SVILUPPO DI UN NUOVO INDICE ECOLOGICO BASATO SUI POPOLAMENTI CORALLIGENI PER L’IMPLEMENTAZIONE DELLE DIRETTIVE QUADRO EUROPEE PER LA TUTELA DELLE ACQUE MARINO-COSTIERE 1 Enrico Cecchi1, Paola Gennaro2, Luigi Piazzi3, Elena Ricevuto4, Fabrizio Serena1 Agenzia Regionale Toscana per la Protezione dell’Ambiente (ARPAT), Via Marradi 114, 57126 Livorno, Italy - [email protected], tel.0586 263476, fax 0586 263477 2 Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA ex ICRAM), Via di Castel Romano, 100, Roma, Italy 3 Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio, Università di Sassari, Via Piandanna 4, 07100 Sassari, Italy 4 Laboratorio di Ecologia funzionale ed evolutiva, Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli (SZN), Villa Dohrn Punta S. Pietro 80077, Ischia (Napoli, Italy) Riassunto – Un nuovo indice basato sui popolamenti macroalgali coralligeni (ESCA, Ecological Status of Coralligenous Assemblages) viene presentato e descritto. L’indice ESCA è stato sviluppato sulla base dei risultati ottenuti da studi di valutazione di impatto sui popolamenti coralligeni toscani, è stato validato su un dataset indipendente ottenuto da 12 differenti località italiane ed è stato testato su gradienti di stress antropico di diversa origine. I descrittori selezionati per lo sviluppo dell’indice sono stati: a) presenza/assenza e abbondanza di taxa/gruppi sensibili, b) diversità dei popolamenti ed c) eterogeneità dei popolamenti. L’indice viene espresso come rapporto di qualità ecologica (Ecological Quality Ratio, EQR) calcolato come rapporto tra i valori misurati nelle località in esame e quelli ottenuti per le condizioni di riferimento. L’indice ESCA può rappresentare un efficace strumento nell’ambito del monitoraggio marino costiero in quanto è stato sviluppato in accordo alle direttive europee, sintetizza informazioni complesse e la sua applicazione è semplice e relativamente poco costosa. Abstract – Development of a new biotic index based on macroalgal coralligenous assemblages for the implementation of the European Framework Directives for the protection of marine coastal waters - A new biotic index based on coralligenous macroalgal assemblages (ESCA, Ecological Status of Coralligenous Assemblages) was presented and described. The ESCA index was developed on the basis of previous impact evaluation studies, it was validated on independent dataset collected in 12 localities of the Mediterranean Sea and it was tested against a gradients of different anthropogenic stressors. Assemblage descriptors selected as metrics of the ESCA index were: a) presence/absence and abundance of sensitive taxa/groups, b) diversity and c) heterogeneity of assemblages. The index was expressed as Ecological Quality Ratio calculated as the ratio between values measured in the studied localities and those ones obtained in the reference conditions. The ESCA index may represent a useful tool for monitoring programs of coastal waters, since it has been developed in compliance with the Water Framework Directive, it synthesises complex information and its application is simple and costeffective. 1 Introduzione La legislazione europea, attraverso le Direttive Quadro sulle Acque (Water Framework Directive, WFD 2000/60/EC) e la Strategia Marina (Marine Strategy Framework Directive, MSFD 2008/56/EC) si propone il raggiungimento ed il mantenimento di un buono stato ecologico delle acque marine costiere. In questo contesto, risulta di fondamentale importanza l’identificazione di bioindicatori e di indici che consentano la valutazione della qualità ambientale dei corpi idrici costieri (sensu WFD) e delle regioni o sub-regioni marine (sensu MSFD) [6]. Il coralligeno rappresenta uno degli habitat più importanti del Mediterraneo, in termini di estensione, biodiversità, produzione e ruolo svolto nel ciclo del carbonio [5], ed è pertanto incluso nelle legislazioni comunitarie (e.g. Habitats Directive 92/43/CEE) e nelle convenzioni internazionali (e.g. Barcelona 1995) come un habitat di particolare interesse scientifico per la biodiversità (Annex III, EC, 2008; CSWP, EC, 2011). Per questi motivi viene considerato, nell’ambito della MSFD, un “tipo di habitat speciale” la cui valutazione dello stato di qualità può contribuire alla definizione dello stato ambientale (Environmental Status, EnS) delle regioni o sub-regioni marine mediterranee. Attualmente, sono stati proposti due metodi per valutare la qualità ecologica dei popolamenti coralligeni: Coralligenous Assemblage Index (CAI) [7] e il Rapid Visual Assessment technique (RVA) [8]. Il primo è basato prevalentemente sull’abbondanza di alcuni gruppi di organismi animali bentonici, mentre il secondo integra informazioni biologiche e geomorfologiche ottenute attraverso tecniche di campionamento visuale. Non è disponibile, ad oggi, un indice che tenga conto della struttura e diversità dei popolamenti macroalgali coralligeni. Il presente contributo si propone di descrivere un nuovo indice, denominato ESCA (Ecological Status of Coralligenous Assemblages), basato sull’analisi dei popolamenti macroalgali coralligeni. L’indice è stato sviluppato sulla base dei risultati ottenuti da studi di valutazione di impatto sui popolamenti coralligeni toscani, è stato validato su un dataset indipendente ottenuto da 12 differenti località italiane ed è stato testato su gradienti di diversi tipi di stress antropico. Materiali e metodi I dataset utilizzati per lo sviluppo dell’indice si riferiscono a tre differenti tipologie di impatto: l’invasione di una specie algale aliena (Caulerpa racemosa var. cylindracea), l’incremento di sedimentazione e 2 l’arricchimento di nutrienti [2, 3, 4, 9, 10, 11]. Per ciascuno di questi indicatori di pressione sono stati considerati tre diversi livelli di impatto: minimo o nullo, intermedio ed elevato (Tabella 1). Tabella 1. Livelli di stress necessari per creare il gradiente di impatto Impatto Impatto elevato No impatto intermedio Invasioni assenza 50<70 (R%) 70<100 (R%) biologiche Tasso di < 6 gr m−2 g−1 50<100 gr m−2 g−1 > 200 gr m−2 g−1 sedimentazione Concentrazione <1 (μmol l-1) 3<10 (μmol l-1) >50 (μmol l-1) di nutrienti I descrittori dei popolamenti considerati per la costruzione dell’indice sono: a) presenza/assenza e abbondanza di specie e/o gruppi morfologici a differente sensibilità ecologica, b) diversità alpha, espressa come numero di taxa/gruppi per campione, c) diversità beta, espressa come eterogeneità dei popolamenti e calcolata con la PERMDISP analisi (PRIMER6 + PERMANOVA software) [1]. Per il calcolo dell’indice, il campionamento viene effettuato su parete rocciosa verticale alla profondità di 30-35 metri in base ad un disegno che tiene conto della naturale variabilità dei popolamenti coralligeni. Per ogni località viene campionato un totale di 30 foto di 1800 cm2 ciascuna. Le immagini vengono successivamente analizzate con un programma che permette di ottenere la copertura percentuale dei diversi taxa/gruppi. I valori dei tre descrittori ottenuti nelle località campionate costituiscono i valori di qualità ecologica (Ecological Quality Values, EQVs) che vengono divisi per quelli ottenuti nella località di riferimento che in questo studio è stata identificata nell’Isola di Montecristo. Il valore finale dell’indice (Ecological Quality Ratio, EQR) viene calcolato come media dei valori ottenuti dai tre descrittori. Il valore dell’indice varia tra 0 e 1 e 5 differenti classi di stato ecologico sono state definite in accordo con la WFD: 0-0,35 pessimo, 0,360,5 cattivo, 0,51-0,65 sufficiente, 0,66-0,8 buono, 0,81-1 elevato. 3 Risultati L’indice ESCA calcolato in 12 differenti località del Mediterraneo ha mostrato valori bassi in località maggiormente antropizzate (Livorno, Piombino, Bari) e valori elevati in località poco antropizzate e in aree marine protette (Meloria, Elba, Montecristo, Pianosa, Tavolata, Capo Carbonara) (Figura 1) 1,20 1,00 0,80 0,72 0,63 0,98 0,92 0,87 0,80 0,69 0,59 0,81 0,67 0,50 0,60 0,47 0,40 0,20 on Ca po Ca rb Ta vo lar ar a a ri Ba o r to Po cr is te M on fi n to a os an no bi om Pi Pi ba El da Va ia M el or no vo r Li Ar ge nt ar io 0,00 Figura 1. Valori dell’indice ESCA ottenuti nelle località esaminate. L’indice calcolato sui gradienti di stress antropico ha evidenziato una buona corrispondenza tra i valori ottenuti e livello di impatto (Figura 2). 1.2 invasioni biologiche 1 sedimentazione nutrienti 0.8 0.6 0.4 0.2 0 stress minimo stress intermedio stress elevato Figura 2. Valori dell’indice ESCA lungo gradienti di stress. 4 Discussione I risultati della studio confermano l’importanza del ruolo svolto dai popolamenti macroalgali coralligeni come indicatori ecologici. Inoltre, i risultati hanno permesso di definire l’indice ESCA e di testarlo lungo un gradienti di stress antropico di origine diversa. I popolamenti coralligeni hanno mostrato una risposta simile nei confronti dei diversi stress considerati. Halimeda tuna, Palmophyllum crassum, Zanardinia typus e le alghe erette a tallo cilindrico sono risultati i taxa/gruppi più sensibili, dal momento che hanno mostrato una generale diminuzione di abbondanza in risposta ai diversi impatti. La scomparsa di queste alghe in condizioni di stress può essere legata all’azione combinata di bassi livelli di irradiazione, inibizione del reclutamento e distruzione meccanica. [12]. I feltri algali incrementano di abbondanza il in tutte le condizioni di impatto, confermando un pattern più volte evidenziato [12]. Le specie che costituiscono i feltri sono forme filamentose che si riproducono mediante propagazione vegetativa, avendo così la possibilità di ricostituire velocemente i popolamenti danneggiati in seguito a stress e di evitare successivamente la ricolonizzazione da parte di specie più evolute attraverso meccanismi di esclusione competitiva. Inoltre, le specie filamentose sono favorite da ambienti eutrofici, grazie alla loro capacità di assorbire nutrienti in conseguenza dei valori caratteristici del rapporto tra superficie e volume [11]. I valori di diversità, sia alpha che beta sono diminuiti in conseguenza dello stress, anche se la diversità beta è risultata maggiormente sensibile, dimostrando di rappresentare un ottimo indicatore di impatto. Infatti, i popolamenti coralligeni mostrano normalmente una distribuzione eterogenea “a chiazze” come risultato di complesse interazioni biotiche tra organismi sessili; in condizioni di stress, il proliferare di specie opportuniste e la scomparsa di specie strutturanti, porta alla perdita della struttura originale e ad una diffusa omogeneizzazione biotica [3]. Sebbene ulteriori studi sono necessari per testare la risposta di ESCA sia su scala Mediterranea che a pressioni antropiche più generalizzate, l’indice può rappresentare un utile strumento per il raggiungimento degli obiettivi imposti dalla legislazione europea, in particolar modo dalla MSFD, poiché è basato su un habitat target, è stato sviluppato seguendo le linee guida della legislazione europea, risponde bene ai gradienti di stress antropico, sintetizza più descrittori ecologici ed è facilmente applicabile nell’ambito del monitoraggio marino costiero. Inoltre, l’indice ESCA consente, una volta definiti i valori di sensibilità, di utilizzare, insieme alle macroalghe, 5 anche gli organismi animali come indicatori ecologici, fornendo una risposta completa dei popolamenti coralli geni allo stress antropico. Infine, l’indice ESCA può integrare le informazioni che possono essere ottenute anche attraverso altri metodi, come ad esempio l’RVA, permettendo una più completa definizione dello stato ecologico dei corpi idrici mediterranei. Bibliografia [1] Anderson M.J., Ellingsen K.E., McArdle B.H. - Multivariate dispersion as a measure of beta diversity. Ecol. Lett. (2006) 9, 683-693. [2] Balata D., Piazzi L., Cecchi E., Cinelli F. - Variability of Mediterranean coralligenous assemblages subject to local variation in sediment deposits. Mar. Environ. Res. (2005), 60, 403-421. [3] Balata D., Piazzi L., Benedetti-Cecchi L. - Sediment disturbance and loss of beta diversity on subtidal rocky reefs. Ecology (2007a), 8, 2455-2461. [4] Balata D., Piazzi L., Cinelli F. - Increase of sedimentation in a subtidal system: effects on the structure and diversity of macroalgal assemblages. J. Exp. Mar. Biol. Ecol. (2007b), 351, 73-82. 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