Serata di spiritualità 2 - Diocesi Teramo-Atri

Serate di Spiritualità Con il vescovo
“In Cammino verso la Pasqua”
Teramo, Cattedrale, 1-2-3 Aprile 2014
Seconda serata
Chiesa Corpo di Cristo animata dallo Spirito
Invocazione allo Spirito Santo
Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo,
un raggio di luce, un raggio di luce.
Vieni Padre dei poveri, vieni datore dei
doni, luce dei cuori, luce dei cuori.
Intronizzazione della Parola
Segno di Croce
Preghiera iniziale
In ascolto
Dalla prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi
(1,10; 12,4-11)
Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro
Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non
vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di
pensiero e d'intenti […]. Vi sono diversità di carismi, ma uno
solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è
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il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio,
che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una
manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune:
a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della
sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il
linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso
Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo
dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il
dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli
spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine
l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l'unico e
il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno
come vuole.
Parola di Dio
I Lettore
Tutti hanno qualche cosa di nuovo e di bello da portare!
L’Apostolo Paolo mostra la vera sorgente dei doni che
scaturiscono dalle tre persone divine ma il dispensatore
nella comunità resta comunque lo Spirito che la
arricchisce con la sua pienezza, offrendo questi "doni" in
vista di una crescita comune.
II Lettore
Lo Spirito Santo dispensa ai fedeli una moltitudine di doni
e di grazie spirituali; questa ricchezza diciamo
“fantasiosa” dei doni dello Spirito Santo è finalizzata alla
edificazione della Chiesa. I carismi – parola un po’ difficile
– sono i regali che ci dà lo Spirito Santo, abilità
possibilità… Regali dati non perché siano nascosti, ma
per parteciparli agli altri. Non sono dati a beneficio di chi
li riceve, ma per l’utilità del popolo di Dio.
(Papa Francesco, 6 novembre 2013)
Meditiamo
 Sappiamo riconoscere i nostri carismi?
 Siamo consapevoli di quanto il loro dono sia
indispensabile per l’edificazione della comunità?
 In che modo li mettiamo a servizio per l’utilità comune?
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III Lettore
Nella Chiesa, uniti a Cristo, Pietra viva, siamo costruiti
anche noi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo
e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante
Gesù Cristo. (1Pt 2,4-5). Sono i Sacramenti e l’azione
dello Spirito attraverso i carismi che ci rendono pietre
vive di un edificio spirituale, quindi partecipi dell’essere
stesso della Chiesa e della sua missione.
(Mons. Michele Seccia, 6 novembre 2013)
Ora verranno simbolicamente offerti al Vescovo, e poi ai
presenti, i carismi di ciascuno affinché siano messi a
servizio della comunità ed utilizzati per il bene di tutti.
CANTO
Un cuor solo ed un'anima sola
per la tua gloria, o Signore.
Porteremo al mondo la pace
e la gioia del tuo amore.
Un solo corpo e un solo spirito
come una sola è la speranza.
Un solo Signore, una sola fede,
un solo battesimo. Rit.
Conservate l'unità dello spirito
attraverso il vincolo di pace.
Un solo Dio e Padre
che è presente ed opera in tutti.
In ascolto
Dalla prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi
(12,12-20)
Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e
tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così
anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un
solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci,
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schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.
Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte
membra. Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non
appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte
del corpo. E se l'orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio,
non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più
parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe
l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio
ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli
ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il
corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.
Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la
testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi quelle membra
del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e
quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le
circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono
trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne
hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo
maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse
disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura
le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le
membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le
membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue
membra, ciascuno per la sua parte.
Parola di Dio
I LETTORE
Nella Chiesa quindi, c’è una varietà, una diversità di
compiti e di funzioni; non c’è la piatta uniformità, ma la
ricchezza dei doni che distribuisce lo Spirito Santo. Però
c’è la comunione e l’unità: tutti sono in relazione gli uni
con gli altri e tutti concorrono a formare un unico corpo
vitale, profondamente legato a Cristo. Ricordiamolo bene:
essere parte della Chiesa vuol dire essere uniti a Cristo e
ricevere da Lui la vita divina che ci fa vivere come
cristiani, vuol dire rimanere uniti al Papa e ai Vescovi che
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sono strumenti di unità e di comunione, e vuol dire anche
imparare a superare personalismi e divisioni, a
comprendersi maggiormente, ad armonizzare le varietà e
le ricchezze di ciascuno; in una parola a voler più bene a
Dio e alle persone che ci sono accanto, in famiglia, in
parrocchia, nelle associazioni. Corpo e membra per vivere
devono essere uniti! L’unità è superiore ai conflitti,
sempre! (Papa Francesco, 19 giugno 2013)
II LETTORE
Siamo chiamati tutti a vivere la carità nella
corresponsabilità, sentendoci prima di tutto “custodi” gli
uni degli altri, esercitandola nella “familiarità di rapporti”
nel rispetto dei rispettivi carismi e ministeri, avendo come
unico desiderio quello di irradiare la Chiesa, la sua carità,
la sua testimonianza, la sua condivisione con gli ultimi. In
qualsiasi ambito noi dobbiamo vivere la Chiesa con il
senso dell’appartenenza ecclesiale, quasi “custodendola”,
perche è la Chiesa che custodisce la nostra fede.
(Mons. Michele Seccia, 19 dicembre 2011)
Meditiamo
 Ci sentiamo membra vive di quest’Unico Corpo?
 Riconosciamo la presenza di Gesù fra noi che ci vuole
‘uno’?
 Come viviamo l’esercizio della corresponsabilità nella
Chiesa-Corpo di Cristo?
 In che modo ci rendiamo disponibili nel servizio alla
comunità ecclesiale?
III Lettore
I carismi sono importanti nella vita della comunità
cristiana, ma sono sempre dei mezzi per crescere nella
carità, nell’amore […] Il più piccolo dei nostri gesti d’amore
ha effetti buoni per tutti! Pertanto, vivere l’unità nella
Chiesa e la comunione della carità significa non cercare il
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proprio interesse, ma condividere le sofferenze e le gioie
dei fratelli, pronti a portare i pesi di quelli più deboli e
poveri. Se viviamo questa solidarietà fraterna, noi siamo
nel mondo segno, “sacramento” dell’amore di Dio.
(Papa Francesco, 6 novembre 2013)
I Lettore
La verità di comunione deve esprimersi, manifestarsi
nella Carità, l’Amore di Dio che lo Spirito Santo mette nei
nostri cuori.
Se non c’è l’amore e il perdono che manifestano la
comunità, la Chiesa perde la sua ragione d’essere, pur
conservando in sé la verità che Cristo le ha dato, ma non
diventa credibile. La credibilità si fonda sull’amore,
sull’accoglienza reciproca, sull’edificare e sull’edificarsi
nell’unità per tendere insieme verso il Regno dei Cieli.
(Mons. Michele Seccia, 6 novembre 2013)
GESTO DI SOLIDARIETÀ
CANTO
Dove la carità è vera e sincera là c'è Dio
Dove la carità perdona e tutto sopporta
Dove la carità benigna comprende e non si vanta
tutto crede ed ama e tutto spera la vera carità.
In ascolto
Dal Vangelo di Giovanni (17,1.6-11.15-21-26)
Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio
glorifichi te […]Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini
che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed
essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che
tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le
parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno
accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno
creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non
prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché
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sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue
sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel
mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre
santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato,
perché siano una cosa sola, come noi.
Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca
dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono
del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati
nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano
anch'essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi,
ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in
me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei
in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato […] E io ho
fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché
l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Parola del Signore
II LETTORE
Noi siamo chiamati a vivere e a condividere l’esperienza
di fede con Gesù, l’appartenenza al Suo Corpo e la sua
preghiera per l’Unità riconoscendo in ogni segno la
grandezza dell’Amore di Dio che, accolto, diventa un
amore credibile per ogni uomo. La preghiera di Gesù non
è stata vana e non sarà delusa. Ed anche noi dobbiamo
perseverare nella preghiera, convinti che in essa, e nei
gesti semplici dell’accoglienza, si possa realizzare l’unità
tra gli uomini che vivono insieme e che condividono le
esperienze, nel rispetto e nell’amore scambievole.
(Mons. Michele Seccia, 25 gennaio 2014)
III LETTORE
La Trinità che è Padre e Figlio e Spirito Santo, Unità nella
Trinità; Trinità nella comunione piena, un solo Dio in Tre
Persone: fondamento della nostra vita cristiana perché è
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ciò che Cristo ci ha insegnato ed è ciò che, dall’Antico
Testamento, i Profeti hanno annunciato: un Dio che si
china sempre sul Suo popolo, un Dio che vuole l’amore
ma, anzitutto, è Amore perché dona Amore e realizza
pienamente il vero Amore manifestandolo nel modo più
grande e sublime: nel mistero pasquale, nella Passione,
Morte e Resurrezione del Signore.
(Mons. Michele Seccia, 18 gennaio 2013)
IN PREGHIERA
Segno : bacio della Croce.
CANTO
Benedici il signore, anima mia,
quant'è in me benedica il suo nome;
non dimenticherò tutti i suoi benefici,
benedici il signore, anima mia.
Il sacrificio di Gesù fa di noi un solo Corpo, realizza l’unità
fraterna e ci fa pregare insieme il Padre nostro, il Padre di
tutti e non solo di qualcuno. Solo, così, possiamo nutrire la
speranza certa ed affidabile che, come Cristo è risorto, la
Chiesa continua ad essere in cammino verso la via dell’unità.
Tenendoci tutti per mano . . . Padre Nostro
BENEDIZIONE
CANTO
Cristo non ha mani: ha soltanto le nostre mani
per cambiare il mondo d'oggi.
Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi
per guidarci sino a Lui.
E allora và fratello,
non avere paura:
il Signore ti accompagnerà.
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