notizie dal collegio Anno XIV Numero 1-2 Vita Associativa Formazione News Approfondimento 12 maggio, un giorno come tanti altri, ma per noi speciale. È la giornata internazionale dell’infermiere. Figura preziosa che operosamente cura, assiste, educa ... Eventi culturali e corsi ECM del 1° semestre Il giorno 7 marzo 2013 alle ore 13.00, si è svolta in seconda istanza, l’Assemblea Annuale Ordinaria degli iscritti L’infermiere oltre che un operatore di assistenza è un educatore, la prevenzione a volte può essere molto importante per la prevenzione di malattie croniche. Calendario degli eventi formativi del 2° semestre 1 Collegio I.P.A.S.V.I. Vicenza Viale Trieste 29/c, 36100 Vicenza Tel. 0444 303313 Fax. 0444 514311 email: [email protected] PEC: [email protected] Collegio I.P.A.S.V.I. Vicenza Viale Trieste 29/c, 36100 Vicenza Tel. e fax: 0444 303313 email: [email protected] PEC: [email protected] Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46), art.1, comma 2 – DCB Vicenza – Reg. Trib. Vicenza n.997 del 03/04/01 ISSN: 1721-2456 Infermieri Informati pubblica aggiornamenti, comunicazioni brevi, note di attualità, rassegne il cui contenuto sia di chiaro interesse professionale-scientifico infermieristico. Verranno presi in considerazione solo lavori originali (non pubblicati in precedenza) e che non verranno successivamente pubblicati altrove. La responsabilità del contenuto scientifico è esclusivamente degli Autori. La pubblicazione del materiale è subordinata al giudizio insindacabile della Redazione, la quale si riserva la facoltà di apporre piccole modifiche nel contenuto e/o nella forma. Note tecniche: il materiale dovrà pervenire in formato elettronico (Word o Rtf) via e-mail con oggetto “Proposta di pubblicazione” all’[email protected] o su CD, completo di eventuali tabelle, immagini allegate (segnare nel testo, tra parentesi quadre e in grassetto, il punto di inserzione di ogni allegato). I lavori originali vanno scritti con interlinea 1,5, su una sola facciata, con pagine numerate progressivamente. Nella prima pagina saranno indicati: il titolo, il nome (per esteso), il cognome degli autori, qualifiche professionali ed Ente di appartenenza. Sempre nella prima pagina dovrà comparire il recapito dell’autore (preferibile l’indirizzo di posta elettronica). In particolare per la sezione “Approfondimenti” è consigliabile la presenza di un riassunto in italiano e preferibilmente anche in inglese con relative parole chiave. Eventuali ringraziamenti saranno posti alla fine dell’articolo prima della bibliografia. Le tabelle andranno citate in extenso nel testo e con numeri arabi (ad es. tabella 1, figura 1, tutto minuscolo). Se si usano parole straniere è bene ricordare che non si declina mai (ad es. caregiver e non caregivers). La Bibliografia, secondo Vancouver Style, va inserita nell’ultima pagina e va numerata nell’ordine con cui le singole voci vengono citate nel testo. I richiami, nell’articolo, vanno in numerazione araba. Per le riviste: Autori (cognome e iniziale del nome). Titolo dell’articolo. Titolo della rivista; anno e dopo il punto e virgola (;) il volume. A seguito due punti (:) pagine. Non è obbligatorio indicare il numero del fascicolo. Ad esempio: Storti M, Dal Santo P, Zanolin ME. A comparison study between two pain assessment scales for hospitalized and cognitively impaired patients with advanced dementia. Prof Inferm 2008; 61: 210-5. Per i libri: Autori (cognome e iniziale del nome). Titolo. Editore, città di edizione e anno di edizione. 2 EDITORIALE VITA ASSOCIATIVA EVENTI CULTURALI FORMAZIONE EVENTI ISTITUZIONALI LIBRERIA L’ ANGOLO GIURIDICO RASSEGNA STAMPA CONTRIBUTI APPROFONDIMENTI ISSN 1721-2456 Quadrimestrale, Anno XIV Numero 1-2 Direttore responsabile Gianmaria Fanchin Redazione Storti Matteo, Dal Degan Sonia, Pegoraro Federico c/o Collegio IPASVI di Vicenza Responsabile editoriale Collegio IPASVI di Vicenza Viale Trieste 29/c – 36100 Vicenza Tel. 0444 303313 Fax. 0444514311 e-mail [email protected] Progetto grafico Net evolution Srl www.net-evolution.com Stampa Officina Grafica Aldighieri Snc www.aldighieritipografia.it Diritti Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’editore. Foto: Archivio Ipasvi Vicenza Formazione di base: quale futuro? 4 È speciale essere infermieri 5 Giornata internazionale dell’infermiere 6 Eventi culturali e corsi ecm del 1° semestre 2013 11 Piano formativo 2° semestre 15 Assemblea annuale 19 Fresco di lettura 25 Quesiti degli infermieri : Il consenso informato - la privacy 26 Rassegna stampa 28 Il cittadino scrive... 33 L’intervista: l’infermiere visto dai neolaureati 34 Questionnaire satisfaction customer 37 Riepilogo corsi 39 3 EDITORIALE Formazione di base: quale futuro? Cara/o collega, in questo mio editoriale volevo cercare di condividere alcune riflessioni rispetto a quanto sta avvenendo a livello nazionale e che ricade ad effetto domino nella nostra Regione che, come molte altre cose, se non adeguatamente monitorato e per quanto possibile gestito potrebbe portare a delle conseguenze difficili da recuperare. Come probabilmente avrete appreso dalla stampa locale alla fine di maggio, l’Università degli Studi di Padova sembrava avesse deciso di non attivare per l’AA 2013/2014 il primo anno del corso di laurea in Infermieristica presso le sedi staccate di Montecchio Precalcino e Portogruaro (prevedendone progressivamente la chiusura), sospendendo anche, per un AA, l’attivazione del percorso nelle sedi di Conegliano e Feltre. A seguito della presa di conoscenza del fatto, è iniziata da subito un’azione di analisi e intervento da parte del Coordinamento Regionale dei Collegi IPASVI del Veneto, per cercare di comprendere le motivazioni che stavano alla base di tale scelta. Tutto nasce dal recente Decreto Ministriale 47/2013 “di autovalutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi di studio e valutazione periodica”, dove per inciso si fissano i requisiti minimi di qualità che le Università devono rispettare per garantire attivi i percorsi di studio; beninteso che è noto a tutti che il cambiamento all’interno di una professione non lo si ottiene esclusivamente con le modifiche della normativa, che tuttavia rappresenta un binario entro il quale il passaggio è obbligato. Leggendo il Decreto Ministeriale alcuni potrebbero trovare in questo la risposta alla preoccupazione poc’anzi sollevata, di ridefinizione dei requisiti minimi di qualità…in realtà non è proprio così. Sempre secondo quanto emerso dalla stampa locale, risulterebbero alcune ferme posizioni di docenti universitari strutturati non più interessati a spostarsi nel territorio per funzioni didattiche, in quanto non ben riconosciute le spese di viaggio. Di conseguenza, la mancata garanzia di una certa numerosità di tali docenti nei percorsi paralleli di laurea minerebbe la loro stessa esistenza. Semplice, quasi paradossalmente banale. Su questo primo aspetto si innescano ulteriori riflessioni. Come ormai noto, il nuovo PSSR Veneto colloca e valorizza la figura infermieristica in un contesto di cambiamento epocale, indicando la necessità di progettazione ed implementazione di modelli organizzativi dell’assistenza che non sono ancora stati pensati né tantomeno sperimentati (visti i tempi recenti tempi di adozione del PPSR); pertanto non è possibile prevedere, ad oggi, se una potenziale riduzione di 225 posti/ anno (questo corrisponde al numero complessivo per le 4 sedi didattiche) potrebbe rappresentare una scelta consapevole ma soprattutto sensata, alla luce di un “sistema assistenza” che gioca le sue ultime carte in un tavolo verde, dove a rivestire la figura del croupier è esclusivamente il Decreto Ministeriale 47/2013. Ancora, per non apparire completamente avulsi dalla realtà, tutti noi siamo consapevoli che oggi più che mai la situazione economica del mercato del lavoro ha portato ad una carenza delle assunzioni conseguente ad una forte riduzione (se non blocco) del turn-over del personale in servizio presso tutte le tipologie di struttre sanitarie e socio-sanitarie; infatti, parecchi colleghi infermieri che hanno terminato il percorso di studio negli ultimi due anni sono in attesa ancor oggi di una collocazione lavorativa). Da tutto ciò premesso ne consegue quindi che in presenza di un Decreto Ministeriale, di un PSSR Veneto (in cui tra l’altro si dà spazio al valore della formazione continua e avanzata in particolare per l’infermiere) e in presenza del “blocco assunzioni”, ci porta inevitabilmente e necessariamente ad un urgente confronto.Un confronto per perseguire ad una mediazione che deve nascere spontanea tra gli attori interessati, quali l’Università, la Regione del Veneto e gli Ordini di rappresentanza professionale. Tutti verso un’unica stessa direzione: la garanzia di un modello assistenziale efficace ed efficiente, garantito da professionisti preparati da strutture formative di qualità, per il bene ultimo dei nostri pazienti. Alcuni piccoli risultati che mi pongono fiducioso per il futuro sono già stati raggiunti: a seguito di immediate reazioni alla notizia di sospensione/chiusura delle sedi effettuate dal Coordinamento Regionale IPASVI del Veneto (interrogazioni sia a livello di V^ Commissione presso la Regione Veneto che a livello nazionale mediante interrogazioni parlamentari), è giunta formale notizia che verrà attivato il primo anno di corso presso tutte le sedi afferenti all’Università di Padova per il 2013/2014. Questo non significa abbassare il livello di guardia, anzi; la strategia necessaria da sostenere è ESCLUSIVAMENTE quella dell’attivazione in tempi rapidissimi di un tavolo di lavoro composto da Università, Regione Veneto e Rappresentanza Professionale degli infermieri, per una giusta risoluzione della questione. Confido in un costante sostegno, anche da parte tua. Un caro saluto. a cura di Federico Pegoraro Presidente 4 È speciale essere infermieri. 12 maggio 2013 Giornata internazionale dell’infermiere. gli operatori inseriti nel sistema - la qualità sostenibile della risposta sanitaria - il consenso dei cittadini. Tra questi risulta importante la Qualità della risposta sanitaria che deve essere garantita con l’azione di migliaia di infermieri e attraverso una relazione umana e professionale. In questa logica diventa importante mantenere, sviluppare e incrementare le conoscenze, le competenze e la performance ricorrendo all’attività formativa continua in cui vengono utilizzati direttamente per l’apprendimento i contesti, le occasioni di lavoro e le competenze degli operatori impegnati nelle attività assistenziali. 12 maggio, un giorno come tanti altri, ma per noi speciale. È la giornata internazionale dell’infermiere. Figura preziosa che operosamente cura, assiste, educa, si relaziona e porta benessere con un sorriso a tantissima gente, ogni giorno e in ogni parte del mondo. Ma siamo invisibili o meglio: decisamente meno visibili rispetto ad altre figure sanitarie. Eppure, senza il costante impegno degli infermieri, il diritto alla salute per ogni cittadino sarebbe limitato. Verrebbe a mancare la componente assistenziale della cura intesa come “prendersi cura” . Perché la prescrizione della terapia deve essere accompagnata anche dalla mano, ma soprattutto dal cuore e dalla testa di chi la somministra e partecipa così attivamente al processo di guarigione. Una figura assolutamente indispensabile. Sono previsti grandi cambiamenti dal recente piano socio sanitario: gli ospedali diverranno sempre più piccoli, le persone proveranno nuove forme di assistenza sanitaria nelle loro case, nei distretti, negli ambulatori distribuiti nel territorio e si avvarranno sempre più degli infermieri. Diventerà un rapporto sempre più stretto volto a coniugare scienza e coscienza. Nel contesto del servizio sanitario nazionale e, in modo più estensivo nell’assistenza alla persona, si sta assistendo ad una significativa evoluzione delle componenti sia organizzative che assistenziali. Ciò accade conseguentemente all’aumento dell’età media della popolazione con fragilità e all’aumento delle malattie cronico-degenerative, a cui si associa la costante e profonda evoluzione scientifica e tecnologica. La professione infermieristica da tempo ha dato vita ad un profondo processo di rinnovamento, a partire dalla formazione, per adeguarsi alle esigenze dello sviluppo sociale, scientifico e tecnologico. Il tutto attraverso definiti percorsi universitari che prevedono il raggiungimento di una laurea triennale, quinquennale e master di specializzazione. La giornata dell’infermiere diviene così un’occasione per incontrare il cittadino e condividere i comuni obiettivi. L’alleanza con il cittadino è l’elemento che caratterizza il nostro agire quotidiano, nella consapevolezza che questa unione sia determinante per consentire al sistema sanitario italiano di continuare a garantire prestazioni e servizi. Il nostro è, e deve essere, un impegno fondato su solidi valori deontologici e su una diffusa assunzione di responsabilità, a cui è doveroso che corrispondano un adeguato riconoscimento professionale e la valorizzazione dell’immagine sociale- Per i cittadini Domenica 12 maggio abbiamo scelto di stare tra la gente in Piazza Montevecchio a Bassano del Grappa, dalle ore 15.00 – 19.00 per farci conoscere come professionisti, ma soprattutto per cercare un rapporto di maggior vicinanza con la popolazione attraverso interventi, informazione ed educazione su aspetti importanti legati alla salute come: - L’angolo dei bambini per la promozione della corretta alimentazione; - L’angolo dell’adulto per la prevenzione delle patologie croniche; - L’angolo dell’emergenza per spiegare il corretto utilizzo del Servizio 118 e del Pronto Soccorso. Si è voluto pensare anche ad un momento “divertente” con i nostri assistiti più piccini. Un momento di simpatica riflessione su come veniamo visti attraverso i loro occhi. Gli abbiamo quindi chiesto di disegnare un infermiere, fornendo carta e colori. Raccolti tutti i disegni ne sono stati scelti tre tra i più carini premiandone i rispettivi autori. Per gli infermieri Pensando alle prossime sfide che dovranno essere affrontate, nell’immediato futuro, dal Sistema sanitario (sostenibilità, equità, appropriatezza, efficacia, efficienza, consenso) per gli infermieri di Vicenza abbiamo deciso di affrontare alcuni nodi problematici per concorrere al raggiungimento di tali obiettivi: - la valorizzazione dei professionisti e de- 5 Pur considerando i vincoli espressi dalla Commissione Nazionale ECM che ha reso obbligatoria la formazione continua, il collegio IPASVI di Vicenza ha da sempre posto un grande valore alla formazione e aggiornamento. Per tal fine è stato proposto un corso residenziale teorico-pratico per apprendere come fare formazione a distanza FAD e potersi aggiornare direttamente da casa, senza costi per il partecipante. Sabato 11 maggio a Bassano del Grappa, presso la sede dell’ULSS 3, si è svolta la prima edizione del corso. Qui i partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscere come accedere al sistema Fad sul portale della Federazione IPASVI attivando la registrazione (account: ID e password) in modo poi da poter individuare e scegliere le proposte formative FAD e rendersi autonomi nel raggiungimento del proprio aggiornamento professionale. (visita il sito www.vicenzaipasvi.it ) a cura di Gianmaria Fanchin Vice Presidente VITA ASSOCIATIVA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFERMIERE Il 12 maggio 2013 a Bassano del Grappa in pizza Montevecchio un gruppo di infermieri neolaureati, senior, consiglieri e molti studenti del corso di laurea infermieristica per festeggiare la giornata internazionale dell’infermiere sono stati tra la gente per promuovere la salute. Tre sono state le proposte di salute ed educazione sanitaria al cittadino e una proposta ricreativa per i più piccoli. a cura di Sonia Dal Degan Tesoriere L’ANGOLO DELL’EMERGENZA Tre infermieri delle Unità operative di Urgenza ed emergenza hanno presentato alla cittadinanza il soccorso in un arresto cardiaco e il soccorso ad un bambino con ostruzione completa delle vie aeree. 5 colpi interscapolari 6 7 L’ANGOLO DEL BAMBINO e la promozione della CORRETTA ALIMENTAZIONE 8 9 L’ANGOLO DELL’ ADULTO LA PREVENZIONE e la CURA delle PATOLOGIE CRONICHE EVENTI CULTURALI Corsi ECM del 1°semestre 2013 a cura di Sonia Dal Degan Tesoriere Parlare di invecchiamento significa non solo ridurre quei fattori che ne accelerano il processo, ma considerare l’importanza che assume la qualità della vita. E’ essenziale invecchiare bene pertanto diventa opportuno considerare le seguenti “Cinque regole fondamentali” Mangiare cibi sani (favorire la dieta mediterranea, aumentare il consumo di frutta, verdura e cereali che contengono acqua, sali minerali, vitamine e antiossidanti). Fare attività fisica perché aiuta a controllare il peso, riducendo i rischi per l’obesità (sarebbe auspicabile fare 30 minuti di passeggiata giornaliera). Garantire un sufficiente riposo giornaliero (è importante garantire qualità al riposo assicurando di dormire almeno 7-8 ore al giorno). è importante condividere queste regole con il proprio medico in quanto rappresentano azioni generali che dovranno essere adattate ad ogni singola persona. Il nuovo Piano Socio Sanitario della Regione Veneto 2012-2016 In occasione della consueta Assemblea Annuale degli iscritti Ipasvi di Vicenza tenutasi il 7 marzo 2013 presso il Polo Universitario di Montecchio Precalcino, Luigino Schiavon Presidente del Coordinamento dei Collegi IPASVI del Veneto, ha presentato: il nuovo Piano Socio Sanitario della Regione Veneto 2012-2016 Per la sintesi dei corsi effettuati nel 2012 e 2013 sul nuovo PSSR, visitate il materiale presente all’interno del sito: www.vicenzaipasvi.it 1° semestre Mantenere attivi il corpo e la mente (coltivare i propri hobby, interessi, leggere, ecc.). Venezia, venerdì 6 luglio 2012 Quarta edizione di A Spasso con …. “Tesi” Secondo quanto contenuto nelle Linee guida per la prova finale dei Corsi di Laurea afferenti alle classi delle professioni sanitarie (DIM 19 febbraio 2009) avente valore di esame di Stato abilitante all’esercizio professionale approvate dalla Giunta delle Conferenze CL/ CLM lauree sanitarie, a Portonovo il 13 settembre 2012, la Commissione per la prova finale deve essere composta da non meno di 7 e non più di 11 membri, nominati dal Magnifico Rettore su proposta del Consiglio di Corso di laurea e comprende almeno 2 membri designati dal Collegio professionale. I componenti del Consiglio IPASVI sono infatti chiamati quali Commissari d’Esame di Laurea ed ogni edizione si assiste alla dissertazione della tesi, elaborati sempre moplto interessanti che il Collegio IPASVI far conoscere a tutti gli iscritti attraverso il progetto 10 REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE REGIONE VENETO A spasso con …. “Tesi” che anche quest’anno ha visto premiati 2 elaborati: - Il massaggio infantile: benefici nel neonato prematuro e nel bambino nato a termine di Fiorentin Lara - Identificare gli eventi avversi aon Global Trigger Tool: l’esperienza dell’Azienda Sanitaria ULSS 3 di Bassano del Grappa di Tovo Michela Per il prossimo bando e per il regolamento visitate il sito del Collegio www.vicenzaipasvi.it nell’area Pubblicazioni – Tesi, potrete trovare anche i testi delle tesi premiate; in sede del Collegio sono disponibili i testi di alcune tesi discusse negli anni accademici 11 ”DAY SURGERY” coordinare senza prevaricare 1 MARZO 2013 VICENZA In collaborazione con Coordinamento Nazionale Caposala e Coordinatori di Vicenza il 1 marzo 2013 è stato proposto un evento formativo che ha coinvolto diverse figure sanitarie con fun- 1° semestre PREMESSA Riflettere sul ruolo del Coordinatore, ricercare un equilibrio sostenibile tra l’efficienza e l’efficacia non è sempre facile. Costruire modalità di approccio che consentano di raggiungere gli obiettivi e di mantenere relazioni significative e positive rappresenta la finalità di questo momento formativo. E’ importante fornire stimoli e confrontare strategie comuni per costruire insieme una progettualità all’insegna della appropriatezza. OBIETTIVI • Sostenere la coesione del gruppo di lavoro, valorizzando le individualità e mantenendo l’equità • Orientare e confrontare strategie che consentano di conciliare gli interessi aziendali e quelli personali e del gruppo, con riferimento al sistema valoriale • Migliorare la relazione interpersonale nell’ottica di una soddisfacente collaborazione zioni di Coordinatore delle Professioni sanitarie. Una tematica interessante che ha riguardato il sapere dire no dei coordinatori; hanno partecipato attivamente diversi profili di Coordinatore come PROGRAMMA Ore 8,00 Registrazione dei partecipanti Ore 8,30 Saluto delle autorità Apertura dei lavori A.F.D I.I.D De Togni Maria Gabriella Presidente CNC Nazionale Dott. Meggiolaro Maria Margherita Presidente CNC Vicenza Dott. Pegoraro Federico Presidente Collegio IPASVI Vicenza Ore 9.00 SAPER DIRE NO: AGIRE UN POTERE/RESPONSABILITÀ AVENDO CURA DELLE RELAZIONI Ore 9,30 ESERCITAZIONE i Fisioterapisti, i Tecnici di Radiologia, i Tecnici di Laboratorio, le Ostetriche e lo scambio è stato utile e proficuo. Il 25 maggio 2013 a Noventa Vicentina è stato patrocinato il Corso di aggiornamento Day Surgery Day – “Da un ospedale senza dolore a una casa senza dolore” alcuni consiglieri hanno contribuito alla realizzazione del corso relazionando sulla tematica dell’assistenza domiciliare post-operatoria. Il Dolore acuto dopo un intervento chirurgico rappresenta ancora il principale problema da risolvere per la Day Surgery. Numerose evidenze dimostrano come oltre il 50% dei pazienti trattati chirurgicamente definiscono l’esperienza chirurgica dolorosa, in particolare 1° semestre “SAPER DIRE NO E SALVARE IL GRUPPO” si evince che anche procedure chirurgiche poco invasive possono causare dolori di intensità elevata e prolungata. Scopo di questo evento formativo è cercare di trovare risposte al problema sopraesposto che si avvantaggerà non solo di terapie farmacologiche multimodali, ma anche da un approccio multidisciplinare e culturale che vede coinvolte più figure professionali. Un altro obiettivo del corso “Day Surgery Day” è anche quello di mettere a confronto alcune tra le tecniche chirurgiche più diffuse, per il trattamento delle emorroidi e delle varici. L’obiettivo è arrivare ad un Ore 10,00 VIDEOPROIEZIONE Ore 10.30 DISCUSSIONE 0re 11.00 coffee - break Ore 11.30 STRATEGIE PER: CREARE, CAMBIARE, PROTEGGERSI Ore 12.00 ESERCITAZIONE Ore 13.00 DIBATTITO Compilazione questionari ECM Conclusione dei lavori Ore 14.00 Ligth – lunch RELATORE DOTT. GIOSUE’ DE CARLI: formatore nell’area dello sviluppo delle risorse umane professional coach 12 13 nuovo concetto: Da un “Ospedale senza dolore” a una “Casa senza dolore” FORMAZIONE “Appropriatezza delle cure” “Strategie per lo sviluppo delle competenze educative e relazionali” Ministero della Salute in collaborazione con IPASVI e FNOMCeO Il buon funzionamento dei sistemi sanitari tradotto in termini di efficacia, efficienza e equità e la loro tenuta, sempre più spesso, si rapporta alla capacità di determinare e identificare le cure necessarie, minimizzando fenomeni di inappropriatezza. La responsabilità di tutelare il Ssn, pone, infatti, la necessità di focalizzare alcune priorità tra cui la valutazione dell’efficacia, la riorganizzazione delle modalità e dei setting di erogazione delle cure, la realizzazione di meccanismi di integrazione e coordinamento ai vari livelli del sistema, nonché la continua interazione con la collettività e la partecipazione attiva dei pazienti. L’aumento dei costi sanitari, inoltre, contestualmente all’esigenza di promuovere qualità e sicurezza, colloca la valutazione dell’appropriatezza al centro delle politiche sanitarie. Il presente corso si pone come supporto agli operatori sanitari per approfondire le proprie conoscenze sul tema dell’appropriatezza clinica ed organizzativa. 10,5 crediti ECM Validità del corso dal 15 Aprile 2013 al 15 Aprile 2014 Corso accreditato per Infermieri Infermieri Pediatrici – Assistenti Sanitari 2° 2°semestre semestre PRESENTAZIONE Il corso, elaborato in collaborazione con il Collegio IPASVI di Rovigo, sarà gratuito per gli iscritti al Collegio IPASVI di Vicenza, grazie alla compartecipazione economica garantita dal Collegio stesso. Il ruolo educativo e relazionale dell’infermiere si propone di aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia ed il trattamento, a collaborare alle cure, a farsi carico del proprio stato di salute e a conservare e migliorare la propria qualità di vita. L’infermiere è un professionista che svolge un ruolo chiave nel processo educativo – assistenziale; infatti nel profilo professionale (D.M. 739/94) si cita testualmente, al comma 2 dell’Art. 1: “L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l’educazione sanitaria”. In molte realtà il ruolo educativo dell’infermiere è spesso sottovalutato, perché viene dato maggiore risalto all’aspetto “tecnicistico”. Spesso la carenza di risorse sia umane, economiche e i carichi di lavoro sono tali da obbligare a lavorare con tempi ristretti, tralasciando la componente informativa e formativa. Validità fino al 30 settembre 2013 CORSO GRATUITO crediti ECM 15 Come accedere al corso Chi non si fosse ancora registrato alla piattaforma per accedere al corso deve farlo, passando prima dal sito dell’IPASVI www.ipasvi.it/fnomceo ; quindi si riceverà una password per accedere direttamente alla piattaforma FadInMed. Chi avesse già affrontato il corso sull’RCA o sull’Audit clinico può accedere al nuovo corso collegandosi direttamente alla piattaforma (www.fadinmed.it). Il presente corso di formazione si propone di: - far acquisire conoscenze sul ruolo educativo e relazionale dell’infermiere in alcuni contesti operativi - fare conoscere le principali strategie che contribuiscono allo sviluppo di competenze educative e relazionali in un ottica di presa in carico del paziente e miglioramento dell’assistenza infermieristica iscrizioni attraverso www.ipasvirovigo.it PROPOSTE DALLA FNC Piano formativo PREMESSA Le sfide che dovranno essere affrontate nell’immediato futuro dal Sistema sanitario (sostenibilità, equità, appropriatezza, efficacia, efficienza, consenso) inducono ad affrontare alcuni nodi problematici al fine di contemperare il raggiungimento degli obiettivi di sistema indicati nel PSN quali: la valorizzazione dei professionisti e degli operatori inseriti nel sistema, la qualità sostenibile della risposta sanitaria e il consenso dei cittadini. Uno dei più significativi determinanti del buon andamento/qualità dei servizi sanitari e socio sanitari è costituito dall’insieme dei professionisti sanitari che rappresentano non solo l’interfaccia tra il sistema e i cittadini ma anche l’elemento di realizzazione della qualità della risposta, dell’efficienza/appropriatezza dei processi e dei percorsi di cura ed assistenza, dell’efficacia della relazione umana e professionale. In questa logica Il processo finalizzato a sviluppare e incrementare le conoscenze, le competenze e la performance dei professionisti della Sanità ricorre all’attività formativa continua in cui vengono utilizzati direttamente per l’apprendimento i contesti, le occasioni di lavoro e le competenze degli operatori impegnati nelle attività assistenziali. La Commissione Nazionale ECM stabilisce che nel triennio 2011 – 2013 devono essere raggiunti da parte dei professionisti sanitari 150 crediti formativi (ECM), con un minimo di 25 e un massimo di 75 per anno e di riportare dal precedente triennio, 2008 – 2010, fino ad un massimo di 45 crediti. Tra le diverse possibilità di aggiornamento il sistema di formazione a distanza, denominato FAD, offre la possibilità di poter- 14 2° semestre 2013 Governo clinico: l’aggiornamento professionale mediante metodologie innovative (FAD) per la garanzia della qualità dell’assistenza 2° semestre Opportunità formative gratuite si aggiornare e quindi di maturare i crediti ECM, accedendo a corsi di on-line con un PC direttamente da casa ogni qualvolta vi sia la possibilità di tempo e senza costi per il partecipante. Recentemente la FNC Ipasvi ha ottenuto l’eliminazione del criterio che vincolava gli infermieri ad acquisire non oltre il 60% del monte dei crediti triennali ottenibili attraverso percorsi FAD. NUMERO TOTALE PARTECIPANTI max 100 partecipanti per edizione. Obiettivi educativi al termine del corso il discente deve essere in grado di: Dott. Federico Pegoraro, Presidente Collegio IPASVI Vicenza 1. Conoscere come accedere al sistema Fad sul portale della Federazione IPASVI e attivare la registrazione (account: ID e password) 2. Individuare e scegliere le proposte formative FAD 3. Acquisire il materiale didattico disponibile on - line 4. Conoscere i contenuti teorici previsti per il corso FAD: Governo clinico: innovazioni, monitoraggio performance cliniche, formazione, 5. Rispondere ai quesiti previsti per il corso FAD: Governo clinico: innovazioni, monitoraggio performance cliniche, formazione, 6. Utilizzare in autonomia il sistema FAD per il proprio aggiornamento professionale. Relatori e docente DOCENTI Dott. Gianmaria Fanchin, VicePresidente Collegio IPASVI Vicenza Dott.ssa Stefania Rossi, Consigliere Collegio IPASVI Vicenza Dott.ssa Sonia Dal Degan, Tesoriere Collegio IPASVI Vicenza Dott.ssa Sonia Cappozzo, Consigliere Collegio IPASVI Vicenza OBIETTIVO FORMATIVO NAZIONALE ED AREE DI RIFERIMENTO. Principi, procedure e strumenti per il governo clinico delle attività sanitarie STRUMENTI PER LA VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO Questionario MATERIALE DIDATTICO Copia cartacea o su CD con delle diapositive delle relazioni DESTINATARI Infermieri, Infermieri Pediatrici e Assistenti Sanitari. SEDE DATA ORARIO Montecchio Precalcino Polo Universitario 12 ottobre 2013 8.30 - 14.00 Vicenza Aula Onza Polo Didattico 26 ottobre 2013 8.30 -14.00 Montecchio Sala Civica Corte delle Filande 9 novembre 2013 8.30 -14.00 15 Durata, date e sedi Durata: 4 ore Per le date e sedi vedi calendario pubblicato in www.vicenzaipasvi.it e www.sinergiaesviluppo.it Responsabile scientifico SEGRETERIA ORGANIZZATIVA www.sinergiaesviluppo.it MODALITA’ PER LA VERIFICA DELLA PRESENZA Firma all’ingresso ed all’uscita + modulo nominativo di valutazione dell’evento COSTI 10€ per gli iscritti al Collegio IPASVI di Vicenza, 20€ per i non iscritti a cura di Sonia Dal Degan Tesoriere visita il sito www.vicenzaipasvi.it e per le iscrizioni www.sinergiaesviluppo.it Corso base sull’evidence-based practice (EBP) Obiettivi formativi L’evento è coerente con il seguente obiettivo formativo nazionale di Educazione Continua in Medicina: “Applicazione nella pratica quotidiana dei principi e delle procedure dell’evidence-based practice (EBM, EBN, EBP)”. Obiettivi formativi specifici • Acquisire conoscenze teoriche in merito alla filosofia EBP. • Acquisire le basi necessarie per costruire una strategia di ricerca nella letteratura biomedica disponibile in rete. • Acquisire le conoscenze sulla struttura di una pubblicazione scientifica. • Condurre una breve ricerca sulle banche dati di PubMed e CINAHL. Responsabile scientifico Federico Pegoraro, Presidente del Collegio IPASVI di Vicenza. Docenti. Cappozzo Sonia, infermiera ULSS 3 “Bassano del Grappa” Barreto Leila, infermiera ULSS 5 “Ovest Vicentino” Maron Lucia, infermiera ULSS 6 “Vicenza” Storti Matteo, infermiere ULSS 5 “Ovest Vicentino” Durata del corso. Ogni edizione si svolge in 4 ore e 30 minuti. Materiale didattico. Copia cartacea o su CD con sintesi delle relazioni. Numero dei partecipanti. 100 massimo. Destinatari. Professionisti sanitari iscritti al Collegio IPASVI di Vicenza. L’Associazione Aikido Wago Dojo Costi 10 euro ad ogni iscritto del Collegio IPASVI di Vicenza. Per i partecipanti non iscritti al Collegio IPASVI di Vicenza il costo è di 20 euro. Valutazione La valutazione sarà effettuata attraverso una prova scritta. Programma: Ore 13.30 : Introduzione dell’EBP, ge- rarchie delle evidenze, competenze nell’identificazione dei problemi fino alla formulazione di un quesito clinico. Gli operatori booleani Ore 16.15 : Sezioni fondamentali di un articolo scientifico ed utilizzo di strumenti di valutazione critica. Ore 17.00 : Presentazione delle banche dati PubMed e CINAHL (tramite sito della Federazione IPASVI). per le iscrizioni visita il sito www.vicenzaipasvi.it a cura di Matteo Storti Consigliere Calendario. N. edizione giorno orario sede Ed. 0 Venerdì 04/10/2013 13:30-18:00 Da individuare Ed. 1 Venerdì 25/10/2013 13:30-18:00 Da individuare Ed. 2 Venerdì 15/11/2013 13:30-18:00 Da individuare Ed. 3 Venerdì 29/11/2013 13:30-18:00 Da individuare Ed. 4 Venerdì 13/12/2013 13:30-18:00 Da individuare 16 La nostra associazione denominata A.S.D. Wago Dojo che pratica e sviluppa l’arte marziale dell’Aikido,sta creando un evento presso il Comune di Cornedo dedicato allo scomparso Maestro Giampietro Savegnago. In concomitanza con lo stesso evento, abbiamo deciso assieme ad altre importanti associazioni di volontari, di organizzare alcune giornate itineranti allo scopo di diffondere la cultura della donazione del sangue, degli organi, del midollo osseo, e in generale quella della salute. Il Maestro di Aikido Giampietro Savegnago, famoso in tutto il mondo,subì qualche anno fa un grave incidente stradale, in conseguenza a questo fatto diventò molto sensibile a problemi concernenti la salute pubblica,tanto che accettò di fare da testimonial per gruppi di donatori di sangue,tra i quali quello della Polonia.Questo è il motivo che ci ha spinto come associazione ad abbinare il nostro evento sportivo con alcune iniziative atte a sviluppare la cultura della salute pubblica. Nelle giornate del 23-25-27 luglio, 2°2°semestre semestre 2° semestre Premessa Nel corso degli ultimi anni, la comunità scientifica internazionale ha assistito all’affermazione rapida dell’Evicence-based practice per rispondere sia ai propri quesiti clinici sia all’appropriatezza e la qualità delle decisioni professionali. Ad oggi è riconosciuto che gli strumenti ed i metodi della EBP (ricerca delle informazioni scientifiche, la loro valutazione critica ed integrazione nelle decisioni clinico-assistenziali) devono essere parte integrante del “sapere” di ogni professionista. Allo stesso tempo l’accessibilità alle informazioni diffuse da internet richiedono competenze specifiche e costantemente aggiornate nella selezione dei documenti scientifici. Per tale motivo la Federazione Nazionale IPASVI offre a tutti i propri iscritti la possibilità di consultare gratuitamente CINAHL PLUS with Full Text, strumento fondamentale per la formazione, la ricerca e l’aggiornamento degli infermieri. Grazie a questa iniziativa nasce l’esigenza di diffondere, fra i professionisti, una base essenziale della metodologia EBP. con il patrocinio di: un autobus appartenente all’associazione dei donatori di sangue della Polonia (Krewniacy) sarà parcheggiato nelle piazze di Cereda di Cornedo, di Recoaro Terme e Cornedo Vicentino,allo scopo di sensibilizzare le persone a questi importanti temi. l’autobus dei donatori di sangue polacchi è una struttura avveniristica costruita come un vero e proprio ambulatorio viaggiante attrezzato per la donazione. Il Maestro Savegnago fu legato da una lunga amicizia al presidente della sudetta associazione,Marcin Velinov ,che è egli stesso un importante Maestro di aikido,ed è grazie a questa comunanza di interessi e valori che abbiamo deciso di collaborare tutti insieme per sostenere questa iniziativa. Il bus ospiterà un gruppo di infermieri del Collegio IPASVI di Vicenza, i quali saranno a disposizione per la rilevazione gratuita di alcuni parametri come la Pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la Glicemia, la saturazione del sangue. Aikido summer camp ”Sensei Piero Savegnago” 22/28 luglio, Piazza Sant Andrea, Cereda (Cornedo Vicentino) L’Associazione Aikido Wago Dojo e l’Associazione Aikido Kobayashi Ryu ,con il patrocinio del Comune di Cornedo Vicentino, hanno deciso di organizzare un campo estivo nella bella cornice collinare della località di Cereda.Questo incontro di una settimana sarà l’occasione per poter condividere le nostre esperienze, ma anche per consolidare o allacciare nuove amicizie. Come tutti sappiamo il Maestro Savegnago amava molto insegnare,e dopo la pratica dell’Aikido si intratteneva volentieri con tutti noi in indimenticabili momenti conviviali. Ed è proprio per ricordare questi bei momenti passati assieme ma anche per ringraziarlo per gli importanti insegnamenti ricevuti che abbiamo scelto di dare il suo nome all’Aikido Camp. Grazie Maestro per info visita il sito www.vicenzaipasvi.it Settembre il Mese Mondiale Alzheimer con il patrocinio di: 21 settembre 2013 XX Giornata Mondiale Alzheimer Alzheimer: una strada da fare insieme “Ognuno di noi cambia e cresce continuamente, ma se scegliamo di restare in contatto con gli altri mentre ciò avviene durante il viaggio della malattia impareremo tutti qualcosa su noi stessi, sulle relazioni e anche sul significato della vita.” John Zeisel Proposte culturali, eventi, esperienze, riflessioni, dibattiti, percorsi VICENZA –– BARBARANO VICENTINO –– BOLZANO VICENTINO –– CALDOGNO CAMISANO VICENTINO –– CREAZZO –– SOSSANO –– NOVENTA VICENTINA 7 settembre – 4 ottobre Presentazione Con l’obiettivo di fornire le risposte necessarie per la presa in carico del malato di Alzheimer e della sua famiglia, a partire dal 2006 è stato possibile attivare, prima nella città di Vicenza e poi dal 2011 su tutto il territorio dell’Azienda ULSS n° 6 “Vicenza” il Progetto “Polo Assistenziale Alzheimer” reso possibile dalla collaborazione tra l’Azienda ULSS n° 6, il Comune di Vicenza e l’IPAB di Vicenza e soste- nuto da un generoso finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona1 Base del progetto è l’idea dell’integrazione, da realizzarsi a tutti i livelli di presa in carico e di intervento; solo attraverso il lavorare insieme, operatori dei servizi socio- sanitari di diversi servizi, realtà associative e volontariato, è possibile avvicinarsi alla complessità della malattia e fornire al malato e al caregiver l’attivazione di tutti i soggetti di ”supporto” di cui hanno bisogno. Tuttavia, accanto all’attività di supporto e di sostegno ai servizi ed agli operatori rese possibili con il Progetto Alzheimer, a partire dallo scorso anno abbiamo compreso l’importanza di promuovere iniziative ed eventi di sensibilizzazione e di informazione rivolti alla cittadinanza. Infatti, come riporta il Rapporto Mondiale Alzheimer annuale, lo stigma e l’esclusione sociale sono i principali ostacoli per le persone con demenza e coloro che le assistono: - quasi una persona con demenza su quattro nasconde la propria diagnosi a causa dello stigma che circonda la ma- 17 lattia; - il 40% dei malati riferisce di non sentirsi accettato nella vita di tutti i giorni; - sia i malati sia i familiari ammettono di aver rinunciato a stringere relazioni sociali a causa delle difficoltà incontrate; - istruzione, informazione e sensibilizzazione sono priorità per ridurre lo stigma legato alla demenza. Pertanto, in occasione delle celebrazioni per il 2° Mese Alzheimer e la 20° giornata Mondiale dell’Alzheimer, siamo lieti di presentare la seguente ricca programmazione di eventi, di occasioni e di momenti per avvicinare i cittadini, facilitare la trasmissione delle informazioni utili e cercare di ridurre quella distanza sociorelazionale che aggrava ulteriormente la situazione – già di per sé difficile – vissuta dal malato e dalla sua famiglia. L’intento è quello di promuovere e favorire una comunità che sia in grado di comprendere questo vasto fenomeno per essere di aiuto, accanto ai servizi sociali e sanitari e rendere migliore la qualità di vita dei malati e delle loro famiglie. EVENTI ISTUTIZIONALI 11 Congresso Nazionale dei Caposala Coordinatori Infermieristici L’incertezza è la caratteristica che contraddistingue la contemporaneità e le organizzazioni diventano esse stesse fonti generative di ansia: ai coordinatori vengono richieste nuove modalità di pensarsi, di vivere, di agire e di elaborare l’incertezza all’interno di processi relazionali di apprendimento continuo. Sulla base di tali considerazioni, il Congresso intende affrontare la tematica del cambiamento con duplice sguardo: da un lato, i cambiamenti che sono già in atto, quelli che si stanno realizzando con grande rapidità nel mondo della salute, e il bisogno, da parte dei Coordinatori, di comprenderne la direzione e le dinamiche; dall’altro, l’inquietudine che provoca il nuovo e particolarmente il non conosciuto, e le competenze personali e collettive che possono consentire ai Coordinatori di attivarsi per gestire e per incidere positivamente sul cambiamento affinché sia realmente mirato all’efficacia assistenziale. OBIETTIVI • Identificare le caratteristiche degli attuali contesti della cura che interrogano il Coordinatore rispetto all’evoluzione del suo ruolo; • Individuare gli aspetti del reale che consentono uno sguardo nuovo e di attivare risorse personali e collettive per rispondere in modo professionale e contestualizzato; • Riconoscere le responsabilità del Coordinatore nel promuovere l’efficacia assistenziale nelle sue diverse dimensioni; • Acquisire consapevolezza che il contesto attuale richiede al Coordinatore, molto più di ieri, una partecipazione attiva ai diversi livelli per garantire esiti assistenziali migliori possibili e motivazione professionale; • Riconoscere e superare la comprensibile preoccupazione a fronte di cambiamenti epocali che comportano approcci difficili, complessi e rischiosi attivando relazioni positive con collaboratori e istituzioni. degli ISCRITTI IPASVI di Vicenza 2013 Il giorno 7 marzo 2013 alle ore 13.00, presso il Centro Servizi di Montecchio Precalcino (VI), si è svolta in seconda istanza, in ottemperanza al D.P.R. n. 221 del 5 aprile 1950, l’Assemblea Annuale Ordinaria degli iscritti per presentare il bilancio consuntivo 2012, il bilancio di previsione per l’anno 2013 ed esporre i progetti, gli obiettivi e le attività svolte dal Collegio IPASVI di Vicenza. La scelta della sede è stata fatta per dare modo ai colleghi sparsi nella provincia di Vicenza di partecipare e dare maggiore capillarità alla presenza del collegio nel territorio di competenza, Sono iscritti al Collegio IPASVI di Vicenza circa 5200 infermieri, l’assemblea aperta a tutti, ha visto coinvolto il Consiglio Direttivo quasi al completo, 13 consiglieri ed i revisori dei conti, il cui presidente, Giampietro Dal Cengio, ha presentato il rapporto dei relativi bilanci sulla scorta delle osservazioni scaturite dalla riunione del consiglio dei revisori tenutosi lo scorso febbraio 2013. L’attività istituzionale nell’anno 2012 è consistita in 21 Consigli Direttivi, 10 convocazioni del Coordinamento Regionale e 6 Consigli Nazionali. Il tema trasversale del Collegio IPASVI di Vicenza è stato quello di dare massima condivisione fra tutti i consiglieri alle attività che coinvolgono il Collegio, nel rispetto dei ruoli delle cariche istituzionali previste per legge. Con l’ausilio di audiovisivi, il Presidente Federico Pegoraro, ha presentato all’assemblea le attività svolte dal collegio definendo gli obiettivi a breve e a lungo termine che il Consiglio Direttivo si è proposto di raggiungere. 2° semestre Lo scenario su cui si collocano le organizzazioni sanitarie attuali, si caratterizza per alcuni elementi che richiedono nuovi strumenti di lettura e una profonda revisione culturale. In un ambiente esterno relativamente stabile e con la chiara formalizzazione dei modelli e delle regole di funzionamento, l’esercizio del ruolo di coordinamento era connotato da maggior certezza: razionalità delle scelte, pianificazione a lungo termine, linearità dell’azione, relativa semplicità ed efficacia dei meccanismi di controllo, contribuivano al senso di efficacia professionale. Oggi, alla maggior libertà individuale, apparentemente consentita ai singoli, si accompagna ambiguità ed una diffusa insicurezza. ASSEMBLEA ANNUALE 18 OBBIETTIVI 2013 Il presidente ha presentato all’assemblea le attività previste per l’anno 2013. L’attenzione per quest’anno è incentrata sulla riorganizzazione della segreteria del collegio con un concorso pubblico per l’assunzione di personale amministrativo per potenziare l’attività di segreteria che stiamo organizzando in tutta la sua complessità con l’aiuto di un professionista esperto nel settore del pubblico impiego per dare seguito alla procedura di concorso. Recentemente è stato istituito un gruppo di lavoro designato a promuovere l’immagine dell’infermiere e a collaborare con l’Università di Verona sulla costruzione dell’esame finale al Corso di Laurea Infermieristica, sulla base di quanto previsto dalla normativa sul ruolo dei rappresentanti dei collegio in sede di esame. Sono in previsione degli incontri con i nuovi Direttori Generali delle Aziende ULSS recentemente insediati, che mira a instaurare una rete per favorire la valorizzazione della risorsa infermieristica nelle aziende. Un altro obiettivo sarà quello di consolidare e rinforzare la comunicazione con l’esterno e verso gli iscritti ed un foglio notizie sull’esito del sondaggio sull’informazione on-line con contenuti più snelli ma capillari. La collaborazione con un giornalista è oramai considerata una priorità che vedremo di realizzare in questo biennio di mandato istituzionale per dare visibilità alle attività svolte dal collegio attraverso il sito Internet istituzionale, la rivista “Infermieri Informati” e la gestione della comunicazione con la cittadinanza per mezzo dei quotidiani. Un altro obiettivo, considerato sempre più importante e previsto fra i compiti del collegio, è stato quello di fornire all’iscritto risposte ai quesiti legali legati all’esercizio della professione: siamo stati interpellati per 36 tematiche, quesiti ai quali è stata data risposta con il supporto di consulenti legali; ci sono stati alcuni incontri in cui ci si è confrontati direttamente anche con l’iscritto. Sarà anche opportuno lavorare per trovare sistemi di contatto differenziati con gli iscritti per divulgare le informazioni e le novità del Collegio in modo più capillarmente. Il 12 maggio, giornata nazionale dell’infermiere, sarà un evento importante sul quale stiamo attualmente lavorando per garantire la stessa offerta dello scorso anno agli iscritti. La giornata nazionale dell’infermiere del 12 maggio 2012 ci ha visti presenti fra la popolazione di Vicenza anche con corsi sulla rianimazione pediatrica rivolti alla popolazione. L’organizzazione della giornata dell’infermiere 2012 ha richiesto notevole dispendio di energie ampiamente ripagate dall’ottima riuscita dell’evento. Sulla formazione ECM, abbiamo deciso come Collegio di non diventare provider per trovare invece dei gestori privati di accreditamento, come le ASL, che ci consentirebbero di allargare la rete in tutto il territorio vicentino. Il Collegio tratterà prevalentemente una formazione di livello informativo. Anche l’obbligatorietà dei crediti ECM (50 crediti/anno), ora ottenibili anche solamente in forma FAD, rappresenta per il collegio un obiettivo primario da sostenere attraverso la promozione e la promulgazione di corsi di qualità offerti agli iscritti a prezzi concorrenziali o gratuitamente in modo da consentire a ciascuno di maturare i requisiti previsti per norma. Lo scorso anno il collegio ha organizzato 9 corsi residenziali rivolti anche ai coordinatori, per un numero totale di 2681 crediti formativi complessivi erogati. Per diffondere la cultura infermieristica e dare rilevanza ai lavori che sono prodotti dagli infermieri neo laureati e da coloro che acquisiscono titoli di formazione universitaria di secondo livello e masters, è alla sua terza edizione il concorso “A spasso con Tesi”. Sono state valutate le domande di iscrizione all’albo di 19 colleghi extracomunitari che anno dato prova della conoscenza della lingua italiana per poter essere iscritti.Una collega esperta, libera professionista, Elena Vanzo, collabora da anni con 19 il Collegio IPASVI di Vicenza per fornire supporto e consulenza ai liberi professionisti, garantire l’apertura dello sportello per consulenze in collegio una volta al mese e reperibilità telefonica in giorni e orari definiti e mantenere rapporti con ENPAPI. Nel corso del 2012 è stato utilizzato il fondo di solidarietà per una somma pari a € 1.881,60 per aderire all’iniziativa di solidarietà promossa dalla Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI per l’Emilia Romagna colpita dal terremoto. La tesoriera Sonia Dal Degan presenta il bilancio consuntivo del 2012 con l’utilizzo di audiovisivi ne descrive i dettagli. a cura di Sonia Dal Degan Tesoriere e Barbara Pozza Segretario USCITE I valori riferiti ai macroaggregati delle uscite del bilancio risultano essere i seguenti: Relazione del Bilancio Consuntivo del 2012 pegnate (pagate e da pagare) nel corso dell’esercizio finanziario confrontandole con quelle contenute nel bilancio di previsione (per competenza e per cassa) dello stesso anno, riportandone, altresì, gli scostamenti. Il conto economico, che rileva i proventi ed i costi dell’esercizio secondo il principio della competenza economica, evidenzia un disavanzo economico d’esercizio di Euro 33.337,44. Per effetto delle entrate accertate, delle uscite impegnate e della gestione dei residui attivi (riscossi e da riscuotere) e passivi (pagati e da pagare), riportati nella situazione amministrativa al 31.12.2012, si evidenzia che l’avanzo di amministrazione finale ammonta ad Euro 122.995,89. I dati succitati dimostrano che la gestione del Collegio IPASVI dell’anno 2012 è stata caratterizzata dall’incremento delle spese effettuate per attività istituzionali, programmati a preventivo 2012, e sostenute al fine di promuovere e incrementare i progetti a favore degli iscritti. I prospetti succitati sono strettamente correlati tra loro e rappresentano unitariamente la situazione del Collegio IPASVI sotto il profilo finanziario, patrimoniale ed economico dell’anno 2012. Il fondo cassa al 31.12.2012 ammonta complessivamente ad Euro 157.729,70 rilevando un lieve aumento della sua consistenza, rispetto all’anno 2011, e pari a complessivi Euro 3.750,08 (2,44% circa). CONTENUTI DEL RENDICONTO FINANZIARIO DELL’ANNO 2012 Il rendiconto finanziario fornisce il risultato della gestione in conto competenza che presenta un utilizzo dell’avanzo di amministrazione iniziale di Euro 23.969,63. Tale documento evidenzia, inoltre, per capitolo di bilancio, le somme effettivamente accertate (riscosse e da riscuotere) ed im- La situazione patrimoniale, che rappresenta tutte le attività (disponibilità liquide, immobilizzazioni, crediti, ecc…) e le passività (debiti, fondi, ecc…) del Collegio, evidenzia, rispetto all’anno 2011, una riduzione di patrimonio, pari al disavanzo economico d’esercizio, di Euro 33.337,44. PREMESSA Il rendiconto generale dell’anno 2012 si compone dei seguenti documenti contabili: 1. rendiconto finanziario: entrate ed uscite finanziarie in conto competenza; 2. il conto economico; 3. lo stato patrimoniale; 4.la situazione amministrativa al 31.12.2012. ENTRATE I valori riferiti ai macroaggregati delle entrate del bilancio risultano essere i seguenti: Contributi ordinari Le entrate accertate per contributi ordinari, che risultano leggermente aumentate rispetto all’esercizio precedente, ammontano complessivamente ad Euro 244.772,00 e rappresentano circa l’89% del totale entrate del Collegio IPASVI. Nell’anno 2011 le entrate accertate in questo capitolo sono state pari ad Euro 238.750,00. Nel merito si segnala che nel corso dell’anno 2012 è proseguita l’attività di recupero dei contributi ordinari non versati negli anni precedenti da parte degli iscritti al Collegio IPASVI messi in mora. Tali azioni sono risultate efficaci nel 2012, come nell’anno precedente, ed hanno permesso il recupero di quote per Euro 5.980,00. Si è provveduto, inoltre, a regolarizzare l’iscrizione all’Ente dei soggetti che hanno versato tutte le annualità dovute. Altre entrate Le altre entrate accertate (riscosse e da riscuotere) al netto delle entrate per partite di giro ammontano complessivamente a circa Euro 14.508 e rappresentano il 5,60% del totale entrate. ENTRATE SOMME Nel seguito della presente relazione si rappresenteranno, in forma sintetica, le motivazioni che hanno portato la consistenza finale dei più significativi capitoli relativi alle entrate ed alle uscite del rendiconto finanziario di cui trattasi. RISCOSSE DA RISCUOTERE ACCERTATE DIFFERENZE SULLE PREVISIONI Titolo 1^ Entrate correnti 259.279,79 250.023,17 9.256,62 + 5.511,79 Titolo 2^ Entrate in c / capitale 0 0 0 0 Titolo 3^ Entrate per partite di giro 14.328,63 14.318,73 9,90 - 19.671,37 Totale entrate 273.608,42 264.341,90 9.266,52 - 14.159,58 In dette poste finanziarie rilevano per entità le seguenti entrate: - le tasse prima iscr. all’albo degli Infer. stranieri: Euro 6.670,00; - i proventi per i corsi tenuti dal Collegio: Euro 4.130,00; - diritti di segreteria Euro 870,00; - gli interessi attivi su depositi e c/c postali e bancari: Euro 332,29; - i recuperi ed i rimborsi: Euro 2.505,50. Altre entrate per partite di giro Queste entrate sono pari ad Euro 14.328,63 e si riferiscono, principalmente, a somme trattenute a titolo di ritenuta sui compensi dei collaboratori del Collegio IPASVI (contratti di collaborazione o prestazioni di lavoro autonomo) relative a contributi previdenziali ed imposte erariali (IRPEF). 20 Dette somme, dato lo specifico funzionamento delle poste finanziarie iscritte nelle partite di giro, sono state contemporaneamente iscritte, per pari importo come debiti verso l’Erario e gli Istituti Previdenziali nel corrispondente titolo delle uscite. La gestione dei residui attivi I residui attivi rappresentano, sostanzialmente, i crediti che il Collegio vanta nei confronti di soggetti terzi. Tale gestione prende in esame i residui di tutte le entrate accertate al 31.12.2012 che saranno oggetto di incasso negli anni successivi. I residui attivi, al 31.12.2012, ammontano ad Euro 14.188,52 con un lieve aumento rispetto all’anno precedente; si precisa che Euro 4.922,00 sono relativi agli anni precedenti. I residui attivi sono riferiti, quasi esclusivamente, ai crediti vantati dal Collegio nei confronti degli iscritti che non hanno pagato la propria quota. Detti residui sono stati implementati con le quote non incassate nell’anno 2012 per un valore pari ad Euro 9.266,52. Le uscite totali dell’anno 2012 sono aumentate rispetto a quelle del 2011, in conseguenza principalmente dell’incremento delle spese per prestazioni istituzionali, oltre che dell’incremento delle uscite per gli organi dell’ente, in particolare per i progetti operativi. Anche per quanto concerne le uscite finanziarie si indicheranno, di seguito ed in forma sintetica, le motivazioni che hanno portato al consolidamento dei contenuti dei diversi capitoli di spesa (o macroaggregati di spesa). Uscite per gli organi dell’ente Questo macroaggregato di spesa ammonta complessivamente ad Euro 82.417,34 e include tra le altre le spese relative all’assicurazione dei consiglieri, i loro rimborsi spese e gli oneri previdenziali e assistenziali. I compensi effettivi lordi dei consiglieri ammontano complessivamente ad Euro 66.314,77 di cui Euro 20.000,00 relativi a compensi per la realizzazione di progetti operativi. Si evidenzia che nel corso dell’esercizio sono state apportate alcune variazioni alle previsioni relative alle uscite per gli organi dell’ente, pari a Euro 14.000,00, prelevate dai capitoli di spesa relative alle uscite per acquisti di beni e servizi e per le prestazioni istituzionali. ENTRATE SOMME IMPEGNATE PAGATE DA PAGARE DIFFERENZE SULLE PREVISIONI Titolo 1^ Uscite correnti 280.013,17 232.356,84 47.656,33 - 43.535,35 Titolo 2^ Uscite in c / capitale 3.236,25 3.236,25 0 - 9.763,75 Titolo 3^ Uscite per partite di giro 14.328,63 13.062,63 1.266,00 - 19.671,37 Totale Uscite 297.578,05 248.655,72 48.922,33 - 72.970,47 La voce di spesa più importante di questo macroaggregato riguarda il pagamento delle quote d’iscrizione alla Federazione Nazionale (Euro 49.548,52). La realizzazione della rivista “Infermieri informati” ha registrato un impegno di spesa di Euro 19.310,98, mentre le spese impegnate per la realizzazione di eventi culturali sono state pari ad Euro 17.908,80. Uscite no classificabili in atre voci Sono stati consegnati alla FNC 1800 euro circa per sostenere la ricostruzione nelle sone dell’Emilia colpite dal terremoto. Gli oneri finanziari ammontano ad Euro 754,97 e sono riferiti esclusivamente a spese e commissioni bancarie. Gli oneri tributari ammontano ad Euro 4.779,39 e sono riferiti quasi esclusivamente all’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) calcolata sui compensi dei consiglieri ed alle imposte e tasse versate allo Stato a fronte della presentazione della dichiarazione dei redditi. Tra le uscite in conto capitale si segnala il sostenimento delle spese per l’acquisto di macchine per ufficio e programmi informatici. Per quanto concerne le uscite per partite di giro si veda quanto illustrato nella parte della presente relazione relativa alle entrate dello stesso titolo. Uscite per acquisto beni consumo-servizi La gestione dei residui passivi Queste uscite ammontano complessivamente ad Euro 70.874,89. I residui passivi rappresentano, sostanzialmente, i debiti che il Collegio ha nei confronti di soggetti terzi (fornitori, consulenti) ed ammontano a Euro 48.922,33. Tale gestione prende in esame tutte le somme impegnate al 31.12.2012 che saranno oggetto di pagamento nell’anno successivo. Le principali spese sostenute in questo macroaggregato riguardano quelle relative ai servizi amministrativi (Euro 44.273,35), quelle per le consulenze fiscali, legali e professionali (Euro 13.895,28). Occorre sottolineare, come già detto, che, rispetto al bilancio di previsione, si registrano variazioni diminutive di spesa rispetto al bilancio preventivo 2012, che hanno interessato le spese professionali per consulenze e per servizi amministrativi. Uscite per funzionamento uffici Sono pari ad Euro 12.401,28. Uscite per prestazioni istituzionali Queste uscite sono state pari ad Euro 106.149,70 in aumento rispetto all’anno precedente. Detti residui si riferiscono per Euro 1.266,00 alle ritenute previdenziali ed erariali effettuate sui compensi erogati ai propri collaboratori, anche per prestazioni di lavoro autonomo, nel mese di dicembre 2012 che sono state versate nel mese di gennaio 2013, per Euro 37.263,78 ai compensi di spettanza degli organi dell’Ente non ancora pagati al 31.12.2012 e per la differenza a debiti verso fornitori per fatture pervenute al Collegio nel mese di dicembre e con scadenza di pagamento nel 2013. Situazione amministrativa al 31.12.2012 21 La situazione amministrativa fornisce la dimostrazione, in forma sintetica, della gestione dell’esercizio finanziario, sia in conto competenza, sia in conto residui. La situazione amministrativa, pertanto, partendo dalla consistenza di cassa di inizio esercizio, pone in evidenza, al 31.12.2012: - la consistenza di cassa di fine esercizio che ammonta ad Euro: 157.729,70; - il risultato totale di amministrazione che ammonta ad Euro 122.995,89. STATO PATRIMONIALE Lo stato patrimoniale presenta le voci delle ATTIVITA’ e delle PASSIVITA’ del collegio alla fine dell’esercizio, confrontate con le medesime voci alla fine dell’anno precedente. ATTIVITÀ Le immobilizzazioni materiali per mobili ed immobili sono pari ad Euro 134.902,39 e risultano diminuite per l’importo pari agli ammortamenti dell’esercizio. L’attivo circolante è costituito dai crediti (non riscossi) di 14.188,52 e dalla disponibilità liquida di 157.729,70 per cassa, banche e c/c postale: per un totale di attivo pari a 306.820,61. PASSIVITÀ Totale passivo è dato dal patrimonio netto pari a 257.898,28 e dai residui passivi pari a 48.922,33 per un totale passivo di 306.820,61 in pareggio. CONTO ECONOMICO Il conto economico presenta le voci dei PROVENTI e dei COSTI del collegio dell’anno 2012. I COSTI rappresentano la riclassificazione secondo il principio della competenza economica delle uscite del rendiconto finanziario. I RICAVI rappresentano la riclassificazione secondo il principio della competenza economica delle entrate del rendiconto finanziario. La differenza tra i ricavi e i costi, al netto degli oneri finanziari dell’esercizio e delle imposte, e rettificato delle poste straordinarie di esercizio, porta ad un disavanzo economico di gestione pari ad Euro – 33.337,40. Relazione del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti Gian Pietro Dal Cengio Dopo la relazione del Presidente dei Revisori dei Conti Dal Cengio, l’assemblea generale del Collegio IPASVI di Vicenza, ha approvato il bilancio consuntivo dell’anno 2012 con 45 voti favorevoli + 24 deleghe pervenute, 0 astenuti e nessun contrario. La tesoriera Sonia Dal Degan presenta il Bilancio di previsione per il 2013 con l’utilizzo di audiovisivi e descrive nel dettaglio la previsione di cassa, le voci in entrata e le uscite, i consumi per beni e servizi. Il giorno 21.02.2013 alle ore 16.30 si riunisce - in sezione congiunta con il Consiglio Direttivo - il Consiglio dei Revisori dei Conti presso la Sede del Collegio Infermieri in via Trieste. Alla riunione sono presenti tutti i Sigg Revisori. Il presente verbale è inerente alla sola discussione del Bilancio Preventivo e Consuntivo. Il Bilancio Preventivo era stato oggetto di altra Riunione il 29.11 u.s ma, essendo in quella data emerse variazioni delle somme preventivate e presentate, si era richiesto di rivederlo con tali variazioni aggiornate. Tali somme riguardano: Stipendio nuova figura amministrativa 15.000 Euro, più 5.500 Euro per oneri. La somma si riferisce a una sola Persona a tempo pieno per sette mesi. Il contratto per le Attuali Amministrative è stato prolungato fino a maggio del c.a.. Lo stanziamento a favore dell’Agenzia di lavoro interinale, a cui ci siamo rivolti e scesa a 30.000 Euro La somma preventivata attiva per iniziative culturali ammonta a 5.000 Euro. A titolo di partecipazione spese si chiederanno 10 Euro per iscritto per i vari Corsi che il Collegio ha intenzione di organizzare. Somma importante per il Bando di assunzione e relativo concorso nuovo collaboratore amministrativo 12.000 Euro. Ultimo esempio conosciuto Collegio di Verona qualche anno fa 7000 Euro. Ci si infor- merà comunque se possibile chiedere un contributo per esame ai candidati. Per il rimanente le voci ricalcano quanto già visto negli altri BilanciIl Bilancio di Previsione 2013 è stato redatto nel rispetto del regolamento di amministrazione approvato dal Consiglio Nazionale. La tesoriera nella sua relazione ha chiarito le motivazioni e le scelte che indurranno a sostenere le spese per l’esercizio 2013. Valutata da parte nostra la documentazione concernente il Bilancio Preventivo 2013 e la completezza dello stesso. Considerato e verificato che il Bilancio di previsione è stato redatto secondo corretti principi di contabilità Preso atto che le somme iscritte a bilancio appaiono attendibili e congrue ( unico rilievo le spese telefoniche che saranno oggetto di approfondimento per valutare offerte più vantaggiose) Dimostrato il pareggio di bilancio. Il Consiglio dei Revisori esprime parere favorevole all’ approvazione del bilancio di previsione 2013. 1. TITOLO I ENTRATE CORRENTI a) Entrate Contributive a carico iscritti La categoria in esame contiene i seguenti due capitoli di bilancio: - Contributi Ordinari: per il quale si prevede di accertare una somma pari ad Euro 250.056,00 (corrispondente a 5.436 iscrizioni); - Tassa prima iscrizione Albo: per il quale si prevede di accertare la somma di Euro 4.600,00 (corrispondente all’iscrizione di 100 nuovi iscritti), che portano ad un totale di entrate da accertare pari ad Euro 254.656,00. Le entrate di cassa sono state calcolate aggiungendo alle previsioni di competenza il totale dei residui attivi da incassare (Euro 13.018,00). In tale ambito si segnala che le quote non ancora incassate al 31.12.2012 sono complessivamente n. 283, così suddivise: - anno 2010: 24 - anno 2011: 83 - anno 2012: 176. Per quanto concerne le altre entrate si segnala quanto segue: Il bilancio di previsione finanziario gestionale dell’anno 2013 è stato redatto tenendo conto: 1. delle somme che si prevede di accertare od impegnare a prescindere dal loro effettivo pagamento o dalla loro effettiva riscossione (conto di competenza); 2. delle somme che si prevede di incassare o di pagare sia in conto competenza sia in conto residui (conto di cassa). Ciò posto, il presente bilancio di previsione segue il criterio della competenza finanziaria ed annota, quindi, tutti gli impegni di spesa e gli accertamenti di entrate che si prevedono per l’anno 2013. Mentre il bilancio preventivo di cassa segue il criterio della liquidazione monetaria e registra, quindi, tutti gli incassi ed i pa- gamenti che si prevede di effettuare nel corso dell’anno 2013 per costi e ricavi di competenza e per residui attivi e passivi dell’esercizio 2012. BILANCIO DI PREVISIONE ANNO 2013 Nel corso della presente relazione si rappresenteranno, in forma sintetica, le motivazioni che hanno portato alle previsioni di competenza e di cassa dei più significativi capitoli o macroaggregati del bilancio di previsione dell’anno 2013. I dati del bilancio finanziario si basano sui dati preventivi dell’esercizio 2012, approvati dal Consiglio direttivo del 29 novembre 2012, tenuto conto delle variazioni che si sono verificate fino alla fine dell’anno 2012. ENTRATE Le prime voci delle entrate sono costituite dall’Avanzo di amministrazione consuntivo alla chiusura dell’esercizio 2012, per Euro 122.995,89, e dall’avanzo di cassa alla stessa data, per Euro 157.729,70, come risultano dalla tabella dimostrativa dell’avanzo di amministrazione presunto 2012; le suddette voci sono riportate a titolo di memoria e non entrano nel computo delle entrate. I valori riferiti ai macroaggregati delle entrate del bilancio di previsione risultano essere i seguenti: ENTRATE PREVISIONI DI COMPETENZA RESIDUI PREVISIONI DI CASSA Titolo 1^ Entrate correnti 2610676,00 14.178,62 275.854,62 Titolo 2^ Entrate in c/ capitale 0 0 0 Titolo 3^ Entrate per partite di giro 36.000,00 9,90 36.009,90 Totale entrate di competenza e di cassa 297.676,00 14.188,52 311.864,52 Utilizzo presunto dell’avanzo d’amministrazione 108.441,64 143.175,45 406.117,64 22 22 14.188,52 455.039,97 2. TITOLO II ENTRATE IN CONTO CAPITALE Per tale titolo non è stata prevista alcuna entrata. 3. TITOLO III ENTRATE PER PARTITE DI GIRO Le previsioni di queste entrate ammontano complessivamente ad Euro 36.000,00 e si riferiscono, principalmente, a somme che dovranno essere trattenute e riversate all’Erario e/o agli Enti previdenziali, a titolo di ritenuta, sui compensi dei collaboratori e dei dipendenti del Collegio IPASVI (contratti di collaborazione, prestazioni di lavoro autonomo e dipendenti). Dette somme, pertanto, sono riferite, quasi esclusivamente, a contributi previdenziali (INPS, INAIL, ecc..) ed imposte erariali (IRE). tolo delle uscite. Le operazioni rilevate nel titolo III non hanno rilievo economico ma soltanto finanziario e contabile. Utilizzo presunto dell’avanzo di amministrazione iniziale Poiché lo stanziamento dei capitoli di spesa inclusi nel bilancio di previsione dell’anno 2013 sono superiori ai capitoli d’entrata del medesimo bilancio, si prevede di utilizzare, in parte, l’avanzo di amministrazione accumulato negli anni precedenti per finanziare attività dell’anno in corso. Tutto ciò, ovviamente, nel rispetto delle norme legislative vigenti e delle disposizioni contenute nel regolamento di contabilità del Collegio IPASVI. USCITE I valori riferiti ai macroaggregati delle uscite del bilancio di previsione risultano essere i seguenti: Le somme di cui trattasi, dato lo specifico funzionamento delle poste finanziarie iscritte nelle partite di giro, sono state contemporaneamente stanziate, per pari importo, come debiti verso l’Erario e gli Istituti Previdenziali, nel corrispondente ti- USCITE PREVISIONI DI COMPETENZA RESIDUI PREVISIONI DI CASSA Titolo 1^ Uscite correnti 363.617,64 47.656,33 411.273,97 Titolo 2^ Uscite in c/ capitale 6.500,00 0 6.500,00 Titolo 3^ Uscite per partite di giro 36.000,00 1.266,00 37.266,00 Totale generale uscite 406.117,64 48.922,33 455.039,97 1.TITOLO I USCITE CORRENTI Utilizzo presunto del Fondo di Cassa iniziale Totale generale entrate a) sono state previste entrate per Euro 5.000,00 a titolo di contributo da parte degli iscritti per l’organizzazione e gestione dei seminari di aggiornamento. Come di consueto, anche per quest’anno, al fine di facilitare al massimo la partecipazione dei propri iscritti ai corsi organizzati dal Collegio IPASVI, le quote di partecipazione saranno minime; b) i diritti di segreteria sono previsti pari ad Euro 600,00; c) si stima di incassare la somma di circa Euro 350,00 per interessi attivi di competenza sui conti correnti postali e bancari intestati al Collegio ed utilizzati per la gestione; d) i recuperi e rimborsi stimati ammontano complessivamente ad Euro 1.050,00, di cui Euro 1.000,00 riferiti ai contributi di infermieri stranieri, comunitari e non, per sostenere il prescritto esame; e) le entrate diverse risultano di modesta entità ammontando complessivamente ad euro 20,00. a) Uscite per gli organi dell’ente Per l’anno 2013 sono state stanziate spese per gli organi dell’ente pari a Euro 90.500,00. Nel merito, si segnala che le previsioni di spesa relative ai compensi lordi del Consiglio direttivo sono rimaste invariati rispetto agli anni precedenti (Euro 35.000,00) mentre sono stati variati gli stanziamenti per i compensi dovuti allo stesso Consiglio direttivo per l’effettuazione di progetti operativi (Euro 28.000,00) in considerazione del maggior numero di progetti che il Consiglio si propone di sviluppare nell’anno in corso, a favore degli iscritti. Le previsioni comprendono anche le spese relative all’assicurazione dei consiglieri, i loro rimborsi spese e gli oneri previdenziali e assistenziali relativi ai compensi riconosciuti. Le previsioni di cassa sono state aumentate dei corrispondenti residui passivi (Euro 37.263,78) relativi ai compensi di competenza del 2012 e non pagati entro fine anno. b) Oneri personale in attività di servizio 23 E’ stata introdotta una nuova voce di bilancio relativa agli stipendi ed altri assegni fissi al personale, Oneri previdenziali e Assistenziali e compensi incentivanti la produttività per una figura amministrativa che si intende assumere con selezione concorsuale o con bando di mobilità nel secondo semestre dell’anno. La somma stanziata totale prevista è pari a € 20.500,00. LIBRERIA c) Uscite per l’acquisto di beni di consumo e di servizi Lo stanziamento ammonta ad Euro 83.900,00 ed è rappresentato per circa il 36% (Euro 55.000,00) dalle spese riferite ai “servizi amministrativi” e circa il 30% (Euro 25.000,00) dalle spese riferite alle “consulenze fiscali, legali e professionali”. Tali importi sono stati previsti in considerazione dei compensi che dovranno essere corrisposti per la tenuta della contabilità dell’ente e delle consulenze fiscali, legali e professionali che si otterranno nel corso dell’esercizio, determinanti per consentire al Consiglio Direttivo di prendere delle decisioni e fare delle scelte ben ponderate tenendo conto di aspetti che per competenza sono di altre figure professionali. Si segnala che è stato previsto un nuovo capitolo di spesa relativo ai costi per servizi da sostenere nel corso del 2013, pari a 12.000,00 per l’organizzazione del bando di concorso pubblico per l’assunzione di personale addetto ai servizi amministrativi e contabili dell’Ente Per quanto concerne il capitolo di spesa riferito alle “competenze delle commissioni esami per gli infermieri stranieri” sono stati preventivati Euro 800,00 (circa 10 candidati). Le previsioni di cassa sono state aumentate dei corrispondenti residui passivi (Euro 6.419,07). d) Uscite per funzionamento uffici Lo stanziamento di previsione per questo macroaggregato è pari ad Euro 15.950,00. Tutte le previsioni di spesa sono state mantenute in linea con quelle dell’anno precedente. Le previsioni di cassa sono state aumentate dei corrispondenti residui passivi (Euro 606,65). d) Uscite per prestazioni istituzionali Questa categoria rappresenta le spese istituzionali dell’Ente. Le previsioni di spesa ammontano complessivamente ad Euro 121.676,83, oltre ad Euro 3.366,83 di residui. In tale contesto spiccano, per entità, gli stanziamenti dei seguenti capitoli di spesa. - Quote spettanti alla Federazione nazionale: Euro 51.676,83; - Rivista Infermieri informati e spese postali relative: Euro 17.000,00; - Spese per eventi culturali e formazione iscritti Euro 32.500,00: - Spese per manutenzione-gestione Sito Internet Euro 10.000,00: - Spese formazione consiglieri e oneri relativi Euro 4.000,00; - Spese per progetti premiazioni Tesi e ricerca Euro 3.000,00. Come si può evincere da quanto precede, tale previsione consentirà di affrontare le spese che si dovranno sostenere per lo sviluppo di progetti e per l’organizzazione di eventi culturali e di momenti formativi ai quali potranno partecipare gli iscritti e gli stessi componenti del Consiglio Direttivo del Collegio IPASVI ai fini dell’aggiornamento. Nel merito, occorre sottolineare che il Consiglio direttivo del Collegio prosegue nell’intento di promuovere attività volte al miglioramento della professionalità della categoria degli II.PP. e dei loro rappresentanti. e) Oneri finanziari Tale stanziamento di bilancio è in linea con quello de: è stato attivato nel corso dell’esercizio precedente il servizio di Tesoreria per il Collegio gestito da un istituto bancario, attraverso cui regolare gli importi di entrata e uscita della gestione amministrativa dell’Ente. f) Oneri tributari La previsione di spesa per gli oneri tributari ammonta ad Euro 16.300,00: tale voce di spesa si riferisce, quasi esclusivamente, all’Irap (imposta regionale sulle attività produttive – Euro 14.800,00) calcolata sui compensi dei consiglieri del Collegio ed alle imposte e tasse (Euro 1.500,00) che dovranno essere versate allo Stato a fronte della presentazione della dichiarazione dei redditi del Collegio e degli adempimenti connessi. g) Poste correttive e compensative di entrate correnti Lo stanziamento di bilancio si attesta ad Euro 1.000,00. h) Uscite non classificabili in altre voci Detto macroaggregato contiene due fondi: - il fondo di riserva delle spese correnti che, in base alle disposizioni regolamentari contabili, è rapportato al 3% circa (Euro 10.590,80) delle spese totali correnti. Tale Fondo è stato previsto per integrare eventuali stanziamenti insufficienti di altri capitoli di spesa inclusi nello stesso titolo o per far fronte a spese non previste nel bilancio in questione; - il fondo di solidarietà (Euro 2.000,00) destinato a promuovere iniziative benefiche. 2. TITOLO II USCITE IN CONTO CAPITALE Per quanto concerne le spese in conto capitale (totale Euro 13.000,00) sono stati creati i seguenti stanziamenti di bilancio: - Manutenzione immobili: Euro 2.000,00; - Acquisto macchine d’ufficio e attrezzature: Euro 3.000,00; - Spese acquisto programmi informatici: Euro 1.500,00. Con tali fondi saranno acquisiti i beni strumentali, di durata pluriennale, che serviranno a rinnovare alcune macchine ufficio e attrezzature. 3. TITOLO III USCITE PER PARTITE DI GIRO Per quanto concerne le uscite per partite di giro si veda quanto illustrato nella parte della presente relazione relativa alle entrate dello stesso titolo. Relazione del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti Gian Pietro Dal Cengio Dopo la presentazione del Bilancio di Previsione per il 2013, l’assemblea si è conclusa con l’approvazione dello stesso con 42 voti favorevoli + 24 deleghe pervenute secondo norma, 9 astenuti e nessun voto contrario. Valutata la documentazione presentata e la presenza delle somme, congrue e attendibili, considerata la disponibilità finanziaria, il Collegio dei Revisori, ad unanimità di voti, resi a norma di legge, ha approva il bilancio di previsione per l’anno 2013. Si passa all’esame del BILANCIO CONSUNTIVO 2012. Si parte da una somma residua di 157.729.70 . Questo è a garanzia della non necessità di aumentare la quota versata dagli iscrittiQuote non riscosse. 900 Euro da ULSS Alto Vicentino 8000 per iscritti morosi di cui però il Collegio deve versare la quota di pertinenza alla Federazione Nazionale. In altri capitoli ci sono stati sforamenti che - a norma di regolamento - devono essere approvati dall’assemblea degli Iscritti. D.L. 13.09.1946 n°233 “ nell’eventualità che nel corso dell’anno si dovesse riscontare insufficiente la somma stanziata… potrà essere effettuato uno storno ….purchè sia possibile accertare che il quest’ultimo relativo stanziamento non sarà, alla fine dell’esercizio completamente utilizzato … e quindi la variazione potrà essere fatta soltanto entro i limiti di disponibilità risultante: Competenze per indennità Riunioni dei Consigli sforata di 12000 Euro ( Più riunioni e più presenze )Più 2000 Per oneri relativi al capitolo. Altri piccoli sforamenti non sono ritenuti significativi visto le somme modeste imputate. Viene discusso ancora sulla scarsità degli interessi che la Banca ci riconosce. Considerato che c’è stato una corretta imputazione delle spese ai pertinenti capitoli delle competenze e dei residui che si è verificata regolarità formale e sostanziale dei singoli atti ed osservanza delle norme che il pagamento delle spese impegnate è stato puntuale che c’è stata regolarità degli adempimenti richiesti dalla vigente normativa fiscale. che nel corso dell’anno si è proceduto al riscontro dei dati esposti in ciascuno dei documenti che compongono il consuntivo con le corrispondenti scritture contabili inoltre valutato l’esito dei riscontri contabili eseguiti su cassa e movimenti fra vari conti. la completezza dei dati riportati nel conto economico i Revisori dei conti esprimono parere favorevole all’approvazione del Bilancio Consuntivo concernente l’esercizio 2012 così come è stato sottoposto- “Fresco di... LETTURA” L’infermiere oltre che un operatore di assistenza è un educatore, la prevenzione a volte può essere molto importante per la prevenzione di malattie croniche. Per questo nella biblioteca del Collegio IPASVI è stato inserito il volume presentato nella nostra rubrica. “Noi siamo ciò che mangiamo” (L. Feuerbach), “Che il cibo sia la tua unica medicina” (Ippocrate) sono frasi scritte da studiosi antichi e recenti che indicano come fondamentale il cibo per la nostra salute. Negli ultimi 40 mila anni i nostri geni sono cambiati poco. Erano stati disegnati per adattare l’uomo a vivere nelle caverne, a cibarsi di prodotti vegetali presenti in natura e a mangiare la carne solo quando riusciva a cacciare. Oggi invece la vita è cambiata moltissimo e il progresso è riuscito ad agevolare in maniera determinante le attività dell’uomo facendo però insorgere malattie in passato sconosciute. Infatti la riduzione dell’attività fisica e l’aumentato apporto di alimenti ricchi di calorie e poveri di fibre hanno favorito l’insorgenza di malattie come l’obesità, l’arteriosclerosi, l’ipertensione arteriosa e il diabete. Senza ombra di dubbio una corretta alimentazione nella prima infanzia riesce a prevenire gran parte delle malattie. È impor- tante che le persone, soprattutto coloro che hanno il compito di educare i bambini (genitori, nonni, insegnanti) abbiano ben chiari i concetti sulla nutrizione umana e quali siano i comportamenti alimentari da seguire. Il volume vuole essere un concreto aiuto per tutti coloro che vogliono capire meglio quanto sia importante il fattore alimentare per vivere bene e prevenire eventuali malattie. Il testo è di facile comprensione, suddiviso in capitoli molto chiari viene spiegato l’origine degli alimenti, la loro composizione, proteine, carboidrati, grassi, sali minerali, vitamine ecc. La presenza costante di tabelle aiuta a comprendere meglio ciò viene spiegato, aiutano inoltre a calcolare il peso ideale per ogni soggetto, la giusta quantità di cibo da introdurre in base all’età, il lavoro, lo sport e anche le malattie presenti. Un capitolo poi descrive le varie tecniche di cottura spiegando nel dettaglio quali sostanze nutritive vengono perse a seconda del metodo usato. Tutti sappiamo che il microonde è comodissimo perché veloce e pulito ma non tutti sappiamo che il cibo introdotto nel microonde diventa “cibo morto” che non porta più nessun nutrimento a cura di Cappozzo Sonia Consigliere La riunione ha termine alle ore 19.00. 24 al nostro organismo. Il libro tratta poi del diabete, l’obesità, degli Omega 3, Omega 6, gli antiossidanti, la malattia di Alzheimer e il cibo. Un’ottima linea guida per un sana alimentazione. 25 L’ANGOLO GIURIDICO I quesiti degli infermieri Consenso informato Sottopongo alla Sua attenzione un quesito inerente l’acquisizione del consenso informato alla Fluorangiografia. Nell’U.O.C. di Oculistica di […], nell’ambito dell’attività diagnostica, viene effettuata la fluorangiografia. Tale esame viene effettuato da personale tecnico, ortottista, che gestisce l’utilizzo dello strumento, e da un’infermiera. Quest’ultima accoglie il paziente, gli sottopone il consenso informato, fornisce informazioni inerenti l’esame e in particolare acquisisce dati clinici da parte del paziente, mirati ad individuare condizioni di rischio legati all’infusione endovenosa del colorante previsto dall’esame stesso. Nello stampato del consenso informato alla fluorangiografia (acquisito dalla SOI - società oftalmologica italiana) è prevista anche la firma del medico. Stando alle disposizioni del Primario tale firma va apposta da parte del medico di reparto a completamento della seduta programmata, quindi dopo rientro a casa del paziente. Stando sempre alle disposizioni del Primario il medico va interpellato dall’infer- miera prima dell’iniezione del colorante solo se il paziente esprime dubbi e necessità di informazioni più approfondite. Con la presente si chiede quali siano i termini di responsabilità professionale Egregia collega, l’obbligo del consenso informato è oggi uno dei principi ispiratori dell’attività sanitaria. È un obbligo che grava sul medico che ne è responsabile. Il medico ha il dovere di informare il paziente e il paziente ha il diritto di essere informato. L’affermazione è consolidata sia dalla giurisprudenza in merito sia dal Codice Deontologico medico. La Corte di Cassazione, III sez. civile, nella sentenza del 15 gennaio 1997, n. 364, afferma che: ”La formazione del consenso presuppone una specifica informazione su quanto ne forma oggetto (consenso informato) che non può che provenire dallo stesso sanitario cui è richiesta la prestazione”. Il Consiglio Superiore di Sanità nel Documento sul consenso informato, sessione 42, Assemblea generale del 17 aprile 1996, ribadisce che, all’interno delle strutture ospedaliere, il compito di informare può essere dato sia al Direttore dell’Unità Operativa sia a un altro medico, in quanto “all’interno dei presidi ospedalieri la cura degli infermi è affidata ad un’équipe di medici e il paziente acconsente al trattamento ben sapendo che diverse possono essere le persone che lo eseguiranno”. L’art. 35 del Codice di Deontologia Medica (2007) recita: “il medico non deve intraprendere attività diagnostica e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso esplicito e informato del paziente. Il consenso, espresso in forma scritta nei casi previsti dalla legge, e nei casi in cui per la particolarità delle prestazioni diagnostiche e/o terapeutiche o per le possibili conseguenze delle stesse sulla integrità fisica, si renda opportuna una manifestazione documentata della volontà della persona, è integrativo e non sostitutivo dell’informazione e della richiesta del consenso in forma orale […]”. Con le rispettive firme apposte sul consenso scritto, il medico attesta di aver fornito le necessarie spiegazioni e di aver preso atto dell’accettazione/rifiuto dell’assistito e il paziente conferma di aver ricevuto le informazioni in maniera adeguata ed esprime il suo assenso/dissenso al trattamento. L’infermiere non può mai essere delegato a sostituire il medico in questo suo specifico ambito di competenza. L’infermiere ha una competenza informativa autonoma per quanto riguarda l’assistenza generale infermieristica. Inoltre, egli ricopre anche la funzione di “rinforzo/sostegno” o “accompagnamento” in caso di consenso a procedure noninfermieristiche. In tal senso, è uno specifico compito dell’infermiere contribuire alla coerenza comunicativa dell’équipe, al fine di rendere consapevole l’assistito delle varie prestazioni in programma. Oltre a vigilare affinché il medico illustri e dell’infermiere in relazione all’acquisizione del consenso informato alla fluorangiografia, considerato che la firma dello stesso da parte del medico avviene in un momento successivo all’esame stesso. il consenso è acquisito in momenti diversi e a carico di soggetti differenti dal medico. Non entro del merito della responsabilità del medico rispetto all’apposizione a posteriori della sua firma a testimonianza di un’informazione e di un consenso che non lo hanno coinvolto direttamente. Non posso però esimermi dall’esprimere perplessità rispetto a questa prassi. Per quanto riguarda il ruolo dell’infermiere, la responsabilità si limita a quanto di sua competenza e cioè alla fase di raccolta e trasmissione dei dati anamnestici e alla segnalazione al medico prescrittore delle situazioni in cui si evidenzi un determinato livello di rischio. Auspico, infine, che le “disposizioni del primario” a cui fa riferimento nel quesito siano contenute all’interno di uno specifico protocollo operativo vidimato dallo stesso Direttore dell’U.O. La giurisprudenza sta dimostrando che l’autorità giudicante tiene in grande considerazione i documenti in vigore presso i singoli contesti operativi che chiariscano i ruoli delle singole figure professionali coinvolte nei processi assistenziali. L’infermiere, d’altro canto, ha il diritto di esigere una documentazione chiara e ufficiale che guidi il suo operato, specialmente in quegli ambiti in cui è richiesta interdisciplinarietà. Sono un’infermiera che presta servizio presso […]. Mi servirebbe materiale o indirizzo relativo riguardo diffusione di dati sensibili, nel momento in cui mi devo relazionare con figure professionali quali parrucchiere ed estetiste per pedicure agli ospiti affetti da epatite, clostridium, ... Tali figure operano all’interno della struttura stessa. Mi sembra di ricordare che ognuno deve usare i DPI indistintamente e senza conoscere dati personali. Egr. collega, il D.Lgs 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali” regola la materia del trattamento dei dati personali. Tra i dati riconosciuti sensibili e quindi oggetto di particolare tutela vi sono i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute. La normativa citata afferma che gli esercenti le professioni sanitarie, previa acquisizione del consenso informato del paziente, possono trattare i dati sanitari dello stesso per finalità di tutela della sua salute o incolumità fisica (artt. 75 e ss.). Gli esercenti le professioni sanitarie e gli organismi sanitari pubblici, nell’ambito della programmazione, gestione, controllo e valutazione dell’assistenza sanitaria trattano i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute: a) con il consenso dell’interessato e anche senza l’autorizzazione del Garante, se il trattamento riguarda dati e operazioni indispensabili per perseguire una finalità di tutela della salute; b) anche senza il consenso dell’interessa- to e previa autorizzazione del Garante, se la finalità riguarda un terzo o la collettività. Per diffusione di dati sensibili si intende il darne conoscenza a soggetti indeterminati, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione. Sempre la normativa afferma che prima ancora di procedere all’attività di cura del paziente, qualsiasi operatore sanitario deve fornire allo stesso una completa informativa sul trattamento dei dati personali che intende effettuare, nonché acquisire il suo consenso anche oralmente (artt. 13 e 81 del citato Codice). Per quanto riguarda la possibilità di comunicare dati sensibili (come la positività a patologie infettive potenzialmente trasmissibili) a personale non direttamente coinvolto nell’assistenza del paziente, la giurisprudenza si è espressa negativamente. L’esigenza di diffondere informazioni in merito al rischio infettivo non può essere spiegata con la necessità di attivare particolari misure di protezione per il personale sanitario, in quanto le linee guida e la normativa sulla sicurezza dei lavoratori (Capo II, Titolo III, D.Lgs n. 81/2008) prevedono che, stante l’impossibilità di avere certezza sullo stato di infettività del paziente, le misure di protezione devono essere adottate nei confronti di ogni singolo assistito. ni sul trattamento che è proposto, sui risultati e sui rischi connessi all’esame. Talvolta si può verificare che l’informazione, l’acquisizione del consenso e l’esecuzione dell’atto sanitario siano realizzate funzionalmente ai tempi in cui queste attività sono effettuate e a carico di soggetti diversi. In tali casi, è raccomandato che l’esecutore della prestazione, se persona diversa da chi ha fornito l’informazione, si assicuri che l’oggetto del consenso risponda all’atto che sta per eseguire e che l’informazione sia stata data e, qualora ci siano dubbi, ripeta l’informazione o richieda nuovo consenso scritto. Dalla sua descrizione non sembra sia questa la procedura seguita nel caso della fluorangiografia, dove invece è individuato un percorso in cui l’informativa è fornita e Privacy 26 motivi in maniera esaustiva le sue proposte, se verifica che il malato non sia adeguatamente informato o si accorge che non ha capito quanto gli è stato detto, ha la facoltà di non cooperare ai procedimenti in quanto non può sostituire il medico quando l’informazione non sia stata data. Nell’ambito della collaborazione l’infermiere è senza dubbio tenuto a partecipare all’informazione e a verificare che il paziente abbia effettivamente espresso il suo consenso. Il nostro Codice Deontologico, all’art. 23 afferma che: “l’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita”. Con l’art. 24 prosegue: ”l’infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici e adeguando la comunicazione alla sua capacità di comprendere”. L’acquisizione del consenso, quindi, è un obbligo che grava sul medico, che ne è responsabile. La stessa informativa all’esame di angiografia retinica, approvata dalla SOI nel 2003 e aggiornato lo scorso anno, chiarisce in maniera inequivocabile quale sia il soggetto titolare dell’acquisizione del consenso informato. Vi si afferma che il medico è obbligato a mettere a disposizione tutte le informazio- 27 a cura di Fabio Vicariotto consigliere RASSEGNA STAMPA Sanità: la crisi spinge al “welfare fai da te” 20/03/2013 - Con i tagli imposti al settore, aumentano le tasse e diminuiscono i servizi. Il ricorso alle badanti rivela la necessità di coprire “privatamente” le mancanze del servizio pubblico. Un Rapporto FiasoBocconi. E gli infermieri non trovano occupazione In Italia il numero delle badanti cresce progressivamente: attualmente sono circa 774 mila. È uno tra i segnali più evidenti delle difficoltà che sta attraversando il nostro Servizio sanitario nazionale, stretto tra crisi economica e spending review. Eppure, sia pro-capite sia in rapporto al Pil, la spesa sanitaria italiana è la più bassa d’Europa e da qui al 2015 dovrà affrontare una “cura dimagrante” da oltre 30 miliardi per effetto delle ultime manovre. Difficile che tutti questi tagli non si traducano in minore offerta di servizi ai cittadini. Il nuovo allarme viene dal Rapporto Oasi 2012 della Bocconi, presentato martedì 19 marzo dalla Federazione di Asl e ospedali (Fiaso). Un allarme sostenuto da fatti e cifre: lo scorso anno i ticket sui farmaci sono aumentati del 40%; il 55% degli assistiti paga ormai da sé le visite specialistiche e gli accertamenti diagnostici, sia per aggirare le lunghe liste d’attesa, sia perché i ticket sono ormai così alti da spingere verso un privato sempre più low cost; cosicché il welfare “fai da te” è sempre più esteso, come ci fa capire, anche, la contrazione progressiva dei dipendenti del Ssn rispetto alla crescita di figure non sanitarie come quelle delle badanti. Come se tutto questo non bastasse, l’Oasi 2012 sottolinea che le Regioni, per evitare di andare “in rosso” o di peggiorarlo, ripianano i bilanci a colpi di tasse: in due anni i tributi locali hanno portato ben 5 miliardi in più. Regioni in cerca di soldi. Maggiorazioni delle aliquote e delle addizionali Irpef, rincari del bollo auto e cartolarizzazione dei debiti sono gli strumenti, singoli o associati, ai quali hanno fatto ricorso quasi tutte le Regioni, con le eccezioni di Valle d’Aosta, Friuli, Trento e Bolzano, Basilicata e Sardegna, mentre Marche, Abruzzo, Molise e Campania hanno messo mano a tutte le leve fiscali consentite dalla legge. D’altronde, senza aumenti di tasse locali - dicono i dati del ministero della Salute - già nel 2011 ben 16 Regioni sarebbero andate “in rosso”: le cifre del quarto trimestre (le ultimi disponibili) evidenziano che, prima di chiedere nuovi sacrifici fiscali ai contribuenti, hanno chiuso il bilancio con leggeri attivi solo Lombardia, Veneto, Umbria, Marche e Abruzzo. cità del sistema economico di crescere. «Chiedere ulteriori sacrifici a un sistema già “parsimonioso” – sostiene l’Oasi – sta ulteriormente aggravando il divario tra le risorse disponibili e quelle necessarie per rispondere in modo adeguato alle attese. Le risorse, in altri termini, sono sempre più insufficienti, con il rischio concreto di intaccare ulteriormente una copertura pubblica già incompleta». Che fare? In breve, tre le possibili direttrici indicate dal Rapporto: la ricerca di maggiore efficienza; la definizione di priorità, con l’adozione di esplicite scelte di razionamento; la ricerca di risorse aggiuntive (attività a pagamento, assistenza sociosanitaria, fondi integrativi). La spesa. Secondo i confronti internazionali, però, la spesa sanitaria italiana risulta del 21% inferiore al dato complessivo UE-15, con un tasso di crescita medio, tra il 1990 e il 2010, di 1,4 punti percentuali minore rispetto alla media dei quindici Paesi. Questo vale sia per la spesa procapite 2010, totale (2.964 dollari a parità di potere d’acquisto contro 3.765 della media UE-15) e pubblica (2.292 dollari ppa contro 2.920), sia per l’incidenza sul Pil della spesa, totale (9,3% contro 10,7% nel 2010) e pubblica (7,4% contro 8,2). La copertura pubblica della spesa sanitaria in Italia risulta allineata al valore UE-15 (77,5% nel 2010), ma ancora inferiore a quella di alcuni Paesi caratterizzati da un sistema sanitario simile a quello italiano come il Regno Unito e la Danimarca. Non è colpa del Ssn. Tuttavia, sottolinea il Rapporto Oasi, la scarsità di risorse «non è responsabilità del Ssn» anche se su di esso si ripercuote. Le cause vanno cercate principalmente nell’alto debito pubblico del nostro Paese e nell’incapa- crisi Sud Italia sempre più vecchio, povero e privo di servizi. Si allarga il divario con il Nord del Paese. I dati del rapporto “La crisi sociale del Mezzogiorno” presentato a Roma. Dal rapporto “La crisi sociale del Mezzogiorno”, realizzato dal Censis e presentato ieri a Roma, il Sud Italia risulta sempre più segnato dal numero di anziani, circostanza che farà aumentare inevitabilmente il numero dei non autosufficienti. La crisi degli ultimi anni ha allargato il divario Nord-Sud: nel 2012, il Pil del secondo si è ridotto ulteriormente del 10% a fronte di una flessione del 5,7% registrata altrove. Qui, i livelli di reddito sono più bassi che in Grecia; dei 505mila posti di lavoro persi in Italia dall’inizio della crisi, il 60% (più di 300mila; 39 famiglie su 100 sono a rischio di povertà) ha riguardato il Mezzogiorno. Inoltre, negli ultimi cinque anni il 17,1% dei residenti al Sud si è spostato in un’altra regione per farsi curare, non fidandosi della qualità e professionalità della propria. Il progressivo deterioramento dei servizi sanitari, negli ultimi cinque anni, è riferito dal giudizio dei cittadini: lo afferma il 7,5% al Nord-Ovest, l’8,7% al Nord-Est, il 25,6% al Centro e addirittura il 32,1% al Sud. Se a questo si aggiunge la forte tendenza all’aumento della longevità, si prevede al 2030 un incremento della popolazione anziana di oltre il 35% contro dinamiche di crescita meno marcate nelle altre aree geografiche. Per questo, crescerà molto anche il numero dei non autosufficienti, destinati a superare i 783mila. Ma per il Censis, la recessione attuale è solo l’ultimo tassello di una serie di criticità che si sono stratificate nel tempo, come si legge nel Rapporto: “Piani di governo poco chiari, una burocrazia lenta nella gestione delle risorse pubbliche, infrastrutture scarsamente competitive, una limitata apertura ai mercati esteri e un forte razionamento del credito hanno indebolito il sistema-Mezzogiorno fino quasi a spezzarlo...”. Tra i grandi sistemi dell’euro-zona, l’Italia è il Paese con le diseguaglianze territoriali più rilevanti: il Sud paga la parte più cospicua della crisi e si conferma come un territorio di emarginazione di alcune categorie sociali, come i giovani e le donne. Un terzo dei giovani, tra i 15 e i 29 anni, non riesce a trovare un lavoro e se si è donne, la disoccupazione sale al 40%: il tasso di disoccupazione femminile totale è del 19% al Sud a fronte di un valore medio nazionale dell’11%. Intanto, si allargano le distanze sociali: il Mezzogiorno resta un territorio in cui le forme di sperequazione della ricchezza non diminuiscono, ma anzi si allargano. Il 26% delle famiglie residenti nel Mezzogiorno è materialmente povero a fronte di una media nazionale del 15,7%. Anche l’efficacia dei programmi attivati con i fondi europei è discutibile. Per il Censis, “uno dei principali fattori di debolezza del Sud e’ ancora oggi l’incapacità del sistema educativo di accompagnare i processi di sviluppo attraverso la formazione di un capitale umano qualificato, contribuendo cosi’ a contrastare il disagio sociale ed economico della popolazione. La spesa pubblica per l’istruzione e la formazione nel Mezzogiorno e’ molto più alta che altrove, ma i livelli di apprendimento e le competenze sono decisamente peggiori. L’UE mette in discussione il prerequisito dei 12 anni di scolarità per la formazione infermieristica crisi 28 Il 23 gennaio 2013 la Commissione IMCO (Mercato Interno e Tutela del Consumatore) del Parlamento europeo ha approvato la proposta di modifica della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali in tutta l’UE. Allo stato attuale la direttiva prevede, ai fini dell’esercizio professionale, un regime di riconoscimento automatico dei titoli di formazione solo per 7 professioni, tra cui quella di infermiere, sulla base dell’armonizzazione dei requisiti minimi di formazione. L’aggiornamento della direttiva mira a rimuovere gli ostacoli in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali, a far fronte alla crescente richiesta di personale altamente qualificato, a facilitare la mobilità dei lavoratori e a migliorare l’efficienza dei mercati occupazionali. In realtà, la nuova stesura dell’articolo 31 sulla formazione dell’infermiere responsabile dell’assistenza generale, che si basa sui sistemi di formazione infermieristica dei diversi Paesi UE, ribadisce alcuni elementi comuni presenti negli ordinamenti attualmente in vigore: il numero di anni della formazione (3 anni), il numero di ore (4.600 ore), il rapporto tra la teoria (1/3) e la pratica (1/2). Ma il nuovo testo introduce anche un elemento rispetto al quale la Federazione Ipasvi esprime un profon- 29 do dissenso e una ferma opposizione: la possibilità di accedere alla formazione infermieristica di base, oltre che con una scolarità di 12 anni, anche con una scolarità di 10 anni. Tale possibilità non costituisce solo un oggettivo svilimento della professione infermieristica, ma contrasta soprattutto con la necessità di migliorare la qualità dell’assistenza e di garantire la sicurezza delle cure dei cittadini dell’UE. La richiesta di abbassare a 10 anni la scolarità minima richiesta, è stata portata avanti dalla Germania, con il sostegno di Austria, Malta, Paesi Bassi e Lussemburgo. Contrariamente alla posizione della stragrande maggioranza dei Paesi europei, infatti, le autorità tedesche non ritengono che gli infermieri debbano conseguire una formazione universitaria, poiché secondo il loro punto di vista esercitano attività basate più sull’empatia con il malato che su conoscenze e competenze di livello universitario. La Germania, inoltre, afferma che in questo periodo di crisi l’accesso dei giovani al mondo del lavoro possa essere facilitato da un livello basso di scolarità e che un contenimento dei livelli stipendiali possa essere raggiunto in area sanitaria utilizzando operatori con una qualificazione non universitaria. Tale posizione retrograda, potenzialmente rischiosa per la sicurezza dei pazienti e penalizzante per la professione infermieristica, si è imposta nonostante l’intensa attività di lobbying svolta dall’Italia, insieme agli altri Paesi aderenti alla Fepi. Della Fepi (Consiglio Europeo degli Enti Regolatori della Professione Infermieristica) fanno parte Italia, Francia, Irlanda, Grecia, Croazia, Romania, Serbia e Ungheria (con il supporto dei Presidenti degli Ordini Infermieristici del Regno Unito, della Spagna e del Portogallo e con gli Usa e il Canada in qualità di membri associati). Attraverso la Fepi, associata al Ceplis (Consiglio europeo delle professioni liberali), questi Paesi stanno esercitando da almeno due anni forti pressioni presso tutte le istituzioni europee a sostegno dei 12 anni di istruzione generale per l’accesso alla formazione infermieristica e di un unico percorso formativo per gli infermieri, fondato esclusivamente sulla formazione universitaria. La Presidente della Fepi, Dragica Simunec, ha inviato specifiche note a tutti i Relatori, ai Relatori Ombra e ai Membri del Comitato del Parlamento europeo che ha lavorato sul testo. Per l’Italia l’appello è stato inviato agli europarlamentari Gino Trematerra, Sergio Cofferati, Lara Comi, Tiziano Motti, Matteo Salvini, Raffaele Baldassarre, Mario Borghezio e Pierantonio Panzeri. A livello del Governo italiano, la Federazione Ipasvi si è fatta carico di sostenere ripetutamente analoga ferma presa di posizione in tutte le sedi competenti e in particolare ai tavoli del Ministero della Salute. L’approvazione dell’attuale proposta di modifica assume, quindi, un carattere di particolare gravità anche perché ignora le opinioni e le richieste della maggioranza degli organismi e delle associazioni infer- mieristiche europee. Il rischio determinato dall’attuale situazione è che in Europa si vengano a creare due tipologie di infermieri (universitari e non), lasciando ai singoli Stati la libertà di decidere se optare per la scelta della formazione universitaria o meno. Stessa prestazione ma costi diversi. Fino a tre volte di più. Le mille facce degli ospedali italiani L’ Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari della Cattolica ha messo a confronto 10 Aziende ospedaliere (sette sono laziali). Per curare la stessa patologia un ospedale può arrivare a spendere il triplo di un altro. Una prova “indiretta” che i tagli lineari non possono funzionare. Troppe discrepanze nelle performance economico-gestionali di alcuni ospedali laziali e italiani: per curare lo stessa tipologia di paziente un ospedale può arrivare a spendere il triplo di un altro; a parità di caso trattato si registrano voci di spesa molto differenti tra le diverse strutture, segno che alcune riescono meglio di altre e con meno spesa a fornire lo stesso servizio. Alla luce di tale variabilità, i cosiddetti tagli lineari, che colpiscono tutti alla stessa maniera senza valutare le diverse realtà, finiscono per penalizzare gli ospedali più produttivi e meglio gestiti. È quanto emerge dallo studio “Analisi di benchmarking tra aziende sanitarie pubbliche e private selezionate nel 2010: Analisi delle performance economico-finanziarie”, realizzato dai ricercatori dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica e coordinato dal direttore Prof. Americo Cicchetti. “L’obiettivo dello studio - spiega il professor Cicchetti -, è fornire una metodologia per il confronto sistematico delle performance economico-finanziarie delle aziende ospedaliere: dal confronto emerge un consistente differenziale di efficienza del Policlinico A. Gemelli rispetto ad altre strutture ospedaliere della Regione Lazio e del territorio nazionale”. Dal punto di vista dell’efficienza gestionale ed economica il Policlinico A. Gemelli si pone come punto di riferimento (benchmark) per le strutture ospedaliere di pari complessità non solo nella Regione Lazio, ma anche per il resto d’Italia: confrontato con altri importanti ospedali presenti in Regione e nel resto del Paese, il Gemelli risulta il migliore per molti indicatori di produttività come il numero di pazienti dimessi annualmente, indicatore che dà la misura di quanto produce un posto letto. I ricercatori ALTEMS hanno effettuato il confronto tra 7 aziende sanitarie del Lazio e altre 3 aziende sanitarie di rilevanza nazionale che operano a un livello di 30 complessità medio-alto, utilizzando alcuni indicatori riguardanti l’efficienza-produttività, il personale, la struttura e l’attività. Gli ospedali messi a confronto sono l’AO San Andrea di Roma, l’AO San Filippo Neri di Roma, il Policlinico Tor Vergata di Roma, l’AO San Giovanni di Roma, l’AO San Camillo di Roma, l’AO Molinette di Torino, il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, l’AOU Careggi di Firenze e il Policlinico A. Gemelli di Roma. “Ne emerge un quadro molto variegato spiega il professor Cicchetti, direttore ALTEMS - ovvero c’è un’alta variabilità tra strutture per molti indicatori di produttività presi in considerazione. Questa alta variabilità tra strutture - precisa il professor Cicchetti -, suggerisce che i tagli orizzontali previsti dalla spending review rischiano di penalizzare le strutture più produttive”. Gemelli (10% dei dimessi della Regione Lazio), che rappresentano di gran lunga le strutture con la maggiore attività assistenziale. Il Policlinico Gemelli è il maggiore attrattore di pazienti da altre Regioni italiane (18% dei casi nel 2010), seguito dal Policlinico Umberto I con l’11% di pazienti non laziali trattati in ricovero ordinario e DH. In termini di complessità, però, è l’AO S. Camillo (1,18) a mostrare il maggior indice di case-mix, seguita dal Policlinico di Tor Vergata (1,14). Le altre strutture considerate si attestano tra l’1,03 e l’1,07. Indicatori di produttività - La differenza nella produttività degli ospedali “laziali” rispetto agli ospedali usati come riferimento non appare così marcata. L’attività di assistenza per ogni posto letto (numero di dimessi annuo per posto letto) mostra in pole position Tor Vergata con 69,7 dimessi per posto letto, seguito dal Gemelli con 55 dimessi. L’indicatore evidenzia che le aziende ospedaliere universitarie della Regione sono anche quelle con la più alta produttività per posto letto. Sul fronte della produttività del personale, pesata per la complessità della casistica, si vedono invece differenze rilevanti. In questo caso, considerando sia medici universitari che non universitari (Fonte: Conto Annuale, Ragioneria Generale dello stato, Anno 2010), è primo il Gemelli (107,7 pazienti per medico in un anno) seguito dal Sant’Andrea (105,1); entrambi dimostrano una produttività del personale medico sostanzialmente superiore rispetto alla media. Le medesime differenze si osservano anche considerando il personale infermieristico. Se infatti per ogni infermiere in servizio al Gemelli si trattano 47 pazienti, al San Camillo se ne trattano solo 23. I benchmark extraregionali sono a “metà strada”; al Careggi il rapporto dimessi/infermiere è 31,4, al S. Orsola 31,3. I dati dei due policlinici pubblici (Tor Vergata e Umberto I), si attestano su livelli migliori dei benchmark. Si noti però che questi due ospedali ricorrono in modo più massiccio all’acquisizione di forza lavoro attraverso cooperative, rendendo questo confronto non facilmente interpretabile. Indicatori economico finanziari - La situazione economico-finanziaria delle aziende della Regione Lazio rispetto ai compara- tori di altre Regioni appare estremamente variegata ma chiara, almeno per quanto attiene le strutture pubbliche. Le risorse per la produzione (RPI) assegnate dal sistema regionale (o acquisite da altre fonti come i ticket) sono sistematicamente insufficienti per portare le aziende all’equilibrio economico. Il rapporto percentuale tra costi per la produzione (CPI) e risorse - CPI/RPI - se superiore al 100% identifica una perdita, se inferiore identifica un saldo positivo di bilancio. Ebbene questo rapporto al San Filippo Neri è pari al 160%, situazione analoga per il San Camillo (159,1%) e al San Giovanni (155%). Più basso ma comunque negativo a Tor Vergata (141%) e all’Umberto I (126%). Solo al Gemelli il rapporto è più vicino al pareggio (107%). È chiaro che la somma delle differenze di ogni azienda contribuisce a costruire il deficit regionale. In generale, emerge che il Policlinico “A. Gemelli” è l’ospedale con un costo per dimesso più basso nel campione (6.118€/ paziente). Il costo massimo si riscontra, invece, per l’AO Molinette di Torino, proprio uno degli ospedali considerati come punto di riferimento per le strutture regionali. Il costo per dimesso del Policlinico Umberto I, invece, è analogo a quello di Careggi e del S. Orsola e vicino a quello del S. Giovanni. Meno “virtuosi”, da questo punto di vista, appaiono San Camillo e S. Andrea a Roma. A spiegare buona parte di queste differenze è la capacità dell’azienda di fare “economia” attraverso la funzione di acquisto dei beni e servizi. Qui le differenze sono notevoli anche tra le strutture del Lazio. Un paziente che al S. Camillo “costa” in termini di beni e servizi 5.856€ al Gemelli ne costa 2.135 e al S. Giovanni 2.667. Considerando la complessità dei dimessi (attraverso l’ICM) possiamo effettuare delle comparazioni tra le strutture Regionali. A parità di complessità del caso, il costo per paziente più basso si riscontra ancora al Policlinico universitario “A. Gemelli” (5.947€ per paziente), soprattutto grazie alla maggiore capacità di acquistare beni e servizi (il costo per questa voce ammonta a 2076€ per paziente). La situazione più critica si registra presso l’azienda Ospedaliera S. Andrea (che ha dati analoghi a quelli del S. Camillo e del S. Filippo Neri). In questo ospedale il caso trattato (pesato Lo Studio Altems Lo studio prima di tutto mette in evidenza che le strutture ospedaliere laziali del campione producono oltre 330.000 ricoveri (su 1.083.582 di tutta la Regione) di cui il 20% sono pazienti dimessi dal Policlinico Umberto I (6% del totale dei dimessi nel Lazio) e il 32% dal Policlinico 31 per la complessità) costa 8.921€ con un costo per beni e servizi che sale a 4243 €. È come dire che un ospedale spende il doppio di un altro per curare lo stesso paziente. Le manovre 2011-2012 e la spending review, in particolare, hanno richiesto a Regioni e aziende tagli orizzontali. Se le diverse strutture dislocate nel Paese avessero un analogo livello di efficienza operativa – sottolinea il professor Cicchetti - la spending review sarebbe lo strumento adeguato per incrementare globalmente il livello di efficienza e, con ogni probabilità, di efficacia del sistema”. Ma lo studio ALTEMS evidenzia una situazione diversa: il livello di produttività ed efficienza delle singole strutture è molto differenziato. “Le implicazioni di ciò sono evidenti – sottolinea il professor Cicchetti: i tagli lineari della spending review in una situazione come quella che caratterizza la Regione Lazio, non consentono di “fare efficienza”, ma esattamente l’opposto. Se si taglia il 5% della spesa per beni e servizi al S. Camillo (che si dimostra relativamente efficiente in questa attività) e a Tor Vergata, senza considerare le differenti performance di queste aziende, ottengo, così, una riduzione della produttività complessiva”. I tagli dovrebbero ispirarsi a una nuova logica: l’indicatore considerato per decidere l’allocazione delle risorse non può più essere la dimensione dell’offerta, ma deve divenire la qualità, l’efficacia e l’efficienza dell’offerta. “La Regione Lazio – conclude Cicchetti - deve fare i conti con la realtà di un sistema estremamente articolato: il 45% dei pazienti in acuzie è dimesso da ospedali non pubblici (27% da ospedali no-profit, di ispirazione religiosa); nessuna Regione ha una segmentazione simile nel proprio mercato sanitario. Per questo motivo se si vuole salvare la sanità pubblica della Regione, bisogna investire su quello che realmente funziona bene, sviluppando nell’amministrazione regionale la funzione di “committenza”, e utilizzando idonei strumenti per decidere come erogare le risorse disponibili. CONTRIBUTI CONTRIBUTI APPROFONDIMENTI Il cittadino scrive... a cura di Gianmaria Fanchin vicepresidente 32 33 L’INTERVISTA fare ed insegnare anche noi, nuovi arrivati, c’è però un velo di paura e rassegnazione per quanto riguarda le prospettive future. Si parla di contratti a tempo determinato, lavori ad ore, collaborazioni, nulla dato per certo o sicuro. “ aver paura di dire la propria opinione o di esprimere disagi personali.” debriefing, colloqui, esami, momenti di sfogo personali, loro ci sono sempre! “ “Secondo voi cosa fa la differenza in un Coordinatore? Esperienza, formazione, sensibilità personale, ecc?” consapevoli del ruolo che rivestono nei confronti dei pazienti e dei loro famigliari e continuano ad essere motivati nonostante i molti anni di lavoro e che magari nel frattempo hanno anche trovato le energie per seguire qualche specializzazione. Penso che sia in parte una responsabilità anche dell’azienda ospedaliera stessa, quella di valorizzare e consapevolizzare i propri professionisti, offrendo anche delle opportunità per la formazione di personale sempre più qualificato.” “Idealmente come vorreste esercitare il vostro ruolo, vedere impiegate le vostre competenze? Nelle vostre esperienze di tirocinio avete trovato modelli organizzativi che si confacevano alle vostre esigenze?” Vera “la differenza la fanno le caratteristiche caratteriali e culturali della persona: un coordinatore può anche avere alle spalle un curriculum ricco di specializzazioni e conoscenze, ma se non le sa trasmettere, condividere o se non riesce a rapportarsi con le persone, pazienti o propri collaboratori che siano, non brillerà mai. “ “La conoscenza da parte dell’università di aspetti personali degli studenti non legati propriamente all’apprendimento influisce in qualche modo sulla formazione? “ “Ho notato proprio una spaccatura tra una parte di loro che ci credono, si specializzano, si aggiornano continuamente mentre altri si accontentano e ritengo quest’ultimo un grande errore. D’altra parte credo una responsabilità sia anche delle aziende stesse che non valorizzano i loro professionisti, ad esempio facendo un colloquio di lavoro in Germania, come prima cosa mi è stata presentata una brochure di corsi di aggiornamento e specializzazione in prospettiva che mi hanno fatto capire l’enorme valore e stima che danno invece loro alla mia preparazione e il desiderio di farmi crescere” Vera “In alcuni casi ho trovato modelli organizzativi ben implementati, ma questo dipende dall’equipe, dalla sinergia che si instaura nei vari professionisti che sono poi quelli che fanno funzionare tutta l’ingranaggio. Penso sia d’obbligo, come è di prassi in ogni struttura che coinvolge il lavoro di più persone, darsi dei compiti, degli orari, delle priorità, in modo da far funzionare tutto nella maniera più sciolta e sicura possibile. Tuttavia penso anche che ogni tanto si debba essere disposti a ridefinire certe priorità, invertire qualche ruolo, ad essere sostanzialmente più flessibili. Come spesso succede, la realtà delle cose si distanzia da quanto viene proposto in letteratura… “ L’infermiere visto dai neolaureati L’ultima analisi Istat relativa al rapporto tra occupazione e titolo di studio mette in evidenza che a quattro anni di distanza dalla laurea sette giovani su dieci hanno un lavoro. Secondo questo rapporto i più ricercati sono infermieri, ingegneri, architetti e laureati in economia aziendale. Nel 2011, precisa l’indagine, lavora il 71,5% dei laureati che hanno conseguito il titolo nel 2007, mentre è in cerca di lavoro il 15,2%. Rispetto all’edizione precedente dell’indagine (sui laureati del 2004), si riduce la quota degli occupati (era il 73,2% nel 2007) e cresce quella delle persone in cerca di lavoro (13,5%). I dati attuali confermano una crisi che ha investito gli infermieri che sono in difficoltà a trovare un’occupazione. Se in passato tra i principali motivi che inducevano un giovane ad intraprendere questo professione era la grande possibilità di impiego in tempi brevi, quali sono oggi le nuove motivazioni che sottendono? Per tali principali ragioni abbiamo intervistato due infermiere neo laureate per indagare, attraverso la loro esperienza, il mondo dell’Università, il percorso affrontato e le aspettative. Un dialogo aperto con chi ha appena concluso un percorso formativo allo scopo di cogliere elementi preziosi per la professione e per il futuro della stessa: Vera Masenello e Pamela Cappeller Pamela “io invece ho avuto modo di stare a contatto con gli infermieri a causa di problemi personali e di conseguenza è nata una grande stima per questo ruolo” “Quindi si può dire che la scelta e l’idea dell’infermiere si sia formata attraverso un vostra esperienza vissuta all’interno dell’ospedale o potete dire che la società e i mezzi di comunicazione hanno avuto qualche influenza?” Vera “Prima di diventare infermiera non ho mai avuto esperienze dirette con questa figura o l’ambiente ospedaliero…mi sono avvicinata un po’ alla volta, spinta dalla curiosità e appunto dalla stima che provavo per questo lavoro. La consapevolezza del ruolo che esercita l’infermiere all’interno di un reparto è cresciuta in seguito, durante i tirocini. Nell’immaginario collettivo però sento ancora che questa figura non viene valorizzata come meriterebbe, le persone la apprezzano solo in seguito, magari dopo un ricovero quando vedono, sentono, capiscono cosa fanno e come si attivano gli infermieri per il loro benessere e guarigione. “ “Secondo te possono avere influito nella tua scelta alcuni canali di comunicazione quali le fiction in televisione?” Vera “mah… negli ultimi anni c’è sicuramente stato il boom di fiction ambientate in ospedale, ma dire che queste abbiano influenzato la mia scelta, direi proprio di no. Mi sono iscritta alla facoltà di infermieristica dopo il liceo, poi ho cambiato percorso all’ultimo momento, scegliendo e terminando la facoltà di lingue. Ho alle spalle qualche anno di esperienza lavorativa in azienda, per altro molto positiva, ma un giorno semplicemente non ce l’ho più fatta e mi sono detta che la mia strada era un’altra. “ “Al di là della consapevolezza sociale, quale ritenete sia la consapevolezza all’interno della professione?” “Che idea avevate dell’Infermiere prima di intraprendere il percorso universitario?” Vera “Provavo stima per la figura dell’infermiere ed ammirazione per la capacità che hanno questi professionisti di rispondere ai diversi bisogni della persona dal punto di vista clinico, psicologico e sociale. È un lavoro che sicuramente richiede di confrontarsi con molte problematiche, che richiede una particolare attitudine e sensibilità, nonché conoscenze e capacità tecniche, insomma una professione che è sempre in divenire. “ Vera “forse penso che i primi a svalutare un po’ questa professione siano gli infermieri stessi…mi spiego: alcuni colleghi all’inizio dei nostri primi tirocini, magari per sondare un po’ le nostre motivazioni o convinzioni, invece di mettere in luce gli aspetti positivi della professione, ci elencavano i vari disagi, frustrazioni, malesseri derivanti da turni, riposi troppo corti, fatiche fisiche del lavoro, lo stress e il poco tempo che rimane da dedicare alla famiglia e a se stessi. La sensazione che percepivo era che se avessero potuto avere la bacchetta magica ed inventarsi un nuovo lavoro, lo avrebbero fatto all’istante! Poi per fortuna ho potuto conoscere anche colleghi che hanno avuto voglia di crescere in questa professione, che sono 34 “Intendi dire quindi che in Italia, dal punto di vista delle Aziende, un infermiere uscito dall’università non è tanto considerato per le competenze raggiunte o potenzialmente raggiungibili ma piuttosto per l’esigenza di coprire “buchi” indipendentemente da chi sei, da cosa sei capace di fare o cosa vorresti fare, non tenendo quindi presente l’aspetto personale. E questo forse potrebbe giustificare la perdita di motivazione dei colleghi che hai incontrato in reparto?” Pamela “Si, proprio così, da una parte c’è un modello vecchio ed opprimente di visione dell’essere infermiere che consiste nell’adagiarsi e dall’altra invece qualcuno che cerca di emergere e crescere ma con fatica perché il sistema è radicato e molto forte” “Vi è mai capitato di incontrare nella vostra esperienza di tirocinio degli infermieri laureati da poco ma che tuttavia vi hanno dato l’impressione di essere “vicini nel tempo e lontani nella visione”, nel senso che hanno già fatto propria una sorta di auto svalutazione che magari avete visto in infermieri con molti anni di esperienza? Oppure ritenete che i neoassunti abbiano il vostro entusiasmo?” Pamela “nella maggior parte dei casi ho notato nei neolaureati il mio stesso entusiasmo anche se tra di loro c’è stato forse qualcuno trascinato forse dai più anziani di servizio che dimostravano già una motivazione povera” Vera “ho incontrato neolaureati molto entusiasti del loro nuovo lavoro, con voglia di Pamela “in alcune realtà sono applicati modelli organizzativi recenti ed in altre si è fermi nel passato ovvero ad un’organizzazione per compiti/orari rigida nell’adattarsi ai bisogni del paziente” “Quindi se non ho capito male i modelli vanno bene ma poi nella realtà diventa necessaria una maggiore flessibilità per modularsi alle esigenze dei pazienti.” Vera “ credo proprio sia cosi. Ogni tanto capita di sforare nei tempi, o capita di invertire qualche parte ma evidentemente c’è alla base un motivo buono per farlo, non per questo si viene meno alla qualità della prestazione od attività erogata. Tanto meno questo deve essere pretesto per l’accendersi di scontri tra le varie figure, come ogni tanto capita di assistere” “Che ruolo esercita il Coordinatore all’interno dell’unità operativa dal vostro punto di vista?” Vera “il coordinatore è la figura attorno alla quale dovrebbe ruotare tutta l’equipe. Se funziona, funziona anche tutto il reparto. Non posso dire molto di più, in quanto ho conosciuto questa figura solo da studente, quello che, però, posso rilevare è che ho trovato coordinatori che, come studenti, ci hanno accolto bene e si sono interessati molto al nostro apprendimento, altri che si sono spesi con noi un po’ meno, forse perché occupati da cose di importanza maggiore. È apprezzabile da parte loro il fatto che dedichino dei momenti di confronto con tutta l’equipe, che ascoltino eventuali problematiche esposte dai collaboratori e cerchino soluzioni assieme a loro. Penso che questo contribuisca sicuramente a creare in reparto un clima di serenità che può permettere all’infermiere di lavorare tranquillo, senza Pamela “alcuni infatti sono concentrati nel coordinare, organizzare le risorse, concentrando l’attenzione sul materiale perdendo così di vista il rapporto con l’equipe, e la mancanza di tempo non può essere una giustificazione perché deve esserci del tempo per le persone della tua squadra” “Tornando alla vostra esperienza formativa, cos’ha rappresentato per voi il momento di discussione della tesi?” Pamela “forse il raggiungimento di un traguardo sospirato, dopo un percorso di crescita. Il coronamento di un sogno” Vera “Il giorno della discussione per me è stato momento di grande soddisfazione e sicuramente una sorta di liberazione! Ho avuto fortuna di portare in tesi un argomento che mi piaceva e che coccolavo nei miei pensieri da un po’ di tempo, quindi non vedevo l’ora di esporre il mio lavoro” “Generalizzando la vostra esperienza possiamo allora dire che gli studenti vivono il momento di tesi con soddisfazione per il lavoro prodotto ma anche con entusiasmo nella realizzazione al di là dell’obbligatorietà di questo elaborato previsto dalla formazione. Quale è stata la vostra esperienza con le figure dei tutor proposti dall’università?” Vera “per me è stata un’esperienza positiva, per alcuni aspetti anche produttiva, nel senso che ho ricevuto degli input che mi hanno permesso di fare cose nuove, di mettermi in gioco anche in esperienze che esulavano dalla schema consuetudinario. Sicuramente molto è dovuto al fatto che comunque ti confronti con i tutor per tutta la durata dei tre anni e che in questo periodo dai modo a loro di conoscere te e tu di conoscere loro” “Tu Vera hai avuto esperienza di un altro percorso universitario con comunque figure di tutoraggio, cosa ne pensi?” Vera “i tutor nella mia precedente facoltà non si sono mai visti, quindi non si può fare alcun paragone. In Infermieristica è impossibile non avere a che fare con loro!! Sicuramente nella nostra facoltà, volenti o nolenti abbiamo dovuto rapportarci con loro molto, tra lezioni, biefring, 35 Vera, Pamela “beh non dovrebbe influire per niente….” “Trovate che ci sia una certa specularità tra studenti/tutor all’università e infermieri/coordinatore nel mondo del lavoro?” Vera “Di fatto sì e di nuovo è l’attenzione al rapporto personale, conoscenza e comunicazione che fa la differenza” “Che rapporto c’è tra il mondo della formazione con tutte le conoscenze teoriche acquisite con l’applicazione pratica e reale nel mondo lavorativo? Trovate ci sia coerenza?” Vera “nella mia esperienza, la formazione infermieristica e il mondo lavorativo sono stati piuttosto coerenti, anche perché la struttura del percorso formativo prevede già di per sé l’applicazione pratica attraverso i tirocini. In particolare il punto di incontro è nella figura dell’infermiere tutor che ci segue nei reparti e che allo stesso tempo ci fa formazione e poi applicazione pratica. Può succedere che la teoria studiata durante il corso non trovi applicazione nel reparto, ma credo sia importante un confronto continuo con la propria guida di tirocinio cercando di capirne le motivazioni. Può capitare a volte di trovare delle guide di tirocinio non preparate su quelli che sono i nostri livelli di conoscenza e competenza raggiunti, magari perché non hanno fatto l’apposito corso di preparazione. Quando succede questo è un po’ spiacevole perché si crea una situazione di disagio da ambo le parti, l’infermiere che non si sente all’altezza di fare da guida e lo studente che non si sente debitamente seguito. “ “Credo in questo sia determinante il ruolo del coordinatore nel saper individuare quelle persone più adatte, predisposte, formate nell’essere guide di tirocinio in modo tale da integrare le esigenze dell’università con quelle dell’Azienda. Forse dipende da una caratteristica culturale tipicamente italiana che tende ad allineare un po’ tutti quando basterebbe fare delle valutazioni sulle persone tenendo conto delle singole capacità, interessi, talenti e riuscire a valorizzarli. Ad esempio può essere che in un reparto ci siano infermieri molto capaci nella relazione e nella trasmissione di conoscenze e formazione mentre altri più inclini alla ricerca personale che il coordinatore potrebbe valorizzare facendogli fare della ricerca senza giudicare e mettere in discussione il valore e le potenzialità di ciascuno ma anzi facendole fruttare.” Vera “certo, sono d’accordo. In un mese di tirocinio c’è l’effettiva possibilità di imparare e di crescere; se invece veniamo affiancati ad un infermiere che per sem- APPROFONDIMENTI plice attitudine personale, non ha la pazienza di insegnare o di seguirci, questo può compromettere il nostro percorso. E poi c’è da tener presente, a mio avviso, un altro aspetto, che spesso non viene considerato: anche noi costituiamo una risorsa per il reparto dove veniamo mensilmente ospitati, in quanto lavoriamo, studiamo e ci spendiamo alla pari degli altri professionisti!” “Che prospettive avete per il futuro?” Pamela “io ho la speranza che prima o poi esca qualche concorso per poter lavorare, questo è un momento difficile per il mondo del lavoro e davvero si è disposti a provare di tutto” “Ma nel frattempo, cosa pensate di fare in questa attesa?” Vera “considerando che qui a Vicenza per il momento non c’erano grandi prospettive, dopo la laurea sono partita per la Bolivia, dandomi da fare con quello che potevo come infermiera. Un po’ sapevo che mi sarei confrontata e scontrata con una realtà totalmente diversa dalla nostra, dove lo stesso concetto di salute è diverso, dove l’attenzione per la sicurezza e la percezione del rischio per gli stessi Questionnaire satisfaction customer professionisti è altro rispetto quanto è nel nostro immaginario. Però sono partita lo stesso perché a fronte di nessuna possibilità qui, lì comunque mi sarei resa utile e avrei almeno fatto un certo tipo di esperienza. Una volta tornata a casa sono rimasta ferma una settimana e poi rendendomi conto che qui niente era cambiato, subito mi sono attivata di nuovo per l’estero. Fa male dover lasciare la mia famiglia, i miei amici e i miei affetti, un po’ costretta dalla situazione socio economica che c’è attualmente nel nostro Paese… ma al momento è semplicemente così!” “Se può consolare una recente ricerca dimostra che in futuro la figura infermieristica sarà tra le più ricercate. Recenti cambiamenti stanno portando l’asse del’assistenza dagli ospedali al territorio, attraverso gli ambulatori integrati, l’intensificarsi dell’assistenza domiciliare e la nascita dell’infermiere di famiglia. Del resto i sintomi di un’adeguatezza del sistema ora presente sono sempre più evidenti, basti pensare alla congestione che si crea ormai da tempo nei vari Pronti Soccorsi. Certo si parla di cambiamenti che necessiteranno almeno di un decennio” Vera “la cosa assurda è che la nostra preparazione professionale all’estero è molto stimata, siamo visti come delle risorse preziose nel panorama sanitarioassistenziale, poiché abbiamo ricevuto una formazione professionale qualificata ed avanzata che li ancora non è arrivata. Chi di noi decidesse, un giorno, di “emigrare” , verrebbe accolto a braccia aperte, almeno questo vale di sicuro per la Germania, la quale attende il 2014 per avere i primi infermieri tedeschi con la Laurea in Infermieristica. Di fatto le loro strutture ospedaliere sono all’avanguardia, vantano macchinari di ultima generazione ma poco personale qualificato ed addestrato che li sappia utilizzare. Un nostro infermiere là farebbe il lavoro di tre infermieri loro. E se qualcuno pensa ad una sorta di sfruttamento, si sbaglia: l’attenzione per l’attività e il benessere dell’infermiere è sempre vigile, cosi come sono adottate agevolazioni per tutte le infermiere che desiderano avere dei figli e vederli crescere…” “In questo tuo cercare ti senti sola?” Pamela “in realtà si, perché non so come fare e perché sentendo l’esperienza dei miei colleghi laureati il semestre precedente non ho grandi speranze. Qualcuno è ancora a casa in attesa di concorsi, altri se lo inventano aprendosi la partita iva e vendendo prestazioni a cooperative con molte difficoltà” Vera “alcuni dei nostri compagni sono stati assunti dopo apertura di partita iva, condizione sine qua non, in casa di riposo e messi fin da subito in prima linea a lavorare da soli e senza inserimento. Sulle spalle la responsabilità di 150 pazienti… adesso pur di lavorare va bene tutto, ma forse non è chiederci un po’ troppo?” Siamo partiti parlando di un ideale, una figura che ammiravate e che ha influenzato la vostra scelta proseguendo attraverso un percorso che vi ha permesso di crescere come individui, professionalmente ma anche personalmente fino ad arrivare al momento della tesi, il coronamento di una competenza ormai raggiunta ed infine il tentativo dell’inserimento nel mondo del lavoro che è forse è l’aspetto più dolente: la ricerca in solitudine di essere infermiere, aspettando concorsi, diventando manager di se stessi offrendo lavoro all’estero, il tentativo di adattarsi a situazioni inverosimili. Pamela “io mi sono laureata da circa due settimane e devo dire non ho ancora realizzato cosa devo fare, come devo muovermi” a cura di Gianmaria Fanchin vicepresidente e Lucia Maron consigliere 36 INTRODUZIONE Con il termine customer satisfacion, che tradotto significa soddisfazione del cliente, si indica generalmente un articolato processo volto a rilevare il grado di soddisfazione di un cliente/utente nell’ottica del miglioramento del prodotto/servizio offerto. Il termine racchiude un insieme di tecniche e fasi di ricerca sviluppate a partire dagli anni 90 soprattutto nell’ambito delle imprese private. Il concetto di soddisfazione è strettamente collegato alle aspettative esplicite e latenti del cliente/utente e alla percezione della qualità del prodotto/servizio. Rilevare la customer satisfaction per un’azienda privata o un ente pubblico, significa quindi attivare un orientamento verso il cliente/utente e un orientamento verso il miglioramento della qualità dei servizi/ prodotti. La rilevazione della Qualità Percepita dai pazienti dell’assistenza ricevuta persegue principalmente due scopi: monitorare la performance aziendale e stimolare i cambiamenti/miglioramenti nella qualità del “care”, termine anglosassone per definire “l’assistenza” e la cultura dei professionisti ad essa dedicati. Sebbene le indagini finalizzate a rilevare l’esperienza soggettiva del paziente ad oggi siano diffusamente accettate come validi indicatori di performance aziendale, la loro utilità nel migliorare la qualità dell’assistenza a livello organizzativo non è ancora stata indagata con metodi di ricerca sistematici. Anche a livello di personale sanitario coinvolto nell’assistenza, spesso si ritrovano giudizi discordanti sull’utilità di rilevare o meno dati attraverso l’uso di questionari. Vi sono professionisti con atteggiamenti positivi nei confronti della restituzione delle rilevazioni della qualità percepita, ed altri riportanti forti dubbi sul valore della rilevazione. Le critiche spesso si focalizzano sul numero elevato di item presi in considerazione nel questionario e sulla difficoltà nel riuscire effettivamente a calcolare il vero costo-beneficio dell’utilizzo di questo strumento. L’art.12 del decreto legislativo n°29/1993 e la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994 Principi sull’erogazione dei servizi pubblici, individuavano la partecipazione e l’ascolto dei cittadini quali strumenti utili per valutare la qualità e l’efficacia degli interventi della pubblica amministrazione. Più recentemente, la direttiva del Ministro della Funzione Pubblica Direttiva sulla rilevazione della qualità percepita dai cittadini del marzo 2004, ha fornito alle amministrazioni indicazioni più precise affinché lo strumento della customer satisfaction contribuisca a «definire nuove modalità d’erogazione dei servizi o interventi di miglioramento di quelle esistenti, dimensionandone le caratteristiche tecniche alle effettive esigenze dei cittadini e delle imprese» e a «favorire il coinvolgimento e la partecipazione dell’utente nelle fasi d’accesso,di fruizione e di valutazione del servizio, in modo da rafforzare il rapporto di fiducia tra amministrazione e cittadino». PERCORSO EFFETTUATO PER L’ELABORAZIONE DI UN QUESTIONNARIE SATISFACTION CUSTOMER ALL’INTERNO DELL’U.O. GINECOLOGIA E OSTETRICIA DELL’OSPEDALE DI VICENZA La costruzione di un questionario non è tuttavia un processo semplice bensì complesso e richiede l’impegno di varie figure professionali coinvolte. Presso il complesso di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Vicenza l’elaborazione di tale questionario è stata possibile in seguito ad un lavoro di gruppo che ha visto coinvolte quattro infermiere dell’U.O. Ginecologia, un OSS, quattro ostetriche e il supporto delle Coordinatrici di entrambe le U.O. - Il primo step è stata la consultazione bibliografica sull’argomento in questione (inserita in allegato) e in seguito si sono programmati degli incontri. - Nel primo incontro si sono presentate delle bozze ipotetiche di stesura del questionario. - Nel secondo si sono discusse le modifiche da apporvi. - In un ulteriore briefing si sono stabilite le modalità di stampa e di elaborazione dati con il consulto di un membro dell’URP. Il complessivo totale di ore dedite alla stesura del progetto, comprensivo di revisione bibliografica è stato di 10 ore. Il questionario che è stato elaborato indaga soprattutto le dimensioni degli aspetti organizzativi ed interpersonali. È anonimo, autocompilato e articolato in diciassette domande inerenti la valutazione della Qualità Percepita dell’Assistenza del Pronto Soccorso Ostetrico Ginecologico per quanto riguarda: • La sede di accettazione (tempi di attesa, pulizia di ambienti, riservatezza, segnaletica); • la valutazione del rapporto con il Personale Medico; 37 • la valutazione del rapporto con il Personale Ostetrico. • la valutazione del rapporto con il Personale di supporto. • l’assistenza complessiva percepita; Comprende anche alcune informazioni di carattere socio-demografico (nazionalità ed istruzione dell’intervistata). MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE DEI QUESTIONARI Il questionario è stato somministrato presso l’U.O. di Pronto Soccorso Ostetrico / Ginecologico in fase conclusiva del triage TRIMESTRALMENTE. Le pazienti sono state invitate a compilarlo e ad inserirlo negli appositi box che sono stati messi a disposizione . I dati elaborati tramite tabelle pivot e grafici verranno resi pubblici ed affissi in Pronto Soccorso. ALCUNE CRITICITÀ NELLA RILEVAZIONE Le valutazioni della qualità percepita richiedono uno sforzo importante sia da un punto di vista della pianificazione ed ideazione del progetto sia da un punto di vista della realizzazione ed organizzazione. Il questionario utilizzato è sintetico e chiaro in quanto esplora alcune delle principali dimensioni della qualità percepita, mentre risulta poco indagata la qualità della competenza professionale degli operatori: uno degli aspetti più difficili da indagare nonostante rappresenti uno dei principali motivi di reclamo. Non viene tuttavia esplorata la dimensione della qualità tecnica e dell’efficacia della cura, area di difficile valutazione per il paziente che, in genere, non dispone delle conoscenze al fine di formulare un giudizio oggettivo. Sicuramente altri strumenti di indagine di valutazione maggiormente qualitativa, come i focus group o le interviste telefoniche, potrebbero offrire maggiori possibilità di far emergere un giudizio più ampio ed articolato da parte dei pazienti sulla qualità percepita durante la degenza. Per quanto riguarda il campione preso in considerazione, il criterio di selezione è stato casuale: il questionario è stato distribuito a tutte le pazienti che accedevano al pronto soccorso ostetrico ginecologico e sono stati analizzati tutti i questionari ritornati compilati. In questo modo, chiaramente, non è possibile garantire la rappresentatività statistica di tale campione in relazione alle principali variabili di stratificazione. In generale nelle rilevazioni dei dati nel momento in cui si somministra un questionario di gradimento si riscontra, che la mancata restituzione di questionari compilati, oltre ad una disomogeneità di partecipazione, sembrano indicare una diversa sensibilità degli operatori a distribuire i questionari o, forse, in alcuni casi una possibile selezione implicita a monte nella distribuzione. CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI FINALI Di fronte ai risultati della rilevazione è di fondamentale importanza che gli operatori siano proattivi e che iniziano a porsi alcune domande come quanto segue: - Come mai abbiamo questi risultti? - Corrispondono alla percezione che abbiamo del nostro servizio? - Posso usare questi risultati per migliorare il servizio? Se sì, come? - E noi come viviamo le note riportate? Come vere? O no? - Possono aiutarci a capire o migliorare il nostro lavoro e il nostro essere personaoperatore all’interno dell’organizzazione? Infine, tenuto in considerazione che il comparto materno infantile di cui fa parte l’U.O. Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Vicenza è tuttavia un sistema COMPLESSO e che per il miglioramento della Qualità è indispensabile che le risposte a tali domande siano tradotte in possibili azioni e che quest’ultime siano proposte ai livelli dirigenziali. In codesta modalità l’organizzazione diventa sempre più una realtà sentita da tutti ed in cui tutti possono riconoscersi ed agire; inoltre così facendo le difficoltà che si trovano nei vari passaggi comunicativi in più settori/livelli possono venire gestite nel miglior dei modi e non essere più “problemi” bensì motore propositivo di evoluzione per il sistema stesso. Si vorrà rendere nota e pubblicata l’elaborazione di suddetto questionario e dei dati emersi ed analizzati in tabelle e grafici non appena ne verrà concessa l’ autorizzazione da parte del Direttore di U.O., affinchè possa divenire spunto di stesura per altre realtà di U.O. Si allega bibliografia di riferimento Riepilogo dei corsi CORSI FAD 1) “Strategie per lo sviluppo delle competenze educative e relazionali” CORSO GRATUITO crediti ECM 10,5 Accreditato per Infermieri – Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari Validità dal 15 aprile 2013 al 15 aprile 2014 Iscrizioni dal sito del Collegio Ipasvi di Rovigo www.rovigoipasvi.it 2) “Appropriatezza delle cure” Ministero della Salute in collaborazione con IPASVI e FNOMCeO CORSO GRATUITO crediti ECM 15 Validità fino al 30 settembre 2013 Iscrizioni dal sito della FNC IPASVI www.ipasvi.it e dal sito www.vicenzaipasvi.it 3) “Governo clinico: innovazioni, monitoraggio performance cliniche, formazione” ulteriore articolazione del percorso formativo sul “Governo clinico” promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con IPASVI e FNOMCeO. Iscrizioni dal sito FNC IPASVI www.ipasvi.it e dal sito www.vicenzaipasvi.it a cura di Arianna Saugo Master sicurezza e rischio clinico CORSI RESIDENZIALI 1) “Governo clinico: l’aggiornamento professionale mediante metodologie innovative (FAD) per la garanzia della qualità dell’assistenza” Accreditato per Infermieri – Infermieri Pediatrici- Assistenti Sanitari Numero massimo di partecipanti: 100 Corso in fase di accreditamento ECM Partecipazione di spesa: € 10,00 per iscritti di Vicenza - € 20,00 per iscritti di altri collegi. Iscrizioni dal sito www.sinergiaesviluppo.it BIBLIOGRAFIA Date e sedi: 1. Beger J. R., Taylor C, Patient satisfaction in emergency medicine, tratto dal sito: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1726409/, data d’accesso agosto 2012. 2. Center of Healthcare and Quality and Safety: Safety Attitudes and Safety Climate Questionnaire: Safety Attitudes Questionnaire – Teamwork and Safety Climate, tratto dal sito: https://med.uth.edu/chqs/products/safety-attitudes-and-safety-climate-questionnaire/, data d’accesso agosto 2012. 3. Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Questionario soddisfazione paziente in pronto soccorso, Milano 2011. 4. Master per la Gestione della Sicurezza, della Qualità e del Rischio clinico I livello: “La Just Culture”, lezioni della Dott.ssa Diana Pascu, appunti di Arianna Saugo, Verona 2011. 5. Moiset C, Vanzetta M: La qualità nell’assistenza infermieristica: definizione , misura, analisi, valutazione e miglioramento continuo. CE McGrawHill, Milano giugno 2006. 6. Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar Verona, Questionario di soddisfazione del paziente: http://www.sacrocuoredoncalabria.it/attach/ Content/Menuii/29/o/mfr.pdf, data d’accesso luglio 2012. 7. Perugia Check up: Questionario di Valutazione della Soddisfazione del Paziente: http://www.perugiacheckup.it/data/uploads/DPz%2002%20Questionario%20Valutazione%20Soddisfazione%20Paziente%20Rev%20Swiss.pdf, data d’accesso luglio 2012. 8. recupero e riabilitazione funzionale per prestazioni ex art.26 L.833/78, tratto dal sito: http://ius.regione.toscana.it/cif/stat/pdf/str_lineeguida3.pdf, data d’accesso agosto 2012. 9. Regione Toscana , linee guida regionali per la realizzazione di indagine di soddisfazione rivolta agli utenti di presidio ambulatoriale di 10. Studio Nicoli: Il questionario: http://www.studionicoli.com/questionari-informatizzati/img-questionari-informatizzati/Ausl-Imola-cure-ospedalierescanner.pdf, data d’accesso luglio 2012 11. URP; Comuniazione pubblica in rete, Customer satisfaction: come migliorare la qualità dei servizi attraverso la rilevazione dei bisogni e della soddisfazione dei cittadini, tratto dal sito: http://www.urp.it/Sezione.jsp?idSezione=168, data di accesso agosto 2012 SEDE DATA ORARIO Montecchio Precalcino Polo Universitario 12 ottobre 2013 8.30 - 14.00 Vicenza Aula Onza Polo Didattico 26 ottobre 2013 8.30 -14.00 Montecchio Sala Civica Corte delle Filande 9 novembre 2013 8.30 -14.00 2) “Corso base sull’evidence-based practice (EBP)” Accreditato per Infermieri – Infermieri Pediatrici - Assistenti Sanitari Numero massimo di partecipanti: 100 Corso accreditato ECM Partecipazione di spesa: € 10,00 per iscritti di Vicenza - € 20,00 per iscritti di altri collegi. In corso di accreditamento ECM Iscrizioni dal sito www.sinergiaesviluppo.it Date e sedi: N. edizione 38 giorno orario sede Ed. 0 Venerdì 04/10/2013 13:30-18:00 Da individuare Ed. 1 Venerdì 25/10/2013 13:30-18:00 Da individuare Ed. 2 Venerdì 15/11/2013 13:30-18:00 Da individuare Ed. 3 Venerdì 29/11/2013 13:30-18:00 Da individuare Ed. 4 Venerdì 13/12/2013 13:30-18:00 Da individuare 39 Grafica | Netevolution.it www.vicenzaipasvi.it e-mail: [email protected] PEC: [email protected] 40
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