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Edizioni L’Informatore Agrario
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Il vigneto per la produzione di uva da tavola
Lavori di primavera
Potatura secca e sistemazione dei
pali e dei fili. Il controllo delle strutture di sostegno e la legatura dei tral­ci nei
vigneti allevati a tendone o a per­go­la è
molto importante anche nei vigneti di uva da tavola che vengono co­perti a inizio primavera con l’intento di ri­cercare
un buon anticipo di maturazione.
Terminata la potatura e la legatura, se
vi è consentito dalle norme locali, asportate e bruciate i tralci di potatura,
soprattut­to dai vigneti più vecchi, che
presentano maggiori rischi di malattie
del legno quali mal dell’esca ed eutipiosi. Viceversa, nei vigneti più giovani e
sani, se disponete di una macchina trinciasarmenti, trincia­teli e lasciateli sul
posto, unitamente all’eventuale manto
erboso che si è formato con le piogge invernali. Solo in primavera, se non avete
adottato l’inerbimento permanente, lavorerete il terreno per interrare le infestanti e i residui organici.
Nuovi impianti. La messa a dimora
delle barbatelle per i nuovi impianti di
uva da tavola va ultimata al più presto.
Trattandosi di una coltivazione diffusa
negli ambienti più caldi, si preferisce infatti porre a dimora le giovani viti in pieno inverno, al fine di sfruttare appieno le
precipitazioni di fine inverno.
Riguardo alle distanze d’impianto,
dovete sceglierle in funzione della forma di allevamento che intendete adottare (spalliera, tendone, pergola, ecc.),
della vigoria del portinnesto e della varietà, della fertilità naturale del terreno e
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Per la difesa dal vento e dalla grandine, i vigneti per uva da vino e da tavola allevati a spalliera possono essere difesi da reti resistenti applicate sui lati del filare
dei vostri obiettivi produttivi. Anche per
le uve da tavola valgono, infatti, le regole che si indicano per le viti da vino, così
come per le piante da frutto in genere.
Pertanto, otterrete la migliore produzione con:
– l’adozione di una varietà che, oltre a
ottimali caratteristiche del frutto (acino e
grappolo), presenti un’epoca di maturazione adatta al vostro ambiente; quindi,
se possibile, evitate le varietà a maturazione tardiva per gli ambienti del Nord, di alta collina in particolare;
– una buona previsione quantitativa sul
consumo familiare, oppure proveniente
da un’analisi del mercato a cui destinerete l’uva prodotta, scegliendo con attenzione le varietà e il numero di piante per ognuna di esse;
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1-Conclusa la fase di germogliamento, anche nei giovani vigneti è possibile dare il
via alle operazioni di potatura verde, con la spollonatura manuale, meccanica o
chimica. 2-È importante controllare la potenzialità produttiva del vigneto anche
con un attento diradamento primaverile dei germogli
– la scelta di materiale vivaistico (in particolare di barbatelle innestate) selezionato, garantito e prenotato per tempo;
– la scelta di un portinnesto adatto al tipo di terreno, alle avversità climatiche e,
naturalmente, al vitigno adottato;
– la ricerca della migliore esposizione al
sole delle foglie, grazie alla scelta di un
sistema di allevamento appropriato, all’adozione di corrette distanze d’impianto e
all’esecuzione di razionali potature;
– la ricerca del miglior equilibrio tra attività vegetativa e attività produttiva della pianta, per mezzo di concimazioni, irrigazioni, gestione del suolo, potature
verdi, difesa, ecc., impostate in modo
corretto.
Difesa dal vento. Nei vigneti di uva
da tavola posti in zone litoranee oppure
su colline ben esposte, in primavera si
possono avere forti danni da vento. In
particolare possono essere asportati i teneri germogli, anche in grande quantità,
compromettendo la produzione. Per la
prevenzione, sia nei vigneti allevati a
tendone o a pergola che in quelli allevati a spalliera, si possono applicare le reti protettive, con funzione anche antigrandine, le quali devono comunque
poggiare su strutture solide e resistenti.
Inoltre, soprattutto per i vigneti allevati a spalliera, si può ricorrere all’impianto di alberature laterali con olivastri,
eucalipti e altre specie caratterizzate da
un rapido sviluppo, oppure all’installazione di strutture frangivento con apposite reti sorrette da robusti pali in cemento armato e da una sufficiente rete di
fili metallici.
Nei vigneti di uva da tavola, va posta la
massima attenzione al numero di germogli
e di grappolini, per riportare al più presto
la produttività potenziale entro limiti accettabili: ideale è la presenza di non più
di 13-15 germogli uviferi, che corrispondono a 15-17 grappoli in media per ceppo
In mancanza di ciò, sempre per le
spalliere, conviene comunque inserire i
giovani germogli non appena hanno raggiunto la lunghezza di 30-40 cm, tra la
coppia di fili metallici posizionati 25-35
cm al di sopra del filo portante.
Potatura verde. Data la precocità di
germogliamento delle piante di uva da
tavola, già da fine marzo può rendersi
necessario un primo intervento di potatura verde anche in ambiente non protetto, in particolare con le operazioni di
spollonatura (eliminazione dei ricacci
lungo il fusto), scacchiatura (eliminazione dei germogli che non portano
grappolini) e diradamento dei giovani
germogli fertili o uviferi che risultano in
eccesso.
Dovete intervenire sin dall’inizio primavera per controllare il numero dei
germogli, eliminando quelli in eccesso,
mantenendone uno per gemma e facendo in modo che essi siano ben distribuiti lungo tutto il tralcio di potatura.
Queste operazioni favoriscono l’arieggiamento della vegetazione e, soprattutto, l’esposizione al sole delle foglie vicine ai grappolini, le quali svolgono in
primavera la funzione di veri e propri
«polmoni verdi» della produzione.
Concimazioni. Tra febbraio e inizio
aprile, a seconda dei vari ambienti di
coltivazione, cade il momento ottimale
per il completamento della concimazione, in particolare di quella azotata e, eventualmente, di quella organo-minerale. Con produzioni di 130-150 quintali
per ettaro, la dose può limitarsi a 50-60
kg di azoto per ettaro (corrispondenti a
1,1-1,3 quintali per ettaro di urea-46 o a
2-2,3 quintali per ettaro di nitrato ammonico-26), mentre con produzioni di
Al fine di reintegrare la sostanza organica nei terreni e di contenere il rischio di erosione nei suoli in pendio, soprattutto al Centro e al Sud, si va diffondendo la tecnica
del sovescio, con la semina autunnale di favino, di veccia o di grano duro. Questi erbai vanno preferibilmente trinciati e interrati all’inizio della fioritura
200-250 quintali per ettaro, le dosi necessarie possono raggiungere anche gli
80-90 kg di azoto per ettaro (corrispondenti a 1,8-2 quintali per ettaro di urea-46 o a 3-3,5 quintali per ettaro di nitrato ammonico-26).
In particolare, la concimazione azotata è necessaria nei terreni più magri e
con vigneti di vigoria contenuta, oppure
in vigneti inerbiti da poco tempo e, in ogni caso, nei vigneti dotati d’irrigazione.
Se utilizzate i concimi organo-minerali dovete osservare soprattutto il titolo (cioè la percentuale) in azoto minerale (nitrico, ammoniacale, ureico) e
per il calcolo delle dosi fare riferimento a esso.
Per valorizzare al meglio la concimazione e per limitare i rischi di perdita
d’azoto per volatilizzazione, è bene interrare i concimi con spandiconcime dotato di assolcatore o abbinare la concimazione con le lavorazioni del terreno;
nei terreni inerbiti, distribuite i concimi
poco prima di una pioggia abbastanza
certa, quindi fate attenzione alle previsioni del tempo.
Gestione del terreno. In questi mesi
essa riguarda il controllo delle erbe infestanti nel caso dei terreni lavorati (che al
Centro e al Sud sono la quasi totalità negli ambienti di coltivazione dell’uva da
tavola). Se nel corso dell’autunno precedente avevate lasciato crescere erba
spontanea, oppure se avevate seminato
erbe da sovescio (favino, veccia) o semplicemente del grano, allo scopo di mantenere coperto il suolo per il periodo invernale, all’avvicinarsi della fioritura
dell’erba intervenite per controllarla con
un’eventuale triciasarmenti per poi interrarla tramite una fresatrice o con
un’aratura leggera.
Con i terreni inerbiti permanentemente, abbinate il taglio dell’erba alla
trinciatura del legno di potatura.
Lungo la fila, se avete la necessità di
controllare lo sviluppo dell’erba in tempi
rapidi e con costi contenuti, potete avvalervi di erbicidi ad azione sistemica, primi fra tutti i vari prodotti commerciali a
base di glifosate. Distribuendoli alla dose
di 4-5 litri per ettaro di superficie realmente trattata, poco prima del germogliamento delle viti oppure dopo l’operazione di spollonatura (al fine di evitare danni da tossicità alle piante) potrete controllarne lo sviluppo almeno per 2-3 mesi.
Innesto in campo. Per l’uva da tavola a fine inverno-inizio primavera, cade
il momento ottimale per l’innesto in
campo, col metodo a spacco, delle piantine portinnesto messe a dimora l’anno
precedente.
Nello stesso periodo, sempre col metodo a spacco pieno bilaterale, è possibile procedere al reinnesto delle viti adulte, per cambiare la varietà o per rimediare a errori nella scelta del materiale
vivaistico.
Copertura del vigneto per anticipare la raccolta. Anche in marzo, poco
prima del germogliamento, è possibile
coprire il vigneto di uva da tavola, in
particolare con le varietà più precoci, al
fine di disporre di grappoli perfettamente maturi in luglio, quindi in un momento molto adatto per il consumo.
A fine primavera, o meglio dopo la
fase d’invaiatura, quindi all’avvicinarsi
della maturazione, il telo trasparente in
pvc andrà tolto o quantomeno ripiegato
in alto, onde evitare le alte temperature
che potrebbero danneggiare la vegetazione e la produzione.