NEFROPATIE 14 3ante 195x130.indd - Ordine dei medici

INFORMAZIONI
Gestione territoriale delle Nefropatie e
della terapia sostitutiva della funzione renale?
Sede del Corso
Palazzo Ferdinandeo
Largo Caduti di Nasiriya, 1
34142 Trieste
Iscrizione
L’iscrizione al Corso è gratuita e comprende la partecipazione ai lavori
congressuali, il kit congressuale e l’attestato di partecipazione.
L’iscrizione dovrà essere effettuata esclusivamente online sul sito
www.nordestcongressi.it entro e non oltre il 5 dicembre 2014.
ECM
Provider ECM: Nord Est Congressi Srl - ID 1682.
Professioni accreditate: medico chirurgo, psicologo, assistente
sanitario, dietista, infermiere e tecnico di neurofisiopatologia.
Discipline mediche accreditate: nefrologia, igiene, epidemiologia e
sanità pubblica, medicina generale (medici di famiglia), continuitòà
assistenziale, psicologia, scienza dell’alimentazione e dietetica,
direzione medica di presidio ospedaliero, organizzazione dei servizi
sanitari di base.
La possibile integrazione tra Medico di Medicina Generale e Specialista Nefrologo.
Segreteria Scientifica
Dott. Giuliano Boscutti
Direttore S.C. Nefrologia e Dialisi
Azienda Ospedaliero Universitaria
Ospedali Riuniti di Trieste
Tel. 040 3994560
Fax 040 3994250
[email protected]
Segreteria Organizzativa
Via Portanuova, 3
33100 Udine
Tel. 0432 21391
Fax 0432 506687
[email protected]
www.nordestcongressi.it
Trieste, 13 dicembre 2014
Palazzo Ferdinandeo
Presidente Giuliano Boscutti
Azienda Ospedaliero Universitaria
Ospedali Riuniti di Trieste
intercettate ed adeguatamente trattate, le terapie sostitutive (dialisi e
trapianto), sgradite ai pazienti e peso sempre meno tollerabile per il sistema
sanitario. E’ necessario dunque che queste siano precocemente riconosciute
ed inviate allo specialista che le può adeguatamente diagnosticare e trattare
secondo protocolli quanto più possibile evidence based ed uniformi su
tutto il territorio. Ma è il MMG che deve essere il primum movens di questi
percorsi e ad esso questi pazienti devono tornare per il monitoraggio a lungo
termine: ed in questo caso la definizione di CKD non è in se adeguata
a riconoscere la “evolutività” della malattia renale. Solo un dialogo
facilitato con lo specialista inserito nell’ ambito di un percorso definito può
adeguatamente sostenere il MMG in questa necessità.
Con una popolazione sempre più anziana e polipatologica la scelta della
terapia delle fasi più avanzate della CKD si fa sempre più difficile. Se è vero
che non sempre la decisione di iniziare un trattamento dialitico è quella
migliore in termini di riabilitazione ed anche di semplice speranza di vita la
scelta della metodica è un momento di svolta per il paziente che chiede la
partecipazione di molteplici figure professionali ed il MMG non può essere
escluso da questo. Ed iniziato il trattamento dialitico che potrà durare molti
anni non è pensabile che il paziente sia soltanto di interesse Nefrologico. E
questo è certamente ancora più vero se il trattamento è domiciliare con tutti
i benefici che questo fornisce al paziente ma anche con tutte le necessità
di tipo organizzativo e gestionale che questo comporta. Non è pensabile
un programma di dialisi domiciliare senza il sostegno di tutte le strutture
territoriali e tra queste certo non può mancare il MMG.
E neanche un programma di trapianto, ormai definitivamente riconosciuto
come la migliore terapia sostitutiva in tutti coloro che sono in grado di
poterlo affrontare senza limiti predefiniti di età, può avere accesso a tutte
le possibilità percorribili comprese quelle, importantissime, aperte dal
trapianto da vivente se non vi è piena conoscenza di queste possibilità da
parte del Medico più vicino al paziente ed alla sua famiglia.
Dott. Giuliano Boscutti
PROGRAMMA
Negli ultimi 15 anni un nuovo tipo di approccio metodologico ha definito e
stadiato la malattia renale cronica (chronic kidney disease, CKD) nei termini
sostanzialmente di una stima del filtrato glomerulare ottenuta facilmente
con l’ uso di formule a partire dal dosaggio della creatininemia e da alcuni
dati demografici (età, sesso, etnia etc.). Tale approccio è andato nel tempo
affinandosi con miglioramenti tecnici nel dosaggio della creatininemia e,
più recentemente, associando il dosaggio della proteinuria.
Come risultato di tutto ciò il Nefrologo, cultore essenzialmente di tutta una
serie di malattie renali rare se prese singolarmente e accreditato di una
cultura di nicchia e quasi esoterica del metabolismo elettrolitico ed acido
base oltre che depositario, tuttora unico tra gli Specialisti, della capacità di
sostituire la funzione dell’ organo studiato con dialisi e trapianto renale, si è
trovato ad affrontare una pandemia che coinvolge il 10% della popolazione
generale. E una quota ancora più grande della crescente popolazione
anziana.
Naturalmente e fortunatamente una grande parte di questa popolazione
non arriva mai ad un livello di danno renale che richiede la sostituzione
della funzione dell’ organo: questo tuttavia avviene in parte per la lentezza
evolutiva della maggior parte di questi casi ma anche perché la CKD fin
dagli stadi iniziali si è rivelata essere un fattore di rischio cardiovascolare
indipendente che condiziona in questa popolazione una mortalità molto
più elevata e precoce di quella della popolazione generale. La CKD si pone
inoltre come comorbidità che aggrava il decorso e rende difficile la terapia
di tutte le patologie in cui si trova inserita: si pensi soltanto in questi quadri
alla accentuata tossicità farmacologica, all’ uso di mezzi di contrasto
radiologici, ai limiti diagnostici di alcuni comuni esami ematochimici etc.
E’ chiaro che una malattia cronica con una epidemiologia di questo tipo,
ormai dimostrata in tutte le popolazioni studiate, non può essere gestita
soltanto con una ottica specialistica ma deve necessariamente coinvolgere
le strutture territoriali ed in primis il Medico di Medicina Generale: solo
percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali condivisi possono gestire al
meglio una massa così grande di pazienti.
Il problema più avvertito dallo Specialista è certo quello della diagnostica
precoce delle malattie renali più evolutive: queste richiedono, se non
08.00-08.45
Registrazione partecipanti
08.45-09.00
Presentazione del Convegno e saluti delle Autorità
Il trattamento della insufficienza renale cronica in fase uremica:
la scelta della terapia conservativa
Giacomo Panarello (Pordenone)
Moderatori della giornata
La dialisi peritoneale:
il modello di dialisi domiciliare alla prova delle possibilità organizzative del territorio
Lucia Martimbianco (Palmanova), Fabio Samani (Pordenone)
Manuela Bosco (Gorizia)
IL QUADRO DI FONDO
09.00-09.30
Epidemiologia della malattia renale cronica:
tra le malattie rare e l’epidemia di insufficienza renale cronica
L’emodialisi extracorporea: quali le interazioni possibili?
Marco Ianche (Trieste)
Giuliano Boscutti (Trieste)
PERCORSI DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO-ASSISTENZIALI CONDIVISI
09.30-10.00
Il ruolo del Medico di Medicina Generale nella diagnosi delle nefropatie:
tra gestione del rischio cardiovascolare e diagnosi precoce delle nefropatie
Doriano Battigelli (Trieste)
10.00-10.30
Il Nefrologo tra gestione della malattia renale cronica
e la diagnostica e terapia delle nefropatie evolutive
Gianpaolo Amici (San Daniele)
11.45
IL TRAPIANTO RENALE: OPZIONI E BISOGNI
12.15-12.45
Tavola rotonda con breve introduzione tematica Nefrologica
Discussants:
Doriano Battigelli (Trieste), Luigi Canciani (Codroipo), Liliana Gonano (Gorizia),
Romano Paduano (Palmanova)
Il trapianto di rene:
le opzioni a disposizione ed i percorsi per il paziente
Domenico Montanaro (Udine)
12.45-13.15
Il ruolo del MMG:
trapianto pre-emptive, trapianto da vivente
Tommaso Lipartiti (Trieste)
IL DIALIZZATO: UN PAZIENTE SOLO NEFROLOGICO?
10.30-11.45
Coffee break
13.15-13.30
Conclusioni
Luigi Canciani (Codroipo), Giuliano Boscutti (Trieste)
13.30
Verifica dell’apprendimento