Circolare_AreaTecnica_8settembre_Notiziario

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Servizi per gli enti locali
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Aggiornamento Area Tecnica
Circolare 8 settembre 2014
Notiziario entionline + Notizie quotidiani
dall' 1 al 6 settembre 2014
Notiziario entionline (riportiamo
le news, di interesse per l'Area
Tecnica, pubblicate nel nostro sito www.entionline.it nella settimana
trascorsa)
Ministero Infrastrutture: novità decreto Sblocca-Italia
Il Ministero delle Infrastrutture ha pubblicato una nota in merito alle novità introdotte dal
decreto Sblocca-Italia.
Ispra: studio sugli inquinanti atmosferici
L’Ispra ha elaborato uno studio avente ad oggetto: “Analisi delle serie storiche dei
principali inquinanti atmosferici in Italia (2003 – 2012)”, il cui obiettivo è quello di
verificare l’eventuale esistenza di un trend temporale statisticamente significativo nelle
serie di dati dei principali inquinanti atmosferici (materiale particolato, ossidi di azoto,
benzene, monossido di carbonio e ozono) in Italia, nel periodo dal 2003 al 2012.
Ministero Sviluppo Economico: finanziamenti efficienza energetica ai Comuni
Con nota del 3 settembre il Ministero dello Sviluppo Economico annuncia che è stata
completata l'assegnazione delle risorse finanziarie, pari a 15 milioni di euro, prevista
dall'avviso pubblico CSE - Comuni per la sostenibilità e l'efficienza energetica, che ha
evidenziato un notevole interesse per il fotovoltaico; lo sportello per la presentazione delle
domande tramite la piattaforma informatica http://cse.mise.gov.it non consentirà quindi
alle amministrazioni comunali di caricare ulteriori istanze.
Corte di Cassazione: appalto e sicurezza sul lavoro
Pubblichiamo il testo della sentenza n. 36268, depositata il 27 agosto 201 4, nella quale la
sezione penale della Corte di Cassazione ha condannato il committente di un appalto, a
seguito dell’infortunio occorso a un lavoratore dipendente dell’appaltatore, ricordando
che i soggetti che commissionano un’opera o un lavoro devono verificare, in sede di
affidamento, non solo le capacità tecniche dell’appaltatore, ma anche l’affidabilità del
medesimo in termini di sicurezza.
Notizie quotidiani (abbiamo
estrapolato i passaggi di maggiore
rilievo degli articoli, di interesse per l'Area Tecnica, pubblicati sui
quotidiani nella settimana trascorsa)
DL 90 e incentivi progettazione
01/09/2014 - Il Sole 24 Ore
Il rendimento del personale dev'essere valutato ai fini della corresponsione degli incentivi
alla progettazione e degli onorari delle avvocature degli enti pubblici. Il Dl 90/2014
(convertito nella legge 114/2014) stabilisce infatti l'obbligo di regolamentare criteri e
modalità di erogazione e decurtazione dei compensi aggiuntivi ai dipendenti degli enti
locali.
L'articolo 13-bis del decreto innova completamente la disciplina dei fondi per la
progettazione e l'innovazione. L'80% di tale fondo dev'essere ripartito secondo modalità e
criteri da definire in sede di contrattazione decentrata integrativa del personale non
dirigenziale. Il restante 20% è destinato all'acquisto da parte dell'ente di beni,
strumentazioni e tecnologie funzionali a progetti innovativi, di implementazione delle
banche dati per il controllo e il miglioramento della capacità di spesa per centri di costo, e
all'ammodernamento e accrescimento dell'efficienza interna e dei servizi ai cittadini.
Gli importi – da stanziare al lordo degli oneri riflessi a carico dell'amministrazione –
debbono essere ripartiti fra il responsabile del procedimento, i progettisti, i responsabili
del piano della sicurezza, della direzione dei lavori e del collaudo, nonché tra i loro
collaboratori. Il regolamento dovrà tenere conto delle effettive responsabilità connesse alle
prestazioni da svolgere, con particolare riferimento a quelle che non rientrano nella
qualifica funzionale ricoperta, e dovrà disciplinare criteri e modalità di riduzione delle
risorse finanziarie a fronte di eventuali incrementi dei tempi o dei costi previsti dal quadro
economico del progetto esecutivo, depurato del ribasso d'asta offerto.
L'incentivo non può essere corrisposto per la progettazione delle attività manutentive.
Le somme complessivamente corrisposte nel corso dell'anno al singolo dipendente, anche
da amministrazioni diverse, non possono superare il 50% del trattamento economico
complessivo annuo lordo.
Anna Guiducci
Decreto Sblocca-Italia: novità in materia di edilizia
02/09/2014 - ItaliaOggi
Anchei lavori che comportano la variazione del carico urbanistico di un immobile
potranno essere considerati normali opere di manutenzione straordinaria, purché
l'originaria destinazione d'uso venga mantenuta. Ciò significa che non ci vorrà alcun
permesso a costruire da parte dell'ufficio tecnico del comune o dello sportello unico
dell'edilizia. E, in seconda battuta, che non si pagherà il contributo di costruzione, né alcun
altro relativo onere di urbanizzazione salvo che la regione non preveda specifica norma in
proposito. Inoltre, non sarà più necessario acquisire il permesso a costruire per gli
interventi di ristrutturazione edilizia che comportino aumento di unità immobiliari.
Il decreto sblocca Italia cambia la definizione di opera di manutenzione straordinaria.
Oltre ai lavori oggi previsti dal Testo unico dell'edilizia (art. 3, comma 1 lettera b, del dpr
380/2001), che non danno alcuna possibilità di alterare i volumi e le superfici delle singole
unità immobiliari, si legge nella bozza di dl, saranno considerati attività di manutenzione
straordinaria anche «gli interventi consistenti in frazionamento o accorpamento delle unità
immobiliari, con esecuzione delle opere anche se comportano la variazione del carico
urbanistico».
Non solo. Sarà considerata attività di edilizia libera anche l'opera di manutenzione
straordinaria che non comporti né aumento di unità immobiliari, né modifica del carico
urbanistico derivante da un cambio di destinazione d'uso. Dunque per questo genere di
lavori in costruzione non occorrerà più alcun titolo abilitativo.
Arriva, inoltre, un nuovo strumento nel panorama edilizio, che il decreto sblocca Italia
chiama «Interventi di conservazione». Si tratta di una sorta di nuovo regolamento
urbanistico che consente ai comuni di individuare tutti quegli immobili privati non più in
regola con il piano regolatore e favorire la loro ristrutturazione, bypassando gli oneri
burocratici ed economici dell'esproprio. Come? Una volta individuati gli immobili, per
ipotesi quelli di un centro storico, il comune potrà proporre ai legittimi proprietari di
investire nella loro riqualifi cazione. In cambio ne otterranno benefici, attraverso forme di
compensazione. Quali, per esempio, l'esenzione dai tributi locali. Ma, nelle more
dell'attuazione del nuovo piano conservativo, il comune potrà vietare ai proprietari degli
immobili interventi di tipo redditizio, quali la demolizione e la successiva ricostruzione
degli stessi edifici. Il proprietario potrà al massimo eseguire interventi di tipo conservativo
e la demolizione sarà consentita solo quando ricorrano ragioni di tipo statico o igienicosanitario.
Il decreto Sblocca Italia interviene anche in fatto di costruzioni in deroga agli strumenti
urbanistici esistenti. Includendo in questo alveo anche le ristrutturazioni edilizie e
urbanistiche in aree industriali dismesse, purché gli interventi siano considerati di
interesse pubblico. Per questo genere di interventi il dl ammette esplicitamente la richiesta
di permesso a costruire in deroga alle destinazioni d'uso.
Altra novità riguarda i termini di validità del permesso a costruire. Per esso, il Testo unico
dell'edilizia prevede la possibilità di una proroga della scadenza entro cui devono partire i
lavori. In particolare, il termine di inizio lavori può slittare se l'opera è particolarmente
complessa o quando si tratti di un'opera pubblica il cui fi nanziamento è spalmato a
cavallo di più esercizi. Bene, il decreto sblocca Italia introduce anche una sorta di proroga
«automatica» dei termini di inizio e ultimazione lavori, che la p.a. dovrà comunque
accordare «qualora i lavori non possano essere iniziati o conclusi per fatto
dell'amministrazione o dell'autorità giudiziaria». Cioè, per esempio, quando i lavori
vengano bloccati dal mancato arrivo del finanziamento o del permesso pubblico, o per
pronuncia o sospensiva di un Tar.
Corsia di favore anche per il contributo per il rilascio a costruire, previsto dal testo unico
per l'edilizia. Nei casi di interventi complessi di trasformazione urbana, il decreto sblocca
Italia prevede uno sconto. Esso sarà dovuto solo in relazione al costo di costruzione. Le
opere di urbanizzazione, invece, saranno a totale carico dell'operatore privato, che ne
resterà proprietario.
Ogni Comune sarà chiamato ad aggiornare i parametri che concorrono alla definizione
degli oneri di urbanizzazione. Accanto agli indicatori già previsti (tra cui le caratteristiche
geografiche del comune e la destinazione d'uso della zona) il comune dovrà affiancarne un
altro: la realizzazione di un sistema di incentivi differenziati, che favorisca le costruzioni
nelle aree a maggiore densità di costruito e le ristrutturazioni, disincentivando le nuove
costruzioni.
Altro sconto sui costi di costruzione viene quindi previsto per gli interventi di
ristrutturazione edilizia, per come attualmente disciplinati dal Testo unico. Tra questi, va
ricordato, sono compresi i lavori di ripristino o sostituzione di elementi costitutivi
dell'edificio. Ma anche l'eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi e
impianti. Bene, in base al dl per questo genere di lavori, i comuni possono deliberare che i
costi di costruzione relativi siano più bassi rispetto a quelli applicati per le nuove
costruzioni.
E uno sconto al contributo di costruzione arriva anche per gli interventi di
ristrutturazione, recupero e riuso degli immobili dismessi o in via di dismissione. Il
decreto sblocca Italia prevede che quest'onere sia tagliato di almeno il 20% rispetto a
quanto previsto per le nuove costruzioni; ma i comuni (entro tre mesi dall'entrata in vigore
del decreto) dovranno definire i criteri e le modalità.
Il decreto Sblocca Italia interviene, quindi, sulla tempistica relativa al procedimento di
rilascio dei permessi a costruire, consentendo il raddoppio dei tempi previsti per i progetti
più complessi.
Sono, inoltre, facilitate (come anticipato da ItaliaOggi di sabato scorso) le varianti ai
permessi di costruire. Ma solo se conformi alle prescrizioni urbanistiche e capaci di non
configurare variazioni essenziali; per queste basteranno una denuncia di inizio attività e la
comunicazione della variante a fine lavori.
Infine, il decreto Sblocca Italia inserisce nell'ordinamento edilizio due nuovi istituti: il
mutamento d'uso urbanisticamente rilevante e il permesso di costruire convenzionato:
1) in particolare, sarà considerata « urbanisticamente rilevante» in termini di destinazione
d'uso ogni forma di utilizzo dell'immobile o di un'unità immobiliare che comporti un
cambio di categoria funzionale tra le quattro elencate: - residenziale e turisticoricettiva; produttiva e direzionale; - commerciale; - rurale. In merito, il dl aggiunge però che, salvo
diverse disposizioni regionali, «il mutamento di destinazione d'uso all'interno della stessa
categoria funzionale è sempre consentito». E avverte che, per destinazione d'uso, bisogna
considerare «quella prevalente in termini di superficie utile».
2) Il comune potrà rilasciare un permesso a costruire convenzionato, in modalità
semplificata, quando le esigenze di urbanizzazione vengano soddisfatte nell'ambito di una
convenzione che preveda l'assunzione da parte del privato (o del soggetto attuatore della
convenzione) di specifici obblighi di interesse pubblico, al fine di conseguire il rilascio del
titolo edilizio. per rendere effettivo lo sconto.
Luigi Chiarello
Finanziamenti edilizia scolastica
03/09/2014 - Il Sole 24 Ore
Ci sono 636 milioni di euro da spendere entro l'anno per interventi di edilizia scolastica,
ma la maggior parte degli investimenti rischia di partire solo nel 2015. Si tratta, in larga
prevalenza di piccoli o piccolissimi lavori in sicurezza e manutenzione edilizia.
Gli interventi sono quelli pianificati e selezionati nell'ambito dei tre programmi che il
premier Matteo Renzi ha ribattezzato #scuolenuove, #scuolebelle e #scuolesicure.
La quota maggiore è costituita dai 400 milioni di risorse Cipe per la messa in sicurezza e
l'eliminazione dell'amianto (#scuolesicure).
Poi ci sono i 86,4 milioni del programma "#scuolenuove", che libera le risorse nelle casse
dei comuni, perché le esclude dal patto di stabilità 2014.
Gli altri 150 milioni vanno a finanziare un pulviscolo di micro-manutenzioni eseguite da
cooperative di artigiani nel quadro delle convenzioni quadro della Consip (#scuolebelle).
I 400 milioni Cipe delle "#scuolesicure" vanno a 1.636 appalti in 18 regioni, per un taglio
medio di 245mila euro a cantiere. Il piano rappresenta il rifinanziamento di quello avviato
dal precedente governo con il decreto "fare". I lavori vanno affidati entro il 31 dicembre
2014, pena la revoca dei fondi.
La strada però non è del tutto spianata. Infatti, la delibera Cipe del 30 giugno con la quale
è stato finanziato il programma non è ancora apparsa sulla «Gazzetta Ufficiale»; anzi non è
stata ancora registrata dalla Corte dei Conti. Il ritardo si spiega in parte con una "svista".
Nella delibera del 30 giugno, infatti, oltre ai fondi per le #scuolesicure, venivano stanziati
anche 110 milioni a favore del piano #scuolebelle, fondi - che si è poi scoperto - avevano
già una copertura. Il successivo 1° agosto il Cipe «ha preso atto che per il cofinanziamento
di 110 milioni di euro (...) è stata individuata una copertura finanziaria alternativa rispetto
all'assegnazione, a carico del FSC, disposta nella seduta del 30 giugno u.s.; la relativa
delibera, pertanto, non avrà corso». In altre parole, la delibera del 30 giugno deve essere
modificata. Intanto il tempo passa e la scadenza del 31 dicembre si avvicina.
Sempre il 1° agosto, l'ufficio di Gabinetto del ministero dell'Istruzione, prendendo atto del
ritardo, ha sollecitato i comuni - «nelle more della registrazione della delibera Cipe» - ad
avviare le procedure di gara, per non rischiare il definanziamento. Allo stesso tempo ha
anche informato i Comuni che «risorse saranno assegnate agli enti locali a partire da
gennaio 2015 e dovranno essere utilizzate nello stesso anno». Stando così le cose, l'impatto
sull'economia reale di questo "pezzo" del programma di edilizia scolastica si avvertirà solo
il prossimo anno.
Massimo Frontera
Smaltimento rifiuti e sanzioni UE
05/09/2014 - Il Sole 24 Ore
Un'inerzia che dura dal 2007 e che deve essere sanzionata. Lo chiede l'Avvocato generale
Kokott nelle conclusioni depositate ieri nella causa C-196/13 relativa all'inadempimento
dell'Italia nell'esecuzione della sentenza del 2007 (C-135/05) relativa ai rifiuti.
In quell'occasione la Corte di giustizia dell'Unione europea aveva accertato
l'inadempimento italiano giudicando del tutto inefficace il sistema di smaltimento dei
rifiuti.
Sono passati 7 anni e l'Italia non ha eseguito la sentenza. Di conseguenza, la Commissione
si è rivolta nuovamente alla Corte Ue chiedendo una condanna dell'Italia per mancata
esecuzione della pronuncia.
Una posizione che l'Avvocato generale, le cui conclusioni non sono vincolanti ma seguite
di frequente dalla Corte, ha condiviso proponendo di condannare l'Italia al pagamento di
una penalità giornaliera di 158.200 euro fino all'esecuzione e una somma forfettaria pari a
60 milioni. Una stangata.
La Corte di giustizia aveva accertato che le modalità con le quali avveniva lo smaltimento
in Italia non garantivano la salute dell'uomo e la protezione dell'ambiente, anche a causa
dei mancati controlli per selezionare i rifiuti pericolosi e per la mancanza di un adeguato
sistema repressivo attestato dalla proliferazione di discariche abusive.
In particolare, le violazioni riguardano l'utilizzazione di discariche illegali di rifiuti «in
parte con l'abbandono di rifiuti pericolosi», la mancata bonifica delle discariche chiuse e la
mancanza di una nuova autorizzazione per le discariche rimaste in funzione.
Partita dalla segnalazione di ben 422 discariche illegali, la Commissione ha poi indicato
che ne erano utilizzate ancora due.
Marina Castellaneta
Novità nel collegato alla legge di stabilità
06/09/2014 - Italia Oggi
Le pubbliche amministrazioni dovranno pretendere il pagamento delle sanzioni in caso di
abusi edilizi. In caso di inadempienza saranno i dirigenti e funzionari locali inadempienati
ad assumersene le responsabilità disciplinare e contabile, anche con decurtazioni dello
stipendio. Scatta poi la responsabilità contabile dei comuni per il mancato conseguimento
degli obiettivi di raccolta differenziata.
Chiunque butti mozziconi di sigaretta e di altri prodotti da fumo o gomme da masticare
per terra, nelle acque, all'interno di edifici pubblici o aperti al pubblico e su veicoli di
trasporto pubblico sarà punito con una multa, tra 50 a 400 euro.
E arriva un fondo italiano investimenti «green communities», finanziato per un miliardo
di euro. Di cui almeno il 51% garantito dalla Cdp e almeno il 20% dal ministero
dell'economia e delle finanze, sulla base delle risorse della programmazione Ue
2014/2020, e il resto allocato sul mercato. Il fondo è istituito dal Mef attraverso la Cdp.
Queste alcune delle novità contenute nel collegato alla legge di stabilità 2014, recante
«disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il
contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali», approvato in prima lettura (il 4
settembre scorso) dalla VIII commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della
camera.
Oil free zone. Al fine di promuovere su base sperimentale e sussidiaria la progressiva
fuoriuscita dall'economia basata sul ciclo del carbonio, e di raggiungere gli standard
europei in materia di sostenibilità ambientale, vengono istituite e promosse le «oil free
zone». Si intende per «oil free zone» un'area territoriale nella quale, entro un determinato
arco temporale e sulla base di specifico atto di indirizzo adottato dai comuni del territorio
di riferimento, si prevede la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con
energie da fonti rinnovabili. La costituzione di tali aree viene promossa dai comuni
interessati, per il tramite delle unioni di comuni.
Cinzia De Stefanis