PRODUZIONI VIDEO - RECORD - BOOK www.videoalok.it Cataldo Dino Meo NIHIL LIBRO + DVD NO © 2014 NO PRICE Foto di Copertina: Antonio Meo Impaginazione: CGS Progettazioni Grafiche Lissone (MB) Libro NIHIL.indd 1 20-01-2014 13:36:45 Libro NIHIL.indd 2 20-01-2014 13:36:45 Cataldo Dino Meo Postfazione di Carmine Mangone VIDEO - RECORD - BOOK Libro NIHIL.indd 3 20-01-2014 13:36:45 Libro NIHIL.indd 4 20-01-2014 13:36:45 * Perché tanta ferocia sull’empio seguace di Aristippo, affinché bruci i tizzoni ardenti della sua mente scellerata sull’Ara del Senso? Vai a capire com’è andata quella volta che, spinti da estro, si è arrivati a maturare spiegazione. Non è passato giorno in cui non l’abbia interrogata, provato a stanare nei recessi dei riscontri fantasmatici, in fondo a incrostazioni di porcilaia dotta. A dispetto del mio orgoglio luciferino, il risultato è stato impietoso: niente da dire, niente da capire, aporie. Nonostante i miei biasimevoli tracolli nei confronti dei virtuosismi mentali, l’indagine è chiarissima, spiegazione, raggiunta la cima delle sue risposte, ricade in basso nell’altro versante, Sisifo blaterante costretto a riprendere la sua fatica, senza sosta, ogni qualvolta si convince d’aver soddisfatto un quesito. Rassegnamoci con classe, non c’è narrazione che possa ricondurci a com’è potuto accadere che l’esistenza si sia manifestata, così, dal nulla, un giorno in cui l’intero universo obbedì al dolore. 5 Libro NIHIL.indd 5 20-01-2014 13:36:45 * È meraviglioso tremare, vibrare nell’incertezza, nel periglio, asserragliato in camera d’apprensione col proiettile in canna, la sicura sbloccata, il colpo alla nuca immanente, sragionare su come stare al mondo, stando al mondo, ignorando di stare al mondo, esaltante sentirsi in balia di milioni di locuste bianche attaccate alle palpebre e alla giugulare, stare costantemente col batticuore, in allarme persistente, circondato da microcefali detenuti nel reclusorio del gorgo maligno inveterato. È tenero, romantico, sapere che posso rimanere deficiente, immaginare qualsiasi abrasiva sobillazione, tanto vivrò per sempre da cumulo di macerie senza scopo, ignavia costernata, ombra differita larvale, anacoreta rinchiuso nello scettico continuato, fatto di solido Nihil. 6 Libro NIHIL.indd 6 20-01-2014 13:36:45 * Trascorro le mie giornate d’avventuroso guerriero sdraiato sul divano a esercitarmi nel solo cimento per cui ho vocazione: contemplare soffitti. Ad Atene Solone istituì la legge che proibiva l’ozio ai cittadini, facile, pienamente d’accordo, persino io mi sarei dato una mossa, se invece di annichilirmi nell’alienante quotidiano avessi potuto incontrare Socrate, ascoltare i dialoghi di Aristotele, stare nel Giardino di Epicuro, la cui scuola era frequentata da schiavi e dalla etera Leonzia. Avrei seguito Pan, col mio piede equino, nei suoi possedimenti, la foresta abitata da Driadi e Ninfe, scelto a dimora i monti d’Arcadia dove sarei stato esonerato dal faticare, così da potermi più agevolmente interrogare: cento miliardi di esseri umani transitati sulla Terra, mio padre e mia madre perché vissero, la loro presenza fu davvero necessaria, lo sapevano di avere messo al mondo uno schiavo? Mi hanno mollato negandomi il chiarimento, se ne sono andati e ancora non so dove mi è capitato di finire, lasciandomi nelle grinfie di me stesso, scheggia di vetro conficcata tra i denti, dopo una notte di rancori post festum. 7 Libro NIHIL.indd 7 20-01-2014 13:36:45 * Il dio del Pentateuco proibisce di cibarsi con carne di porco in quanto immonda, contemporaneamente nutre la casa d’Israele coi dolci impastati negli escrementi, e getta Giobbe nel guano. L’Amante del Sacro Cuore, santa Marguerite-Marie Alacoque, lecca il pus dei malati, ripulisce il vomito ai sofferenti, non riesce a trattenersi e lo fa con la lingua, mangiandolo avidamente. Louise de Bellère du Tronchay, “Luisa del Nulla”, vuole solo il suo Sposo, non conosce che il suo Sposo, guardatela nel magnifico abito nuziale di lucentezza abbacinante, cilicio a pelo caprino e crine, due volte a settimana gusta le ulcere, per dissetarsi usa il teschio, mangia dal pavimento. Le Mistiche tarantolate alimentano feticismi isterici, fomentano manicomio, non le puoi riprendere, non le puoi giudicare, godono come pazze, raggiungono l’orgasmo che le manda in estasi, scopano da dio. 8 Libro NIHIL.indd 8 20-01-2014 13:36:45 * Quando si comunica, anche il mutismo può avere carico eccessivo di frasi, l’afasia risultare assordante, non credo nella parola, nella bontà della conoscenza reciproca, ritengo insidioso lo scambio tollerante, infido il dialogo costruttivo, la cessione di opinioni mi fa schifo. Il pensiero, tutto il pensiero, ci rende infelici, avvilendoci nell’analisi psicologica dei morituri, più siamo esposti a consapevolezza, più cresce in noi l’afflizione, la dolorosa scia lavica, che crea escoriazioni laceranti al godimento, causa la disperata promessa di un appagamento che mai sarà nostro, in quanto bastonati alla catena, senza aura di grandezza, conturbante abuso di fascino. Ingiungo all’intelligenza di starmi lontana, le analisi approfondite moltiplicano concetti criminogeni, quando ho incrociato tesi filosofiche erudite, ho sparato a bruciapelo. Più cose metto dentro di me, più s’innalza la stratificazione del niente. La vicenda umana è una inutile corsa, tragica fuga, verso il niente irraggiungibile. Mettiamoci d’accordo tra persone civili: è vietato incrociare il proprio simile a una distanza inferiore ai mille chilometri, per evitare incresciose collisioni tra bare infervorate, dal midollo cerebrale asinino. 9 Libro NIHIL.indd 9 20-01-2014 13:36:45 * Ho visione che l’individuo schiatti, finisca di apparire, lasci il posto a vapori leggeri che volino lontano, che gli umani ritornino a condizioni di preesistenza. Un rientro meditato, convinto, remissione spontanea, per chi ha potuto sperimentare, in migliaia d’anni, l’assoluta infondatezza, l’inutilità di permanere ulteriormente, data l’impossibilità di far parte del genere vivente senza sviluppare gravi aritmie omicide. La razza umana mi fa così tanta pena che quasi quasi mi spiace doverle sputare in faccia, tuttavia, anche oggi, devo pur trovare il modo di passare la giornata, e allora, conoscendo i soggetti, devo fare attenzione, un mio atteggiamento d’eccessiva clemenza potrebbe all’istante dare alito a equivoci, scatenare l’insubordinazione di chi si è montato la testa, tanto è propenso a credersi qualcosa. 10 Libro NIHIL.indd 10 20-01-2014 13:36:45 * Decomposizione a ruota libera: cercare se stessi, quanta damnatio memoriae nei licantropi eloquenti, fautori di neurosi ottimistiche, che portano alle aspirazioni indecifrabili del beota spossato, conducono al down da crack buio e comatoso, allo svilimento per troppa aspettativa, svuotato in tristitia post coitum. Conoscere se stessi, partire da se stessi, modellare se stessi, rivelare se stessi, sordida ars, il cielo me ne scampi, lenocinio! Scandagliare se stessi è indagine da scherano, satanismo incline ad ansia funebre. Agostino, padre della loro Chiesa, invitava a non uscire da se stessi, a rientrare in noi stessi: questo iniquo maestro che incoraggia, irresponsabilmente, la frequentazione di cattive compagnie! Non voglio avere niente a che fare con me stesso, nessuna teologia intimista, non voglio essere me stesso, ammesso pure che sia possibile rintracciare se stessi, cosa potremmo scoprire, cosa si potrebbe mai scovare, se non l’ennesimo stronzo che galleggia? 11 Libro NIHIL.indd 11 20-01-2014 13:36:45 * Pensare qualsiasi pensiero sancisce divisioni che sfociano in olocausti per un mondo migliore, avere una concezione dell’esistenza, reclamare ideali, sostenendoli con la presunzione di servire a uno scopo, è di per sé crimine che pretende spargimento di cadaveri. L’arroganza di scimmia settaria decreta melodiosi ergastoli, lo scannatoio è condizione ecumenica nella quale ci sorprendiamo aborti dogma rigorosi, stancamente esangui. La ricerca di fede, l’affermarsi di civiltà, il semplice fatto di respirare, producono corruzione, superstizioni mediatiche dai bastoni chiodati sorvegliano i cani arrendevoli, nuovi profeti sferrano il ghigno collaborazionista nel candore del mattatoio positivo, gangster della partecipazione mi chiedono di collaborare, farmi prossimo, proprio a me, in vacanza devozionale nella lirica assenza dei rinnegati. 12 Libro NIHIL.indd 12 20-01-2014 13:36:45 * Fatto d’arsura deviante, lordura fecale, composto molecolare d’anatema, reprobo d’etnia sconosciuta, carattere contundente, arma impropria d’assalti nefandi, non possiedo ethos per abbracciare una fede, sono rettile sensista, il martirio non è compatibile con la tempra dell’ammutinato. Per riuscire a convivere con la mia estromissione devo aggrapparmi dove posso, lupo haereticus, agguato cellulare, vilipendio transgenico, baro obsoletus, infima contumelia. Ho posto Meta nel sopraggiungere profondo di corsa senza arrivo, sono il classico tipo che ha tutto in testa, ma che al momento del bisogno non riesce mai a trovarla, sono l’usurpatore esausto dell’inerte nulla operante, il dileggiatore di cibo nel pasto della belva. 13 Libro NIHIL.indd 13 20-01-2014 13:36:45 * Mio padre, giovane, elegante, bello come un attore del cinema neorealista, un morto di fame che in ogni circostanza risultava dall’aspetto impeccabile, arrivava in bicicletta nell’abito completo scuro, camicia bianca, cravatta, cappello di feltro. Nella piazza a Francavilla Fontana si era già distinto esibendosi come tenore, l’avvenimento convinse, chi lo sosteneva, che dovesse possedere, in certa misura, il sacro fuoco dell’arte, e pertanto valesse la pena impegnarsi per sviluppare le sue qualità di cantante d’Opera. Un giorno, insieme ad altri giovani del paese, inviò la sua foto per un provino a Cinecittà, fu l’unico ad essere convocato, ma non si presentò, tipico del suo carattere, fuggire via, non osare mai. A dire il vero però ci fu una volta nella quale osò e fu il mio Cavaliere Intrepido, affrontò il padre di un bambino che si divertiva a canzonarmi, zoppo, zoppo, zoppo. Mio padre per un po’ ottenne il suo scopo, poi il moccioso riprese la sua cantilena, zoppo, zoppo, zoppo. Aveva tentato di proteggermi, si era battuto a muso 14 Libro NIHIL.indd 14 20-01-2014 13:36:45 duro con quell’uomo, per me, avrei dovuto inorgoglire, ma ormai non era più così importante, iniziavo a convivere con insulti, prese in giro, soprusi. Ciò che nel tempo ho rimproverato a mio padre è stato di avermi negato la chance di salire a bordo di A Streetcar Named Desire, d’emigrare nel mondo di Marlon Brando. 15 Libro NIHIL.indd 15 20-01-2014 13:36:45 * Non siamo condannati all’amore, possiamo vivere senza, così com’è possibile spassarsela molto bene anche senza dio. In tutta la mia vita non ho mai detto ti amo a una donna. Non per sfortuna o recalcitrante predisposizione alla follia, neanche per il contagio di un batterio disgraziato, o per colpa grave da espiare, come non ho mai avuto neppure un motivo recondito, impronunciabile, da collegare al mio increscioso delitto. Dire ti amo a una sola donna è un crimine che non ho mai voluto commettere, perché non sono poi così spietato, da fare torto a tutte le altre. Gli amanti sono monoteisti, essi affermano, non avrai altro amore all’infuori di me. Un Gentiluomo non può infangare la sua onorabilità assumendo un comportamento ingiurioso nei confronti delle altre donne, egli non rinnegherà mai l’inderogabile dovere di ossequiare sempre e ovunque, l’amore. 16 Libro NIHIL.indd 16 20-01-2014 13:36:45 * Non ce la faccio a vivere senza Ossessione, mi è insopportabile l’assenza di psicosi, posso tentare di esistere solo come fobia, ombra d’ansia, depositario di patema. Mi è indispensabile un’Ossessione da coltivare adesso, subito, oggi stesso, un assillo che possa far ripartire questo cervello in défaillance. Avendo esigenze realistiche accetterei di buon grado anche un’Ossessione modesta, pervenuta magari, casualmente, oppure, perché no, un’Ossessione logora, provata, consumata, di seconda mano, purché mi sottragga all’infelicità di essere felice. 17 Libro NIHIL.indd 17 20-01-2014 13:36:45 * Considero il vostro emettere soffio, atto belligerante, proditoria dichiarazione d’ostilità nei miei confronti, riconosco in voi il corredo genetico dei kapò. Carnefici della tolleranza dispensano il sacramento del rispetto, ultimo spettacolo che giustifica il buonsenso dei tagliagola. Laida impudenza volersi perpetuare fiacca utopia, una sola risposta alla richiesta di putredine: non rispettare mai chi ti manda a lavorare ogni mattina. Incrociare lo sguardo con voi, oppure ascoltare, seppure da un altro emisfero, il tono della vostra voce, mi getta fra i detriti delle fosse comuni. Ci sono istanti nei quali ho il tremendo avviso che qualcuno stia per commettere l’imprudenza di concedermi la sua fiducia. Poi accade l’inevitabile, in quel mentre, ecco svanire l’impacciata repulsione, per lasciare libero sfogo a caldo sentore d’apostasia, che s’impadronisce della mia intera struttura ipnotica, portandomi in salvo dalla pur minima intesa con l’inconciliabile. L’uomo all’epoca della vita come valore, omertà che occulta l’endemica predilezione della specie al Gulag. 18 Libro NIHIL.indd 18 20-01-2014 13:36:45 * C’è un ragazzo nero, un gran figlio di buona donna, altissimo, nato nel vasto territorio tra i fiumi Missouri e Mississippi, in cui sorge la città di St. Louis, un luogo dove nell’aria, lungo tutto il dannato delta, puoi gustare l’energia d’attrazione ragtime, jazz, blues, un giovane teppista da riformatorio, che negli anni cinquanta, con i suoi assolo double-stop, note tirate, inventa il codex, la tecnica chitarristica, tempesta elettrica, ritmo del Diablo. I suoi riff esplosivi fanno saltare in aria il conformismo della scena sonora consolidata, brividi scatenati, inconfessabili, s’impossessano del corpo diventato scarica di lampi, fluidus di voglie a lungo represse, la musica non è più sfera mentale, intellettuale, separata dalla concretezza, la fisicità entra nella musica, coinvolge ogni aspetto mondano, si ascolta la musica col corpo, la musica diventa corpo, putiferio, pandemonio. Canta rapporti conturbanti, storie di teenager in cerca d’emancipazione, ma anche d’inquietanti implicazioni tra un tizio e una bambina di sei anni. Al Brooklyn Paramount Theater, presenta per la prima volta in pubblico, il Duck Walk, spassosa camminata 19 Libro NIHIL.indd 19 20-01-2014 13:36:45 saltellante, on stage, del primo poeta rock. La sua vita è un continuo entrare e uscire di galera, cerca di cuccare una ragazza bianca, perde la testa per Janice, giovane imprevedibile, enigmatica, di origine Apache, che si scoprirà avere quattordici anni, la legge può finalmente fare giustizia, il negro viene accusato di sfruttamento della prostituzione. Deve risarcire cinquantanove donne perché si scopre che ha piazzato una telecamera nel bagno femminile del suo locale, il Southern Air, tra le immagini sembra figurare una minorenne, grazie al patteggiamento e l’assunzione di responsabilità per detenzione di droga, evita l’accusa di pedofilia, ottenendo due anni di libertà vigilata. È fatto così Chuk Berry, l’autore di Roll Over Beethoven, Johnny B. Goode, il figlio di puttana del Rock and Roll, solo avvenimento d’onore nell’ignominia del XX Secolo. 20 Libro NIHIL.indd 20 20-01-2014 13:36:45 * Filosofi, guru, santi, più s’innalzano, scalano le vette della coscienza, più disprezzano la fica, tutti pongono a premessa di comprensione, alla rimozione dei propri limiti, il superamento del desiderio sessuale. La fica è sempre stato il demone degli Illuminati. Giudicherete codesta congiunzione, di chi non può farsi onore sulla via del sapere, con la dovuta severità, certamente disapproverete la mancanza d’ascesi, di nobiltà, cosa volete che vi dica, a ognuno l’illusione che merita, io vivo per sentito dire, ragiono col cazzo, provo gusto a spolpare miraggio, su tacco 12. Per buona sorte ho solo bassi desideri, la generosa ventura mi esenta da impegni snervanti, compreso il gravoso esercizio, pensare. Se medito mi macchio di misfatti raccapriccianti, filosofia, dio, amore, perciò mi sono disfatto di tali orrendi delitti alla maniera dei teddy boy, a tutta velocità con l’auto schizzata, contromano. Secoli di coprofagia meditativa hanno istillato il vezzo malavitoso, discernere, vano occultamento di coda tremula nell’avvilente, bigotta, resistenza a tabula rasa. Dimostrazione lampante che nessuna cognizione è possibile, viene dal fatto che sussistiamo, recidivi, in flagranza di reato, morbi inestirpabili, metastasi che inglobano agenti patogeni refrattari a ogni trattamento dissuasivo, ceppi robusti che fanno sempre tornare la stessa infezione, vita. 21 Libro NIHIL.indd 21 20-01-2014 13:36:45 * Non si può dire che vi fosse Silenzio prima della creazione, del resto è impossibile affermare che sarà Silenzio alla fine dei tempi, almeno da non affidare quel poco di cervello che ancora ci resta all’ammasso dei soliti squilibrati dell’ascetismo ubriaco. Non si può sentire Silenzio. L’ansimare simoniaco di usurai dell’avvento, la frenesia inesauribile dell’intelligenza in azione, la caduta dei singhiozzi nel lacrimatoio, impediscono di percepire Silenzio. Non avremo Silenzio finché concederemo, anche al più lieve e impercettibile battito del cuore, di mantenere attivo l’ambizioso congegno ritmico della sua losca funzione. 22 Libro NIHIL.indd 22 20-01-2014 13:36:45 * Cerco di convincermi che un unico amore è soddisfacente, addomesticato da voracità e possesso, normalizzato dal timor panico di restare solo, ma non ci riesco. Non posso vivere con un unico amore, non ce la faccio, sono ciò che sono, cosa soggiogata ai capricci. Ringraziando il cielo ho indole sgualdrina. Me ne frego dei panegirici amorosi elaborati nei secoli, sono oggetto usa e butta via di guerriglia sessuale, ho ereditato appetiti ingordi, vezzi multipli, sincronici: il prossimo amore non si scorda mai. È da pericolosi psicolabili idolatrare la facoltà di leccare la stessa fica, succhiare lo stesso cazzo, per anni, addirittura tutta la vita, e pretendere che noia non ce la faccia pagare cara. 23 Libro NIHIL.indd 23 20-01-2014 13:36:45 * Gli dèi, sfasciati dalla tediosa immortalità, amano provocare gli umani, e in special modo giocano con chi si batte dimostrando la tenacia di autentici combattenti, del resto che soddisfazione è infierire su chi vive da turista spaesato, che si arrende subito al primo apparire del fantasma dai mille nomi? L’ordine spontaneo, fuori controllo, dei Vandali Coltivatori di Rose, mi fa vagabondare tra gli ammiratori delle nuvole. 24 Libro NIHIL.indd 24 20-01-2014 13:36:45 * Sono nato nei laboratori farmaceutici da Albert Hofmann e il DNA TV, sorridente, minaccioso, disordine nel tepore di lobotomia. Il mio solo obiettivo è divenire tripudio, non riesco a tenere la testa sopra le spalle, vivo la vita sollevato per aria, cospiratore inafferrabile, guerriero fatuo. Spaventa più cambiare che distruggersi. Vivo perdendo tempo, non contate su di me, lasciatemi fuori dal democratico pogrom umanista, sono l’Arciere Storpio gravato dal Ritardo, che vigila i bastioni disobbedienti di Sparta. Gravemente colpevole per aver disertato moderazione, equilibrio, unendomi al ruggito della Tigre Viola, canaglia che ha irradiato Lunghi Sogni Divini nell’acquedotto a Sodoma e Roma. Onniscienti e saggi, vi offro, lacrime sante, delirio benedetto, se promettete di non rivelare il fulcro, la quintessenza della vita, vi prego, lo sconforto sarebbe insopportabile, non date occasione al boia scuoiato di sfogare bestialmente la perfidia incontrollabile, facendo accoppiare 25 Libro NIHIL.indd 25 20-01-2014 13:36:45 con i dobermann le vostre madri. Ridatemi il buco del Culo Ovazione, per annullarmi nella versatile unità d’oblio velleitario, c’è letale attitudine al rifiuto nel mio software insurrezionale, duole la protesi di filo spinato applicato ai piedi dei Danzatori Impensati. 26 Libro NIHIL.indd 26 20-01-2014 13:36:45 * Senza origini, privo di radici attuali, invoco Saturno perché mi renda lieve il dedalo che crea e distrugge la bile nera, unicorno argenteo della sera immolato sul ciglio della rupe di coscienza illusa, nella pietà impietosa dell’assenza presenza. Contraddittoria, indivisibile melanconia, conoscitrice d’eventi, che non possono appartenere al mondo, ma alle fibre stesse della fierezza errabonda e scura del gelido fuoco, malum eccentrico, disarmonico splendore, di una vita abbattuta, esaltata, depressa, eccitata, congiunzione incendiaria di labbra d’estasi. 27 Libro NIHIL.indd 27 20-01-2014 13:36:45 * Sto lontano dai raggiri dell’inconscio, rifuggo dissennate introspezioni, desisto da ogni velleità di risolvere rebus. Vivo in quanto gioioso feretro decapitato nel solco oltranzista di stirpe borderline. Applico il mio ingegno, in ricreazione permanente, in ciò che di buono so fare, il buono a niente. Non sono in grado di asciugare lacrime ad alcuno, sono troppo occupato con le mie, una sola distrazione, una impercettibile svista, un’imperdonabile negligenza, potrebbe irrimediabilmente sciuparle. Credetemi, meglio così, guardate dove finiscono coloro che non si consegnano al disincanto: tra i clericocomunisti metafisici, nel sudiciume conformista, coi mafiosi dei destini ultimi. 28 Libro NIHIL.indd 28 20-01-2014 13:36:45 * L’uomo, l’uomo, l’uomo, chi se ne fotte, che crepi! Provate a domandare agli oceani cosa importerebbe loro se venisse a mancare l’immonda placenta. Chiedete alle stelle, all’intero universo, se potrebbero mai cessare di brillare, fermare l’immensità, per mancanza del dogliante inaccessibile al sublime. Interrogate i sogni se potrebbero sospendere, in qualche modo, il flusso phantastikòs per il vuoto lasciato dal tronfio suino. Ecco allora, il solo interessato all’uomo è l’uomo, il raggiante omicida imploso per correità col superfluo. 29 Libro NIHIL.indd 29 20-01-2014 13:36:45 Libro NIHIL.indd 30 20-01-2014 13:36:45 * Non puoi domandare all’Oceano le ragioni del suo tormentato impeto, mentre accoglie, tra le braccia, benevolo e devastante, le tue lacrime d’Uragano. 31 Libro NIHIL.indd 31 20-01-2014 13:36:46 * Fango psichedelico crepuscolare. Affronto demoni possenti con mani nude, e la sola certezza, l’ignoto, ripudiando rimorsi e memoria, la memoria è innocenza compulsiva che serve a meglio frignare, procurando alibi perché l’essenza sanguinaria si possa indignare in adulazione di pregevole demenza. Rapace dai rostri e adunchi artigli al titanio, sbandato, in balia della sorte, braccato dal castigo. Ho una sola chance alla nausea, che le tentazioni mi perseguitino. 32 Libro NIHIL.indd 32 20-01-2014 13:36:46 * Sono stato fidanzato per un lungo periodo con una ragazza che non era la mia fidanzata, con la quale ero fidanzato, anche se non proprio fidanzato, stavamo insieme, anche se lontani, facevamo coppia non avendolo mai stabilito, a nostra insaputa, innamorati? In tredici anni nessuno ne parlò mai. Per gli amici e conoscenti Emily era la mia fidanzata, e del resto ci vedevano nella stessa topaia, dormivamo nello stesso letto, ci occupavamo dei medesimi interessi. Emily era quasi sempre distante, stava con me senza stare con me, stando con chi voleva, viaggiava continuamente, trascorse la maggior parte degli anni in diverse città, altri continenti. Per improrogabili impegni di lavoro? No, per suo piacere. Attraversava Bolivia, Colombia, poteva fermarsi a New York, oppure impegnata a inseguire un uomo che le piaceva in Messico, entrare in Brasile, visitare Cuba. Spesso alle prese con emozioni e incontri che la catturavano emotivamente, e che la portavano in situazioni minacciose, 33 Libro NIHIL.indd 33 20-01-2014 13:36:46 estreme, sperimentando stati d’animo ed episodi di cui discorrevamo con una certa consuetudine. Ogni suo viaggio poteva durare tre, cinque, otto mesi. Andò avanti così per tutti gli anni della nostra intesa. I ritorni di Emily comunque erano occasione di piaceri travolgenti, nuovi progetti artistici. Capitò di accompagnare Emily al consultorio e all’ospedale, vedendomi in sala d’attesa le dottoresse chiedevano. “È lui il padre?” “No, non è lui.” 34 Libro NIHIL.indd 34 20-01-2014 13:36:46 * Compiere gesta d’ordinaria divinazione sportiva, arte lisergica di prendere la metro, almeno per una volta, senza piagnucolarsi addosso. Sì lo so, c’è da salvare l’umanità, ma qui troppa gente è convinta che basti essere deboli per stare dalla parte giusta. Sterminati campi di sterminio, sconfinati campi di dominio. Mio padre mi ha insegnato come affrontare il plotone d’esecuzione: morto per morto, mi raccomando, sempre ben pettinato. Alla vigilia dello scontro impari alle Termopili, fu inviato un cavaliere persiano in perlustrazione col compito di scrutare l’accampamento di Leonida. Il cavaliere riuscì a scorgere l’attendamento dei guerrieri spartani, alcuni dei quali facevano esercizi ginnici, mentre altri si pettinavano. 35 Libro NIHIL.indd 35 20-01-2014 13:36:46 * Sono di sola Carne, tutto ciò che mi serve è ciò che si può comprare, il resto non ha incantazione in cattività fugace. Il disfacimento della materia è la fine, fine completa, polvere su polvere, senza ricompensa, né ritorno. Mi sta bene così, non mi serve altro, lungi da me stuzzicare i centri d’energia psichica cosmica, non sarò certo io a effettuare la risalita cosciente, consapevole, kundalini, tengo com’è la base della colonna vertebrale, la corona nella testa, inutile fomentare discordia tra me e il mio io, non sono geloso. Mi dissocio dal voler raggiungere supernova, il colmo felicità, pura beatitudine, altezze inusitate, soffro di vertigini. Niente bodhi, condizione che non è giudizioso affidare a un tipo smodato come me, il Risveglio potrebbe procurarmi fulgori 36 Libro NIHIL.indd 36 20-01-2014 13:36:46 onnipotenti, capaci d’aizzare il pitbull in agguato nella mia rabbia suburra. Ho bisogno almeno di un po’ di fanatismo per meglio sopportare vicinanze antropomorfe. Nessun corpo esoterico di pietra preziosa, corpo glorioso, né attraversamento di comprensione finita, che mi tramuti nel sé trascendente, lasciatemi al primo Chakra, livello sul quale intono mantra del cazzo duro, nel plesso sacro tra l’ano e i genitali. 37 Libro NIHIL.indd 37 20-01-2014 13:36:46 * Non posso stare con una sola donna, m’innamoro appena esco da casa, attraverso piazze, supero vie, un balordo come me diventa pazzo osservando incedere ondulatorio, modulazione sismica, passo tellurico, rigido assetto da combattimento. Fasciate da soffice chiffon, carezzevole satin, curve svettanti su cattedrali con tacchi a spillo, mi consegnano a lubrifico fervore votato a deriva, furibondo, insaziabile stordimento, feroce idolatria, il Corpo Femminile, è la sola, autentica prova che, anche privi di fede, si può assurgere a preghiera. Cupidigia inestinguibile, sfrenata servitù volontaria, visibilio assurto a suscitatore di supremo vizio osannante, feticcio, morbosa venerazione. Un bel paio di gambe non si discutono, realizzano l’unanimità, creano significanza, ci dicono chi siamo, costringendoci ad alzare le braccia impotenti, 38 Libro NIHIL.indd 38 20-01-2014 13:36:46 ad arrenderci per manifesta inferiorità. Nella ghiotta vampa bordello, carne e sangue si fanno verbo, umido, anale, postribolo frusta, esaltato nel reciproco plagio di voluttà e grido, nell’ebbrezza del volo, lo strazio della rovina, invoco genuflesso coitus perpetuum, e che a nessuno venga in mente di venirmi a soccorrere, trovereste il sibarita vituperio, sperma demiurgo, daemonium infoiato da commozione e pornografia. 39 Libro NIHIL.indd 39 20-01-2014 13:36:46 * Splendidum vitium, splendidum vitium, splendidum vitium. Non ho una ragione per esistere, ci pensa il corpo a farmi riprendere i contatti, ci pensa il corpo a ricordarmi perché mi sono così necessario. Splendidum vitium, splendidum vitium, splendidum vitium. Resterò elegante debosciato che evita di sciogliersi nella grevità, autocreandosi presenza ridondante, squilibrio che implora di essere disturbato. Splendidum vitium, splendidum vitium, splendidum vitium. Assimilo capacità di prodotto sintetico, artificiale, vedo macchine con intelligenza biologica scrivere biografie degli arcangeli. Splendidum vitium, splendidum vitium, splendidum vitium. Guai per me se il mondo non fosse così, l’insoddisfazione non potrebbe più alimentare la mia efferata avidità. Splendidum vitium, splendidum vitium, splendidum vitium. 40 Libro NIHIL.indd 40 20-01-2014 13:36:46 * Sì, io vivo nel regno dello stupendamente inutile, sì, è lì che risulto formidabile. Ascolto l’urlo del prolungato indugio, gusto la mia triviale alterigia di scotennato in tempeste traboccanti rischi da spendere, inconcepibili gesta di strepitosi accidenti. Evirato del mio isterismo di bestia in calore, lascio che la vita s’insinui nelle piaghe pruriginose di ferventi deviazioni barbariche. Non c’è gioco d’azzardo che possa capovolgere le sorti viscerali dei miei viluppi labirintici. La speranza ha il compito di far funzionare i morti. Mi agito scarnificato da coltelli di redenzione, eunuco voglioso, rappresaglia nevrastenica in esercizio d’igiene tra inutile teschio e liturgia degli addii. Rivendico il precetto che predispone il ripristino del comandamento, tanto in voga ai bei tempi andati, quando bastava una sola parola sbagliata, per sprigionare congenita fragranza di Sabba Rosso. 41 Libro NIHIL.indd 41 20-01-2014 13:36:46 * Chissà qual è il meccanismo psicologico per cui la donna decida di aderire a religione, da cosa è spinta la sua mente per farle accettare tanta mortificazione? Nel Corano si proclama che l’uomo è superiore alla donna, poiché dio ha fatto eccellere alcuni sopra altri, e che le donne buone sono quelle ubbidienti, per chi non vuole capacitarsi della propria condizione, dio ordina di porle in letti separati e di batterle. La Torah impone tassativamente al fedele di ringraziare ogni giorno il Creatore per avergli risparmiato l’obbrobrio di nascere donna. La donna soggiace a religione nel gioco di piacere colpevole: non mi piace, ma lo voglio, non mi piace ma m’interessa, ripugna, disgusta, ma seduce. Nell’Antico Testamento, la donna porta il peccato, la morte, femina instrumentum diaboli, la sua sopravvivenza dipende dalla generosità maschile, colei che si macchia di tradimento deve subire 42 Libro NIHIL.indd 42 20-01-2014 13:36:46 l’infibulazione, la macellazione dell’utero. Farsi volontariamente tanto danno con religione, escogitata dal maschio a suo uso e interesse, col marchio di fabbrica della violenza, per stare vicino all’uomo è possibile che occorra condividere così tanta efferatezza? 43 Libro NIHIL.indd 43 20-01-2014 13:36:46 Libro NIHIL.indd 44 20-01-2014 13:36:46 * A volte ho esigenza di Vento, necessità di vanesio stordito senza terra né cielo, raffica che sradichi il deleterio scetticismo, sconvolga le mie ispirazioni adulterate, scaldi i rigori dei Misteri, del non so cosa sia, un Vento capace di spazzare via l’irascibile espiazione, il miope lacchè rappresentato nello show della mia stessa messa in scena. 45 Libro NIHIL.indd 45 20-01-2014 13:36:46 * Niente di me è certo, sicuro, provato, esisto solo nel mio cervello bacato, ma anche questo non lo giurerei, identificarmi è impresa che supera ogni mia reale capacità, lo sfavillio della mia smorfia di bagascia beffarda infatuata d’inconcepibile, m’impedisce di citare il nulla, il vuoto, le lande impervie del distacco. Nella tormenta ho provato a interiorizzare clemenza, ma il tentativo ha prodotto in me tribolazioni da fuggiasco colto nel naufragio. Le fiamme mi circondano veementi, anche il firmamento è minato, l’ultima scusa si è arresa, non ho più un posto dove fuggire. Non so cosa farmene di me. Potessi costruirmi un cosmo personale nel quale riversare idee, superstizioni, qualsiasi esse siano, invece resto carcassa fasulla, pianto atavico truffaldino. Non voglio nascondermi dietro il pretesto del dolore, agnello sacrificale d’ogni nostalgico patimento, la mistica del dolore implica visione, aspettativa, tensione morale, che io sicuramente non sono in grado di sostenere, mi resta solamente l’ammasso ambiguo d’ossa e nervi incapaci di vincere, tanto meno aspirare a gloria della sconfitta. 46 Libro NIHIL.indd 46 20-01-2014 13:36:46 * Grazie, a chi ha inventato televisione, computer, perché fagocitati dai simulacri evitiamo di parlarci, d’interrompere il muto silenzio smorzato, che allontana ogni pericoloso slancio d’intimità. Ci sopportiamo solo restando ombre vuote, squartate, rivolgersi al proprio simile è di per sé terrifica epifania, fetida unio mystica doversi anche riconoscere per ciò che siamo, davvero, cortina virale del dolorismo spastico condiviso. Io non esisto, tu non ci sei. Possiamo così legittimare il fasto della nostra inservibilità, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è curiositas, la cognizione l’uno dell’altro, dei nostri abbracci d’odio. Il vero delitto dell’uomo è avvenire, patologica necrofilia nel bazar dell’impudicizia di esserci. 47 Libro NIHIL.indd 47 20-01-2014 13:36:46 * Vorrei crescere infedele, tradire me stesso, l’assurda piovra capace di frenare la spia che si agita in me, vendere al miglior offerente la chimica neurologica, spostata, degenere, che trattiene la mia fuoriuscita. Consegnare al nemico la linfa dei pensieri espressi, impedendo l’insolenza di un altro soprassalto puerile estorto all’ingenuità di cedevolezza. Diventare delatore del mio sistema nervoso centrale, vendicare l’indebita occupazione di spazio nelle vene, attraverso la quale faccio leva sul tarlo malsano del diritto a manifestarmi. Tradire, perché io possa ingiuriare io, tradire, affinché niente resti intentato, tradire, per non alimentarmi d’acredine compiacente, tradire, per desistere da ogni convincimento, denunciare il furore banditesco di perdurare. 48 Libro NIHIL.indd 48 20-01-2014 13:36:46 * Sono assurto a luogo comune, piegato ai colpi di sferza che mi hanno reso autopsia flagellata, rumore di fondo nell’inconsulto anelito di meglio cadere nell’odierno. Non proteggo la mente, non la dirigo, la faccio andare dove vuole, pacificato nell’accidia iconoclasta, oltrepasso l’estremità dell’inviolato, sposto il limite, sposto il limite, sposto il limite. Mi rallegro, finalmente la vita è cripta vuota, senza ossigeno, benvenuta alba di giubilo, la vita è resa inservibile, perciò non potrà più angustiare la piccola cagna, non è più dovuta nessuna risposta a vocazioni, il finalismo ha cessato di umiliare, d’ora in avanti l’incandescenza si occuperà del perfido maligno segregato nel mio singulto tiranno. Le parole sono il risultato di ferrea disciplina, addestramento al pestaggio, bastonatura impietosa, poiché non è possibile assecondare la convivenza pacifica: le parole che non uccidono lavorano per il nemico. 49 Libro NIHIL.indd 49 20-01-2014 13:36:46 * Sulle labbra di Lautréamont sangue e camelie, eloquenti linciaggi, fiele d’absentia, avvoltoi tengono nei becchi serpenti stellati della notte, reminiscenze ad accesso peyote, battito d’ali lungo la linea d’orizzonte, brivido che precede la perdita di sé, ritrovandosi, co’ sang, riverbero d’argento su sfondo di scenari laser da primo mattino del mondo, turpitudine ludica, edonismo, Ode a Diserzione. Miles Davis, levitazione, no gravity, musica che non c’è, stormi di bianchi falchi nel vento. Jimi Hendrix, Fender Stratocaster bianca, feedback, tumulto di battaglia, talismano d’accensione, dardo orgiastico, regalità impetuosa, fastosa luxuria, macchina-rumore nel crepitio d’acciaio e seta, Woodoo Child, acid trip, ogiva psicochimica. 50 Libro NIHIL.indd 50 20-01-2014 13:36:46 * Progressisti e conservatori si rubano i marciapiedi a vicenda, ottenebrati negli obitori del consenso, nelle strade idillio inverecondo tra presenze ingiustificate e annientate, il vantaggio di vivere in un mondo corrotto è dato dal fatto che prima o poi incontro sempre qualcuno più corrotto di me. Ascolto enfasi per idioti: sei vivo, prezioso, utile, indispensabilità del solito minchione, incensamento per nobile causa: efficienza produttiva del bestiame prostituito, più si agita l’ideologico marcescente della nostra corale attestazione, più coliamo a picco nell’informe danza sepolcrale del sé. Vedo lazzaretti utopici, necropoli di gaudio morale, e mi convinco di sapere sempre meno della mia vita, condizione irrilevante se non fossi continuamente molestato dalla superbia degli squadristi di dio. 51 Libro NIHIL.indd 51 20-01-2014 13:36:46 * All’improvviso vidi accanto a me mio fratello Antonio, allora quindicenne, sgomitare per farsi largo nella baraonda creatasi intorno al Vigorelli, entro cui era stato organizzato, da emeriti imbecilli, il concerto dei Led Zeppelin. Si trattava della serata finale di una kermesse canora nazionale, durante la quale, una folta pattuglia di miserrimi cantanti nostrani, avrebbero dovuto propinare i loro gracchianti gargarismi. Questi imbarazzanti schiamazzatori appena salivano sul palco, venivano sbeffeggiati, presi di mira con lanci di oggetti vari, tant’è che ben presto desistevano, squagliandosela a gambe levate, coperti da una marea d’insulti provenienti dal pubblico confluito al Velodromo milanese da diverse città per la prima esibizione italiana del Dirigibile. Noi stavamo col solito gruppuscolo di bulli, privi di biglietto, che pretendevano di entrare gratis, giovanismo ingenuo di chi credeva che il mondo potesse dare ancora qualcosa. I Led Zeppelin suonarono ventisei minuti, quel cinque luglio millenovecentosettantuno, poi dovettero arrendersi, abbandonare la scena 52 Libro NIHIL.indd 52 20-01-2014 13:36:46 nella confusione, sarabanda, bolgia di sirene, manganellate, lancio di fumogeni irritanti, stacco della corrente elettrica, pioggia di sassi, cariche dentro e fuori di oltre duemila agenti in assetto antisommossa. Il fumo dei candelotti lacrimogeni si propagava nell’aria, superando il perimetro del Vigorelli, espandendo l’aspra nube nelle strade adiacenti. Io e Antonio, per sfuggire alle aggressioni poliziesche, metterci al sicuro dai caroselli delle camionette di celere e carabinieri, trovammo riparo accucciati dietro una siepe in Corso Sempione. Fu in questo nascondiglio, sotto arbusti provvidenziali, che guardando mio fratello, pensai a molti anni prima, a quando condividevamo la cantina con un’altra famiglia, e per sfuggire all’umido tugurio infestato dai topi, il pomeriggio andavo al bar a guardare la TV dei Ragazzi, a volte passava mia madre con Antonio in braccio. Notai a quel tempo che appena mia madre arrivava, un uomo di mezza età, ben vestito, dai modi cordiali e signorili, l’avvicinava facendole sempre la stessa proposta. Signora, rifletta, nelle vostre condizioni...io e mia 53 Libro NIHIL.indd 53 20-01-2014 13:36:46 moglie siamo disposti a offrirle tanto oro quanto pesa il bambino. Penso con infausto avvilimento, apprensione sgomenta, alla congiuntura in cui mia madre avesse accettato il baratto. Il panico mi opprime ancora oggi, rigetta il mio piagnisteo meschino nella più lugubre costernazione, non in quanto scosso da remore d’ordine etico, ma bensì per convenienza, mero opportunismo. La cara mancanza, avrebbe infatti significato, per me, dovermi affaticare in prima persona per respirare, far scorrere sangue nelle vene, incarico micidiale che in tutti questi anni mio fratello ha svolto al posto mio, dandomi la possibilità d’interpretare il personaggio che meglio mi si attaglia, il pappone. 54 Libro NIHIL.indd 54 20-01-2014 13:36:46 * Dubito di ogni volontà che lotta contro i mali del mondo, un uomo accorto, custode prudente del suo esibizionismo acclamante, detesta la sola idea di gettarsi via per così poco. Mi rifiuto di battermi per un mondo migliore, un mondo migliore non è possibile, il mondo è sempre peggiore. Allora perché mai dovrebbe diventare migliore proprio adesso, cos’ha di speciale questo millennio che non abbiano avuto Mesopotamia, Grecia e Roma? E poi la responsabilità risulterebbe oltremodo gravosa se dovessi, per un malcapitato intrigo, ricoprire il ruolo disdicevole d’insegnare, trasmettere idee, risultare presente. Vorrei scongiurare di trovarmi a dettare messaggi contribuendo all’orrenda proliferazione di spiriti liberi, alla calamità angosciosa di moltiplicare, per dolo e colpa grave, gli stramaledetti processi interiori, la bieca creazione di una nuova anima. 55 Libro NIHIL.indd 55 20-01-2014 13:36:46 * Non dico che verità sia inesistente, affermo solo che non so cosa sia, c’è chi lo sa anche per me? Certi spavaldi affermano che essa ci sopravviverà, può darsi, non lo escludo, vorrei soltanto che costoro, mentre proferiscono il suo nome, si ricordassero che troppo spesso confondiamo le certezze con i nostri disturbi neurologici. Altri sostengono che verità sia più grande, più alta di noi, non fatico per niente a crederlo, non ci vuole poi molto a stare un palmo sopra la merda. 56 Libro NIHIL.indd 56 20-01-2014 13:36:46 * Sembra vi sia una regola ormai scritta, non si sa bene da chi, da osservare tassativamente, preferibilmente quando si è giovani, fare i rivoltosi deficienti. Generazioni imbottite di tritolo ideologico, che hanno fatto uso di slogan ribellisti, indotti, manus militaris, a sogni per coglioni. Sono i danni collaterali, le armi di distruzione di massa, del vaticinare lo sventrato, il malfattore colto da passione fideistica, che si sente il prescelto, con ciò chiamato a edificare il nuovo vivente, ulteriore versione dello schiavo elettrizzato. Quanto tempo sprecato, avrei più utilmente impiegato gli anni della mia giovinezza sbattendo il cranio contro il muro, addestrandomi per la rapina definitiva, oppure andando a prenderlo nel culo da qualche parte. 57 Libro NIHIL.indd 57 20-01-2014 13:36:46 * Il destino predilige l’essenziale, imbolsiti affondiamo per soverchia eccedenza, scoppiamo d’invincibile, non resta che perdere. Profusi in effusioni con l’eternità, dimentichiamo che il nostro segno distintivo è il vigore decrepito dei furfanti in flagranza di lapidazione analgesica, epigoni ammaestrati abbiamo marchiato nelle carni e negli occhi l’asfissia dei sorpassati, cui non rimane che il sollievo di venire liquidati. 58 Libro NIHIL.indd 58 20-01-2014 13:36:46 * Capelli corvini a ciocche, sopracciglia scurissime, occhi neri sporgenti, naso un po’ schiacciato, labbra tumide. Voglio uccidere! Uccidere! Stanerò voi che prevedete l’imprevedibile, smaschererò voi che schedate i sospiri, ucciderò senza distinzione di razze. Mi avete imposto centinaia di doveri, concedetemi un solo diritto, uccidere! Chiedo forse troppo? I miei amici più giovani di me uccidono da anni, anch’io voglio uccidere, ucciderei con tatto e obiettività. Sferisterio, pallacorda, Campo Marzio, Roma. Caravaggio affronta Ranuccio Tomassoni con la spada e lo uccide nella polvere, per debiti di gioco. Martirio di San Matteo. Nelle osterie fra bagordi e scandali, in mezzo a bastardi, feccia, arrogante, rissoso, sempre pronto a insultare, aggredire, barbaro visionario della Luce Tagliente. Fanciullo Morso dal Ramarro. Duelli all’arma bianca tra bande rivali, Colosseo, Trinità dei Monti, Saint Louis des Français. Caravaggio si lancia nella mischia, ferito alla gola 59 Libro NIHIL.indd 59 20-01-2014 13:36:47 e all’orecchio, angelo sterminatore eretico, fazioso, eversivo Medusa urlante col capo cinto d’aspidi. Voglio uccidere! Uccidere! Non ci tengo a far star bene, voglio innescare lo scompiglio, a sentirla nominare la pace mi fa l’effetto di Hiroshima. Voglio uccidere! Uccidere! Per sapere se esisto realmente. Luce che squarcia l’ordine costituito, accentua l’intensità, l’oltraggiosa beatitudine dei corpi infocati. Decollazione del Battista, Sacrificio d’Isacco. Ricercato, inseguito dagli sbirri, costretto a fuggire da Roma, Napoli, Valletta, in fuga sulla Chevrolet ruggine alla ricerca del rifugio sicuro. Fasci luminosi intermittenti fendono drammatici la Statale 666, che dalla città di Cortez porta fino a Gallup, New Mexico. Sui rilievi circostanti, battuti nella sera dal diluvio, scie lucenti lasciano intravedere Estasi di San Francesco, Narciso, Riposo nella fuga in Egitto. Entra nel bar della stazione di rifornimento, rappresentazioni vive, Giuditta che Decapita Oloferne, Amore Vittorioso, Salomè con la Testa del Battista. La radio trasmette composizioni liturgiche a più voci, 60 Libro NIHIL.indd 60 20-01-2014 13:36:47 in fondo al locale aggredisce Mickey e Mallory Knox, Natural Born Killers. Si aggrappa al collo di Mickey impegnato a schiacciarsi foruncoli dal mento riflesso nel vetro della bottiglia di whisky, lo scaglia sul pavimento, cammina sopra la sua faccia con gli stivali cromati. Scaraventa Mallory tra il bancone e i videogame, colpisce col cacciavite nel basso ventre, bambina selvatica, compassionevole. Je t’adore, baby. Caravaggio lascia la Statale addentrandosi nel centro abitato. Madonna dei Palafrenieri, Bacco, Vocazione di San Matteo. Costeggia il caseggiato col liuto sotto il braccio, nota una finestra spalancata, balza dentro. Le due donne presenti sono atterrite, ingaggiata una breve colluttazione, lega la giovane al lavandino, poi tenta di penetrare col suo membro l’anziana, ma fallisce a causa dell’eccessiva eccitazione, allora blocca pure lei. Sfodera il liuto, stupendo, ed esegue un brano delicatissimo, le donne strillano come dannate, non riesce a suonare, il chiasso impedisce la concentrazione, constatato che la buona musica 61 Libro NIHIL.indd 61 20-01-2014 13:36:47 non è apprezzata si cala da dove era salito e se la svigna. Blue screen in tutta la strada. Cattura di Cristo, Ragazzo con Canestro di Frutta, David. Si nasconde sotto il pullman ma, probabilmente, qualcuno deve averlo intercettato dato che da lì a poco sente le canne dei mitra della polizia premere nelle costole. Voglio uccidere! Uccidere! Chi vuole provare per primo? Fatevi avanti, non siate timidi, date il buon esempio, abbattete l’ultima riserva, lasciatevi andare al fremito smisurato, avete tutto da guadagnare, visto che non sapete vivere, avrete, almeno, l’opportunità d’imparare a morire. 62 Libro NIHIL.indd 62 20-01-2014 13:36:47 * Il male non si può scalfire, egli, nel tempo, si è rivelato coriaceo, arcigno, invulnerabile, manifestando, lungo l’arco dei millenni, ottima salute: nessuno è mai riuscito a gettarlo nel crinale ribollente dell’eterna dannazione, l’Emmanuele, che sappiamo ragazzo capace di auto da fé strazianti, deve riconoscere che, visto l’eccellente stato di forma di cui ha sempre goduto il male, egli è stato ingannato dal suo padrino, non avendogli trasmesso il messaggio consustanziale: la vita è ordita, orchestrata da Dada, sul Boulevard dei mai pervenuti. 63 Libro NIHIL.indd 63 20-01-2014 13:36:47 * Non ho messo al mondo figli, perciò non contribuisco all’aumento di spesa pubblica, non incremento il deficit sanitario, non chiedo aiuto scolastico, non reclamo posti. Riduco l’inquinamento, il consumo d’acqua, non incremento il numero di automobili, evito il sovraccarico del sistema pensionistico, non occupo terra al cimitero. Responsabilmente ho maturato le mie scelte di vita a esclusivo vantaggio dell’intera collettività, perciò, ritengo che tale rettitudine debba ricevere adeguata riconoscenza senza indugio alcuno, salutata virtute civica altamente formativa, pertanto esigo che al mio passaggio s’intonino laudi, si levino applausi, grida di travolgente infatuazione, implorazioni di maestà sempiterna. 64 Libro NIHIL.indd 64 20-01-2014 13:36:47 * Sono fregato, ho un punto di vista, peggio per me, così imparo, sentimenti, passioni, misticismo, ognuno s’inietta la sua overdose col pathos, il veleno che predilige. Noi, sì, proprio noi, siamo disposti a credere in qualsiasi cosa, seguire qualunque rabdomante, ogni falsatore, scambiamo qualunque anelito, aderiamo a tutte le sozzure, lusingati da ogni nascita, hallelujah, requiem, qualsiasi mannaia dell’imponderabile. L’imprudente maneggio dello sgomento di morte, espone noi babbei a scorribande belluine del confortorio. Mi salverò da questa pestilenza quando gli dèi imporranno su di me il loro imperativo categorico, che cancelli il ripugnante grugnito saccente, concedendomi il vantaggio di cecità sociale. 65 Libro NIHIL.indd 65 20-01-2014 13:36:47 * Se vi capita d’incamminarvi lungo la strada che porta alla città d’Alessandria, dove, probabilmente, vi prefiggete di percorrere, per vostro lodevole interesse, il IV secolo, e vi addentrerete tra le sue mura con spiccata curiosità, fate attenzione, potreste avere l’ineguagliabile sorte di trovarvi dinnanzi alla Signora della Scuola Neoplatonica, che insegna matematica, astronomia, filosofia, sappiate che ella è Ipazia, la Suprema Altezza. Se vedrete che incute timore reverenziale di Maestra della hellenike diagoge, la via ellenica, e si muove con gesto nobile, siate certi di trovarvi al cospetto di Ipazia, l’Eminenza. Quando resterete incantati da occhi d’oliva nera, da un volto seducente e misterioso, dal colorito della pelle a sfumature brune, impreziosito da fluente chioma di lucido corvino, considerate che avete incontrato Ipazia, l’Acutezza. La figlia di Teone indossa il tribon, mantello grezzo dei predicatori Cinici, i Cani. Guardatela nel Serapeo, lo splendido santuario del dio Serapide, formato da colonnati infiniti, statue che paiono vive. Gli ammiratori adoranti si accalcano per ascoltarla, 66 Libro NIHIL.indd 66 20-01-2014 13:36:47 lei si mantiene equilibrata e austera, a uno studente innamorato porge, di fronte all’intero uditorio, il panno usato per il sangue mestruale mettendoglielo sotto il naso a simbolo d’impurità della procreazione, e gli dice: in definitiva è di questo che ti sei innamorato, ragazzino, di niente di sublime. Il cristianesimo, imposto con la spada da Teodosio, proibisce i sacrifici agli dèi, i riti pagani equiparati, con legge speciale, a lesa maestà, chi non accetta l’amore di Stato del Cristo, viene condannato a morte. Scrive Paolo nella prima lettera ai Corinzi: tacciano le donne in assemblea. Ma Ipazia non ha timore di levare la voce nel corso di riunioni, durante le quali si trova a dissertare in mezzo alla folla degli uomini. Veni daemon ferox, veni daemon ferox, veni daemon ferox. Su Alessandria imbrunire carico di sentore, stormire di vento tra gli alberi, dal deserto la sabbia s’insinua nelle strade, ricopre i volti, secca la bocca di Ipazia, mentre i carnefici di dio impugnano attrezzi di carità. Veni daemon ferox, veni daemon ferox, veni daemon ferox. Su ordine del vescovo Cirillo, il gruppo cristiano, guidato dal monaco lettore Pietro, si apposta 67 Libro NIHIL.indd 67 20-01-2014 13:36:47 per sorprendere Ipazia nel suo ritorno a casa. Veni daemon ferox, veni daemon ferox, veni daemon ferox. Aggredita sul carro, la trascinano giù fino alla chiesa Cesareo, le strappano la veste, la scarnificano con cocci affilati, e nel momento in cui respira appena, le cavano gli occhi, quindi viene smembrata, fatta a pezzi, gettata nel Cinerone, dove si brucia la spazzatura. Veni daemon ferox, veni daemon ferox, veni daemon ferox. Gli assassini esultano con le parole del padre della loro chiesa, Agostino: la donna è immondizia. Veni daemon ferox, veni daemon ferox, veni daemon ferox. 68 Libro NIHIL.indd 68 20-01-2014 13:36:47 * Canti sia preferibile il letame ai diamanti, perché dal letame nascono i fiori, mentre dai diamanti non nasce niente. Magniloquenza fatta circolare per meglio imbonire. Già che da qualcosa non nasca finalmente niente è motivo rassicurante, considerato che noi malviventi, con placet di riproduzione coattiva, abbiamo posto nascimento a tabù euforico. Non vuoi barattare i tuoi valori con le lusinghe del materialismo consumista? Il diamante è pietra alchemica filosofale, il vajra, fulmine e diamante della potenza spirituale, per Platone l’Asse della Terra è fatto di diamante. I tuoi principi non sono negoziabili? Almeno non dimenticare che i diamanti sono i migliori amici delle ragazze, non so se mi spiego! E poi, te la immagini Lucy in the Sky col letame? 69 Libro NIHIL.indd 69 20-01-2014 13:36:47 Libro NIHIL.indd 70 20-01-2014 13:36:47 * Ho incontrato me stesso e non l’ho riconosciuto, anzi, per dirla tutta, sono andato in fissa. Mi ha fatto incazzare il megalomane! Così, non sapendo cosa dirgli, faccio girare la voce che è una spia della polizia. 71 Libro NIHIL.indd 71 20-01-2014 13:36:47 * Adelaide ama i fiori, ma non si accorge che suo figlio Giacomo non vuole guardarsi allo specchio, mater tenebrosa, agisce nel buio con polso ferreo, gelida lama che recide ogni accenno di pulsione emozionale. Puritana, integralista, impone ai figli il suo ciarpame religioso, i vostri dolori offriteli a Gesù, quando alcuni di essi muoiono, per Adelaide è giorno lieto, gioioso, saperli volati nel paradiso. Giacomo, intimorito, rinunzia ai piaceri giovanili, è dono a Gesù, nella biblioteca di Recanati cresce, si sviluppa deforme, gobba davanti, gobba dietro, la madre è felice, lo vuole Gesù. D’aspetto dispregevolissimo, non si lava per non scorgere, seppure nella penombra, il corpo raccapricciante, alto 1 metro e 41 centimetri. Parenti, conoscenti, lo schifano, verme impestato, deriso, insultato in strada, angustiato da patimenti smisurati, che si sviluppano in aggiunta a gibbosità umilianti: 72 Libro NIHIL.indd 72 20-01-2014 13:36:47 insufficienza respiratoria, impotenza, male agli occhi da renderlo quasi cieco, disturbi digerenti, emicranie, reumi a gola e petto, emorragia al naso, stitichezza, asma, bronchite, accumulo liquidi, dolori addominali, gonfiore a ginocchia e caviglie, liquido purulento nel cavo pleurico, inattività ghiandolare, tubercolosi ossea, depressione psicotica. Leopardi a Napoli, passeggia con indosso il soprabito consunto, il bavero alzato, diretto al Caffè delle Due Sicilie, per gustare una granita, l’amatissimo gelato. Percorre il lungo mare, si ferma davanti la ricevitoria del lotto, gli scommettitori si accalcano intorno alla gobba veneranda, si fanno dare da ´o ranavuottolo i numeri fortunati. 73 Libro NIHIL.indd 73 20-01-2014 13:36:47 * Decido di vivere nel mondo sospeso tra baratro, asfalto magnetico su pelle irrequieta, mani randagie che disegnano geografie ingovernabili, l’aria ipnotizzante della sorpresa fatale, inutilmente religioni e società, cancrene della guerra interna, cercano di aprirsi un varco nel mio irriducibile egoismo. Ed ecco la potenza, possedere me stesso ricavandone l’indifferenza di essere unico. Sono equivoco impeccabile, puro agglomerato d’anchilosi, embolia predatoria, inezia subdola, abiura sfibrata, forfait inappuntabile, verve cauterizzata nel capestro. Un tipo come me, facile a vacillare, ritrova il suo centro gravitazionale in rappresaglie d’affanni, raptus rigeneranti al calor bianco, scisma fecondo di soccorrevoli rovesciamenti. 74 Libro NIHIL.indd 74 20-01-2014 13:36:47 * Non è mia prerogativa realizzare il pieno fallimento, sapete, non giungere mai al traguardo, fallito per grazia ricevuta. Il vero fallimento esclude la pur minima traccia d’opportunità, io invece, a ben vedere, combino sempre qualcosa. Malgrado la massima disponibilità ad arrendermi, qualcosa in me riesce, si realizza, non fosse altro che per l’accettazione del trascorrere delle ore, dei mesi, degli anni. Non avendo perciò predisposizione per il totale fallimento, mi ritrovo un quasi non definito, un quasi non vivente, un quasi non niente. 75 Libro NIHIL.indd 75 20-01-2014 13:36:47 * Embolo letale, supponente, abusivo del pensare, pazzo di verità, medicalizzato dall’umanesimo, fetente altero, borioso, che spadroneggia su interminabili cortei striscianti di cervelli marci, fine esegeta dell’epilessia bovina, malarazza scannata avviluppata in chimera inestricabile, costi quel che costi. Non sono tenuto ad alcuna corrispondenza tra le parole che pronunzio e le mie azioni. Coerenza è triste, noiosa, lapidea. Mi prendo astuta licenza d’imbrogliare, mi curo di non risultare sincero, per eludere la iattura di venir preso sul serio, scambiato per un altro. Voglio dirla fino in fondo, non mi è chiaro ciò che dico, non per quel che dico, ma piuttosto perché si sono via via ampliate nel mio discernimento pruderie, che infondo infondo indicano che anche il contrario di ciò che affermo non è detto che non mi vada a meraviglia, perciò l’inverso, il contrario di ciò che penso potrebbe risultare lusinghiero al manigoldo sicofante. Mi sono gettato in pasto alla follia quando ho accettato di vivere con me stesso, rectum estorsivo, sbocco di sangue infingardo. 76 Libro NIHIL.indd 76 20-01-2014 13:36:47 * Stare al mondo senza paranoia sarebbe come vivere senza respirare, trovarsi privo di malesseri in un mondo che abbia superato angosce sarebbe un duro colpo, il delitto perfetto ai miei danni, vivere liberato da crucci brucianti, insidiosi spettri, nemesi malevola, mai più afflitto da mitomanie cruenti, indotto ad andare contro natura per la cacciata di terrori ancestrali, infiniti sfaceli, estinzione del tragico. La vita in forma smagliante. È questo il pericolo più grosso che corro, trovarmi nel mondo, che volendo risolvere problemi, corra il rischio di riuscirci. 77 Libro NIHIL.indd 77 20-01-2014 13:36:47 * Giorgia, intrigante, alta, testa carica di riccioli rossi, gonfi lapilli roventi, occhi verdi, carnagione bianchissima d’alabastro. Un giorno d’inverno nebbioso andai a prenderla all’università, andammo al bar Ragno, in Brera, evidentemente stimolata da alcolici vari, non esitò ad accettare la proposta di trasferirci a casa mia, inutile dire che per il mio cervello trifolato fu il segnale indubitabile che ci sarebbe stata. Loquace e ammiccante, la fissavo affascinato, pregustando il momento in cui l’avrei succhiata prendendola da dietro, lavorandole il buco del culo con lingua prensile, ma Giorgia seppe tenere a freno i miei ormoni sconsiderati, cominciò a raccontarmi ciò che la eccitava sessualmente, piaceri carnali che mi lasciarono sbigottito. Ho per amanti due vecchi nani alti così. Tentai di restare impassibile, non far trasparire lo sconcerto, come potevo immaginare, e poi, fosse stato tutto lì. Mi piacciono anche le donne, però irsute, molto pelose, adoro la bruttezza, per eccitarmi devo toccare il mostruoso, tu sei troppo un bel ragazzo per i miei gusti. Da coglione rintronato, come se la situazione non fosse 78 Libro NIHIL.indd 78 20-01-2014 13:36:47 già sufficientemente compromessa, giusto per franare definitivamente. “A me sembra di essere normale”. Appunto, hai detto giusto, normale, non fai per me, non sei abbastanza deforme, io voglio addosso un uomo a due teste, che con una mi sussurri dolci frasi sul collo, mentre con l’altra inciti il branco alla penetrazione plurima, squartandomi. 79 Libro NIHIL.indd 79 20-01-2014 13:36:47 * Non c’entriamo niente con la vita, non siamo adatti a esistere, la vita non ci vuole, siamo nocivi ai nostri simili, privi di freni inibitori riveliamo innata, genuina attrazione dell’assassino che è in noi per l’arcano istinto crematorio. Incapaci di lealtà agonistica, che impedisce l’ammissione di manifesta futilità, produciamo atroce seme, beffa cremosa, supplizio spermatico, narcisismo da testosterone macabro con obbligo di futuro. In un mondo responsabile lo shock primigenio sarebbe vietato, interdetto, invece circola ammirato, posto improvvidamente a fondamento dell’inganno gaudioso. La vita non dona la vita, fornisce animali alla greppia. Chiedo che il vagito, il primo spalancarsi degli occhi, siano proibiti, inseriti tra gli atti dinamitardi, dichiarati illegali, fuori legge, droghe pesanti. 80 Libro NIHIL.indd 80 20-01-2014 13:36:47 * A Quarto Oggiaro, c’era da saccheggiare il supermercato, non sapevo altro, nessuno pianificò l’operazione, girò la voce, il passaparola. Entrammo a scaglioni di tre, quattro alla volta, in pochi minuti ci ritrovammo a decine, che prendevano, arraffavano sui ripiani, ripulimmo gli scaffali con tale velocità che la direzione, colta di sorpresa, non ebbe modo di adottare prontamente contromisure efficaci. Stavo guadagnando l’uscita quando vidi un energumeno in camice bianco, il macellaio, afferrare una delle nostre ragazze proprio sull’uscio. Cercammo invano di portargliela via tirandola per le braccia, ma il colosso non mollava la presa, allora, senza neanche pensarci, gli sferrai un tremendo calcione nei testicoli che lo fece piegare in due, stramazzare al suolo. Avevamo così tanta roba nei carrelli, nelle auto, da non sapere più dove metterla, così decidemmo di rifornire amici e parenti, quindi ci liberammo del bottino avanzato 81 Libro NIHIL.indd 81 20-01-2014 13:36:47 distribuendolo ai passanti. I riscontri sulle pagine dei giornali alimentarono dibattiti e polemiche, nelle settimane successive sorsero gruppi d’imitatori, presto lo scontro ideologico prese una piega che non piacque a nessuno di noi, fascisti rossi in attesa della dittatura del proletariato, piazzisti dell’olio di ricino, zombie della proprietà privata, iniziarono ad accapigliarsi, incominciò a circolare la giustificazione moralistica dell’esproprio proletario. A noi la propaganda populista disgustava perché sapevamo fin troppo bene chi fosse il proletariato, un padrone lancia l’osso da rosicchiare e subito si mettono a cuccia. Noi avevamo agito per divertimento, creato situazioni, solo per divertimento! Il ballo lisergico dei Gatti Selvaggi. 82 Libro NIHIL.indd 82 20-01-2014 13:36:47 * Venezia scintillante, rinascimentale, splendida Veronica Franco, gentildonna honorata, datrice di gioia, dispensiera d’amore, scudi 2. Cortigiana a Santa Maria Formosa, raffinata scrittrice, Lettere Familiari, gaudente poetessa, Terze Rime. Fulcro in conversazioni tra artisti, feste, suonatrice di liuto, esperta di spettacoli, concerti, immortalata da Tintoretto. Meretrice priva di travestimenti, affinava l’arte erotica, studiava latino, conosceva la prosodia. Dissoluti, ricchi, potenti, rispettabili protettori, nutrivano venerazione, fossero amanti o clienti. Ella si arrendeva volentieri ai licenziosi appetiti, descrivendo, con scrittura priva d’imbarazzo, i disonesti amori. 83 Libro NIHIL.indd 83 20-01-2014 13:36:47 * Sesto Vario Avito Bassiano, dalla Siria, Gran Sacerdote nel Tempio del dio Sole a Emesa, prestante, di rara bellezza, seppur effeminata, conosciuto nei secoli con l’appellativo El-Gabal, Eliogabalo. Acclamato dalle truppe orientali, Imperatore Romano all’età di quattordici anni col nome Marco Aurelio Antonino, grazie alle macchinazioni spregiudicate della nonna, Giulia Mesa. Il Senato ricevette dal giovane Imperatore, in viaggio dalla Siria col caravanserraglio al seguito, un suo ritratto: abiti da Supremo Sacerdote nella foggia tipica dei Fenici, in seta, ricamati d’oro, alta tiara sul capo, adornato da collane e ciondoli d’inestimabile valore, il volto appariva con le sopracciglia marcate di nero, le guance imbellettate di rosso e di bianco, la troia orientale stava arrivando a Roma. La madre Giulia Semiamira aveva fascino esotico, sapori, profumi sensuali, libera di costumi, oltremodo dissoluta, considerava la pudicizia femminile inutile, ridicolo retaggio, modi di vivere che le valsero critiche severe, senz’appello, di vera e propria sgualdrina. Fu a causa della condotta licenziosa di sua madre che si apostrofò Eliogabalo col nome Vario, di padre 84 Libro NIHIL.indd 84 20-01-2014 13:36:47 incerto, figlio di padri vari. L’occupazione principale di Eliogabalo era convogliare a Palazzo i ragazzi più dotati per godere delle loro prestazioni sessuali, divideva le sue libidini con la madre, mentre affidò il governo di Roma alla nonna, prima donna a sedere sugli scranni senatoriali. Le sue perversioni risultavano insopportabili persino ai più dissoluti viziosi, viveva fremebondo, alla ricerca continua di amanti maschili che chiamava onobeli, uomini forniti di attributi virili simili agli asini. Vestiva da donna, indossava parrucche, si depilava, lo vedevi girare nelle taverne e nei bordelli per prostituirsi. Nel Palazzo Imperiale stava sempre nudo, ammiccava sulla porta della camera, e con voce melliflua provocava chiunque passasse. Ebbe una relazione con Ierocle, schiavo biondo, auriga proveniente dalla Caria, che sposò, del quale si deliziava a farsi chiamare moglie, regina. Sposò anche Zotico, atleta di Smirne, per il quale organizzò la cerimonia nuziale pubblica nel centro di Roma. Schifati dalla lercia belva immonda, i Pretoriani, 85 Libro NIHIL.indd 85 20-01-2014 13:36:47 istigati dalla regia lungimirante della nonna dell’Imperatore, si schierarono contro Eliogabalo, e al Castro Pretorio lo assassinarono insieme alla madre, complice e partecipe delle sue dissolutezze, raggiungendolo nel luogo in cui si era rifugiato, e che spesso frequentava, la latrina. Aveva diciotto anni. 86 Libro NIHIL.indd 86 20-01-2014 13:36:47 * Merce sa cosa mi ci vuole, più cose possiedo, maggiore è la mia significanza, non sono persona che vuole farsi apprezzare per la sua esperienza vitale, ma per quello che ha, quando mai la garrotta di giaculatorie etiche d’invasati hanno saziato? La necessità pleonastica nobilita, genera fervida vivezza, indica precipua arché, la causa prima, il limo originario, sublime transito magnificato nei cessi. Consiglieresti la vita a chi ancora non è venuto al mondo? Io non toccherei la vita nemmeno col bastone elettrico per i porci, per quelli che ci sono già, consiglierei di vivere ignari, consumando consumandosi, e venti milioni di euro ciascuno posati sotto la culla, da grandi, ogni qualvolta si porranno quesiti esistenziali, avranno modo di mitigare la brutale delusione andando a fare shopping. 87 Libro NIHIL.indd 87 20-01-2014 13:36:47 * Considero benefico il non avere colloquio dell’anima, nessuna vociferazione col divino, valuto la fortuna di non sapere mai come comportarmi, sottraendomi alla minaccia di restare invischiato nella guerra civile del senso di colpa. Non credo nel peccato perché non credo in me. Se non fossi impegnato a rincorrere desiderio passerei le giornate a guardare il vostro volto, non conosco condizione più degradante! Meglio le catene di mille desideri che l’affrancamento amorfo, monacale, contagiato da perfezione, io appena sento odore di perfezione metto mano alla pistola. Soltanto perché inseguo desiderio capita di lenire, almeno per alcuni istanti, i rantoli che precedono cenere. Ogni volta che lascio gli arresti domiciliari commetto l’imperdonabile frivolezza di cedere alle lusinghe del cupo riflettente, pretenzioso soliloquio bastardo. La liberazione dal desiderio è l’ennesima religione dello stupro. 88 Libro NIHIL.indd 88 20-01-2014 13:36:47 * La vista degli efficienti, dinamici, ambiziosi incarogniti rampanti, suscita la mia supplica a napalm, perché svolga scrupoloso la sua missione. Nessuna concessione all’eutanasia perbenista, niente pietas per i forzati della consolazione, hanno saputo concepire persino la vita, a questo punto si abbatta su di essi la collera micidiale di lucidità. 89 Libro NIHIL.indd 89 20-01-2014 13:36:47 * Il sogno della razza umana è l’esercizio del potere di vita e di morte, l’universale caccia grossa al proprio simile. Solo il timore delle manette, la paura della galera, esercitato dalle leggi dei ricchi sugli sfruttati, tenuti al guinzaglio dal sistema del debito, limitano la proclive volontà d’ammazzamento. Studi effettuati ipotizzano che la razza umana derivi dai pesci. Ritengo l’eventualità alquanto bizzarra, stravagante, non fosse per altro che i pesci puzzano dopo tre giorni, mentre il genere umano emana tanfo imputridito molto prima, da subito, nasce già andato a male. 90 Libro NIHIL.indd 90 20-01-2014 13:36:48 * Sgomento di moralisti indignati: a questo mondo apparire è più importante che essere! E allora? Essere, onanismo trash, tenia inquinata da sensum finis, prefigurazione che si muove nello schema speculativo del pensiero precettato, che enuncia requisitoria allevata nel porcaio. Essere, sperso nella nube sulfurea nozionistica, alimenta infondate aspettative d’entità mistificata, è memento venefico dialogico, ignobile sedimento riflessivo, dislessia sofista. Apparire, essere, esibizionismi d’escrescenze tumorali, evacuazioni purulente di turlupinatori, mazzieri che trascorrono i secoli piantando chiodi nell’insolubile, cosche malversatrici impegnate nella compra vendita del reale infestato da vipere d’eloquio. Giusto per scongiurare vergognose risse tra bifolchi, avanzo la proposta conciliante, che potrebbe risultare assai utile a entrambe le fazioni: l’autocombustione. 91 Libro NIHIL.indd 91 20-01-2014 13:36:48 * Evoluzione, hobby fetish, allegria luttuosa d’intrapresa che banchetta tutti i giorni grazie al potere d’apartheid planetario messo in sicurezza dalla supremazia degli eserciti. Cos’è questa fregola di voler inventare nuovi mondi, non ne avete avuto a sufficienza di quello che abbiamo per capire che è preferibile non uscire da casa per evitare di fare altri danni? Non vi è bastato Zeus che ha partorito Atena nel mondo già adulta, senza che vi fosse intervento femminile, facendola uscire dalla propria testa, e che ella, con un sol colpo, appiattisse il gigante Encelado, facendolo diventare un’isola, la Sicilia? O che l’orrendo mostro Tifone, scagliasse contro il re dell’Olimpo lunghissime fiammate che non andarono a segno, ma che in conseguenza formarono i deserti del Sahara e dell’Arabia Saudita? L’avanguardismo evoluzionista mutante si scalmana sempre nelle retrovie: Zeus, dopo essersi unito a Semele, strappò il frutto del congiungimento non ancora maturo, cucendoselo in una coscia, portando egli stesso a termine la gestazione, e cavando il dio del Delirio dalla coscia 92 Libro NIHIL.indd 92 20-01-2014 13:36:48 dopo il periodo regolare. Nessuna evoluzione nella caverna web per gli antropofagi finanziari, i primati on-line accasciati su display. Se al supposto evoluto giunge voce che sua moglie si fa sbattere da un altro, impugna ancora la clava. Cos’è questa foia di cambiamento antropologico, non basta l’uomo così come lo conosciamo, cane rabbioso, per comprendere che una sua ennesima versione non potrebbe altro che rinnovare mal de vivre? È una calamità poter disporre di ulteriori spettacoli umani prodotti con nuova carne, riproduzioni mutanti, contaminazioni, neo-organismi, espansioni cellulari, intelligenze cibernetiche, replicazioni di personalità, biotecnologie transumane: raccapriccianti virus creazionisti, portatori della vecchia fistola patogena, vita. Il favoreggiamento da parte degli evoluzionisti fautori di entità ibride, che imprimono nell’individuo il marchio a forte impatto mutante, e che vogliano altresì offrire copertura sociale, artistica, religiosa, all’infame marmaglia, sappiano che si rendono complici del reato più abiectus: 93 Libro NIHIL.indd 93 20-01-2014 13:36:48 allestire sale di rianimazione. Tecnica, Arte, commoventi, propizî divertissement, che non possono farci scordare che non c’è evoluzione, avanzamento, poiché siamo sopraffatti da teologie tribali d’homo ideologicus preregistrato, masterizzato, remixato. I modernisti fautori del genere splatter, dal corpo inquinato, squarciato, cicatrizzato, amputato, smembrato, sottoposto a decine di interventi chirurgici necessitano di continua manutenzione per modificare identitas. Che tutte le identità vadano a farsi fottere! Scordiamoci che ci sia alcunché da fare, tanto meno da essere, progettare mondi, sognare mutazioni della specie in una realtà più reale del reale, da non saperla distinguere dal reale. Non c’è bisogno di altra realtà, veramente la realtà è il nostro unico problema, bisognerebbe infatti non accedere ad alcuna realtà, ritornare al nulla che fu. Non riusciamo a evolverci, siamo così, inabili a ogni palingenesi, razza senescente, beoti hi-tech, interneticus, oppositori della sola vera forma d’evoluzione: il blocco del perpetuo circuito. 94 Libro NIHIL.indd 94 20-01-2014 13:36:48 * Fermate il tracimatore d’amore prezzolato, bloccate il turpe vanitoso, che crea a sua immagine e somiglianza, popolando la terra di fan spocchiosi, sinistri apoplettici, invertebrati satanisti deboli di mente, dei quali decreta l’assassinio nascosto in torbida foschia di sicario schizofrenico. Egli non è riuscito a concretizzare l’annuncio del paradisiaco, non ha mantenuto la promessa del Giardino di Delizia, realtà che invece hanno saputo cagionare i sensi, pulsioni deliquio svelano visioni dell’Eden, il coito è l’eucarestia, la mensa salvifica, cannibale. Egli resta il più mostruoso manufatto voluto dal genere umano, pur non essendo mai stato avvistato da alcuno, presenzia, pervade, determina la substantia della nostra mente, c’è. Per suo crudele disegno è già ora di andarmene e ancora non ho capito se esisto, ogni giorno infatti chiedo il permesso di circolazione in quanto presunto. Forse avevo altre opzioni, ma è andata così, riesco a vivere privo di visione mistica, pur mancando di coscienza conservo 95 Libro NIHIL.indd 95 20-01-2014 13:36:48 il mio buon umore. Il torvo Signore ci lascia parola sempre sotto dettatura, è chiaro che egli non sa scrivere, quindi si tratta di un analfabeta. Che ne sa un analfabeta di ciò che è scritto? Chi l’ha inventato, incrementando il terrorismo, ha ideato la formula capace di metterlo nel culo a moltitudini, iniziando dalla più tenera età, pedofilo con lingua biforcuta nel giro di poker del bluff metaphysico. 96 Libro NIHIL.indd 96 20-01-2014 13:36:48 * Ho un solo modo per scongiurare imbarazzanti complicità, vivere da disadattato. Quale onta reagire, ribattere, quale oscenità spingersi all’attacco, che mortificazione realizzare che non puoi stare fermo. Mi hanno riadattato in politica di riduzione del danno, privato dell’ora d’aria nel coma dinamico ambizioso, segregato nel vagone piombato del pensiero cinereo fidente. Ho consegnato le mie mani a un portiere di calcio, affinché dimostri al pubblico degli stadi, che non si può afferrare ciò che non è mai stato. Distogliersi dai percorsi obbligati, instaurare condizioni di precipizio, attraversare padiglioni itineranti di mente inespiabile, frammenti di sudditanza scagliati nell’unità di misura del tempo disciplinato. Il visibile è la manifestazione del patibolo ritrovato. 97 Libro NIHIL.indd 97 20-01-2014 13:36:48 * Sia lode agli dèi per tanta prodigalità, volgiamo i nostri deferenti omaggi alle attribuzioni copiose, universali, di miserie, esse ci significano, sostanziano, prefigurano finitudine, mostrano che la nostra propensione alle miserie ci dà qualità, forma, consistenza, induce a relazioni, fonda comunità, incensano le nostre potentissime nevrastenie, paradigmi insulsi entro cui stimarsi occorrenza del fato. Bassezze irrinunciabili, miserie che accudiscono neuropatologie disperanti, scongiurano l’abbandono, colmano d’attenzione, sgretolano i muri d’esclusione, privi di miserie il nostro volto scompare, lasciati insostanziali, inorganici, non troviamo destino alcuno che accarezzi la bragia reietta, renda sopportabile il collare di pietra dei tumulati. 98 Libro NIHIL.indd 98 20-01-2014 13:36:48 * C’è chi trovandosi lontano dalle bombe ha balenato stupefacente scoperta, la guerra esiste, allora, còlti da vigliaccheria, si fa largo in loro l’entusiastica esaltazione pacifista. La guerra non ha mai risolto nessun problema. Impostura! Solo la mattanza ha determinato qualcosa, inutile ogni compiacimento, non l’ho voluto io l’uomo. C’è chi raglia perché si è accorto della povertà, ma di certo non è disposto a concedere nessuna quota di benessere personale, nessuno intende rinunziare ai crassi privilegi, nonostante si prodighino in ogni sordido imbroglio per convincerci di voler diventare compassione, disgustosa prosopopea, psicopatologia dell’opulenza. Attendo fiducioso che il prossimo lampo rivelatore confermi loro che esistere non è obbligatorio, potranno così, in uno slancio d’ammirevole altruismo, di pietà per la mia fragile capacità misericordiosa, decidersi a compiere, l’ultimo balzo. 99 Libro NIHIL.indd 99 20-01-2014 13:36:48 * Diffido dei programmi formativi, giudico biasimevole impegnare la vista sottoponendola a scurrili esercizi d’investigazione e studio. Analizzare, indagare, sviscerare, apprendere, possono condurci a scoprire chi siamo, sicuri che ci convenga? Decisamente meglio applicarsi con maestria nell’arte del furto con destrezza, perfezionarsi per fregare gli allocchi, distinguersi nelle opere speculative mandando a lavorare gli altri. Incrocio le carte, lancio i dadi, sarei contento di tenermi fuori dai pasticci una volta per tutte, ma finisce sempre così, appena adotto escamotage non faccio altro che esasperare la mia sorte di sbranato con mordacchia. Il pensiero umano è un lungo, tortuoso ricovero psichiatrico, controllato dai gendarmi evolutivi, impegnati nella caccia alla preda scettica, guardiani che hanno sancito la vita bene venerabile, accusandomi di sabotaggio, lasciando scivolare nelle mie tasche tre bossoli d’avvertimento. Non voglio compromissioni con la cultura, il suo scopo è leccare il culo a speranza, rendere eterno il disastro. Pago con l’insania scorgere che non c’è compiutezza 100 Libro NIHIL.indd 100 20-01-2014 13:36:48 vivibile dove sedimenta l’intelletto. Ammattisco nel constatare che finché c’è vita non c’è speranza. Mi accorgo che non è questione di quale idea in particolare, ma che in ogni caso è sempre nocivo offrire eccellenza all’idea in quanto tale. Pensare, teorizzare, è sempre ingiurioso, esiziale, mendace, possiamo enunciare ottimismo, divulgare pessimismo, farci alfieri del piagnisteo materialista, oppure farsi irretire da fatalità radiose, vivremo sempre vessati da torbidi felloni, che accatastano cadaveri dopo averli gasati d’idealismo. Possiamo esistere intelligenti o morire scemi, è lo stesso, la vita, non ha preferenze, non fa caso, se ne fotte di noi, se ne fotte di ciò che abbiamo nel cervello, essa ha incontestabilmente cose più importanti di cui occuparsi che curare i nostri te deum geriatrici. Non c’è niente di raffinato nell’esercitare la vita, la vita è volgare, lercio esercizio di trucidazione, sconcio madrigale d’avvilimento, poltiglia neuroanale che rigurgita dal pozzo di chiavica. 101 Libro NIHIL.indd 101 20-01-2014 13:36:48 * Non ne posso più dell’anima, Ibis Egizia, cardine intramontabile, basta sovranità Ba, fonte spirituale, facciamola finita, vi scongiuro, coi morti stesi sul dorso affinché anima possa volare via dalla bocca, Popol Vuh. A sentire gli Indiani d’America del Sud, forse potrei scamparla, per un po’, a loro dire sonno, estasi, catalessi, provocano temporanea perdita d’anima, e io, modestamente, quando si tratta di cadere in catalessi non temo rivali. Nessuna requie, devo tornare a realtà, riprendermi dalla pia illusione di farla franca, infatti vengo subito malmenato da Ubyr, anima dei Tartari del Volga, che esala dai cadaveri per succhiare sangue agli esseri addormentati, lugubre fascinazione. Basta, con la duplice anima cinese: Kuei, desiderio che rende la vita pesante, e che per tanto resta sempre nei paraggi, nei dintorni della tomba, e Shen, particella divina, genio elevato, insopportabile dualismo yin-yang. Finiamola con l’anima una volta per tutte, nessuno può giurare d’averla mai toccata, o dimostrare d’averla mai posseduta. Socrate inventa psyché, indica nella cura dell’anima il primo compito dell’uomo, ma almeno ha il ritegno 102 Libro NIHIL.indd 102 20-01-2014 13:36:48 di limitare la frode astenendosi dal riconoscerla immortale, Platone invece, più presuntuoso del Maestro, definisce anima simbolo di purezza e spiritualità, ne conosce pure la provenienza, il soffio divino, la descrive non avente inizio, ingenerata, incorporea, immortale. Come faccia a dirlo con tale sicumera lo sa solo lui, io ritengo che egli sia la dimostrazione evidente di come troppo talento possa dare alla testa. Ognuna delle nostre anime compone l’universale anima mundi, spappolamento mentale proveniente da Oriente, Atman, per Platone grande anima, megàle psyché, qui il lestofante afferma che anima, calata da dio nel corpo, risulta contaminata da malvagità intrinseca alla materia stessa. Così bestemmiando serve su piatto d’argento aggressioni, rastrellamenti, cervello per cervello, scatenati dai cristiani che stabilirono, al Concilio di Efeso, la Condizione Maligna della Carne. Basta Logos, è ora di finirla, basta anima, terza ipostasi di Plotino, vi esorto, finiamola, abbandoniamola sulle autostrade in pasto ai lupi e agli sciacalli, facciamola finita con l’anima, panico sgomento del farabutto Senso. 103 Libro NIHIL.indd 103 20-01-2014 13:36:48 * Si può avere la fortuna di nascere pietra, pur tuttavia è ovvio riconoscere, che miriadi sono le pietre nel mondo, anche detenere il vanto inestimabile di essere acqua, ma pure la presenza di questa nobiltà la si riconosce abbondante nei fiumi, nei mari, nel fresco nettare di Castalia. Potresti persino, da dio, incarnarti uomo, nascere Salvatore, Messia, Profeta, da una virgo intacta, elargire miracoli, morire crocifisso e resuscitare per liberare dai peccati gli umani, ma pure codesta missione è stata affidata numerose volte attraverso i millenni: Virishna, Beddou, Mitra, Quetzalcoatl, Sakia, Cadmo, Zoroastro, Osiride, Odino, Quirino, Gesù, Maometto. Il solo fatto strabiliante, mai visto nella storia dell’umanità è capitato a me, sì, a me, proprio a me, che ho trascorso gran parte dell’esistenza lamentandomi per la condizione ordinaria, calma piatta avvilita dalla banalità dell’ordine, conseguenza straziante del tirare a campare. Sia chiaro, nessuna leggenda, metafora di perdizione umana, io e il mio Socio, sin dal primo contatto con la Roulette e le Carte, abbiamo avuto chiaro l’intento da perseguire, raccogliere i soldi e fiondarsi 104 Libro NIHIL.indd 104 20-01-2014 13:36:48 a spenderli nei lupanari. Gli dèi pietosi hanno voluto colmarmi, oltre ogni mio auspicio, attirando su di me l’invidia di Fëdor Michajlovic Dostoevskij, inginocchiato, in lacrime, ai piedi della giovane moglie Anna Grigor’evna, che chiede il denaro sufficiente per giocare al Casinò. Egli ha di che lacerarsi nell’incredulità, avendo avuto dettagliata notizia del mio inimmaginabile caso unico nella storia dei giocatori: il mio Socio mette i suoi soldi per giocare, se perdiamo, perdiamo i suoi soldi, se vinciamo, dividiamo a metà. 105 Libro NIHIL.indd 105 20-01-2014 13:36:48 * Darsana, visione indiana del mondo, non può fare a meno d’indicarci supposti metodi, pratiche, formulare significato, non ce l’ha fa a starsene zitta, a farsi i cazzi suoi, anche lei pretende di dirci chi siamo, come dobbiamo vivere. Tutte le volte che si effonde scibile, avanzano teogonie, conflitti, si scavano trincee, non fanno eccezione le Upanisad e i Veda, che in evidente paranoia, hanno brevettato le Quattro Varna: caste che attestano, senza ipocrisie, la fissazione della razza umana per l’odio reciproco. Il tutto è Uno, e Uno è tutto. Ci serve a stare meglio? Questi sconvolti vogliono convincermi che soltanto rinunziando all’io, quindi ottenendo il distacco, potrei raggiungere liberazione, moska. Ma per me è vitale non abbandonare l’io, il solo trauma che mi caratterizza, privato del mio più acerrimo inimicus, cosa potrei mai essere, come potrei mai vivere? Non canto inni Rgveda, non declamo la Sruti, la rivelazione, contorsioni cerebrali per acquisire sciocca minuzia: beatitudine. Senza tante estenuanti nenie spiritiste consiglio 106 Libro NIHIL.indd 106 20-01-2014 13:36:48 dei metodi molto più rapidi, efficaci, spararsi LSD 25, che ha il merito di viaggio assai divertente risultando nel contempo massimamente cimentoso. Oppure aderire all’unica beatitudine conosciuta: la testa tra le cosce di una diciottenne mentre miagola vogliosa, mi direte, ma è banale, tutti sono stati tra le gambe di una diciottenne! Sì, è vero, ma non è detto che tutti abbiano capito cosa ci stavano a fare. Nemmeno Siddartha Gotama ce l’ha fatta a trattenersi, si accanisce contro la donna il misogino razzista, ritenendola soggetto incompatibile con l’ascesi. La seduzione che esercita la fica porta all’attaccamento, alla bramosia, al desiderio, attraverso la donna instauriamo la perpetua condizione d’incatenare l’individuo al mondo, quindi al suo dolore, alla torbida ignoranza, mantenendo in circolo la ruota di rinascite. Il Risvegliato considera l’unione sessuale la forma primordiale nella quale più si manifesta la sete di vita, per cui nega che la donna possa giungere al Nirvana, almeno che non estingua, dentro di sé, tutto quanto è femminile, sviluppando al contempo un pensiero maschile, al fine di poter ottenere il dono di rinascere uomo. 107 Libro NIHIL.indd 107 20-01-2014 13:36:48 Libro NIHIL.indd 108 20-01-2014 13:36:48 Libro NIHIL.indd 109 20-01-2014 13:36:48 Libro NIHIL.indd 110 20-01-2014 13:36:48 Postfazione di Carmine Mangone Libro NIHIL.indd 111 20-01-2014 13:36:48 Libro NIHIL.indd 112 20-01-2014 13:36:48 Carmine Mangone L’amore del possibile e l’odio della poesia a Dino e a tutti i “vandali coltivatori di rose” I Conobbi Dino diversi anni fa, incappando sul web in un suo progetto poetico-musicale intitolato a Maldoror, il protagonista della saga lautréamontiana, nostra comune passione, ed ebbi poi l’immenso piacere di ospitarlo per qualche giorno nella mia dimora fiorentina di allora. Inutile aggiungere che siamo diventati da subito dei grandi amici. E qui parlo di un’amicizia elettiva, folgorante, che non è mai stata in discussione, malgrado le centinaia di chilometri che si frappongono e la durezza della vita di entrambi. Parlo quindi di Dino con una parzialità che potrà apparire sfacciata, quasi disturbante; ma io non faccio critica letteraria per dovere, né mi perdo in sterili intellettualismi allorché si tratti di amicizia o amore. Se mi guardo indietro, e penso a ciò che è stata la mia vita, non ho alcun dubbio: grazie a certi incontri “capitali”, quando cioè m’è capitato d’incrociare e riconoscere i miei veri simili, la mia idea di poesia si è come realizzata, come concretizzata nell’unione egoistica che conduceva al godimento di me stesso e della bellezza degli altri, 113 Libro NIHIL.indd 113 20-01-2014 13:36:48 diventando così l’intelligenza della carne, della materia viva che affidavamo al mondo. Al di là di questo, la parte residuale della poesia, vale a dire la poesia scritta, è composta solo da parole che tentano di rilanciare l’avventura e l’esperienza del vivere aggrappandosi al puerile bisogno di una durata. Inutile nascondersi dietro un dito. Nel nostro caso specifico, io e Dino siamo “simili” nella stessa fondamentale abiura di un mondo – un mondo che tenta di ghermirci e che noi non riconosciamo. Però con una differenza sostanziale: lui ha perso ogni speranza di accomodarsi più o meno fortuitamente accanto agli altri – e lo dice con un’ironia che ti irrita, che a volte te lo fa quasi detestare – mentre io credo ancora che ci siano margini per costruire una comunità, un “branco”, un’associazione umana da opporre all’esistenza banalizzata e ai poteri che ci stritolano. Ciononostante, benché le nostre rispettive Weltanschauungen possano divergere in diversi punti, io e il mio amico ci portiamo in giro un ghigno sornione e una tenerezza “virile” che ci legano al di là di ogni parola. E son sicuro che nessuno mai potrà ingarbugliare i nostri percorsi, per il semplice motivo che noi non abbiamo più strade maestre – e forse mai le abbiamo avute. La scrittura di Dino è disarmante, netta, senza carità, con quel pizzico di retorica beffarda e autocompiacente che può irritare i più, ma che rimane come un suo marchio distintivo, forte, ineludibile. I suoi testi hanno infatti un timbro inconfondibile: 114 Libro NIHIL.indd 114 20-01-2014 13:36:48 è come se qualcuno avesse messo in una betoniera i Sillogismi dell’amarezza di Cioran, le Poesie di Isidore Ducasse, qualche testo punk e frammenti di dialogo tratti da B-movie americani. Eppure, non fatevi ingannare dal tono esacerbato di certi passaggi. Cataldo Dino Meo è un vero dandy, uno dei pochi esseri che per me oggi incarnano la poesia, un uomo irrimediabile, sempre nerovestito ed elegante, anche nel bel mezzo di quelle ordinarie apocalissi quotidiane che fanno la vita degli uomini civilizzati. D’altronde, come giustamente prescriveva suo padre, citato in un testo di Nihil: «morto per morto, mi raccomando, sempre ben pettinato». II Non è affatto un esercizio azzardato, né tanto meno lezioso, criticare radicalmente la poesia, benché ci sia la diffusa credenza, tra i letterati, che la poesia basti a se stessa e che quindi si possa solo falsificarla interpretandola o ponendola di fronte alle sue contraddizioni. Beninteso, io non riduco l’idea e la pratica della poesia all’interno dell’omonimo genere letterario. La poesia storicamente determinata, a partire dal superamento della tradizione orale, si può definire come l’organizzazione delle parole, della loro origine e del loro fine dentro una cornice estetica – fondata sulla valorizzazione delle forme – che ne fissa il 115 Libro NIHIL.indd 115 20-01-2014 13:36:48 senso separandolo dal flusso della vita quotidiana e liquidando (o rinnovando) i luoghi comuni sociali senza necessariamente superarli nella realtà di chi produce o consuma elementi poetici. La critica radicale della poesia non è una forma particolare di letteratura, né tanto meno si risolve in una teoria o si limita ad essa. Una tale critica prepara semmai la fine della poesia e inizia là dove la poesia si arresta in quanto dimensione separata, esistente solo a parole. Se partiamo da un’idea di poesia come collante o detonatore delle possibili bellezze del mondo, bisogna ammettere che la poesia dei letterati non unisce gli uomini, se non in modo fittizio e banalmente culturale, separando in realtà la parola poetica da un mondo di relazioni sociali che ha davvero ben poco di poetico. Mostrare il movimento della poesia – all’opera nello sviluppo storico dell’umanità – ci porta dunque ad evidenziarne la progressiva fuga da questo mondo e, allo stesso tempo, ad escogitare nuove situazioni per restituirlo concretamente alla bellezza ancora possibile dei rapporti. Qui non si nega certo che la poesia – in quanto pratica separata o mero genere letterario – possa ancora scatenare un brivido, una sensazione di apertura sovrana sull’esistente, ma questo avviene solo in ciò che la nostra vita e il mondo hanno di manchevole, di perduto, di non ancora vissuto. La poesia come genere letterario è una forma del mistero 116 Libro NIHIL.indd 116 20-01-2014 13:36:48 – e si rivela parte integrante di un sistema che alimenta o ridefinisce il mistero mantenendolo al di sopra degli uomini. Il mistero è una lacuna, un deficit nella nostra capacità di vivere e pensare il mondo; genera l’impotenza, la paura, il sacro, la fede, la progressiva inabilità a riconoscere le manifestazioni autentiche dei viventi. Il mistero è la merce, il denaro, l’ombra di un Dio licenziato da tempo e che ormai lavora in nero per potersi permettere almeno un finto paradiso a prezzi da discount. In un contesto socio-culturale che la riproduce ai margini dell’esistente proprio a partire dalla sua stessa marginalità autoreferenziale, la poesia è e rimane insufficiente finché si limita a imbellettare – e a tollerare – le sufficienze di coloro che la relegano in un mero genere letterario per paura che tutto il mondo possa diventare improvvisamente poetico e rivoltarsi contro di loro. In effetti, se si risolvesse il “mistero”, l’unità fittizia del mondo andrebbe in frantumi, e ogni momento, ogni piano del mondo assumerebbe un’importanza essenziale e si vivrebbe infine per ciò che è: rilegatura e bellezza possibile dell’umano, nonché pratica condivisa della bellezza, a tu per tu con la singolarità dei viventi, volontà contro volontà (per dirla con Stirner), e ricostituendo potentemente l’immediatezza del vivere. Insomma, la poesia è un’attività particolare dell’uomo, ma l’uomo non è un’attività particolare della poesia. Non si può confondere l’aratro con la mano di chi ara, 117 Libro NIHIL.indd 117 20-01-2014 13:36:48 né credere di poter ovviare alle mancanze dell’uomo organizzandole o dicendole in un modo diverso. L’organizzazione delle parole è fondamentale, certo, ma le fondamenta dell’edificio sono ben più complesse dei tanti castelli di parole che se ne diramano. Tali fondazioni sono gettate sull’esperienza umana della realtà – esperienza che produce anche le parole e che spesso, paradossalmente, viene elusa proprio da queste. Appare chiaro di come la poesia, in quanto ambito separato, vada oltrepassata, realizzata nel suo stesso annientamento. Occorre tornare all’oralità; risparmiare carta, alberi; riscoprire le voci al di qua del Libro; parlarsi addosso, leccarsi, urlarsi contro, spidocchiare ogni aggettivo superfluo. Rimbaud è morto per i suoi peccati, non per i nostri. Bisogna ricominciare da dove si sono fermate le avanguardie estetiche e sovversive del Novecento (Dada, surrealisti, situazionisti) rifondando in senso libertario le loro pratiche dell’intesa, dell’amore, dell’insorgenza. Bisogna costruire comunità amorose, combattenti, ingovernabili – come culmini possibili della migliore umanità –, a partire dalle ceneri della poesia, e per farla rinascere in quanto volontà unica, comune e irrimediabile dentro il mondo che fluisce con noi. L’alternativa, una volta di più, è tra chi difende questo mondo, facendosi paladino dei suoi dettagli insignificanti (per quanto lucrosi), e chi si muove invece nel flusso degli eventi e delle parole per cercare di sovvertire la banalità dell’esistente, o per separarsene drasticamente. 118 Libro NIHIL.indd 118 20-01-2014 13:36:48 Libro NIHIL.indd 119 20-01-2014 13:36:48 Libro NIHIL.indd 120 20-01-2014 13:36:48 PRODUZIONI VIDEO - RECORD - BOOK NOTE DVD Libro NIHIL.indd 121 20-01-2014 13:36:48 Libro NIHIL.indd 122 20-01-2014 13:36:48 L’UOMO, L’UOMO, L’UOMO ...il solo interessato all’uomo e l’uomo, il raggiante omicida imploso per correità col superfluo. A Emil M. Cioran Testo e voce Cataldo Dino Meo Performer Luca Bergamo, Cameron Angelo Kozak, Cataldo Dino Meo Musica Arasonus Operatori video Luigi Dragone, Roberto Contini, Gino Ginelli, Piernicola Rigoldi, Antonio Meo Registrazione audio Marco Castiglioni Spazio Monica Artifoni, Pianengo (CR) Photo Roberta Meo Organizzazione set Alberto Bruschieri, Piernicola Rigoldi Ringraziamenti Monica Artifoni, Pina Iacovino, Eleonora Trimboli, Cosimo Massafra L’opera pittorica “Cuore” è di Piernicola Rigoldi Regia Milano, 2013 Antonio Meo Testo pag. 29 123 Libro NIHIL.indd 123 20-01-2014 13:36:49 GENTILUOMO Non siamo condannati all’amore, possiamo vivere senza, così com’è possibile spassarsela molto bene anche senza dio. Testo e voce Cataldo Dino Meo Musica Arasonus Performer Ginevra Sanguigno,WilmaZamboli, Roberta Meo, Miriam Rocchetta Registrazione audio Marco Castiglioni Regia Antonio Meo Milano, 2011 Testo pag. 16 124 Libro NIHIL.indd 124 20-01-2014 13:36:49 OSSESSIONE Non ce la faccio a vivere senza Ossessione, mi è insopportabile l’assenza di psicosi... Testo e voce Cataldo Dino Meo Musica Arasonus Registrazione audio Marco Castiglioni Regia Antonio Meo Si ringrazia per i contributi visivi Thank you for the various visual contributions Milano, 2011 Testo pag. 17 125 Libro NIHIL.indd 125 20-01-2014 13:36:49 INDIVISIBILE MELANCONIA ...fierezza errabonda e scura del gelido fuoco... congiunzione incendiaria di labbra d’estasi. Testo e voce Cataldo Dino Meo Performer Monica Artifoni Musica Raffaele serra Regia Antonio Meo Milano, 2001 Testo pag. 27 126 Libro NIHIL.indd 126 20-01-2014 13:36:49 COMANDAMENTO Sì, io vivo nel regno dello stupendamente inutile, sì, è lì che risulto formidabile. Testo e voce Cataldo Dino Meo Maschera Antonio Meo Musica Arasonus Ospedale psichiatrico Giuseppe Antonini, ex manicomio Mombello, Limbiate, Milano Riprese maschera Alberto Carcangiu Registrazione audio Marco Castiglioni Regia Antonio Meo Milano, 2012 Testo pag. 41 127 Libro NIHIL.indd 127 20-01-2014 13:36:49 TENTAZIONI Ho una sola chance alla nausea, che le tentazioni mi perseguitino. Ad Andrea Tait, Dioniso. Testo e voce Cataldo Dino Meo Musica Arasonus Performer Clare Ann Matz, Andrea Tait, Cataldo Dino Meo Riprese video Alberto Carcangiu, Luigi Dragone, Antonio Meo Registrazione audio Marco Castiglioni Regia Antonio Meo Ringraziamenti Studio Fotografico Emanuele Iuculano Wicked in flight high speed camera. Amazing slow motion camera. Milano, 2012 Testo pag. 32 128 Libro NIHIL.indd 128 20-01-2014 13:36:49 SPLENDIDUM VITIUM Non ho una ragione per esistere, ci pensa il corpo a farmi riprendere i contatti... Testo e voce Cataldo Dino Meo Musica Raffaele Serra Photo Pietro Borsi Regia Antonio Meo Milano, 2000 Testo pag. 40 129 Libro NIHIL.indd 129 20-01-2014 13:36:49 CARAVAGGIO ...arrogante, rissoso, sempre pronto a insultare, aggredire, barbaro visionario della Luce Tagliente. Testo e voce Cataldo Dino Meo Musica Raffaele Serra CHICAGO Thanks to Roberta Meo, Cameron Angelo Kozak, Family Williams, Taylor and Kelsey KozaK Regia Antonio Meo Milano, 2004 Testo pag. 59 130 Libro NIHIL.indd 130 20-01-2014 13:36:49 BONUS VOGLIO UCCIDERE Voglio uccidere, uccidere, per sapere se esisto realmente. Premio film-maker, Milano, 1982. Testo e voce Cataldo Dino Meo Musica e cori Giancarlo Sessa Riprese 8 mm Raffaele Schito Reloaded Antonio Meo Photo Pietro Borsi Regia Raffaele Schito Quarto Oggiaro Produzione Maldoror Milano, 1982 131 Libro NIHIL.indd 131 20-01-2014 13:36:49 Libro NIHIL.indd 132 20-01-2014 13:36:49 INDICE NIHIL 5 - 107 POSTFAZIONE di Carmine Mangone 113 - 118 NIHIL Note DVD 123 - 131 Libro NIHIL.indd 133 20-01-2014 13:36:49 Libro NIHIL.indd 134 20-01-2014 13:36:49 Libro NIHIL.indd 135 20-01-2014 13:36:49 Libro NIHIL.indd 136 20-01-2014 13:36:49 Libro NIHIL.indd 137 20-01-2014 13:36:49 Libro NIHIL.indd 138 20-01-2014 13:36:49
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