di Silvio Garattini direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri», Milano L'ARMADIETTO DELLE M E D I C I N E CANNABIS TERAPEUTICA: NO AL PRESSAPPOCHISMO IL GOVERNO HA DETTO «OK» ALLA LEGGE ABRUZZESE. MA TUTTO RISCHIA DI FINIRE NEL SOLITO PASTICCIO ALL'ITALIANA O gni giorno si assiste a un pasticcio nel campo della salute. L'ultimo? L'autorizzazione all'uso della cannabis per la terapia di alcune malattie: dal glaucoma alla sclerosi multipla. Verrebbe da dire: i precedenti esistono, visto che la morfina, che induce dipendenza, quando è necessaria viene sfruttata per la terapia del dolore. Vero. E allora dove sta il pasticcio? Nella modalità con cui la cannabis o i suoi derivati verranno messi a disposizione (degli ospedali, dei Centri specializzati e dei medici di medicina generale). L'ultima indicazione " giunge dalla Regione Abruzzo. Già, perché mentre precedenti decreti regionali erano stati contestati dal governo, quest'ultimo è stato invece approvato. Domanda: gli am- malati di altre Regioni devono adesso andare in Abruzzo per ottenere il prodorto o la legislazione di una Regione può valere anche per il resto d'Italia? C'è da sperare che la disponibilità della cannabis non si riduca allo "spinello" e neppure a u n prodotto erboristico, perché oggi sono stati selezionati vari ceppi con un contenuto di principio attivo, il tetraidrocannabinolo, che può oscillare dal 2 al 60 per cento, con evidenti differenze in termini di efficacia ma soprattutto di possibili effetti tossici. Altra domanda: ma è compito delle Regioni approvare nuovi farmaci? Non abbiamo un ente che si chiama Aita? Ricordo che chi vuole commercializzare un farmaco con specifiche indicazioni deve pre- sentare tanto di documentazione (ancor più importante, in questo caso, visto che gli studi disponibili sembrano sollevare ancora molti dubbi circa il rapporto benefici-rischi). Potremmo importare i prodotti a base di tetraidrocannabinolo già disponibili in altri Paesi, senza inventarsi nulla di nuovo. E poi, se è così cruciale avere a disposizione la cannabis e non c'è industria che voglia commercializzarla, perché non ricorrere all'Istituto Farmaceutico Militare di Firenze che è perfettamente attrezzato per la produzione dei farmaci? Insomma, si delineano all'orizzonte nuovi fronti roventi, perché in questo Paese prevale il pressappochismo. Le lettere vanno indirizzate a: Silvio Garattini • «Oggi», via Angelo Rizzoli 8.20132 Milano. 0 collegandosi al sito wym.cggi.it
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