NEGRINEWS 153 IT - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri

CNSO/CBPA/AL/MILANO/074 du 14/03/08
NEGRI NEWS 166
MENSILE DELL’IRCCS ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI
www.marionegri.it
SALUTE
Le droghe: tra pericoli
reali e distinguo artificiosi
Con tecniche originali sviluppate dall’Istituto Mario Negri è possibile misurare
il consumo di droghe in una popolazione che grava su una determinata rete fognaria.
Alcuni esempi da Milano a Perugia ad Amsterdam. Come cambiano i consumi delle
diverse droghe nel tempo. Le concentrazioni del fine settimana e in occasione dei
“rave party”. L’artificiosa e fuorviante distinzione tra droghe leggere e pesanti. Gli
effetti dannosi della cannabis. La minaccia più recente delle droghe sintetiche. I rischi
della legalizzazione e le cose da fare per evitare la diffusione delle tossicodipendenze.
Utilizzando tecniche originali sviluppate
dall’Istituto Mario Negri si possono misurare nei liquidi fognari, a vari punti del percorso o in prossimità del depuratore, molte
sostanze chimiche ed in particolare le droghe d’abuso. Per essere sicuri di non
misurare concentrazioni di droghe gettate
dagli spacciatori si misurano i metaboliti
delle droghe, cioè le sostanze chimiche
risultanti dalle trasformazioni subite dalle
droghe nell’organismo. Così è possibile
sapere la quantità di droghe effettivamente
utilizzate ed è poi possibile tenendo conto
di molti fattori risalire al numero di dosi utilizzate dalla popolazione che grava su
quella determinata rete fognaria.
Come cambiano i consumi
Questo dato permette di valutare l’evoluzione nell’impiego delle droghe nel tempo
e quindi di stabilire come cambiano i consumi, constatare l’eventuale influenza di
interventi educativi ed osservare se compaiono in quantità significative nuove droghe. Ad esempio si può osservare che
durante il fine settimana aumentano significativamente le concentrazioni di cocaina
ed anfetamine, probabilmente a causa
del loro effetto stimolante utilizzato per
rimanere svegli nelle notti in discoteca,
mentre rimane costante l’utilizzo di cannabis (si misura il tetraidrocannabinolo) e
di oppioidi (eroina).
In questi ultimi anni è diminuito di circa il
40 percento l’utilizzo di cocaina, probabilmente a causa della crisi che non permette l’acquisto di prodotti costosi, mentre è
aumentato proporzionalmente l’impiego
delle anfetamine che hanno un costo
molto minore. È comparsa recentemente
la ketamina, un prodotto molto pericoloso,
di cui sarà importante seguire l’evoluzione
dei consumi. Con questa metodologia è
possibile seguire se si consumano più
droghe in occasione di assembramenti
giovanili. Ad esempio si è osservato un
grande aumento di utilizzo della cannabis
durante i cosiddetti “rave party”.
Si possono confrontare anche i consumi
delle varie città e rapportarli alle popolazioni. Ad esempio in Italia fra le città considerate spicca Perugia, in Europa ha
invece un triste primato Amsterdam forse
a causa della legalizzazione delle droghe.
Bisogna sfatare la distinzione fra droghe
“leggere” e “pesanti”. Non esistono droghe leggere, esistono invece livelli diversi
di tossicità che tuttavia assumono diversa
gravità in rapporto con le caratteristiche
personali ed il contesto in cui vengono
consumate. Non è ovviamente possibile
fare una completa descrizione delle varie
droghe e dei loro effetti ma val la pena di
sottolineare gli effetti della droga più utilizzata, la cannabis (30.000 dosi al giorno
nella città di Milano).
Intanto occorre sottolineare che la cannabis non è più quella di una volta con un
basso contenuto di tetraidrocannabinolo,
oggi il contenuto del principio attivo può
superare ben il 50 percento del peso della
pianta, con tutte le sue conseguenze.
Lo “spinello”
D’altra parte lo “spinello” non è privo di
effetti tossici. È certamente cancerogeno
e secondo alcune ricerche, data la sua
preparazione artigianale, lo sarebbe
molto di più delle sigarette. Inoltre, è
indubbio che la cannabis abbia marcati
effetti sul sistema nervoso centrale, altrimenti non verrebbe utilizzata come droga.
Secondo ricerche condotte in vari Paesi
del mondo, soprattutto nei giovani il cui
cervello è ancora in via di sviluppo, la cannabis a distanza di tempo darebbe luogo
a un aumento di sindromi schizofreniche,
depressione e ansietà. Il suo impiego è
controindicato per chi guida o utilizza
apparecchiature e macchine operatrici;
nessuno sarebbe tranquillo all’idea di
avere l’autista del taxi, il pilota dell’aereo o
il chirurgo dedito all’uso dello spinello.
Non va infine dimenticato che la cannabis
è la porta d’ingresso per l’utilizzo di altre
droghe. La legalizzazione certo non giova
allo sviluppo e alla salute delle giovani
generazioni. Invece di agire con una maggiore regolamentazione per le droghe
legalizzate – alcol e tabacco – si vuole
mettere a disposizione lo spinello per tutti
SILVIO GARATTINI
(continua in ultima pagina)
Negri News 166, Marzo 2014, pag. 1
Anno XLVI - N. 1 - Marzo 2014
IF UNDELIVERED PLEASE RETURN TO CMP VERONA
NEGRINEWS 166 IT:NEGRINEWS 153 IT 03/03/14 11:55 Pagina 1
NEGRINEWS 166 IT:NEGRINEWS 153 IT 03/03/14 11:55 Pagina 2
RICERCA
Un consiglio
ai ricercatori
La “fuga dei cervelli”? Incoraggiamola: fa bene ai cervelli e alle nostre Università che
sono deboli. Solo il confronto e l’arricchimento internazionali possono consentire ai
nostri ricercatori di stare al passo con i migliori del mondo. Poi, dopo un po’, si può
tornare. Semmai oggi dovremmo fare di tutto per rendere attrattivi i nostri
laboratori (anche riducendo la burocrazia del sistema-ricerca) affinché gli scienziati di
altri paesi trovino stimoli e motivazioni per venire a lavorare in Italia. Il nodo dei soldi
pubblici e il ruolo delle charities come Airc e Telethon per aiutare la ricerca in Italia.
Carla e Marco (non è il loro vero nome)
arrivano al Mario Negri appena laureati.
Dopo qualche anno riescono ad avere
una posizione stabile, ma a Marco non
basta. Vanno all’estero. Marco adesso
lavora a New York, è autore di qualche
buona pubblicazione (ma ne aveva anche
in Italia); per Carla è tutto più difficile.
Loro hanno fatto da soli; ma se qualcuno
dovesse chiedermi “vado o resto?” non
avrei (e non ho) dubbi, “vai subito”.
E come la mettiamo con la “fuga di cervelli”? Va incoraggiata perché le nostre
Università sono deboli ed è solo grazie
alla “fuga di cervelli” che i nostri ricercatori riescono a stare al passo con i migliori
del mondo.
Qualcuno vorrebbe farli tornare, hanno
fatto perfino delle leggi, una peggio dell’altra (chi torna paga meno tasse per
esempio, chi ha avuto il coraggio di restare con tutti i problemi che ci sono qua le
paga come tutti gli altri).
Lasciamoli là gli scienziati che hanno
avuto successo all’estero, sono loro che
ospitano nei loro laboratori tanti ragazzi
che dopo aver fatto l’Università in Italia,
per emergere o anche solo per trovare un
lavoro, se ne devono andare.
Invece dovremmo fare di tutto per rendere competitivi i nostri laboratori e ridurre la
burocrazia nel nostro sistema-ricerca.
Allora tanti bravi scienziati verrebbero da
noi dall’Europa dell’Est, dall’India, dalla
Cina. La fuga di cervelli fra l’altro non è un
problema italiano, riguarda tutti in Europa
e il 60% dei tedeschi che se ne va non
torna, come da noi.
L’Europa e la ricerca
Per evitare che i giovani migliori lascino
l’Europa, l’Unione ha creato European
Research Council con una dotazione di
un miliardo di euro all’anno.
Era facile prevedere che l’Italia con meno
ricercatori e meno laboratori di tutti avrebbe perso anche questa opportunità.
Non è stato così.
Quest’anno i nostri scienziati sono stati al
secondo posto dopo la Germania tra i
paesi che hanno avuto più soldi da questo programma.
Abbiamo fatto molto meglio di Francia,
Gran Bretagna e Olanda. Solo che dei 46
italiani che hanno vinto, 26 lavorano in
istituzioni europee.
Al mio giovane interlocutore dell’inizio di
questa storia, quello che ho incoraggiato
ad andare all’estero, suggerirei però di
tornare, dopo un po’.
Nel frattempo avrà imparato come scrivere un progetto di ricerca per poter competere a questi bandi con qualche probabilità di successo, oppure a Telethon o AIRC
(da noi le “charities” stanno facendo moltissimo per aiutare la ricerca).
Certo, ci vorrebbero più soldi pubblici,
siamo gli ultimi in questo senso in tutte le
classifiche di tutti i paesi industrializzati.
E li si dovrebbe dare direttamente ai ricercatori. Se sono bravi sapranno come
spenderli bene. Nonostante tutte le difficoltà, l’Italia ha oggi gruppi di ricerca che
competono con i migliori del mondo non
solo per la medicina ma anche per la biologia, la matematica, la fisica.
Mi è capitato una volta di intervistare un
grande bergamasco, Franco Mandelli, un
po’ di tempo a Parigi dopo la laurea per
poi tornare in Italia, a Roma, dove è rimasto per tutta la sua carriera.
Se fosse andato negli Stati Uniti e ci fosse
rimasto, il professor Mandelli sarebbe
stato uno dei tanti bravi ematologi del
Massachusetts General Hospital o del
Dana Farber a Boston, oppure dello
Sloan-Kattering a New York.
Avrebbe pubblicato tanti lavori – ma ne ha
pubblicati anche stando a Roma – avrebbe guadagnato di più, avrebbe avuto una
bella casa circondata da tante case tutte
uguali con dentro tanti altri professori tutti
bravi.
Ma per il suo paese non sarebbe cambiato niente.
Restando qua ha fatto un pezzo di storia
dell’ematologia dell’Italia.
GIUSEPPE REMUZZI
Corriere della Sera, 02/02/2014
Negri News 166, Marzo 2014, pag. 2
LAUREA HONORIS CAUSA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO
AL PROFESSOR SILVIO GARATTINI
L’11 febbraio 2014 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano è stata conferita al prof. Silvio Garattini la laurea magistrale
honoris causa in “Chimica e tecnologia farmaceutiche”.
Il conferimento è avvenuto nell’ambito di una cerimonia molto solenne: l’inaugurazione dell’anno accademico della Statale. Una cerimonia che il Rettore prof. Gianluca Vago ha voluto ripristinare, dopo 13 anni di silenzio, in concomitanza con il 90° anno dell’Università
di Milano inaugurata l’8 dicembre 1924 di cui ha voluto ricordare il primo Rettore, pure lui medico: il dr. Luigi Mangiagalli.
Nella sua relazione il Rettore ha puntualizzato quale ritiene debba essere la nuova logica dell’Università dove devono prevalere il talento, la passione, l’apertura al confronto, la gioia per una scoperta, la cura delle persone che soffrono e non più la burocrazia, i veti, l’invidia, il senso di proprietà di beni che sono comuni. Sono poi
seguiti gli interventi dell’emozionatissimo Presidente della
Conferenza degli Studenti Andrea Mazzoleni, del Direttore
Generale dr. Bruno Quarta, del prof. Giulio Giorello per la
sua dotta prolusione su :” La passione per la libertà”.
Con la Laudazio del Rettore viene conferita al prof. Garattini
la Laurea honoris causa con la seguente motivazione: ”Per
aver sempre lottato contro il fanatismo e la ciarlataneria e
in favore dei diritti degli ammalati”.
Nella sua Lectio Magisralis “Le responsabilità dell’Accademia nello sviluppo e nell’impiego dei farmaci” il
prof. Garattini ha insistito sul concetto che è stato alla base
di tutta la sua attività: la libertà della ricerca e la validità del
metodo scientifico per il fine ultimo della salute degli
ammalati. E questi dovrebbero essere a suo parere i concetti che dovrebbero sempre guidare l’azione di tutto il Sistema
Sanitario Nazionale nella validazione dei nuovi farmaci.
A conclusione della cerimonia il Rettore consegna al Prof.
Garattini il Diploma di Laurea e, a titolo personale, molto
spiritosamente…. una dolce vita bianca indumento simbolo
di Silvio Garattini! (A.JORI)
NEGRINEWS 166 IT:NEGRINEWS 153 IT 03/03/14 11:55 Pagina 3
MILANOCITYMARATHON
fai correre
la ricerca
del Mario
Negri
che si occupa di coordinare le raccolte
fondi per le ONP, dove si trova la nostra
pagina e quelle dei nostri ricercatori:
aiutateli a realizzare il nostro progetto.
È facile: basTa un clik !!!
E il giorno 6 aprile a Milano venite ad
incitare, a sostenere, ad applaudire i nostri
runner (ad oggi sono già più di cento):
hanno corso per il Negri, hanno corso per
la ricerca, hanno corso per voi!!!
ARMANDA JORI
ASSOCIAZIONE “AMICI DEL MARIO NEGRI”:
IL RENDICONTO ECONOMICO DELL’ATTIVITÀ NEL 2013
L’Associazione Amici del Mario Negri, che si è costituita con il fine di sostenere con iniziative di vario genere le attività di ricerca e di formazione dell’Istituto, vuole in questa
sede farvi partecipi dei risultati economici ottenuti nel 2013.
Gli eventi organizzati dalle sedi di Milano e di Roma (Pittura e musica per la ricerca, Serata
in collaborazione con Kiwanis BG, Cena Società del Giardino, Mostra mercato “Un regalo
per la Ricerca, Opera Nabucco con biglietti a costo agevolato) hanno realizzato 117.210 €.
Abbiamo ricevuto generose donazioni per 85.000 €.
Con le quote associative (1.050 €) si è raggiunta la somma di 198.260 €.
I fondi saranno utilizzati in parte per finanziare 6 borse di studio per giovani ricercatori
che si stanno formando professionalmente nei laboratori dell’Istituto (5 dei quali per
ottenere ll Dottorato di ricerca internazionale (PhD) e 1 per un giovane che si affaccia per
la prima volta alla ricerca), l’altra parte dei fondi servirà per sostenere due importanti
progetti di ricerca: uno sull’arresto cardiaco, l’altro sulla SLA (Sclerosi Laterale
Amiotrofica).
Queste poche informazioni sono un atto dovuto per gli amici che ci hanno sostenuto, un
indice della trasparenza del nostro operato ed un invito ad aiutarci ancora e a diventare
sempre più numerosi .
Vogliamo anche ringraziare tutti coloro che con la loro partecipazione hanno permesso il
raggiungimento di questi risultati e tutti coloro che con la loro volontaria attività ne
hanno permesso la realizzazione.
Grazie
Per ulteriori informazioni consultare: www.amici.marionegri.it
Negri News 166, Marzo 2014, pag. 3
Anche quest’anno l’Istituto ha aderito al
Charity Program proposto dalla
MilanoCityMarathon con il quale
l’organizzazione intende sostenere i
progetti solidali proposti dalle ONP
aderenti, devolvendo alle stesse una
quota dell’iscrizione dei runner che le
hanno scelte e supportando la
raccolta fondi di ciascuna ONP.
L’associare lo slancio, la competitività,
l’entusiasmo del maratoneta ad un
impegno per il sociale non è un aspetto
nuovo per questi eventi.
Da molti anni le ben note maratone di
New York, di Londra raccolgono con
modalità diverse cifre considerevoli a
favore delle Associazioni “no profit”.
Nel 2012 la Maratona di Londra ha
raccolto più di 63 milioni di euro.
Naturalmente diverso è il numero dei
partecipanti quasi 38.000 a Londra, circa
13.000 a Milano, ma importante è recepire
il messaggio: il mondo dei giovani
corridori ( e anche dei meno giovani) deve
farsi carico di aiutare chi comunque ha
bisogno, che è il mondo a cui le ONP si
dedicano. Ogni sportivo un runner, ogni
runner un fundraiser!
L’Istituto si presenta ai suoi giovani runner
con un progetto importante ma molto
ambizioso : istituire una borsa di studio per
un giovane ricercatore che in Istituto faccia
ricerche sul trauma cranico. E queste
ricerche sono purtroppo particolarmente
dedicate ai giovani perchè sono i più
colpiti da questi danni. Nella fascia di età
compresa tra i 15 e i 24 anni il trauma
cranico rappresenta la prima causa di
morte e di disabilità permanente.
L’incidenza dei trauma cranici registrata in
Italia è di circa 300 persone su 100.000
abitanti. Il danno cerebrale conseguente al
trauma è dovuto sia all’impatto meccanico
sul cervello che si verifica al momento
dell’incidente che al successivo innescarsi di
eventi biochimici e molecolari che saranno
i responsabili del danno finale. Mentre la
medicina di urgenza ha fatto in questi anni
molti passi avanti e permette, se
l’intervento è immediato, di salvare molte
vite, attualmente non si possiedono
farmaci capaci di limitare il danno posttraumatico responsabile delle gravi
disabilità permanenti. L’Istituto è
impegnato nel tentativo di trovare una
terapia farmacologica efficace
È importante sostenere queste ricerche:
bisogna fare in fretta!
Per questo chiediamo ai runner che ci
hanno scelto e anche a tutti coloro che ci
leggono di essere ambasciatori presso gli
amici per sostenere il nostro progetto
entrando in www.retedeldono.it, il portale
NEGRINEWS 166 IT:NEGRINEWS 153 IT 03/03/14 11:55 Pagina 4
Ricerche
in pillole
a cura di Armanda Jori
GLI OMEGA-3 E I PAZIENTI AD
ALTO RISCHIO CARDIOVASCOLARE
L'assunzione di 1 g. al giorno di acidi grassi polinsaturi, gli omega-3, non previene
l'insorgenza delle principali complicanze
in una popolazione di individui ad alto
rischio cardiovascolare. È il risultato pubblicato recentemente sul New England
Journal di uno studio condotto dall' IRCCS
Istituto Mario Negri e dal Consorzio Mario
Negri Sud in collaborazione con i medici di
medicina generale. Lo studio “Rischio e
prevenzione” condotto su più di 12mila
pazienti con età media di 64 anni, seguiti
per 5 anni, ha dimostrato che il trattamento non ha portato vantaggi sui due parametri considerati (la mortalità e il ricovero
ospedaliero per motivi cardiovascolari)
contrariamente a quanto era stato ottenuto in un precedente studio condotto su
pazienti con infarto del miocardio.
La conclusione porterebbe a convenire
che il trattamento con omega-3 può esercitare un effetto positivo su pazienti ma
non preventivo su soggetti predisposti.
La ricerca “Rischio e prevenzione” ha
potuto realizzarsi con la collaborazione
volontaria di 860 medici di medicina
generale che hanno seguito i pazienti
assicurando qualità dei dati e affidabilità
delle informazioni. È il primo esempio di
un lavoro che, condotto con il supporto
dell'industria del farmaco, vede tra gli
autori i medici di famiglia del Sistema
Sanitario Nazionale con i ricercatori di
Enti privati “no profit”.
Negri News 166, Marzo 2014, pag. 4
ARRESTO
CARDIACO
L'arresto cardiaco è un evento improvviso
determinato da un blocco della funzione
cardiaca causato nella maggior parte dei
casi da fibrillazione ventricolare, cui
segue immediata perdita di coscienza. Se
non si interviene immediatamente con la
rianimazione cardiopolmonare, la probabilità di rianimare la persona colpita
diventa molto bassa. Se le pratiche di
rianimazione vengono effettuate in brevissimo tempo riescono ad avere successo nel 40% dei casi, ma la morte può
sopravvenire durante il ricovero ospedaliero per successive complicanze cardiache e soprattutto cerebrali.
Le gravi complicanze neurologiche dovute all'arresto cardiaco sono la causa di
circa il 70% degli esiti infausti dopo rianimazione cardiopolmonare. In generale la
sopravvivenza alla dimissione ospedaliera dopo arresto cardiaco è di appena il
10-15%. Si tratta quindi di un evento
molto grave, improvviso, fortemente invalidante che può colpire anche soggetti
giovani, sportivi, non affetti da patologie
cardiache, di cui non è ancora nota l’origine. Ogni anno circa 400.000 persone
sono colpite da arresto cardiaco in
Europa e circa 60.000 in Italia.
In Istituto sono in corso studi sperimentali e clinici volti a migliorare la sopravvi-
venza dopo arresto cardiaco ed a ridurne
le complicanze neurologiche. In particolare nel Dipartimento di Ricerche
Cardiovascolari dell’Istituto Mario Negri,
Giuseppe Ristagno ed il suo gruppo stanno conducendo, con la collaborazione del
118 di Regione Lombardia, uno studio per
individuare i tempi ottimali in cui erogare
la defibrillazione. Sulla base dei risultati
sono in programma ulteriori studi collaborativi per valutare l’impatto di nuovi interventi sulla sopravvivenza del paziente
resuscitato da arresto cardiaco.
SINDROME
DI RETT
La Sindrome di Rett è una malattia congenita che interessa il sistema nervoso
centrale ed è una delle cause più diffuse
di grave deficit cognitivo.
Si manifesta generalmente dopo i primi 618 mesi di vita dopo un periodo di apparente normalità, con la perdita di tutte le
abilità acquisite (cammino, parola uso
delle mani) e colpisce prevalentemente le
bambine. È una sindrome diagnosticata
nel 1966 dal medico austriaco Andreas
Rett, ma solo nel 1983 fu riconosciuta
come malattia neurologica col nome di
Sindrome di Rett da uno studio condotto
su una trentina di casi da un gruppo di
neurologi europei. È una malattia rara che
colpisce un individuo su 10.000 e per la
quale non è stata trovata ancora una cura.
In Istituto due Laboratori condotti rispettivamente dalla dr.ssa Tiziana Borsello e
dal dr. William Invernizzi stanno conducendo ricerche che sembrano essere promettenti. Su un modello sperimentale
riproducente le mutazioni tipiche della
malattia, si sono individuate alterazioni
biochimiche a livello cerebrale potenzialmente implicate nella patogenesi della
malattia e ancora si sta studiando su un
altro modello animale se un farmaco per
altro già utilizzato con risultati positivi
nelle ricerche di altre patologie neurologiche sia in grado di ridurre le alterazioni
sinaptiche che si presuppone siano alla
base della sindrome di Rett.
L’Istituto Mario Negri non è il solo ad
essere impegnato in questo settore ma è
uno dei membri del Consorzio “Airett
Research Team” che l’Associazione
Italiana Sindrome di Rett (AIRETT), la
ONLUS che è un punto di riferimento per
le famiglie degli ammalati e che sostiene
specifici progetti di ricerca, ha promosso
nell’intento di coordinare le ricerche che a
titolo diverso venivano condotte in altre
istituzioni italiane. Fanno parte del
Consorzio oltre all’IRCCS Istituto di
Ricerche Farmacologiche Mario Negri di
Milano, l’IRCCS Istituto Auxologico di
Milano, l’Istituto Superiore di Sanità di
Roma, il CNR, l’Istituto di Neuroscienze di
Pisa, l’Università di Torino, Dipartimento
di Neuroscienze, il CNR, Istituto di
Genetica e Biofisica di Napoli, l’Università
degli Studi di Siena, l’U.O.C. di Genetica
Medica, l’Associazione Italiana Rett
(AIRETT).
Il Team è impegnato su due fronti: quello
dell’intervento farmacologico e quello
della terapia genica. Proprio grazie alle
diverse competenze si spera di poter progredire velocemente nella realizzazione
di una cura che possa far regredire i sintomi della malattia e migliorare le condizioni di vita delle bambine affette.
SALUTE/Le droghe
(continua da pagina 1)
con il risultato che almeno in un primo
tempo si avrà un aumento dell’uso della
cannabis come si può dimostrare considerando che Amsterdam, con cannabis
liberalizzata, è la città europea con più
tetraidrocannabinolo nei liquidi fognari.
Il desiderio condivisibile di evitare la criminalità legata all’uso delle droghe non
sarà affatto raggiunto perché la cannabis
è uno e non il maggiore in termini economici dei prodotti del mercato clandestino.
Non va neppure trascurata la possibilità
che con il passare del tempo il venir
meno della “trasgressione” orienti sempre di più verso l’impiego di altre droghe
più trasgressive.
Infine occorre fare molta attenzione perché in questi ultimi tempi si sta assistendo ad uno scenario del tutto nuovo. Alle
sostanze d’abuso classiche si stanno
sostituendo sostanze psicoattive di origine sintetica appartenenti alla classe dei
cannabinoidi e ad altre strutture chimiche
di cui si conosce molto poco, soprattutto
per quanto riguarda la durata d’azione,
gli effetti tossici, il grado di dipendenza.
Sono disponibili in generale via internet e
perciò è molto difficile stabilirne l’origine
e sapere cosa effettivamente contengano. Un pericolo per i giovani che spesso
non sanno che sostanze psicoattive sono
mascherate sotto forma di prodotti di uso
comune quali profumi, deodoranti, detersivi. Altro che legalizzazione delle droghe, di cui si parla in questi giorni, occorre rafforzare i controlli, aumentare le
informazioni, adeguare gli strumenti educativi, orientare i giovani verso altri interessi, culturali, sportivi, di volontariato,
per evitare di avere una generazione di
tossicodipendenti.
Nessuno è senza responsabilità!
SILVIO GARATTINI
Esperia, febbraio 2014
NEGRI
NEWS
Direttore Responsabile
SILVIO GARATTINI
IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche
Mario Negri - Ente Morale
via La Masa 19 - 20156 Milano
Tel. 02.39014.1
Fax 02.354.6277
www.marionegri.it
Stampa: Postel SpA Roma
Iscritto nel registro del Tribunale di Milano
al N. 117 in data 28 marzo 1981
Tiratura 32.000 copie
Finito di stampare nel Marzo 2014
Per garantire la privacy, in conformità a quanto
previsto dalla legge n. 196/2003 sulla tutela dei dati
personali, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche
“Mario Negri” garantisce tutti i suoi lettori che i più
assoluti criteri di riservatezza verranno mantenuti sui
dati personali forniti da ognuno. A tal fine si fa
presente che le finalità dell’Istituto Mario Negri sono
relative solo alla spedizione del “Negri News”.
Con riferimento all’art. 7 della legge n. 196/2003, le
richieste di eventuali variazioni, integrazioni o anche
cancellazioni dovranno essere indirizzate a:
Segreteria Generale - Istituto di Ricerche
Farmacologiche “Mario Negri” - Via La Masa 19 20156 Milano
Citando la fonte, articoli e notizie possono
essere ripresi, in tutto o in parte, senza
preventiva autorizzazione.