anche la datazione del Buccellino, che, nel Monologio Benedettino, suggerisce il 570, e quella dei Canonici della Cattedrale di Freising, che la fissano nel 560. Peraltro uno studioso di Castel Sant’Elia (Leonardo Rosa), più di un secolo fa, sostenne che il monaco del Soratte morì nel monastero di Suppetonia in Castel Sant’Elia, in quanto, dopo la morte di sant’Anastasio, abate di quel cenobio, san Nonnoso avrebbe preso il suo posto. Egli giunse a questa conclusione perché, in effetti, a Castel Sant’Elia, è presente la tomba di san Nonnoso; ma ciò è dovuto al fatto che il suo corpo fu là trasportato, a causa delle devastazioni portate dai Longobardi, nel corso dell’VIII secolo, nella campagna romana e sul Soratte. Il papa Gregorio magno, per far fronte alla discesa di Agilulfo, fece fortificare Nepi e gli altri luoghi vicini, tra i quali il Castello di Sant’Elia, di cui San Nonnoso è, ancor oggi, protettore. In quel frangente, i monaci del Soratte, per evitare le orde longobarde, si ritirarono in quel forte, portandovi anche il corpo di san Nonnoso. San Gregorio ci dice che Nonnoso fu abate del monastero del monte Soratte e che la sua persona fu un esempio di santità per il popolo e per i monasteri vicini, che ne ricordarono anche i suoi poteri taumaturgici. Francesco Saverio Rinaldi, nel suo Il Soratte illustrato, così descrive i suoi miracoli più noti: Trasporta un gran catollo d’uno scoglio; vitrea lampada infranta egli reintegra; in gran copia moltiplica poc’oglio. Nonnoso, Laurione ed Anastasio furono gli abati dei primi monasteri, fondati da San Benedetto nei dintorni di Roma: Pentoma, Suppentonia e il monte Soratte, dal quale dipendeva anche il cenobio di Sant’Andrea in flumine, nei pressi di Ponzano romano. Come è noto San Nonnoso è anche patrono di Freising: il legame con la città bavarese nacque in epoca carolingia, quando nell’833 il suo vescovo, Itto, chiese ed ottenne alcune reliquie del corpo di san Nonnoso. Altra parte del suo corpo fu portata a Freising dal vescovo Nitgerio, tra il 1039 ed il 1052. Probabilmente la scelta dei vescovi bavaresi, di porre a fondamento della loro cattedrale le reliquie di san Nonnoso, è stata determinata dal fatto che un loro amato re (Carlomanno) rinunciò al trono per ritirarsi, monaco, sul monte Soratte. SAN NONNOSO: DAL SORATTE A FREISING ED IL SUO RITORNO. Tratto da Il Soratte Illustrato, di Francesco Saverio Rinaldi, pubblicato on line dal Centro Studi Soratte Duomo di Freising Prime traslazioni dal Soratte a Freising Giovanni Antonio Aventino, negli annali della Germania, parlando di Itto, vescovo Frisingese, riferisce la traslazione dei corpi dei SS Alessandro Papa e Giustino Cardinale, e di Nonnoso monaco, del quale parla S. Gregorio nei Dialoghi. Quindi le reliquie di S. Nonnoso, la prima volta, furono trasportate in Baviera sotto Gregorio IV, dal vescovo Itto, nel 833. Esse riguardarono solo una parte del corpo di S. Nonnoso. Al vescovo Itto, essendo monaco benedettino, non fu difficile di ottenere dal Papa Gregorio IV, anch’egli benedettino, una reliquia del corpo di S. Nonnoso, che, dai monaci del monte Soratte, era già stato trasportato a Sant’Elia, castello fortificato e posto al sicuro dalla barbarie dei Longobardi. A causa di due incendi della Cattedrale di Freising, in cui andarono distrutte le scritture, gli arredi sacri e le reliquie dei santi, il suo vescovo Nitgero organizzò un secondo trasporto del corpo intero di san Nonnoso, da Castel Sant’Elia a Freising. Con i secoli si perse la memoria di questa traslazione, e rimase anche ignoto dove fosse ubicata la tomba di San Nonnoso. Il ritorno delle reliquie. Il padre Pietro Naude, sacerdote francese dell’ordine di San Paolo, il 20 novembre 1685, salì sul Soratte e si ricordò che anche a Freising, il 2 settembre, si celebrava la festa di San Nonnoso abate del monte Soratte. I monaci del Soratte allora mostrarono il desiderio di riavere una reliquia del santo e comunicarono questo pio desiderio a Giacinto Fantozzi, Vicario Generale del Card. Antonio Barbarini, abate e commendatario di Santo Resto. Il 20 marzo 1661 fu, pertanto, avviata la pratica di richiesta per avere, dalla diocesi di Freising, una reliquia di san Nonnoso,. La procedura fu complessa e lunga: il 3 aprile 1663 fu restituita la reliquia di un pezzo d’osso di detto Santo, cinque dita lungo, conservato dentro una cassetta di ebano, da quattro cristalli attorniata e fregiata di ornamenti di metallo dorato. Nel 1668 San Nonnoso fu dichiarato cittadino, oltre che compatrono di Santo Resto, e nella Basilica di San Silvestro fu posta la seguente epigrafe marmorea: Veterem hospitem novis obsequiis veneraturi occurrite, cives. Jam non ab aquilone omne malum; inde nempe huc delatae sunt Sancti Nonnosi Reliquiae: omnia bona vobis portendunt. Is dum vixit, fidelem se vobis usque ad Aram; defunctus etiam intra Aram, illi veri Orestes voto et factis estote. Comunitas terrae Sancti Edisti posuit anno salut. MDCLXVIII”. M ALEDETTI TOSCANI! (Tosco) Non riesco a capire come mai in Italia non si fa tesoro delle esperienze altrui. Quando si deve affrontare un problema, vedi raccolta differenziata vedi rotatorie vedi traffico nei centri storici etc., nella maggior parte dei casi si risolve a modo nostro e non si cerca nemmeno di verificare se in altri luoghi è stato risolto e come. Esempi ce ne sono a bizzeffe. Nei paesi medioevali, dei quali è disseminata la nostra nazione, che si distinguono dalla taglia delle sue strade e dei suoi appartamenti, sarebbe opportuno adottare dei sistemi che semplifichino la raccolta dei rifiuti! Domanda! È meglio tenersi le spazzature in casa fino al giorno in cui verranno raccolte oppure è meglio stabilire dei punti di raccolta differenziata ed il cittadino le getta quando può e chi le asporta lo fa secondo un suo programma? In alcuni paesi è stato risolto il problema creando luoghi di raccolta differenziata dei rifiuti con cassonetti ad apertura personalizzata. Il cittadino va, apre il cassonetto con la sua chiave e getta carta, vetro, plastica nel recipiente apposito. Questo metodo ha, forse, un investimento iniziale superiore, i cassonetti costano parecchio, obbliga l’utente a percorrere alcuni metri per raggiungere i cassonetti ma, non ingombra gli appartamenti e soprattutto i vicoli con bidoni multi colorati; e poi facilita l’asporto perché non impone ai mezzi di raccolta di percorrere tutti i vicoli vicoletti scale e scalette per raggiungere le porte dove saranno esposti in bella mostra i recipienti da svuotare. Io che abito in via Angelo Menichelli, ammetto egoisticamente parlando, che preferirei dover raggiungere i cassonetti situati (esempio) al Cancellone piuttosto che dovermi tenere in casa 5 enormi bidoni multicolori che per la precisione non saprei dove mettere dato che vivo con mia figlia in un miniappartamento di 49 metri quadrati senza terrazzo. Oltretutto oggi, mia figlia ed io, produciamo un sacchetto di spazzatura (Pieno nemmeno 40 litri) indifferenziata e preciso indifferenziata ogni due giorni! È proprio indispensabile tenere in casa 5 bidoni, per un volume totale di circa duecento litri, semi vuoti? So per certo che nella mia situazione e peggio ce n’è molti altri. P.S.: Ma soprattutto non vorrei sentire, dalla massima autorità del paese, dire ad una sua concittadina in condizioni peggiori delle mie (appartamento di 30 m2): “Se altrove, come Lei dice, c’è un sistema migliore se ne vada a vivere là!” Praticamente chi non condivide le sue scelte se ne deve andare senza proferir parola, e meno male che è di sinistra! REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA. ARTICOLO 11. Collocamento vasi e piante ornamentali per arredo urbano. Qualora un cittadino intendesse porre a dimora un vaso o pianta ornamentale al fine di migliorare l’arredo urbano o per prevenire soste selvagge soprattutto nelle ore notturne deve essere preventivamente autorizzato dall’Amministrazione Comunale previo parere favorevole espresso dall’Ufficio di Polizia Locale. Nell’autorizzazione rilasciata saranno impartite le opportune direttive. I vasi e le piante ornamentali saranno installate dai soggetti privati per nome e per conto dell’Amministrazione Comunale, in tal caso non sarà richiesta la tassa di occupazione del suolo pubblico. RUBRICA RELIGIOSA: L’AUTORITÀ NELLA CHIESA A cura di Oreste Malatesta Il Signore, che era tutt’uno con il Padre, non fece nulla senza di Lui, né agendo da solo, né per mezzo dei suoi apostoli. E, così, anche voi nulla dovete fare senza il vescovo e senza i presbiteri. Riconoscendo l’autorità del vescovo, come ministro di Gesù Cristo, voi mi dimostrate che non vivete secondo il mondo, ma secondo Gesù Cristo … E’ quindi necessario, come già fate, che non intraprendiate nulla senza il vescovo. Bisogna riconoscere l’autorità del collegio dei presbiteri, come quella degli Apostoli di Cristo, speranza nostra: se in Lui vivremo, in Lui ci ritroveremo. Sant’Ignazio di Antiochia: dalla Lettera ai Magnesii IL CAMPANILE Giovanna Balerna Oh campanile che rintocchi ogni mattina, appena sorge il sole, con le tue campane annunci l’Ave Maria. Quel dolce suono sveglia i nostri cuori e ci invita alla preghiera, ogni mattina. Se non ci fossi tu, che annunci ogni novella, la vita non sarebbe così bella. I tuoi rintocchi si odono nel cielo E ci ricordano che è l’ora del pensiero per pregare chi ci ama, ci vuole bene e ci protegge in questo cammino, ove, in ogni angolo, v’è un tranello vicino. Ma tu, con il rintocco delle campane, mi fai pensare sempre al Signore. AREE PROTETTE PROVINCIA DI ROMA. M ACCHIA DI GATTACECA. La Riserva Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco si estende, per 997 ettari, tra la valle del fiume Tevere e i Monti Cornicolani, con andamento prevalentemente collinare, con vaste aree destinate a pascolo e uso agricolo. L’area è tutelata sia per il valore botanico dei suoi frammenti forestali che per l’intenso carsismo che si manifesta con grotte, inghiottitoi, “sventatori”, doline. Fra queste ultime spicca il Pozzo del Merro, dolina di crollo tra le più profonde del mondo (circa 80 mt dal piano campagna e ulteriormente esplorato fino ad una profondità di 392 mt), che si caratterizza per le pareti ricoperte di fitta vegetazione e per la presenza di un lago sul fondo. La Riserva, in cui si estendono gli oliveti da cui si ricava il pregiato olio della Sabina, è sede di aziende agricole private, aziende e istituti sperimentali di tutela ministeriale (zootecnia, fitopatologia, zoologia sperimentale), nonché dell’Università Agraria di Castel Chiodato. Il paesaggio della riserva è frammentato sia in relazione alle condizioni naturali che all’azione dell’uomo. Intenso è il pascolo bovino e ovino. LETTERE ALLA REDAZIONE. Pubblichiamo la lettera che la Sig.ra Marisa ha voluto condividere con il nostro giornale indirizzata all’attenzione del Sindaco di Sant’Oreste e della ASL di Rignano Flaminio. Oggetto: Richiesta urgente di intervento. La sottoscritta Marisa Martelli, residente a Sant'Oreste in via Monte Frumentario fa presente alle SS.VV. che la mia abitazione è invasa da un odore insopportabile dovuto al malfunzionamento del sistema fognante principale e di raccolta di acqua piovana in adiacenza ed incidenza della mia abitazione. Dai tombini e dalle grate dei canali di scolo fuoriesce una puzza insopportabile che dura da parecchi mesi e che oltre ad invadere l'area ad essi antistante penetra anche in casa facendomi vivere le giornate al limite della decenza umana. Neanche le basse temperature e le abbondanti piogge dei mesi scorsi hanno potuto attenuare la propagazione del maleodorante olezzo, figuriamoci cosa succederà con il rialzo delle temperature e le belle giornate di sole dell’estate ormai prossima. E' a rischio la salute di molti cittadini che abitano nella zona, la storia recente e passata è piena di casi di propagazione di malattie infettive dovute proprio alla scarsa cura e igiene dell'ambiente urbano e credo che sia arrivato il momento, nonostante avessi da tempo segnalato quanto stava accadendo in forma verbale all'ufficio tecnico comunale, ai vigili urbani, direttamente a Lei signor Sindaco, di programmare un intervento risolutivo di questo problema. Non avendo ricevuto rassicurazioni mi vedo costretta a chiedervi ufficialmente di intervenire quindi, per quanto sopra, chiedo alle SS.VV., ciascuno per le proprie competenze, di attivarsi per risolvere al più presto il problema esposto. Certa di una vostra celere risposta in merito porgo distinti saluti mente Fabio rimuginava sulla quantità di denaro che poteva rappresentare quel rotolo, ma rimuginava anche il fatto che Peppe ancora non ne avesse parlato, ma come scusante pensò “mo mi dice tuttu quanno ‘rrivemo su u paese. Però, chi si sarà persu tutti quelli sordi, macara adè quache delinquente che i starà a cercà e se scupre chi se l’ha piati capace che u ‘mmazza pure, misà ca de megghio che mo i de essu i sordi”. Mentre Peppe faceva lo stesso ragionamento: “Chi sà quanti saranno. Mi pare che stu rotulu pesa càppe sta saccoccia, e siccume l’agghio trovati io mi voggio tenè io, mo macara Fabio, chissà se se né accortu, però agghio fattu male a mettimi a siede gghiò dereto, chissà che avrà pensatu”. Mentre fanno questi pensieri l’autobus è arrivato in Paese. (continua) CRUCIVERBETTU (W.S.) Definizzzioni: A ghjì llà: 1 “O vola u pallone o vola essu!”. 5 A briscala vale quattro punti. 6 A seconna lettara dell’arfabbetu. 7 Quelle de lavannare sò sempre grinze. 10 Se perde a spinosa quanno ‘ntruppa. 12 Dimà…..llà ‘mmezzu. 13 Tristi ‘rrabbiati. 14 Centimetru (‘ccortatu). 16 ‘Na vòta si pistava a piedi nnuti lì a tinozza. 17 Ci và chi scegne. 19 Più stai ‘vventatu e più ne lènti! A ghjì ghjò: 1 Un vecchju giocu ddò si zzoffiava pe fà camminà u bottone. 2 I fioretti da pianta dell’ulive. 3 E vocali….de micce! 4 A vò sapè chi và de prèscia! 6 Sa fanno i munelli che si fanno dole! 7 Cusintu sò e cose che c’hagghjo io! 8 Ciucu ciucu. 9 A cerchi quanno u callu ti squagghja! 11 Hagghjo Callu! 15 Ti ‘mpicca quanno cuci. 18 U verzu du bbeccu. 1 2 3 4 5 CHI TROVA UN TESORO PERDE UN AMICO (1° PARTE) di Elio Paolucci Si parte da una storia realmente successa a due amici di Sant’Oreste che lavoravano a Roma e che tutte le mattine per circa dieci anni hanno fatto la stessa cosa: prendere il pullman, sedersi ai due posti l’uno accanto all’altro per raccontarsi storie e fatti a loro accaduti. Tutto filava liscio finché un bel giorno accadde l’irreparabile. Ormai era sera e i due amici s’incontrarono come al solito in Via Volturno per poi dirigersi al pullman, camminavano l’uno accanto all’altro quando improvvisamente uno dei due, che per comodità di lettura chiameremo Peppe, mentre l’altro Fabio, quindi diciamo che Peppe improvvisamente si inchinò vicino ad una macchia in sosta e ne raccolse qualcosa che agli occhi di Fabio sembrò un rotolo di banconote e precisamente dei dollari americani tenuti insieme da un elastico. Questo parve chiaro in quella frazione di tempo che intercorse fra l’abbassarsi dell’amico e l’introduzione del rotolo in una tasca. Appena fatta questa operazione Fabio aspettava che Peppe gli raccontasse tutto, ma ciò non avvenne, anzi Peppe cominciò allungare il passo e questo fece sbalordire Fabio che pensò che gli avrebbe detto tutto appena saliti sul pullman. Arrivati sul posto fu una vera sorpresa vedere che l’amico dopo dieci anni che aveva occupato sempre lo stesso posto si era seduto su una delle ultime file anziché davanti come al solito. Nella 6 10 7 8 11 9 12 13 14 15 16 17 18 19 Il Centro Studi Soratte ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero. I nostri ringraziamenti vanno inoltre a: Bar 1/2 Litro di Rasconà Ylenia, Autocar snc, Tabaccheria Elena e Riccardo, Alimentari Paolucci, Alimentari Anna Rita Salustri, Pizzeria Maria Marina Beatrice, Paolo Bertollini, Maria Piante e Fiori, Farmacia Buonfantino, Bar Nonna Rosa, Ristorante Alessandro al Campanile, Macelleria Cingolani, Pacifico Onoranze Funebri, Soratte Pizza, Ass.ne Compluvium, Pane Pizza e Fantasia, Macelleria Carosi, Abbigliamento Bambini Caccia e Pesca, Il Giardino del Soratte, Mai di Lunedì – parrucchiere, Bar Cruscioff, Pizzeria da Pelucco.
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