IL BARCODING DELLE FARFALLE ITALIANE Il progetto: quando? Subito! Quante analisi sono necessarie? Per l’Italia sarebbero necessarie almeno 5000 analisi (una media di 20 individui per specie) per coprire in modo organico l’area alpina, appenninica, costiera e insulare. 2500 sono già disponibili grazie a studi precedenti! Quanto costa il progetto? Con una somma di 25.000 euro il progetto barcoding potrà essere realizzato in due anni! Ogni analisi infatti costa circa 10 euro. Chi finanzia il progetto? Ciascuno dei partner. Il progetto unirà i fondi già disponibili degli enti aderenti al progetto a fondi provenienti da altri enti che vogliano entrare a far parte della squadra di lavoro. Diventa partner e adotta una comunità di farfalle. Adotta una comunità per sequenziare almeno uno o due esemplari per ogni specie. Le comunità italiane di farfalle sono composte mediamente da 100-200 specie e l’adozione avrebbe quindi un costo variabile da 1.000 a 4.000 euro. Cosa otterrai diventando partner? Immagine: il logo del tuo ente sarà pubblicato nel sito internet del progetto. Nessun sequenziamento di faune locali è stato ancora pubblicato per l’Italia. Tutti gli sponsor verranno inoltre citati nelle pubblicazioni scientifiche, nelle pubblicazioni divulgative, nei report del progetto e pubblicati sul sito internet e la pagina facebook del progetto Risultati immediati: le sequenze ti saranno immediatamente fornite. Conservazione in pratica: presenza di specie criptiche o linee genetiche interessanti da rappresentare ESU a sè stanti. CHI SIAMO Il progetto vede la collaborazione di alcuni dei più importanti gruppi di ricerca Europei per lo studio e la protezione delle farfalle e di Legambiente. IL BARCODING DELLE FARFALLE ITALIANE conoscerle per proteggerle Il gruppo di Biogeografia ed Ecologia degli Invertebrati della Oxford Brookes University guidato dal Dr. Tim Shreeve e dal Dr. Leonardo Dapporto. Nel 2009 il Dr. Dapporto ha ideato e creato con Legambiente il Santuario delle farfalle dell’Isola d’Elba. Il Laboratorio di Evoluzione e Biodiversità delle Farfalle di Barcellona di cui è responsabile il Dr. Roger Vila, studia la biodiversità e l’evoluzione delle farfalle. Il gruppo ha prodotto i primi barcoding delle farfalle per due intere nazioni: la Romania e la Spagna. I Dr. Vlad Dinca e Raluca Voda di questo gruppo sono coinvolti nel progetto. Il Laboratorio di Zoologia di Torino coordinato dalla Dr. Simona Bonelli e di cui è responsabile il prof. Emilio Balletto, si è occupato a lungo di studi ecologici, filogenetici e biogeografici sui lepidotteri diurni italiani. Attualmente il gruppo è di supporto al Ministero italiano dell'Ambiente nella stesura di Database e Liste Rosse. Il Dr. Luca P. Casacci di questo gruppo è coinvolto nel progetto. L’Unità di Ricerca per la Selvicoltura in Ambiente Mediterraneo di Cosenza del CRA. Dal 2013 fra le mission dell’Unità di Ricerca è stata inserita la conservazione della biodiversità. Il Dr. Stefano Scalercio, ricercatore dell’Unità coinvolta studia la distribuzione delle specie di lepidotteri nel paesaggio mediterraneo. Legambiente. Si distingue per la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili. www.barcodingitalianbutterflies.eu PERCHE’ LE FARFALLE ITALIANE? Con circa 280 specie residenti, l’Italia è il paese con la più grande diversità di farfalle in Europa (in tutta Europa ne sono note 576). Questa ricchezza è dovuta alla fortunata coesistenza dei più alti rilievi europei con vaste pianure, alla presenza delle più grandi isole del Mediterraneo, nonché all’estensione latitudinale della nostra penisola. L’Italia non rappresenta soltanto un serbatoio di diversità per sè stessa, ma per l’Europa intera. Infatti, nel passato, durante le fasi glaciali, molte specie vi trovavano rifugio dal gelo che rendeva inabitabile l’Europa centrale. Le isole infine sono spesso un rifugio nel rifugio dove specie antiche di farfalle, e di altri organismi, si sono salvati dai mutamenti climatici e dai rischi cui sono sottoposte le popolazioni continentali. Fino ad oggi la biodiversità italiana si è mantenuta in uno stato di conservazione soddisfacente grazie a estese aree protette e un’agricoltura tradizionale raramente estensiva. IL DECLINO DELLE FARFALLE Secondo la Lista Rossa delle Farfalle Europee (IUCN 2010), il 31% delle specie presenta popolazioni in declino. Principali cause sono la perdita di habitat o di connettività tra habitat, in seguito a cambiamenti nelle pratiche agricole, sia per intensificazione che per abbandono. Importanti minacce sono rappresentate anche dai cambiamenti climatici e da uno sviluppo incontrollato del turismo. In Italia sono presenti 16 specie elencate negli Allegati della Direttiva Habitat (92/43/CEE), nata con lo scopo di tutelare gli habitat naturali e semi-naturali di interesse comunitario. Molte specie minacciate presentano esigenze ecologiche ristrette, riflesso della loro diversità genetica in molti casi non ancora sufficientemente nota: colmare queste conoscenze è il punto di partenza fondamentale per mettere in atto un piano efficace di conservazione. IL BARCODING Recentemente sono state sviluppate tecniche sempre più economiche per lo studio del DNA. Inoltre gli studiosi concordano sul valore tassonomico e biogeografico di un particolare segmento del DNA mitocondriale (cytochrome c oxidase I, CO1). Il tasso di mutazione di questo gene è molto rapido e inoltre tende a conservarsi simile in tutti i conspecifici. Per questo è divenuto talmente popolare che sul suo sequenziamento è basato il “barcoding of life”. Infatti, poiché questo gene tende a differenziarsi rapidamente via via che le popolazioni divergono, esso può essere utilizzato come un vero e proprio codice a barre per ricostruire la storia evolutiva delle popolazioni diregioni diverse. Sequenziando questo gene possiamo acquisire importanti informazioni per riconoscere quali farfalle rappresentino specie a se stanti ancora da descrivere, quali popolazioni formino delle linee genetiche tipiche dell’Italia e come siano arrivate ad occupare lo spazio dove oggi vivono. Come ultima e fondamentale informazione, questo gene può rivelare quali popolazioni siano a rischio di estinzione e suggerire dove e come intervenire.
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