Via Crucis Comunitaria 2014

VIA CRUCIS COMUNITARIA
Quaresima 2014
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
Carissimi, raccolti in preghiera, ci prepariamo a percorrere la via della Croce, sulle
orme di Cristo. In Lui, carico della Croce, riconosciamo il Salvatore del mondo; in Lui
crocifisso crediamo nel Figlio di Dio.
Preghiamo.
Breve pausa di silenzio
Guarda, Padre santo, il sangue che sgorga dal costato trafitto del tuo Figlio e volgi il
tuo sguardo verso di noiperché la croce di Cristo riacce da la nostra speranza e ci aiuti
a camminare con coraggio sulle strade impervie della nostra storia. Per Cristo nostro
Signore. Amen.
PRIMA STAZIONE
GESÙ NELL’ORTO DEGLI ULIVI
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 22, 39-44
Gesù se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.
Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione". Poi si allontanò
da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da
me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà". Gli apparve allora
un angelo dal cielo a confortarlo.
MEDITAZIONE
Non riesci a dormire e la notte, piuttosto che offrirti riposo sembra tormentarti con i
suoi fantasmi. Pensi a quanto ti è accaduto e sei convinto di non meritarlo. Sei sempre
stato un buon marito e un buona padre. Hai sempre dato il meglio nella tua famiglia,
nel tuo lavoro, nella tua comunità. Ma ora, senza che tu ne abbia colpa, qualcosa sta
minando la tua serenità. Le lacrime rigano il tuo volto, ma tu devi nasconderle. E’
questo il momento in cui vorresti pregare, ma temi di non saperlo fare. Ti chiedi se le
tue parole sanno portare il peso che porti nel cuore. Ma Dio non ha bisogno delle tue
parole. Egli ascolta i battiti del tuo cuore.
ORAZIONE
Gesù, fratello nostro, tu che per aprire a tutti gli uomini la via della Pasqua hai voluto
sperimentare la tentazione e la paura, insegnaci a rifugiarci presso di te e a ripetere le
tue parole di abbandono e di adesione alla volontà del Padre.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro
Stabat Mater dolorosa,
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.
SECONDA STAZIONE
GESÙ, TRADITO DA GIUDA, È ARRESTATO
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 22, 47-48
Mentre Gesù ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si
chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse:
"Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?".
MEDITAZIONE
A volte i gesti più semplici e più belli possono essere anche quelli più ambigui. Cosa
c’è di più bello e più dolce di un bacio, di una carezza, di un sorriso? Ma in certi
momenti, hai la sensazione che quel gesto di tenerezza che ti sfiora il viso abbia la
violenza di un tradimento. E dietro le labbra che ti sorridono ti sembra di scorgere
l’ipocrisia di chi ti parla. Anche Gesù è vittima dell’ambiguità di un gesto, quello del
bacio di un amico che sta realizzando il suo tradimento. Ma Gesù non si sottrae al
bacio di Giuda. Questa è la forza di chi ama veramente. Questa è la forza che può
continuare a tenere unite le nostre famiglie e la nostra comunità: continuare a credere
nell’amore, anche se qualcuno ti ha calpestato il cuore.
ORAZIONE
Gesù, amico degli uomini, che sei venuto sulla terra rivestito della nostra carne, per
offrire la tua solid rietà ai tuoi fratelli e sorelle di umanità. Anche tra coloro che ti
avevano accolto c'è stato chi ti ha tradito, ma tu non hai mai cessato di amarli e
continui a cercare chi ti tradisce ed abbandona.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Cuius animam gementem,
contristatam et dolentem
pertransivit gladius.
TERZA STAZIONE
GESÙ È CONDANNATO DAL SINEDRIO
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 22, 66-71
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e
gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: "Se tu sei il Cristo, diccelo".
Gesù rispose: "Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi
risponderete. Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della
potenza di Dio". Allora tutti esclamarono: "Tu dunque sei il Figlio di Dio?". Ed egli disse
loro: "Lo dite voi stessi: io lo sono". Risposero: "Che bisogno abbiamo ancora di
testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca".
MEDITAZIONE
Ci sono persone che hanno la pretesa di giudicarti e condannarti, convinti di avere il
metro per farlo. Ma spesso, il metro con cui misurano è il loro pregiudizio. E’ più facile
giudicare che comprendere. E’ più facile condannare che perdonare. E’ la tentazione
che inquina anche le nostre famiglie e la nostra comunità. Sembra un paradosso, ma
proprio i luoghi dove il metro del giudizio dovrebbe essere l’amore, diventano luoghi
dove la condanna è una spada sempre sguainata. Anche nella Chiesa, come nel
Sinedrio, pensando di difendere la gloria di Dio, a volte si preferisce condannare
piuttosto che comprendere, allontanare piuttosto che accogliere. Ancora oggi, anche
noi, siamo colpevoli di una grande contraddizione: preferiamo salvare il sabato e
condannare l’uomo.
ORAZIONE
Gesù, testimone fedele, che di fronte alla morte hai serenamente confessato la tua
identità divina. Affidiamo alla tua misericordia i nostri dubbi. Incoraggia coloro che
hanno iniziato il cammino della sequela, perché non si spaventino di fronte alle
difficoltà.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
mater Unigeniti!
QUARTA STAZIONE
GESÙ È RINNEGATO DA PIETRO
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 22, 54b-62
Pietro seguiva Gesù da lontano. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva
fissandolo disse: "Anche questi era con lui". Ma egli negò dicendo: "Donna, non lo
conosco!". Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei di loro!". Ma Pietro rispose:
"No, non lo sono!". Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questo era
con lui; è anche lui un Galileo". Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in
quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò
Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo
canti, oggi mi rinnegherai tre volte". E, uscito, pianse amaramente.
MEDITAZIONE
Le lacrime di Pietro sono le parole più belle dell’amore, ma noi crediamo che piangere
sia un segno di debolezza. Anzi, non è dignitoso che un uomo versi lacrime! Pietro
piange. Ma il suo pianto non è un gesto di debolezza. Le lacrime cominciano a rigare il
suo volto nel momento in cui i suoi occhi incrociano quelli di Cristo. Lo sguardo
amorevole di Gesù rivela la distanza tra l’affetto pieno di paure e contraddizioni del
discepolo e l’amore vero e profondo del Maestro. Le lacrime di Pietro fanno verità nel
suo cuore, e noi dovremmo chiedere a Dio il dono di saperle versare. Se siamo capaci
di piangere senza vergogna, vuol dire che siamo ancora capaci di amare.
ORAZIONE
Gesù, unica speranza di coloro che, deboli e feriti, cadono; tu sai quello che c'è in ogni
uomo. Fa' che, alla luce della tua misericordia, riconosciamo i nostri passi falsi e,
salvati dal tuo amore, proclamiamo le meraviglie della tua grazia.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Quæ mærebat et dolebat
pia mater, cum videbat
Nati pœnas incliti.
QUINTA STAZIONE
GESÙ È GIUDICATO DA PILATO
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23, 13-25
Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse:"Mi avete portato
quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi,ma non ho
trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l'ha
rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo
severamente castigato, lo rilascerò". Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "A
morte costui! Dacci libero Barabba!". Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare
Gesù. Ma essi urlavano: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". Ed egli, per la terza volta, disse
loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo
castigherò severamente e poi lo rilascerò". Essi però insistevano a gran voce,
chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la
loro richiesta fosse eseguita.
MEDITAZIONE
Le urla della folla spaventano Pilato. Non è facile governare una folla che grida.
Sembra inevitabile cedere alle sue pretese. Il disagio di Pilato è il disagio che
sperimenta chiunque vive un ruolo di responsabilità: i governanti tra il popolo, i
genitori in famiglia, un sacerdote nella sua comunità. A volte è più facile assecondare,
che educare. E’ più facile dire un “sì” senza spiegazioni, piuttosto che dire un “no” e
doverlo spiegare. Pilato, come un astuto politico dei nostri giorni, cede alla pressione
del popolo per timore di perdere il suo prestigio, piuttosto che assumersi la
responsabilità del suo ruolo e delle sue scelte. Ma il consenso non è sempre sinonimo
di verità e lavarsi le mani è solo un segno di debolezza.
ORAZIONE
Gesù,
agnello
innocente
condotto
al
macello
per togliere il peccato del mondo, volgi il tuo sguardo di tenerezza a tutti gli innocenti
perseguitati, e alle vittime dell’ingiustizia, Fa' che non ci rassegniamo mai a vedere in
catene la libertà che hai donato a ogni uomo, creato a tua immagine e a tua
somiglianza.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Quis est homo qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?
SESTA STAZIONE
GESÙ È FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca e secondo Giovanni Lc 22, 63-65 e Gv 19, 2-3
Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo
bendavano e gli dicevano: "Indovina: chi ti ha colpito?". E molti altri insulti dicevano
contro di lui. I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli
misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano:
"Salve, re dei Giudei!".
MEDITAZIONE
La condanna di Gesù conosce anche l’ironia e la violenza da parte di uomini che
approfittano per dare sfogo alla propria insoddisfazione e alla loro violenza repressa.
Sembra una di quelle cronache riportate dai nostri giornali, anche se con luoghi e
personaggi diversi. E’ la violenza gratuita di chi, per puro divertimento, umilia e
sbeffeggia i più deboli. E’ l’arroganza di chi gioca sulla minaccia per prevalere sugli
altri. E’ il “bullismo” che crea terrore tra i ragazzi. Sono i mariti che usano violenza
sulle loro mogli nel segreto delle mura domestiche. Sono gli anziani costretti a subire
umiliazioni per la loro debolezza. La passione di Cristo continua ancora oggi e noi non
possiamo girare lo sguardo dall’altra parte.
ORAZIONE
Gesù,
irradiazione
della
gloria
del
Padre,
che hai accettato di essere ridotto a un brandello di uomo, tu portavi le nostre
sofferenze,
e ti caricavi dei nostri dolori. Concedi a coloro che sono ingiustamente disprezzati o
emarginati,
di comprendere che, con te e come te crocifissi al mondo, portano a compimento ciò
che manca alla tua Passione.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari,
dolentem cum Filio?
SETTIMA STAZIONE
GESÙ È CARICATO DELLA CROCE
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco 15, 20
Dopo averlo schernito, spogliarono Gesù della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo
condussero fuori per crocifiggerlo.
MEDITAZIONE
Mentre fissiamo lo sguardo sulle spalle di Cristo che cedono sotto il pesante legno, la
nostra mente si apre a pagine di sofferenza nelle quali quella croce assume altri nomi:
malattia, sofferenza, mancanza di lavoro, solitudine, incomprensione, tradimento. A
volte, le rughe sul nostro volto non sono il segno degli anni che passano, ma i solchi
tracciati dalla sofferenza. Ci sentiamo schiacciati sotto una croce che altri ci hanno
caricato sulle spalle e sembra difficile liberarsene. In questo momento, contemplando
Cristo schiacciato dal peso della croce, timidamente ci chiediamo: se la croce di Cristo
porta verso la Pasqua, la nostra dove porta? E’ una domanda alla quale solo la fede
può rispondere, perché solo la fede può aiutarti a camminare con le spalle curve ma a
testa alta.
ORAZIONE
Gesù, curvo sotto il peso della croce che mani d'uomo hanno preparato per te, imprimi
nei nostri cuori l'immagine del tuo volto coperto di sangue, perché essa ci ricordi che
ci hai amato fino a consegnare te stesso per noi. Il nostro sguardo non si distacchi mai
dal segno della nostra salvezza, innalzato sul cuore del mondo, perché,
contemplandolo e credendo in te, non ci perdiamo, ma abbiamo la vita eterna.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Pro peccatis suæ gentis
vidit Iesum in tormentis
et flagellis subditum.
OTTAVA STAZIONE
GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23, 26
Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla
campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.
MEDITAZIONE
Tra la folla che guarda con indifferenza o curiosità, c’è qualcuno che presta le sue
spalle per alleggerire il peso su quelle di Cristo. La solidarietà
è il rovescio
dell’indifferenza, e l’indifferenza è la forma esasperata dell’egoismo. Quando in una
famiglia o in una comunità i rapporti diventano una croce, quando in una famiglia o in
una comunità ognuno sa solo rivendicare i propri diritti, è necessario che qualcuno si
faccia “cireneo” prendendosi il carico di quel peso, perché la croce non schiacci in
modo irreparabile l’unità della famiglia o della comunità. Farsi “cireneo” non è un atto
di bontà, ma molto di più: è un atto di responsabilità. Fino a quando ci sarà qualcuno
disposto a farsi “cireneo” ci sarà la possibilità di tenere ancora unite le nostre famiglie
e la nostra comunità.
ORAZIONE
Gesù, le tue sofferenze hanno fatto di te la guida degli uomini sulla via della salvezza.
Vieni in aiuto di tutti coloro che, consapevoli o costretti da eventi oscuri, camminano
sulle tue tracce.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Tui nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
pœnas mecum divide.
NONA STAZIONE
GESU` INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23, 27-31
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano
lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme,
non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno
giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le
mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di
noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno
secco?".
MEDITAZIONE
Solo le donne possono portare la vita nel loro grembo e per questo, solo loro, forse,
quando parlano dell’amore, non lo abbandonano alle parole. Sulla via della croce, nel
momento del dolore, le donne non sono tra gli spettatori muti o tra i passanti
indifferenti. Solo loro sanno fermarsi a consolare, solo loro sanno piangere perché
comprendono il dolore di una vita che si spezza. Come loro, sono le tante donne che
abitano nelle nostre famiglie: mamme, figlie, nonne, mogli senza le quali la tenerezza
sarebbe solo un termine da vocabolario. Solo loro, le donne, quando parlano
dell’amore, non muovono le labbra, ma offrono gesti carichi di tenerezza.
ORAZIONE
Gesù, Re di gloria, coronato di spine, il volto coperto di sangue e di sputi, insegnaci a
cercare incessantemente il tuo volto perché la sua luce illumini il nostro cammino
insegnaci a scorgerlo sotto le sembianze dell'uomo segnato dalla malattia, prostrato
dallo scoraggiamento, avvilito dall'ingiustizia.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Eia Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
DECIMA STAZIONE
GESÙ È CROCIFISSO
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco 15, 24
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero Gesù e i due malfattori, uno a
destra e l'altro a sinistra. Il centurione glorificava Dio: "Veramente quest'uomo era
giusto".
MEDITAZIONE
Perché proprio la croce? Perché nella sua onnipotenza Dio non ha scelto un modo
meno crudele per salvare il mondo? E’ la prima domanda che affiora sulle nostre
labbra mentre contempliamo il Crocifisso. Tuttavia, è la croce l’immagine che più di
ogni altra ci fa sentire Dio particolarmente vicino. Forse perché a volte ci sentiamo
anche noi sospesi su quel legno. Forse perché la croce richiama l’esperienza più
drammatica dell’umanità, quella della morte. Ma se Cristo accetta di condividere con
noi il mistero della morte non è per un semplice gesto di solidarietà. In modo
paradossale, sulla croce, accettando la morte, Cristo ci insegna a vivere. Si vive
spendendosi fino alla fine, e solo per amore.
ORAZIONE
Gesù, concedi a coloro che annunciano la tua Parola l'audacia e la libertà,grazie alle
quali il tuo Spirito irrompe con la potenza della Pasqua, e il linguaggio della croce,
scandalo agli occhi del mondo, diviene sapienza per coloro che credono.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.
UNDICESIMA STAZIONE
GESÙ PROMETTE IL SUO REGNO AL BUON LADRONE
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23, 33-34. 39-43
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a
destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che
fanno". Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te
stesso e anche noi!". Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei
dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre
azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". E aggiunse: "Gesù, ricordati di me
quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel
paradiso".
MEDITAZIONE
La morte offre al buon ladrone un’ultima occasione di onestà. L’ultimo respiro è anche
l’ultima possibilità di guardarsi dentro per rendersi conto che forse non hai cose belle
da raccontare. Ma se il giudizio degli altri è irreversibile e spietato, un sussulto di fede
può farti tornare a Dio. Non è mai tardi per convertirsi, perché “tardi” è un avverbio di
tempo, e in Dio non c’è tempo ma eternità. Forse anche noi, soprattutto nelle nostre
famiglie, nella nostra comunità, dovremmo imparare a non dare scadenze, a non dare
“ultimatum” perché può sempre accadere che si possa ricominciare.
ORAZIONE
Gesù, tu sei venuto per salvare non i giusti ma i peccatori e hai voluto darci la prova
del tuo amore "troppo grande" accettando di morire per noi mentre eravamo ancora
peccatori. Volgi a noi il tuo sguardo di bontà, e, dopo che avremo gustato l'amarezza
purificatrice dell'umiliazione, accoglici nelle tue braccia, forti della misericordia
paterna,
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Sancta mater, istud agas,
Crucifixi fige plagas
cordi meo valide.
DODICESIMA STAZIONE
GESÙ IN CROCE, LA MADRE E IL DISCEPOLO
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 25-27
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e
Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli
amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la
tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
MEDITAZIONE
L’eco della morte spesso porta alla divisione tra coloro che devono spartirsi l’eredità.
Ma quella che Gesù consegna dalla croce non è un’eredità che divide ma unisce. La
Madre ritrova il figlio nel Discepolo e il Discepolo ritrova la Madre nella Vergine. Sotto
la croce, nel momento del dolore inizia a germogliare la comunione. Perchè la
sofferenza che a volte attraversa le nostre famiglie ci divide, piuttosto che stringerci in
vincoli più forti? Forse perché il bene più grande viene sacrificato per un bene più
piccolo? La grande eredità che Cristo ci consegna dalla Croce non è un patrimonio da
dividere, ma l’unico modo per tenere unite le nostre famiglie e la nostra comunità:
saper sacrificare il proprio egoismo per realizzare un bene più grande.
ORAZIONE
Gesù, Figlio diletto del Padre, ti affidiamo la desolazione e la rivolta dei genitori
smarriti dinanzi alle sofferenze o alla morte di un figlio. Tu sei presente nelle loro
sofferenze come lo eri sulla croce, accanto alla Vergine Maria. Venga il giorno
dell'incontro, in cui sarà asciugata ogni lacrima, e la gioia sarà senza fine.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Vidit suum dulcem Natum
morientem desolatum,
cum emisit spiritum.
TREDICESIMA STAZIONE
GESÙ MUORE SULLA CROCE
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23, 44-46
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle
tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran
voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo spirò.
MEDITAZIONE
Nel momento del suo massimo fulgore, nel momento in cui dovrebbe accendere
l’azzurro del cielo, anche il sole si oscura. Le tenebre che coprono la terra riportano la
creazione al caos iniziale, quello dal quale Dio aveva dato inizio alla sua opera. Il grido
di Gesù sulla Croce che rompe il silenzio della terra, raccoglie le innumerevoli grida
che salgono dalla terra. Ma il grido di Gesù sulla croce non è il rantolo della morte, ma
il gemito della vita. Sulla croce di Cristo ascoltiamo il primo vagito della speranza,
quella che spalanca le porte della vita. Sulla croce di Cristo, nel frammento più triste
della storia, gli uomini, se vogliono, possono imparare che nessuno soffre inutilmente.
ORAZIONE
Gesù, fratello nostro, con la tua morte hai riaperto per noi la via sbarrata dalla colpa
di Adamo. Hai preso su di te la paura e i tormenti della morte, mutandone
radicalmente il senso. Conforta coloro che oggi stanno per intrapre dere il tuo stesso
cammino. Rassicura quelli che cercano di distrarsi dal pensiero della morte. E quando
anche per noi sarà giunta l'ora, drammatica e benedetta, accoglici nella tua gioia
eterna.
R/. A te la lode e la gloria nei secoli.
Padre nostro.
Fac me vere tecum flere,
Crucifixo condolere,
donec ego vixero.
QUATTORDICESIMA STAZIONE
GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO
V. Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo.
R . Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23, 50-54
Giuseppe d'Arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro
scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto
Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto.
MEDITAZIONE
La pietra che sigilla il sepolcro sembra aver messo fine ad ogni speranza. Ma quel
sepolcro scavato nella roccia diventerà il grembo fecondo della terra, quello dove ogni
seme che marcisce rinasce a vita nuova. Anche se non c’è fine alla morte, con Cristo,
la morte non è più la fine. Da quel sepolcro che accoglie il corpo di Cristo non esce
puzza di morte, ma profumo di vita. E’ quello il luogo dove la fede attinge la sua forza
e impara la speranza. E’ quello il luogo dove la fede insegna a camminare per le vie
tortuose della vita, senza perdere la mèta. E’ quello il luogo dove la fede comprende
che il sole che tramonta già si prepara a sorgere per un nuovo giorno.
ACCLAMAZIONI
Gesù Signore, nostra risurrezione,
nel sepolcro nuovo distruggi la morte
e doni la vita.
R. Kyrie, eleison.
Gesù Signore, nostra speranza,
il tuo corpo crocifisso e risorto
è il nuovo albero della vita.
R. Kyrie, eleison.
Padre nostro.
Quando corpus morietur,
fac ut animæ donetur
paradisi gloria. Amen.