re David(e) Nel 1993 fu scoperto a Tell Dan, un sito archeologico nel settentrione della Galilea, un frammento di basalto nero, che doveva essere parte di una stele commemorativa. Sembrò di poter leggere (e le ipotetiche integrazioni sono riportate tra parentesi quadra): [Ho ucciso Jo]ram figlio di [Acab] re di Israele e ho ucciso [Acaz]jahu figlio di [Joram r]e della Casa di David. E ho messo [le loro città a ferro e fuoco e ridotto] la loro terra [alla desolazione] La notizia destò una certa risonanza, anche oltre l’ambiente degli addetti ai lavori. Si avanzarono critiche e molti dubbi. Non bisogna dimenticare, che nel Vicino Oriente e soprattutto in terra di Israele il mercato delle falsificazioni è fiorente. La ricerca del contesto storico degli avvenimenti, di cui la lapide dà testimonianza è evidentemente legata al tentativo di integrare le parti mancanti. Ma lasciamo ora da parte questo grosso problema, per sottolineare invece un solo particolare: l’espressione della Casa di David. Poiché nell’Antico Testamento esiste un solo personaggio con questo nome, si concluse facilmente, che si trattasse proprio di quel re di Giuda e di Israele successo a Saul e fondatore di una dinastia, che si mantenne sul trono di Gerusalemme fino alla sua caduta del 587 a.C.. David è inoltre il personaggio di cui di più si parla nell’Antico Testamento: protagonista delle narrazioni dal Primo libro di Samuele all’inizio del Primo libro dei Re, le sue storie vengono in parte riproposte nel Primo libro delle Cronache. E sempre a lui come autore sono attribuiti parte dei Salmi. Eppure al di fuori della Bibbia non esistono tracce della sua esistenza. Del re che aveva portato il regno unificato di Giuda e Israele alla sua massima estensione, sottomettendo i tradizionali nemici, come gli Ammoniti, i Moabiti e gli Edomiti a oriente, gli Aramei a settentrione e infine i Filistei a occidente non è rimasta alcuna traccia. A questa critica si risponde, che anche nel testo biblico non si menzionano costruzioni militari o di edilizia civile portate a compimento durante il suo regno. La costruzione del tempio è lasciata al suo erede, Salomone. Quindi l’iscrizione di Tell Dan sarebbe l’unica documentazione extra-biblica della sua esistenza. Ma è questo veramente importante? Toglie qualcosa alle narrazioni davidiche il fatto che il personaggio di David appartenga almeno in parte alla storia o sia solo da inserire nel dominio della leggenda? Annulla la somma dei significati, di cui la sua figura è portatrice, il fatto di essere messo al livello di un re Artù o di un principe Amleto, di essere equiparato a un Enea o a un Ulisse, oppure di venire classificato assieme alle figure dei manzoniani padre Cristoforo e dell’Innominato?
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