Questo contenuto ti è offerto da: www.vivaiviticolitrentini.it Articolo tratto da: Edizioni L’Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera. Il vigneto per la produzione di uva da tavola Lavori di primavera Potatura secca e sistemazione dei pali e dei fili. Il controllo delle strutture di sostegno e la legatura dei tralci nei vigneti allevati a tendone o a pergola è molto importante anche nei vigneti di uva da tavola che vengono coperti a inizio primavera con l’intento di ricercare un buon anticipo di maturazione. Terminata la potatura e la legatura, se vi è consentito dalle norme locali, asportate e bruciate i tralci di potatura, soprattutto dai vigneti più vecchi, che presentano maggiori rischi di malattie del legno quali mal dell’esca ed eutipiosi. Viceversa, nei vigneti più giovani e sani, se disponete di una macchina trinciasarmenti, trinciateli e lasciateli sul posto, unitamente all’eventuale manto erboso che si è formato con le piogge invernali. Solo in primavera, se non avete adottato l’inerbimento permanente, lavorerete il terreno per interrare le infestanti e i residui organici. Nuovi impianti. La messa a dimora delle barbatelle per i nuovi impianti di uva da tavola va ultimata al più presto. Trattandosi di una coltivazione diffusa negli ambienti più caldi, si preferisce infatti porre a dimora le giovani viti in pieno inverno, al fine di sfruttare appieno le precipitazioni di fine inverno. Riguardo alle distanze d’impianto, dovete sceglierle in funzione della forma di allevamento che intendete adottare (spalliera, tendone, pergola, ecc.), della vigoria del portinnesto e della varietà, della fertilità naturale del terreno e 1 Per la difesa dal vento e dalla grandine, i vigneti per uva da vino e da tavola allevati a spalliera possono essere difesi da reti resistenti applicate sui lati del filare dei vostri obiettivi produttivi. Anche per le uve da tavola valgono, infatti, le regole che si indicano per le viti da vino, così come per le piante da frutto in genere. Pertanto, otterrete la migliore produzione con: – l’adozione di una varietà che, oltre a ottimali caratteristiche del frutto (acino e grappolo), presenti un’epoca di maturazione adatta al vostro ambiente; quindi, se possibile, evitate le varietà a maturazione tardiva per gli ambienti del Nord, di alta collina in particolare; – una buona previsione quantitativa sul consumo familiare, oppure proveniente da un’analisi del mercato a cui destinerete l’uva prodotta, scegliendo con attenzione le varietà e il numero di piante per ognuna di esse; 2 1-Conclusa la fase di germogliamento, anche nei giovani vigneti è possibile dare il via alle operazioni di potatura verde, con la spollonatura manuale, meccanica o chimica. 2-È importante controllare la potenzialità produttiva del vigneto anche con un attento diradamento primaverile dei germogli – la scelta di materiale vivaistico (in particolare di barbatelle innestate) selezionato, garantito e prenotato per tempo; – la scelta di un portinnesto adatto al tipo di terreno, alle avversità climatiche e, naturalmente, al vitigno adottato; – la ricerca della migliore esposizione al sole delle foglie, grazie alla scelta di un sistema di allevamento appropriato, all’adozione di corrette distanze d’impianto e all’esecuzione di razionali potature; – la ricerca del miglior equilibrio tra attività vegetativa e attività produttiva della pianta, per mezzo di concimazioni, irrigazioni, gestione del suolo, potature verdi, difesa, ecc., impostate in modo corretto. Difesa dal vento. Nei vigneti di uva da tavola posti in zone litoranee oppure su colline ben esposte, in primavera si possono avere forti danni da vento. In particolare possono essere asportati i teneri germogli, anche in grande quantità, compromettendo la produzione. Per la prevenzione, sia nei vigneti allevati a tendone o a pergola che in quelli allevati a spalliera, si possono applicare le reti protettive, con funzione anche antigrandine, le quali devono comunque poggiare su strutture solide e resistenti. Inoltre, soprattutto per i vigneti allevati a spalliera, si può ricorrere all’impianto di alberature laterali con olivastri, eucalipti e altre specie caratterizzate da un rapido sviluppo, oppure all’installazione di strutture frangivento con apposite reti sorrette da robusti pali in cemento armato e da una sufficiente rete di fili metallici. Nei vigneti di uva da tavola, va posta la massima attenzione al numero di germogli e di grappolini, per riportare al più presto la produttività potenziale entro limiti accettabili: ideale è la presenza di non più di 13-15 germogli uviferi, che corrispondono a 15-17 grappoli in media per ceppo In mancanza di ciò, sempre per le spalliere, conviene comunque inserire i giovani germogli non appena hanno raggiunto la lunghezza di 30-40 cm, tra la coppia di fili metallici posizionati 25-35 cm al di sopra del filo portante. Potatura verde. Data la precocità di germogliamento delle piante di uva da tavola, già da fine marzo può rendersi necessario un primo intervento di potatura verde anche in ambiente non protetto, in particolare con le operazioni di spollonatura (eliminazione dei ricacci lungo il fusto), scacchiatura (eliminazione dei germogli che non portano grappolini) e diradamento dei giovani germogli fertili o uviferi che risultano in eccesso. Dovete intervenire sin dall’inizio primavera per controllare il numero dei germogli, eliminando quelli in eccesso, mantenendone uno per gemma e facendo in modo che essi siano ben distribuiti lungo tutto il tralcio di potatura. Queste operazioni favoriscono l’arieggiamento della vegetazione e, soprattutto, l’esposizione al sole delle foglie vicine ai grappolini, le quali svolgono in primavera la funzione di veri e propri «polmoni verdi» della produzione. Concimazioni. Tra febbraio e inizio aprile, a seconda dei vari ambienti di coltivazione, cade il momento ottimale per il completamento della concimazione, in particolare di quella azotata e, eventualmente, di quella organo-minerale. Con produzioni di 130-150 quintali per ettaro, la dose può limitarsi a 50-60 kg di azoto per ettaro (corrispondenti a 1,1-1,3 quintali per ettaro di urea-46 o a 2-2,3 quintali per ettaro di nitrato ammonico-26), mentre con produzioni di Al fine di reintegrare la sostanza organica nei terreni e di contenere il rischio di erosione nei suoli in pendio, soprattutto al Centro e al Sud, si va diffondendo la tecnica del sovescio, con la semina autunnale di favino, di veccia o di grano duro. Questi erbai vanno preferibilmente trinciati e interrati all’inizio della fioritura 200-250 quintali per ettaro, le dosi necessarie possono raggiungere anche gli 80-90 kg di azoto per ettaro (corrispondenti a 1,8-2 quintali per ettaro di urea-46 o a 3-3,5 quintali per ettaro di nitrato ammonico-26). In particolare, la concimazione azotata è necessaria nei terreni più magri e con vigneti di vigoria contenuta, oppure in vigneti inerbiti da poco tempo e, in ogni caso, nei vigneti dotati d’irrigazione. Se utilizzate i concimi organo-minerali dovete osservare soprattutto il titolo (cioè la percentuale) in azoto minerale (nitrico, ammoniacale, ureico) e per il calcolo delle dosi fare riferimento a esso. Per valorizzare al meglio la concimazione e per limitare i rischi di perdita d’azoto per volatilizzazione, è bene interrare i concimi con spandiconcime dotato di assolcatore o abbinare la concimazione con le lavorazioni del terreno; nei terreni inerbiti, distribuite i concimi poco prima di una pioggia abbastanza certa, quindi fate attenzione alle previsioni del tempo. Gestione del terreno. In questi mesi essa riguarda il controllo delle erbe infestanti nel caso dei terreni lavorati (che al Centro e al Sud sono la quasi totalità negli ambienti di coltivazione dell’uva da tavola). Se nel corso dell’autunno precedente avevate lasciato crescere erba spontanea, oppure se avevate seminato erbe da sovescio (favino, veccia) o semplicemente del grano, allo scopo di mantenere coperto il suolo per il periodo invernale, all’avvicinarsi della fioritura dell’erba intervenite per controllarla con un’eventuale triciasarmenti per poi interrarla tramite una fresatrice o con un’aratura leggera. Con i terreni inerbiti permanentemente, abbinate il taglio dell’erba alla trinciatura del legno di potatura. Lungo la fila, se avete la necessità di controllare lo sviluppo dell’erba in tempi rapidi e con costi contenuti, potete avvalervi di erbicidi ad azione sistemica, primi fra tutti i vari prodotti commerciali a base di glifosate. Distribuendoli alla dose di 4-5 litri per ettaro di superficie realmente trattata, poco prima del germogliamento delle viti oppure dopo l’operazione di spollonatura (al fine di evitare danni da tossicità alle piante) potrete controllarne lo sviluppo almeno per 2-3 mesi. Innesto in campo. Per l’uva da tavola a fine inverno-inizio primavera, cade il momento ottimale per l’innesto in campo, col metodo a spacco, delle piantine portinnesto messe a dimora l’anno precedente. Nello stesso periodo, sempre col metodo a spacco pieno bilaterale, è possibile procedere al reinnesto delle viti adulte, per cambiare la varietà o per rimediare a errori nella scelta del materiale vivaistico. Copertura del vigneto per anticipare la raccolta. Anche in marzo, poco prima del germogliamento, è possibile coprire il vigneto di uva da tavola, in particolare con le varietà più precoci, al fine di disporre di grappoli perfettamente maturi in luglio, quindi in un momento molto adatto per il consumo. A fine primavera, o meglio dopo la fase d’invaiatura, quindi all’avvicinarsi della maturazione, il telo trasparente in pvc andrà tolto o quantomeno ripiegato in alto, onde evitare le alte temperature che potrebbero danneggiare la vegetazione e la produzione.
© Copyright 2024 ExpyDoc