CNSO/CBPA/AL/MILANO/074 du 14/03/08 NEGRI NEWS 166 MENSILE DELL’IRCCS ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI www.marionegri.it SALUTE Le droghe: tra pericoli reali e distinguo artificiosi Con tecniche originali sviluppate dall’Istituto Mario Negri è possibile misurare il consumo di droghe in una popolazione che grava su una determinata rete fognaria. Alcuni esempi da Milano a Perugia ad Amsterdam. Come cambiano i consumi delle diverse droghe nel tempo. Le concentrazioni del fine settimana e in occasione dei “rave party”. L’artificiosa e fuorviante distinzione tra droghe leggere e pesanti. Gli effetti dannosi della cannabis. La minaccia più recente delle droghe sintetiche. I rischi della legalizzazione e le cose da fare per evitare la diffusione delle tossicodipendenze. Utilizzando tecniche originali sviluppate dall’Istituto Mario Negri si possono misurare nei liquidi fognari, a vari punti del percorso o in prossimità del depuratore, molte sostanze chimiche ed in particolare le droghe d’abuso. Per essere sicuri di non misurare concentrazioni di droghe gettate dagli spacciatori si misurano i metaboliti delle droghe, cioè le sostanze chimiche risultanti dalle trasformazioni subite dalle droghe nell’organismo. Così è possibile sapere la quantità di droghe effettivamente utilizzate ed è poi possibile tenendo conto di molti fattori risalire al numero di dosi utilizzate dalla popolazione che grava su quella determinata rete fognaria. Come cambiano i consumi Questo dato permette di valutare l’evoluzione nell’impiego delle droghe nel tempo e quindi di stabilire come cambiano i consumi, constatare l’eventuale influenza di interventi educativi ed osservare se compaiono in quantità significative nuove droghe. Ad esempio si può osservare che durante il fine settimana aumentano significativamente le concentrazioni di cocaina ed anfetamine, probabilmente a causa del loro effetto stimolante utilizzato per rimanere svegli nelle notti in discoteca, mentre rimane costante l’utilizzo di cannabis (si misura il tetraidrocannabinolo) e di oppioidi (eroina). In questi ultimi anni è diminuito di circa il 40 percento l’utilizzo di cocaina, probabilmente a causa della crisi che non permette l’acquisto di prodotti costosi, mentre è aumentato proporzionalmente l’impiego delle anfetamine che hanno un costo molto minore. È comparsa recentemente la ketamina, un prodotto molto pericoloso, di cui sarà importante seguire l’evoluzione dei consumi. Con questa metodologia è possibile seguire se si consumano più droghe in occasione di assembramenti giovanili. Ad esempio si è osservato un grande aumento di utilizzo della cannabis durante i cosiddetti “rave party”. Si possono confrontare anche i consumi delle varie città e rapportarli alle popolazioni. Ad esempio in Italia fra le città considerate spicca Perugia, in Europa ha invece un triste primato Amsterdam forse a causa della legalizzazione delle droghe. Bisogna sfatare la distinzione fra droghe “leggere” e “pesanti”. Non esistono droghe leggere, esistono invece livelli diversi di tossicità che tuttavia assumono diversa gravità in rapporto con le caratteristiche personali ed il contesto in cui vengono consumate. Non è ovviamente possibile fare una completa descrizione delle varie droghe e dei loro effetti ma val la pena di sottolineare gli effetti della droga più utilizzata, la cannabis (30.000 dosi al giorno nella città di Milano). Intanto occorre sottolineare che la cannabis non è più quella di una volta con un basso contenuto di tetraidrocannabinolo, oggi il contenuto del principio attivo può superare ben il 50 percento del peso della pianta, con tutte le sue conseguenze. Lo “spinello” D’altra parte lo “spinello” non è privo di effetti tossici. È certamente cancerogeno e secondo alcune ricerche, data la sua preparazione artigianale, lo sarebbe molto di più delle sigarette. Inoltre, è indubbio che la cannabis abbia marcati effetti sul sistema nervoso centrale, altrimenti non verrebbe utilizzata come droga. Secondo ricerche condotte in vari Paesi del mondo, soprattutto nei giovani il cui cervello è ancora in via di sviluppo, la cannabis a distanza di tempo darebbe luogo a un aumento di sindromi schizofreniche, depressione e ansietà. Il suo impiego è controindicato per chi guida o utilizza apparecchiature e macchine operatrici; nessuno sarebbe tranquillo all’idea di avere l’autista del taxi, il pilota dell’aereo o il chirurgo dedito all’uso dello spinello. Non va infine dimenticato che la cannabis è la porta d’ingresso per l’utilizzo di altre droghe. La legalizzazione certo non giova allo sviluppo e alla salute delle giovani generazioni. Invece di agire con una maggiore regolamentazione per le droghe legalizzate – alcol e tabacco – si vuole mettere a disposizione lo spinello per tutti SILVIO GARATTINI (continua in ultima pagina) Negri News 166, Marzo 2014, pag. 1 Anno XLVI - N. 1 - Marzo 2014 IF UNDELIVERED PLEASE RETURN TO CMP VERONA NEGRINEWS 166 IT:NEGRINEWS 153 IT 03/03/14 11:55 Pagina 1 NEGRINEWS 166 IT:NEGRINEWS 153 IT 03/03/14 11:55 Pagina 2 RICERCA Un consiglio ai ricercatori La “fuga dei cervelli”? Incoraggiamola: fa bene ai cervelli e alle nostre Università che sono deboli. Solo il confronto e l’arricchimento internazionali possono consentire ai nostri ricercatori di stare al passo con i migliori del mondo. Poi, dopo un po’, si può tornare. Semmai oggi dovremmo fare di tutto per rendere attrattivi i nostri laboratori (anche riducendo la burocrazia del sistema-ricerca) affinché gli scienziati di altri paesi trovino stimoli e motivazioni per venire a lavorare in Italia. Il nodo dei soldi pubblici e il ruolo delle charities come Airc e Telethon per aiutare la ricerca in Italia. Carla e Marco (non è il loro vero nome) arrivano al Mario Negri appena laureati. Dopo qualche anno riescono ad avere una posizione stabile, ma a Marco non basta. Vanno all’estero. Marco adesso lavora a New York, è autore di qualche buona pubblicazione (ma ne aveva anche in Italia); per Carla è tutto più difficile. Loro hanno fatto da soli; ma se qualcuno dovesse chiedermi “vado o resto?” non avrei (e non ho) dubbi, “vai subito”. E come la mettiamo con la “fuga di cervelli”? Va incoraggiata perché le nostre Università sono deboli ed è solo grazie alla “fuga di cervelli” che i nostri ricercatori riescono a stare al passo con i migliori del mondo. Qualcuno vorrebbe farli tornare, hanno fatto perfino delle leggi, una peggio dell’altra (chi torna paga meno tasse per esempio, chi ha avuto il coraggio di restare con tutti i problemi che ci sono qua le paga come tutti gli altri). Lasciamoli là gli scienziati che hanno avuto successo all’estero, sono loro che ospitano nei loro laboratori tanti ragazzi che dopo aver fatto l’Università in Italia, per emergere o anche solo per trovare un lavoro, se ne devono andare. Invece dovremmo fare di tutto per rendere competitivi i nostri laboratori e ridurre la burocrazia nel nostro sistema-ricerca. Allora tanti bravi scienziati verrebbero da noi dall’Europa dell’Est, dall’India, dalla Cina. La fuga di cervelli fra l’altro non è un problema italiano, riguarda tutti in Europa e il 60% dei tedeschi che se ne va non torna, come da noi. L’Europa e la ricerca Per evitare che i giovani migliori lascino l’Europa, l’Unione ha creato European Research Council con una dotazione di un miliardo di euro all’anno. Era facile prevedere che l’Italia con meno ricercatori e meno laboratori di tutti avrebbe perso anche questa opportunità. Non è stato così. Quest’anno i nostri scienziati sono stati al secondo posto dopo la Germania tra i paesi che hanno avuto più soldi da questo programma. Abbiamo fatto molto meglio di Francia, Gran Bretagna e Olanda. Solo che dei 46 italiani che hanno vinto, 26 lavorano in istituzioni europee. Al mio giovane interlocutore dell’inizio di questa storia, quello che ho incoraggiato ad andare all’estero, suggerirei però di tornare, dopo un po’. Nel frattempo avrà imparato come scrivere un progetto di ricerca per poter competere a questi bandi con qualche probabilità di successo, oppure a Telethon o AIRC (da noi le “charities” stanno facendo moltissimo per aiutare la ricerca). Certo, ci vorrebbero più soldi pubblici, siamo gli ultimi in questo senso in tutte le classifiche di tutti i paesi industrializzati. E li si dovrebbe dare direttamente ai ricercatori. Se sono bravi sapranno come spenderli bene. Nonostante tutte le difficoltà, l’Italia ha oggi gruppi di ricerca che competono con i migliori del mondo non solo per la medicina ma anche per la biologia, la matematica, la fisica. Mi è capitato una volta di intervistare un grande bergamasco, Franco Mandelli, un po’ di tempo a Parigi dopo la laurea per poi tornare in Italia, a Roma, dove è rimasto per tutta la sua carriera. Se fosse andato negli Stati Uniti e ci fosse rimasto, il professor Mandelli sarebbe stato uno dei tanti bravi ematologi del Massachusetts General Hospital o del Dana Farber a Boston, oppure dello Sloan-Kattering a New York. Avrebbe pubblicato tanti lavori – ma ne ha pubblicati anche stando a Roma – avrebbe guadagnato di più, avrebbe avuto una bella casa circondata da tante case tutte uguali con dentro tanti altri professori tutti bravi. Ma per il suo paese non sarebbe cambiato niente. Restando qua ha fatto un pezzo di storia dell’ematologia dell’Italia. GIUSEPPE REMUZZI Corriere della Sera, 02/02/2014 Negri News 166, Marzo 2014, pag. 2 LAUREA HONORIS CAUSA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO AL PROFESSOR SILVIO GARATTINI L’11 febbraio 2014 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano è stata conferita al prof. Silvio Garattini la laurea magistrale honoris causa in “Chimica e tecnologia farmaceutiche”. Il conferimento è avvenuto nell’ambito di una cerimonia molto solenne: l’inaugurazione dell’anno accademico della Statale. Una cerimonia che il Rettore prof. Gianluca Vago ha voluto ripristinare, dopo 13 anni di silenzio, in concomitanza con il 90° anno dell’Università di Milano inaugurata l’8 dicembre 1924 di cui ha voluto ricordare il primo Rettore, pure lui medico: il dr. Luigi Mangiagalli. Nella sua relazione il Rettore ha puntualizzato quale ritiene debba essere la nuova logica dell’Università dove devono prevalere il talento, la passione, l’apertura al confronto, la gioia per una scoperta, la cura delle persone che soffrono e non più la burocrazia, i veti, l’invidia, il senso di proprietà di beni che sono comuni. Sono poi seguiti gli interventi dell’emozionatissimo Presidente della Conferenza degli Studenti Andrea Mazzoleni, del Direttore Generale dr. Bruno Quarta, del prof. Giulio Giorello per la sua dotta prolusione su :” La passione per la libertà”. Con la Laudazio del Rettore viene conferita al prof. Garattini la Laurea honoris causa con la seguente motivazione: ”Per aver sempre lottato contro il fanatismo e la ciarlataneria e in favore dei diritti degli ammalati”. Nella sua Lectio Magisralis “Le responsabilità dell’Accademia nello sviluppo e nell’impiego dei farmaci” il prof. Garattini ha insistito sul concetto che è stato alla base di tutta la sua attività: la libertà della ricerca e la validità del metodo scientifico per il fine ultimo della salute degli ammalati. E questi dovrebbero essere a suo parere i concetti che dovrebbero sempre guidare l’azione di tutto il Sistema Sanitario Nazionale nella validazione dei nuovi farmaci. A conclusione della cerimonia il Rettore consegna al Prof. Garattini il Diploma di Laurea e, a titolo personale, molto spiritosamente…. una dolce vita bianca indumento simbolo di Silvio Garattini! (A.JORI) NEGRINEWS 166 IT:NEGRINEWS 153 IT 03/03/14 11:55 Pagina 3 MILANOCITYMARATHON fai correre la ricerca del Mario Negri che si occupa di coordinare le raccolte fondi per le ONP, dove si trova la nostra pagina e quelle dei nostri ricercatori: aiutateli a realizzare il nostro progetto. È facile: basTa un clik !!! E il giorno 6 aprile a Milano venite ad incitare, a sostenere, ad applaudire i nostri runner (ad oggi sono già più di cento): hanno corso per il Negri, hanno corso per la ricerca, hanno corso per voi!!! ARMANDA JORI ASSOCIAZIONE “AMICI DEL MARIO NEGRI”: IL RENDICONTO ECONOMICO DELL’ATTIVITÀ NEL 2013 L’Associazione Amici del Mario Negri, che si è costituita con il fine di sostenere con iniziative di vario genere le attività di ricerca e di formazione dell’Istituto, vuole in questa sede farvi partecipi dei risultati economici ottenuti nel 2013. Gli eventi organizzati dalle sedi di Milano e di Roma (Pittura e musica per la ricerca, Serata in collaborazione con Kiwanis BG, Cena Società del Giardino, Mostra mercato “Un regalo per la Ricerca, Opera Nabucco con biglietti a costo agevolato) hanno realizzato 117.210 €. Abbiamo ricevuto generose donazioni per 85.000 €. Con le quote associative (1.050 €) si è raggiunta la somma di 198.260 €. I fondi saranno utilizzati in parte per finanziare 6 borse di studio per giovani ricercatori che si stanno formando professionalmente nei laboratori dell’Istituto (5 dei quali per ottenere ll Dottorato di ricerca internazionale (PhD) e 1 per un giovane che si affaccia per la prima volta alla ricerca), l’altra parte dei fondi servirà per sostenere due importanti progetti di ricerca: uno sull’arresto cardiaco, l’altro sulla SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Queste poche informazioni sono un atto dovuto per gli amici che ci hanno sostenuto, un indice della trasparenza del nostro operato ed un invito ad aiutarci ancora e a diventare sempre più numerosi . Vogliamo anche ringraziare tutti coloro che con la loro partecipazione hanno permesso il raggiungimento di questi risultati e tutti coloro che con la loro volontaria attività ne hanno permesso la realizzazione. Grazie Per ulteriori informazioni consultare: www.amici.marionegri.it Negri News 166, Marzo 2014, pag. 3 Anche quest’anno l’Istituto ha aderito al Charity Program proposto dalla MilanoCityMarathon con il quale l’organizzazione intende sostenere i progetti solidali proposti dalle ONP aderenti, devolvendo alle stesse una quota dell’iscrizione dei runner che le hanno scelte e supportando la raccolta fondi di ciascuna ONP. L’associare lo slancio, la competitività, l’entusiasmo del maratoneta ad un impegno per il sociale non è un aspetto nuovo per questi eventi. Da molti anni le ben note maratone di New York, di Londra raccolgono con modalità diverse cifre considerevoli a favore delle Associazioni “no profit”. Nel 2012 la Maratona di Londra ha raccolto più di 63 milioni di euro. Naturalmente diverso è il numero dei partecipanti quasi 38.000 a Londra, circa 13.000 a Milano, ma importante è recepire il messaggio: il mondo dei giovani corridori ( e anche dei meno giovani) deve farsi carico di aiutare chi comunque ha bisogno, che è il mondo a cui le ONP si dedicano. Ogni sportivo un runner, ogni runner un fundraiser! L’Istituto si presenta ai suoi giovani runner con un progetto importante ma molto ambizioso : istituire una borsa di studio per un giovane ricercatore che in Istituto faccia ricerche sul trauma cranico. E queste ricerche sono purtroppo particolarmente dedicate ai giovani perchè sono i più colpiti da questi danni. Nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni il trauma cranico rappresenta la prima causa di morte e di disabilità permanente. L’incidenza dei trauma cranici registrata in Italia è di circa 300 persone su 100.000 abitanti. Il danno cerebrale conseguente al trauma è dovuto sia all’impatto meccanico sul cervello che si verifica al momento dell’incidente che al successivo innescarsi di eventi biochimici e molecolari che saranno i responsabili del danno finale. Mentre la medicina di urgenza ha fatto in questi anni molti passi avanti e permette, se l’intervento è immediato, di salvare molte vite, attualmente non si possiedono farmaci capaci di limitare il danno posttraumatico responsabile delle gravi disabilità permanenti. L’Istituto è impegnato nel tentativo di trovare una terapia farmacologica efficace È importante sostenere queste ricerche: bisogna fare in fretta! Per questo chiediamo ai runner che ci hanno scelto e anche a tutti coloro che ci leggono di essere ambasciatori presso gli amici per sostenere il nostro progetto entrando in www.retedeldono.it, il portale NEGRINEWS 166 IT:NEGRINEWS 153 IT 03/03/14 11:55 Pagina 4 Ricerche in pillole a cura di Armanda Jori GLI OMEGA-3 E I PAZIENTI AD ALTO RISCHIO CARDIOVASCOLARE L'assunzione di 1 g. al giorno di acidi grassi polinsaturi, gli omega-3, non previene l'insorgenza delle principali complicanze in una popolazione di individui ad alto rischio cardiovascolare. È il risultato pubblicato recentemente sul New England Journal di uno studio condotto dall' IRCCS Istituto Mario Negri e dal Consorzio Mario Negri Sud in collaborazione con i medici di medicina generale. Lo studio “Rischio e prevenzione” condotto su più di 12mila pazienti con età media di 64 anni, seguiti per 5 anni, ha dimostrato che il trattamento non ha portato vantaggi sui due parametri considerati (la mortalità e il ricovero ospedaliero per motivi cardiovascolari) contrariamente a quanto era stato ottenuto in un precedente studio condotto su pazienti con infarto del miocardio. La conclusione porterebbe a convenire che il trattamento con omega-3 può esercitare un effetto positivo su pazienti ma non preventivo su soggetti predisposti. La ricerca “Rischio e prevenzione” ha potuto realizzarsi con la collaborazione volontaria di 860 medici di medicina generale che hanno seguito i pazienti assicurando qualità dei dati e affidabilità delle informazioni. È il primo esempio di un lavoro che, condotto con il supporto dell'industria del farmaco, vede tra gli autori i medici di famiglia del Sistema Sanitario Nazionale con i ricercatori di Enti privati “no profit”. Negri News 166, Marzo 2014, pag. 4 ARRESTO CARDIACO L'arresto cardiaco è un evento improvviso determinato da un blocco della funzione cardiaca causato nella maggior parte dei casi da fibrillazione ventricolare, cui segue immediata perdita di coscienza. Se non si interviene immediatamente con la rianimazione cardiopolmonare, la probabilità di rianimare la persona colpita diventa molto bassa. Se le pratiche di rianimazione vengono effettuate in brevissimo tempo riescono ad avere successo nel 40% dei casi, ma la morte può sopravvenire durante il ricovero ospedaliero per successive complicanze cardiache e soprattutto cerebrali. Le gravi complicanze neurologiche dovute all'arresto cardiaco sono la causa di circa il 70% degli esiti infausti dopo rianimazione cardiopolmonare. In generale la sopravvivenza alla dimissione ospedaliera dopo arresto cardiaco è di appena il 10-15%. Si tratta quindi di un evento molto grave, improvviso, fortemente invalidante che può colpire anche soggetti giovani, sportivi, non affetti da patologie cardiache, di cui non è ancora nota l’origine. Ogni anno circa 400.000 persone sono colpite da arresto cardiaco in Europa e circa 60.000 in Italia. In Istituto sono in corso studi sperimentali e clinici volti a migliorare la sopravvi- venza dopo arresto cardiaco ed a ridurne le complicanze neurologiche. In particolare nel Dipartimento di Ricerche Cardiovascolari dell’Istituto Mario Negri, Giuseppe Ristagno ed il suo gruppo stanno conducendo, con la collaborazione del 118 di Regione Lombardia, uno studio per individuare i tempi ottimali in cui erogare la defibrillazione. Sulla base dei risultati sono in programma ulteriori studi collaborativi per valutare l’impatto di nuovi interventi sulla sopravvivenza del paziente resuscitato da arresto cardiaco. SINDROME DI RETT La Sindrome di Rett è una malattia congenita che interessa il sistema nervoso centrale ed è una delle cause più diffuse di grave deficit cognitivo. Si manifesta generalmente dopo i primi 618 mesi di vita dopo un periodo di apparente normalità, con la perdita di tutte le abilità acquisite (cammino, parola uso delle mani) e colpisce prevalentemente le bambine. È una sindrome diagnosticata nel 1966 dal medico austriaco Andreas Rett, ma solo nel 1983 fu riconosciuta come malattia neurologica col nome di Sindrome di Rett da uno studio condotto su una trentina di casi da un gruppo di neurologi europei. È una malattia rara che colpisce un individuo su 10.000 e per la quale non è stata trovata ancora una cura. In Istituto due Laboratori condotti rispettivamente dalla dr.ssa Tiziana Borsello e dal dr. William Invernizzi stanno conducendo ricerche che sembrano essere promettenti. Su un modello sperimentale riproducente le mutazioni tipiche della malattia, si sono individuate alterazioni biochimiche a livello cerebrale potenzialmente implicate nella patogenesi della malattia e ancora si sta studiando su un altro modello animale se un farmaco per altro già utilizzato con risultati positivi nelle ricerche di altre patologie neurologiche sia in grado di ridurre le alterazioni sinaptiche che si presuppone siano alla base della sindrome di Rett. L’Istituto Mario Negri non è il solo ad essere impegnato in questo settore ma è uno dei membri del Consorzio “Airett Research Team” che l’Associazione Italiana Sindrome di Rett (AIRETT), la ONLUS che è un punto di riferimento per le famiglie degli ammalati e che sostiene specifici progetti di ricerca, ha promosso nell’intento di coordinare le ricerche che a titolo diverso venivano condotte in altre istituzioni italiane. Fanno parte del Consorzio oltre all’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, l’IRCCS Istituto Auxologico di Milano, l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, il CNR, l’Istituto di Neuroscienze di Pisa, l’Università di Torino, Dipartimento di Neuroscienze, il CNR, Istituto di Genetica e Biofisica di Napoli, l’Università degli Studi di Siena, l’U.O.C. di Genetica Medica, l’Associazione Italiana Rett (AIRETT). Il Team è impegnato su due fronti: quello dell’intervento farmacologico e quello della terapia genica. Proprio grazie alle diverse competenze si spera di poter progredire velocemente nella realizzazione di una cura che possa far regredire i sintomi della malattia e migliorare le condizioni di vita delle bambine affette. SALUTE/Le droghe (continua da pagina 1) con il risultato che almeno in un primo tempo si avrà un aumento dell’uso della cannabis come si può dimostrare considerando che Amsterdam, con cannabis liberalizzata, è la città europea con più tetraidrocannabinolo nei liquidi fognari. Il desiderio condivisibile di evitare la criminalità legata all’uso delle droghe non sarà affatto raggiunto perché la cannabis è uno e non il maggiore in termini economici dei prodotti del mercato clandestino. Non va neppure trascurata la possibilità che con il passare del tempo il venir meno della “trasgressione” orienti sempre di più verso l’impiego di altre droghe più trasgressive. Infine occorre fare molta attenzione perché in questi ultimi tempi si sta assistendo ad uno scenario del tutto nuovo. Alle sostanze d’abuso classiche si stanno sostituendo sostanze psicoattive di origine sintetica appartenenti alla classe dei cannabinoidi e ad altre strutture chimiche di cui si conosce molto poco, soprattutto per quanto riguarda la durata d’azione, gli effetti tossici, il grado di dipendenza. Sono disponibili in generale via internet e perciò è molto difficile stabilirne l’origine e sapere cosa effettivamente contengano. Un pericolo per i giovani che spesso non sanno che sostanze psicoattive sono mascherate sotto forma di prodotti di uso comune quali profumi, deodoranti, detersivi. Altro che legalizzazione delle droghe, di cui si parla in questi giorni, occorre rafforzare i controlli, aumentare le informazioni, adeguare gli strumenti educativi, orientare i giovani verso altri interessi, culturali, sportivi, di volontariato, per evitare di avere una generazione di tossicodipendenti. Nessuno è senza responsabilità! SILVIO GARATTINI Esperia, febbraio 2014 NEGRI NEWS Direttore Responsabile SILVIO GARATTINI IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri - Ente Morale via La Masa 19 - 20156 Milano Tel. 02.39014.1 Fax 02.354.6277 www.marionegri.it Stampa: Postel SpA Roma Iscritto nel registro del Tribunale di Milano al N. 117 in data 28 marzo 1981 Tiratura 32.000 copie Finito di stampare nel Marzo 2014 Per garantire la privacy, in conformità a quanto previsto dalla legge n. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” garantisce tutti i suoi lettori che i più assoluti criteri di riservatezza verranno mantenuti sui dati personali forniti da ognuno. A tal fine si fa presente che le finalità dell’Istituto Mario Negri sono relative solo alla spedizione del “Negri News”. Con riferimento all’art. 7 della legge n. 196/2003, le richieste di eventuali variazioni, integrazioni o anche cancellazioni dovranno essere indirizzate a: Segreteria Generale - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” - Via La Masa 19 20156 Milano Citando la fonte, articoli e notizie possono essere ripresi, in tutto o in parte, senza preventiva autorizzazione.
© Copyright 2024 ExpyDoc