ERP. Casa negata, casa richiesta, casa utilizzata

Unione Inquilini
Per il coordinamento regionale della Toscana
Novembre 2014
Appunti
ERP. Casa negata, casa richiesta, casa utilizzata.
Dalla legge 96/96 allo stato presente.
Queste osservazioni sono state prodotte a seguito di tre passaggi da parte dell'assessore
reg.le Stefania Saccardi e/o dei suoi uffici fino alla trasmissione di una bozza provvisoria
di modifica legge erp 96/96. A seguito di tale trasmissione si è prodotta una opportuna e
tempestiva iniziativa intersindacale che richiede un formale e propedeutico incontro alla
Regione Toscana (all'assessore competente) secondo le procedure contenute nel DGR del
13 febb. 2014.
Queste note riassumano posizioni meditate all'interni delle nostre sedi UI, utilizzando
anche l'apprezzabile analisi contenuta nel “ Terzo rapporto sulla condizione abitativa”
prodotto dall'Osservatorio Sociale Regionale,. Affrontano criticamente parti cruciali
contenute nella “bozza” provvisoria di modifica della legge 96/96, non per proporre in
questa sede dei correttivi (fase da valutare in seguito ) ma per delineare una corretta linea
programmatica non ravvisabile in tale bozza..
I. Premesse
1.a. Da almeno un decennio ogni assessore con delega alle politiche abitative ha ritenuto di impegnarsi nella revisione della legge regionale n. 96/1996: una legge che ha funzionato per i suoi principi fondati sull'equità e il rigore e per un impegno assiduo nei caseggiati di centinaia di comitati di autogestione degli assegnatari sostenuti da sempre dai sindacati di riferimento.
Pertanto tutti i sindacati degli inquilini hanno sempre ritenuto che la struttura fondamentale
della legge 96/96 dovesse mantenersi e caso mai essere rafforzata tramite il coinvolgimento
nel controllo, nella programmazione e in parti della gestione dell'ERP da parte degli assegnatari organizzati nei comitati e nei sindacati di riferimento.
Alcune delibere della Giunta Regionale hanno proceduto parzialmente in tale direzione soprattutto in riferimento alle modalità della consultazione stabilendo che la partecipazione
sindacale si attuasse nelle formulazioni delle proposte fin dall'inizio del percorso.
Questo metodo è - a dir poco - rettificato con la procedura in corso, che si propone di
incidere su parti essenziali della legge regionale 96/1996.
Si tratta non solo di una accelerazione dovuta non si sa a che cosa, ma di una predisposizione corposa di testi che sottintendono una volontà politica dirigista.
2.a. Verso quale settore si dirige la proposta?
Verso una edilizia residenziale pubblica per la quale non c'è stato mai un impegno finanziario autonomo di nessun ente territoriale, tanto meno dalla Regione Toscana che addirittura
ha sottratto 120 milioni di euro vincolati all'EEP per sostenere il trasporto pubblico locale .
Che cos'è stato l'ERP? E' un settore del welfare realizzato tramite il cosiddetto
contributo/trattenuta Gescal a carico soltanto dei lavoratori dipendenti con alcune
integrazioni derivate da un saldo attivo nelle gestioni e nell'impiego dei proventi dalle
vendite di alloggi di ERP.
Avremmo dunque dovuto da tempo mutuare le regole del diritto azionario stabilendo
che agli azionisti di riferimento cioè alle rappresentanze sindacali dei lavoratori e degli
inquilini doveva essere attribuito il potere non solo di indirizzo e di controllo ma della
stessa gestione. Così era negli anni '70 dopo il Piano Decennale. Le inversioni politiche
successive hanno progressivamente ridotto non solo il potere legittimo, quello sindacale, ma
la stessa rappresentanza democratico-rappresentativa fino al consolidamento di un
centralismo ossessivo: quello del tempo presente.
Non sono casuali questi nostri rilievi: sono purtroppo rafforzati dalla stessa sommaria lettura
della bozza in oggetto.
3.a Eppure qualcosa di diverso potrebbe verificarsi, ad esempio valorizzando il contenuto del terzo rapporto sulla condizione abitativa – anno 2014 che ci è stato presentato
e commentato nella recente conferenza presso la sede della Presidenza Regionale.
Senza nessuna piaggeria ci sentiamo di formulare un sincero apprezzamento per il lavoro di
raccolta dati, sistematizzazione, analisi e commento, effettuato dagli operatori di questo osservatorio: la parte – e non solo questa – che si riferisce alle politiche abitative e in particolare i capitoli sull'edilizia residenziale pubblica (pagg. 54 – 74) a nostro avviso deve essere
assunta come analisi essenziale per la stessa formulazione delle eventuali proposte di modifica della legislazione esistente sull'ERP in Toscana! Non solo: di evidente utilità è il incrocio con la parte relativa alla popolazione, alla condizione abitativa, alla residenza, alla provenienza, alla composizione “etnica” e via dicendo. Ma anche – ovviamente - con quella del
disagio abitativo.
Non ci pare che l'elaborato in bozza valorizzi adeguatamente il contenuto del”Terzo
rapporto”. Eppure solo una analisi corretta produce adeguate proposte in fieri, mentre
altro segno hanno delle proposte derivate da una impostazione punitiva nei confronti
dei richiedenti e dei residenti in ERP, impostazione che percorre tutta la bozza a noi
inviata.
II. La Toscana dell'ERP non è, per ora, allo sfascio.
( dati desunti dal “terzo rapporto”).
- Alloggi per stato di occupazione:
- locazione regolare
94,5%
- occupazione senza titolo
1,6%(1)
- Sfitti
3,5%
- Altro
0,4
(1) “...come conseguenza di (…) decadenza per morosità, per superamento del limite reddituale, irregolare utilizzo dell'alloggio, inesistenza dei presupposti per il subentro, occupazione... (pag 61 del rapporto cit.).
In numeri: su un totale di 49.140 unità immobiliari solo 777 erano definite come occupazione senza titolo !
- L'accertamento della morosità.
E' invece contenuta in un rapporto di Federcasa di due anni fa: si aggirava intorno al 4% del
totale degli assegnatari e/o residenti in ERP Toscana.
- Nuclei famigliari assegnatari .
- numero medio di componenti
2,50 (1)
(1) da un minimo di 2,25 per Livorno ad un massimo di 2,75 per Prato, con Firenze al 2,51.
Deduzioni: il nostro è un inquilinato da difendere, apprezzare, rassicurare; soprattutto per
una percentuale elevatissima di anziani che non va angosciata; se mobilità ci deve essere
essa va conseguita in modo “morbido” senza la pletora sanzionatorio contenuta in bozza.
Insomma da affrontare con civiltà .
III. A meno che...! Alcuni interrogativi.
La mobilità sembra essere una delle dominanti in questa bozza.( dall'art, 13 bis, a tutto il
nuovo Titolo 2 e soprattutto l'art. 22). A quale scopo? Apparentemente per incrementare le
risorse abitative a fronte dei casi di sottoutilizzo. Nella sostanza ( scenario da noi accertato e
confermato in incontri ufficiosi con gli uffici competenti) le ferree intimazioni non
sarebbero finalizzate ad una celere mobilità forzata ma ad una rimodulazione dei canoni
(vedi art. 22 comma 7) affiancata con sanzioni crescenti fino alla pronuncia della decadenza.
Da famiglie in emancipazione dal bisogno e sudditi sotto tiro.
Da chi? E qui la chicca, rappresentata da un articolo che verrebbe abrogato! E' l'art. 21
della legge 96/96 quella che istituisce la Commissione per la mobilità presieduta dal “sindaco, o suo delegato, e composta ancora:
- da 3 rappresentanti del Comune di cui uno in rappresentanza delle minoranze:
- da un rappresentante dell'ATER (1)
- da 3 rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali dell'utenza.
(1) Ora dagli enti gestori/spa.
Via i sindacati! Via le rappresentanze sociali, potere assoluto degli uffici in un rafforzato
quadro autoritario.
Altra chicca: la norma precedente stabiliva che non veniva effettuata la mobilità d'ufficio
se nel nucleo erano presenti degli ultrasessantacinquenni. Ora si cambia, un pochino, ma per
stringere comunque la catena: con l'art. 22 comma 10. Solo se il nucleo è composto esclusivamente da ultrasessantacinquenni “devono essere individuati alloggi in mobilità tali da garantire la permanenza all'interno del contesto sociale di appartenenza” ma comunque
mobilità sempre!
Leggere a confronto l'attuale art. 22. : lo scarto di inciviltà nel nuovo testo rispetto a quello
ancora in vigore è indiscutibile!
Ci siamo soffermati ampiamente su questa parte perché ha una rilevanza strutturale.
IV. Passiamo all'insieme delle proposte che riguardano la modalità per l'accesso
ai bandi ERP correlata al cosiddetto “utilizzo autorizzato dell'alloggio” (formula
inedita con il neo art. 13 ter).
Due le operazioni più corpose:
- la valutazione dei reddito per l'accesso all'ERP con l'ISEE (allegato A), comma 1 lettera
c)al posto dell'imponibile fiscale contenuto nei CUD e nei 730.
La novità assoluta è che l' ISEE assume tra i redditi anche il risparmio delle famiglie, rappresentato dai conti correnti o dai eventuali cosiddetti impieghi finanziari. Investe essenzialmente la condizione di famiglie “italiane” la cui tracciabilità bancaria è immediata, mentre
non accerta le rimesse collocate al paese di provenienza, che non sia l'Italia, e gli immobili
esistenti in altri paesi che non siano quelli comunitari, Con l'ISEE, dalla nostra esperienza di
consulenza sul campo, emerge una platea di soggetti con redditi esigui, non sempre attendibili, comunque tale da selezionarli in una graduatoria premiale.. Altra clausola vessatoria
per gli originari cittadini italiani (e in particolare per quelli di origine meridionale) è quella
contenuta nell'allegato A) alla lettera d) che esclude dalla partecipazione ai bandi di ERP
chiunque sia titolare di qualsiasi diritto di proprietà a prescindere dalla sua consistenza e
valore.
- Ma la novità più radicale è (nell'allegato b) la sparizione dai punteggi per lo sfratto
derivato da qualsiasi motivazione; nel caso si procede a delle assegnazioni provvisorie di
cui all'art. 13 ter comma 2 lettera c). La provvisorietà è sancita dai commi 5, 6, 7, 8, 9. Perdi
il lavoro, perdi la casa, puoi sperare in un alloggio temporaneo; ritrovi un lavoro... ritorni sul
mercato. Emancipazione definitiva: mai.
Considerazioni:
- l'ISEE nell'opportunistica posizione dell'Assessore Saccardi è per ora clausola limitata alle
regole per l'accesso. E' un modo per rinviare lo scontro con il popolo degli assegnatari che
in questa fase politica andrebbero depistati da una ISEE che riguarderebbe quei pochi neo
assegnatari per pochissime case popolari disponibili. Caso mai gli assegnatari “storici”
avranno da preoccuparsi per altro, cioè dei comportamenti dei “nuovi”. Ma è un capitolo
diverso!.
Il fatto è che l'ISEE è un sistema di accertamento alternativo, e strutturalmente non
scorporabile, a quello previsto della legge 96/96 che assume infatti l'imponibile fiscale come
parametro unitario per l'accesso e per i canoni. Infatti in tutte le regioni che hanno inserito
l'ISEE nell'ERP lo hanno trasferito con effetti traumatici (e con opposizioni durissime) sugli
assegnatari ( con resistenze anche sindacali in Emilia e Lombardia e via dicendo).
- l'operazione “sfratti con zero punteggio” ha un taglio spiccatamente reazionario; nega
l'evidenza di un processo innescato nella crisi, marginalizza la morosità per necessità ad un
fatto assistenziale. Punisce chi? I lavoratori dipendenti onesti, quelli che hanno provato e
documentato la loro precarietà. Una linea che va oltre ad ogni farneticazione leghista.
V. Assegnazioni ed assegnatari – qui la questione si complica.
Le modalità di assegnazione fino ai penultimi bandi ERP non avevano provocato reazioni
eccessive. Le rilevazioni recenti (vedi “Rapporto” cit. pag. 70 – assegnazioni nei primi 10
mesi del 2013) cambiano la percezione non solo mediatica.
Ma i dati vanno incrociati con quelli dell'andamento demografico per le diverse province
toscane. Noi abbiamo incentrato la nostra attenzione sulla provincia di Firenze (pag. 11 e
segg. del Terzo rapporto). Firenze:
- Residenti stranieri al 31dicembre 2012
109.721 (11,1% sui residenti)
- Abitazioni per titolo di godimento nel 2011:
(1 ) di cui
- proprietà 308.716 (73,0 %)
- affitto
76.577 (18,1%) (1)
- altro
37.505 (8,9 %)
12.639 in alloggi di ERP (per 30.957 componenti)
Totale in affitto da privati 62.138. Ma se nei privati includiamo quelli in locazione con
Enti morali ( come O.P. Indigenti – 1200 alloggi) o l' Istituto diocesano per il sostentamento
del clero (stima circa 2000 unità immobiliari) ed altri soggetti come banche, assicurazioni,
grandi proprietà immobiliari, altri enti pubblici (demanio pubblico, ASL, Regione ...) la
stima, da effettuare con maggior precisione, dovrebbe aggirarsi sul mercato diffuso delle
locazioni attorno alle 50.000 unità immobiliari – con circa 120.000 residenti ed una media
di utilizzo di 2,5o componenti per unità immobiliare..
Quota di assegnatari stranieri in ERP? Potrà crescere leggermente negli anni ma per ora
stante l'esiguo plafond di alloggi pubblici assegnati con gli ultimi bandi erp (non più di 2300
in tutta la Toscana e solo 602 in tutta la provincia di Firenze di cui assegnati a stranieri 158
alloggi nei primi 10 mesi del 2013 (massima percentuale provinciale!) la parte di stranieri
passati dal mercato al settore pubblico resta esigua e lo sarà anche nei prossimi anni.
In conclusione una parte significativa (intorno al 40%) dell'inquilinato nel privato diffuso è
composta da cittadini stranieri, ed è da presumere che il livello economico di tale comparto
sia mediamente più basso di quello degli inquilini italiani.
Andrebbe inoltre approfondito e quantificato il disagio abitativo derivato da riduzione del
reddito: da fonti sindacali confederali emergerebbe una particolare acutezza della crisi nel
settore edilizio e della ristorazione che colpisce in modo durissimo proprio i lavoratori
stranieri. Confermato dalla nostra consulenza.
Dunque è troppo sbrigativa la deplorazione sulla crescita percentuale della poche
assegnazioni a stranieri senza una precisa conoscenza del contesto economico.
Ma la percezione critica si diffonde comunque: emerge anche dalla quotidiana resistenza
solidale agli sfratti che colpiscono soprattutto delle famiglie straniere e nell'accertamento
della cosiddetta morosità incolpevole nelle commissioni sul disagio abitativo (senza dubbio
nella Lode fiorentina)
Gli stessi operatori del settore rischiano di introiettare un rigetto “professionale” che non
può essere compensato da un generico umanitarismo; ma tanto meno, essendo ineludibile
questione di sostanza, con delle sedicenti clausole ostative all'accesso.
Bisogna essere seri!
Noi stessi dovremmo accertare se davvero la crescente percentuale di assegnazioni a
stranieri è derivata dalle norme in vigore, se davvero l'introduzione dell'ISEE che noi
avversiamo produrrebbe una diversa selezione nei punteggi, se davvero le altre modulazioni
premiali modificano nella sostanza gli accessi all'ERP. Ne dobbiamo non solo discutere ma
lavorarci assumendo parametri oggettivi, valorizzando il lavoro dell'Osservatorio con una
collaborazione autentica tra istituzioni pubbliche e organismi sindacali degli inquilini e dei
lavoratori.
L'impianto che ci viene presentato in bozza appare invece stravolgente rispetto alla legge
06/96 , fino all'iniquità. Detto questo dobbiamo affrontare la questione senza paraocchi ma
soprattutto senza impostazioni populiste.
VI. Prime sintesi
- è diritto primario dei sindacati di partecipare con autorevolezza alla elaborazione
delle linee guida nell'ERP;
- è indispensabile il riferimento al Terzo rapporto sulla condizione abitativa in
Toscana i cui elaborati vanno arricchiti e incrociati nelle diverse parti;
- sono inaccettabili una serie di parametri discriminatori sul diritto all'ERP tra cui è
tale l'introduzione dell'ISEE;
- la mobilità negli alloggi di Erp non può essere utilizzata per una surrettizia drastica
lievitazione dei canoni mentre essenziale è l'opera di ricoesione delle comunità degli
assegnatari che non vanno sconvolte da demenziali vendite all'asta, da vessatori
accertamenti sui risparmi di una vita lavorativa, da una mobilità “coattiva”.
- principale compito delle istituzioni è aiutare le autogestioni nelle loro crescenti
difficoltà nell'equilibro dei bilanci, nella regolarità dei versamenti, nella comprensione
dei doveri di ognuno degli assegnatari.
- è inqualificabile l'abrogazione totale della presenza sindacale negli organismi che
governano l'ERP;.
Di questo ne siano consapevoli coloro i quali che nella Regione, nei Comuni, negli enti
gestori hanno assunto in una fase molto critica responsabilità politiche e gestionali
PS: ho utilizzato parecchie osservazioni provenienti da diverse sedi UI della Toscana;
si può andar oltre e dovremmo comunque farlo. Prendete questo faticoso lavoro come
un impulso a non mollare, a stabilire urgenti alleanze sindacali, a comunicare con
sincerità e realismo con i nostri assegnatari e con gli altri soggetti politici e sociali
coinvolti.
Vincenzo Simoni - Firenze, 21-23 novembre 2014.